Let Me Get Lost In You [TaeKo...

Από Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... Περισσότερα

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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Από Hananami77

«Oh cielo, Taehyung?!» esclamò una voce preoccupata, ridestandolo dal sonno in cui era inconsciamente caduto. Non ricordava di essersi addormentato, la sua mente assonnata aveva in mente solo il vivido ricordo della lite avvenuta con JK quelle che supponeva fossero ore prima.

Strizzò gli occhi e alzò lentamente il capo con fare confuso solo per incontrare gli occhi grandi e limpidi di...

Jungkook?

«Jungkook?» chiamò con un sussurro, abbandonando il capo contro il muro, solo per vedere l'altro scrutarlo con fare preoccupato. 

Quello annuì velocemente e tese una mano verso di lui prima di ritirarla, esitante, accovacciandosi al suo fianco per mettere quasi zero distanza tra di loro. Lo squadrò da capo a piedi e Taehyung pensò che doveva proprio apparire uno schifo vista come la preoccupazione dell'altro crebbe di secondo in secondo, a mano a mano che gli occhi gli viaggiavano addosso.

Le mani gli tremarono un pò così come il labbro inferiore, stretto tra i denti così forte da essere quasi bianco. Il suo sguardo era concentrato sul suo collo, e Taehyung abbassò istintivamente il capo per nascondersi.

Sapeva che la presa di JK gli avrebbe lasciato dei segni addosso, come da consuetudine, e il rimorso sul volto di Jungkook faceva parecchio male.

«Cosa ti è successo?» gli chiese il principe, deglutendo appena per l'ansia. Taehyung si guardò un attimo intorno per ricordarsi come fosse arrivato a rannicchiarsi su uno dei gradini che portavano direttamente al giardino del palazzo e si fosse addormentato.

Ricordava di essersi sentito così in colpa e agonizzante che si era fiondato fuori dalla stanza subito dopo la discussione, incapace di reggere il pensiero di ciò che era successo. 

Gli occhi di JK furiosi ed iracondi, misti a tutto quello che gli aveva detto e dell'ultimo sguardo ferito che gli aveva rivolto, lo avevano seguito come un'ombra, rischiando di farlo impazzire. 

Quelle pareti gli sembrava si stringessero su di lui per soffocarlo, quindi era corso via come se fosse inseguito da un leone, alla ricerca di un luogo aperto ma appartato in cui annegare la sua angoscia e asciugarsi le lacrime da solo, ricomponendo i cocci del suo animo spezzato e distrutto come un vaso gettato con furia contro un muro.

Era finito quindi seduto a guardare le stelle e ad asciugarsi gli occhi con mani tremanti, cercando di calmare il respiro affannoso che gli era venuto -se per la corsa o per l'ansia, non lo sapeva- cercando conforto in quegli astri luminosi e timidamente confortanti. Adesso che era stato ridestato però, sentiva la schiena e le spalle dolere, probabilmente per la posizione scomoda in cui era stato per forse troppo tempo. 

Si guardò intorno, spaesato e gettò un'occhiata verso l'ingresso.

«Che ore solo? La festa?».

Si era comportato da vero idiota nonchè in modo molto poco regale, andando contro ogni singola regola che la corte Kim gli aveva minuziosamente insegnato con anni ed anni di studio e di rigida compostezza. Aveva lasciato che le emozioni lo investissero e che gestissero i suoi gesti e non il contrario. Imperdonabile certo, ma aveva così tante cose da rimpiangere che la festa di matrimonio di Kai e Jennie era quasi una bazzecola al confronto. 

«La festa è già finita da un pezzo. Quando non ti ho trovato nella nostra camera mi sono preoccupato ed ho iniziato a cercarti ovunque, coinvolgendo anche Yoongi. Sono così contento di averti ritrovato, temevo ti fosse successo qualcosa. E' notte fonda, e qui fuori fa freddo, faremmo bene a tornare dentro» gli rispose Jungkook, il tono gentile e carezzevole come il velluto sembrò avvolgerlo come una coperta calda durante il rigido inverno, lenendo per anche solo un attimo lo -spiacevole- subbuglio interiore che lo tormentava.

