OVUNQUE // Federico Bernardes...

By happinex22

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Dalla storia: "Ancora confuso, Federico entrò nella sua casa torinese. Si gettò di peso sul divano ed evitò d... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Epilogo
Extra 1
Kilig
Extra 2

Capitolo 49

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By happinex22

Rebecca si risvegliò poco dopo nella stanza dell'infermeria generale del J Center. Si issò sul lettino, voltando la testa e constatando di essere sola.

Si portò una mano alla testa, avvertendo il solito dolore post disperazione e sospirò al ricordo di Federico che usciva svelto dalla hall del centro bianconero. Come aveva fatto ad essere così dannatamente stupida? Le cose sarebbero state più semplici se lei non avesse avuto così tanti segreti con lui. Per di più, se Federico avesse saputo di vivere una relazione più che tranquilla, non si sarebbe fidato di Veronica, e le cose sarebbero andate per il verso giusto. Ma così non era stato.

I suoi pensieri vennero interrotti con l'arrivo di Andrea. Il difensore entrò con una bottiglia di acqua naturale e un bicchiere tra le mani e si sorprese nel trovarla già rinvenuta. <<Ti senti meglio, Becca?>> chiese riempiendole il bicchiere e porgendoglielo.

La pugliese lo guardò spaesata, prendendo il bicchiere con la mano tremante. Si sentiva strana, troppo leggera. Non quella leggerezza che si prova quando si è estremamente felici, ma una leggerezza diversa, superficiale, inutile. Sentiva di star vivendo un lutto, una perdita fondamentale per la sua vita, forse perché aveva vissuto l'illusione di poter vivere ancora con lui, di poter far funzionare le cose.

Bevve l'acqua rimuovendo l'asciutto dalla sua bocca. <<No>> disse scuotendo la testa in risposta alla domanda di Andrea.

Il difensore sospirò, sedendosi sulla sedia girevole posta accanto al lettino. <<Mi dispiace davvero tanto, piccolina>> disse allungando una mano per accarezzarle il viso <<non pensavo ci fosse tutto questo dietro.>>

<<Non sono riuscita a dirglielo...Abbiamo passato tre giorni bellissimi a Firenze, ci eravamo finalmente ricongiunti e io ho ignorato per tutto questo tempo la vocina nella mia testa che mi consigliava di dirgli subito la verità.>>

<<Credo che avrebbe reagito allo stesso modo>> disse visibilmente dispiaciuto <<è una cosa troppo difficile da digerire. Sono sincero, forse avrei reagito anche io così.>>

Rebecca si morse il labbro inferiore per trattenere l'urlo di disperazione che voleva gettare fuori, liberandosi definitivamente del dolore che le occupava il centro del petto. Annuì, asciugandosi le lacrime che stavano nuovamente fuoriuscendo dai suoi occhi.

<<Non volevo offenderti, Becca>> Andrea si diede mentalmente dello stupido e, alzandosi dalla sedia, prese posto sul lettino accanto a lei. <<Vorrei poterti aiutare, ma l'unica cosa che mi sento di dirti è di provarci ancora, di parlargli...>>

Becca scosse violentemente la testa, interrompendolo <<Mi odia, Andrea, mi odia. Sai cosa significa sapere che la tua ragazza, quasi due anni fa, ha accettato dei soldi per lasciarti? Io lo capisco, perché ho fatto l'errore più grande della mia vita e non merito il suo perdono.>>

<<Tutti meritiamo una seconda chance>> il difensore abbozzò un sorriso.

<<La mia seconda chance è già passata. Avrei dovuto dirglielo giorni fa, ma ho sbagliato ancora e questa volta sono imperdonabile.>>

<<Federico ti ama, Rebecca! Non potete annullare il vostro amore...>>

<<Sì, invece!>> lo interruppe ancora piangendo <<Lui non può continuare ad amare una persona che lo ha fatto soffrire due volte! Federico ha davvero bisogno di qualcuno che tenga a lui, che possa amarlo con tutta sé stessa, mettendo il suo bene davanti a tutto, anche alle difficoltà.>>

<<E quella persona sei tu.>>

Rebecca scosse la testa in un cenno di negazione, cercando di fermare il tremito delle sue labbra. <<Non posso essere io, gli ho fatto solo del male.>>

