Let Me Get Lost In You [TaeKo...

By Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... More

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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By Hananami77

Notte.

La notte non era mai stato un problema per Taehyung, neanche allo spettrale castello dei Jeon. No, non credeva di aver mi temuto la notte come lo stava facendo in quel momento. 

La notte era sempre stata quella cosa in cui rifugiarsi nel momento in cui JK andava via dalla sua stanza o lo cacciava via. La notte lo aveva sempre protetto dagli occhi indiscreti della società malata e contorta in cui viveva, in cui era nato. La notte era la sua migliore amica perchè custodiva le sue lacrime senza rivelarlo a nessuno.

Ma quella notte era diversa.

Il dover condividere la stanza con Jungkook, lo spazio, il letto...era una delle cose che gli metteva più ansia in assoluto. Dopo il pensiero di potersi imbattere in JK, ovviamente.

Gli era ancora difficile guardarsi allo specchio, guardare come era diventato, come si era ridotto. Temeva cosa avrebbe potuto vedere se solo si fosse visto, quindi la soluzione migliore era non guardarsi proprio, no?

E adesso se ne stava chiuso nel bagno -da almeno quindici minuti- a fissare il lavandino in raffinato e lucido marmo bianco riflettere la versione distorta della sua immagine, ed era un po' la metafora di come si sentiva.

Si sentiva distorto nel modo più strano e contorto possibile, eppure...non poteva chiudersi nel bagno sempre. Avrebbe dovuto in qualche modo fronteggiare la notte, anche se questo sembrava ancora di più un incubo.

Ok, aveva già dormito con Jungkook, ma era Kookie ad essere presente, non era la stessa cosa, per nulla.

Deglutì sonoramente e si passò una mano tra i capelli, portandoli appena indietro solo per sentirli ricadere sulla fronte in morbide ciocche. 

Raggiunse la boccetta che il dottore gli aveva dato e, come al solito, trangugiò le gocce senza neanche pensarci due volte, sperando che quella stretta alla gola si sciogliesse e gli permettesse di non cadere in un limbo di panico e angoscia prima ancora di riuscire a mettere piede in stanza.

Un profondo respiro e due esitazioni dopo, Taehyung uscì dal bagno, sorprendendosi quando vide la camera...vuota?

Non seppe se era stato sollievo o curiosità quello che gli crebbe nel petto, ma era sicuro che non voleva perdere più tempo del necessario a pensarci, sfidando quindi la fortuna.

«Taehyung».

Quasi saltò in aria a sentire la voce gentile di Jungkook richiamarlo e si voltò di scatto, trovando Jungkook intento a guardarlo con un'espressione così adorabilmente seria che gli fece emettere un piccolo sospiro di sollievo, rilassando un pò la rigidità delle spalle. 

«Ti ho forse spaventato?» chiese premuroso il principe, inducendolo a scuotere la testa.

«No, tranquillo, non ti avevo visto. Perdonami» rispose con voce roca, schiarendosela subito dopo. Jungkook spalancò un attimo gli occhi e scosse velocemente il capo.

«No, perdonami tu, ti ho spaventato. N-non era mia intenzione».

Un imbarazzante silenzio cadde tra di loro e Taehyung sperò vivamente che Jungkook non notasse il leggero disagio dipinto sul suo volto, che lo induceva a strofinare i palmi delle mani sulla sua camicia da notte -che gli sudavano per l'ansia.

Perché quelle dannatissime gocce ci impiegano così tanto a fare effetto?

«Allora...vado» sussurrò incerto Jungkook, stando attendo a distanziarsi da lui abbastanza da non fargli venire il panico, chiudendosi la porta del bagno alle sue spalle con delicatezza.

Taehyung emise un profondo sospiro e andò velocemente verso il letto, anche se non era necessario che lo facesse con urgenza, perchè c'era Jungkook con lui.

Si mise disteso nell'angolo più estremo del letto, quasi al limite del materasso, tirandosi le coperte fin sopra le orecchie per attutire il suono del suo cuore errante nel petto e per zittire la sua mente che voleva mettergli solo ansia e terrore e che non aiutava nel suo processo di mantenere la calma.

