Royal Thief II

De Destiny_of_the_Soul

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Sola e prigioniera del suo stesso Regno, Lyra capirà di poter contare solo su sé stessa, costretta a stringer... Mais

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CAPITOLO 147
CAPITOLO 148
CAPITOLO 149
CAPITOLO 150
CAPITOLO 151
CAPITOLO 152
CAPITOLO 153
CAPITOLO 154
Capitolo 155 - Epilogo
ANNUNCIO

CAPITOLO 89

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De Destiny_of_the_Soul

Vidi Aerin correre nella nostra direzione, caricando contro tutti i Rasseln che le si parassero davanti. Ne sbalzò via una decina, mentre molti altri rimasero schiacciati dai suoi zoccoli. L'ultimo gruppo, però, era molto più fitto e robusto dei precedenti. Questo, infatti, era riuscito a vedere il Kelpie arrivare, avendo avuto, così, modo di prepararsi. In più, avendoci vicine, era anche il gruppo più determinato a catturarci.

Per questi motivi Aerin girò più volte attorno a questo cerchio di fuoco, in un tentativo di trovare uno spiraglio, un anello debole, per passare e raggiungerci. Ma ogni volta che credeva di averlo fatto, e si avvicinava, era costretta ad indietreggiare per evitare un colpo, che, molto probabilmente, le sarebbe stato fatale.

Noi invece, dall'interno, cercammo di facilitarle il compito: ripresi in fretta l'arma che avevo lasciato cadere e, spalleggiata da Coline, mi gettai sui Rasseln.

Ma presto capii la loro tecnica: ogni loro attacco, era limitato alla pura difesa, non cercavano di uccidermi, ma solo di catturarmi.
D'altro canto però, Coline non era stata altrettanto fortunata: i Rasseln cercavano in tutti i modi di avventarsi su di lei, immobilizzandola, ferendola ed uccidendola.

Serrai la mascella, la gola improvvisamente secca.
Sapevo che Markus non stava scherzando quando aveva detto che l'avrebbe uccisa se avessi cercato di fuggire, ma in quel momento mi si accapponò ugualmente la pelle.

Consapevole del fatto che non mi avrebbero uccisa, corsi in aiuto di Coline, facendole da scudo con il mio corpo.

«Ma cosa fai?!» Mi urlò contro rabbiosa.

Con quel gesto le avevo impedito di combattere e, ai suoi occhi di soldato, era vista come una cosa disonorevole. Ma io, in quel momento, non avevo intenzione di sminuirla, solo di proteggerla.

Non perché era mia suddita.
Perché era mia amica.
Mia, e di Rubyo.

«Stai indietro!» Le urlai.

Si reggeva a malapena in piedi, barcollava ed era affannata. Stava sudando in modo eccessivo e, dalle sue mosse, era evidente di non avere chiara la focalizzazione.

Un nitrito distolse la mia attenzione.

Aerin, con un salto, ci aveva raggiunte all'interno della cerchia dei Rasseln. Quel gesto, però, le era costato caro.

Un Rasseln, forse un umano, uno di quei pochi effettivamente armati, le aveva ferito l'addome nel momento in cui aveva saltato.

Aerin era atterrata malamente, rotolando sul fianco ed alzando un polverone, che andò ad imbrattarle maggiormente il manto dai riflessi grigiastri, incrostandosi con il sangue della ferita che, copioso, gocciolava al suolo.

La guardai titubante, la ferita molto profonda.

«Sto bene. Si chiuderà in fretta.» Disse raddrizzandosi immediatamente e, prima ancora che potessi risponderle, con un potente calcio, allontanò un Rasseln che si stava avventando su Coline.

«Grazie.» Disse quest'ultima, con gli occhi lucidi e gonfi dall'astinenza al Gyft che l'aveva consumata.

Distratta dalla situazione, non riuscii schivare un inaspettato colpo alle mie spalle, che mi ferì il fianco destro.

Annaspai, improvvisamente avvolta da un dolore bruciante.

D'istinto mi tamponai il taglio con una mano, mentre con l'altra, la dominante, strinsi il pugnale pronta a combattere.
Mi girai verso il Rasseln che mi aveva appena ferita, giusto in tempo per schivare il colpo seguente, spostandomi sul lato.

Proprio quando credetti di avere la meglio, però, un secondo Rasseln mi afferrò da dietro, bloccandomi.

Boccheggiai quando l'essere dell'Altro Sole rilasciò una potente scarica elettrica, che mi costrinse improvvisamente in ginocchio. Presto, mi resi conto di come gli arti non rispondessero più ai miei comandi e, con un tonfo sordo, caddi distesa al suolo, rilasciando il pugnale.

Il Rasseln che mi aveva ferita, a quel punto, si protese verso di me, in un tentativo di sollevare il mio corpo inerme, ma cosciente.

Lo vidi avvicinarsi sempre di più, con un'espressione beffarda e soddisfatta in volto, convinto di avermi catturata.

Sentii l'ansia corrodermi lo stomaco: non poteva finire così.

E Coline dovette pensare lo stesso, perché, proprio in quell'istante, con un avanzata instabile e debole, si avventò sul Rasseln, trafiggendolo alle spalle, usando il peso del suo intero corpo per rendere efficace il colpo.

Quest'ultimo cadde a terra, ferito, ma ancora in vita.

Ciò iniziò ad allarmare i suoi compagni, non più così certi di avere la vittoria in tasca. Infatti, il Rasseln che mi aveva immobilizzata, iniziò a puntare Coline.
Fortunatamente però, Aerin intervenne prima: con ferocia si gettò contro l'essere dell'Altro Sole, a poca distanza da noi, strappandogli un braccio a morsi.

