Let Me Get Lost In You [TaeKo...

By Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... More

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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By Hananami77

ADV: rapporto sessuale NON consensuale e un pò di violenza. Se volete saltarli, non leggete la parte racchiusa tra due **. Enjoy! 



Corse nel corridoio dalle tinte rosse scarlatte, rosse come il sangue che gli pulsava nelle vene a velocità anomala, trapanandogli le tempie e facendogli venire quasi mal di testa, annaspando e inciampando quasi nei suoi piedi per la velocità. 

Si guardò intorno per cercare una porta dall'aria familiare -e che non fosse chiusa a chiave- dove potesse infilarsi e nascondersi, rimanendoci dentro almeno per il resto della notte.

Il cuore gli batteva furiosamente e premeva contro la cassa toracica che sentiva stretta nell'angoscia, e sperò che reggesse abbastanza da permettergli di nascondersi dalla furia di Jungkook.

Aveva capito fin da subito che quel momento sarebbe arrivato, che avrebbe sorpassato il limite consentito dal principe e si sarebbe trovato con l'acqua alla gola. Solo che non si aspettava che il momento arrivasse così presto. 

L'unica cosa che aveva fatto era stato osare ridere di una battuta poco felice fatta da un ambasciatore piuttosto importante che si era visto gettare addosso un calice di finissimo vino bianco proprio da Jungkook; che, oltre a fulminare il vecchio con lo sguardo sfidandolo a dire un'altra parola, aveva stretto così forte il polso di Taehyung da sentirlo quasi incrinare, sibilando un «Tra poco te la vedrai con me» che gli aveva fatto venire la pelle d'oca e l'aveva convinto a scappare via dalla cerimonia terminata da appena cinque minuti. 

Non aveva neanche salutato i suoi fratelli, non sapeva neanche dove fossero a dire il vero, così come non sapeva come avesse fatto suo padre a fare finta di niente mentre sorseggiava del brandy invecchiato chiacchierando amabilmente con alcuni degli invitati di spicco.

Lo aveva ignorato per tutta la giornata, dedicandogli solamente poche attenzioni necessarie a non far destare sospetti nella realtà nobiliare.

«Taehyung~» quel richiamo caldo ma affilato come una lama gli fece venire un brivido di paura lungo la nuca e lo spinse a correre più velocemente verso quella che gli sembrava la porta della sua stanza.

Doveva scappare, nonostante fosse in trappola, doveva trovare una via di fuga.

Doveva nascondersi fin quando a Jungkook non sarebbe passata quella furia, fin quando non fosse stato certo di non rischiare quasi la vita per aver semplicemente agito senza pensarci.

Come Jungkook non aveva fatto con lui. Genuinamente.

«Taehyung~ non puoi nasconderti da me» canticchiò nuovamente Jungkook, riecheggiando ancora una volta tra le pareti che sembravano stringercisi addosso, e Taehyung sentì un rivolo di sudore scendere lungo la fronte ed infrangersi nel colletto della sua stupenda camicia.

Tutti quei preparativi, tutta quell'attenzione e cura al dettagli... per un tipo come Jungkook.

Deglutì pesantemente e si nascose dietro uno dei possenti mobili che adornavano il corridoio scarsamente illuminato, poggiandosi una mano sul cuore per cercare di calmarne il battito. Il suo suono martellante non smetteva di risuonargli nelle orecchie che fischiavano per l'ansia ed il terrore.

Non udì più nulla, né suoni di passi né la voce da mettere i brividi di Jungkook, quindi cercò di regolarizzare il respiro e chiuse un attimo gli occhi.

Merda, non potrò nascondermi per sempre pensò tra sé. 

Magari poteva chiedere al consigliere Yoongi di aiutarlo a gestire il suo rapporto con Jungkook. Sembrava lo conoscesse abbastanza da potersi quasi imporre su di lui, tentare non costava nulla, vero?

Sì, era l'idea migliore.

Organizzato velocemente un piano d'azione per districarsi da quella situazione, e sentendo la nuova speranza illuminargli l'animo e il matrimonio, aprì gli occhi deciso a mettere in atto il suo piano.

Peccato che nessun suono uscì dalla sua bocca, e il cuore, che aveva inutilmente cercato di calmare, era tornato nuovamente a battere fortissimo.

Jungkook lo guardava con quegli occhi densi, cattivi, irritati ma anche estremamente divertiti, uno sguardo da pazzo che ebbe il potere di fargli tornare alla mente tutte le scelte sbagliate della sua vita.