Taehyung deglutì e si passò una mano sul viso, gli occhi erano così secchi che le palpebre grattavano sulle iridi come ci avesse la sabbia.

«Mi dispiace per averti fatto preoccupare, non era mia intenzione ma non potevo rimanere nella nostra stanza. Quando...quando sei tornato?» rispose poco dopo, un sussurro appena accennato la cui nota di quasi sollievo non sfuggì a Jungkook. Taehyung allungò una mano verso di lui e gli spostò con fare istintivo un ciuffo di capelli che gli copriva l'occhio destro. La sua mano era stata delicata e il contatto quasi inesistente, ma ciò bastò a Jungkook per sentire il cuore prendere a battere più velocemente.

Nonostante la poca luce, Taehyung notò come il solito e piacevole rossore gli imporporò le guance e che non si era ritratto al suo tocco, seppur durato appena un battito di ciglia. 

«Un po' di tempo fa, non so quando. L'unica cosa che so per certo, è che mi sono ritrovato con in mano una bottiglia di champagne semivuota e altre due bottiglie riverse al suolo, brillo abbastanza ma non completamente ubriaco. Suppongo ci fosse JK prima di me, solo lui beve così tanto, e quando lo fa, è per dimenticare qualcosa o per sbollire il nervosismo» Jungkook glielo aveva riferito con tono esitate, la cui confusione e preoccupazione erano facilmente intuibili dal modo in cui le sopracciglia gli si erano appena arcuate e le mani gli avevano tremato leggermente.

Il ricordo della discussione avuta con JK era ancora fresco nella sua mente e portò con sé solo un'immensa ondata di tristezza e rammarico, costringendo Taehyung a distogliere lo sguardo e a mordersi il labbro inferiore.

Notato il cambiamento improvviso dell'umore di Taehyung, Jungkook gli si avvicinò un pò sfiorandogli poi la spalla con mano leggera.

«E' successo qualcosa mentre ero via, non è vero?».

Sì, ma stavolta per colpa mia avrebbe voluto rispondere Taehyung, che invece se ne rimase zitto a guardarlo negli occhi con il dilemma scritto a caratteri cubitali sul suo viso.

Avrebbe dovuto dirglielo?

Avrebbe dovuto raccontargli cosa si erano urlati addosso lui e JK?

Avrebbe dovuto scusarsi con lui?

In realtà, il ricordo bruciava ancora un po' troppo e Jungkook non era a conoscenza di tutto quello che era successo tra di loro, motivo per cui avrebbe dovuto parlarne con JK stesso. 

Taehyung posò quindi gli occhi cerulei nei suoi, rimanendo però in silenzio in una muta richiesta di non fare ulteriori domande al riguardo. Jungkook deglutì pesantemente e Taehyung percepì benissimo come l'altro fosse sbiancato, e quindi l'idea di non dire assolutamente nulla si dissipò come una nuvola di vapore, spingendolo a raccontare solo una mezza verità. 

Jungkook, infatti, sembrava sul punto di svenire.

«Io e JK abbiamo avuto un litigio abbastanza acceso subito dopo la cerimonia religiosa. Hai dei nuovi succhiotti sul collo, ma non sono quelli che hanno causato tutto, so che JK ha l'abitudine di andare in giro a cercare una compagnia migliore della mia. Il litigio è un pò degenerato, ma non mi ha fatto poi così tanto male» e dicendo quello, Taehyung fece un debole sorriso che sperò convincesse o tranquillizzasse l'altro.

Tuttavia, gli occhi di Jungkook erano di nuovo sul suo collo, dove adesso profondi segni rossi ,dovuti allo strangolamento di poche ore prima, iniziavano a vedersi benissimo -con grande rammarico di Taehyung. 

L'espressione dell'altro principe si tese un pò e prese un paio di profondi respiri prima di annuire solennemente. La mano di Taehyung gli sfiorò la guancia e gli sorrise nuovamente in modo un po più convincente e il principe portò la sua mano su quella dell'altro. 

