« Diamanti : Byron Love »

By Aphrodjte_

6.9K 259 554

Per evitare incomprensioni, sarei grata se leggeste il capitolo di spiegazioni. ____________________________... More

« SPIEGAZIONI »
« Capitolo I : Bambina »
« Capitolo II : crisi isterica causata da nani in calore »
« Capitolo III : occhi divini »
« Capitolo IV : carpe diem »
« Capitolo V : odi et amo »
« Capitolo VI : Samara bionda »
« Capitolo VII : amici con capelli terapeutici »
« Capitolo VIII : come neve »
« Capitolo IX : cupido (dei poveri) »
« Capitolo X : chica mala »
« Capitolo XII : Ti prometto »
« Ultimo capitolo : Guerriero »
Spazio autrice! 💗
« Capitolo speciale : Natale »

« Capitolo XI : Diamanti »

316 14 21
By Aphrodjte_

< Papà ti prego ascoltami un secondo, se continuiamo così non risolviamo niente >

Sbottò la ragazza al telefono, sotto lo sguardo preoccupato del biondo.

L'uomo si rifiutava categoricamente di lasciarla parlare, continuando a rimproverarla.

< PAPÀ >

Gridò poi, facendo sobbalzare Byron che seduto nel proprio letto, vicino a lei, si mordeva il labbro inferiore.

Mai era stato così nervoso per qualcosa.

< Non abbiamo fatto nulla, io mi sentivo male e lui è venuto in bagno per consolarmi, tutto qui, capisci? >

Il padre sembrò solo calmarsi in quel momento.

Aveva ricevuto una chiamata dalla famiglia Love qualche ora prima, che comunicava di tenere lontana sua figlia dal ragazzo, definita più volte come sgualdrina.

Arya riattaccò dopo aver salutato il padre, che adesso doveva tornare a lavoro.

Sapeva che lui probabilmente non avrebbe fatto nulla per uscire da questa situazione, che avrebbe dovuto fare tutto da sola.

Ma la pressione che oramai da giorni, sentiva sopra le sue spalle.

Tutti la guardavano come se fosse un essere impuro.

E soprattutto Aphrodi, questo non lo sopportava.

Il suo angelo.

Una creatura così candida ed innocente, descritta come se fosse spazzatura.

Non aveva mai amato la violenza fisica, preferiva chiarire in modo maturo, ma non poteva negare di aver desiderato di poter picchiare qualcuno.

La sua reputazione invece, fra gli studenti era diventata ancora più ammirata.

'É riuscito a farsela dare da una santarellina'.

Provava un fastidio tremendo nel sentire commenti del genere.

Soltanto perché Arya era una ragazza, doveva essere chiamata puttana?

Avrebbe preferito che li avessero trattati allo stesso livello.

Strinse il pugno, sentendo poi delle morbide labbra appoggiarsi sulla sua guancia.

< Non te ne puoi fare una colpa, Byron. Noi sappiamo la verità, è questo che conta >

Riuscì a rilassarsi leggermente sotto il suo tocco, sempre così delicato ed attento.

Ma anche se quelle erano le sue parole, lui sapeva che in realtà si sentiva orrendamente dentro.

Come avrebbe non potuto?

Lei, che odiava la disonestà più di ogni altra cosa, ovviamente ne era turbata.

Il ragazzo tutto d'un tratto si alzò, illuminato da un'idea.

< Andiamo in un posto >

< Dove? >

< Aspetta e vedrai >

Gli occhioni della mora sembrarono tornare al loro normale bagliore per un secondo e subito, si affrettò ad afferrare la sua mano, ed uscire dalla stanza.

Finalmente suo padre le aveva procurato l'autorizzazione, quindi poteva uscire dalla scuola senza dover scappare.

Dopo aver superato sguardi curiosi e mormorii, entrambi furono liberi di poter andare in città.