Una mano forte e morbida all'odore di vino era schiacciata contro il suo viso, mentre la gamba di Jungkook era perfettamente in mezzo alle sue a sfiorargli il cavallo dei pantaloni.

«Ops, l'agnellino è stato appena catturato. Un vero peccato che la sua fuga sia stata così momentanea...ma mi sono divertito, devo dartene atto» sussurrò Jungkook con voce bassa e monocorde direttamente al suo orecchio.

Taehyung lo guardò ad occhi spalancati, sentendo le gambe diventare molli e lo stomaco accartocciarsi per come Jungkook lo guardava.

Si appiattì maggiormente contro il mobile e sperò che quest'ultimo lo inglobasse per sfuggire a quella presa ferrea, devastante e che non prometteva assolutamente niente di buono, e i palmi delle mani scivolarono lungo il legno, sudati.

Jungkook lo trascinò via, velocemente e con rude fermezza verso quella che non sapeva che stanza fosse, la cui porta venne spalancata con un calcio e Taehyung venne spinto dentro con poca attenzione. 

Incespicò e per poco non ruzzolò al suolo, salvo poi sentire Jungkook si assicurare la porta a chiave e poi voltarsi verso di lui con un ghigno spettrale in volto.

Taehyung deglutì.

Adesso sì che era veramente in trappola.

Era fottuto. Non c'erano altre parole per descrivere il momento che stava vivendo.

Rizzò la schiena e deglutì ancora, facendo un passo indietro quasi per istinto, gli occhi spaventati e grandi si puntarono sulla figura ghignante di Jungkook, che ricordava tanto un serpente pronto a mordere.

Il respiro era pesante, le labbra si erano schiuse ed erano secche mentre voleva semplicemente andare nella sua stanza e rimanerci per il resto della vita. Tutto pur di non rimanere ancora nella stessa stanza con Jungkook.

«C-cosa vuoi fare? Se ho riso mi dispiace, non era mia intenzione prendermi gioco di te» tentò allora, si stupì della voce ferma che gli era uscita -anche se il lieve balbettio lo aveva tradito.

Il ghigno di Jungkook non accennò a diminuire né l'espressione cambiò, deformandosi in una ancora più terrorizzante di quanto potesse immaginare. 

Fece un altro passo con atteggiamento sempre più severo verso di lui, spingendolo ad indietreggiare per mettere quanta più distanza possibile tra di loro, e si sentì quasi morire nel momento in cui toccò con la schiena la colonna in legno dell'enorme letto a baldacchino che troneggiava al centro della stanza.

Con l'unica, fugace occhiata che aveva lanciato all'ambiente, aveva visto come fosse sui toni scuri, il cui colore preponderante era il nero. 

Nere le lenzuola di seta, neri i tendaggi, neri i veli del baldacchino, nero il rivestimento della poltrona in velluto, nero il divano.

Tutto era tinto di uno spettrale nero. Nero come gli occhi di Jungkook in quel momento, illuminati solo dalle soffuse luci della stanza che gettavano ombre sinistre sul suo volto.

Gli unici sprazzi di colore erano alcuni ornamenti in argentato, ma erano così pochi che sembravano quasi stelle in un cielo spettrale e opprimente.

A Tahyung non piaceva quel colore, quella stanza, quelle sensazioni, quel Jungkook. Non gli piaceva nulla, lo faceva sentire a disagio e sperduto, come non avrebbe mai voluto sentirsi.

Inoltre, continuava a temere cosa l'altro avesse intenzione di fargli, e sperò con tutto se stesso che la cosa si risolvesse nel modo quanto più indolore possibile.

«E' troppo tardi per chiedere scusa, Taehyung. Hai sbagliato e adesso ne pagherai le conseguenze. Imparerai a tue spese cosa succede a chi prova a prendermi per stupido».

«Davvero, non era mia intenzione Jungkook, non capisco perchè te la stia prendend—»

La presa rude di Jungkook gli fu sul collo in un attimo, lanciandolo sul letto con grazia inesistente. Taehyung vi ricadde sopra con un tonfo e tentò di sgusciare via, salvo poi essere schiacciato di schiena contro il materasso. 

Prima che potesse protestare, il suono di pelle contro pelle echeggiò all'interno della stanza, la vista gli si fece per qualche attimo sfocata, il pizzicore dello schiaffo si irradiò dalla guancia al resto del volto come veleno, l'aria mancò per qualche attimo dai polmoni.