<<Ma non capisci!>> Andrea si alzò di scatto per porsi davanti a lei. Le strinse dolcemente il viso tra le mani, costringendo i suoi occhioni pieni di lacrime a guardare i suoi. <<E' vero, conosco Federico da pochissimo, ma ho imparato a capire com'è fatto, i suoi modi, il suo carattere, persino i suoi pensieri mentre corre concentrato in campo. Quando ci sei anche tu con noi, per lui non esiste nessun altro, solo tu. I suoi occhi sono sempre stati fissi su di te, anche quando provava a trattenersi, ripetendosi che lo avevi lasciato tu! Sei la sua calamita, il suo chiodo fisso, e lo sei sempre stata, non puoi negarlo, e sono sicura che sia ancora così, sarà sempre così, perché un amore vero non si esaurisce mai.>>

Andrea passò i pollici sulle guance di Rebecca, asciugandole le lacrime che ora scendevano copiose. <<Ascoltami, ti prego>> continuò <<Sei riuscito a conquistarlo per una seconda volta, fallo ancora, vai da lui.>>

<<Questa volta si tratta di conquistare la sua fiducia, non so se riesco...>>

<<Rebecca, sì! Sì, che puoi riuscirci. Lui ti ama e non può trattenere i suoi sentimenti, facendo vincere ancora una volta Veronica.>>

La porta si aprì ancora, rivelando la presenza di Paulo, il quale, osservando Rebecca piangere ancora, strinse le labbra formando una linea sottile e si avvicinò per abbracciarla. La ragazza si lasciò cullare dalle dolci carezze del migliore amico, mentre pensava ininterrottamente alle parole di Andrea.

<<E se mi rifiutasse?>> chiese rivolgendosi al difensore. <<Se mi dovesse cacciare, se dovesse insultarmi? Mi ha detto che gli faccio schifo, forse è davvero finito tutto.>>

<<Se non ci provi ancora non puoi saperlo, piccolina>> disse Barzagli accarezzandole i capelli. Rebecca guardò prima lui e poi Paulo, il quale, capendo al volo cosa il suo collega gli avesse detto, tirò fuori dalla tasca le chiavi della sua macchina.

<<Ten cuidado, neña>> disse lasciandole un bacio sulla guancia.

_________________

Era assurdo come, d'un tratto, il soffitto fosse diventato così interessante da essere fissato per ore, ininterrottamente. Non riusciva a fare nient'altro, se non pensarci. Era come se si trovasse nel suo inferno: chiudeva gli occhi e la scena di qualche ora fa gli si materializzava davanti, costringendolo a sentire quelle parole, guardare i suoi occhi spaventati colmi di lacrime, il suo corpo teso che non rispondeva ai comandi dettati dalla sua testa. E lui lì, che assisteva a tutto quello incredulo.

Spike e Wendy, sentendo il malessere del giocatore, si arrampicarono sul divano su cui era steso per coccolarlo come solo loro erano in grado di fare.

<<Voi non mi tradirete mai, lo so>> disse accarezzando le due testoline pelose. Wendy lo guardò con il musino corrucciato, captando i pensieri negativi del buon padrone. <<Non guardarmi così, supererò anche questa, no? Penso di essere abituato ormai...>>

Il suo dialogo con i due cagnolini venne interrotto dal motore di una macchina che si spense. Il suo cuore cominciò a martellare all'interno della gabbia toracica, mentre si avvicinava alla finestra per osservare chi ci fosse lì fuori. Infatti, dietro il cancello era parcheggiata l'auto nera di Paulo, ma la figura che stava uscendo dalla macchina non corrispondeva a quella dell'attaccante numero 10, bensì alla piccola figura di Rebecca.

Aprì furioso la porta d'ingresso <<Vattene via, cazzo!>> disse furioso, sporgendosi fuori dalla porta facendo spaventare Wendy e Spike, che cominciarono ad abbaiare preoccupati. <<Non voglio più vederti, cosa non ti è chiaro ancora?!>>

Rebecca rimase bloccata davanti al cancello, con le chiavi dell'auto di Dybala tra le mani. Lo guardò ferita, immaginandosi proprio una reazione del genere. <<Ti prego, Fede...>>

<<Ti ho detto di andartene!>> urlò ancora, sentendo le tempie palpitare dal dolore.

