Dirty Dreams [KOOKTAE]

By francypolipetta02

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CARTACEO E EBOOK DISPONIBILI SU AMAZON๐Ÿ’œ๐Ÿ’œ๐Ÿ’œ La vita di Taehyung viene stravolta improvvisamente quando fa la... More

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CARTACEO
CARTACEO ORA DISPONIBILE

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By francypolipetta02

Taehyung sbuffò con frustrazione quando, per la terza volta, non riuscì ad allacciarsi il bottone della camicia a causa delle mani che gli tremavano troppo.

L'orologio segnava già le quattro e mezza e quel ticchettio continuo che segnava l'avvicinarsi dell'uscita con Jungkook lo stava facendo impazzire, letteralmente.

Provò nuovamente ad infilare il piccolo cerchietto nell'asola e per poco non urlò di gioia nel farcela: aveva optato per qualcosa di neutro, dei semplici jenas neri abbinati ad una camicia bianca oversize, non avendo la più pallida idea di dove sarebbero andati.

In un ristorante elegante? Al parco? In un centro commerciale? Al cinema?

Jungkook non aveva specificato nulla e la cosa non faceva altro che far aumentare la sua agitazione, dato che non sapeva proprio che cosa aspettarsi.

Sperò solamente che si trattasse di un luogo sufficientemente tranquillo per parlare un poco; finalmente si sentiva pronto per discutere col corvino di quello che li aveva portati a quella situazione scomoda ed imbarazzante e Taehyung era sicuro che se non fosse riuscito a prendere la palla al balzo, probabilmente non ne avrebbero più parlato.

Entrò nel bagno ed iniziò a truccarsi leggermente, quel tanto che bastava a nascondere le imperfezioni della pelle e a dare un aspetto migliore agli occhi contornati da occhiaie.

A causa dell'agitazione per quell'incontro non aveva chiuso occhio nemmeno per un istante, tormentato da mille pensieri: e se non fosse riuscito a fare un discorso sensato? E se avesse avuto un attacco di panico?

Il campanello suonò nell'istante esatto in cui finì di spruzzarsi il profumo e trattenne il fiato, il cuore che batteva all'impazzata all'idea di rivedere il corvino.

Uscì dal bagno, sbloccò l'entrata del condominio al corvino e si mise le scarpe, il cellulare in tasca e le chiavi fra le dita che tremavano leggermente.

"Dai Taehyung, ce la puoi fare."

Fece un respiro profondo e poi abbassò finalmente la maniglia.

La prima cosa che si trovò davanti nell'aprire la porta fu un enorme mazzo di fiori, per la precisione di alcune orchidee biance ed altre nere che subito invasero Taehyung col loro intenso profumo.

Ricordava perfettamente come quei fiori fossero simbolo d'amore, motivo per il quale Jungkook ne aveva tatuato uno, ma non capiva il perché fossero di quei due colori specifici.

Alzò lo sguardo e, nascosto dietro tutti quei petali, Jungkook sembrava quasi brillare di luce propria per quanto era bello: indossava skinny neri ed una camicia di seta dello stesso colore, i primi due bottoni sbottonati e le maniche arrotolate ai gomiti.

I capelli solitamente spettinati erano invece tenuti a bada in un codino alla base della nuca, le orecchie lasciate scoperte ed adornate da piercing argentati.

"Hey..."

Taehyung salutò timidamente e con le guance rosse il minore che, tutto sorridente, lasciò il mazzo fra le sue braccia, in modo che potesse lasciarlo sul tavolo della cucina, in un vaso d'acqua.

L'aria era tesa fra i due, specialmente a causa del silenzio totale siccome non sapevano cosa dirsi.

"Partiamo?"

Annuì in risposta e, chiusa la porta, scesero nel parcheggio dove si trovava la Harley Davidson di Jungkook, tirata a lucido per l'occasione.

Taehyung si sentì a disagio: non credeva che quell'incontro sarebbe stato un appuntamento vero e proprio, si aspettava una semplicissima uscita per discutere...

Nonostante ciò salì in sella senza troope domande, ma arrivato il momento di stringersi al corpo del corvino per non cadere rabbrividì.

La stoffa di quella dannatissima camicia era troppo sottile, riusciva a sentire chiaramente tutti i suoi addominali sotto le dita...

Arrossì di nuovo, ma fortunatamente il casco nascose la sfumatura rosea delle sue guance a Jungkook che quella volta non accese nemmeno i microfoni, lasciando Taehyung senza alcuna possibilità di comunicare con lui.

Che non volesse dirgli dove erano diretti?

Attraversarono il fiume Geumho, continuando poi verso le montagne per una ventina di minuti e Taehyung si innamorò ancora una volta del verde brillante degli alberi, coi mille riflessi del sole.