La stretta di Jungkook era calda ed accogliente, come un cuscino morbido dopo aver dormito per terra, e riscaldò il petto di Taehyung, facendolo sentire un po' meglio.

«Qualsiasi cosa sia successa, mi dispiace davvero per ciò che ti ha fatto. JK non ci va mai leggero con gli altri...forse perchè la vita non ci è andata leggera con lui». Nonostante la piccola nota malinconica, il sussurro fu così intriso di dolcezza da quasi commuoverlo.

Jungkook si mise in piedi tirandolo su con sè senza mai lasciare la presa sulla mano di Taehyung neanche per un istante. Anzi, intrecciò le loro dita e le strinse fermamente fino a quando Taehyung non riuscì più a sentire altro se non il battito del suo cuore nelle orecchie.


..................................


Taehyung fissava il soffitto disteso tra le coperte fresche, perso nei pensieri più strani e confusi che avesse mai avuto. In realtà, l'unico suono che poteva sentire era il rubinetto del bagno dove Jungkook si era rinchiuso da almeno quindici minuti ma che, in qualche modo, non lo innervosiva come aveva fatto la sera prima.

Forse, adesso che sapeva che fosse Jungkook ad essere presente, l'idea di condividere anche solo per un'altra notte la stanza non appariva poi così stressante.

O forse perché sentiva ancora tra le dita il calore della mano di Jungkook, più piacevole di quanto si aspettasse e molto più confortante di quanto sperasse.

Come la porta del bagno si aprì, così saltò il cuore di Taehyung, che si mise seduto di scatto come se avesse preso la corrente, provocando un moto di sorpresa in Jungkook che poi si perse in una vampata di adorabile rossore.

«Ti ho spaventato? Stavi forse dormendo?».

Taehyung scosse la testa e fece nuovamente pat pat al suo fianco, così come era successo la sera prima, invitandolo a replicare la stessa e confortante chiacchierata che avevano avuto quella volta e che li aveva fatti avvicinare maggiormente. 

«Vieni, siediti di nuovo qui. A meno che tu non abbia sonno e voglia andare subito a dormire, pensavo di poter passare un altro pò di tempo insieme» propose quindi l'altro.

«N-no, non ho sonno. Mi farebbe molto piacere» sussurrò Jungkook guardandosi le mani. Taehyung quindi si issò maggiormente sul letto per poggiare la schiena contro la testiera del letto e mettersi "comodo".

Jungkook si mosse con fare esitante verso di lui, facendolo sentire stranamente a disagio perchè non sembrava volesse farlo, come se si sentisse egli stesso a disagio al pensiero di avvicinarglisi. L'atteggiamento gli fece quasi risuonare una campanella nel cervello e un dubbio si insinuò nella sua mente.

Una nuova, complicata domanda gli si affacciò nel cervello,  difficile da sciogliere e che fino a quel momento non aveva preso in considerazione perchè aveva dato tutto troppo per scontato.

«Taehyung... dio mi dispiace così tanto» sospirò dal nulla Jungkook, sedendosi sul letto ed imitando la posizione di Taehyung al suo fianco.

Taehyung piegò la testa di lato, confuso.

«I segni sul tuo collo mi fanno sentire così terribilmente in colpa, odio l'idea che una parte di me te li abbia fatti...So che è difficile da credere, ma posso affermare con quasi totale certezza che anche lui ci sia rimasto male per cosa vi siete detti o per cosa è successo stanotte. Non sto provando a giustificarlo, ma JK non si starebbe scolando tutto quell'alcol, altrimenti».

Taehyung strinse le labbra e si coprì istintivamente il collo con una mano, abbassando lo sguardo sulle sue gambe. Si sentiva leggermente a disagio e, se possibile, pure peggio di prima. 

Che JK ci fosse rimasto in un certo senso "male" per il loro scontro, poteva anche essere. Ma che ci fosse rimasto così male da andare a bere da solo...gli veniva difficile da credere, seppur in cuor suo sapeva che Jungkook era l'unico in grado di conoscere JK per davvero o quasi. 

