Afraid | Muke

Par trumandak

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You're too mean, I don't like you, fuck you anyway You make me wanna scream at the top of my lungs It hurts b... Plus

Capitolo Primo | Afraid
Capitolo Secondo | Sadness
Capitolo Terzo | Party.
Capitolo Quarto | Attraction.
Capitolo Quinto | Fear
Capitolo Sesto | Perrie
Capitolo Settimo | Ask
Capitolo Ottavo | Delusion
Capitolo Nono | Surprise.
Capitolo Decimo | Good Night
In Love.
You're my everything.
Broken heart.
Rage and Love.
Pokemon.
Loser.
Alone.
Selfish.
Sweet.
Drugs.
Mine.
Video games.
Lose.
Sorry:(
Lose(pt.2)
Sea.
Family.
Moon
Endurance.
Good god,let me die.
Marry me?.
Child?
France.
Take me to church.
The End?.
Kitty.
Make me happy.
Extasy.
Sayonara.
Addict.
Cold.
Our night
Same Love.
Hell.
Prisoner.
Clemmings.
Ask Chapter.
Cashton.
Akim & Rose.
1995.
Ringraziamenti.
Avviso.

Capitolo Undicesimo | Kiss.

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Par trumandak

La sveglia mi suonò stoppando il mio tanto gradito sonno, segno che dovevo svegliarmi ed alzarmi dal letto. Mi svegliai con uno strano e fastidioso sorriso e questo lo notò anche mia madre, ovviamente presa in modo sovrumano da se stessa. Feci per la prima volta colazione, ma una di quelle importanti.

“Buongiorno Michael” disse con un tono di voce abbastanza squillante mentre analizzava ogni mio movimento. Le sorrisi lo stesso, insomma ogni tanto conta molto avere un alto tasso di tolleranza nella vita. Avrei avuto Luke tutta la sera in casa mia, permanentemente e senza alcuna fretta, ne via di fuga, quasi come se lo avessi catturato.

“Tutto okay?” mi chiese ancora e forse il famoso tasso di tolleranza, stava iniziando a calare per quanto mi ero ripromesso di non rovinare ne il mio umore, ne la giornata. Annuì semplicemente, volendo annettere un piccolo sorriso.

“Nah, probabilmente sto ancora dormendo o chissà, adesso il mio cervello sarà attivo ed il mio corpo in uno stato di dormiveglia!” disse ridendo e alzando una mano contro la fronte, con fare quasi scenico. Le misi il broncio fingendomi offeso, forse un po' lo ero. D'altronde la colpa della sua incredulità era anche mia.

“Una volta che mi sento felice e senza un peso al petto che mi renda tutto scuro e cupo, arrivi tu con le tue insinuazioni fastidiose e mi rovini tutto!” dissi salendo innervosito dai suoi atteggiamenti di superiorità nei miei confronti. Speravo soprattutto che non aprisse i suoi soliti discorsi moralisti sul rispetto, dato che le avrei per l'ennesima volta ricordato che il rispetto deve essere reciproco.

“Ma Mike, per caso hai scordato che sta sera ci sono Nicolas e Luke a cena?” mi chiese ridendo, quasi col fare provocatorio. Feci finta di irritarmi di più, per quanto l'avrei voluta indispettire mostrandole la mia gioia causata dalle sue pseudo cattiverie nei miei confronti.

“Ah, hai proprio ragione. L'avevo dimenticato, sai sei davvero spassosa quando riesci a distruggere il mio buon umore in tre secondi contati! ” dissi ironicamente ed entrai in camera mia, sbattendo in modo sonoro la porta. Chiusa la santissima porta di cui ancora rimbombava l'eco per la stanza, mi prese una gioia incredibile e saltellai dalla finestra al letto, dalla scrivania all'armadio. Una gioia irrefrenabile. Concluso il mio atto di commiserazione per la gioia che stavo fin troppo esprimendo, aprì l'armadio e fissai i miei grandi capi di moda tutti uguali e pagati più o meno sei, sette dollari in un mercatino frequentemente montato in città.

“Dovrei sul serio ampliare la mia gamma di colori in quest'armadio ” mormorai tra me e me.