La natura era la cosa più bella del mondo, nulla poteva venir comparato con essa: come poteva esistere qualcosa definibile migliore di un fiore appena sbocciato, del canto di un usignolo, del fruscio del vento fra le foglie...

All'improvviso Jungkook uscì di strada, iniziando a percorrerne una sterrata e Taehyung rimase di sasso nel vedere un piccolo lago di una ventina di metri di diamentro al massimo, i ciotoli che venivano sommersi lentamente dalle onde sulla riva.

Il corvino parcheggiò qui, togliendosi il casco, e Taehyung fece altrettanto, guardandosi intorno con espressione meravigliata; non c'era nessuno e gli alberi tutto attorno creavano una piacevole frescura ed era una vera gioia per il suo corpo accaldato dal sole.

Mai era stato in quel posto e trovò la scelta del minore di portarlo lì non solo perfetta, ma anche estremamente gentile siccome Taehyung preferiva da sempre i posti tranquilli.

Mentre il rosso ancora non distoglieva lo sguardo dallo specchio d'acqua, Jungkook aprì lo zaino che aveva portato con sé, avvicinandosi alla riva per posizionare un grande telo all'ombra degli alberi, prendendo anche la protezione solare e gli occhiali da sole.

"Vieni qui Taehyung!"

Si voltò e nel vedere il corvino seduto sull'asciugamano un piccolo sorriso nervoso gli inarcò le labbra: era il momento di parlare.

Gli si mise accando, le braccia attorno alle ginocchia e lo sguardo lontano, senza abbastanza coraggio per guardarlo negli occhi.

Improvvisamente tutto il desiderio di discutere con Jungkook scomparì nel giro di un battito di ciglia, soffocato dalla paura nel caso non fosse finita come Taehyung sperava.

Rimase in silenzio, congelato dall'ansia mentre il corvino si spalmava la crema solare sulle braccia e sul viso.

Non che stesse ignorando il rosso, voleva semplicemente fare le cose senza fretta, anche per tranquillizzare il maggiore che in effetti, dopo essersi reso conto di non avere alcuna pressione addosso da parte sua, sentì il peso sullo stomaco alleggerirsi un poco.

Jungkook gli allungò il flacone e Taehyung, dopo un attimo di stupore, sorrise appena, accettandolo e versandosene un po' sul palmo della mano.

"Come stai?"

Chiese il corvino poco dopo e l'altro sentì il proprio cuore accelerare, sorpreso da quella domanda che non si aspettava proprio.

"Meglio, ho parlato sia con Jimin che com Yoongi e questa cosa mi ha aiutato molto..."

Annuì, sollevato dalla cosa: era stato in ansia tutto il giorno precedente, il dubbio di aver sbagliato a lasciare Taehyung da solo nel proprio appartamento che lo divorava, e sentire quelle parole lo rincuorarono parecchio.

"Ne sono felice."

Un silenzio imbarazzato calò di nuovo su di loro e smisero di guardarsi in faccia, Jungkook che giocherellava con dei ciotoli fra le dita e Taehyung che guardava le foglie degli alberi sopra di loro.

Tornò però a voltarsi verso il minore quando lo sentì riaprire la zip dello zaino, estraendo da esso il cellulare e gli auricolari dei quali ne porse uno all'altro.

"Grazie."

Era una situazione decisamente strana, loro due a venti centimetri l'uno dall'altro a causa del filo delle cuffiette, ad ascoltare assieme la musica ad un appuntamento quando fino a due giorni prima nemmeno si parlavano.

La voce inconfondibile di Jae diede inizio ad I wait e Taehyung fu subito certo che non era certo una canzone scelta a caso, anzi, in quel momento sembrava che quei cinque ragazzi si rivolgessero proprio a lui, portandogli mille domande da parte di Jungkook come messaggeri.

Charari garago hae
Soljikhage malhae
Say it
(N.A. dimmi di andarmene e basta, dimmelo sinceramente, dillo)

Queste parole erano come coltelli nel cuore del corvino che sentì i propri battiti accelerare, dando uno sguardo rapido verso il maggiore al suo fianco, nel tentativo di trovare un qualche segno che gli permettesse di capire la sua risposta a questa domanda.

Taehyung, se tu non volessi più essere legato a me, se il male che ti causo sarà troppo e non ti piacesse più avermi con te, mi diresti di andarmene? Oppure rimarresti in silenzio a soffrire di nascosto?

Il desiderio di chiederlo a gran voce era tanto, ma si trattenne, stringendo dei ciotoli nei pugni, lasciando che la canzone continuasse, che i suoi dubbi viaggiando su quella melodia malinconica, trainata da quelle quattro voci angelice.