Adesso invece, l'idea che potesse esserci rimasto anche peggio di quanto si aspettasse gli aveva fatto sentire un crampo allo stomaco.

«Come può non darti fastidio la mia presenza?» gli chiese quindi con un tono basso il principe, aggrottando un pò le sopracciglia.

Taehyung si morse il labbro inferiore e scosse leggermente la testa, «Jungkook, ciò che succede con JK non è colpa tua, non devi scusarti per il comportamento di qualcun altro. Ne abbiamo già parlato e poi sono stato io a chiederti di avvicinarti...no? Non credi che non te lo avrei chiesto se non mi fossi sentito a mio agio?».

Anche mentre parlava però, aveva quel dubbio che gli era nato dal nulla e di cui voleva la prova. La sua mente stanca ma insaziabile era alla ricerca di nuove notizie, quindi doveva scoprire se quello che aveva ipotizzato fosse vero o meno, e per farlo, avrebbe dovuto avere un minimo di contatto con Jungkook.

Oddio, non si erano praticamente nemmeno sfiorati fino a quel momento, e quindi doveva essere cauto e soprattutto, non doveva lasciare che l'altro provasse paura. Era rischioso, ma doveva farlo o non sapeva quando ne avrebbe avuto ancora occasione.

Tuttavia, con gli occhi puntati in quelli di Jungkook, allungò una mano verso la sua, posata sul suo grembo. Il movimento fu leggero, lento e misurato, proprio per far processare all'altro ciò che aveva intenzione di fare. 

Gli occhi di Jungkook si allargarono e il respiro accelerò appena, deglutendo sonoramente non appena, delicate, le punte delle dita di Taehyung non si posarono sul dorso della sua mano, sfiorandolo con la leggerezza di una nuvola.

Jungkook risucchiò il respiro e abbassò gli occhi sulle loro mani, guardando come quelle eleganti e sottili dell'altro fossero appena percepibili, stupendosi del loro calore. Era affascinante vedere le sue mani curate venire a contatto con la sua pelle, lasciando dietro di sè una piccola sensazione piacevole che si irradiava fino al centro del petto. 

Rialzò lo sguardo solo per trovarsi di nuovo gli occhi di Taehyung fissi nei suoi, sul volto un'espressione seria ma rilassata e le labbra leggermente piegate all'insù in un sorriso incoraggiante.

«T-Taehyung» soffiò, la voce poco stabile ed il tono incerto. Le dita del più grande risalirono sul polso e poi sull'avambraccio lasciato scoperto dalle maniche a tre quarti della casacca, sentendo sotto le dita la morbidezza della pelle di Jungkook che era davvero sorprendente. Sembrava di carezzare il velluto più pregiato o la seta più fine e delicata, e poi quelle vene...quelle vene sporgenti che creavano morbidi solchi sotto la pelle d'alabastro dell'altro erano un attentato al suo cuore. 

Quella sorta di prova lo stava sorprendendo per l'esito che gli stava ponendo davanti, e si chiese fino a che punto Jungkook tollerasse il contatto non calcolato o deciso da lui stesso.

Jungkook si mosse sotto il suo tocco, leggermente a disagio, e proprio le dita di Taehyung gli sfiorarono il bicipite fino ad arrivare alla spalla, ma quest'ultimo sobbalzò ed emise un gemito di sorpresa. 

Jungkook gli aveva bloccato il movimento con una stretta ferrea al polso, non dolorosa ma comunque abbastanza ferma da impedirgli di voler perseguire ciò che stava facendo; Taehyung tuttavia non disse nulla, guardò solamente come le dita di Jungkook si erano avvolte strette al suo polso e non sembravano tanto intenzionate a lasciarlo. Solo dopo pochi attimi -che però gli parvero eterni- il più giovane si rendesse conto della sua azione e ritraesse la mano di botto, come scottato.

«M-mi dispiace! Oh dio, mi dispiace, n-non volevo—t-ti ho f-fatto male?».

