« Diamanti : Byron Love »

By Aphrodjte_

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Per evitare incomprensioni, sarei grata se leggeste il capitolo di spiegazioni. ____________________________... More

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Spazio autrice! 💗
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« Capitolo III : occhi divini »

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By Aphrodjte_

Giorno uno, andato.

Era questo ciò che si ripeteva Arya da quando si era svegliata.

Non aveva litigato col ragazzo, non era stata insultata, non era stata presa in giro.

Considerando la giornata precedente, oggi aveva grandi aspettative.

Camminò per i corridoi della scuola, arrivando fino alla mensa, dove subito scorse con lo sguardo una testa bionda, con un'espressione alquanto irritata.

Motivo? Lei era in ritardo.

Si affrettò ad andare vicino a Byron, sedendosi accanto a lui.

Poteva sentire gli sguardi degli alunni bruciare sul proprio corpo, non le dispiaceva stare al centro dell'attenzione, ma certamente non in quel modo.

Fra i ragazzi erano iniziati a girare pettegolezzi su una possibile relazione fra loro due, evento sconvolgente, dato che Aphrodi rifiutava ogni pretendente, non ritenendolo alla sua altezza.

Inoltre, l'idea di essere associata come la fidanzata di qualcuno, non le piaceva.

Era del pensiero che bisognava essere indipendenti e da quel poco che aveva imparato grazie ai suoi genitori, gli innamorati sono proprio come i due lati del cuore, ognuno ha bisogno dell'altro per funzionare bene.

Scosse la testa, spostando poi lo sguardo sulla figura difronte a lei, intenta a mangiare silenziosamente una fetta di torta.

Anche lui sembrava stranamente pensieroso oggi, che non l'avesse salutata era routine, ma non aveva nemmeno fatto una singola battuta.

< Buongio- >

< Sh! Silenzio >

Il biondo chiuse gli occhi, continuando a degustare il suo cibo.

< Io- >

< Ho detto silenzio. Ho bisogno di assaporare i miei ultimi attimi di serenità prima di scendere fra le viscere dell'inferno a causa tua, nana >

Arya emise un sospiro di sollievo, almeno quella era la prova che il ragazzo non stesse male, era il solito Byron.

< E comunque non sono poi così bassa >

Il biondo sembrò fermarsi dal suo pasto e, la squadrò da capo a piedi.

In effetti, era solamente un metro e cinquantasei centimetri.

Cinquantasei.

Uno dei rari momenti in cui si sentiva irritata, era proprio quando le toglievano quel sacro - per lei - centimetro, che spesso dimenticavano per approssimazione.

< Sei alta quanto un nano da giardino >

< Ma tu non sei tanto più alto di me >

< Sono uno e settantasette, ventuno centimetri più di te, nanerottola >

La mora si limitò a mettere il broncio, mentre lo guardava, che con fare vittorioso finiva finalmente la sua la colazione.

Si alzarono entrambi, ma non appena lei stette per dirigersi verso la classe, il ragazzo tornò a parlare con i suoi amici, lasciandola al centro della mensa da sola, sotto gli occhi di tutti.

Non riuscì a fare a meno di sentirsi in imbarazzo.

Non poteva nemmeno andare da Elizabeth, perché sapeva che in quel momento era già in classe, a ripassare per l'integrazione di inglese.

Subito dopo sentì delle forti risate, si girò in direzione del rumore, solo per vedere Byron e suoi compagni ridere, guardandola.

Pensare che fino a qualche secondo fa, aveva avuto una conversazione, non giusta ma almeno civile, con lui.

Sospirò, non si poteva mica cambiare una persona in un giorno.

Si diresse da sola verso l'aula, fermandosi occasionalmente fra stanze dell'edificio, per scambiare qualche chiacchiera con qualcuno.

Prese parte alle lezioni, che passarono lente ed oggi, persino noiose a detta sua.

Avvenimento insolito, dato che adorava la possibilità di poter imparare più cose possibili.