<<Ho bisogno di parlarti, ascoltami, ti prego>> disse sperando di farsi sentire.

Sebbene non avesse ancora pensato ad un vero e proprio discorso, le parole di Andrea l'avevano spinta a provarci un'ultima volta, con la speranza di non essere trattata in malo modo. Sapeva di meritarselo comunque, alla fine era colpa sua se erano finiti così.

<<Non voglio più ascoltare le tue cazzate, le tue parole false, per poi scoprire di essere tradito. Non ho assolutamente voglia di farmi prendere ancora per il culo da una come te, riesci a capirlo o devo urlartelo più forte?>>

<<ASCOLTAMI INVECE DI INVEIRMI CONTRO!>> urlò disperata stringendo le sbarre del cancello davanti a sé.

Federico, che non si aspettava per nulla una reazione del genere, ringraziò il cielo per aver comprato una villa sperduta su una collina lontana da vicinati e città, pensando che, sicuramente, con le loro urla, avrebbero attirato l'attenzione di persone che li avrebbero venduti alla gogna mediatica per farne qualche articolo su giornali di gossip.

Wendy ringhiò arrabbiata, provando ad avvicinarsi al cancello per aggredire, in qualche modo, quella ragazza che non aveva mai visto prima. Bernardeschi la spinse dolcemente in casa, accostando la porta per non farla uscire, mentre, con una lentezza esaustiva, scendeva i gradini del porticato per raggiungere il cancello. Rimase comunque lontano dalla figura della ragazza e, incrociando le braccia al petto, la osservò, trattenendo l'istinto di aprirle il cancello per potersela stringere addosso.

<<Cosa cazzo vuoi ancora?>> grugnì cercando di mostrare tutto il suo disprezzo.

<<Parlarti, senza queste cazzo di sbarre che ci separano>> fece allargando le braccia lungo i fianchi per poi lasciarle cadere, spazientita.

<<E invece continueranno a farlo>> disse sollevando leggermente le sopracciglia, in un gesto che, sapeva, darle fastidio.

Rebecca prese un lungo sospiro, chiudendo gli occhi per concentrarsi e non finire con lo scavalcare il cancello e saltargli letteralmente addosso. <<Va bene, come vuoi. Volevo chiederti scusa e spiegarti come stanno le cose>> mormorò mordendosi la lingua fino a farsi male.

<<Non credo ci sia altro da spiegare.>>

<<E invece sì>> lo interruppe stringendo le sbarre grigie tra le mani <<Mio padre ha perso il lavoro per un incidente in azienda e con la disoccupazione, all'inizio, riuscivano a passarmi i soldi per mantenermi all'università. Non volevo dirtelo perché avevi già troppe pressioni, l'infortunio, il nostro trasferimento deciso in poco tempo, io che non stavo bene...Avevo paura di addossarti troppe responsabilità>> spiegò. <<Mi resi conto solo allora di essere una ragazza di ventun anni fuorisede, con i genitori in difficoltà economica e con un ragazzo che stava entrando nel mondo del calcio, in una società italiana importante, appena rientrato da un infortunio. Non potevo addossarti tutto, mi sentivo troppo responsabile. Veronica non faceva altro che riempirmi la testa di cattiverie, insistendo sul fatto di non essere alla tua altezza...>>

<<Sono parole già sentite, Rebecca, sono stanco. Avresti potuto condividere i tuoi tormenti con me, invece non l'hai fatto.>>

<<Io l'ho fatto per te!>> esclamò sbattendo i pugni contro il cancello.

<<E nessuno ti ha detto di decidere per me, cazzo!>> urlò esasperato Federico. <<Ti sei fatta tutte queste pippe mentali del cazzo, non rendendoti conto che sono in grado di decidere per me!>>

Rebecca venne colpita dalla verità in pieno petto, così ovvia, così dannatamente vera. Avrebbe potuto parlargli, poi sarebbe toccato a lui scegliere cosa fare. Era vero, era giusto.

