‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali III (U...

By Zerosenpaii

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ততততত "Puoi portare un uomo via dalla sua realtà,ma non puoi portare la sua realtà via da un uomo" "E questo... More

Prologo.
Primo Frammento.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Secondo frammento.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
Terzo Frammento.
15.
16.
17.
18.
Ultimo.
Non-graziamenti.

8.

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By Zerosenpaii

"Lo voglio"

<<Ten little Indian boys went out to dine;

One choked his little self and then there were nine...>>

Mabel alzò la testa di scatto,dato che prima era appoggiata al finestrino della Jeep guardando con aria annoiata il paesaggio che man mano si faceva sempre più innevato mentre salivano in altezza. 
Appena la canzone era iniziata (ed era una canzoncina piuttosto inusuale da sentire per radio), l'autista aveva alzato leggermente il volume, e la ragazza bionda si era dovuta trattenere dal non cominciare a canticchiare a sua volta quella canzone così tanto familiare. 
Non si era accorta di essere letteralmente scattata e di star fissando la radio con gli occhi sgranati, guadagnandosi uno sguardo interrogativo da Saffo e Walter che erano seduti rispettivamente al sedile davanti e accanto a lei. 
<<Va tutto bene,signorina? Le curve le danno fastidio?>> chiese l'autista con tono tranquillo,dalla voce doveva avere una sessantina d'anni. 
Mabel buttò l'occhio su quello che ,da dietro e data la sua altezza, poco riusciva a vedere della radio dell'autovettura. 
<<É un disco?>> chiese soltanto,leggendo sullo sfondo azzurro brillante nel buio la scritta "traccia unica".
Passò qualche secondo, poi l'autista le rispose. 
<<Mh? Oh si, devo averlo selezionato per sbaglio. É uno dei dischi della signorina Yourcenar,che ci ha consegnato per il viaggio della luna di miele. Conosce questa canzone?>>>
Mabel tornò a guardare fuori dal finestrino,stavolta con aria più irritata che annoiata. 
<<Certo che la conosco. Tutti conosco la canzoncina di Dieci Piccoli Indiani>> 
Walter si grattò la testa con aria interrogativa,ma non fece alcuna domanda, probabimente per paura di essere divorato dalla sua alunna migliore. 
Saffo invece sorrise divertita. 
<<Io la conosco! Continua così....>>
E si mise a canticchiare. 
La bionda dovette resistere alla tentazione di mettersi le mani sulle orecchie, non aveva per nulla voglia di sentire quella canzone. 
Eppure si ritrovò senza neanche volerlo a mimare con le labbra quelle parole per lei maledette:

"Ten little Indian boys went out to dine;
One choked his little self and then there were nine.
Nine little Indian boys sat up very late;
One overslept himself and then there were eight.
Eight little Indian boys travelling in ;
One said he'd stay there and then there were seven.
Seven little Indian boys chopping up sticks;
One chopped himself in halves and then there were six.
Six little Indian boys playing with a ;
A stung one of them and then there were five.
Five little Indian boys going in for law;
One got in and then there were four.
Four little Indian boys going out to sea;
A swallowed one and then there were three.
Three little Indian boys walking in the zoo;
A big bear hugged one and then there were two.
Two little Indian boys sitting in the sun;
One got all frizzled up and then there was one.
One little Indian boy left all alone;
He went and hanged himself and then there were none."

[...]

Un matrimonio.
Si,un matrimonio.
Chuuya poteva dire di averne decisamente le scatole piene pur non avendo mai letteralmente assistito ad uno solo dei matrimoni che aveva visto organizzarsi nel corso del tempo: nemmeno il suo. 
Gli sembrò come di risvegliarsi da una sorta di torpore quando l'organo della chiesa prese a suonare ad un volume altissimo fracassando i suoi già fragili (a causa di Dazai) timpani. 
Si guardò intorno: la chiesa era piccola e rustica, la grande porta era aperta per fare entrare la luce del sole che picchiava alto e forte proprio al centro del cielo limpido. 
Ma il matrimonio non era alle 18:00?
Che ci faceva lì il sole?
In qualche modo non riuscì a formulare la domanda a Dazai,che stava in piedi al secondo banco della chiesa proprio accanto a lui e teneva lo sguardo fisso sullo sposo che attendeva la sua donna davanti all'altare. 
Lo sposo?
Quella domanda scivolò via dalla sua mente con il rumore delle onde del mare che sentiva provenire da fuori; senza sapere perchè, improvvisamente tutto gli sembrò estremamente naturale, e sentì una botta di positività pervaderlo in ogni parte del corpo. 
Che motivo aveva di essere triste? Era un giorno speciale, era un giorno felice. 
Eppure continuava a non avere idea del perchè. 

