† Since we were 18 † -Larry S...

De itsyourgirlMM

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《Mossi leggermente le labbra per intensificare il bacio, Louis mi leccò il labbro e quasi come se fosse autom... Mais

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•Capitolo 35•
•Capitolo 36•
•Capitolo 37•
•Capitolo 38•
•Capitolo 39•
•Capitolo 40•
•Epilogo•
•Ringraziamenti e novità•
•Epilogo II•
•Epilogo III•
Avviso!
• Spin-off: Cosa è successo ad Eleanor?•
Avviso

•Capitolo 20•

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De itsyourgirlMM

"Mi dica signor Calder.", mormorai, ancora al telefono col padre di Eleanor.

"Preferirei parlarti... a quattr'occhi...", non prometteva niente di buono il suo essere così vago. Subito guardai Harry preoccupato e prima che potessi accorgermene davvero, le mie dita giocherellavano con i suoi ricci. Adoravo farlo.

"Dove ci vediamo?", chiesi mordicchiando il mio labbro inferiore e segretamente sperando che Haz si svegliasse e mi baciasse per liberarlo dai denti come aveva fatto già parecchie volte.

"Vieni nel mio ufficio. Il tempo di guidare fino a qui ... parti ora, è urgente!", si raccomandò.

"Bene.", borbottai. "Arrivo, a fra poco.", conclusi la chiamata.

Posai il cellulare sul comodino e guardai Harry con uno sguardo addolorato.

Spero di non aver messo nei guai il nostro rapporto, pensai guardando quel ragazzo fantastico.

Perdonerai mai le cazzate che ho fatto prima di ieri? Se poi ci aggiungiamo quelle che sicuramente dovrò fare dopo essere andato dal signor Calder, direi che non mi perdonerai mai, diedi troppo spazio ai miei pensieri perciò li scacciai e mi alzai cercando di non svegliarlo.

Feci una doccia veloce, presi una felpa non troppo sportiva e uno skinny jeans nero.

Sono troppo casual?, riflettei e mi guardai per dei buoni cinque minuti, poi mi innervosii. Chi se ne frega del signor Calder e l' abbigliamento che dovrei avere a suo cospetto...

Dieci minuti più tardi ero in macchina. Le mie dita non sembravano voler smettere di picchiettare nervosamente sul volante.

I miei pensieri andarono ad Harry. Harry, Harry, Harry. Se fosse stato per me non avremmo passato tutto quel tempo insieme, ero un po' titubante sull'essere attratto da quel ragazzo. Probabilmente non l'avrei nemmeno conosciuto veramente perché non mi sarei mai messo in gioco fino in fondo.

Dopo averci pensato attentamente realizzai quanto io in realtà fossi stupido: ero stato io a baciarlo per la prima volta, in classe dopo il compito. Ok, in realtà forse non si poteva davvero chiamare bacio perché era a stampo ed era così minuscolo e discreto che se ci fossero state altre persone in classe non lo avrebbero nemmeno notato. Però comunque avevo fatto io la prima mossa, e questo andava completamente in constrasto con ciò che avevo pensato prima.

Non mi pento di nulla, lui mi piace e non capisco cosa ci veda di sbagliato la gente nell'amore. Tra due ragazzi, ma pur sempre amore, pensai.

Frena, avevo pensato amore? No, no. Era troppo presto per quella parola e dovevo decisamente dare un limite alle mie fantasie.

Per tutto il tragitto pensavo a Harry e mi maledivo per non averlo baciato prima di andare. E se non potessi più stare con lui dopo la chiacchierata con Mr. Calder? Dio, dovevo calmarmi e cercare di pensare positivo.

Entrai nel palazzo su cui era prepotentemente scritto "CALDER" a caratteri cubitali. Camminavo, prendendomela con la parte interno del mio polso, pizzicandolo nervosamente.

Ancora i miei pensieri andarono ad Harry: si era svegliato? Gli importava del fatto che non fossi accanto a lui? Presi l'ascensore e premetti il tasto corrispondente al piano dov'era collocato l'ufficio del padre di Eleanor. Ormai lo conoscevo a memoria.

Louis, devi dannatamente calmarti.

Pochi secondi e le porte dell'ascensore si spalancarono, come le porte del piccolo spazio nel mio cuore in cui avevo cercato di rinchiudere la mia ansia, facendola fuoriuscire tutta.