Passarono quelle che a Taehyung sembrarono ore prima che la porta del bagno si aprisse con lentezza e un piccolo e quasi inudibile sospiro arrivasse alle sue orecchie bollenti.

«Taehyung...sei sveglio?».

La voce gentile di Jungkook lo convinse a riemergere dalle coperte nelle quali si era volontariamente sepolto per strizzare gli occhi e adattarli alla penombra della stanza -e a non cedere alla tentazione di fingersi profondamente addormentato.

Jungkook indossava una casacca simile alla sua, solo più aperta sul petto che lasciava vedere perfettamente una serie di macchie scure e circolari che gli adornavano la pelle candida del collo e delle clavicole.

E se si sommano ai capelli rossi, al profumo da donna e alla sbronza di JK...

«Hai bisogno di qualcosa, Jungkook?» gli chiese, piegando la testa di lato ed ignorando il fastidio al pensiero che, indirettamente, Jungkook lo avesse tradito.

Jungkook abbozzò un sorriso e scosse la testa, «Volevo solamente dirti che puoi prenderti tutto il letto, io dormirò sul divano dall'altra parte della stanza».

E Taehyung non nascose la sorpresa che gli si dipinse sul volto a tali parole.

«Cosa? No Jungkook, sarai scomodo e domani ci aspetta una lunghissima ed estenuante giornata reale all'insegna delle chiacchiere e dei convenevoli. Faresti meglio a riposare su un letto vero» gli bisbigliò con tono serio, aggrottando leggermente le sopracciglia.

Ignorò il senso di sollievo che aveva sentito crescergli dentro a quella rivelazione e si concentrò nuovamente su Jungkook, che lo guardava con occhi grandi e luminosi, proprio come quelli che aveva visto la prima volta.

«Starò bene lì sopra, non preoccuparti. Non è un buon momento per provare a dormire insieme dopo tutto quello che è successo nelle settimane scorse. Sarai già costretto a starmi tutto il giorno a stretto contatto proprio domani...sai no, dovremo stringerci la mano, stare seduti vicini e cose di questo genere che, considerato che hai paura perfino a starmi affianco...rende il tutto non troppo confortevole».

Jungkook aveva aggrottato le sopracciglia ed abbassato mortificato lo sguardo verso le lenzuola ancora perfettamente lisce e stirate sotto di lui, non riuscendo a sostenere lo sguardo di Taehyung per più di un certo tot senza che sentirsi terribilmente in colpa -non solamente per lo stato attuale delle cose, ma anche per come Taehyung era spaventato da lui.

Taehyung si morse il labbro inferiore, passandosi poi una mano tra i capelli.

«Capisco il tuo punto di vista e sì, sono ancora abbastanza restio all'idea di essere toccato, perché ogni volta che lo fai ritorno con la mente ad altre cose che preferirei non aver mai provato. Tuttavia, se non cominceremo da qualche parte, non faremo nessun progresso ed io vorrei sinceramente provare a starti più vicino».

Jungkook alzò di scatto la testa e piantò di nuovo quegli occhioni grandi e profondi nei suoi, illuminati non solamente dalla luce notturna della luna, ma anche da un senso di speranza davvero adorabile.

«Oh, anche io! C-cioè, volevo dire» si schiarì la voce per modulare l'entusiasmo, «Hai ragione. Però forse potremmo...i-iniziare p-poco per volta, s-si insomma...magari potremmo anche parlare un po' e p-poi andrò a dormire di là» si grattò la nuca e Taehyung era pronto a scommettere qualsiasi cosa sul fatto che, se ci fosse stata abbastanza luce, lo avrebbe visto arrossire furiosamente.

Fece un piccolo ed increspato sorriso e annuì, andando poi a fare pat pat sul posto vuoto al suo fianco, incitando Jungkook ad avvicinarsi.