Dal fondo della chiesa spuntò una figura a dir poco angelica. 
Vestita con un vestito piuttosto semplice, come quei vestiti color bianco panna delle spose di tanto tempo prima, che si abbinava benissimo al biondo spento dei suoi capelli ma che permetteva all'azzurro opaco dei suoi occhi di risaltare come fossero il cielo invernale. 
Invece lui era l'estate, i capelli dorati come il sole che splendeva fuori, gli occhi azzurri nei quali ci si poteva tuffare come fossero il mare di un posto bellissimo, che in quel momento erano così concentrati su di lei che sembravano addirittura brillare. 
<<Mi aspettavo di vederlo col camice anche il giorno del suo matrimonio>> gli sussurrò Dazai,ridacchiando. Il rosso trattenne una risata a sua volta. 
Adesso ricordava tutto. 
Il caldo doveva averlo un po' rintontito,dopotutto era piena estate. 
Non c'era nulla di strano in quella situazione,tutte le domande che si era fatto erano proprio stupide. 
Quando entrambi gli sposi furono davanti all'altare, ebbe inizio la cerimonia. 
Chuuya, nonostante tutto il rispetto che avesse per la religione cristiana, non ascoltò una parola; solo alla fine della cerimonia si permise di ascoltare e dare un'occhiata ai due. 

<<Vuoi tu, James Augustine Aloysius Joyce>> disse il prete, probabilmente a nessuno fra i presenti non era scappata una risata soffocata, anche lo sposo ridacchiò sottovoce <<prendere come tua sposa la qui presente Beatrice Portinari, per amarla e onorarla in salute e in malattia finchè morte non vi separi?>>
<<Lo voglio>> suonava così strano sentire il quattrocchi irlandese parlare con quel tono da persona normale,da umano, forse addirittura commosso. 
<<E vuoi tu, Beatrice Portinari, prendere come tuo sposo... James Joyce, per amarlo e onorarlo in salute e in malattia, finchè morte non vi separi?>>
<<Lo voglio>>
Onestamente parlando, Chuuya si aspettava di sentirla rispondere qualcosa come "DUH" oppure "Hell yea", a questo pensiero dovette trattenere le risate di nuovo. 
James e Bea si tenevano le mani sorridendosi; il prete, che non era altro che Hermann Hesse (ricordava gli avesse spiegato che ai soldati veniva concessa l'opportunità di una formazione per celebrare matrimoni), alzò le mani verso i presenti in chiesa: ossia alle prime due file di banchi, dato che tutto il resto della chiesa era vuoto. 
<<Abbiamo superato tante difficoltà>> disse, con un sorriso commosso <<abbiamo affrontato persone che volevano dividerci, e le abbiamo superate. Abbiamo perso cose preziose lungo il nostro cammino, che Saffo possa riposare in pace>> abbassarono tutti la testa per un secondo <<ma spero che voi possiate essere il simbolo della speranza che ci sprona a continuare nei nostri giorni. Siate portatori di pace e non di guerra, James e Bea e il bambino che porti in grembo. Perchè con i poteri conferitimi dalla diciottesima divisione dei fucilieri di Berlino, io vi dichiaro finalmente marito e moglie! Puoi baciare la sposa,chiunque delle due essa sia!>> 

Dai banchi della chiesa si sentirono fischi e risate mentre battevano le mani ridendo, James e Bea si scambiarono uno dei baci più pieni d'amore che Chuuya avesse mai visto. 
Dovette trattenersi dal lasciare che le lacrime scendessero dai suoi occhi lucidi. 
Uscirono tutti insieme da quella chiesetta che affacciava sulla scogliera della città di Howth, in Irlanda, e si scattarono una foto. Victor prendeva in giro Hermann facendo battute sui preti e sui bambini, Mabel parlava vivacemente con suo fratello e la sposa, adesso si notava molto di più la pancia gonfia; Dazai prese la mano a Chuuya sorridendogli, era davvero bellissimo vestito in maniera elegante. Avrebbe tanto voluto sposarlo. 
Ma per qualche motivo, qualcosa non andava bene.
Nonostante quel momento felice,qualcosa era fuori posto. 
In un certo senso,non gli sembrava reale.
Voleva piangere. 
Voleva gridare. 
Perchè si sentiva così tirste?
Gli venivano in mente un migliaio di ragioni,ma nessuna coincideva con la realtà. 
Ancora con una mano stretta fra quelle di Dazai, la sua vista si appannò fino a farsi nera e non udì più alcun rumore. Solo la sensazione delle braccia di Dazai che lo sostenevano,ma neanche una parole; anche il suono delle onde era completamente scomparso. Il buio più totale. 

[...]

