Let Me Get Lost In You [TaeKo...

By Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... More

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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By Hananami77

«Ma...» fu l'unico sussurro appena accennato che Jungkook riuscì ad articolare nel momento in cui i suoi occhi, abituati al buio che li aveva avvolti durante tutto quel curioso tragitto, intravidero quella che era la piccola e un pò diroccata tenuta di campagna dei Jeon. Lo scalpitio leggero dei loro cavalli, il rumore degli zoccoli che solcavano quel percorso un pò scosceso ma familiare e il frinire leggero dei grilli, creavano una deliziosa e quiete melodia che scandiva il battito del suo cuore. 

Si voltò verso Taehyung, a pochi passi di distanza, per cercare il suo viso nella notte. Entrambi stretti nei loro pesanti mantelli per ripararsi dall'umidità e il freddo della sera, avevano lasciato che fossero i loro pensieri a vagare ed aleggiare tra di loro, nulla di più. Era confortante riuscire a stare in silenzio, anche se Jungkook aveva provato ad estrapolare qualche informazione dall'altro -non ricevendo nulla di più di un «Aspetta e vedrai» che aveva fatto slittare la sua curiosità alle stelle.

Taehyung, intercettando il suo sguardo, gli rivolse un sorriso ampio e così terribilmente felice che il cuore di Jungkook perse un battito, avvolto da un'emozione calda ed indescrivibile che gli si amplificò maggiormente quando le parole di suo marito gli carezzarono le orecchie con quel tono basso e profondo. «Ci siamo quasi, è proprio lì che siamo diretti». 

C'era una nota emozionata in quella voce calda e familiare, così incontenibile che riuscì ad emozionarlo più di quanto Taehyung stesso potesse immaginarsi.

Jungkook sentì le guance arrossarsi per quanto fosse bello vedere la persona che amava essere finalmente felice.

Quel volto sempre pacato, era adesso uno scoppiettare di emozioni, gli occhi sembravano perfino brillare nella notte per quanto fossero luminosi, il cielo sembrava esseri riflesso nelle sue iridi e milioni di stelle viaggiavano in quella galassia di emotive sensazioni. Quelle labbra meravigliose, capaci di baciarlo nel più dolce dei modi, erano distese in quel sorriso capace di riuscire ad abbattere ogni muro, ogni problema, ogni negatività. Era per quel sorriso a cuore che lui continuava a vivere, pregando qualsiasi dio esistente di essere in grado di poterlo rivedere ancora e ancora e di essere capace di renderlo felice come meritava. 

Quel sorriso era la sua vera terapia per stare bene.

Arrivati proprio dove era ubicata la piccola stalla posta sul retro del casale, Jungkook fu il primo a balzare giù da Furia e a dargli un bacio sul muso, mormorando alcuni complimenti accompagnati da carezze sul collo dell'animale. Quell'atteggiamento era lo stesso che Taehyung aveva visto avere a JK e quel particolare gli fece spuntare un piccolo sorriso che però nascose dando a sua volta qualche piccola carezza al suo cavallo. Dopo averli sistemati nei loro stalli, afferrarono le bisacce -contenenti cose che Jungkook nemmeno ricordava ma che si premurò di portare in una sola mano per permettere all'altra di raggiungere quella di Taehyung, a cui si allacciò immediatamente dopo. 

«Quanto rimarremo qui, un mese?!» esclamò Jungkook, guardando con palese divertimento il quantitativo di bagagli che si erano portati dietro e che -in parte- aveva preparato e caricato sulle selle Taehyung. Afferrò qualcosa dalle mani di quest'ultimo per evitare che si sforzasse troppo e si allungò verso di lui per baciargli una guancia.

Taehyung esibì un piccolo ma sincero sorriso e guardò con fare fintamente contemplativo quante cose effettivamente aveva deciso di portare. Poi, decretando mentalmente fossero tutte utili, scrollò le spalle con divertimento. «Vero, potrei essermi lasciato prendere la mano, ma ci sono ancora molte cose che mancano e che devo fare trasportare qui. Non volevo ripetere l'esperienza dell'ultima volta... Sento ancora i brividi di freddo al pensiero». 

Jungkook abbassò gli occhi con un piccolo e soffuso rossore a pizzicargli le guance a come Taehyung aveva appena parlato della sera del loro primo bacio. Lo aveva detto con così tanta naturalezza che sembrava fosse stato un momento meraviglioso e fantastico -e non disastroso come invece aveva pensato.

Come il pensiero volò a quella rigida e fredda serata, Jungkook non potè fare a meno di notare che, viste tutte le vicende a cui erano andati incontro, non gli sembrava vero di essere arrivati dov'erano. Sembravano momenti così lontani da appartenere quasi ad un'altra epoca, un'altra vita, un altro Jungkook

Quello insicuro, quello impacciato, quello spaventato perfino dalla sua ombra e completamente svalvolato. Non che adesso fosse un maestro dell'intraprendenza o uno sfacciato seduttore, però la sua vita era così nettamente più semplice e bella in quel momento che... non aveva importanza. Ricordava vividamente quel desiderio bruciante di poter percepire la consistenza delle labbra di Taehyung sulle proprie, di volerlo vicino e di volerlo sentire sulla sua pelle.