«Sono d'accordo. Ma almeno siediti e non rimanertene in piedi, mi fai sentire il nonno morente degli spettacoli teatrali a cui mio padre mi obbligava a partecipare da bambino» scherzò Taehyung, e Jungkook rise apertamente.

La sua risata era dolce e musicale, davvero stupenda.

Se solo fosse così semplice Jungkook... forse a quest'ora ci staremmo abbracciando su questo letto anziché rimanercene a debita distanza, entrambi tesi ed entrambi persi nei nostri pensieri.


............................


La servitù bussò alla porta della stanza troppo presto per i gusti di Taehyung, ma era comprensibile.

Era il grande giorno dei due principi e, come tali, i preparativi dovevano essere assolutamente perfetti e tutti gli ospiti già pronti -partendo dalla colazione.

Taehyung non si svegliò tanto per il bussare quanto per il tonfo e il sibilo acuto che seguì quei colpi leggeri contro il legno della porta. Si issò e strofinò un attimo gli occhi, vedendo poi una figura vestita di bianco sfilare davanti il suo letto per spalancare le tende delle finestre e inchinarsi nuovamente, salvo poi guardare interdetta la figura di Jungkook issarsi sui gomiti -sul pavimento.

«La colazione, Vostra Altezza» annunciò subito dopo quella, e una seconda figura entrò nella stanza spingendo un carrello con sopra ogni tipo di pietanza e frutta, impregnando l'aria di un dolce aroma di tè nero e paste appena sfornate.

Taehyung represse uno sbadiglio e borbottò un «Potete andare» appena udibile, scoprendosi una volta per tutte e mettendosi seduto sul letto. Si stiracchiò le membra indolenzite solo per sentire uno sbuffo assonnato proveniente dall'altra parte della stanza e un grugnito di disappunto.

Si voltò verso Jungkook, la cui casacca mollemente scivolata su di una spalla lasciava intravedere non solo la sua pelle di alabastro e simile al marmo, ma anche quelli che Taehyung aveva solamente supposto fossero macchie scure e che, proprio come si aspettava, erano solo una scia interminabile di succhiotti.

Succhiotti che, ovviamente, non gli aveva lasciato lui.

Jungkook si era inspiegabilmente riaddormentato sul pavimento con la testa poggiata sul suo avambraccio, l'espressione rilassata e le labbra leggermente schiuse da cui uscivano profondi sospiri.

Taehyung sospirò e si stiracchiò un'ultima volta, strizzò gli occhi feriti dalla luce del mattino e si alzò puntando dritto verso il bagno, in cui si barricò per qualche tempo. Non alzò il viso sull'enorme specchio posto di fronte al lavandino, ma si tamponò il volto con il morbido asciugamano di spugna, sospirando al piacevole contatto.

Uscito dal bagno, notò come Jungkook era ancora profondamente addormentato, quindi, con mano esitante, andò a scuotere leggermente la spalla del principe, sussurrandogli un «Jungkook, è ora di alzarsi». La voce era ancora arrochita dal sonno ma profonda abbastanza da scuotere l'altro, che borbottò qualcosa senza però aprire gli occhi.

«Jungkook, la colazione è appena arrivata. Forza, altrimenti si fredda tutto» ripetè allora, e solo al terzo tentativo Jungkook aprì gli occhi, assonnati e lucidi, guardandosi confusamente intorno.

«Taehyung...?» sussurrò con voce incredibilmente profonda.

Quel tono gli fece perdere un battito ma si compose in un secondo e annuì.

«Esatto, dobbiamo prepararci per la cerimonia. Abbiamo poco tempo, la colazione è già arrivata» gli sorrise un po' Taehyung indicando con un cenno del capo il carrello di cibo posto vicino al piccolo tavolo preparato per la colazione in stanza. Se non incoraggiava il principe ad alzarsi, la servitù lo avrebbe trovato ancora disteso a terra intento a dormire, e non era decisamente il caso.

Jungkook annuì con fare assonato e si strofinò un occhio, trattenendo uno sbadiglio per pura fortuna e issandosi con un borbottio sommesso. Quel gesto gli ricordò immediatamente Kookie, e quasi si sorprese nel rivedere quella caratteristica nel principe.