Taehyung ritrasse la mano e la lasciò cadere, sentendo una leggera punta di disappunto alla mancanza di contatto con la pelle dell'altro ma rispettando, ovviamente, la sua volontà. Aveva capito che Jungkook non amava essere toccato, ed aveva anche capito che questo era un altro rimasuglio del suo passato. 

«Jungkook» chiamò Taehyung con voce bassa alla vista di come Jungkook sembrasse sull'orlo delle lacrime senza che avesse fatto nulla di male. Gli occhi erano rigorosamente incollati alle sue mani tremanti sul grembo, e per questo Taehyung portò una mano sotto il suo mento per esortarlo ad alzare il viso. Solo l'indice sfiorò il suo volto, e come quello alzò gli occhi su di lui, incredibilmente lucidi e simili a quelli di Kookie, ritrasse la mano e gli fece un sorriso rassicurante.

«Non mi hai fatto alcun male, Jungkook. Non darti colpe che non hai» iniziò quindi Taehyung, «Non volevo farti nulla di male, non mi sarei mai spinto oltre la spalla. La mia mira era arrivare a sfiorarti il viso partendo da un punto un pò più...estremo del tuo corpo». 

Jungkook si stringeva i labbro inferiore tra i denti quasi volesse strapparlo, non del tutto convinto della sua colpa, quindi Taehyung assunse un'espressione tranquilla ma incredibilmente seria.

«Non ti toccherò mai senza il tuo consenso o senza che tu lo sappia, d'accordo? Non toccherò mai qualcosa di più della tua mano o del tuo braccio, o al massimo il tuo viso, a meno che non sia tu a chiedermelo.  Rispetterò sempre le tue decisioni, e non devi scusarti di tutto questo, perchè non hai nulla da farti perdonare. Siamo d'accordo, Jungkook?».

Sperò che nei suoi occhi leggesse le sue intenzioni e l'assoluta veridicità di quelle parole. Non avrebbe mai toccato in alcun modo Jungkook senza il suo consenso.

Il consenso era vita. Il consenso era ciò che tutti dovevano chiedere in qualsiasi occasione, soprattutto in quelle più intime.

Il consenso era tutto, e lui avrebbe aspettato per riceverlo da Jungkook.

E anche se non lo avesse mai ricevuto non avrebbe avuto importanza, perchè era giusto che ognuno vivesse la sua vita secondo i propri princìpi.   

Jungkook annuì dopo qualche attimo, le sopracciglia leggermente arcuate in una posa preoccupata e le narici che gli si dilatavano appena per poter regolarizzare il respiro incerto.

«Siamo intesi, Jungkook? So che è difficile...fidarti, ma per favore, credimi. Non ti toccherò mai, a meno che tu non mi dia l'ok anche solo per stringerti la mano» ripetè quindi Taehyung, per chiarire il concetto. Repetita iuvant, no?

In realtà, aveva scoperto che Jungkook era disposto al contatto fisico solo se era lui stesso ad iniziarlo, quindi quando conosceva effettivamente a cosa stesse andando incontro, solo se era lui ad averne il controllo, se sapeva esattamente cosa si dovesse aspettare.

In caso contrario, era molto più restio a lasciarsi avvicinare. 

Jungkook chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, poi un altro ed infine un altro ancora per poi riaprire appena gli occhi, sussurrando un «Mi fido, Tae. Grazie».

Taehyung si aprì in un sorriso che Jungkook ricambiò debolmente, facendo ricadere il capo sulla testiera dietro di lui e socchiudendo gli occhi; quindi l'altro ritornò alla sua posizione iniziale, poggiando la schiena sui cuscini dietro di lui e rimanendo in silenzio.

In questo modo, il silenzio calò su di loro come un piacevole manto, non più denso di ansia o di tristezza, solo di quiete calma. Il silenzio era confortevole, non imbarazzante e soprattutto, tranquillo. Una sensazione che non provava da un po'.

Un fruscio appena accennato catturò la sua attenzione e il suo cuore fece una capriola. 