E quindi, il loro primo bacio era stato un momento così intimo e riservato che nonostante pensasse che fosse stato un mezzo disastro per la sua inesperienza, era custodito tra i battiti del suo cuore come uno dei momenti più felici della sua esistenza.

«Andiamo, qui fuori si gela». Taehyung lo tirò fuori dai suoi pensieri e Jungkook annuì, stringendo la presa sulla sua mano come, insieme, si avviarono verso la porta d'ingresso con tutti quei bagagli che non vedeva l'ora di mollare sul pavimento. Prima che però potesse anche solamente allungare la mano verso il pomello, Taehyung si voltò verso di lui e gli si parò davanti. Nelle iridi luminose perfino nel buio, uno sguardo furbo e giocoso fece -ancora una volta- fare le bizze al cuore di Jungkook.

Se continuo così, me ne servirà uno nuovo prima del tempo.

Sorpreso da quel nuovo e piacevole atteggiamento, alzò le sopracciglia per la curiosità.

«Chiudi gli occhi» gli disse a sorpresa Taehyung, facendo un sorriso largo e contento. La confusione regnò sovrana negli tratti dolci del viso del principe, che strabuzzò gli occhi alla richiesta. Piegò la testa di lato e lo studiò dubbiosamente per qualche attimo.

«Perché?».

Taehyung alzò giocosamente gli occhi al cielo e corrucciò le labbra per sopprimere una risata a quanto carino fosse Jungkook con quegli occhioni sperduti e curiosi. «Fallo Koo, ne varrà la pena» insistette. Gli punzecchiò la guancia con l'indice ma Jungkook arricciò il naso.

Diciamo che quella semplice richiesta gli metteva addosso più nervosismo di quanto fosse lecito o ragionevole ma, vedendo il suo temporeggiare, Taehyung gli si avvicinò e strofinò il naso contro il suo un paio di volte.

«Per favore?» mormorò con fare speranzoso, così tanto che Jungkook percepì l'immane voglia di mollare i dannati bagagli per coinvolgerlo in un abbraccio da orso.

Era adorabile.

Cielo, il suo cuore sembrava impazzito e vittima di una qualche strana adrenalina per quanto gli batteva veloce mentre chiudeva gli occhi ed attendeva. Non amava le sorprese nè il non sapere cosa stesse succedendo attorno a lui, non avere il controllo di ciò che lo circondava lo rendeva ansioso ed inquieto, l'incertezza su cosa aspettarsi era anche peggio. Ma non era da solo. 

C'era Taehyung, e se c'era lui allora significava che poteva almeno provare a stare tranquillo, che mai niente di male gli sarebbe capitato.

Taehyung esultò internamente per la sua piccola vittoria ed intrecciò le loro dita, cercando di aprire la porta senza fare un disastro e accompagnando dentro il principe, accendendo le luci. Come furono poco più che oltre l'uscio, richiuse la porta e posò i bagagli per terra, facendo lo stesso con quelli di Jungkook -non voleva che il momento venisse rovinato da nulla.

Come furono dentro, la prima cosa che colpì Jungkook fu un intenso odore agrumato e vagamente floreale che gli solleticò le narici. Quel profumo fresco e speziato era seguito da una nota più dolciastra e fresca. Gelsomino, forse? Lavanda? Mughetto? Non sapeva riconoscere quell'odore -che era sicuro di aver già sentito- ma era confortante in un certo senso, e quel mix di odori fu in grado di farlo sentire meno in tensione -che si palesò con un inspirare profondo per catturare meglio i profumi e nel rilassare la presa sulla mano di Taehyung. 

«Adesso puoi aprirli» gli sussurrò quest'ultimo poco dopo, direttamente contro l'orecchio.

Finalmente!

Lì aprì e, come lo fece, questi si allargarono a dismisura e le labbra si schiusero, separandosi fino a rimanere a bocca spalancata.

Dove un tempo vi era solamente un polveroso camino, qualche mobile sparso e mezzo rotto ricoperto da lenzuola che odoravano di stantio, lampadine fulminate con un impianto elettrico non funzionante e spoglia mobilia piena di tarli...adesso, vi era ben altro. Un largo divanetto dall'imbottitura bombata di un prezioso color panna con delicati quanto intricati ricami borgogna, era incorniciato da una struttura in legno scuro dai riccioli vorticanti. Era stato posto direttamente di fronte il camino, anche questo completamente rifinito e sistemato con tanto di legna impilata al suo fianco più alcuni tocchi che giacevano già al suo interno. Un grosso orologio a pendolo era posto sopra questo, alcune librerie erano state sistemate ai lati della stanza e pochi altri elementi d'arredo erano stati minuziosamente sistemati ai fini di abbellire l'ambiente.