Eppure quel giorno, era ciò che si poteva definire una giornata no.

Spostava lo sguardo continuamente contro la finestra, desiderando soltanto di poter essere libera, ed andare a danzare.

Il suono della campanella sembrò quasi una sinfonia gloriosa alle sue orecchie, la prima cosa che fece fu buttare i libri dentro lo zaino e correre fuori da quella stanza, che sembrava imprigionarla in quel momento.

Il suo pensiero scattò a Love per un attimo, avrebbero dovuto passare il giorno insieme, ma non credeva sarebbe successo, date le circostanze.

< Dai Arya, è solo un altro giorno e mezzo >

< Parli da sola, le lezioni di matematica ti hanno dato alla testa? Oh giusto tu sei così >

Parlando del diavolo.

Si voltò verso Byron, guardandolo con sincerità.

Era davvero troppo nervosa per essere in vena di subirsi i suoi scherzi in quel momento.

< Ti prego. Oggi no. Almeno aspetta che io possa calmarmi, dopo puoi tornare anche a prendermi in giro, ma per favore in questo momento no >

Il ragazzo rimase quasi spiazzato dalle sue parole, si vedeva che non stava assolutamente bene.

Alzò gli occhi al cielo, sollevando poi il mento in segno di superiorità, anche se le avrebbe dato un po' di tregua, aveva pur sempre una reputazione.

< Quindi? Dove dobbiamo andare? >

< Io vado a ballare, tu puoi fare come ritieni meglio >

Se non avesse usato il suo solito tono di voce delicato, la frase poteva addirittura suonare scortese, ma non era questo l'intento di Arya.

Voleva sul serio, lasciarlo libero.

Magari stando con lei Aphrodi si sentiva ingabbiato, proprio come si era sentita poco prima.

In non molto arrivò allo studio, seguita a ruota del ragazzo, che sembrava addirittura più infastidito del solito.

< Nanerottola, non sei una brava intrattenitrice quando stai in silenzio >

< Scusami, non mi sento bene... >

La risposta sembrò irritarlo ancora di più, quindi si limitò a rimanere in silenzio, valutando se restare, oppure andare via.

In realtà, non sapeva nemmeno lui perché si trovava con la ragazza, avrebbe potuto essere tranquillo a riposarsi, fra le calde coperte del suo letto e la sua amata Mary, eppure aveva deciso di scendere fino alle viscere della Terra e seguirla.

Si risvegliò soltanto dal suo stato di trance quando sentì la musica partire.

Non conosceva la canzone, non si era mai interessato più di tanto ad argomenti del genere, in effetti, oltre i capelli, l'unico suo interesse era proprio il calcio.

Subito la mora si tolse le scarpe, ed iniziò a muovere il corpo al ritmo della melodia, lasciandolo a bocca aperta.

Quella non era Arya, almeno, non l'Arya che conosceva.

La ragazzina dolce, pacata, quasi serafica, in quel momento si trasformò in una fiera, forte, leonessa.

L'energia che emanava danzando era a dir poco spaventosa, era come se stesse usando tutte le emozioni presenti dentro di lei a suo favore, esprimendole con i gesti.

Ed era terrificante, che riuscisse a fare qualcosa del genere.

Byron non aveva mai provato alcun sentimento verso una coreografia, ma guardarla, era come ipnotizzante.

Poco dopo si ritrovò a stare seduto, sul pavimento, ammirando ogni singola mossa della più piccola.

Solo il fatto che si fosse seduto per terra, era già un miracolo, che la stessa guardando come se fosse l'ottava meraviglia del mondo, era probabilmente segno della futura apparizione di qualche santo sulla Terra, oppure i maiali avevano davvero iniziato a volare.

Dopo una buona mezz'ora la ragazza decise di spegnere la musica, in modo da riposare.

Notò l'espressione quasi sconvolta di Love, non poté fare a meno di ridacchiare.