Trovai dietro le scatole delle scarpe appoggiate sul piano dell'armadio un maglioncino azzurro e dopo un po', senza via di scampo, abbinai dei normalissimi  skinny jeans neri. Trovai anche le vans grigie, nonché quelle meno utilizzate e quindi più decenti e presi lo zaino gettato sempre infondo al letto. Scesi facendo velocemente le scale da camera mia all'entrata e fui obbligato a salutare mia madre dopodiché finalmente riuscì ad aprire la famosa porta e a trovare la libertà che tanto mi mancava.

“Mike, girati su!” sentì la vocina di Akìm bloccare la mia boccata d'aria pulita e allora mi girai per salutarla, ma, come volevasi dimostrare: il cristo non era dalla mia parte e ovviamente era lei ad essere abbracciata a Lucas, come un koala e le avrei voluto dire di lasciarlo stare perché la sua irritazione era palpabile. Mi feci attraversare da un brivido gelido e trattenni le lacrime, perché non me lo aspettavo, non pensavo potesse apprezzare una come lei, per quanto le volessi bene. Ma soprattutto perché doveva essere tutto così difficile?. Ci voleva così tanto per capire che mi piaceva Lucas?, dovevo scriverle un messaggio a caratteri cubitali?. Questo mi fece anche perdere fiducia nei suoi confronti, una vera amica non necessita di parole per capirti.

“Ciao” salutai entrambi con un lieve sorriso e tenni la testa bassa, giusto per evitare che notassero il rossore degli occhi e il sorriso tremolante agli angoli delle labbra. Akìm mi abbracciò forte, con quel suo fare dolce ed innocente mentre Hemmings, rimase fermo a fissarci con autorità e fastidio, qualcuno gli avrebbe dovuto insegnare che l'affetto é un qualcosa di sempre bello ed apprezzabile.  Quando si staccò continuò a fissarmi e mi accarezzo la guancia affettuosamente, ma comunque i suoi occhi non si staccarono. Avevo qualcosa in faccia oppure aveva realizzato quanto fosse un amica penosa?.

“Vuoi anche una foto, un poster, casomai un autografo?. Direi di muoverci ” mi imposi acidamente, non avevo voglia di fingere, quello era il mio stato d'animo.

“Non scaldarti tesoro. Solo che volevo farti una domanda e sinceramente penso di poterla fare senza doverti chiedere il permesso, quindi: il tuo maglione é da femmina?” mi chiese ridendo e lo guardai in modo infastidito e stupito. Era ritornato il solito stronzo, la solita persona da dover evitare per sentirsi meglio, ma come potevo evitarlo?.

“No tesoro mio, tutti i colori sono unisex, sai cosa vuol dire?. Ne dubito, vuol dire che stesso domani potrei tranquillamente mettere un maglione o una felpa rosa e tu non potresti permetterti di giudicarmi in modo sprezzante ” dissi fissando le mie vans pur di non mantenere il suo fastidioso sguardo. Alzò le spalle esprimendo indifferenza e posò il suo braccio intorno alle spalle della  peggior amica che potessi trovarmi in culo al mondo. Infondo non potevo davvero odiarla solo perché mi piaceva il suo probabile ragazzo, ero stato troppo implicito forse.

“Ci vediamo a scuola, penso che tu vorrai proseguire la tua strada senza il nostro fastidio ” disse Hemmings facendomi l'occhiolino e provocando in me due reazioni contrastanti e fastidio, una sorta di odi et amo, mi sentivo Catullo preso però da vampate fastidiosissime di calore. Annuì sbattendo le ciglia in modo alquanto snob e femminile, chiusi le mani nei polsi del mio maglione e continuai a camminare lentamente cercando di ragionare e di reprimere le mie sensazioni . Qualcuno mi coprì gli occhi e sbuffai sentendomi ancora più irritato, nulla poteva bastare nella mia vita, neppure lo sconforto.

“Chi sono?” la voce era squillante e poco sobria.

“Ash!” dissi ridendo e mi girai guardandolo in modo carino.  Mi strinse tra le sue braccia forti, quelle tipiche muscolose da batterista ed io mi ci persi dentro per un certo verso. Mi piaceva il calore e l'umanità che lui possedeva, appunto con lui non bastavano parole, ne l'impostazione del tono della voce, lo capiva e basta.

“Ehy, va tutto bene?” mi chiese in modo affettuoso accarezzandomi i capelli ormai rossi.

“Mh. ” dissi con la testa affondata nel suo petto e sbuffando.

