Let Me Get Lost In You [TaeKo...

Bởi Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... Xem Thêm

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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Bởi Hananami77

Taehyung non aveva mai amato gli spargimenti di sangue. 

Lottare, sguainare la spada, uccidere non era ciò a cui ambiva nonostante fosse stato cresciuto con la convinzione che, se necessario, avrebbe dovuto farlo. 

E quella era proprio stata una necessità a quanto gli era sembrato, e Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto semplicemente che l'esercito nemico sparisse dichiarando la resa per dare fine a quell'inutile spargimento di sangue. 

Perchè le guerre erano inutili.

Fatte da uomini per uccidere altri uomini con armi forgiate da altri uomini che creavano trappole per sè stessi. Non suonava intelligente, non sembrava neanche umano se ponderato con attenzione, ma era proprio così. E quindi, con quella stessa lama forgiata e regalatagli da suo padre quando aveva tredici anni, stava tagliando le gole dei suoi nemici, stava infliggendo ferite mortali e stava lacerando la carne di qualcuno di cui non conosceva nemmeno il volto -a volte. C'era qualcosa di macabro e terrificante nel vedere gli occhi di un essere vivente sgranarsi, le pupille dilatarsi come se dalla luce avrebbero tratto la vita e poi, in un soffio, velarsi e diventare due biglie opache.

Sentire esalare l'ultimo respiro, vedere i corpi tremare, sentire le membra afflosciarsi al suolo per ricadere nella fanghiglia e nel sangue versato era uno spettacolo agghiacciante ma tristemente comune. 

Tutto, dal primo all'ultimo momento di un combattimento corpo a corpo, tutto portava ad una muta quanto triste contemplazione dell'unica, agghiacciante verità di aver tolto una vita. Quei volti rimanevano piegati in rabbiose smorfie eterne, le palpebre rimanevano aperte e i gorgoglii erano l'ultimo ansimo dell'anima prima di lasciare definitivamente il corpo e liberarsi dalle costrizioni fisiche. 

Taehyung provava un senso di esausta rassegnazione nel dover assecondare quelle stupide battaglie fatti da uomini violenti, lo aveva sempre provato ma alla fine si era rassegnato al suo ruolo. Essere reali era tutt'altro che rose e fiori, molto diverso dall'immaginario collettivo di vita perfetta. Oltre i gioielli, le corone, i pranzi opulenti, le chiacchiere scambiate tra una tazza in fine porcellana cinese e l'altra, c'era un mondo ben più marcio e putrido. Un mondo fatto di pregiudizi, di doveri, di uccisioni, di complotti e di violenza, e proprio in quel momento, tutto quel marciume che la terra possedeva veniva vomitato sotto forma di brutalità.

Strinse gli occhi come sentì la lama affondare più profondamente nello stomaco del barbaro che gli era premuto addosso, issandola verso l'alto per squarciare le sue carni fino allo sterno e sentire un singulto direttamente ringhiato contro il suo orecchio come lo spinse via. Il corpo scivolò con lugubre grazia sulla lama affilata e grondante di quel sangue maledetto che gli imbrattava le mani, l'armatura, il volto e le braccia. Un colpo di tosse da parte di colui che stava per morire fece schizzare fuori un grumo di sangue con cui si soffocò, morendo con gli occhi fissi su un Taehyung dall'espressione completamente infrangibile.

Nessuna emozione gli albeggiava sul volto aggraziato, nessun turbamento danzava nei suoi occhi rigidi, niente di tutto quello che covava dentro riusciva a fare breccia nella sua maschera di immane solidità. Oltre perchè essere stato allenato nel farlo, non c'era spazio per nulla in quel campo, soprattutto contro quella marasma di menti arrabbiate ed accecate dalla violenza.

Guardò la lama brillare di un bagliore vermiglio e si voltò, non dedicando più alcuna attenzione all'uomo a cui aveva appena stroncato la vita ma lanciandosi verso i nemici con grazia e consapevolezza che, in battaglia, non esisteva solamente la tecnica. 

Una delle poche cose che suo padre si era preso la briga di spiegargli personalmente era che un soldato -o un nobile- poteva avere una tecnica perfetta, una tattica di attacco impeccabile o poteva essere in grado di stendere anche tre uomini con un solo fendente ma, senza la fortuna, niente aveva senso.

Perchè anche il più abile dei condottieri, la più fiera delle creature e la più perfetta delle menti aveva bisogno di avere il fato dalla propria parte per uscirne indenne.