< Ti è piaciuto? >

< È stato...carino >

La mora mise il broncio, per poi avvicinarsi lentamente a lui.

Alzò piano la mano, dirigendola verso il suo viso.

Lo guardò titubante, quasi come se gli stesso chiedendo il permesso di toccarlo.

Notò che il ragazzo le rivolse uno sguardo tranquillo, quindi con timidezza, toccò la sua guancia con la punta del dito.

< Morbido >

Sussurrò poi, in maniera infantile.

Voleva fare quel gesto, in modo da dirgli che in realtà sapeva che la sua esibizione l'aveva colpito, eppure, rimase concentrata su come la sua pelle, candida e liscia, si sentiva al contatto con la propria.

< hai la pelle morbida! >

Disse, come se avesse realizzato soltanto adesso, ridacchiando proprio come una bambina.

Byron stranamente, non riuscì a trattenere un sorriso.

Invece di trovare irritante il suo comportamento, in quel momento lo trovava estremamente adorabile, inoltre era appagante sentirsi dire qualcosa del genere.

< È ovvio che sia morbida, nana >

< Però il nostro primo contatto è stato ieri, perché non me ne sono accorta? >

Aphrodi non fece nemmeno in tempo a rispondere alla domanda, che quei maledetti smeraldi si illuminarono un'altra volta, subito interessati da qualcosa di nuovo.

< Balliamo insieme? Ti prego ti prego ti prego >

< Assolutamente no >

< Perché no? Per favore, almeno prova, fallo per me >

< Per te? Vuoi davvero usare questo metodo per convincermi? Strada sbagliata >

Una lampadina si accese nella testa di Arya.

Voleva ballare con lui perché, almeno secondo lei, la danza riusciva a creare una connessione fra due persone.

Magari in quel modo, sarebbe riusciti a sentirsi più vicini, o almeno si sarebbero fatti una risata.

< Aspetta, non è che non sai ballare? >

< Sull'Olimpo ci sono Dei che sanno ballare, e Dei che non sanno ballare >

< E tu fai parte- >

< Del primo >

Touché.

Il biondo si sentì stupido, per la prima volta nella sua vita.

Possibile che quella ragazzina era riuscita a fregarlo con il suo stesso trucco?

Contenta, la più piccola fece partire la musica, ed iniziò a danzare armoniosamente attorno a lui, che sembrava di nuovo essere caduto in uno stato di ipnosi.

Per quanto provasse a non rimanere intrappolato in quell'incantesimo, che sembrava farlo pendere dalle sue labbra, non riusciva a prendere controllo di se stesso.

La mano di Arya si posò sulla sua spalla danzando, facendogli spostare lo sguardo, proprio sul punto dove l'avevo toccato.

Quando finì la canzone, fu capace di risvegliarsi dal suo stato di trance.

< Smettila >

< Di fare cosa? >

< Di ballare in quel modo >

< Ti dà fastidio? Non volevo >

Mormorò con sincerità, allontanandosi da lui.

< Mi fa sentire strano >

< Strano bello o strano brutto? >

< Strano- aspetta tu dividi strano bello e strano brutto? >

< Certo, tu no? >

< Come fai a distinguere se una cosa è strana bella o strana brutta? >

< Per come ti fa sentire >

< Si ma- va bene, basta, ho mal di testa >

Aphrodi si portò una mano alla tempia, massaggiando gli occhi chiusi.

Successivamente si avvicinò alla porta, ancora guardandola la ragazza, ed alzò in mento.

< Ci vediamo domani nanerottola, ho bisogno di riposare per colpa tua >

Lei sorrise, alzando la mano in segno di saluto.

< Mi devi un ballo >

_______________________________________

Giorno due, andato.

Arya si era svegliata presto quel giorno, aveva due ricerche da fare.

La sua e quella del ragazzo.

Già di prima mattina la testa sembrava scoppiarle.

Saltò la colazione, in modo da arrivare per prima in classe, lasciando sul banco di Byron, tutto il lavoro svolto.