«Ti ho detto di non utilizzare quel tono confidenziale con me» sibilò Jungkook, stringendo gli occhi fino a ridurli in due fessure strette e inflessibili.

Taehyung strinse le labbra muovendo lentamente la testa per tornare a guardare l'altro e battè un paio di volte gli occhi lucidi.

«Vi prego di perdonarmi se vi ho mancato di rispetto, vi giuro che non ricapiterà. Adesso lasciatemi andare, per favore». 

Era stato proprio Jungkook a dirgli di abbandonare gli onorifici, ma adesso si stava incazzando perchè aveva utilizzato il tono informale. Che diamine c'era che non andava nel principe? 

Ma ebbe la speranza che, se si fosse piegato al suo volere, sarebbe riuscito a tornare nella sua stanza e chiudere fuori il mondo intero dal suo inferno personale.

Jungkook portò la testa all'indietro e scoppiò a ridere di una risata da gelare il sangue nelle vene, secca e priva di allegria ma grondante di sarcasmo. Taehyung sentì la bocca prosciugarsi a quel suono, incerto sulla prossima mossa da fare.

Sapeva che, a primo impatto, poteva sembrare freddo e quasi distaccato, ma in realtà era una persona dall'animo gentile e dal cuore grande, capace di poter offrire molto più di quanto fosse necessario o di quanto effettivamente qualcuno meritasse.

Quindi, se solo Jungkook fosse tornato ad essere il solito Jungkook di sempre, avrebbe anche potuto prendere in considerazione l'idea di lasciar correre per amore della decenza e del suo appena sopraggiunto matrimonio, che sembrava non essere esattamente partito con il piede giusto.

Come la risata di Jungkook morì, questo riabbassò lo sguardo su Taehyung sotto di sé, fermo su di lui con un cipiglio incerto. Qualcosa lampeggiò negli occhi duri del principe, e Taehyung non aveva esattamente capito cosa lo avesse scatenato, ma si ritrovò nuovamente con il volto piegato di lato, la vista nuovamente confusa, gli occhi nuovamente ricoperti da quel velo di lacrime.

Un'altra scarica di dolore si abbatté sul suo viso e Taehyung ne fu certo, avrebbe avuto almeno un livido su quella guancia colpita con così tanta furia.

«Ti farò pentire di aver anche solo lontanamente di poterti prendere gioco di me. Rimpiangerai perfino il momento della tua nascita, rimpiangerai di non aver detto addio ai tuoi patetici fratellini e ricorderai la tua prima notte di nozze come il tuo incubo più grande» sibilò il principe nel suo orecchio, provocandogli un brivido di disagio, che lo fece dimenare come un pazzo sotto il corpo dell'altro.

Jungkook lo teneva fermo, e le sue mani cercarono di spingerlo via da sopra di sé, lo colpì, fece leva con tutta la forza che aveva sulle braccia, ma quello non si era neanche mosso neanche fosse incollato...fino a che la presa non si allentò.

Riuscì in qualche modo a rotolare via e scattò seduto, pronto a scappare. Un colpo alla nuca lo fece cadere rovinosamente a terra, il retro della testa pulsava in modo atroce e se la toccò con un gemito di dolore involontario, sentendo qualcosa di bagnato sulle dita.

Si guardò la mano chiazzata di liquido rosso con orrore e si voltò appena in tempo per vedere un demone dal nome Jungkook tirarlo per il colletto della camicia adesso non più bianca, strapparla via con uno strattone e gettarla a terra con furia.

La sua meravigliosa giacca aveva già fatto quella fine e la sua schiena cozzò nuovamente contro il materasso, e Taehyung non impedì ad un gemito di dolore di sgusciare dalle sue labbra schiuse.

«Stai buona, puttanella» ringhiò Jungkook, e Taehyung aggrottò le sopracciglia e fece per parlare ma la voce gli si spezzò quando un altro schiaffo gli fece voltare il viso, stavolta nella guancia non ancora colpita.

«Jungkook, smettetela, per favore» disse con voce bassa e monocorde, cercando di nascondere quanto quella situazione gli facesse venire la voglia di piangere.

**Un fruscio di vestiti durato pochi secondi fu l'unico suono che riuscì a percepire, e si ritrovò ad osservare con occhi non perfettamente limpidi ma chiari abbastanza quello che era il busto scolpito di Jungkook. Non aveva mai visto così tanti muscoli tutti insieme, neanche lui era così -nonostante si dedicasse allo sport per questioni di mera apparenza estetica della famiglia reale. 