“Cosa, penso di non averti capito " disse ridendo e alzai lo sguardo, fulminandolo.

“Seh, buongiorno Ashton ” dissi risvegliandolo e scoppiò a ridere.

“Perché non dici si e basta, senza suoni strani e poco comprensibili?” mi sgridò.

“Vuoi farne una questione di stato?” gli chiesi ridendo sinceramente sta volta.

“No ” disse lui leggermente dispiaciuto. Alzai la testa ed incrociai i suoi occhioni verdi con i miei e cercai di realizzare quanto fossi fortunato ad averlo conosciuto.

“Ashy” non mi rispose notando che ero sovrappensiero. Mi risvegliai e gli stampai un bacio sulla guancia di quelli rumorosi e mi sorrise facendo sbucare le sue adorabili fossette.

“ Scusa” dissi imbarazzato, staccandomi dal suo petto d'impulso.

“Tranquillo” sospirò mentre si notava che la mia reazione lo aveva leggermente rattristato. Ci incamminammo verso scuola e la strada sembrava infinita. Al suono della campanella dovetti dividermi da lui e lo salutai con un gesto veloce e noncurante della mano. Entrai nella solita aula sporca e scura e mi andai a sedere nell'ultimo banco della terza fila. Vidi Kate, una delle tipe ritenuta più toste della scuola, avvicinarsi sculettando con quella gonna verde della squadra delle cheerleader della scuola che ondeggiava mostrando quel poco di slip che portava.

Si appoggiò al banco con i gomiti e appoggiò la testa sulle sue mani, così prese a fissarmi incessantemente. Ma che cazzo, avevo realizzato che quella  era la giornata del fissarmi fino allo svenire, anzi : al farmi scappare imbarazzato.

Le misi una mano in faccia per coprire i suoi occhi petulanti e lei mi morse le dita con un'agilità spaventosa. La ritirai schifato verso di me, guardandomi il dito gonfio ed arrossato e lei si sedette sulle mie gambe con il suo fare sexy e perverso. Misi il libro avanti alla mia faccia per farle capire che non mi interessava nulla del suo corpo prosperoso e messo in mostra. Spudoratamente appoggiò la mano sul cavallo dei miei jeans ed io continuai ad ignorarla ridacchiando delle sue inutili gesta. Iniziò a mordicchiarmi l'orecchio e a leccare con sensualità e audacia. Ah, se ci fosse stato Luke. Cosa?.

“Tesoro, ti piace?” mi sussurrò suadente e la guardai senza alcuna reazione, ne positiva, ne negativa. Guardai oltre lei e a gran sorpresa vidi un Luke che stringeva le nocche sbiancate e sul viso aveva un espressione infastidita. Un po' speravo che fosse gelosia, ma se lo fosse stata avrebbe agito, penso. Chiuse gli occhi in due fessure e serrò la mascella, suo solito, lo avevo osservato durante le partite di basket in palestra e quando erano in difficoltà, tendeva a farlo . Era così sexy ed io così eccitato.

“Si, ti prego piccola: continua! ” le ordinai scandendo le parole in modo tale che Hemmings le potesse interpretare . Iniziò a camminare verso di noi a passi pesanti e lenti, però una ragazza lo attirò a sé e forse era stato meglio così perché il suo caratteraccio lo avrebbe portato a qualche brutta reazione.

“Mikey!. Cazzo, ma mi stai ascoltando o hai la testa da tutt'altra parte?" disse con quel tono squillante da oca.

“Si, certo! ” risposi tornando alla normalità. Ma io infondo amavo vagare senza sosta nei miei pensieri.

“Allora che ne dici di domani sera?” mi chiese speranzosa e spalancai gli occhi.

“Cosa, per favore puoi ripetere ” mormorai.

“Usciamo e ci divertiamo, una cosa tra amici ” disse stampandomi un bacio sulle labbra e rimasi stranito. Lo avevo desiderato da una vita quel bacio da parte sua ed ora che lo avevo avuto l'unica cosa che avevo sentito era semplice disgusto, anzi non tanto disgusto, quanto una strana sensazione di disapprovazione da parte di me stesso, semplicemente non mi era piaciuto.

“Okay” risposi senza aggiungere altro, tanto non mi avrebbe fatto male una serata diversa e si sedette affianco a me. Si aggrappò saldamente al mio braccio e per quanto la pesantezza mi infastidisse ed intorpidisse il braccio, non dissi nulla, sopportando.

