The Maze Runner - L'Iniziazio...

By -Dream-Er-

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Intrappolata tra finzione e realtร , Riley รจ in cerca di sua sorella Rachel, prigioniera degli esperimenti del... More

PROLOGO
La Radura
Niente รจ reale
La nuova arrivata
Adunanza!
Ricordi
Delirio
Tra le braccia della morte
Sopravvissuti
Mente corrotta
Oltre il vuoto
Fratelli di sangue
Segnali
Il flusso dei ricordi
A spasso con i Dolenti
La Prova
La prima Velocista
La selezione
Dentro il vuoto
Alle origini
Segreto svelato
Diamo inizio alla Fase 2
Comunicazione straordinaria (รจ un capitolo)
Attraverso la luce
Sequel
Ringraziamenti sdolcinati!

Vedi ciรฒ che รจ reale

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By -Dream-Er-

Capitolo 8

Caddi a terra quando non riuscii più a reggere il peso del corpo sulle gambe.
Il terreno in pietra sul quale sedevo era freddo e mi provocò un brivido lungo la schiena.
Thomas parlò, ma ero troppo sconvolta per starlo a sentire.
Rievocai nella mente lo sguardo di Newt e quasi mi pentii di aver oltrepassato le porte.

Boccheggiai in cerca di aria come se l'adrenalina di quel momento me l'avesse portata via tutta, poi afferrai uno dei rami di edera che pendeva dal muro e mi tirai in piedi.
Qualcosa scricchiolò ma la "corda" tenne.
Thomas aveva già raggiunto Minho quando mi unii a loro.
Il ragazzo dagli occhi a mandorla si era accasciato a terra e sembrava non volersi alzare molto presto. Aveva un'aria distrutta e stanca per l'immenso sforzo che aveva fatto. Il viso era ricoperto da goccioline di sudore che continuava ad asciugare con il dorso della mano e i vestiti, ormai lerci di chissà quale sostanza viscida, erano leggermente strappati qua e la. Ansimò varie volte prima di parlare.

-Perché l'hai fatto Fagiolina?-

D'un tratto gli sguardi dei due ragazzi erano su di me.
Cercai di dire qualcosa ma le parole sembrarono non riuscire più ad uscirmi dalla bocca.
Il silenzio ci inghiottì in un boccone.
L'unico rumore udibile era quello del vento che rollava tra i lunghi corridoi del labirinto. Il suono che riproduceva era simile a quello del vento che soffia sotto a una porta.
A questo si unirono poi alcuni lamenti, di intensità molto più elevata, che ruppero definitivamente il silenzio. Erano strazianti e spaventosi.
Mi venne quasi voglia di gettarmi a terra e accartocciarmi su me stessa coprendo le orecchi con i palmi delle mani a mo' di paraorecchie.
Ebbi un fremito quando una folata di vento abbracciò il mio corpo. Sembrava impossibile, ma la temperatura era di gran lunga più bassa li dentro, come se quel posto non avesse mai visto la luce del sole.
Mi impressionò quanto il Labirinto potesse sembrare vivo. Quelle improvvise raffiche di vento come un soffio d'alito, quei rumori che viaggiavano nel silenzio come lamenti e quell'odore nauseante di cibo stantio misto ad erba appena tagliata, tutte caratteristiche che definivano il mostro che mi ero creata nella mente.
Un altro lamento. Questa volta trasalii per lo spavento. Erano perfettamente udibili, eppure li sembravo l'unica a sentirli.

-Se riusciremo ad uscire da qui,- azzardò Thomas, afferrandosi il capo con una mano. -ci saranno delle conseguenze.-
Non mi importava delle conseguenze, ne di morire. Sapevo che era tutto nella mia testa, sarebbe bastato per sopravvivere.

-Nessuno sopravvive qui,- abbaiò Minho come se vivere in quelle circostanze fosse paragonabile al riuscire a volare. Entrambe impossibili. Provai un senso di irrequietezza a quell'affermazione e il ragazzo sembrò accorgersene. -non la notte.- aggiunse.
Si rimise in piedi. Pareva aver riacquistato un po' delle forze perdute.