Si ritrasse sul materasso e scalciò, il panico di chi ha già capito dove andrà a finire quel momento.

La paura bruciante lo fece muovere velocemente, ma Jungkook sembrava riuscire a prevedere ogni sua mossa con inquietante calma, perché gli fu addosso in un attimo e gli intrappolò i polsi ai lati della testa, le labbra strette in una linea dura.

Il rumore di stoffa strappata e tirata via riempì l'aria fatta solo dal respiro pesante di Taehyung, incapace di muoversi. I suoi occhi viaggiavano sul viso di Jungkook, cercando un qualche segno di scherzo, di qualsiasi cosa che gli desse la speranza che avrebbe smesso.

«Jungkook, vi prego...vi prego, non fatelo» sussurrò senza voce, e gli occhi di quest'ultimo si scurirono ancora di più. Una rabbia cieca si impossessò del suo volto e si mise in ginocchio tra le sue gambe, obbligandolo a tenerle spalancate per fargli posto.

«Ti ho detto che io sono JK. Farò in modo che non te lo dimenticherai più» la voce, soffocata dalla furia, fece tremare Taehyung sul letto.

Jungkook si sbottonò i pantaloni e li tirò giù tirandosi dietro anche l'intimo, mostrando la sua completa erezione con orgoglio e sadismo che lo atterrì.

In un momento, tutti i momenti felici che aveva passato tra le lenzuola vennero risucchiati e svanirono nel vuoto della sua mentre, il freddo che gli pizzicava adesso le gambe e l'inguine lo riportarono velocemente alla cruda realtà. Spalancò gli occhi e un guaito di paura sembrò uscirgli involontario, portando le mani avanti per mandare via la figura di Jungkook.

«Fermati, per favore. JK non farlo, non farlo ti prego» gemette, stringendo i denti ma fallendo dall'evitare che delle lacrime scendessero sul suo viso caldo e dolorante. JK ghignò nuovamente e scostò senza fatica le sue mani, posizionandosi proprio tra le sue gambe, strofinando la sua erezione contro le sue natiche. Una mano era artigliata al suo bacino, l'altra gli stringeva i polsi sopra la testa. 

«Adesso te lo ricordi eh, puttana?» disse JK, gutturale, stringendo gli occhi. Sembrava stesse assaporando il momento come si fa con il gusto del gelato preferito.

Taehyung ebbe dei brividi di disgusto che gli attraversarono la schiena, le braccia e perfino le gambe. Le budella si rivoltarono al contatto non voluto, la mancanza di vie di fuga pressante e così pesante da fargli mancare il fiato.

Il suo cuore non sapeva se fermarsi o battere furiosamente, i suoi polmoni cercavano di incamerare aria, la sua bocca era spalancata ed incapace di emettere altri suoni che non fossero piccoli gemiti di dolore, di angoscia, un «No, JK. No, per favore» sussurrato come un mantra, in un disperato tentativo di dissuadere l'altro dal fare qualsiasi cosa che non fosse quello che credeva volesse fare.

«Come mi chiamo?» ringhiò JK e Taehyung chiuse gli occhi, stretti.

Il suo labbro tremò percependo una carezza rude e fredda lungo la guancia, e le dita bollenti avvolgersi attorno al suo collo.

«Come mi chiamo? Dillo, cazzo» gli gridò contro.

«JK» mimò senza voce Taehyung.

«Ripetilo» abbaiò allora, mentre continuava a strofinarsi tra le sue natiche, e Taehyung sentì l'umidità dell'eccitazione di quello che si faceva chiamare JK macchiargli la pelle, rendendolo sporco.

Lo stava macchiando indelebilmente. Stava spazzando via il suo animo come Taehyung invece aveva pensato di poter impedire.

«JK» ripetè, gli occhi chiusi, le labbra strette tra i denti, la pelle d'oca su tutto il suo corpo scoperto, nudo, esposto.

«Così non lo dimenticherai» ruggì JK ad un palmo del suo volto.

Fu un attimo.

L'espressione di Taehyung cambiò.

Gli occhi si aprirono, si spalancarono; le lacrime li avvolsero fino a diventare troppe per essere trattenute e scesero, silenziose e tristi, lungo le sue tempie, infrangendosi nei capelli e arrivando alle lenzuola sotto di lui. Il battito del cuore, accelerato, furioso, spaventato gli rimbombava nelle orecchie, attutendo ogni suono. 