“Kate, non scappo, puoi anche lasciarmi il braccio ” dissi cercando di scacciarla nel modo più garbato possibile, dopo un'ora che non sentivo più il mio povero braccio. Posò le gambe sulle mie allora e sorrise in modo stupido.

“Sh” mi zittì ridendo. Sbuffai e vidi Lucas ridacchiare da lontano e mi dava fastidio,,perché gli stavo mettendo su un piatto d'oro quello che lui voleva. La baciai di scatto sotto i suoi occhi scioccato e si girò verso il professore arrabbiato.

“Michael ” mi chiamò quella sottospecie di koala che avevo attaccato addosso in modo permanente.

“Si?” le chiesi guardandola.

“Dici che Luke si sta ingelosendo?. Io quel ragazzo non riesco a capirlo proprio certe volte.  Mi guarda sempre e poi quando mi hai baciata si é incazzato, però l'altro giorno l'ho invitato ad una festa e ha detto che era troppo impegnato per uscire con me” disse confusa e un po' mi fece pena.

“Quindi, solo per precisare, sono solo un giocattolo in questo momento?” mi offesi guardandola e lei cercò di giustificarsi alzando le mani in modo teatrale.

“Diciamo...” mormorò cercando di impietosirmi con un piccolo​ sorriso.

“Vaffanculo, sei proprio troia te ” urlai fingendomi offeso e lei ci rimane male. Ovviamente la mia fortuna mi aveva portato ad essere stato cacciato dal professore, per la prima volta dopo sei stressanti anni scolastici ed esattamente erano sei perché ero stato bocciato. Uscì anche Kate seguendomi come un segugio e mi chiedevo cos'altro volesse da me. Si appoggiò al mio petto con le sue piccole mani smaltate e si alzò sulle punte delle sue converse bianche che tutta la scuola, il tutto per baciarmi. Mi scanzai infastidito dal suo atteggiamento fin troppo spudorato e lei mi tese uno schiaffo sulla guancia destra, che mi procurò anche un graffio per colpa degli artigli che si trovava al posto delle unghie. Ashton notò la reazione di Kate e accorse alla scena pietosa di un me dolorante.

“Troia, levagli le mani di dosso!. Possibile mai che ogni volta alzo le mani su qualcuno, cristo ” disse accarezzandomi il viso in modo dolce e curato.

“Ash, ma perché non torni a farti inculare dalla squadra di football?” urlò sbattendo i piedi per terra e poi andò via stufa di essere umiliata.

“Grazie, non mi aspettavo tutto questo” sussurrai affaticato, quasi piangendo. Non scherzavo, da parte sua non mi aspettavo tale atteggiamento.

“Ehy dai, non piangere. Se ti commuovi così dopo lo faccio anche io ” rise leggermente e sorrisi.

“ É solo che mi sento sempre un fallito, lei mi ha tirato un schiaffo incredibile ed io non ho fatto nulla ” parlai a raffica e addirittura notavo che faceva fatica a seguirmi.

“Semplicemente si tratta di galanteria, non penso volessi mettere le mani su una donna ” mormorò .

Lungo i corridoi scuri della scuola, costeggiati dalle lunghe code di armadietti azzurri e incrostati dalla ruggine, sì sentì l'eco della porta di classe che prima si aprì lamentando un rumore acuto poi fu accompagnata nel chiudersi, ma siccome ero troppo impegnato non diedi retta a chi uscì dall'aula.

“E poi non sei un fallito, semplicemente hai  bisogno di qualcuno che ti dia attenzione, che ti ami e che apprezzi ogni cosa che fai rendendola importante anche sotto il tuo punto di vista ” disse lentamente   avvicinandosi con calma alle mie labbra. Il suo sguardo era fisso sulle stesse labbra e mi sentivo così confuso, ma qualcuno ci interruppe soccorrendo la mia forte confusione . L'avrei voluto ringraziare perché per quella mattinata le mie labbra ne avevano viste troppe, insomma non so cosa avessero di così speciale ma era impossibile che in sei anni solo ora avessi avuto questa attrazione fatale sulla gente.

Mi voltai verso la parte opposta del corridoio e vidi Lucas.

“Clifford, ha detto il prof che puoi rientrare in classe e che ti vuole all'interrogazione ” disse in un sussurro quasi come se volesse fuggire da quella situazione. Aspetta cosa?. Sogno o son desto: Luke Robert Hemmings che sussurrava, invece di imporsi come al solito?.

