« Diamanti : Byron Love »

By Aphrodjte_

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Per evitare incomprensioni, sarei grata se leggeste il capitolo di spiegazioni. ____________________________... More

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Spazio autrice! 💗
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« Capitolo VII : amici con capelli terapeutici »

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By Aphrodjte_

Arya non riuscì a guardare il biondo per tutta la giornata.

Ogni volta che lo sguardo si posava su di lui, il suo viso andava a fuoco, ricordando dove si era posato il suo povero piede innocente.

Inoltre, il fatto che ovunque andasse ci fosse Elizabeth, pronta a provocarla per l'accaduto, sicuramente non era d'aiuto.

Quando riuscì a prendere possesso del suo corpo di nuovo in sua presenza, i due costruirono un rapporto, forse più genuino di quello di prima.

Certamente non era tutto rosa e fiori, però sembrava aver preso una buona piega.

La ragazza ogni tanto passava a vedere gli allenamenti di Byron, fermandosi ad ammirare i suoi movimenti.

Lui, ne era inizialmente infastidito, non trovava piacevole che qualcuno lo vedesse frustrato, provare tecniche ancora imperfette.

Però dopo un paio di giorni, ci fece l'abitudine.

Ogni volta che sembrava fare un passo avanti, i grandi smeraldi della mora si illuminavano quasi estasiati nel poter vedere i suoi progressi.

A volte la sua indole da snob prendeva il sopravvento e, non riusciva a fare a meno di alzare gli occhi al cielo.

Però al contrario di prima, forse quel bagliore a detta sua, non era poi così tanto brutto.

'Schiocca il dito in aria, fermando o rallentando il tempo.
Ruba la palla.
Schiocca nuovamente il dito per far tornare tutto alla normalità.
A causa dello spostamento del tempo e dello spazio, il percorso in cui hai dribblato diventa un ciclone, soffiando via l'avversario'.

Si ripeté, cercando di trovare la giusta concentrazione per completare l'hissatsu.

Era perfetto.

Aveva programmato tutto in ogni minimo dettaglio e questa volta, era riuscito a rendera pulita ogni singola azione.

Tutto si fermò per un secondo.

Una turbina d'aria si era formata vicino a lui, ma non alle sue spalle come avrebbe dovuto essere, letteralmente difronte a lui.

Tempo un secondo, il ciclone gli arrivò dritto in faccia, lasciandolo con i capelli elettrizzati ed un tic all'occhio per il nervosismo.

Arya in quel momento perse le staffe, scoppiò a ridere, tenendosi la pancia per il dolore.

< S-scusami è che...dovresti vederti sto morendo >

Mormorò fra le risate, ricevendo un'occhiataccia da parte sua.

< Stai ridendo della persona sbagliata nana, quando ti mostrerò l'eleganza di un Dio non avrai la stessa reazione >

Rispose, alzando il mento in segno di superiorità, per poi camminare verso di lei.

< Andiamo, fra cinque minuti suona la campana >

L'espressione della mora sembrò cambiare totalmente appena udì quella parole.

Esami invernali.

Il suo più grande incubo.

Era probabilmente uno dei periodi dell'anno più stressanti per lei, voleva prendere voti alti, in modo da rendere fiero suo papà.

Sapeva di certo che andava bene a scuola, studiava perché era importante secondo lei. (Beh, tranne la matematica)

Però ora che i test si avvicinavano, era spinta a dare ancora di più, solo per avere un minimo di apprezzamento da quell'uomo.

Non che avessero un brutto rapporto, tutto il contrario, semplicemente avendolo sempre lontano a causa del lavoro, non aveva un punto di riferimento.

Veniva trascurata.

Soprattutto quell'anno, l'adulto sembrava quasi essersi dimenticato dei suoi doveri di genitore.

Voleva le attenzioni di suo padre, come d'altronde qualunque adolescente.