Un altro guaito in lontananza attirò la mia attenzione. Questo sembrò avere un non so che di robotico. Erano sempre più vicini. Dritti nella nostra direzione come se sapessero esattamente dove fossimo.

-Dolenti.- disse Thomas sommessamente. Questa volta lo sentì anche lui.

-Se non sopravviveremo non ci sarà motivo di preoccuparsi delle conseguenze.- Alzai le spalle e mi sforzai di fare un sorrisetto, che più finto non poté apparire, per nascondere il fatto che ero spaventata a morte. Mi si raggelò il sangue nelle vene.
In cambio ricevetti occhiate indecifrabili da entrambi i ragazzi.
Per la prima volta da quando attraversai le porte, rivolsi uno sguardo ad Alby. Era steso a terra e sembrava aver perso i sensi. Aveva graffi qua e la su tutto il corpo. Poi notai una chiazza di sangue abbastanza estesa sulla maglia color grigio topo.
Il ragazzo ebbe un fremito, le palpebre socchiuse.
-È stato punto da un Dolente ed è svenuto, starà facendo un caspio di incubo.- mi informò Minho. Dovevo aver osservato Alby troppo a lungo con sguardo perplesso per aver spinto il ragazzo asiatico a darmi una spiegazione.

-Che cosa faremo?- domandò Thomas posando entrambe le mani sui fianchi.
Mi impressionò sempre di più quanto quel ragazzo, riuscisse a tenere i nervi saldi in ogni situazione, persino ora che si trovava all'interno dello stomaco del mostro e stava per essere inghiottito.

Per un istante cercai di concentrarmi sulla conversazione e sperare di riuscire a trovare una valida soluzione.
-Qualsiasi cosa sceglieremo di fare, di certo non potremo trascinarci dietro Alby.- disse Minho egoisticamente. Il suo viso si rabbuiò per la serietà con cui affermò di voler lasciare Alby, il capo della Radura e suo amico, tra le braccia della morte. Si pentii di averlo detto ma tutti sapevamo che era l'unico modo per sopravvivere.

Affondai nel mare di pensieri l'immagine di Nick e Minho riuniti. Non potevo proprio permettermi di pensarci ora.

Mi decisi a fare un'ipotesi, con una certa fretta, come se quell'idea un attimo prima fosse li pronta per l'uso e l'attimo dopo non ci fosse più.
Udii i guaiti dei Dolenti sempre più vicini e iniziai ad agitarmi all'idea di trovarmene uno davanti.

-Hai ragione, per questo lo lasceremo qui.- dissi. Mi resi conto che la frase non era uscita come speravo, solo dopo averla detta ad alta voce.
Squassai lentamente il capo e continuai prima che uno dei due radurai potesse fraintendere. -Voglio dire che i Do...- Fu come se quella parola mi si fosse incastrata in gola, anche dopo aver inghiottito la saliva non riuscii a pronunciarla. La paura mi aveva congelata come si faceva con i cubetti di ghiaccio. -quei cosi...- generalizzai. -sono predatori, se corriamo via lasciando Alby qui, non lo toccheranno nemmeno.- finì e mi sorpresi di sentire quanto quel discorso fosse sensato.
Assaporai quel breve momento di gloria come se fosse l'ultimo.

-Si- annuì Thomas. -Ha un senso.- Il suo sguardo era pieno di sorpresa, tanto quanto quello di Minho che con la bocca ancora socchiusa mi fissava.
-Già, potrebbe funzionare.- disse.
Minho guardò Alby e Thomas fece lo stesso. Poi i due si scambiarono un'occhiata come per dirsi "Pronto a un'altra battaglia?" Ne dovevano aver affrontate davvero poche dato che Thomas era li da poco, eppure sembravano già conoscere punti di forza e di debolezza l'uno dell'altro.

