Una canzone che non so | Gazz...

By st133a

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๐ŸŒ• Che ti ricordi di me, lo so Ma solo quando non ti calcolo ๐ŸŒ•Che ti innamori di me perรฒ Soltanto quando non... More

Vaffanculo
Il Solito Vizio
Fagiolini
Ma Sei Tu?
Mori
Pizza
Quella te
Non รจ come sembra
Le cose che si sentono in giro
Voglia di drink e di venerdรฌ
Risvegli
La vita รจ cosรฌ buona, se resti tra le mie lenzuola
Oh, ma che c'hai?
Veritร  (pt.1)
Veritร  (pt.2)
Confessione
Sala Prove
E che ne sanno gli altri
Notizie
Fuori
mi manchi sai, tutto quello che non dico mai
Quando bevo senza te
Gli occhi nostri mescolarsi e diventare gialli

Una canzone che non so

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By st133a

Flavio

Mi svegliai felice. Fu il sole a svegliarmi, quel raggio fastidioso che filtrava nella stanza nonostante la tenda aperta. Sarebbe sicuramente risultato fastidioso, a chiunque, ma non a me. A me nulla dava fastidio in quel momento, ero felice. Se qualcuno mi chiedesse cos'è la felicità, io risponderei che la felicità era quel momento. Ero io, nudo, vicino a Greta. Eravamo noi ieri sera, con i nostri corpi uniti dall'amore, nonostante un primo imbarazzo.

Mi alzai lentamente e mi diressi al piano. Feci piano per non svegliarla. Mi piaceva scrivere cose rivolte a delle persone particolari. A delle persone a cui volevo bene. Trovai quel foglio, quello dove avevo cominciato a scrivere qualcosa. I quattro accordi che si ripetevano, decisi di continuare a scrivere, una dichiarazione d'amore per lei. Una di quelle sincere, una diversa da quelle che già le avevo fatto.

"come quando ti spogli vado fuori di testa

Ma vorrei sparire un po'"

Decisi di aggiungere quella frase, quella che mi fece sorridere ed arrossire ripensando a quello che era stato: a lei che era lì sul mio letto.

Conclusi la canzone. Ci scrissi quello che volevo dirle, quello che sentivo quello che lei era per me: una canzone che non sapevo. Lei era quella canzone che si ascolta per la prima volta e ti stupisce, quella che più l'ascolti e più ti piace, quella che ti nasconde sempre qualcosa e devi essere tu a scovare sempre cose nuove, sempre i particolari nascosti.

"Che ti ricordi di me, lo so
Ma solo quando non ti calcolo
Corre tutto veloce, un po'
E resto con le spalle all'angolo
Quando la luce si infrange sopra alle tue guance
Mi ricordi il Messico
E i tuoi occhi, le spiagge
Le tue gambe, due piante
Che vorrei innaffiare un po'

Come quando ti spogli vado fuori di testa
Ma vorrei sparire un po'
Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra
Una canzone che non so
Una canzone che non so

Che ti innamori di me però
Soltanto quando non ti calcolo
Che vado sempre di fretta mo
Ma almeno non ci prenderanno amo'
Quando la luce si infrange sopra alle tue guance
Mi ricordi il Messico
E i tuoi occhi, le spiagge
Le tue gambe, due piante
Che vorrei innaffiare un po'

Come quando ti spogli vado fuori di testa
Ma vorrei sparire un po'
Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra
Una canzone che non so

E tu sei come volevo
E tu sei come veleno

Come quando ti spogli vado fuori di testa
Ma vorrei sparire un po'
Come quando ti arrabbi e strilli dalla finestra
Una canzone che non so
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando t'arrabbi
Come quando ti spogli
Come quando ti spogli"

Tornai affianco a lei. Era davvero bella. Semplice, così come era sempre stata. Aveva questa particolarità: era in grado di essere speciale anche essendo semplice. Forse era questa la sua specialità, la semplicità. Quella che oggi manca nelle persone, la spontaneità, quella che manca al mondo, la sincerità.

Sorrisi e presi ad accarezzarle il capelli, finchè non si svegliò.

- Scusami –

Sussurrai lasciandole un bacio sulla tempia

- Tranquillo –

Sussurrò lei, con la bocca impastata da sonno.

- Tutto bene? –

Chiesi lasciandole lo spazio per sedersi

- Si –

Sorrise lei

- A te? –

Ricambiò

- Benissimo. Credo di aver scritto la canzone più bella del mondo. –

Sorrisi

- Ma parla di me? –

Chiese lei incredula, ancora sorridendo

- Potrebbe essere –

Risposi abbracciandola e lasciandole un bacio sulle labbra

- Per fortuna eri lì ieri sera –

Sorrise ancora.

Risi, rumorosamente. Forse dovevo svelarle tutto. Il piano di Pietro, del suo nuovo ragazzo, del fatto che lo aveva fatto solo per noi, per farci stare insieme.

- Eh ieri sera –

Cominciai

- Cosa? –

Chiese lei fissandomi

- Senti, non ti incazzare –

Continuai serio

- In pratica è stata un'idea di Pietro. Mi ha detto di andare nel nostro pub, quello dove andavamo di solito. Lui avrebbe portato te ed una volta che si allontanava con il suo nuovo fidanzato... noi avremmo potuto parlare, in santa pace –

Conclusi, cercando di capire dalla sua espressione quello che le stava passando per la testa

- Che stronzo –

Esclamò, poi fece scontrare le nostre labbra, da capo

- Però, menomale che c'è lui –

Sorrisi io

Ci staccammo e l'abbracciai. L'abbracciai così forte per farle capire quanto tenessi a lei. Che non doveva andarsene per nessuna ragione.