Bzzz..... bzzz....bzz....
Che rumore fastidioso, ancora una volta sembrava la vibrazione del suo te-
<<PORCA PUTTANA,CHUUYA!>> 
Una voce delle sue orecchie lo fece scattare a sedere con gli occhi sgranati, pronto a reagire a qualsiasi tipo di pericolo. 
<<CHI,COSA,DOVE>> borbottò,sentendo improvvisamente un freddo glaciale a tutta la zona dal collo al petto, dove ineffetti mancavano i vestiti. Mancavano anche sotto, comunque. 
Era steso nel letto della stanza dove si erano sistemati qualche ora prima, la testa gli pulsava così forte che pensava sarebbe esplosa. 
Dazai, seduto accanto a lui e a sua volta decisamente poco vestito, gli passò il suo telefono che in effetti vibrava. Sullo schermo compariva la scritta "Tizia bassa e pericolosa". 
Chuuya, ancora mezzo addormentato, premette il tasto verde. 
<<Che cazzo vuoi?>> rispose,con tono molto gentile. 
<<RAZZA DI IDIOTI,DOVE SIETE?>> la voce di Saffo gli perforò i timpani <<sono le 18:15,la cerimonia è cominciata da quindici minuti e di voi non si vede nemmeno l'ombra!>>
Il rosso allontanò il telefono dall'orecchio per controllare l'orario. 
18:15.
Cazzo. 
<<...stiamo arrivando,cinque minuti e siamo lì,tranquilla>> 
<<MA DOVE CA->>
Bip. 
Chiusa la chiamata prese un respiro profondo e guardò Dazai,che si grattava il collo sul quale spuntava molto evidente un segno violaceo.
Prese un lungo sospiro. 
<<Dobbiamo correre?>> chiese,passandosi una mano fra i capelli.
<<Molto più che correre>> ridacchiò Dazai. 

[...]

Erano riusciti a farsi la doccia,vestirsi,pettinarsi,prendere il necessario e uscire nel giro di venti minuti. 
L'auto era già passata a prendere gli altri ospiti,quindi dovevano farsela a piedi; corsero letteralmente per quindici minuti in salita nella neve, uno spettacolo pietoso giuro.
Arrivarono davanti alla chiesa proprio mentre le campane suonavano per simboleggiare che le spose stavano per uscire. Fuori,ad aspettarli, c'era il solito corteo di gente con in mano i conetti col riso. Riconobbero subito Saffo fra la folla grazie al colore di capelli e si avvicinarono a lei allentandosi entrambi la cravatta e ansimando. 
Aveva addosso un vestito estivo dello stesso colore dei suoi capelli, con i ricami in pizzo e aveva una rosa rossa fra i capelli. 
<<Bella cerimonia,vero ragazzi?>> li trapassò con uno guardo omicida. 
I due erano troppo impegnati a riprendere fiato per rispondere. 
Saffo invece sorrideva con aria omicida. 
<<Due sono le cose che non vi dirò>> sibilò <<la prima,non vi dirò di aver sentito talmente chiaramente la vostra scorribanda da poter stilare una lista delle posizioni che avete usato, e la seconda cosa che non ti dirò, caro Chuuya, è che potevi usare la tua abilità per arrivare qua sop->>
La sua voce fu sovrastata dagli schiamazzi della folla quando Marguerite,vestita in abito bianco a principessa, e Grace che invece ne indossava un tubino molto più semplice, uscirono dalla porta principale. 
Tutti lanciarono il riso sulle due ragazze, e Chuuya si vide passare davanti agli occhi la scena del sogno che aveva  fatto. 
Perchè aveva sognato James e Bea?
Erano morti. 
Tutti e due.
Non si sarebbero mai sposati. 
Quando la folla si disperse, Marge si avvicinò a loro tre per salutarli come stava facendo con tutti gli invitati. 
Le fecero le congratulazioni e scattarono una foto con lei, presto anche Mabel e Walter si avvicinarono riconoscendo i loro amici.
<<Dove eravate finiti? Non vi ho visto all'inizio della cerimonia>> chiese la sposa a Chuuya e Dazai. 
Il rosso sbiancò, cercando di mettere insieme le lettere per formare una parola,ma il suo ex partner lo fece al posto suo.
<<É incredibile come si finisca agli ultimi banchi se si lasciano passare gli anziani avanti,vero Marge?>> le rivolse uno dei suoi sorrisetti e lei sembrò convinta.
<<Hai proprio ragione...>> sorrise <<ad ogni modo,adesso io e Grace andiamo a cattare delle foto, voi tornate pure alla tenuta, la macchina vi riporterà lì. Non dovremmo metterci molto, a presto!>> 
Sembrava così felice mentre sui tacchi che si intravedevano da sotto il vestito si avvicinava a quella che ormai era sua moglie e si appoggiava ridendo a lei per non cadere. 
<<Sono così carine!>> strillò praticamente l'irlandese, fingendo di asciugarsi una lacrima.
<<Io mi sono addormentato più o meno quando ha detto "e con il tuo spirito">> borbottò Walter grattandosi la testa con la mano; inutile dire che aveva tutti i vestiti fuori posto. 
Con molta nonchalance e senza accennare al fatto che erano praticamente appena saliti, Dazai e Chuuya salirono nella macchina insieme al gruppo, diretti al posto da cui erano venuti. 
Si scambiarono occhiatine e risate durante il viaggio in auto,mentre Saffo cantava le canzoni che passavano in radio. 

Sembravano un'allegra comitiva di amici al matrimonio di una di loro. 
Sembravano felici. 

[...]

Passi nella neve. 
Mentre le due donne sceglievano il luogo migliore in cui posare, il fotografo impostava e luci sulla fotocamera canticchiando una canzoncina.

<<Ten little Indian boys went out to dine;

One choked his little self and then there were nine....>>

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