Taehyung trattenne il fiato e attese che Jungkook processasse il fatto che aveva fatto tutto quello senza effettivamente chiedere il consenso di nessuno. Ma voleva fargli una sorpresa, voleva vedere esattamente quell'espressione tra l'incredulo e il meravigliato illuminargli il volto e contagiare i suoi occhi allargati.

«Q-quando...?» furono le parole appena accennate di Jungkook, ancora sorpreso di quanto fosse accogliente quel posto. 

Le stelle che riempivano le iridi di Jungkook si erano improvvisamente accese e creavano un'intera galassia in cui si rischiava di perdersi tanto fosse infinita e Taehyung gli sorrise calorosamente, passando il pollice sul dorso della sua mano. 

«Da un bel po', se devo essere sincero. Avrai notato che non è ancora rifinita, mancano ancora diversi elementi di arredo e non c'è neanche un tavolo o delle sedie— ma è sempre meglio che niente. Ho pensato che, essendo un posto speciale per noi, sarebbe stato carino renderlo un po' più accogliente» spiegò con una semplicità quasi disarmante, non nascondendo però la sua gioia nell'aver stupito il principe. Quello lo strinse in un abbraccio soffocante e sentì il petto scoppiare e gli angoli della bocca sollevarsi ancora di più per i bacini che Jungkook gli stava lasciando sulla guancia e sul collo.

Taehyung aveva trasformato quella stanza allo stesso modo in cui aveva trasformato lui ed il suo animo. E non ci sarebbero mai stati regali, attenzioni o parole sufficienti per descrivere quanto Jungkook gli era grato. 

Grato per avergli permesso di riprendere a vivere.

Ed anche quell'incontenibile gioia era grazie a lui.

Era lui ed il suo modo di porsi e di muoversi, di parlare e di interagire con tutte le parti di sè che lo rendevano speciale. Era capace di adattarsi ed entrare nella sua casella senza nemmeno rendersene conto, di dare senza chiedere e di custodire ogni frammento che lui era capace di donargli. 

Era lui e nessun altro. 

«E' b-bellissimo. Grazie Tae, g-grazie di cuore» sussurrò emozionato contro il suo orecchio, pressando il volto contro la sua spalla sentendosi abbracciato a sua volta da Taehyung che, senza neanche pensarci, gli aveva dato un bacio sulla testa e passato il naso in mezzo ai suoi capelli.

«Sono felice ti sia piaciuto, ma non è tutto» annunciò fieramente. Se possibile, lo stupore di Jungkook aveva toccato livelli mai sperimentati nel nel constatare che Taehyung aveva pensato proprio a tutto.

Solo una delle due camere da letto ubicate al piano superiore era effettivamente stata sistemata; di fronte al letto non troppo grande -minuscolo, se messo a paragone con il letto della loro stanza a palazzo- era situato un altro caminetto, decisamente più piccolo di quello del soggiorno ma grande abbastanza da riscaldare il piccolo ambiente. Su quel letto di esigue dimensioni c'erano una serie di coperte e lenzuola che Jungkook aveva visto a palazzo, piegate in modo che non pendessero dai lati ed abbondassero sul pavimento.

«So che il letto può sembrare un pò piccolo, ma credo che riusciremo a starci se ci—uhm, stringiamo un pochino» spiegò Taehyung, cercando le parole giuste per non lasciare spazio a malintesi.

Jungkook non rispose ma continuò a guardare, felice, quella piccola stanzetta accogliente. Vero, si sarebbero dovuti stringere per starci ma non era davvero un problema per lui. Aveva preso l'abitudine di dormire perennemente addossato alla sua schiena anche quando c'era a disposizione un intero letto e un cuscino in più, quindi sarebbe andato bene anche un letto singolo.

Anche in questo caso, l'arredamento della camera era lineare e dai toni chiari e caldi, con qualche tonalità bordeaux più scura o qualche dettaglio ocra o dorato. Ed erano proprio tipici di Taehyung, quei colori; Jungkook sapeva quanto l'altro adorasse le tonalità calde e ricordava perfettamente il castello in cui soleva vivere suo marito prima di trasferirsi da lui. L'arte ed i colori erano un po' ovunque e regnavano sovrani fiori, piante e colori.

La prima volta che Taehyung gliene aveva parlato, si era sentito come se fosse riuscito ad immergersi in quei dipinti colorati e vivaci, diventandone quasi parte.

«Non è molto, lo so, ma eravamo solo io e Yoongi e beh, non è stato semplicissimo» ridacchiò Taehyung, scuotendo la testa come se un ricordo divertente si fosse appena palesato nella sua mente.

Jungkook si voltò di scatto verso di lui e strabuzzò gli occhi.