Bussai alla porta del suo ufficio e mi aprì. I suoi fastidiosissimi occhi marroni mi scrutavano severi, i suoi capelli marroni non molto folti erano pettinati all'indietro.

"Louis.", mi salutó freddamente. Cavolo non promette bene..

"Signor Calder.",ricambiai il saluto.

"Ti prego, siediti di fronte a me.", continuò e io feci subito come mi aveva chiesto.

Mi guardò con una scintilla quasi omicida negli occhi. Deglutii.

Mi passò una foto facendola strisciare sotto le sue dita sulla scrivania fino a portarla di fronte a me: eravamo io e Harry la sera prima, bellissimi e stretti in un abbraccio dolcissimo mentre ci baciavamo. Ecco, lo sapevo...

Abbassai lo guardo, sperando di sparire probabilmente.

"Chi è? Un ragazzo che ti scopi?", abbaiò.

Strinsi i pugni e i denti. Scopare? Mai.

Non perché io non volessi, ma perché lui non voleva, immagino. Non che io lo volessi... Dio, perché non era il momento e non avrei mai coinvolto Harry così tanto perchè ci tenevo a lui e sarebbe solo finito spezzato.

"Scopare? Assolutamente no.", ringhiai.

Lui mi guardò male e scosse la testa.

"Qualsiasi cosa tu faccia con quel ragazzo, non puoi farlo più. Se no non avrai il posto nel Chelsea. Avevamo detto che tu dovevi stare con mia figlia ed io ti avrei preso come attaccante. Non solo hai tradito la mia Elly, ma anche con un ragazzo! Lei non se lo merita, non deve soffrire per questo perciò fai in modo che lei non lo sappia. Tu non vedrai più quel ragazzo e avrai un brillante futuro nella squadra del Chelsea e una moglie meravigliosa."

Il sogno di tutta la mia vita era giocare nella squadra del Chelsea. I miei genitori conoscevano il Signor Calder, proprietario della squadra di football del Chelsea, e lui mi propose di stare con la figlia in depressione, per rendere felici entrambi: lei sarebbe uscita dalla depressione ed io avrei giocato nella squadra dei miei sogni... perciò accettai.

Riuscivo a rinunciare ad Harry per essere l'attaccante del Chelsea?

Harry's P.O.V

Mi svegliai con rammarico: Louis non c'era accanto a me.

Non mi aveva neanche lasciato un biglietto o mandato un messaggio?

Raccimolando una piccola dose di coraggio lo feci io.

A: Louis

"Hey Lou, dove sei? Il letto è freddo. :( x"

Sorrisi involontariamente al ricordo della sera precedente: Louis era stato dolce come non mai ed era così... così Louis.

Non servivano aggettivi per descrivere Louis, nessuno sembrava adatto.

Saltai fuori dal letto realizzando quanto tardi fosse e dieci minuti più tardi ero fuori la mia stanza con la borsa in spalla e mi dirigevo alle lezioni, con l'amaro in bocca per non aver avuto nè Louis, nè il solito margine di tempo prima delle lezioni tutto per me.

***

"È fantastico.", morsi il panino dopo aver detto quelle parole: Niall mi stava raccontando una cosa che non stavo realmente ascoltando ma volevo dare l'impressione di essere interessato a qualsiasi coss stesse dicendo il mio migliore amico.

"Harry ti ho appena detto che c'è un cactus nel mio panino, e tu hai detto che è fantastico.", sospirò tristemente e io ridacchiai incontrando i suoi occhi esasperati.

"A che pensi?", chiese Zayn.

Oh Zayn, penso ad un ragazzo e probabilmente a voi sembrerà stranissimo e forse mi allontanerete perciò...

"Nulla, devo andare a studiare ragazzi.", mentii finendo il mio panino e leccandomi le dita.

"A dopo.", salutai i miei amici Niall, Zayn, Liam e Josh e mi alzai dalla panca. Il pranzo con loro era rigenerante, mi facevano staccare un po' la spina. Mi piaceva parlare con tante persone diverse, mi stimolava mentalmente.

Ero diretto in camera mia, sovrappensiero perché mi chiedevo dove fosse Louis e perché stamattina al mio risveglio non fosse accanto a me e, ancora, perché non mi avesse risposto al messaggio. Non che fosse obbligato, però il nostro rapporto sembrava facilmente minato da qualsiasi cosa e ogni stranezza mi faceva andare in paranoia.