Poggiò d'istinto la fronte sulla spalla di Taehyung e sospirò pesantemente, continuando a mugugnare qualcosa sul fatto che avesse sonno e che non fosse giusto alzarsi presto per quel matrimonio che poteva attendere ancora un pò. E Taehyung avrebbe anche ridacchiato, se solo il contatto non gli avesse fatto venire il batticuore.

Ancora una volta.

Un calore diffuso gli s irradiò sul viso e fece un paio di "pat pat" sulla sua spalla accompagnati da un «Vedrai che una buona tazza di tè ti risolleverà l'umore» detta con non troppa convinzione. Jungkook annuì quasi incosciente e si trascinò fino al bagno, lasciandogli quindi del tempo per riprendere fiato.

Si stava facendo il lavaggio del cervello da solo per convincersi che Jungkook non era pericoloso, che non era di lui che doveva preoccuparsi e che non gli avrebbe fatto del male. Non doveva temere nulla, perché Jungkook non gli avrebbe mai alzato le mani.

Come si sedette a gustarsi un po' di frutta fresca per rinfrescarsi il palato, la porta della stanza si aprì per rivelare un preoccupatissimo ed affannatissimo Yoongi che, come entrò, si guardò intorno come se si aspettasse di vedere le pareti intrise di sangue.

Lo sguardo ansioso del consigliere della casata Jeon si posò su di lui, facendo un profondo inchino prima di avvicinarglisi velocemente per sincerarsi che stesse bene.

«Perdonatemi Taehyung, ma non sono riuscito a far cambiare stanza né è stato conveniente far circolare la voce che i coniugi reali Jeon dormissero in stanze separate. Avete avuto un buon sonno?» chiese quello, già vestito di tutto punto e con i capelli perfettamente acconciati.

Gli occhi sottili e scuri vagarono su tutto il volto del reale per constatare che non ci fossero altri lividi in aggiunta a quelli che si stavano rimarginando, rilassando l'espressione via via che si rendeva conto che erano sempre gli stessi.

«Non dovreste preoccuparvi così tanto, Yoongi, non vi fa bene alla salute. Avete già fatto colazione?» chiese allora Taehyung, masticando con lentezza un acino d'uva e versandosi del tè nella raffinata tazza in porcellana perlacea dai bordi placcati d'oro.

Yoongi annuì e rizzò la schiena, «Sì, vi ringrazio, ho mangiato un boccone prima di venire qui. Dov'è il principe Jungkook?» chiese allora, guardandosi intorno. Aggrottò le sopracciglia alla vista del letto solo parzialmente distrutto e si voltò per chiedere nuovamente a Taehyung qualcosa, ma la porta del bagno si aprì rivelando un Jungkook adesso perfettamente sveglio e con le punte dei capelli umidi e schiacciate sulla fronte.

«Yoongi!» esclamò quello, sinceramente contento di vederlo.

Yoongi sorrise appena e si chinò, «Buongiorno, principe» salutò formale e Jungkook alzò gli occhi al cielo.

«Quante volte ti ho detto di non usare quell'appellativi? E' così difficile chiamarmi per nome?» sbuffò allora, andando a sedersi al tavolino proprio di fronte a Taehyung. Si sporse per afferrare un pasticcino ricoperto da zucchero a velo e mangiarlo in un sol boccone e la casacca per la notte gli si aprì leggermente, rivelando una generosa porzione di pettorali che Taehyung non potè evitare di guardare per qualche attimo, tornando poi a porre attenzione al cucchiaino sul piattino. 

Gli occhi scuri del principe si illuminarono dalla gioia e Taehyung si ritrovò a fissarlo, di nuovo con quel batticuore fuori luogo e ingombrante, sentendo le guance rosse. Ma nessuno dei due sembrava accorgersene, per fortuna.