< Byron, non dobbiamo fare la discesa e dopo la salita a piedi, vero? >

< Non fa mica male camminare un po' >

Rispose con un ghigno il biondo.

Tutti e due avevano bisogno di staccarsi dall'ambiente scolastico, che in quel periodo più che mai, portava soltanto preoccupazioni e malumore.

Soprattutto, Love voleva sciogliersi un po', perché quel pomeriggio avrebbe dovuto vedere i suoi genitori e sapeva già che non si prosperava un nell'incontro.

Scacciò via i pensieri soltanto quando la manica del suo giubbotto venne tirata da Arya, che con i smeraldi scintillanti, indicava un piccolo bimbo, che scorrazzava fra la neve, mentre una donna dietro di lui cercava di prenderlo.

Il bambino iniziò a correre, o almeno ci provava, finché non cadde proprio di faccia, difronte a lei.

Lo alzò da terra e gli ripulì il visino, tutto rosso dal contatto col ghiaccio, mentre Byron cercava disperatamente di trattenere una risata.

Ma è un bambino o un pinguino?

Pensò fra sé e sé, con le labbra pressate in una sottile linea.

Il piccolino girò il volto verso di lui, puntandogli il dito contro ed iniziando a piangere.

< BYRON L'HAI FATTO PIANGERE >

< MA NON HO FATTO NULLA >

< VA BENE MA ORA CALMALO >

< IO? È UN TUO SIMILE, DOVRESTI CALMARLO TU >

Fortunatamente la madre, arrivò prima che entrambi finissero totalmente nel panico.

< Mi dispiace, puoi darlo a me, combina sempre guai >

< Si figuri, è un piccoletto adorabile >

Sorrise la mora, dando il bambino alla signora.

< Dicono tutti così ma non sanno che mostriciattolo è in realtà, grazie mille per averlo preso! >

Salutò, per poi andar via.

< Sembri tu >

La provocò poi Byron, toccandole la guancia con la punta del dito più volte.

< Io non sono una bambina, non ero un angioletto? >

Rispose, assottigliando lo sguardo.

< Appunto, un angioletto, gli angioletti sono piccoli come i bambini >

< Ma io non sono una bambina! >

A quella frase il ragazzo alzò il mento in segno di superiorità, per poi avvicinarsi a lei e prenderla in braccio dalle ascelle.

Adorava sentirsi così responsabile verso di lei.

Subito la mora iniziò a sbattere le gambe, ed i pugnetti contro il suo petto.

< Fammi scendereeeee >

< No, siamo quasi arrivati, angioletto >

Arya si rassegnò e si lasciò trasportare, chiudendo gli occhi per godersi quel calore, dato dalla vicinanza dei loro corpi.

Tutto ciò di cui la stavano accusando, nemmeno le venne in mente.

Era tranquilla.

Sola con lui, era serena e lo sarebbe sempre stata.

< Siamo arrivati, non ti sarai mica addormentata? >

La mora sbatté più volte le palpebre, per poi saltare quasi fuori dalle braccia di Love, prendere la sua mano ed iniziare a correre.

La candida neve copriva i tetti delle case, la fontana della piazza difronte a lei era completamente gelata e decorata con fiocchi e campane, i lampioni della città addobbati con enormi luci di varie forme natalizie.

Il biondo sorrise.

Un'altra volta, proprio come se fosse piccola, il suo viso si illuminava alla vista delle cose più banali.

< Voglio andare lì, Byron andiamo lì? >

Gli chiese poi, indicando una strada piena di bancarelle di ogni genere.

Lui le accarezzò dolcemente una guancia, per poi annuire e lasciarsi guidare da lei.

Normalmente, odiava posti del genere.

Odiava il solo pensiero di doversi confondere con una folla che guardava oggetti tanto inutili e poveri.

Però per lei, avrebbe fatto di tutto.

E insolitamente, non gli sembrava poi così male tutta quell'atmosfera di Natale.