- Fla –

Cominciò lei

- Ho chiamato mia madre –

Sputò

- Come? –

Sussurrai sconfortato io. Non volevo se ne andasse, no. Non poteva andarsene

- Tranquillo, l'ultima volta non l'hai presa bene –

Disse triste

- Sono solo un coglione –

Constatai io

- Questo è vero –

Sorrise lei riprendendo

- Ma non so che fare. Lei non mi ha voluto parlare. Lei non mi vuole, lei non vuole che io torni al sud. Lei vuole che io stia lontana da lei. Che per una volta faccia qualcosa da sola, come ho sempre voluto fare. –

Concluse

- Innanzi tutto grazie per la considerazione che hai di me –

Sorrisi anch'io

- Poi, se lei vuole questo, diamole quello che vuole. Tu sei bravissima nel tuo campo. Lo vedo come ci tieni a quei libri che hai in casa tua, sicuramente sarai una guida perfetta per i turisti di questa magnifica città. Ci metti passione in quello che fai. Mi ricordo quando la prima volta che ci siamo visti mi hai chiesto di fare il giro di Roma, e ricordo ancora bene tutte le spiegazioni che mi hai dato senza che te le chiedessi e come io, da vero ignorante, non riuscissi a dirti di smetterla. Di fermarti, di non parlare di quei pezzi di pietra perché non me ne fregava niente. Ero attratta da quello che dicevi, da come lo dicevi, anche non sapendo nulla. Forse soprattutto per quello –

Sputai anche io gesticolando

- Ma cosa stai dicendo? –

Sorrise lei arrossendo

- Sto dicendo la verità Grè. Se con la chitarra sei perfetta, unica e pazzesca, a parlare di arte lo sei al doppio. Chiediamo qui in giro se cercano delle guide. Sicuramente non si lasceranno scappare un talento come il tuo. Testimonio io la tua bravura, mi ricordo ancora tutte le curiosità che mi hai raccontato sul Colosseo. Non riesco ancora a capire come facessero a fare le battaglie navali lì dentro, ma ok... -

Sorrisi ricambiando

- Eppure... calcola che sono stati i romani ad "inventare" l'acquedotto. È ovvio che trovassero un modo per utilizzare l'acqua per il divertimento prima che per berla, per lavarsi e per fare tutte le cose che facciamo noi con l'acqua... basta pensare alle terme –

- Lo vedi? –

La interruppi

- Lo vedi come sei pazzesca! –

Sorrisi abbracciandola

- Ora rivestiamoci, dobbiamo andare a Parma –

- Tu devi andare a Parma –

Affermò lei

- Tu vieni con me –

[...]

Greta

Concerto pazzesco. Aveva insistito che fossi qui, in prima fila e non dietro nel camerino e lo capivo solo ora. Lo capivo ora che una guardia mi teneva per mano e mi aiutava a salire su quel palco. Quel palco che un po' mi mancava, ma forse non più di tanto. Forse, come diceva Flavio, il mio posto era per le strade di una città, e il mio ruolo era quello di far comprendere alla gente quanta bellezza ci circonda e quanta ne ignoriamo.

Ero arrivata sul palco, fu Flavio a prendermi la mano ma non parlò. Neanche quando gli chiesi cosa cazzo stesse facendo arrossendo, come non avevo fatto mentre suonavo la chitarra. Partì subito quella musica, una musica nuova. Una che non conoscevo. Fu solo ascoltando il testo che mi resi conto di che canzone si trattasse. Era quella che mi aveva detto questa mattina, era quella che aveva scritto per me, quella che parlava di me, di noi, del suo amore, che poi era anche il mio.

Concluse la canzone. Sentii solo un

- Ti amo –

Detto chiaramente nel microfono ed un bacio posarsi sulle mie labbra.

In quel momento potevo dirlo

Ero Felice

Spazio autrice

Bhe regaz. La storia finisce qui, anche oggi doppio aggiornamento ma non riuscivo neanche io ad attendere fino a domani per pubblicarvi la fine.

Sono un po' emozionata, si tratta della prima storia che comincio a scrivere e che porto a termine.

È una soddisfazione personale poter dar vita a dei personaggi con dei propri pensieri e delle proprie emozioni.

Se avete delle domande potete farmele qui nei commenti, se mi volete seguire su instagram fatelo pure, vi lascio qui i nomi dei miei profili

@stella.mazzone, che è il mio personale

@vogliolanguria, quello dove mi diverto a scrivere, fotografare e a raccontare le cose che mi succedono

Vi do un grande bacione e vi dico grazie per tutto l'affetto che mi avete dimostrato in questo periodo.

Vi chiedo scusa di non essere stata sempre costante negli aggiornamenti, ma spero mi perdoniate.

Ho in mente di scrivere qualcosa di nuovo, seguite attentamente gli aggiornamenti qui sul profilo e

Alla prossima <3

aggiornamento

sto scrivendo la nuova storia, si chiama "Una sera" la trovate sul mio profilo <3 <3

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