«E potrete continuare a ripeterlo, principe Jungkook. Non posso ignorare la mia posizione ma vi ringrazio comunque per la gentilezza. Sono venuto a controllare che fosse tutto quanto più confortevole possibile per entrambi, la servitù sarà qui tra un quarto d'ora per aiutarvi ad indossare gli abiti ch avete scelto per la cerimonia» disse quello, e Jungkook annuì mettendo un adorabile broncio.

Quello è proprio un broncio alla Kookie.

«Quanto durerà la cerimonia?» chiese, ancora imbronciato. Nel frattempo, aveva afferrato un altro pasticcino ingurgitandolo come il precedente -solo che stavolta lo zucchero a velo finì per sporcargli la punta del naso.

E Taehyung non riuscì proprio a contenere la risata alla vista di quell'adorabile Jungkook con il naso sporco e con dei residui di biscotto nell'angolo della bocca. 

Quello si voltò curioso verso di lui e le sue guance si colorarono nuovamente di un rosa simile ai petali dei fiori di ciliegio, deglutendo il resto del pasticcino e abbassando gli occhi sul vassoio, diventato improvvisamente più interessante di qualsiasi altra cosa.

Taehyung non rideva spesso, ma quando lo faceva era...incredibile.

Senza pensarci, Taehyung prese un fazzolettino e si sporse verso di lui, andando a rimuovere quelle piccole tracce di dolcezza dal volto dell'altro che, se possibile, divenne ancora più rosso e con gli occhi larghi dalla sorpresa.

Era la prima volta dopo aver conosciuto JK che Taehyung gli si avvicinava spontaneamente.

«Eri sporco di zucchero a velo, oltre che tremendamente carino» gli sorrise Taehyung, ritornando a sedersi al suo posto e sorseggiando il suo tè come se nulla fosse.

Jungkook lo guardava con occhi lucidi di emozioni e con l'ombra di un sorriso sulle labbra piene e adesso pulite, e l'unica cosa che riuscì a fare fu sussurrare un «Grazie mille» seguito poi da un rumoroso schiarimento di gola.

Entrambi sembrarono ritornare alla realtà e videro Yoongi schiarirsi la gola con espressione imbarazzata, prima di congedarsi ed andare via, non senza avergli lanciato un ultimo, curioso sguardo.

Continuarono la colazione in silenzio, Taehyung intento a godersi il suo tè, Jungkook intento a divorare qualsiasi pasticcino o pasta dall'aria invitante presente su quel vassoio, ma poi alzò lo sguardo sul più grande con un'espressione perplessa.

Taehyung alzò le sopracciglia, «C'è qualcosa che non va?».

Era ancora Jungkook quello, era chiaro come il sole, ma perché lo guardava con...disappunto?

E questo è proprio come JK.

«Hai mangiato solo qualche pezzetto di frutta e bevuto del tè...non è un po' poco?» chiese con tono gentile e vagamente preoccupato, abbassando gli occhi sul suo ennesimo pasticcino, sentendosi quasi in colpa per averne mangiati così tanti da solo.

Taehyung sembrò irrigidirsi un pò ma scrollò le spalle.

«Sto bene così. Non ho molta fame, comunque» sorrise tirato. Era un sorriso così diverso da quello di prima che Jungkook avrebbe tanto voluto farglielo notare e cancellarlo, ma decise di starsene zitto e studiare ciò che rimaneva della colazione alla ricerca di ispirazione.

«Per favore, mangia almeno un muffin o un biscotto» gli disse allora, spostando verso di lui un piattino dove erano contenuti entrambi i dolcetti menzionati. Taehyung scosse la testa.

«Davvero, non faccio complimenti ma non mi vanno. Come se avessi accettato, comunque».

Il leggero disagio che sembrava essersi dissipato tra loro con le chiacchiere notturne prima della buonanotte, adesso era tornato, e Taehyung poteva percepire il leggero disappunto del più giovane irradiarsi fino alla sua postazione e renderlo inquieto e teso.

Quello era un atteggiamento tipico da JK che però si manifestava in Jungkook. Era tutto nuovo ma in un certo qual modo sensato.