Lasciammo Alby in un angolo non lontano dalle porte dalle quali eravamo entrati. Ammisi a me stessa, solo dopo esserci allontanati, che mi sarebbe dispiaciuto se Alby fosse morto. Non era cattivo, se lo fosse stato non mi avrebbe mai aiutata a risalire da quella Scatola, stava solo cercando di proteggere i radurai da qualcosa che non conosceva. Ogni mese alla Radura arrivava un ragazzo, il quale non aveva memoria di niente e il fatto che io ricordassi tutto, lo aveva fatto allarmare. Ne avevo capito il motivo e non serbavo rancore verso di lui.
-Shh non fiatate, ce né uno proprio li dietro.- sentii Minho a malapena, stava sussurrando. Lui era il primo della fila, dietro di lui c'era Thomas e subito dopo io, proprio in fondo.

"È il momento giusto per scappare..." dissi a me stessa.

Sapevo che sarebbe stato da incosciente, non conoscevo niente li, non c'ero mai entrata.
Come speravo di trovare Rachel in un luogo che mai avevo esplorato prima d'ora?
"Ora o mai più!" pensai.

Fu quel "mai più" a spaventarmi. Non avevo il privilegio di aspettare un altro minuto, figurarsi un altro giorno.
Lasciai che i due radurai andassero avanti di qualche passo, mentre io sgattaiolavo all'indietro.
Thomas e Minho scomparvero presto dietro a un angolo.
Respirai profondamente e attivai subito la mente.
Partii con una svolta a sinistra, scelta che avevo fatto seguendo solamente l'istinto.
Diedi una rapida occhiata al corridoio in cui mi trovavo. Studiai ogni dettaglio, dall'edera aggrovigliata che pendeva dalle pareti, ai massi disposti sul lati del lungo corridoio, solo per trovare un punto di riferimento dal quale partire. Mi costrinsi a camminare in punta di piedi e a fare brevi respiri. Per quanto ne sapevo i Dolenti avrebbero potuto avere un udito finissimo e sentirmi a chilometri di distanza.
Il tempo trascorse e il cielo si fece più scuro verso la notte, poi sempre più chiaro.
Contai il numero di corridoi percorsi e dopo il dodicesimo persi il conto.
A destra, a sinistra, dritto, ancora a sinistra, destra. Procedetti un po' a zig-zag per vari punti, finché non rimasi senza fiato. Non sapevo quando, ma avevo preso a correre con una velocità impressionante.

Bzzzt Bzzzzt Bzzzzzt

Inghiottii la saliva a rallentatore come per paura di far rumore, quando sentii quel brusio provenire da dietro le mie spalle.
Poi uno sbuffo come quello di un toro infuriato.
Tremai dalla paura all'idea di dovermi voltare. Quel suono, come fosse robotico, continuò.
Chiusi gli occhi e il mio unico desiderio fu quello di vedere Thomas e Minho venire in mio soccorso. Ma sapevo essere sola.
Mi voltai e lo vidi, un Dolente bello grosso a due passi da me.
Fatto per metà di metallo e per metà di quella che credevo fosse pelle, quel mostro si muoveva roteando su se stesso. Enormi spuntoni attraversavano il suo corpo ricoperto da una specie di sostanza giallastra e appiccicosa che finì per colare su tutto il pavimento. Lasciava la scia proprio come una lumaca.
Mi vennero i conati di vomito e per poco non vomitai tutto ciò che avevo nello stomaco.
Incerta feci uno o due passi indietro e provai a ricordare ciò che sempre dicevo ai radurai.

"Niente è reale, niente è reale, niente è reale!"

Be' dovevo ammettere che mi riusciva davvero difficile crederlo in quell'istante. Lasciai perdere e tentai la fuga, prima che quel "coso" si fosse avvicinato troppo.
Iniziai a correre e immediatamente mi venne in mente la mia ultima notte alla sede della WICKED, quando ero inseguita dai Punitori. Provai a immaginare il mostro come uno di loro, ma non avevo il coraggio per guardarmi indietro e vedere se fosse cambiato qualcosa. Continuai solamente a sentire rumori pesanti e brusii alle mie spalle e mi bastarono come scusa per non girarmi ancora. Ne doveva essere arrivato un altro perché in pochi secondi il fragore e i lamenti aumentarono a dismisura.
Fu in quell'istante che capii come funzionava il siero. Più avevi paura, più le difficoltà aumentavano, se mi fossi calmata allora forse tutto sarebbe sparito come per magia.
Trassi respiri profondi, ma non riuscii a fare molto durante la corsa.
Poi ecco la mia condanna a morte. Svoltai un'ultima volta e mi trovai in un vicolo cieco. Non feci in tempo a voltarmi che i Dolenti erano già dietro di me.