La mano di Jungkook era gentilmente strisciata sul materasso sul poco spazio vuoto tra loro fino a posarsi a coppa sulla sua, senza che la stringesse. Il contatto tra le loro pelli era piacevole, sentiva il calore della sua mano riscaldarne il dorso e sentì improvvisamente calore anche all'altezza del petto. Fece un piccolo sorriso e lanciò un'occhiata ad un imbarazzatissimo Jungkook, che guardava ovunque tranne che nella sua direzione, il capo voltato per non farsi guardare. 

Tenero pensò tra sé, ridacchiando dell'espressione sempre più imbarazzata, e come notò la punta delle orecchie di Jungkook di un rosso pomodoro così acceso da risultare distinguibile anche nella penombra, si morse il labbro inferiore per sopprimere un sorriso.

«Così va bene?» sussurrò quello, e il sorriso di Taehyung si ampliò.

«Sì, Jungkook. Va benissimo». Jungkook sorrise segretamente al responso. Taehyung voltò la mano facendo sì che adesso i loro palmi si toccassero e le dita si potessero stringere gentilmente.

«A che età hai scoperto che ti piacevano gli uomini?».

L'aveva detto ad alta voce.

Glielo aveva chiesto davvero.

Quel pensiero gli aveva preso a frullare nella mente improvvisamente, e gli era rimasto come un tarlo, prendendo voce e uscendo dalle sue labbra senza che neanche ci riflettesse. Era una curiosità come un'altra, ma che ebbe un effetto inaspettato.

Sentì come l'aria congelarsi attorno a loro e la tensione di Jungkook gli arrivò addosso neanche fosse un oggetto materiale.

«C-come?». La voce di Jungkook uscì strozzata e stridula. Taehyung si voltò allarmato verso di lui e lo vide con un'espressione terrorizzata ed ansiata sul volto.

Che diamine succede? Merda Taehyung, sei proprio un emerito idiota! si prese a schiaffi mentalmente e strinse la presa sulla sua mano per evitare che quello la ritirasse.

«No! Aspetta, non fraintendermi, era solo per fare conversazione, non devi rispondermi se non vuoi e—» fanculo.

Gli occhi di Jungkook si velarono perdendosi nel vuoto e si mossero appena qualche attimo, mettendo a fuoco il nulla senza neanche battere le palpebre.

Transizione.

Deglutì sonoramente e attese con il cuore rampante nel petto chi sarebbe apparso.

Ok, era stato proprio un idiota a tirare fuori quella domanda dal nulla senza neanche avvisarlo che stava per fargli una domanda delicata ma, cazzo, non poteva immaginare che l'altro fosse così spaventato all'idea di rispondere ad una domanda sulla sua sessualità da praticamente innescare la transizione con un'altra personalità.

Aveva usato un tono leggero, diamine, erano sposati -SPOSATI- cosa c'era di sbagliato nell'avere chiesto una cosa così normale?!

Fa che sia Kookie, fa che sia Kookie, fa che sia Kookie.

«Che cazzo..?».

Ovviamente.

Ritrasse immediatamente la mano da quella di Jungkook prima che JK si accorgesse che la stava stringendo e si allontanò un po' dal giovane, strisciando sul materasso per mettere maggiore distanza tra di loro.

JK batteva le palpebre per mettere a fuoco la stanza e successivamente si guardò intorno. Come gli occhi si posarono su Taehyung, lo sguardo si indurì e la mano si strinse in un pugno. Prima che l'altro potesse anche solamente chiedergli scusa, si sentì spingere via con tale forza che Taehyung rotolò per terra, un rantolo gli sfuggì quando la testa colpì il pavimento sotto di lui.

Beh, non si poteva aspettare nulla di diverso da JK.

Alla prossima botta mi si sposterà il cervello.

Gemette e si portò una mano sulla tempia pulsante.

«Che diamine ci fai sul mio letto?» la voce di JK era stata dura ed irritata, come al solito, e si era affacciato dal letto per guardare Taehyung strizzare gli occhi per il fastidio e issarsi su un avambraccio.

«E' il nostro letto, ormai aspettiamo domani per tornare a palazzo e stare ognuno nella propria stanza» borbottò Taehyung, issandosi e sedendosi sul materasso, ignorando l'occhiata curiosamente irritata di JK. 