«E'...a causa mia?» parlò poco dopo Jungkook, continuando a guardarsi le mani e a giocherellare con le dita. Taehyung abbassò la tazzina.

Era colpa sua?

Non direttamente. In realtà, Taehyung amava la roba dolce, e in altri tempi avrebbe fatto compagnia a Jungkook mangiando tutte quelle cose che erano sicuramente buonissime e che gli facevano gola più di ogni altra cosa, ma...ma dal giorno del suo matrimonio, qualsiasi cosa sembrava nausearlo più di quanto ci si aspettasse.

Partendo dal suo corpo e finendo con il cibo, tutto era quasi invivibile per lui, velatamente disgustoso e privo di qualsiasi valore che non fosse di mero contorno. Poche cose riuscivano a dargli conforto o a suscitargli un qualche tipo di reazione diversa dall'ansia o dalla tristezza.

«In parte» ammise infine, non potendo evitare di sentire il cuore fermarsi a come la testa di Jungkook fosse scattata verso l'alto a quella risposta ed il suo viso avesse perso tutto il suo colore che invece sembrava stargli molto meglio.

Gli angoli delle labbra erano curvi verso il basso e l'espressione era così colpevole che Taehyung si sentì quasi in colpa per averlo ammesso. Ma non poteva fare altrimenti, mentire sarebbe stato peggio.

E lui non era un bugiardo.

«Mi dispiace da morire Taehyung...se-se solo fossi normale io—».

«Cerchiamo di rendere migliore il futuro, ok? Non pensare a ciò che è stato, basto io a rimuginarci tutto il giorno senza che lo faccia anche tu. Almeno uno dei due si deve appigliare alle cose belle, no?» lo interruppe Taehyung, non volendo sentire quelle parole.

Non era stato lui a scegliere di essere in quel modo, la brutalità della vita lo aveva portato a crearsi degli scudi dalla crudeltà umana, quindi non doveva pensare di sè peggio di quanto -ne era sicuro- già facesse.

«Hai—uhm parlato con JK?» domandò, incerto.

Jungkook fece un profondo sospiro e le spalle gli si incurvarono. «Non esattamente. Posso comunicare con loro solo in alcuni casi e neanche poi così tanto...la maggior parte delle volte lascio delle note sulla scrivania o dentro la tasca della giacca, così che chiunque dovesse apparire sappia cosa sto facendo e cosa deve fare. Di solito Kookie se ne sta in silenzio se compare in momenti poco opportuni e questo lo apprezzo veramente tanto...lo stesso non si può dire di JK» parlò lentamente il principe, spezzettando una brioche con le pallide dita con fare pensieroso.

«JK è molto impulsivo ed irritabile, ha un temperamento menefreghista e insensibile, tende sempre a mettermi in guai più grandi di me. Vive per rendermi la vita un inferno, e non gli importa di nessuno se non di sé stesso. So quanto possa diventare aggressivo e violento, e odio con tutto me stesso ciò che sono. Da anni non riesco più a comunicare con lui...con loro».

Jungkook non aveva alzato neanche lo sguardo mentre parlava di JK come se fosse un'altra persona, e Taehyung sentì la necessità di confortarlo.

Non era colpa sua se con lui c'erano anche JK e Kookie, non era colpa sua se quell'uomo lo aveva distrutto fino al punto da dover evadere da quella situazione, non era colpa sua se era così. Le sue parole erano così piene di antico dolore e odio per sè stesso che ignorarlo era semplicemente impossibile.

Taehyung allungò una mano e sfiorò il dorso della sua con la punta delle dita, sorridendogli gentile e con un'espressione così dolce che Jungkook sentì la gola serrarsi e farsi secca, le guance scaldarsi improvvisamente e le orecchie diventare due spiedini bollenti.

«Jungkook, non odiarti così tanto. Odiare così tanto una parte di te non ti porterà mai ad essere felice. Non è una colpa essere come sei, e non è neanche colpa di JK o di Kookie ...Puoi fare di meglio che continuare ad odiarti, puoi provare ad andare oltre e imparare a conviverci traendo il meglio di ciò che c'è in questa situazione. Sono sicuro che JK non ti odi così tanto come pensi, e....» Taehyung esitò qualche attimo mordendosi il labbro inferiore.