La fortuna insieme alla tecnica rendevano perfetti

Non poteva fare a meno di pensare che uno scontro reale era molto diverso dagli allenamenti a cui aveva partecipato non solamente con il suo maestro, ma anche insieme a Jin e Jimin. Veniva lodato per la sua abilità nel maneggiare la spada nonostante Jin fosse colui nato per combattere, Jimin per difendere e lui...beh, lui era lasciato un pò indietro, ma suo fratello si era sempre complimentato per come fosse abile nell'eseguire mosse complesse che richiedevano una precisione quasi chirurgica. 

E con quella spada dalla lama spessa e affilata aveva ucciso il suo primo uomo.

Quindi, a diciotto anni appena compiuti, Taehyung aveva finalmente avuto prova di quanto fosse effimera la vita. Uccidere rendeva consapevoli di quanto niente fosse scontato e per questo, tra la vita e la morte, il come si viveva l'intervallo era ciò che più importava. 

Ma con gli occhi fissi nella gola squarciata del suo nemico, a Taehyung parve quasi di poter vedere la morte calarsi come velo invisibile e pesante quanto un macigno, togliergli l'unica vera luce esistente e mostrare la brutalità a cui il mondo li aveva condannati. Eppure, tutto era fatto a fin di bene, a detta di tutti. Perchè se aveva uno scopo, un fine superiore, allora andava tutto bene.

Ma esisteva davvero quel fine superiore nel momento in cui milioni di uomini perdevano inevitabilmente la possibilità di vivere? Esisteva davvero un qualcosa di così giusto da poter giustificare quel sacrificio?

Grugnendo per togliersi via di dosso un uomo, un altro braccio gli si avvolse attorno al collo mozzandogli il fiato. Strinse la presa sull'elsa della spada, gli assestò una gomitata sul fianco giusto per darsi lo spazio necessario a tirare una testata al suo assalitore. Da questo si levò un grugnito roco e furioso, i cui occhi iniettati di rabbia gli bucarono i suoi senza scalfirlo.

Le lame delle loro spade tintinnarono tra loro come si scontrarono, un graffiante e stridulo incontrarsi tra metalli riecheggiò tra loro come in una giornata di pioggia, gli sguardi duri e determinati a sfidarsi e a lottare per la supremazia.

Nonostante fosse più muscoloso di lui, Taehyung aveva una cosa che l'altro non sembrava possedere: l'intelletto. 

Quella montagna umana era già convinto di vincere perchè, nel suo immaginario, lui aveva già vinto. Ed era quella convinzione a portare gli uomini come lui a sottovalutare le sue abilità perché tanto avrebbe vinto.

Era sempre doloroso vedere le sicurezze degli uomini venire spazzate via brutalmente nel momento in cui la lama si conficcava con estrema precisione al centro del loro petto trapassando armatura, pelle ed organi fino a che gli ultimi spasmi di vita non facevano zampillare via schizzi di sangue raccapriccianti. 

Nei loro occhi, la consapevolezza di aver perso.

Tutti i sogni, tutte le speranze -se qualcuno di loro era ancora disposto ad averne- venivano improvvisamente strappate via dalla consapevolezza di aver vissuto senza prima aver realizzato nulla, portando l'uomo a pentirsi, anche se per un solo e misero istante, di essere scesi in quel campo di battaglia.

Di aver pensato di potercela fare.

Di poter essere i fortunati.

Perchè ad aggiungersi a tecnica e fortuna, si ergeva nella sua maestosa prestanza l'ultima componente di un condottiero: la meritevolezza.

Taehyung lo spinse via e il corpo dell'uomo cadde con un tonfo sinistro sul terriccio fangoso, impregnando ancora una volta la lama, imbrattandola e imbrattando anche sè stesso. 

Ancora. 

Si voltò alla ricerca di Jungkook e lo vide a pochi metri di distanza che, con grazia, mostrava fieramente le sue tecniche di combattimento -sorprendenti, se non di più. 

L'espressione era seria, concentrata, gli occhi duri e le sopracciglia che formavano due linee nette sugli occhi così come le labbra, strette e senza alcuna smorfia. Era incredibile come una persona così timida e pacata, in realtà, possedesse quel tipo di abilità e quella tenacia da prevedere quasi ogni mossa dei nemici, non lasciando mai che questi lo cogliessero impreparato. Che fosse sempre stato molto più forte di lui non era un mistero e Taehyung aveva avuto la conferma che Jungkook era proprio come sospettava fosse: perfetto, anche sotto quel punto di vista. 