«Non ci posso credere di essere tornato. Ehi tu, qualsiasi cosa abbia fatto prima, fallo più spesso. Da quando ci sei tu, Jungkook è più instabile del solito. Finalmente ho un po più di libertà» disse soddisfatto JK, lo sguardo sfavillante mentre ricadeva sui cuscini con le mani dietro la testa in una posa di assoluto relax.

Taehyung piegò la testa di lato, e si fece coraggio nel voltarsi per chiedergli: «In che senso?».

JK borbottò un'imprecazione ma, incredibilmente, rispose. «Erano anni che non affacciavo così spesso. Da quando ci sei tu invece, il perdente sembra che sia incapace di controllare perfino sé stesso, lasciandomi divertire un pò di più...anche se questo fottuto mal di testa mi sta uccidendo il cervello». JK chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie con movimenti circolari, un gesto che aveva visto fare anche a Jungkook per lo stesso motivo.

Taehyung roteò gli occhi ma non disse nulla, non aveva le energie necessarie per affrontare JK. Tuttavia, gli doveva delle scuse e gliele avrebbe poste, in particolare perchè...perchè si sentiva terribilmente in colpa per avergli urlato contro e avergli riportato alla memoria dei ricordi che probabilmente non voleva ricordare.

JK non meritava niente da lui, verissimo, ma quegli occhi feriti non riusciva proprio a scacciarli dalla testa. 

Taehyung borbottò qualcosa massaggiandosi la tempia pulsante. Sperava che non sarebbe spuntato un bernoccolo.

Mi manca solo quello.

Inoltre, tutti quei cambiamenti, quei discorsi, quelle liti e quelle tensioni gli avevano procurato un gran mal di testa -incrementato dall'ultima botta- quindi sospirò e si mise disteso nell'angolo estremo del letto, e JK imprecò sonoramente scrollandolo per una spalla.

«Cosa cazzo stai facendo? Fuori dal letto» sbottò, dandogli un calcio sulle gambe. Taehyung sobbalzò e per poco non cadde di nuovo rovinosamente a terra.

«JK, non pensi che sia abbastanza per oggi? Lasciami riposare, per favore» sussurrò, sperando di chiudere la questione.

Improvvisamente, si ritrovò sbalzato sul letto a pancia all'insù, e il corpo di JK pressato addosso. Come si dimenò -improvvisamente sveglissimo- diede dei pugni sul petto di JK, che gli afferrò i polsi per stringerli e portarli ai lati della sua testa.

Il suo cuore impennò e gli occhi gli si spalancarono di botto, focalizzandosi sul viso contorto dal divertimento di JK.

Una serie di flash riguardanti i primi giorni di nozze gli ritornarono alla mente, tartassandolo di spiacevoli flash che gli procurarono brividi in grado di farlo tremare da capo a piedi. Prima che potesse anche solamente accorgersene, delle lacrime tristi avevano preso a scorrere sulle sue guance. 

Strizzò gli occhi e li serrò, il respiro già mozzato per ciò che stava per subire. Non aveva il coraggio di aprirli per tornare a vedere quelli carichi di sadico piacere di JK.

«JK, vi prego, non—» la frase si tagliò perché un singhiozzo più forte degli altri gli strinse la gola.

Com una bolla d'aria in una soluzione, quella stretta alla gola si fece più salda, il corpo ebbe uno spasmo e le labbra furono costrette a spalancarsi, così come gli occhi ad aprirsi guardando il soffitto. Il cuore impazzito gli rimbombava nelle orecchie, facendole fischiare terribilmente e scalciò per liberarsi.

Come ansimò pesantemente, la presa sui suoi polsi si dileguò all'istante ma il peso del corpo dell'altro era ancora sul suo, quindi portò le mani sul volto per coprirselo interamente. Non sapeva il perché di quella reazione, perché sentiva di nuovo quel nodo familiare alla gola e quell'impossibilità di prendere abbastanza aria da far funzionare tutto correttamente, ma sapeva di volere che tutto finisse prima ancora di iniziare. 