Il contatto tra le loro mani era piacevole, leggero ma non invasivo, un contatto che lo faceva sentire nel posto giusto, per una volta.

Prese un profondo respiro e continuò a parlare con voce ferma e convinta, puntando gli occhi su quelli tristi di Jungkook, «E possiamo farlo insieme, se vuoi. Volevo scappare, ed un piccola parte di me continua a volerlo fare, ma sei una persona squisita e possiamo gestirla insieme. Possiamo provarci, e ne sono perfettamente convinto. Ciò che ti ho detto ieri vale ancora».

Jungkook quasi sobbalzò dalla sedia a quelle parole, l'espressione era così incredula che fu impossibile per Taehyung fare un piccolo sorriso. Il principe sembrava intento a valutare se quello fosse un sogno o meno, infatti si strofinò l'occhio un paio di volte e scattò in piedi, solo per vedere lo sguardo sorpreso di Taehyung posarsi su di lui e sgranarsi alla vista della sua seconda mossa.

Jungkook gli si era appena inginocchiato davanti. 

Gli prese entrambe le mani e lo guardò con quegli occhi scuri e lucidi di lacrime di gioia. «Taehyung, davvero? Dici davvero? Ieri mi hai detto che ti serviva del tempo ma questo...Sei davvero disposto ad...aiutarmi?» lo sussurrò quasi neanche ci credesse e Taehyung annuì, convinto.

Certo, il contatto gli stava creando un leggero panico, ma era gestibile, quindi lasciò che le calde mani di Jungkook coccolassero le sue ed annuì.

«L'ho detto perchè lo penso davvero, Jungkook. Sono disposto ad aiutarti, se lo vorrai e se capiremo come fare per far funzionare le cose. Jungkook, quando ti ho conosciuto ho visto un ragazzo gentile e disponibile, e l'idea del matrimonio combinato improvvisamente...non era poi così male. Posso solo immaginare quanto possa essere difficile gestire tutto questo e so che non sono il dottore, ma so anche che sono disposto ad aiutarti e a farmi aiutare a...ripartire da zero».

Jungkook si illuminò per qualche attimo di un sorriso sincero prima che l'espressione mutasse nuovamente in una di profondo sconforto, «JK ritornerà, sappiamo entrambi che lo farà e...e forse distruggerà tutto quello che mi stai dicendo o quello che creeremo. Forse ti toccherà di nuovo come non dovrebbe e ti dirà delle cose che ti feriranno, e starmi vicino per te sarà più difficile e—».

La mano di Taehyung si posò sulle sue labbra per evitare che continuasse a dire quelle cose. Quelle cose vere ma sbagliate se messe sotto quell'ottica.

«Jungkook... lo gestiremo poco per volta. Il fatto che adesso ne stiamo parlando, che adesso sappiamo entrambi cosa vogliamo e cosa vogliamo raggiungere è già un inizio. JK lo gestiremo nel momento in cui comparirà. So cosa ti sto dicendo, e so anche che potrei andare incontro a...esperienze poco piacevoli, ma devo farlo se voglio davvero esserti utile in qualcosa. Ti sto dando la mia fiducia Jungkook».

Le guance del più giovane si colorarono di nuovo di quel rosa pesca davvero adorabile e annuì contro la sua mano, gli occhi luminosi e adesso diventati due mezzelune simili a quelle di Kookie.

Sarà JK davvero l'unico ostacolo che dovremo superare?













NDA: Bentrovati! Lo so, gli ultimi due sono dei capitoli di passaggio, ma se avete notato, le interazioni tra Jungkook e Taehyung non sono state poi molte...dovevano fare il punto della situazione e, almeno a parole, ce l'hanno fatta.

Ma con i fatti?

Ho in serbo molte cose interessanti per i prossimi capitoli :> A presto <3


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