Ogni volta che avevo riletto quel messaggio mi ero convinto sempre di più che sembrava troppo da ossessionato.

Cioè... "il letto è freddo"...

Sembrava che non riuscissi a stargli lontano un momento, probabilmente gli sembravo davvero ossessionato e un povero illuso. Un bambinone alle prese con la prima cotta

Entrai in camera, aspettandomi che non ci fosse, e invece c'era, intento a fare qualcosa col cellulare come sempre.

"Lou!", esclamai, sobbalzò quando lo feci.

Lui non mi aveva ancora degnato di uno sguardo.

"Come mai non eri qui stamattina?", chiesi. Forse aveva avuto una brutta notizia.

Alzò gli occhi al cielo e sbuffò.

"Fatti i dannati cazzi tuoi.", sentii un leggero crack in corrispondenza del mio cuore.

Il mio umore oscillava tra il voler piangere e il voler urlargli contro per essere così irritantemente scortese.

Scelsi la seconda opzione.

"Ma che cazzo ti prende?", urlai. "Sei uno psicopatico del cazzo."

"Niente, sono semplicemente stufo." ringhiò e strinse a fessura i suoi occhi perfettamente colorati del colore del Paradiso.

"Stufo di me?", gli domandai. Mi faceva male il petto, non ero sicuro di voler ascoltare la risposta.

Lui tentennava un po' e per un attimo perse l'espressione arrabbiata, rimpiazzandola con una patetica faccia allibita.

"Sì, stufo di te. Sono fottutamente stufo.", si riscosse e delle fredde lacrime scesero sul mio viso. Stufo, era stufo. Ecco, ci risiamo. Porca troia.

Lo sapevo. Non poteva essere coerente con il suo umore per più di ventiquattr'ore.

"Fottiti.", sibilai e uscii piangendo dalla porta. Perché doveva essere sempre così complicato? Dio mi veniva voglia di dare pugni dappertutto. Diventava tutto più tossico ogni secondo che passava, però non riuscivo a comportarmi da persona responsabile e non era solo più perchè mi attraeva come un magnete. Mi stavo affezionando come un cretino.

Dove andare? Non lo sapevo proprio.

Scivolai contro il sottile muro bianco che divideva esternamente una camera da un'altra mentre mi sembrava di essere crollato tra i cocci delle mie aspettative spezzate.

Mi aspettavo che magari lui potesse provarci a stare con me, anche non seriamente, come all'inizio, semplicemente cercando di sopportarci e di dare libero sfogo a quello che sentivamo l'uno per l'altro.

Lui però doveva sempre rovinare tutto urlandomi contro. Dio, perchè doveva essere così difficile? Perché mi ero innamorato di un ragazzo che non avrebbe mai ricambiato il mio amore? 

Sì, innamorato. Oramai non riuscivo più a nasconderlo e l'avevo accettato. Ero troppo infatuato da Louis Tomlinson ed ero convinto di questo quasi quanto prima fossi convinto di essere etero. E quell'infatuazione sembrava crescere soltanto.

Essere innamorato faceva ancora più male, vista la situazione.

"Hazza che hai?", la voce di Liam mi riscosse.

"Che ci fai qui?", mi vergognai della mie condizioni pietose.

"Vivo nella camera di fianco alla tua e ho sentito la porta sbattere fortissimo. Pensavo fosse caduta, in verità.", ridacchiò leggermente.

"È successo qualcosa con... Tomlinson, giusto?" domandò.

"Risolverò, tranquillo.", lo rassicurai. Intanto continuavo a guardare il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo.

"Vogliamo andare in caffetteria? Così ti distrai un po'..."

Stavo per dire di no, ma poi ci ripensai e prima che potessi davvero accorgermene stavo annunendo.

Hey!
Come va? Spero bene.
Capitolo 20! Wow, sembra ieri che l'ho iniziata! Continua a piacervi? Fatemi sapere la vostra opinione. Detto questo, ho pensato sia necessario chiarire un punto: non ho niente contro Eleanor. Credo in Larry ma penso sia stupido insultarla o altro, nonostante ostacoli i ragazzi nella loro relazione. Quindi non pensate che voglia discriminarla perchè se no cambio il nome della ragazza di Lou nella ff perché per me è uguale.

Grazie per le visualizzazioni, i voti e i commenti.
-M

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