Diedi un bacio sulla guancia ad Ashton accarezzandogli con calma il braccio come se per rimandare quel bacio tanto atteso ed andai in classe. Presi posto affianco a Kate che forse era entrata prima ed affrontai la mia interrogazione tanto attesa dalla classe a cui avevo parato il culo.

~

Percorsi da solo i corridoi lunghissimi dell'istituto e il cielo era tinto di un grigio perla davvero affascinante, se solo non si fosse abbinato con il giallo smorto delle cancellate dell'istituto. Inciampai per sbaglio in dei fili d'erba ormai secchi e aridi, ma per fortuna mi tenni in piedi. In tutto questo ebbi la fortuna di non incontrare nessuno e quindi di evitare altre negatività che avrebbero potuto influenzare il mio umore indefinibile.  Entrai in casa e vidi mia madre ai fornelli, cosa che mi fece rimanere sotto shock, dato che la maggior parte della roba che cucinava finiva bruciata . Chissà cosa avrebbe inventato per avvelenare qualunque cosa avrebbe tentato di imbarazzarla avanti alla sua nuova bambolina: ah si, la cosa ero io.

“Oh, Mike ben tornato, mi serve una mano urgentemente!” disse con un sorriso stampato sulle labbra. Mi indicai ironicamente e poi scossi la testa con disapprovazione.

“Te lo scordi, il fatto che non sai cucinare un cazzo non deve ricadere su di me. Ordina qualcosa e sarò complice nel dire che lo hai fatto tu” dissi cercando di convincerla e posai lo zaino di fianco al divano azzurro dove passavo la maggior parte della mia vita. Alzò il cucchiaio sporco e schizzi di roba giallastra finirono sui mobili e me lo puntò contro, così mi allontanai per non fare la fine di quei mobili.

“Senti Clifford, ora tu prendi quel grembiulino e fai la donna di casa. Cucini,pulisci e mi dai una mano per i vestiti!” disse nervosa. Già mi sentivo una donna contesa tra Hemmings ed Irwin, ci mancava solo che dovessi farla.

“Ordina qualcosa dal giapponese. Sicuramente renderai felice me, lo ribadisco ” sospirai promuovendo una seconda volta la mia idea. Fece un sorriso malizioso quando notò la macchia di rossetto sul mio collo e la pulì subito infastidito.

“Chi è?” rise e alzai gli occhi verso il cielo.

“Niente e nessuno, pensa a ciò che devi fare invece di importunarmi sempre ”dissi scocciato dal suo modo di fare. Scoppiò a ridere e la minacciai con una sorta di coltello sporco di maionese. Dopo il lieve break che mi portò ad forte stress mentale, corsi di sopra in camera mia dove tutto era in ordine tranne la mia testa e la mia voglia di essere presentabile. Chiusi la porta a chiave della stanza, per evitare eventuali figure di merda oppure interruzioni fastidiosi della donna con cui vivevo ed entrai in bagno dove era tutto così dannatamente confortevole. Mi feci una doccia veloce, nulla che potesse rilassarmi tanto da portarmi a procedere verso un lungo sonno sotto l'acqua calda e non nego che mi fosse capitato in precedenza. Fissai la camera cercando di ricordare se nell'armadio poteva sopravvivere qualcos'altro di carino e poco nero così cercai, per quanto dopo due ore mi diedi per vinto. Individuai poi, quasi come se fossi costantemente messo alla prova, un maglione abbastanza largo con gatto strano disegnato sopra uno sfondo bianco. Pensai che potesse essere uno dei maglioni più belli e dimenticabili che avessi avuto in vita mia.  Poi presi gli skinny jeans fedeli e fui pronto ma solo fisicamente, mentalmente ero come uno di quei cocktail confusi e disgustosi.

“Faccio schifo, cosa ne sto facendo della mia vita?. Ma quelle gambe! ” dissi da tipica esaurita sui quarant'anni guardandomi allo specchio. Cercai di sistemare i capelli come probabile tentativo di poter risolvere almeno qualcuno dei miei dilemmi, ma ovviamente stavo scherzando. Si avvicinò mia madre, con il passo felpato e con la sua solita sensualità fasciata da un vestitino rosso Valentino e i capelli legati in un coda morbida che scivolava sulla spalla destra.