Quando una sostanza nera e vischiosa esplose, imbrattandomi i vestiti, riuscii ad evitare il conato di vomito solo perché il mio intero corpo era atrofizzato.

Il Kelpie invece, non fu così tanto sensibile e, approfittando del momento d'incredulità e dolore del Rasseln, lo spinse al suolo, immobilizzandolo a terra con uno zoccolo e aprendogli la gola con un solo morso.

Quella scena così cruda non parve, tuttavia, smuovere gli animi dei compagni del mal capitato, che continuarono ad avventarsi su di noi come se fossero abituati a dinamiche simili.

Rabbrividii di orrore a quell'apatia tipica dei Rasseln ma, quando vidi Aerin, iniziai a credere che forse anche i Kelpie non erano poi così tanto diversi: martoriato il Rasseln, Aerin alzò il muso, grondante di quella sostanza scura e vischiosa. Gli occhi erano incendiati da una fiamma dorata, mentre uno zoccolo, battendo al suolo, scandiva eccitato il ritmo della battaglia.

E, come se il solo sguardo non fosse stato sufficiente a dimostrarne la potenza, l'istante dopo, il Kelpie si impennò, innalzandosi possente sopra il mio corpo, ancora bloccato al suolo. Per un istante temetti di venire schiacciata da quei potenti zoccoli, mentre la posa mostrava, con ancora più evidenza, la ferita all'addome, che però ora aveva smesso di sanguinare.

In quella posizione così scoperta, vidi Aerin saltare oltre il mio corpo, senza posare gli zoccoli anteriori sul suolo, dandosi la spinta solo con quelli posteriori. Atterrò, caricando l'ennesimo Rasseln che, l'istante dopo, si ritrovò a tappeto, schiacciato dalla stazza del Kelpie.

Aerin riuscì a tenere lontani altri due Rasseln, sfruttando zampe posteriori e muso, ma non il terzo che, approfittando della situazione, si avventò sul collo del Kelpie, rompendo ciò che, una volta tornata umana, sarebbe stata la spalla.

Con un nitrito di dolore Aerin si accasciò sul fianco.

Finché non si fosse ripresa, sicuramente non sarebbe riuscita a saltare e questo sarebbe stato un ulteriore punto a svantaggio per la nostra fuga.

Mi sentivo in trappola.

In quel momento di disperazione tentai di allungarmi verso Aerin, e, con sollievo, notai come l'effetto della scossa stesse svanendo lentamente, restituendomi il controllo degli arti superiori.

Riafferrai il pugnale e iniziai a strisciare verso il Kelpie, tuttavia Coline fu più rapida di me nel raggiungerla e riuscì a liberarla dalla morsa del Rasseln.

Tuttavia, per noi, la situazione era ancora critica e ciò spinse Aerin a ripiegare sulla sua ultima sponda: improvvisamente una cascata d'acqua cadde sul cerchio di Rasseln, creando un muro di pressione asfissiante su di loro.

Aerin approfittò di quel diversivo per rialzarsi e, anche se sofferente, galoppare nella mia direzione.

Ma non potevamo ancora rilassarci: ancora non era detta l'ultima parola.
Infatti, eravamo ben consapevoli di come quella mossa fosse la nostra ultima possibilità di salvezza, in quanto, ora, l'acquitrino si sarebbe completamente prosciugato e non c'erano altre sorgenti d'acqua nelle vicinanze.

Ancora incapace di muovere gli arti inferiori, Aerin mi caricò alla buona sul garrese, ma proprio quando era il turno di Coline, la situazione prese la svolta peggiore.

Un gemito di dolore ghiacciò i nostri respiri.

Ci voltammo nella sua direzione e notammo come, dall'addome di Coline fosse spuntato un lungo e irregolare frammento di metallo.

Con un fischio, un altro frammento le si conficcò nel corpo, proprio sotto i nostri occhi.
Questa volta non emise alcun verso.

Con un tonfo sordo, ginocchia dell'ex guardia imperiale cedettero, crollando al suolo.

Con spasmi irregolari Coline iniziò a sputare sangue, finché non divenne impossibile distinguere i denti dalla lingua.

Io, dal mio canto, non riuscii a fiatare.

Volevo gridare il suo nome, ma a quale scopo?
A testa in giù, con il ventre schiacciato sul garrese e le gambe immobili, l'impotenza mi corrodeva.

In quel momento d'incredulità, con una forza disumana, un Rasseln riuscì a sovrastare il muro d'acqua, attraversandolo.

A ogni passo il suolo tremava.
Tutta la sua pelle era ricoperta da uno spesso strato di acciaio, ma riuscii ugualmente a riconoscerlo: era lo stesso Rasseln che aveva fatto da mentore a Coline nei suoi primi tempi nel clan, lo stesso che si era preoccupato per lei fino al giorno prima per l'astinenza dal Gyft che poteva ucciderla, e lo stesso che ora la stava afferrando per i capelli.

«Andate.»
Lessi il suo labiale.

Iniziai a scuotere la testa ripetutamente, come fosse un tic. Provai a dimenarmi, per quanto mi fosse possibile: annaspai, cercando di trascinarmi giù dal garrese, grattando il manto del Kelpie.
Sapevo che non sarei mai arrivata in tempo, che non sarei mai riuscita a salvarla, ma non riuscivo ad ammetterlo a me stessa. Non potevo ammetterlo a me stessa.

«No!» Gridai. «No! No, no!»

Nel mentre, Aerin aveva iniziato a muovere i primi passi fuori da quel cerchio infernale.

Io potevo solo stare a guardare.

«Digli solo, che mi dispia-»
Ma Coline non riuscì mai a terminare quella frase.

In quell'istante vidi il corpo dell'ex guardia accasciarsi per terra, mentre la testa, ancora tra le mani di quel Rasseln, gocciolava il suo ultimo respiro.

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