«Tu e Yoongi? S-siete stati v-voi?» chiese conferma come se non credesse alle sue orecchie.

Taehyung annuì ed il ridacchiare divenne palese.

«Solo io e Yoongi. Durante i momenti in cui eludevamo la sorveglianza di Hoseok e del re, abbiamo portato qui il necessario per rendere tutto quantomeno vivibile. Consideralo come il nostro piccolo rifugio lontano dagli occhi sospettosi e dalle orecchie indiscrete della corte. Qui siamo solo Taehyung e Jungkook, come lo siamo stati fin dal nostro primo bacio».

Taehyung gli stava dimostrando -ancora una volta- quanto ci tenesse a lui-a loro. Quei gesti silenziosi, quelli di cui non si era mai accorto e che erano così infinitesimali da essere a malapena percepibili, quelli che sembravano naturali come respirare...rendevano esplicito l'amore che Taehyung provava nei suoi confronti.

Cosa aveva fatto nella sua vita per meritarsi una persona del genere? Come faceva un'anima come quella di Taehyung ad amare uno come lui? 

Le lacrime punsero i suoi occhi, un subbuglio di emozioni si arrampicarono nei meandri più profondi della sua esistenza, un abisso di nuove e gioiose emozioni lo abbracciarono per ciò che la persona al suo fianco stava facendo -e continuava a fare- per lui. Lo aveva stretto nonostante le sue mani lo avessero ferito, lo aveva aiutato a rialzarsi quando il mondo lo aveva fatto cadere, lo aveva tirato fuori dalle tenebre nel momento in cui queste erano tornate a stringerlo, lo avevano baciato nonostante le sue labbra avevano dato voce a parole orribili.

Ma ciò che era quasi fuori da ogni logica, ogni raziocinio, ogni sensatezza, era che Taehyung aveva conosciuto ogni parte di lui e l'aveva accettata.

Gli aveva insegnato che le nubi potevano nascondere le stelle per interi e lunghi periodi ma che, con la giusta dose di pazienza, il temporale sarebbe finito e avrebbe potuto rivederle e toccare con la punta di dita invisibili la felicità.

Quell'euforia era solo uno sprazzo tra squarci di malinconia, ma era così bella che era disposto ad attraversare nuovamente la tempesta per ritrovarla e assaporarne il gusto.

Taehyung gli prese il viso tra le mani e passò i pollici sulle sue guance arrossate e bagnate da piccole gocce salate sfuggite al suo contenimento. Un nuovo moto di preoccupazione lo colse. Forse era stato troppo?

Forse Jungkook pensava che lo aveva portato lì per fare qualcosa per cui non si sentiva pronto? «Tutto bene, Koo? Vuoi tornare indietro? Possiamo farlo, non c'è nessun pr—». La mano di Jungkook, posatasi sulle sue labbra, troncò la sua frase. Il principe cacciò via le lacrime con l'altra e tirò su con il naso.

«Non voglio tornare indietro. E' tutto...t-tutto così bello c-che non lo credo neanche r-reale» cercò di spiegargli nonostante la voce gli fosse andata via un paio di volte e si fosse spezzata in più punti. Taehyung sospirò di sollievo contro la sua mano e la allontanò con delicatezza dal suo volto, lasciando che i suoi occhi esprimessero la contentezza che gli danzava dentro nel vedere Jungkook -finalmente- piangere dalla gioia.

«Allora fammi un grande sorriso capace di convincermi».

E Jungkook sorrise. Tanto.

Il labbro superiore si issò scoprendo i denti tondi e poco sporgenti, quello inferiore si stirò fino a mostrare il piccolo neo sotto questo, il naso si arricciò dolcemente e gli zigomi si sollevarono così tanto da far diventare i suoi occhi due mezzelune un po' disastrose per via delle lacrime ma incredibilmente felici.

«Perfetto...il mio piccolo Koo è perfetto» mormorò Taehyung con il cuore in gola, abbracciandolo stretto per potergli dare piccoli baci sulla guancia dagli schiocchi accennati ed acuti; Jungkook lo strinse stretto e mormorò un «Grazie» a mezza voce, che venne suggellato con un bacio durato qualche secondo.

Poco dopo, Taehyung era andato a prendere le coperte più pesanti mentre Jungkook armeggiava con il fuoco per poterlo accendere ed assicurarsi che questo non si spegnesse nell'immediato. E proprio come una scenetta confortante e familiare, si erano ritrovati l'uno di fianco all'altro, stesi su quel letto non troppo grande mentre stringevano tra le mani quelle che erano due tazze fumanti di tè che Taehyung aveva preparato nell'attesa che Jungkook finisse di togliersi i vestiti da viaggio per indossarne un paio più comodi.

L'odore di quella bevanda ai frutti di bosco era rilassante, il calore del fuoco a poca distanza da loro era presente abbastanza da non doversi mettere sotto le coperte prima del tempo.