<<È questo il tuo cazzo di problema. Credi sempre che sia tu a decidere cos sia giusto o sbagliato per me, non ti sei mai accorta di ciò che io avrei potuto fare per te? Dell'intero pianeta che avrei potuto costruire per te pur di farti stare bene, pur di farti felice? No, chiaro che no. Tu sei chiusa nella sua testa, spaventata dalle tue stesse paure, sei legata alle tue ansie ma sei tu che non vuoi lasciarle andare, sei tu che le tieni con te, perché solo così senti il bisogno di controllare il tuo mondo, la tua cazzo di vita e quella degli altri!>>

Una coltellata in pieno petto sarebbe stata meno dolorosa di quella verità sputata in faccia dalla persona amata.

Rebecca indietreggiò, gli occhi vuoti fissi sulla figura dietro le sbarre del cancello, che ora la guardava ferito, dolorante e con il cuore a pezzi, mentre tirava fuori tutta la rabbia e la frustrazione accumulata in quegli anni.

<<Avresti potuto dirmi anche di Veronica, Rebecca, avremmo trovato una soluzione insieme, come avremmo potuto farlo per tutto, tutto. Avrei potuto darti quei soldi, ti avrei aiutata io, perché ti amavo, ma hai venduto il nostro amore, rinunciando a noi, a me e questo non posso perdonartelo.>>

<<Io ti amo, Fede, l'ho sempre fatto, credimi. Hai ragione, pensavo di prendere le decisioni giuste e solo ora capisco quanto ho sbagliato con te, a quante cose ho rinunciato per Veronica, per potermi liberare di lei, ma non sono riuscita a risolvere nulla.>>

Bernardeschi si lasciò andare ad una risata amara, per poi guardarla con gli occhi di chi, se avesse potuto, avrebbe disintegrato tutto con uno sguardo. <<Non puoi fare più niente ormai, è troppo tardi.>>

Rebecca si avvicinò di nuovo al cancello, aggrappandosi alle sbarre il più possibile, ignorando il freddo pungente del ferro battuto. <<Fede, ti prego, non essere tu questa volta a rinunciare a noi, ti amo, ti amo, l'ho sempre fatto!>>

<<No, non è vero! Tu hai smesso di amarmi quando mi hai nascosto il primo segreto! Tu mi hai tenuto all'oscuro di tutto, della tua vita, dei tuoi problemi, ma puoi immaginare cosa io abbia passato in quel periodo? Mi tormentavo con Danilo perché non riuscivo ad aiutarti, stavo una merda per te, e poi cosa vengo a sapere? Che cercavi una soluzione da sola per uscire da tutto questo, arrivando anche a rinunciare a me e al nostro futuro insieme?>> il calciatore sbottò ancora. <<Ho comprato casa in meno di un mese per farti rimanere con me, perché ero pazzo di te, e tu hai pensato di non mettermi altre responsabilità nascondendomi tutto questo? Rebecca, cazzo, ti rendi conto? E' finita tra noi due, questa volta per davvero>> concluse voltandosi per lasciarsela alle spalle.

Rebecca non sapeva più cosa dire, come convincerlo e vederlo andare via le fece capire che ormai era davvero finita, che un futuro con lei non lo vedeva più. Le lacrime scesero copiose dagli occhi, rigandole il viso, in conferma di quanto fosse accaduto. Non riusciva a fare un passo indietro, persa in quel pezzetto di tempo, sommersa dalla disperazione del momento: aveva perso Federico, il suo più grande amore, il suo unico amore, per sempre.

Sperò di vederlo voltarsi un'ultima volta, ma non accadde. Il calciatore si chiuse la porta alle spalle, chiudendo così Rebecca fuori dalla sua vita, e scivolò sul pavimento stanco. Wendy arrivò spedita e con la lingua gli asciugò le lacrime che ora bagnavano il suo volto.

<<Papà è triste Wendy, ha perso la persona più importante della sua vita>> disse tirando su col naso, mentre si lasciava andare alle coccole dei suoi due amici fedeli.

.....................................

Ben ritornate!
Ci aspettano dei capitoli un po' tristi, lo so, questo è uno di quelli☹️ Sembra che questi due si siano definitivamente detti addio. Sarà così o no? Lo scopriremo nei prossimi capitoli🤪

Fatemi sapere cosa ne pensate con un commentino ed una stellina, sempre ben accetti🤩
Ci leggiamo la prossima settimana!🥰

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