Era sempre riuscita a cavarsela da sola, cercava sempre di prendersi cura degli altri, quindi alla fine, rimaneva persa, senza la protezione di nessuno.

Emise un sospiro frustrato, mentre cercava di rilassare le spalle, per sciogliere un po' di tensione.

Il problema principale però, era che insieme a l'ansia, le passava anche l'appetito.

Non che prima mangiasse moltissimo, certo, ma lo stress accumulato le faceva salire un nodo allo stomaco ogni volta che qualcuno provava a piazzarle del cibo davanti.

Come se non bastasse, appena aveva un attimo libero, danzava.

L'unica cosa capace di calmarla in quel momento tanto turbolento.

Si era ripromessa di fare attenzione alla propria salute, dato che non si sentiva spesso così pressata dallo studio, era una cosa nuova, doveva stare attenta.

Anche perché, a fine giornata non aveva più energie.

Non era da lei infrangere le promesse.

Si ricordò delle parole di Love ed annuì, iniziando ad avviarsi verso l'edificio.

Lui sembrò notare quel repentino cambio di atteggiamento, però non disse nulla, magari era solo triste di dover ricominciare un'altro noioso ciclo di lezioni.

Ogni passo che muoveva verso l'Aula, il suo cuore batteva ancora più velocemente, il nodo allo stomaco si faceva più stretto.

Si fermò, appoggiando di scatto una mano al muro accanto a lei, per reggersi in piedi.

Aphrodi si affrettò a cingere i suoi fianchi per darle supporto, un'espressione preoccupata ma confusa sul viso.

< Sto bene, è stato solo un giramento davvero, puoi lasciarmi >

Con riluttanza si allontanò, tendendosi però a distanza ravvicinata, in modo da avere la situazione sotto controllo.

Di nuovo la mora si fermò, sentendo il fiato corto, le gambe tremare.


Si risvegliò in una stanza non familiare, la luce bianca puntata su di lei ad infastidire la sua vista.

Ogni singolo elemento presente era bianco, dalle pareti, ai tappeti, persino il vaso, presente sul comodino accanto al suo- letto?

Cercò di non dar troppo peso al mal di testa assordante, alzò il busto, cercando di capire dove fosse e come mai si trovasse lì.

< Oh tesoro! Sei sveglia, non aveva visto. Ti trovi nell'infermeria della scuola, il signorino Love ti ha portata qui dopo che sei svenuta >

Una donna di mezza età, con capelli rosa raccolti in due trecce ed occhi azzurri, si rivolse a lei.

// io che penso all'infermiera Joy dei Pokémon //

< Sono svenuta? >

< Esattamente. Molto probabilmente per lo stress, adesso facciamo un controllo generale per vedere se è tutto apposto e domani ti lasciamo andare, va bene tesoro? >

Lei si limitò ad annuire.

Spostò lo sguardo sulle coperte, notando un foglietto adagiato su di esse.

Non ci sarà sempre un Dio a salvarti, fa attenzione.
- Aphrodi

Non riuscì a trattenere un sorriso.

Sapeva benissimo che quello, era un modo per esprimere la sua preoccupazione ed il pensiero che forse lui, le voleva un po' di bene, sembrava rasserenarla.

Al contrario invece, adesso era lei in pensiero.

Il ragazzo si stava impegnando molto nel calcio, spesso continuava a provare la sua tecnica anche fuori dall'orario di allenamento, proprio come quella mattina.

L'unica a fermarlo, era proprio Arya che di tanto in tanto, gli faceva notare di aver superato il limite.

Anche quel pomeriggio fu così.

La mora si risposò tutta la giornata, fino a sera.

Scoccò uno sguardo all'orologio, a quell'ora Byron sarebbe dovuto essere tranquillo nel suo letto, ma il suo istinto diceva che quella era proprio una delle occasioni in cui avrebbe dovuto farlo riposare lei un po'.