«Tae» chiamò Jungkook dopo un po' di minuti di silenzio. Guardò il suo tremulo riflesso sul fondo della tazza dove solo un sottile strato della bevanda giaceva, e la mosse circolarmente per dissipare un pò di nervosismo.

«Mmm?».

Al mugugno interrogativo di Taehyung, Jungkook si morse il labbro senza farsi notare e sentì le mani sudare, minacciando la presa sulla tazza che per questo, strinse saldamente. 

Andiamo Jungkook, fatti coraggio. E' Taehyung si incitò da solo, cercando di suonare convincente almeno a sè stesso. 

«Ultimamente mi è capitato di pensare molto a noi due» iniziò con tono incerto, fissando con concentrazione ciò che teneva tra le mani -neanche fosse quell'utensile il suo interlocutore. Aveva scandito parola per parola ed il discorso non era stato fluido come invece sperava, ma ormai si era lanciato e doveva solo attendere di capire quanto avrebbe fatto male la caduta.

Da Taehyung arrivò una risatina roca.

 «Ah, sì? E perché me lo stai dicendo con quell'aria così seria?» chiese con divertimento, dandogli un pizzicotto sulla coscia per ridestarlo.

Jungkook soppresse un sorriso e arricciò appena il naso, grattandosi la nuca e scuotendo la testa. 

«P-perché sto cercando di non balbettare c-come al solito» vuotò il sacco senza neanche provare a mentire -sarebbe stato comunque inutile, Taehyung avrebbe capito che stava dicendo una scemenza e lo avrebbe tartassato fino a tirargli fuori la confessione.

E suo marito riusciva, spesso, ad essere fin troppo convincente.

Taehyung si voltò completamente verso di lui ed alzò le sopracciglia, posando la tazza sul comodino per prestargli tutta la sua attenzione. «E perchè mai dovresti farlo? A me non importa se balbetti o meno, io non ci faccio neanche caso. A dire il vero è...carino» gli rispose facendo poi spallucce, avvicinandosi a lui per passargli un braccio sulle spalle in modo da potergli baciare la tempia e stargli più vicino.

Inspirò profondamente l'odore dei capelli di Jungkook, stupendosi come questo avesse sempre addosso quell'odore di lamponi e miele che lo rendeva irresistibile quanto un dolcetto. Gli faceva venire voglia di mordicchiarlo fino alla fine dei tempi.

Jungkook mollò la tazza per terra e scivolò verso il basso fino a che non fu in posizione quasi supina e con la testa posata sul bicipite di Taehyung, in modo che gli venisse più semplice reclinare il capo e guardarlo negli occhi.

«Io lo trovo estremamente i-imbarazzante» borbottò con il broncio sporgente, aggrottando le sopracciglia per il fastidio. Taehyung, però, non mancò di notare il piccolo rossore sulle sue gote su cui passò l'indice con la leggerezza di una piuma. 

«Io lo trovo amabile, come ogni parte di te. Anche questo rossore...è una tua caratteristica, una cosa tua, e non c'è niente che cambierei in te—neanche se potessi» gli sussurrò con sincerità e con uno sguardo così pieno di amore che Jungkook  sentì il suo intero volto prendere fuoco e diventare dello stesso colore delle fiamme che danzavano nel camino.

«N-non dovrei stupirmi così tanto c-che tu a-apprezzi c-ciò che gli altri h-hanno sempre d-disprezzato» ammise Jungkook con voce appena accennata, giocherellando con le sue dita. «E-eppure lo faccio ogni volta». Rialzò gli occhi su quelli di Taehyung e vi si perse dentro, stupendosi come questo ridacchiò.

«Dovresti saperlo meglio di me Koo, non tutti sono in grado di comprendere la bellezza dell'arte perché non tutti sono in grado di meritarla. E tu sei arte e sai perchè? Perchè, proprio come il migliore dei dipinti, mi permetti di vivere emozioni senza neanche saperlo». 

Gli soffiò sul viso per spostargli una ciocca di capelli che gli finiva scompostamente sulla fronte e sospirò. «Non credo che debba considerare il loro come disprezzo nel senso intelligente del termine. Il disprezzo implica un quoziente intellettivo alto abbastanza da fornire giustificazioni valide e sufficienti a sostegno di teorie comprovate e dimostrabili, e nessuno potrebbe mai disprezzarti vedendoti per ciò che sei».

Il cuore di Jungkook esplose in mille coriandoli, le farfalle svolazzarono nel suo stomaco come se fosse primavera e il bisogno di baciare Taehyung fu impellente. Dio, quanto lo amava!

Le labbra di Taehyung erano idilliache, ogni volta che le provava diventavano sempre più coinvolgenti e, come il gusto di gelato preferito, ne voleva sempre un po' di più. Portò una mano dietro la nuca di Taehyung e chiuse gli occhi, ma un tuono squarciò la loro quiete, facendoli sobbalzare. 

