« Diamanti : Byron Love »

By Aphrodjte_

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Per evitare incomprensioni, sarei grata se leggeste il capitolo di spiegazioni. ____________________________... More

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Spazio autrice! 💗
« Capitolo speciale : Natale »

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By Aphrodjte_

I giorni seguenti furono una dura sfida per Arya, dovette sopportare il peso delle parole dei genitori del biondo, la ramanzina del preside, che era venuto a conoscenza dell'accaduto, la ramanzina del padre, la ramanzina della sua migliore amica, ed addirittura quella di alcuni professori.

Ogni singola volta che qualcuno metteva l'argomento in questione, lei provava a spiegare che era inutile rimproverarla, non si sarebbe pentita delle sue azioni, certo, se ne prendeva la responsabilità.

Ma se fosse stato necessario, lei l'avrebbe fatto di nuovo.

L'unico pro, era che Byron era tornato a parlarle.

Erano tornati anche i suoi sguardi di superiorità, come i suoi atteggiamenti pomposi, ma non le dispiaceva affatto averlo accanto.

Beh, tranne per qualche frase inappropriata, che talvolta la faceva restare di sasso.

Ma d'altronde, era pur sempre Aphrodi.

Eppure, stando per quel breve lasso di tempo con la sua famiglia, riuscì a capire che i presagi erano giusti:
ciò che mancava a lui, era proprio un po' d'amore.

Proprio per questo, diventò ancora più comprensiva e gentile nei suoi confronti.

Voleva che capisse di poter contare su di lei, per qualunque cosa.

Il pensiero che la odiasse, spesso ronzava nella sua mente, si ricordava ancora delle parole che le disse.

'La tua sola esistenza mi infastidisce'.

Scosse la testa, cercando di scacciare via tutta quella negatività.

Anche se l'avesse odiata, ciò non l'avrebbe di certo fermata dall'aiutarlo.

Si fermò dalla sua passeggiata proprio quando vide il diretto interessato, allenarsi da solo.

Per un momento le sembrò quasi come se il tempo si fosse fermato, morbide piume dorate circondavano il  ragazzo, che con classe, teneva il braccio alzato, subito dopo aver schioccato le dita.

Quell'illusione durò soltanto qualche secondo, tutto era tornato alla normalità.

Arya si avvicinò al campo di calcio, con gli occhioni brillanti, a causa dell'interesse.

< Come hai fatto? >

Mormorò poi, vedendolo finalmente girarsi e notarla.

< Non è ancora perfetta >

Si limitò a rispondere Byron.

Non capiva come mai la ragazza mostrasse così tanta ammirazione per qualcosa di ancora incorretto.

< Ma questo non vuol dire che non sia bella >

< Non è questo. Potrebbe risultare piacevole da vedere ai tuoi occhi, come a quelli di chi la guarda, ma è solo...bella, per l'appunto. Non è efficiente, per essere efficiente deve essere perfetta >

La mora rimase un po' spiazzata da quelle parole.

Raramente lo aveva visto parlare di qualcosa con questa concentrazione.

Il calcio probabilmente significava molto per lui.

Si sedette fra i fili dell'erba del terreno, incrociando le gambe ed appoggiando il mento sulle mani, come se fosse pronta ad ascoltare qualunque cosa stesse per sentire.

< Perché giochi a calcio? >

Byron sembrò pensare attentamente prima di aprire bocca.

Non si fidava ancora molto, eppure, era sicuro che lei fosse così ingenua che probabilmente se gli avesse detto ciò che provava davvero, non avrebbe fatto nulla per usarlo a suo svantaggio.

< È l'unico modo di sentire qualcosa di positivo per me.
Le emozioni che provo dietro al pallone, sono ineguagliabili, non riesco a sentirmi in quel modo in nessun altra situazione.
Credo davvero di amare questo sport, è l'unico amore di cui ho bisogno >

< Quindi il calcio colma il vuoto che hai dato dalla mancanza di affetto.. È nobile come gesto >

Il ragazzo la guardò con aria di superiorità.

Non aveva bisogno di alcun tipo d'affetto oltre quello per il calcio.

< Hai frainteso, non mi manca di certo e sicuramente non ne ho bisogno >

< Tutti hanno bisogno d'amore, Byron >

Alzò gli occhi al cielo.

Sembrava quasi che stesse riuscendo a fare un discorso senza irritarlo, invece in quel momento, aveva rovinato tutto.

La sua presunzione nel sapere cos'era meglio per lui, era insopportabile.

< Pensi davvero che un Dio abbia bisogno di qualcosa del genere? >

< Ti fai chiamare Aphrodi, no? Afrodite era la Dea dell'amore e della bellezza. Anche se, preferisco definirla in modo diverso. Quel sentimento puro, non appartiene a lei.
L'attrazione è il sentimento che io associo ad Afrodite >

< Oh, sentiamo perché ne dovrei avere bisogno. Con la mia popolarità, l'amore non mi manca di certo >

< Quella è semplice attrazione >

< L'amore è riuscire a scorgere la bellezza in qualcuno nonostante i suoi difetti, è prendersi cura, elogiare ed aiutare. L'amore è ciò che muove i cuori, proprio così, guarda >

Arya si mise in piedi, proprio difronte a lui.