Aspettò che l'infermiera uscì dalla stanza, salutandola e in poco tempo, si ritrovò a scavalcare la finestra, tutto per poter uscire.

L'erba solleticava i suoi piedi nudi e la sua uniforme era un po' troppo leggera per il clima, ma non le importava.

Nella sua testa iniziò l'invenzione di un piano stile 007, avrebbe rubato la pianta dell'edificio dall'ufficio del Preside, tracciato i punti bbastanza grandi per essere percorsi fra i condotti dell'aria, in modo da saltare poi fuori dalle grate del seminterrato che dava sul secondo campo.

Spoiler: camminò normalmente, cercando semplicemente di non essere notata da professori o collaboratori.

Emise un sospiro di sollievo non appena vide il biondo, avvicinandosi di soppiatto.

< Byron! >

Lui si girò, con una lentezza estrema, ed un'espressione alquanto isterica in viso.

Era l'occasione perfetta, p e r f e t t a, per completare quella tecnica ed una stupida voce l'aveva rovinata.

Soltanto quando si accorse a chi effettivamente apparteneva quella voce, si maledisse mentalmente per aver fatto quella faccia.

Il suo volto esprimeva questa volta preoccupazione.

< Non dovresti essere in infermiera? >

< E tu non avresti dovuto finire l'allevamento tre ore fa? Sono venuta a controllarti >

Il biondo scosse il capo.

Non sarebbe mai cambiata.

Non aveva un minimo di interesse per se stessa, così tanto da preoccuparsi da lui, addirittura anche quando stava male.

< Adesso mi hai visto, felice? Torna dentro >

Il suo tono nascondeva in realtà, un significato puramente premuroso in quella frase.

< Solo se vai anche tu a riposare >

< Senti, perché ti importa tanto di me? >

Arya si mise davanti a lui, un bagliore nuovo sembrò avvolgere i suoi smeraldi, le labbra si allungarono in un sorriso.

< Perché sei mio amico, è normale che io voglia prendermi cura di te >

Amici.

Quella parola suonava tanto giusta ma allo stesso tempo così sbagliata.

Non sapeva cos'erano, ma la parola amico non gli piaceva per descrivere il loro rapporto, era troppo semplice.

Con il suo solito atteggiamento di superiorità si sedette sulla panchina, invitandola a fare lo stesso.

Decise di cambiare argomento, per evitare di essere frainteso.

Dopotutto neanche lui aveva le idee chiarissime.

< Come ti senti? >

< Bene... Stupida ma bene, dovevo fare più attenzione e non saltare troppi pasti >

Il suo sguardo si addolcì.

< Almeno hai capito il tuo errore, adesso, vuoi andare a letto? Ne hai bisogno >

< Tanto non riesco a rilassarmi lo stesso, però- Byron. >

La ragazza sembrò diventare seria tutto d'un tratto, lui alzò un sopracciglio, per incitarla a parlare.

< Posso giocare con i tuoi capelli, se non ti dà fastidio? Per favore, lo facevo con mia mamma da piccola quando piangevo e mi calmavo sempre >

Istintivamente il biondo si portò i suoi bambini dietro la schiena, come se volesse proteggerli.

Odiava, letteralmente odiava, quando qualcuno si permetteva di toccargli i capelli.

Però lei...non era un semplice qualcuno.

Annuì con un sospiro, ed un'espressione quasi nervosa.

Soltanto il pensiero lo irritava.

La mora con delicatezza, iniziò ad accarezzare le punte, immediatamente entrambi sembrarono rilassarsi.

Subito dopo lei si fermò, il volto illuminato come quello di una bambina.

< Hai i capelli terapeutici! >

La mattina dopo sarebbe stata davvero lunga per Mary.



Mi dispiace di non aver scritto nulla ieri, ma il mio occhio non lo permetteva :(
Inoltre non ho ricorretto, scusate gli eventuali errori
- ✨





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