Stupito, Taehyung rivolse l'attenzione alla finestra e guardò le piccole e minuscole goccioline di pioggia iniziare a punteggiare il vetro di quest'ultima, ignorando il fatto che Jungkook, al suo fianco, si stata prendendo mentalmente a calci per aver scelto di parlare nel momento più sbagliato. Sapeva che avrebbe dovuto farlo prima!

«Non credevo potesse venire a piovere» ammise Taehyung un po' stupito, anche se quel temporale improvviso e quell'atmosfera lo riportarono indietro nel tempo fino alla notte del loro primo bacio. Beh, non era amante dei temporali ma forse, in quel momento, lo stava apprezzando...anche troppo. 

Si sciolse come neve al sole per come le braccia di Jungkook si avvolsero attorno alla sua vita e la schiena toccò il suo petto. Guancia contro guancia, osservò lo stesso spettacolo che stava ammirando Taehyung e socchiuse gli occhi al contatto leggero delle dita di quest'ultimo sulle sue braccia. 

«E' la versione fiabesca e meno malinconica del nostro primo bacio».

Taehyung annuì leggermente e poggiò la nuca sulla sua spalla. «Già. Sembrano passati secoli».

«G-già». L'esitazione della sua voce non passò inosservata alle orecchie attente di Taehyung, e fu proprio quella sorta di insicura assoluzione della sua constatazione che lo spinse a voltarsi per guardarlo in viso. Nonostante fossero ad un mero respiro di distanza, Jungkook guardava fuori dalla finestra senza dare cenno di voler distogliere lo sguardo tanto presto.

Perchè Jungkook era così tanto pensieroso quella sera? C'era qualcosa che non andava?

«Koo? Sei sicuro vada tutto bene? Mi sembri un pò strano» cercò di non risultare petulante -non sapendo se stesse riuscendo nell'intento o meno-  e gli carezzò il braccio per attirare la sua attenzione. 

Jungkook sgranò gli occhi e ritornò al presente, battendo le palpebre a velocità per rischiarare la vista. «S-sì scusa, e-ero—uhm, immerso nei pensieri» bisbigliò con fare imbarazzato e impacciato.

Taehyung alzò un sopracciglio e si discostò da lui per guardarlo meglio. «Sempre inerenti noi due? Vorresti parlamene? Se sono cose che ti creano tutto questo cruccio, magari potremmo discuterne insieme e trovarvi una soluzione che vada bene ad entrambi» suggerì Taehyung con un sorriso di incoraggiamento.

Jungkook annuì. «S-sì beh, p-più o meno».

Allora c'è davvero qualcosa che non va.

Jungkook si allontanò un pò e si sedette a gambe incrociate ai piedi del letto; la schiena dava le spalle al fuoco che illuminava la stanza ed il tintinnio della pioggia contro il vetro era un rumore che Jungkook non riusciva nemmeno a sentire tanto il suo cuore battesse forte. Si guardava in giro con fare irrequieto e pensieroso e Taehyung si mise meglio ed alzò le sopracciglia, in attesa.

Dieci sospiri di Jungkook e due mezze crisi di Taehyung dopo, il principe sembrò riuscire a capire come intavolare il discorso.

Più o meno.

 «Stavo pensando a noi due sotto un d-diverso punto di vista— s-si, beh, m-mi chiedevo come sarebbe s-stata la nostra p-prima vera notte di nozze insieme». Sperando che il discorso fosse almeno risultato comprensibile, il principe alzò coraggiosamente gli occhi su di lui.

«Oh?».

Jungkook fece un profondo respiro ad occhi chiusi e poi li riaprì per mostrare tutta la sua determinazione. «I-io sono pronto. Io mi sento veramente pronto».

Si sforzò di non abbassare gli occhi sulle sue gambe per l'imbarazzo che provava nell'aver rivelato che, come un maniaco, aveva immaginato la loro notte insieme parecchie volte, sognandola e aspettando pazientemente un segnale da Taehyung... che però non era arrivato.

Aveva attribuito quella mancanza di iniziativa al suo non voler essere pressante -probabilmente pensava che non fosse pronto, ma lui lo era per davvero. Era stata una consapevolezza che aveva acquisito gradualmente e senza neanche pensarci, una naturale evoluzione del sentirsi così affezionato e devoto a quella persona da volerla sentire di più, di volergli appartenere sotto ogni punto di vista -fisico e mentale.

«N-noi—cioè» si schiarì la gola Taehyung, aggrottando leggermente le sopracciglia per quanto fosse nuova quella sorta di rivelazione.

«Da quanto ci pensi?» cambiò domanda, sperando che non si notasse l'emozione strana che aveva preso a turbinargli dentro come aveva sentito le parole di Jungkook.