La sua spada era molto più grande, più spessa ed anche più lunga della sua, la lama risplendeva quasi di luce propria tanto era lucida e il sangue che vi colava creava solamente piccole diramazioni che poi scivolavano via come se quel metallo fosse intangibile. Jungkook nei suoi movimenti era astuto, aggraziato e letale, mostrando fieramente lo stesso grado di determinazione e forza di JK. 

Il portamento e la sua fierezza non lasciavano troppo spazio alle interpretazioni.

Lui era nato per essere un re, era palese e lo stava dimostrando ancora una volta lanciandosi contro i nemici, chinandosi per controllare che alcuni feriti non fossero morti per eventualmente difenderli senza esitazione alcuna.

Da come i suoi occhi si focalizzavano sull'obiettivo decretandone la fine.

Si sarebbe preso del tempo per crogiolarsi nel sentimento che si smuoveva nel petto ogni volta che i loro sguardi si incrociavano anche a distanza, se solo avesse potuto. Quelli di Jungkook erano sguardi preoccupati ma intrisi da profonda ammirazione per suo marito che, incredibilmente, riusciva ad apparire perfetto nonostante uccidesse senza alcuna espressione sul volto diafano.

Captando il suo desiderio di essergli più vicino, Taehyung corse verso di lui e tirò un fendente contro un uomo che gli caricava contro urlando arrabbiato e con occhi carichi di furia, piazzandosi alle spalle di Jungkook per coprirgli le spalle. Lasciò che un piccolo ghigno gli incurvasse le labbra quando furono vicini, la soddisfazione di poter essere al suo fianco era la migliore delle vittorie per lui.

Spalla contro spalla, Taehyung studiò la situazione per qualche attimo, ritrovandosi in un corpo a corpo estremamente delicato che rischiò più di una volta di affettargli il volto o la spalla. Jungkook si voltò verso di lui sentendolo scivolare sulla fanghiglia e gli si parò davanti, tranciando di netto la testa del malcapitato. Questa rotolò scompostamente via, il corpo si accasciò all'indietro, il capo rotolò al suo fianco e l'espressione rabbiosa di quel barbaro si congelò nell'eternità della morte.

Jungkook gli porse una mano che Taehyung afferrò per alzarsi, strizzandola appena prima di mollarla e studiare la situazione attorno a loro, combattendo al contempo con qualche mal capitato di turno. Al contempo però, sentì un verso soffocato a pochi metri da lui.

Si passò la mano sul viso per togliersi di dosso il sangue ed il sudore e sgranò gli occhi.

Quando si era allontanato da Jungkook?

Taehyung notò che stesse avendo un confronto diretto con quello che doveva essere il capo di quel gruppo di invasori, e approfittando del momento in cui sembravano ormai essersi decimati del tutto, si avvicinò velocemente al corpo senza vita di uno di loro. 

Aggrottò le sopracciglia senza capire.

La maggior parte dei barbari...erano mercenari.

Non erano gruppi nomadi e vagabondi come era stato riferito da più di una sentinella- sicuramente l'esercito era composto anche dai barbari, ma il fazzoletto rosso che portavano o legato all'armatura o all'elsa della spada non mentiva. 

Non si spiegò perchè ce ne fossero così tanti.

In un esercito, il numero di mercenari non poteva e doveva essere così alto. Frugò nell'armatura e di rigirò tra le mani un oggetto che insinuò nei suoi stivali prima che venisse attirato da un ringhio soffocato fin troppo familiare.

Si era levato direttamente da Jungkook, il cui volto era a pochissima distanza dalle lame delle spade scontrate le une contro le altre mentre teneva le labbra arricciate e le sopracciglia aggrottate nel contrastare quell'uomo che, sia per stazza che per altezza, risembrava molto il suo fisico. Aveva il volto coperto da un elmetto da cui non si poteva scorgere nient'altro che gli occhi, ma Jungkook lo spinse via da sè e flesse le ginocchia per darsi maggiore stabilità.

Taehyung corse verso di loro e si fermò solamente per un attimo, inginocchiandosi davanti al secondo comandante della loro armata che agonizzava per terra e lo guardava, rantolante, dritto negli occhi. Gli strinse la mano giusto un attimo prima che la testa ricadesse di lato, e si permise solamente di chiudergli gli occhi passando le dita sulle palpebre ancora spalancate prima di issarsi, carico di sincera rabbia.