Le narici gli si erano dilatate, in un vano tentativo di far circolare aria inesistente, bruciante, gelata, dolorosa. La bocca era aperta, troppo, spalancata in un muto urlo che però era riuscito a liberare tanta era la costernazione della sua mente.

Tutto, per un secondo, si tinse di doloroso nero e rosso.

«Così stretto tutto per me. Che magnifica sorpresa» ruggì Jungkook al suo orecchio, e tutto sembrò iniziare a vorticare.

Le lacrime, da due, divennero dieci, cento, mille, si moltiplicarono al bruciore, all'umiliazione, alla sofferenza delle sue carni violate.

JK lo aveva penetrato a secco, senza preavviso, senza grazia, senza neanche accuratezza. Taehyung si era sentito spaccare a metà, dividersi e sbriciolarsi in mille piccoli pezzi strappati con unghie affilate, l'inguine di Jungkook era adesso a contatto con il suo, la sua erezione piantata dentro di sé insolente, violenta, grossa, lacerante.

Umiliante.

«JK ti prego smettila. Fermati» e Taehyung si lasciò andare alla tristezza, al dolore, lasciando che si mostrasse spezzato, non nascondendo i suoi singhiozzi mentre JK iniziava a muoversi con furia dentro di lui; ogni affondo era come ricevere una pugnalata, ogni spinta lo faceva sentire lacerato, spezzato, macchiato.

«JK! Basta!» urlò allora, dimenandosi, cercando i suoi occhi per vedere cosa stesse provando quella bestia sopra di sé a stuprarlo, a torturarlo in quel modo.

Ma JK sembrava invece si stesse godendo quel macabro spettacolo con malcelata eccitazione.

«Basta? Siamo solo all'inizio, avrai ancora tempo per urlare il mio nome» esclamò JK, stringendo la presa sul suo collo, strisciando nuovamente dentro di sé e facendogli schiacciare la testa contro il materasso solo per lasciarsi andare ad un singhiozzo, un lamento, un suono di sofferenza mentre si dimenava per potersi liberare da lui, per evitare lo spezzasse ancora.

Il ringhio di JK, seguito da un'altra spinta che fece cigolare il letto sotto di lui lo fecero urlare con tutta la voce che possedeva, il calore e il dolore si arrampicavano nelle sue membra dilaniate come una straziante agonia, e più le lacrime sembravano intenzionate a non fermarsi, il corpo a dimenarsi e la voce a spezzarsi per la sofferenza, più JK sembrava eccitarsi, più sembrava gasarsi e più sembrava godere.

Il respiro spezzato di Taehyung e quello concitato di JK si fusero all'interno di quelle tenebre e continuarono fin quando JK non gemette rumorosamente, allargando maggiormente le membra di Taehyung per entrare ancora di più, per arrivare in fondo, per distruggerlo nella sua perfezione.

Uscì di scatto dal corpo tremante dell'altro e lo ribaltò sul letto, afferrandogli il bacino e schiacciandogli il volto contro le coperte, che soffocarono il rinnovato urlo di Taehyung, la cui vista era ormai completamente offuscata e le braccia tremanti tentavano di farlo mettere in piedi per assumere una posizione più comoda di quella -forse anche più umiliante della prima.

«Sta' fermo o ti spezzo il collo».

Il fiato caldo di JK gli impattò sull'orecchio e il suo corpo cedette. Chiuse gli occhi e sperò di cadere nell'incoscienza più totale, così da poter sprofondare in un altro tipo di buio, molto più confortante e piacevole di quello in cui si trovava per adesso, opprimente e sofferente.

Fu con un ultimo, animalesco grugnito ed una spinta che gli arrivò fino alle budella che capì che JK aveva finalmente raggiunto l'orgasmo, ed era crollato per qualche attimo sulla sua schiena, reggendosi con le braccia ai lati del suo corpo prima di togliersi via e rotolare tra le lenzuola.

Il corpo di Taehyung tremava così tanto che sembrava essere in balia di una bufera di neve.

Si sentiva...come carta straccia, come dei petali brutalmente strappati al disco, come un albero a cui avevano reciso i rami.

Quel senso si umiliazione si intensificò quando sentì qualcosa di caldo scivolare lungo le sue cosce, e aprì a stento gli occhi.

Sentì un colpo alla gamba e mosse stancamente il volto verso JK, il cui sguardo soddisfatto era nuovamente carico di irritazione e malcelata soddisfazione.