Si lasciò cadere successivamente sulla propria sedia, sentendo le palpebre farsi mano a mano sempre più pesanti.

In poco tempo, si addormentò, con il viso appoggiato alla superficie del tavolo.

Una fragorosa risata la risvegliò e di scattò alzò la testa, guardandosi intorno.

< Sono sveglia giuro! >

Sbadigliò e stropicciò entrambi gli occhi, cercando di ricomporsi, almeno per capire la situazione.

L'unica cosa che riuscì a vedere in realtà, fu il viso di Aphrodi, contorto dalle risate, mentre il suo telefono mostrava una foto di lei addormentata.

Non una foto carina, adorabile.

Era lei, con le narici allargate che nemmeno buco nero, la guancia destra schiacciata, la bocca aperta con una striscia di bava che pendeva da essa.

< YAH! SAMARA BIONDA! Non farmi foto mentre dormo! >

Il ragazzo si zittí tutto d'un tratto, guardandola sconvolto.

< COME MI HAI CHIAMATO? >

Il silenzio prese possesso di tutto l'aula, solo per essere accompagnato dalle loro risate interminabili.

Riuscirono a calmarsi semplicemente quando la professoressa ed il resto degli alunni entrarono in classe.

Il biondo aprì il raccoglitore con la ricerca, leggendo con confusione la prima pagina.

'Mi devi un ballo, Aphrodite'.

Gli angoli delle sue labbra si alzarono leggermente, il suo sguardo balenò alla ragazza.

Scosse la testa, se ballo voleva, un ballo le avrebbe dato.

Per un attimo pensò di aver battuto la testa, trovava piacevole il pensiero di stare con lei?

Sospirò e decise di concentrarsi sulle lezioni.

Entrambi non si parlarono per tutta la giornata, ma il ragazzo poté percepire lo sguardo di superiorità che Elizabeth, a mensa le aveva lanciato, quando aveva saputo di "Samara bionda".

Eppure, dovevano ancora danzare.

Non era affatto stupito quando dopo il suo allenamento, si ritrovò davanti la porta dello studio, guardando con attenzione i movimenti sinuosi di Arya.

< Sbaglio o volevi ballassi con te? >

La mora si girò e si avvicinò a lui, con un sorriso sincero stampato sul viso.

< Allora, le basi Byron, le basi. Facciamo un lento >

< Eh? >

< Non vuoi? >

Arya voltò leggermente la testa di lato, non capendo che problema ci fosse.

Il ragazzo in risposta si avvicinò a lei e posò le mani sui suoi fianchi, stringendola a lei.

Poco prima si era frenato per paura di provare imbarazzo, ma il suo ego, gli ricordò che lui era Byron Love.

E Byron Love non poteva provare imbarazzo a causa di una semplice ragazzina.

Lei d'altro canto, non si aspettava una reazione del genere, ma non perse tempo ad allacciare le braccia attorno al suo collo.

Le sue guance si tinsero di una tonalità lieve di rosso, abbassò la testa in modo da non farglielo notare, piano che apparentemente, sembrò funzionare.

Al contrario di ciò che aveva immaginato, Aphrodi era un eccellente ballerino.

Si muoveva con disinvoltura, avevo un ottimo istinto per la danza.

Adesso che erano così vicini, si era quasi pentita di aver proposto un lento.

Poteva sentire il suo dolce profumo inebriare il suo corpo, i suoi morbidi capelli le sfioravano le mani, le sue profonde mandorle rosse, in quel momento chiuse e serene, lo facevano apparire ancora più bello.

Stavano ballando, corpo a corpo.

Senza alcun velo addosso, alcuna ironia.

La canzone finì, ma il biondo, invece di allontanarsi, la strinse ancora di più a se, sussurrandole dopo all'orecchio.

< Nulla sfugge ai miei occhi divini >






Aiuto non ho ricorretto spero che non ci siano troppi errori--

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