Mentre cercava di respingere i pochi mercenari rimasti, qualcosa di strano accadde.

Vide Jungkook bloccarsi ad occhi sgranati mentre inciampava all'indietro perdendo quasi l'equilibrio, allentando la presa sulla sua spada -che oscillò pericolosamente vicino al suolo. 

Taehyung sentì la paura invaderlo e seppe di dover intervenire. 

Corse verso di loro e spinse via quella montagna umana, che strisciò via di qualche metro imprecando sonoramente e in modo irripetibile contro chissà quale Dio, mentre Taehyung si piazzò davanti Jungkook con la spada rivolta al nemico. 

Con la coda dell'occhio però, lanciò un'occhiata preoccupata al principe dietro di lui ancora inspiegabilmente sotto shock. Sentendo il capo dei barbari urlare quello che sembrava a metà tra un ordine ed un'altra imprecazione, si prese qualche attimo per potersi dedicare a suo marito.

«Jungkook!» gli urlò per scuoterlo. Gli afferrò una spalla e lo strattonò furiosamente, dandogli poi una botta sul petto con il pugno chiuso.

«Jungkook muoviti! Vuoi forse farti ammazzare?!» gli urlò di nuovo.

Jungkook sembrò riprendersi dopo qualche attimo di assoluta dispersione nella sua mente, ma quell'attimo di incoscienza fu fatale.

Taehyung sentì un forte braccio coperto dalla pesante e spessa armatura stringersi attorno alla sua gola con una tale violenza e con tale furia che gli si mozzò il fiato. Per la sorpresa e per quel colpo prepotente arrivato proprio contro la sua carotide, la presa sulla sua spada si allentò e si perse del tutto. La sua unica speranza di contrattacco era appena caduta al suolo e giaceva sul terreno sporco e putrido lasciandolo a mani nude e fiato corto. Guardò con visione poco chiara lo scenario davanti a sè, le lacrime dovute alla stretta asfissiante divennero quasi incontenibili e minacciarono di uscire e tradirlo ma strinse i denti e venne trascinato all'indietro troppo velocemente.

Si dimenò annaspando visibilmente, tentando di assestare delle gomitate senza tuttavia sortire alcun effetto a causa dell'armatura. Come gli pestò un piede con tutta la forza che possedeva, l'uomo gli diede un cazzotto così forte sul fianco che urlò dal male. 

Era l'unico lato che l'armatura lasciava scoperto e l'aveva preso con assoluta perfezione. Il tutto, davanti agli occhi adesso coscienti di Jungkook, il cui terrore si dipinse a caratteri cubitali sul viso sporco di terra e sangue.

«No, no no no—Taehyung!» gli urlò ad occhi sgranati, afferrando da terra la spada di Taehyung come la presa sulla sua si strinse maggiormente per la rabbia di ciò che stava avvenendo. 

Se a Taehyung fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.

Quest'ultimo si dibatté, scalciò e si affannò per liberarsi, ma nessuno di tutti i colpi che stava tirando a quell'uomo riuscirono a fargli mollare la presa. La mancanza d'aria si fece sentire più prepotente che mai e almeno con la stessa intensità di ciò che lo fece andare nel panico e lo spinse a dimenarsi come una furia. I talloni scivolarono sulla fanghiglia, la risatina che arrivò alle sue orecchie continuò a ronzargli dentro nello stesso momento in cui le loro armature collidevano, le gambe gli cedettero e l'equilibrio si azzerò ma non demorse.

«Jungkook!» riuscì a cacciare fuori con fare strozzato, digrignando i denti e guaendo come un altro pugno si abbattè sul suo fianco. Non voleva mollare, non poteva smettere di lottare davanti agli occhi di Jungkook che urlava verso di lui facendosi spazio tra la marasma di corpi che non solamente tappezzavano il terreno scosceso, ma che non avevano seguito l'ordine di ritirata e tentavano di bloccargli il percorso. 

La minaccia che aveva proprio sulla schiena si fece più presente e sentì un moto di paura coglierlo. Come sentì il «Porta i miei saluti alla tua cara mammina» sibilato direttamente all'orecchio, Taehyung capì.

I suoi occhi si puntarono su quelli sgranati di Jungkook con l'intento di guardarlo un'ultima volta, di conservare nella memoria del suo cuore quel momento come il peggiore e il migliore della sua esistenza.