“Notte di fuoco oppure é uno dei tanti vestiti che conservavi da anni nell'armadio?” risi leggermente guardandola.

“Sembri una femmina!, non puoi capire i dilemmi tra una donna e un vestito. Ora vieni e mi raccomando, non farmi passare guai ” mi prese la mano ed era tutto così strano e mi trascinò avanti il mio armadio, osservando e smuovendo tutto con le sue manine. Prese, senza neanche guardare il resto, un maglione grigio perla semplice e mi tolse il mio. Rimasi a petto nudo e mi dava tremendamente fastidio quindi mi imbarazzai.

“Michael so anche quanto lo hai lungo. Sono tua madre e ti ho generato, ora togli le mani ed infilati questo cazzo di maglione” disse seriamente e mantenendo una piccola risata. Gli tirai in faccia il mio maglione, per evitare che continuasse a guardare e  misi quello grigio.

"Non é che sono cambiato molto"dissi sbuffando.

"Sei già più carino!"

Scendemmo e continuai a fissare l'orologio nervoso. Vidi diversi piatti a tavola.

"Che ristorante!"esclamai.

"Quello affianco"disse. La guardai e poi scoppiai a ridere. Bussarono alla porta ed andai ad aprire. Era Ashton. Portava una camicia blu notte,e dei jeans chiari che gli faciavano perfettamente le gambe.

Lo feci entrai e lo abbracciai.

"Sei bellissimo"mi disse,ed arrossì.

"Anche tu"dissi,continuando a tenere le braccia intorno a lui.

"Ashton!"esclamò mia madre e lo abbracciò. Da quanto era così 'adorbaile'?.

"Sigonora Clifford"

"Nah,chiamai Karen"disse. Ci sedemmo sul divano e mia madre rimase all'entrata aspettando Nicolas.

"Mikey,tutto okay?"mi chiese accarezzandomi i capelli. Annuì e nascosi il viso nell'incavo del suo collo. Sorrise.

"Sei così adorabile"disse ridendo. Arrossì e mi coprì con le mani. Ero imbarazzato,da morire.

Rise e mi chiuse fra le sue braccia.

Sentimmo i tacchi di mia madre sbattere sul pavimento.

"Ragazzi venite"disse.Mi alzai contro voglia e seguì Ashton. Vidi Nicolas. Bell'uomo dopotutto. Alto,fisico accettabile,gusto nel vestirsi,fossete,biondo e...occhi azzurri!. Porca puttana,amavo gli occhi azzurri.

Vidi dietro Lucas. Portava una camicia nera aderente,e dei skenny jeans. Il ciuffo biondo era rivolto all'insù,ed il piercing era sempre al suo posto,così perfetto da rendere le labbra più carnose di quanto già fossero. Sfregava le mani in continuazione,e aveva lo sguardo basso. Mi osservò e finì per fare incontrare i suoi occhi azzurri con i miei occhi verdi. Arrossì appena mi sorrise.

"Michael,lui é Nicolas il mio ragazzo. E lui é Luke suo figlio"

Strinsi la mano a Nicolas e anche a Lucas. Ashton anche salutò i due.

Andammo a tavola e,iniziammo a mangiare.

"Allora...Luke,Michael vi conoscete già?"ci chiese mia madre. Lucas mi guardò ed io impallidì.

"Mh,si...A-Abbiamo parlato qualche volta"dissi felice. Ashton mi strinse la mano sotto al tavolo,ed io mi avvicinai a lui.

"E tu Ashton?"

"Conosco entrambi"rispose più tranquillo di me. Mi accarezzò il dorso della mano e gli sorrisi. Non sapevo il perché,ma quel ragazzo mi rendeva tranquillo e sicuro.

"Come vi siete conosciuti?"ci chiese mia madre.

"Io ho conosciuto Ashton ad una partita di calcio,e Michael per sbaglio"rise. Lo guardai storto.

"Mike? Ashton?"

"Io ho conosciuto Luke quando lui ha conosciuto me,e Michael in bagno"disse.

"Mi hai quasi salvato"gli sussurrai.

"Io ho conosciuto Ashton grazie ad uno sfogo,e Lucas...beh non ricordo"dissi,guardando i due. Non riuscivo a tenere lo sguardo lontano da Lucas. Era stupendo,perfetto,bello.