Prese con gentilezza la sua mano e la appoggiò sulla parte sinistra del petto, in modo da fargli sentire il proprio battito.

Il biondo, non riuscì a dire nulla.

Era completamente immerso in quel suono, che sembrava quasi una dolce melodia alle sue orecchie.

Le sue profonde mandorle rosse erano leggermente più aperte del solito, in stupore, le sue labbra schiuse.

Stava ascoltando la musica dello strumento, da cui provenivano tutte le emozioni che provava la mora difronte a lui.

Solo dopo qualche minuto riuscì a risvegliarsi e con velocità, ritrasse l'arto, allontanandosi.

Lei si limitò a ridacchiare, col sorriso stampato in volto.

< Ti ho sorpreso, non è così? >

< Non farlo più >

< Mhhh, non posso prometterlo >

Vide come lui subito si mise nuovamente a palleggiare con la gamba, non poté fare a meno di allargare le labbra di nuovo.

Per quanto non le avesse detto nulla, oramai aveva imparato che proprio quando stava in silenzio, avevi colpito il punto giusto.

< Capitano, l'allenamento è iniziato dieci minuti fa, cosa ci fai ancora qui? >

Li interruppe una voce, Henry House.

Un ragazzo della loro stessa età, con lunghi capelli rossicci, che andavano sul castano, ed allungati occhi verdi.

Era carino, ma d'altronde, accanto ad Aphrodi nessuno risplendeva di bellezza.

I due sembravano avere davvero un buon rapporto, inoltre erano compagni classe.

La mora era quasi sicura che fossero migliori amici, eppure in quel momento il biondo, era confuso.

Lui era capace di provare affetto?

Che cosa provava per le persone che definiva a lui care?

Tirò un'ultima volta il pallone, facendolo entrare in rete con un forte boato, per poi allontanarsi insieme all'amico, lasciando da sola la ragazza.

< Guai in paradiso con Bambi? >

Lo schernì subito il suo compagno.

< Bambi? >

< Con lo sguardo che ha sembra un cervo, mica è colpa mia se fa sempre gli occhioni >

Rispose facendo spallucce.

Aphrodi però, era tutt'altro che in vena di ridere.

Continuò ad essere assente per tutto l'allenamento, ripensando al caldi tepore da cui era stata avvolta la sua mano, dalla dolce melodia del suo battito.

Aveva fatto di tutto per togliersi quella maledetta ragazzina dalle costole, si era sforzato di odiarla, l'aveva insultata, presa in giro, ignorata.

Non era servito a nulla.

Quei dannati smeraldi brillanti, continuavano a perseguitarlo.

Stava letteralmente impazzendo.

Odiava il pensiero di poter venire manipolato con così tanta facilità da una bambina.

Probabilmente nemmeno lei si era resa conto di ciò che aveva fatto.

Lui pendeva dalle sue labbra, non sopportava essere impotente.

Non appena poté uscire dal campo, la prima cosa che fece fu salire sul tetto della scuola.

Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria, la situazione in cui si trovava era opprimente.

Da lì, era visibile tutta la città.

Non aveva mai trovato un gran sollievo nelle viste del genere, eppure in quel momento, tutti quei pallini illuminati sembravano ammansire le idee che schizzavano da ogni parte della sua testa.

< Byron? È tutto apposto?>

Sentì una voce delicata e premurosa, alle sue spalle.

Non ebbe bisogno di girarsi per sapere a chi apparteneva.

Arya si accovacciò sul pavimento vicino a lui, lo sguardo rivolto verso lo splendido panorama.

< Hai bisogno di supporto morale? >

< Perché continui a stare con me anche se ti tratto male? >

Byron si voltò verso di lei, guardandola con attenzione.

Prese un respiro profondo, stava servendo alla ragazza su un piatto d'argento, un'arma per pugnalarlo.

Lei, era diventata una delle sue debolezze.

E non sopportava il pensiero di dover condividere le sue mancanze con qualcuno.

La mora si limitò a sorridere, senza spostare gli occhi su di lui.

< Sai, credo che il mio compito sia quello di scaldare il tuo cuore ghiacciato >

Il Love rimase spiazzato da quelle parole e raramente, lui non riusciva a dire nulla.

< È come...se avessi un istinto di protezione verso di te, voglio vederti stare bene, non capisco perché, ma voglio farlo >

Prese un respiro profondo, visibilmente irritato da quel gesto.

Per puro istinto di protezione, era pronta a subire di essere trattata in quel modo?

Una persona tanto ingenua, non meritava di fare parte dei suoi pensieri.

Spazio autrice  ! 💗
ALLORA, volevo semplicemente scusarmi per il capitolo corto.
Semplicemente domani ho compito di geografia e inglese, dopodomani algebra e geometria, per di più ho un'infezione all'occhio e non posso sforzarlo molto, quindi non devo usare troppo il cellulare.
INOLTRE NON HO RICORRETTO (si sono pigra problemi) QUINDI scusate gli eventuali errori, oggi sono anche abbastanza scazzata è un miracolo che sia riuscita a scrivere :')
Mi sono successe così tante cose che manca solo un meteorite a distruggermi casa.

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