«Da a-abbastanza tempo da sapere c-che io voglio te...i-in tutti i sensi» sussurrò Jungkook abbassando gli occhi con le guance rosse.

Taehyung deglutì sonoramente.

Ok, doveva ammettere che non se lo aspettava. Il pensiero che gli era balenato nella mente quando aveva deciso di portare Jungook nel piccolo rifugio d'amore non aveva mai contemplato l'alternativa di fare altro se non avere qualche momento di pace.

«E' davvero q-quello che voglio, n-non pensare che l-lo stia facendo p-per qualcosa i-in particolare. M-Me la sento» Jungkook provvide a confermare i suoi dubbi con voce appena più alta di un sussurro.

Taehyung rilassò le spalle e annuì. «Se sei sicuro di volerlo, allora va bene. Hai...preferenze?».

Jungkook lo guardò senza capire e piegò il capo di lato; gli orecchini ondeggiarono appena al gesto e un ciuffo di capelli corvini oscillò dolcemente sulla sua fronte.

«Preferenze?» ripetè, incerto.

Taehyung annuì e gli si fece più vicino per intrecciare le loro dita e sorridere serenamente verso di lui. «Sì, intendo...preferisci che a stare sopra sia io o il contrario?».

La consapevolezza si riversò con ritardo imbarazzante in Jungkook, che contemplò l'idea di gettarsi nel camino.

Giusto.

Non che non ci avesse pensato, era ovvio che, in qualche modo, il pensiero lì c'era finito. Ma quelle volte che aveva contemplato quell'idea...si era sentito indeciso. Molto. Non sapeva sinceramente cosa preferisse -non avendo avuto alcuna esperienza, gli veniva difficile decidere o parlare di preferenze, per cui aveva sempre messo da parte quel dubbio per risolverlo insieme a Taehyung.

Però non gli importava più di tanto. Bastava la sua presenza per renderlo certo che, fin quando ci fosse stato lui, tutto sarebbe andato bene.

«N-non lo so...tu hai delle preferenze?» domandò a sua volta con una piccola voce dubbiosa, stupendosi di vedere Taehyung scrollare le spalle.

«Per me sopra o sotto non fa molta differenza. Per questo ti ho chiesto se avessi già pensato a come fare, per scegliere la soluzione che più ti tranquillizza. Qualsiasi scelta tu prenda, sarò in grado di percepirti come non ho mai fatto prima e per questo mi andrà benissimo; è di noi che si sta parlando, vero, ma vorrei fossi tu a decidere. Hai scelto me per fare questo passo, più di questo non avrei potuto chiedere».

Jungkook sentì il colore delle sue guance diventare più intenso ma non potè evitare al sorriso di sincero ringraziamento di fare capolino sulle sue labbra e distendere i suoi lineamenti, perché anche se per Taehyung quelle parole potevano essere state dette per farlo sentire a suo agio, in realtà avevano dato la sensazione a Jungkook di essere, ancora una volta, rispettato nelle sue scelte.

«P-per quanto a-allettante possa essere l'idea d-di farti stare b-bene con me, credo c-che sia meglio che s-sia tu a gestire le cose. I-io non so neanche d-dove mettere le mani tra un po'» quest'ultima parte la mormorò appena, facendo avere al cuore di Taehyung un tremito.

Jungkook era la persona più dolce che avesse mai conosciuto.

Dopo Kookie.

«Va bene, allora faremo così» gli sorrise Taehyung, sporgendosi per dargli un bacio a fior di labbra. «Per stavolta sarò io a stare sopra, così avrai anche modo di capire se ti piace o meno. Ma, ovviamente, ciò non esclude che potremo sempre provare in un secondo momento anche al contrario, quando ti sentirai più sicuro. Ho constatato da solo che impari in fretta» lo prese in giro per poter allentare la tensione palese che gravava sulle spalle di Jungkook e si rasserenò vedendolo ridacchiare di gusto.

«Credo sia doveroso dirti che per quanto sarò delicato, farà comunque un po' male. Quello, purtroppo, non posso evitarlo, però posso assicurarti che migliorerà tutto via via che prenderai familiarità con la sensazione. Ci andremo per gradi, ovviamente, e se deciderai che sarà troppo ci fermeremo».

Jungkook si morse il labbro inferiore, annuendo mestamente mentre giocherellava con le sue dita sudaticce per l'agitazione.

«A-ascolta Tae, i-io non so se riuscirò ad essere p-presente per tutto i-il tempo. Io ti amo moltissimo e m-mi fido più di te che di me stesso, e cercherò di r-rimanere con te f-fino alla fine. S-so che sarà diverso da quello che ho p-provato in passato, so che non è minimamente p-paragonabile a ciò che ho subito, ma non s-so ancora fino a che punto riesco a gestire l-le mie emozioni. Essendo una cosa n-nuova per me, n-non vorrei rovinare troppo il momento se...se dovesse succedere l'inevitabile. Ma suppongo che se n-non ci provo, non lo scoprirò mai» gli confidò con il cuore in gola Jungkook, rimarcando ancora una volta la sua completa fiducia nell'altro e la sua più totale convinzione nel voler fare quel passo.