Finimmo di mangiare e Nicolas e mia madre andarono a vedersi un film in salone. Ashton mi portò in corridoio,e mi spinse contro il muro. Si avvicinò alle mie labbra ma lo allontanai.

"Ash,ci sono i miei"ridacchiai.

"Uff..."sbuffò,poi si allontanò per rispondere al telefono. Mi affacciai in cucina e vidi Lucas guardarsi intorno annoiato. Ashton mi stampò un bacio sulla fronte e se ne andò senza dire nulla. Ci riamasi un po' male.

Entrai in cucina e lo guardai. Si alzò e passò una mano nel suo ciuffo. Si avvicinò a me. Mi prese la mano e mi guidò al piano di sopra.

"Camera tua?"mi chiese. Gliela indiacai. Entrò e la chiuse a chiave. Mi spinse contro di essa e pressò il suo corpo contro il mio.

"Sai cosa mi fa innservosire?"disse passando un dito sulle mie labbra.

"Cosa?"chiesi.

"Che sei così fottutamente attraente!"disse nascondendo il viso nell'incavo del mio collo. Stava succedendo,quello che sognavo faccesse ogni fottuto giorno!

"Anche tu,sei bellissimo...e cazzo,ho così tanta paura di dirlo che..."mi zittì.

"Ora o mi baci oppurre ti scopo"disse ed arrossì. Lo baciai limitandomi al contatto delle nostre labbra,che già per me era una cosa straordinaria. Schiusi le labbra e lui infilò prepotentemente la linguà,nella mia bocca. Sentivo la sua lingua scontrarsi con la mia. Infilò le mani sotto il mio maglione,e sentì le sue mani muoversi sulla mia pelle nuda.

"Michael sei mio"mi sussurrò sulle labbra. Ritornai a baciarlo.

"Tu sei matto"disse ridacchaindo.

"É colpa tua"dissi capovolgendo la situazione. Incrociò le gambe dietro la mia schiena ed io lo spinsi contro la porta. Le sue labbra si muovevano sulle mie,e il mio cervello era andato in tilt. Per non parlare dello stomaco,avevo uno zoo lì dentro.

Si staccò appoggiando la testa sulla porta.

"Sta-Stamattina,ho sentito quello che ti ha detto Ashton. Giuro,stavo per spaccargli la faccia. Lo ricordo ancora a memoria,volevo averti solo per me in quel momento. Sei uno sfigato troppo bello,quello é il problema."disse ed arrossì.

"Tu sei stupendo..."sussurrai. Mi stampò un bacio sulle labbra.

"E dì a quella Kate,che se ti rimette le mani addosso é morta. Non ti deve neanche sfiorare.Tu sei mio"disse. Lo baciai di nuovo,perché ne sentivo il bisogno. Era una cosa così nuova per me.

Ci calmammo e si stese sul letto affianco a me. Si appoggiò al mio petto con la testa e, infilò le mani sotto il mio maglione.

"Eppure io ti odio"dissi ridacchiando. Alzò la testa e mi guardò offeso.

"Stronzo"disse,e gli stampai un bacio sulle labbra.

"Eppure sei l'unico che mi fa sentire bene"disse facendomi il labbruccio. Gli sorrisi involontariamente e gli accarezzai i capelli biondi. Erano così soffici.

"Mikey,ti piaccio?"mi chiese.

"Luke tanto..."dissi. Avevo detto LUKE,dovevo festeggiare.

"Hai detto Luke!"disse contento e scoppiai a ridere. Mi piaceva quel suo modo di fare da bambino. Bussarono alla porta e dovetti per forza alzarmi.

"Mamma?"

"Luke é qui? Ha detto Nicolas che sta sera non può restare."disse sbuffando.

"Okay"dissi,e lui uscì. Mia madre andò via,ed io abbracciai Luke. Mi stampò un bacio sulle labbra e mi morse il labbro inferiore. Nessuno lo aveva mai fatto...

"Buonanotte Mikey"disse e mi lasciò la mano.

"Ciao Luke"dissi e andò. Entrai in camera e urlai come una ragazzina,in preda ad una crisi di ormoni.

"Mi ha baciato!"dissi cercando di ritornare in me. Ma in realtà il mio cervello era andato a farsi  fottere.

Era successo davvero.

~~~~~~~~~°~~~~~~~~~
MUKEEEEEE.

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