Se la vita vinceva molte battaglie, a quel punto, la sua fine era quella che vinceva la guerra. 

«Taehyung!» il grido straziato di Jungkook riecheggiò nello spazio circostante perdendosi tra le urla dei soldati e dei pochi barbari rimasti in vista, tra i gemiti di dolore di chi è gravemente ferito e di chi invece sente il cuore strapparsi e lacerarsi in brandelli sanguinanti a quella vista. L'unica ragione per cui aveva scoperto vivere tese una mano verso di lui per stringere il vuoto in una muta richiesta di esserci.

«Taehyung NO!» Jungkook allungò una mano a sua volta, i loro occhi si incontrarono per legarsi in quell'attimo in cui tutto il dolore che gridava dal mondo divenne un rumore capace di scavare, profondo, nel silenzio di una lacrima.


..................................


Gli occhi sgranati di Jungkook seguirono a rallentatore la scena in cui Taehyung si dimenava in un ultimo, disperato slancio, allungando una mano verso di lui prima che la lama della spada -che aveva minacciato per tutto il tempo la sua schiena- non creasse un varco nel suo corpo. La lama affilata gli spuntò fuori dal petto, intrisa di liquido scuro e denso; questo colava con assoluta lentezza dalla punta e lacerava la carne di Taehyung fino a che la base dell'impugnatura non toccò le sue spalle.

I corpo di Taehyung si protese in avanti, i suoi occhi si sgranarono e il suo corpo ebbe uno spasmo, venendo poi gettato via dall'uomo dietro di lui che con calma quasi estenuante lo lasciò andare. Alzò la spada verso Jungkook e gli fece come un cenno di saluto, prima che non solamente lui ma tutti gli altri rimasti in vita sparissero oltre la boscaglia.

Le gambe di Taehyung cedettero come se non fossero neanche più legate al suo corpo e si lasciò cadere sulle ginocchia, accasciandosi su queste mentre si portava una mano al petto lì dove il calore bruciante lo stava ardendo vivo.

Urlò.

Jungkook urlò come forse non aveva mai fatto nella sua vita, urlò tutta la sua frustrazione, la sua rabbia, la sua angoscia, il suo dolore. Urlò fino a sentire la gola bruciare e le lacrime bagnargli le guance, urlò fino a che i polmoni non gli imposero pietà, fino a sentire le orecchie fischiare.

Ma quello era l'urlo del suo corpo, un urlo fisico che non era niente in confronto all'urlo del suo cuore. 

Quello urlava in un modo silenzioso che solo la persona che si era accasciata al suolo sembrava riuscire a sentire, annaspando e rantolando sul terreno mentre si stringeva quella mano al petto in una dolorosa morsa. Mollò la spada e corse verso il corpo di Taehyung, preda di spasmi incontrollabili che gli calpestavano, suono dopo suono, ansito dopo ansito, gli ultimi brandelli di cuore che gli erano rimasti dentro.

Gli si inginocchiò vicino e passò un braccio sotto le sue spalle per issarlo appena, un'angoscia così forte non l'aveva provata neanche dopo essersi reso conto che il suo tutore amava più il suo corpo delle sue capacità, neanche nel momento in cui aveva visto sua madre andare via senza degnarlo di un'occhiata, neanche nel momento in cui aveva toccato il fondo senza riemergere. Taehyung emise un rantolo tra le sue braccia ed un fiotto di sangue sgorgò dalla sua bocca con costernante abbondanza. Nonostante fosse ricoperto da fango, terra, sudore e sangue, i suoi occhi cerulei spiccavano, continuavano a brillare come due gemme luminose.

Che però si stavano spegnendo.

«T-Taehyung—».

Guardò con orrore il sangue impregnare la mano di Taehyung e gliela spostò per slacciargli velocemente l'armatura e gettarla di lato, togliendo i vari strati fino a che non vide quel profondo squarcio quasi al centro del suo petto. Sembrava una voragine da cui il sangue usciva a fiotti e impregnava le vesti, così copioso che Jungkook si sentì morire dentro. 

Taehyung tossì ed un nuovo rivolo cremisi fece la sua comparsa; Jungkook portò una mano sotto la sua testa per issarlo e non farlo soffocare con il suo stesso sangue, impotente.