Neoui gyeote issge haejwo
With ya
(N.A. lasciami stare al tuo fianco, con te)

Taehyung si morse il labbro inferiore, capendo finalmente il perché Jungkook avesse organizzato qualcosa di romantico, con tanto di fiori e luogo appartato, privo di altra gente.

Percepiva chiaramente la sua paura di esser cacciato, il suo timore di venir rifiutato ed allontanato, l'ansia all'idea di non essere abbastanza, ma rimase ancora in silenzio, non sapendo più da che cosa iniziare a parlare.

Merda, aveva trascorso tutta la notte a pensare a cosa dire a Jungkook, perché quello stupido doveva rovinare tutto con quella canzone così straziante?

Perché doveva fargli male al cuore così tanto?

Alla fine, la tensione fu troppa da gestire ed il maggiore sospirò pesantemente, togliendosi l'auricolare e tornando a voltarsi verso l'altro che alzò lo sguardo, un poco titubante.

"Senti Jungkook, io non so quanto tu abbia sentito della mia conversazione con Yoongi, ma voglio che tu sappia così come sa lui cosa io abbia passato."

Gli tremò la voce nel dire queste parole e Jungkook istintivamente allungò la mano, posandola su quella di Taehyung che ricambiò la stretta, cercando di farsi forza mentre sospirava a capo chino.

Gli parlò dei suoi problemi col panico, di quello che era il suo rapporto disastroso con l'autostima, di come mai fosse scappato piangendo quella sera a Seoul, di come si fosse sentito durante quei giorni di distanza...

"-so di non poterti incolpare per avermi considerato inferiore, penso che per te sia stato un pensiero automatico dopo quello che Seokjin ti avrà detto di me... p-però non riesco a smettere di soffrirci, non riesco proprio a smettere di star male al pensiero che tu mi abbia visto come uno sfigato, che tu ti sia avvicinato a me mosso dalla pietà. Io non voglio che tu te ne vada Jungkook, ma i giudizi negativi sono così pesanti per me e se in futuro tu, che sei il ragazzo che mi piace, mi dovessi guardare con disgusto o con compassione... io potrei morirne Jungkook."

Lo fissò con occhi arrossati, colmi d'angoscia, e lui per poco non si mise a piangere nel sapere quanto dolore avesse causato al rosso e si ritenne fortunato nell'avere degli occhiali da sole che nascondessedo i suoi occhi lucidi, ma li tolse, preferendo creare del contatto visivo col maggiore.

Gli prese il volto fra le mani, i pollici ad accarezzargli gli zigomi per cancellare le lacrime, fissandolo intensamente come a dire che non doveva rattristarsi, che una cosa del genere non sarebbe mai successa.

Chiuse le palpebre, premendo la propria fronte contro la sua e l'altro perse un battito a quel contatto così innocente, ma anche profondamente intimo.

"Mi dispiace così tanto Taehyung... però io ho pensato a te come ad uno sfigato solamente quando Seokjin mi ha parlato di te. Quando sono venuto a comprate la palla da basket mi aspettavo qualcuno in tuta o maglietta a caso, con occhiaie per lo studio e poco gentile... nel vederti sono realmente andato nel panico, pensavo di aver sbagliato negozio."

Parlò con voce bassa, sussurrando lentamente, e all'altro vennero i brividi, le mani a stringere la stoffa del telo fra le cosce per sfogare l'agitazione.

"Taehyung, io ti ho visto per la prima volta con i capelli rossi che sembravano una criniera di fuoco, gli orecchini d'argento come i tesori di un principe, il trucco scuro sugli occhi che sembravano fissarmi dritto nell'anima, la pelle ambrata come quella di un dio, la camicia di seta color ciliegia che Cristo santo, nemmeno la personificazione della lussuria indosserebbe una maglia del genere... mi sono sentito così a disagio, io mi sono sentito lo sfigato della situazione, pallido, struccato, spettinato e in tuta davanti alla tua figura eterea. Tu eri perfetto, tu sei perfetto Taehyung. Forse non lo vedi nello specchio e non te lo dicono abbastanza, ma sei davvero l'essere più bello che io abbia mai visto- E sai perché ti ho portato delle orchidee bianche e nere? Perché quelle bianche sono simbolo di purezza, innocenza, eleganza e amore profondo... quelle nere invece rappresentano l'amore complicato o qualcosa di difficile da ottenere, come il tuo cuore."

Davanti a tutti quegli apprezzamenti inaspettati Taehyung non potè far altro se non ricominciare a piangere, il cuore che quasi gli doleva fisicamente: allora era questo quello che si provava nell'essere amati...

Un calore intenso allo stomaco che sembrava starsi contorcendo, le gambe che parevano diventate le gelatina, le dita che tremavano come immerse in acqua e ghiaccio: tutte cose che singolarmente erano odiose, ma che insieme gli facevano letteralmente perdere la testa.