JK si teneva issato per le braccia che, se solo Taehyung avesse avuto la vista nitida, le avrebbe viste tremare appena.

«Oh, merda» la voce di JK era appena un sussurro, scuoteva il capo e strizzava gli occhi, i pugni stringevano le lenzuola sotto di lui facendo diventare le nocche bianche, le spalle in tensione.

JK farfugliò qualcosa intraprendendo una conversazione con qualcuno di cui Taehyung non si interessò nemmeno, singhiozzando  contro le sue mani senza avere il coraggio di spostarle.

Proprio mentre singhiozzava, sentì una mano sulla sua.

«Taehyung».

Sarebbe di nuovo tornato tutto quel dolore -fisico e mentale- insieme a tutto quel senso di sporcizia, di schifo nei confronti di sé stesso; sarebbe tutto tornato anche peggio di prima, lo avrebbe distrutto ancora e ancora, fino a che di lui non ne sarebbe rimasto più nulla.

«Taehyung, guardami».

Non sentiva, non voleva. Quella voce dura, quell'ordine imposto, non voleva seguirlo.

Lo stava chiamando solo per—

Lo stava chiamando per nome.

Stava usando il suo nome e non uno di quegli orribili nomignoli che di solito gli affibbiava.

Con il petto ancora stretto e la gola serrata, cercò di deglutire a vuoto e allargò le dita sul suo viso, giusto per permettere ai suoi occhi, ancora densi di lacrime, di mettere parzialmente a fuoco il volto di JK.

Il volto distorto in un'espressione illeggibile di JK. 

Perchè era ancora JK quello sopra di lui, gli occhi non mentivano. 

«P-per favore, ti prego JK i-io non voglio...s-so che n-nessuno t-ti ha chiesto s-scusa p-per quello che hai s-subito e-e-...e io n-non ti p-piaccio e tutto, ma n-non f-farlo di nuovo. Ti supplico, non farlo».

Taehyung si maledisse mille ed una volta per il suo balbettio, per il tono di voce spezzato e ansante, per il suo essere così sottone, ma non poteva fare altrimenti. I singhiozzi non avevano sicuramente reso l'impresa di parlare una passeggiata, ma era disposto a tutto pur di non subire di nuovo quella violenza.

«Maledizione» ringhiò JK ad un soffio dal suo viso, e così come quel peso sul suo corpo era arrivato, così era sparito, lasciandolo completamente confuso ed attonito.

Era così sconvolto che ci impiegò più del dovuto a processare ciò che era successo. Aggrottò le sopracciglia, confuso e totalmente incredulo.

JK si era davvero fermato?












NDA: AH-AH! Che capitolo denso, penso che sia tipo una specie di montagna russa delle emozioni...e il prossimo sarà pure peggio lol (in senso positivo...?)

~Ci tengo tantissimo però a ringraziare in particolare tutte coloro che nel capitolo precedente mi hanno dato un parere su questa storia, placando così le mie ansie su quanto effettivamente interessanti fossero i capitoli e dandomi un parere sull'andamento della trama, spronandomi ad impegnarmi ancora di più di quanto già non faccia: gmxdgm, An-Moonchild, -bigbabol-, cocadiza17 e Fabintaa. Grazie infinite, dal profondo del mio cuore. Ve lo scriverei in tutte le lingue conosciute e non ma so solamente l'inglese, il cinese e il coreano quindi: Thank you so much,  真感谢, 감사합니다. ╥﹏╥ 

(se manca qualcuno la colpa è di wattpad, sono andata a riprendere i commenti dalle notifiche ma me li da tipo sballati(?!), e ho fatto 389394 segnalazioni allo staff al riguardo...sperem).

E grazie anche a tutti coloro che votano o che anche solamente leggono questa storia, non sapete quanto io ne sia felice. Che siate lettori silenziosi o meno, sappiate che vi sono sempre e ugualmente grata per spendere un pò del vostro tempo qui. 

A presto <3

PS:

non vi libererete mai dei miei collage 

(che perdono la qualità quando li carico, sob)

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