Ma a differenza di Arya, che spostava gli occhioni su ogni singolo particolare della fiera, lui riusciva soltanto a guardarla incantato, quasi ipnotizzato.

Si fermò tutto d'un tratto davanti ad uno specifico banco.

< Non è bellissimo? >

Domandò poi, indicando un fermaglio con un fiore rosso.

< Lo vuoi? >

< Lo voglio mettere a te >

                                __

In poco tempo si ritrovarono seduti su  una panchina, la ragazza che intrecciava abilmente i lunghi capelli biondi di Aphrodi.

< Finito! >

Disse soddisfatta, mettendosi difronte a lui, appoggiando la grande treccia sulla sua spalla.

Per un attimo sembrò rimanere congelata.

La sua pelle candida, leggermente arrossata per il clima freddo, le sue gemme rosee incurvate verso l'alto, i suoi dolci occhi, di quel colore così particolare, sembravano ancora più profondi.

< Che succede? >

< Ho appena realizzato che sei stupendo >

Il sorriso di Love a quelle parole si allargò ancora di più e d'istinto, la strinse, avvolgendola in un abbraccio.

< Soltanto adesso? >

Sussurrò poi, ma non in tono ironico come al solito, in maniera quasi amorevole.

Lei si limitò ad annuire, nascondendosi nel suo petto.

In quel momento si rese conto di essere così fortunato.

La sua vita era stata salvata in qualche mese, da un angelo.

Aveva imparato a prendersi cura di qualcuno.

Era riuscito a sentirsi davvero felice.

Le toccò con delicatezza la testa, in modo da farla alzare.

Incontrò quei suoi maledetti occhioni luccicanti.

Fece unire le loro labbra.

In un contatto così dolce e leggero.

Etereo.

Era questa l'unica parola in grado di descrivere quel bacio, quelle semplici bocche pressate l'una contro l'altra, che in solo qualche secondo, riuscirono a trasmettere un'amore tale da mettere i brividi.

La mora si staccò e lo guardò negli occhi.

Prese la sua mano e la appoggiò al lato sinistro del suo petto, per fargli sentire il battito accelerato del suo cuore.

< Batte così a causa tua >

Mormorò dopo, avvolgendo le sue braccia al suo collo.

Nessuno osò dire qualcosa per minuti.

Non c'era bisogno di parlare, perché entrambi sapevano che semplici parole non potevano eguagliare i loro sentimenti.

Arya ruppe il silenzio.

< Cosa siamo noi, Byron? >

Il biondo voltò il capo, scontrando il suo sguardo.

Ammirò con insistenza quei maledetti smeraldi brillanti, che tanto lo avevano fatto impazzire.

Non pensò molto alla risposta, sapeva con esattezza, che c'era una singola parola in grado di descrivere il loro rapporto.

Diamanti.

< Siamo diamanti, brilliamo e con la nostra luce, ci proteggiamo a vicenda >

SCUSATE NON HO AVUTO TEMPO DI AGGIORNARE PRIMA + non ho ricorretto + questo non è l'ultimo capitolo UwU
- ✨

Continue Reading

You'll Also Like

84.7K 3K 50
Nella scuola di Amici 23 è sempre primavera, questo si sa, ma non per Ginevra che non ha di certo intenzione di distrarsi dal suo obiettivo. Il prob...
1.9K 98 13
Al villaggio succedono cose strane,un Troll,picchia gli altri per farsi dire dove è Poppy,lei è altrettanto spaventata. Nessuno ha idea di chi può es...
50K 2.4K 36
Dove Camilla Leclerc e Lando Norris scoprono cosa c'è oltre la linea sottile che divide il punzecchiarsi e l'amore. Non possono o meglio non vogliono...
3.3K 132 9
E se Caleb avesse una sorella? E se ci fosse una scuadra capitanata dalla sorella di caleb? E se jude si innamorasse di quest'ultima?(della sorella...