Taehyung fece scivolare le sue dita fino a raggiungere quelle nervose di Jungkook e le intrecciò, stringendole tra le sue in una presa calda e ferma. «Jungkook, non devi dirlo come se fosse un difetto. Io lo so; so a cosa sei andato incontro e so cosa potrebbe succedere e a me va bene fintantoché sta bene a te. Tu sei il padrone della tua vita e delle tue scelte, solo tu puoi decidere quando è il momento di fermarsi o meno. Io mi affido a te, e sarai tu a dirmi fin dove posso arrivare per averti con me».

Jungkook sentì qualcosa crescere dentro di lui, una sorta di verità di cui non si era mai accorto prima.

Di essere amato anche per la sua mente.

Taehyung non amava solo lui, amava la sua mente ed era pronto a spogliare la sua coscienza e a fare l'amore con i suoi pensieri. Era lì, pronto a cancellare le ultime tracce del suo triste passato.

«S-suona bene» asserì con un sorriso tutto zucchero Jungkook, esultando mentalmente per non aver mandato tutto all'aria con i suoi discorsi ingarbugliati. 

Taehyung lo imitò e un caldo sentimento si irradiò nel suo petto per quanta fiducia e aspettativa rivelavano quegli occhioni color caffè grandi quanto due biglie e splendenti come le stelle più brillanti. Poteva quasi percepire l'abbraccio invisibile che Jungkook desiderava dargli, quindi si  protese per stringerlo forte e seppellire il naso nel suo collo.

Il cuore gli stava per esplodere, neanche fosse lui ad essere quello senza esperienza.

E fu proprio l'esperienza che gli fece venire in mente un'altra cosa, tanto importante quanto indispensabile.

Si districò dall'abbraccio e si morse il labbro inferiore. 

«Avresti...uhm, dovuto dirmelo prima perché io non ho portato alcun lubrificante, non era nei miei piani fare l'amore stasera—e la saliva è fuori discussione, si asciuga troppo in fretta e rischierei di farti troppo male». Jungkook battè le palpebre un paio di volte e poi il suo viso si illuminò.

«Yoongi!»

Taehyung lo guardò, interdetto.

«Yoongi?» ripetè, cercando un senso nell'annuire veloce di Jungkook.

Questo saltò giù dal letto e corse letteralmente verso dove aveva lasciato i vestiti, tastando le tasche con aria concentrata e mani sicure sotto lo sguardo disorientato di Taehyung. Lo vide stringere tra le mani una piccola -e non troppo- ampollina in vetro e non ci impiegò molto a collegare le due cose. 

Un rossore evidente gli colorò le guance al pensiero che Yoongi sospettava che quella sarebbe potuta essere una serata importante, ma scrollò l'imbarazzo prima che Jungkook se ne accorgesse. 

Il principe gattonò sul letto fino a sedersi di fronte a lui. «M-me l'ha data prima di partire» sussurrò, imbarazzato, mostrando poi la piccola bottiglietta dal tappo in sughero. Taehyung annuì, gliela sfilò gentilmente dalle mani e la posò sul comodino. 

Il secondo dopo, collegò le loro labbra in un bacio.




















✁✁✁✁✁✁✁✁✁✁✁✁✁✁

NDA: OH BEH OH BEH.

Ed è Jungkook a prendere la decisione di fare un grande, enorme passo. Quando stavo scrivendo questa parte, il dubbio su chi dovesse prendere per primo l'iniziativa mi era sorto, ed inizialmente doveva essere Taehyung a guidare Jungkook a questo momento. Ripensando però a cosa ha passato quest'ultimo nella sua vita, a come ha vissuto determinati aspetti della quotidianità e della vita di coppia, ho pensato che la scelta doveva essere di Jungkook. 

Lui non ha avuto la possibilità di scegliere la sua prima volta fisica, ma è giusto che possa scegliere quando donare il suo corpo e la sua mente a qualcun altro.

Wattpad non sta andando proprio benissimo ultimamente -non ricevo praticamente nessuna notifica (mai na gioia) e a volte sposta/mischia/fa sparire i paragrafi. Se qualcosa non ha senso o le tempistiche risultano sbagliate, chiudete e riaprite l'app--se poi non si sistemano, allora la colpa è della mia scrittura lol

Fun fact: avrei tanto voluto immortalare la faccia di mia sorella -e la mia di conseguenza- nel momento in cui mi ha visto cercare su google "lubrificanti usati nel passato//storia del lubrificante//cosa usare come lubrificante al posto di quelli commerciali". 

Già.

Perchè io, le figure di merda, le ho sempre a portata di mano. 

Appurato questo, ci vediamo venerdì ♡ (¬‿¬) 


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