"Riley, puoi farcela!" mi dissi tra un respiro e l'altro. "So che puoi farcela. Apri gli occhi e vedi ciò che è reale!"
Iniziai a correre verso il muro. Il cuore mi batteva forte nel petto. Avevo paura dello schianto e avevo paura dei Dolenti, ma corsi più veloce che potei.

"Apri gli occhi!"

Acquistai velocità.

"Apri gli occhi!"

Mi costrinsi a chiudere gli occhi quando mancarono solo pochi passi per raggiungere il muro.

"Apri gli occhi!" gridò a squarciagola una voce dentro di me.

E passai. Spalancai finalmente gli occhi per essere davvero sicura di avercela fatta. E subito dopo averlo attraversato venni travolta da qualcuno. Fui contenta di vedere che erano Minho e Thomas ed erano ancora vivi.
-Da dove caspio sei sbucata tu? Ti abbiamo cercato dappertutto!- sbraitò Minho in un misto tra rabbia e confusione.
Ero sollevata. Ero riuscita a immaginare che il muro non ci fosse e l'avevo oltrepassato. Mi girai a guardarlo ed era ancora li. Non riuscivo a credere di averlo attraversato per davvero.
Alle mie labbra sfuggì un sorriso e i due ragazzi furono sorpresi di vederlo.
-Questo avreste proprio dovuto vederlo!- esclamai con entusiasmo. La felicità che provavo ora arrivava alle stelle, mi sentivo come una bambina a Natale con migliaia di giocattoli nuovi.
-Cosa avremmo dovuto vedere?- chiese Thomas aggrottando le sopracciglia.
-Ho attraversato la parete, era come...- Non riuscii a trovare le parole. -come... un ologramma!- dissi con enfasi.
Quasi saltavo dalla gioia e la paura in un istante era svanita.
-Ci spiegherai meglio quando saremo rientrati, ora dobbiamo andare! Fra poco le porte si apriranno e io voglio essere il primo a dire che questo pive qui a ucciso un Dolente!- disse dando una pacca sulla spalla a Thomas. L'amico sorrise e sembrò contento dell'elogio. Io gli feci un sorriso e fui contenta per lui.

-Siamo stati tutti degli eroi stanotte.- disse Thomas durante la strada del ritorno, dopo che gli ebbi raccontato la mia passeggiatina tranquilla per il Labirinto.
-Scherzi amico?- ribatté Minho. -Io mi sono sploffato nei pantaloni dalla paura.- Io e Thomas ridemmo. -Voi siete due pive con il cervello fuso ve lo dico io!- esclamò.
Ci lasciammo andare al silenzio quando arrivammo davanti alla porta che si stava aprendo.
Il sole ora illuminava debolmente alcune pareti e il Labirinto non sembrava far più tanta paura.

-Alby!- ricordai ai due ragazzi un attimo prima di entrare nella radura.
...

*Spazio Autrice*

Ciao pive :)

Che ne dite di questo capitolo? Mi scuso se non è un granché, ma ho avuto un problema con Wattpad, ho fatto l'errore di scrivere il capitolo direttamente qui e per sbaglio mi si è cancellato (per questo ho tardato a metterlo!) quindi non è venuto bene come lo avevo scritto la prima volta :(
Vabbé spero vada bene lo stesso ❤

Lasciate un commento e fatemi sapere se vi è piaciuto!

Vi consiglio di leggere questa breve storia su Maze Runner, io l'ho letta e credetemi ne vale la pena... Si chiama LA RIVELAZIONE finale alternativo (di -APPLEPIE- )

Alla prossima 😘❤❤

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