«Taehyung, a-andrà t-tutto bene, v-vedrai, i-io lo so» la voce di Jungkook uscì tremolante e spezzata, gli spostò i capelli dal viso con mani dannatamente tremanti ed instabili e gli occhi cerulei si puntarono sui suoi.

«K-Koo..» mormorò in un soffio, in un sussurro che lo distrusse. Il petto si abbassava e si alzava con fatica, ad ogni respiro era come se un soffio di vita lo abbandonasse e si librasse nell'aria, libero. 

«N-non parlare, n-non ti s-sforzare. C-ci sono io, c-ce la farai» gli disse Jungkook, trattenendo non sapendo neanche lui come quelle copiose e dolorissime lacrime che gli facevano bruciare gli occhi. Si slegò l'armatura e strappò un pezzo di tessuto della sua maglia per fare pressione sul suo petto e fermare l'eventuale emorragia che aveva in corso.

«T-ti prego non mi lasciare...n-non lasciarmi, ti s-supplico» implorò con voce spezzata Jungkook, «T-ti prego rimani con m-me Taehyung» lo strinse a sé mentre altre lacrime che non riusciva più a contenere solcavano il suo viso segnato dal dolore.

«B-brucia...un p-po'...» tossì Taehyung, prendendo un respiro tremulo.

Troppo.

«P-passerà, ti p-prometto che passerà. Resisti, a-amore mio r-resisti—».

Gli occhi di Taehyung si rivoltarono all'indietro ed uno spasmo lo scosse da capo a piedi, facendogli quasi avere delle convulsioni e portandolo a tremare visibilmente. Drammatiche strisce vermiglie inondarono la mano di Jungkook premuta sul suo petto e il principe non potè far altro se non urlare un ordine di muoversi per porter prestare soccorso a suo marito. 

«K-Koo... n-non p-piangere» soffiò Taehyung, portandogli a fatica una mano tra i capelli per sfiorarli appena.

«N-non vol..v-volevo d-dirtelo in q-queste...» un ansito gli spezzò la frase, «C-circostanze m-ma...Koo, i-io—».

«No no no, Taehyung, T-Taehyung r-risparmia l-le forze. M-mi hai promesso di rimanere, h-hai promesso che saremmo tornati a casa, che saresti rimasto a-al nostro fianco, ed io ho promesso di p-proteggerti e di amarti per il resto della mia vita» lo strinse tra le braccia ed affondò il viso nel suo collo, sentendo il fiato leggero di Taehyung sfiorargli il viso.

«T-ti a-amo, Koo..». Quel mugugno appena più di un sussurro lo distrusse, Jungkook strinse i denti e gli baciò la fronte, strizzando al contempo gli occhi per cercare di spazzare via le lacrime. 

«Tae ti amo, s-sei tutta la mia vita, r-rimani» singhiozzò.

Taehyung respirò a fatica e tossì leggermente, socchiudendo gli occhi. Sentiva le palpebre pesantissime, si stupiva che non fosse ancora morto, ma adesso aveva solo tanta voglia di dormire perciò chiuse gli occhi e lasciò che l'oscurità lo abbracciasse come stava facendo in quel momento. 

Il principe, che aveva il volto nell'incavo del suo collo, issò la testa di scatto e sgranò gli occhi giusto per un secondo prima di iniziare a dargli dei buffetti sulle guance con fare frenetico.

«Ehi— ehi principessa andiamo, non puoi morire adesso. Riapri gli occhi, forza! Mi hai sentito? Dove diavolo è finita la tua determinazione eh?». Taehyung emise un flebile lamento al tono fermo e sicuro che lo colpì -nonostante lo shock iniziale di JK nel trovarsi di fronte a quella scena. 

Studiò la ferita al petto, la guardò per un inteso attimo e gli occhi risalirono di nuovo sul viso pallido di Taehyung che emise un vago lamento, troppo flebile per i suoi gusti. 

«Sai di non star morendo, vero? Riapri gli occhi, cazzo, non è ancora arrivato il momento—» sibilò scuotendolo appena per il viso, e in quel momento si accorse che il petto di Taehyung era fermo.

Quasi con frenesia lo adagiò per terra, gli allargò le labbra e gli chiuse il naso, provando a donargli un po' d'aria per permettergli di respirare. 

No. 

No.

Quello stupido principino doveva vivere, non sapeva perchè e non aveva tempo di pensarci, ma sapeva che doveva vivere.

Taehyung doveva vivere.