Era completamente ubriaco e gli era bastato solo un timido assaggio di quel super alcolico dagli effetti imprevedibili che si chiamava Amore.

"Taehyung, apri gli occhi per favore."

Obbedì ed il suo sguardo si incatenò all'istante a quello di Jungkook, le fronti ed i nasi ancora attaccati l'uno all'altro, i fiati ancora mescolati.

Si allontanò dal suo viso e tornò a prendere il cellulare con gli auricolari, stavolta porgendoglieli entrambi.

Taehyung lo guardò timoroso, non sapendo bene che musica aspettarsi, non sapendo se il suo cuore sarebbe stato in grado di sopportare ancora.

Le sistemò nelle orecchie e attese in ansia che Jungkook facesse partire la traccia da lui desiderata, canzone che anche stavolta riconobbe all'istante, piangendo silenziosamente mentre canticchiava il testo di When you love someone.

"This is a song for you
I'm singing for you
Nae modeungeol da julge"
(N.A. questa è una canzone per te, sto cantando per te, ti darò il mio tutto)

Alzò lo sguardo ed un debole sorriso gli incurvò le labbra nel trovare Jungkook sorridergli dolcemente, gli occhi che quasi brillavano.

"Daeshin ureojugo shipgo
Naega daeshin apahaejugo shipeoyo
Dashin geudaeye maeume
Sangcheoga naji anasseumyeon haeyo"
(N.A. voglio piangere per te, voglio star male al posto tuo, non voglio ci sia alcuna cicatrice nel tuo cuore, mai più)

Allungò la mano e fece intrecciare le proprie dita con quelle dell'altro, continuando a sussurrare quei versi finché Sungjin non terminò quella canzone semplicemente magnifica e perfetta per loro due.

Parlava di un amore incondizionato, sincero, dolce, e Taehyung si ritrovò a sussurrare un debole "mi dispiace" prima di togliere anche l'altra mano dal terreno, portandola alla guancia di Jungkook che premette, costringendolo a sporgersi verso di lui.

Fece collidere le loro labbra ed entrambi gustarono la pura felicità in quel momento: le loro dita si divisero ed il rosso portò anche il secondo palmo sul viso dell'altro, prendendolo a coppa, ed inclinò la testa per approfondire.

Taehyung fu sorprendentemente il primo a schiudere la bocca, spingendo la lingua contro le labbra del corvino che si aprirono all'istante, accogliendola più che felice, andandogli incontro con la propria.

Fu un contatto bagnato e caldo, ma allo stesso tempo tenero e dolce, aggettivi che mai Taehyung aveva associato ad un bacio del genere prima d'ora, ma che in quel momento furono i primi a venirgli in mente.

Rabbrividì nel sentire le mani di Jungkook sui fianchi, perdendo un battito quando, flettendo le braccia, lo costrinse a farsi più vicino a lui.

Si ritrovarono, si riscoprirono e non si divisero più finché l'ossigeno nei loro polmoni non finì e allora presero fiato velocemente, quel poco che bastava per poter tornare a baciarsi di nuovo.

Taehyung si sdraiò a pancia in su, Jungkook gli si mise sopra tenendosi sulle ginocchia e sul palmo della sinistra, l'altra ancora ad accarezzare la vita del maggiore, ma invece il rosso spostò entrambe le mani, allungando le braccia oltre le sue spalle per circondargli il collo.

"Jungkook, torniamo a casa."

FINE

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SPAZIO POLIPETTA🐙

Offfff ovviamente non è la fine, manca ancora un sacco di roba (fra cui lo smut che se non lo metto mi fucilate).

E inutile cuties, le canzoni dei DAY6 sono troppo perfette per questa storia (e in generale) MERDA ALTRO CHE DIRTY DREAMS, DOVEVO INTITOLARLA "ELOGIO AI DAY6"!

Comunque, vi è piaciuto questo capitolo? Più di metà l'ho scritta di getto ora, non l'ho nemmeno riletto quindi spero non ci siano troppi errori o frasi prive di senso...

Comunque ieri finalmente mi è arrivsto GO e INCREDIBILE ho trovato Changbin aaaaaah il mio ultimate piango, prima di questo avevo solo due album ma avevo già almeno una photocard di ognuno tranne lui (strunz).

E niente, con gli attacchi di panico va sempre uguale, ma lunedì ho iniziato una terapia con delle gocce, spero funzionino.

Love you all cuties💜

P.S. le traduzioni in italiano le ho fatte io, cercando di non tradurre alla lettera, ma dando un senso... Consiglio comunque di leggere la traduzione intera in inglese perché meritano tantissimo.

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