**«Cosa ci fai ancora qui? Vattene e torna nelle tue stanze» ruggì, dandogli un calcio più forte.

Taehyung si mise malfermamente in piedi e le gambe per poco non gli cedettero, costringendolo a stringere uno dei pali del letto per non cadere. Il sedere, la schiena, il bacino, dolevano come se fossero fratturati, riusciva a stento a mettersi dritto.

Ma per quanto dolore fisico provasse, niente era paragonabile a ciò che dentro di se stava provando. Niente poteva eguagliare quel senso di sporcizia, il disgusto al contatto delle mani sul suo corpo, all'umiliazione che sentiva.

«Non mi hai sentito? SPARISCI» urlò allora JK, alzandosi e spingendolo via. Taehyung inciampò e cadde sulle ginocchia, stringendo i denti e infilzando le unghie nel tappeto sotto di lui.

Deglutì profondamente e con la bocca impastata e la gola secca zoppicò fino alla porta, dimentico perfino di dover prendere i suoi vestiti.

Solo una risata accompagnò la sua uscita di scena e si guardò intorno, sperando di non incontrare nessuno. Cadde carponi, le gambe molli, il suo corpo sembrava non volesse rispondere ai suoi comandi e si rialzò a fatica, addossandosi alla parete per poter camminare.

Per favore, fa che non ci sia nessuno.

Ma la fortuna non sembrava essere dalla sua parte.

Ma quando lo era mai stata?

«Vostra al- Taehyung?!» esclamò una voce preoccupata sulla sinistra, e Taehyung si voltò per guardare verso chi aveva parlato. 

Min Yoongi, a qualche metro di distanza, aveva il volto distorto in un'espressione di puro stupore, bloccato in mezzo al corridoio come se avesse appena visto un fantasma.

«La mia stanza. Dove si trova la mia stanza?» chiese a fatica, la testa gli vorticava terribilmente. Il consigliere corse verso di lui e lo guardò per intero, sugli occhi una preoccupazione e una rassegnazione anomali.

«Vi porto immediatamente nelle vostre stanze, chiamerò un medico per farvi visitare e il vostro cameriere per farvi preparare un bagno caldo» disse Yoongi, togliendosi la giacca per avvolgerla sulle spalle nude e curve di Taehyung, che scosse solamente la testa.

«Voglio andare solo nelle mie stanze. Non mi importa del medico. Non voglio nessuno nella mia stanza, non deve entrare neanche una mosca» rispose Taehyung, e Yoongi fece per ribattere ma il rumore di una porta sbattuta echeggiò nel corridoio deserto.

«Yoongi!» urlò JK e Taehyung sobbalzò all'urlo, iniziando ad andare via quando più velocemente possibile per allontanarsi da quel mostro.

«Taehyung, aspettate, vi-».

«Yoongi! Se non vieni entro tre secondi giuro che sarà la volta buona che ti strapperò un dito per volta» minacciò con voce cattiva JK.

«Andate, ditemi solo dove si trova la mia stanza» sussurrò Taehyung, spaventato. Yoongi sospirò prima di indicare un corridoio lì vicino e andare a grandi passi verso dove JK lo stava chiamando, non prima di passarsi una mano sul viso con fare esasperato.

Taehyung utilizzò l'ultimo briciolo di forza che gli rimaneva in corpo solo per raggiungere la porta che avrebbe decretato la sua salvezza, almeno per quel momento. 

Quando riuscì ad arrivare alle sue stanze, chiuse la porta a chiave a diverse mandate prima di lasciarsi andare contro questa e nascondere il viso tra le ginocchia e piangere.

Piangere fino allo stremo.

Piangere fino a sentire il petto bruciare e gli occhi gonfiarsi. 

Piangere pregando che la morte lo venisse a prendere per dargli pace.

Piangere fino a scivolare nell'incoscienza tanto agognata. 
















NDA: Non avallo alcun tipo di violenza in merito e questa storia non sarà come molte delle qui presenti storie su wattpad dove chi subisce questo tipo di violenza si innamora in tre capitoli e perdona tutto come se nulla fosse.

In realtà, vedrete un cambiamento nei personaggi che sarà graduale ma non troppo, in cui vi mostrerò -spero- nel modo più veritiero possibile ciò che accade dentro le loro menti. E non saranno tutti così drammatici i capitoli, ve lo giuro <3

Detto questo, a presto e grazie per aver letto questo capitolo e dato a questa storia una possibilità. Purple u <3


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