Ci impiegò quattro grandi e gigantesche boccate d'aria per vedere Taehyung tossicchiare appena senza però risultare confortante: il colore era sparito dal suo viso, il calore del suo corpo stava sfumando via ed il fiato era ormai un piccolo sibilo appena accennato.

«Dove cazzo è finita la lettiga?! Volete muovervi, porca troia?» urlò nel campo, issando Taehyung e andando velocemente verso i soldati che correva verso di loro con la lettiga da campo.

Come li vide cercare di non muovere troppo Taehyung ne spintonò uno via sibilando un «Togliti dal cazzo, faccio io». Glielo adagiò sopra e il resto fu un pò confuso per lui, che si ritrovò a togliersi il resto dell'armatura che aveva addosso insieme alle pesanti fasce in ferro battuto sugli avambracci per giungere alla tenda dove avrebbero momentaneamente alloggiato prima di arrivare alla base di appoggio. Si accovacciò vicino ai piedi del lettino su cui era stato poggiato Taehyung e attese con una morsa al petto difficile da spiegare l'arrivo del medico da campo, tenendo d'occhio il respiro tremulo ed impercettibile dell'altro.

«Vostra grazia, vi prego di allontana—».

«Usa il tuo tempo per salvarlo piuttosto che per sparare stronzate» tagliò corto JK. Il medico strinse le labbra e lo spogliò velocemente, lasciandolo solo in pantaloni.

JK stava per tirargli un cazzotto per quanta lentezza portasse dietro quel deficiente di un medico che se ne stava lì a guardare Taehyung come se potesse dirgli cosa fosse successo, e a trattenerlo fu solo un picchiettare appena accennato ed esitante sulla sua spalla. 

Si voltò e vide il comandante dell'esercito fare un passo indietro, intimorito. 

«Vostra altezza, abbiamo bisogno di voi per le disposizioni sul trasporto dei feriti». 

JK imprecò sonoramente, con così tanta fantasia che il medico impallidì e gli rivolse uno sguardo completamente attonito, tremando poi sotto gli occhi fiammeggianti del principe come questo si issava e gli si avvicinava, afferrandolo per il bavero del camice.

«Se lo farai morire mi assicurerò che il tuo corpo non venga mai più trovato. Mi sono spiegato?» sibilò tagliente. Il medico annuì con velocità e deglutì sonoramente, venendo poi lanciato via come JK lasciò velocemente la tenda.

Improvvisamente, tutto sembrava diventato ingestibile, l'aria irrespirabile.

Da cosa stava scappando non lo sapeva neanche lui, ma nella parte più profonda e recondita della sua mente -e non solo- sperava che Taehyung ce la facesse.



















NDA: piccola nota: meritevolezza esiste, ed è italiano. Da lunga a breve: anzichè usare il sostantivo meritevole l'ho fatto partendo dalla base dell'aggettivo. So che è poco comune e di solito ci si esprime con il sostantivo, ma qui ci stava e quindi ce l'ho messo lol

Allora, sinceramente non ho mai scritto di scene di guerra corpo a corpo -non ne ho neanche lette a dire il vero- e quindi paradossalmente mi viene meglio scrivere le guerre tra lupi che tra persone (chi ha letto Moh e Bs sa di cosa parlo) pertanto se c'è qualcosa che posso migliorare per rendere il capitolo migliore fatemelo sapere.

Se smetteranno gli aggiornamenti, non preoccupatevi: una folta equipe di psichiatri e poliziotti sarà venuta a prendermi dopo aver visto le mie ultime ricerche su google, tra cui spiccano: "ferite in punti mortali"//"dopo quanto si muore per emorragia"//"quante probabilità ci sono di sopravvivere ad una pugnalata al petto" ed altre fantastiche informazioni. 

Per i fan di JK (che sono tanti ed io non me lo aspettavo -e manco lui lol) i prossimi capitoli saranno incentrati su di lui in modo particolare. E' il momento che vi mostri chiaramente o quasi cosa c'è nella sua mente e cosa sta succedendo a tutti loro.

Perchè qualcosa succederà. 

Eh.

A presto <3



PS: questo è come cambia l'atteggiamento di Jungkook in base a chi c'è. JK porta i capelli all'indietro con la fronte scoperta, Kookie come una piccola noce di cocco e Jungkook sulla fronte. Ovviamente i capelli non cambiano istantaneamente lol quello che cambia è solo l'atteggiamento^^

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