Let Me Get Lost In You [TaeKo...

By Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... More

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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By Hananami77

«Mio figlio, il principe Jeon Jungkook, futuro erede al trono della casata reale dei Jeon» presentò con tono affabile il re, sorridendo fieramente. Delle piccole grinze di espressione gli incresparono gli occhi, e sorrise  non solamente verso il re Kim suo padre, ma anche verso di lui ed i suoi fratelli.

Sicuramente si chiedeva chi, tra tutti, sarebbe stato il fortunato a sposare suo figlio e diventare il secondo re del regno Jeon.

E Taehyung non fece altro che posare gli occhi sul movimento alle spalle del sovrano, sulla seconda figura che aveva ignorato fino a quel momento ma che era il vero motivo per cui adesso i reali si trovavano lì.

Il principe in questione fece un passo avanti e beh, non c'era niente da dirgli.

Almeno fisicamente.

Grandi e profondi occhi color caffè, capelli corvini che gli ricadevano morbidamente sulla fronte, naso arrotondato e labbra carnose e rosee. A rendere il tutto ancora più particolare, il delizioso neo sotto il labbro, che adornava quel viso diafano modellato nella porcellana.

Gli occhioni da cerbiatto brillavano di sincera curiosità con un pizzico di timore, ma la postura del corpo ben piazzato era fiera ed elegante.

L'abito scuro, di un nero antracite finemente ricamato, faceva spiccare quegli occhi lucidi che, adesso, guardavano dritti nella sua direzione, fissandosi qualche attimo di troppo sul suo viso prima di abbassarsi sulle mani e chinare leggermente il capo in segno di saluto al re Kim.

Taehyung alzò un sopracciglio, piegando la testa di lato.

Da un uomo il cui fisico ricordava tanto una statua greca -era perfettamente visibile anche attraverso la stoffa- non si aspettava di certo che avesse un atteggiamento così...soft? Aggraziato? Addirittura...tenero? 

Poteva un principe essere tenero?

«E' un vero piacere fare la tua conoscenza, principe Jungkook. Taehyung» abbaiò suo padre, richiamandolo all'attenzione. Il contrasto tra il tono usato con il principe e quello usato per pronunciare il suo nome era stato oscenamente imbarazzante, ma Taehyung non ci faceva neanche più caso, ormai.

Drizzò le spalle ancora più di prima, in attesa di un ordine che, a breve, sarebbe sicuramente arrivato.

Di fatti, il cenno che aspettava, arrivò. Suo padre gli aveva indicato di alzarsi e andare verso di loro.

Taehyung fece un silenzioso respiro profondo sentendo gli occhi di tutti i presenti su di lui. Lo studiavano, lo trivellavano, lo stavano analizzando come ogni volta, ma lasciò correre. Non avrebbe abbassato gli occhi neanche di fronte alla morte.

Si mise in piedi con fare leggiadro ed elegante, adatto al suo status regale -proprio come gli era stato insegnato- e andò con passo calmo verso quelle figure, facendo poi un lieve inchino davanti il re Jeon.

«Mio figlio, Kim Taehyung, terzo in linea di successione al trono, colui che sposerà il principe Jungkook» introdusse brevemente suo padre, e si sentì a disagio vedendo come gli occhi del re Jeon viaggiarono sul tutta la sua figura, scrutandolo con occhi incredibilmente contenti.

Un sorriso luminoso adornò il viso del re, che gli si avvicinò di qualche passo per dargli una pacca sulla spalla, «Mio figlio è molto fortunato. Poche volte ho visto volti così belli nella mia vita, eh Jungkook?».

Jungkook quasi sobbalzò a sentire il suo nome, ma gli lanciò un'occhiata veloce prima di voltare nuovamente il capo e guardarsi in giro, posando gli occhi ovunque tranne che sul suo futuro marito.

Il principe Jungkook è un timidone? pensò tra sé Taehyung.

«Sono sicuro che imparerete a conoscervi meglio durante la nostra breve permanenza al castello, così da poter approfondire il vostro rapporto una volta celebrato il matrimonio.» asserì soddisfatto re Jeon, dandogli un'altra pacca gentile sulle spalle. Si ritrasse e si voltò di nuovo verso il figlio, «Non puoi dire che non abbia fatto una buona scelta». 

Io sarei ancora qui, comunque. 

Taehyung odiava quando si parlava di lui come se non fosse presente, ma suo padre interruppe il momento ridacchiando con fare fintamente orgoglioso.

Re Kim continuò con le successive presentazioni, e Jin scoccò a Jungkook un'occhiataccia così ostile tale da fare quasi sobbalzare nuovamente il principe. Sicuramente non si aspettava quello sguardo freddo e duro dal futuro erede al trono -visto che non aveva ancora fatto nulla.

Jimin invece, sembrava quasi contenersi dal saltellare in giro, felice di poterlo finalmente conoscere. Infatti, l'espressione del principe si rilassò del tutto quando vide che l'altro gli stava rivolgendo un tenero e largo sorriso di benvenuto.

«Sono sicuro che Taehyung sarà ben contento di mostrare il palazzo e di guidare Jungkook nelle sue stanze. Sarete sicuramente stanchi per il viaggio» disse alla fine di quell'imbarazzante situazione suo padre, e Taehyung strinse le labbra e annuì leggermente.

Si morse l'interno della guancia per trattenersi dal dire che quella mansione poteva essere tranquillamente svolta dalla servitù, che esisteva proprio per quel motivo. 

E poi non gli interessava particolarmente passare del tempo con Jungkook per conoscerlo.

Perché?

Non aveva nulla a che vedere con il principe di per sè, anzi, era sempre stato ben felice intrattenersi e intrattenere gli ospiti, ma in quel caso, perchè avrebbe dovuto farlo? 

Anche se non avesse conosciuto Jungkook, sarebbe comunque diventato suo marito, quindi perché scomodarsi? Rendeva tutto estremamente più imbarazzante. 

Ma non poteva esimersi, se era il sovrano a comandarlo.

«Certamente, sarà un piacere guidarvi per il palazzo. Seguitemi» rispose  facendo un piccolo sorriso e nulla di più. Jungkook annuì e mormorò un «Con permesso» appena accennato, inchinandosi nuovamente verso il re e verso il padre, seguendolo subito dopo attraverso l'ampia sala da ricevimento presso cui stanziavano.

Taehyung ebbe quindi modo di notare come Jungook fosse alto tanto quanto lui, e come effettivamente le sue guance fossero leggermente tinte di rosa da quando gli era affianco.

Stava forse arrossendo?

La cosa lo colpì più di quanto si aspettasse, perchè quello era insolito per i reali. Fin da bambino, aveva seguito un'unica, importantissima regola al riguardo:

Regola numero 4: le emozioni sono bandite. Non si può mostrare gioia, ma mera e pacata contentezza. Non si può mostrare rabbia, ma solo forte disappunto. Non si può mostrare imbarazzo, solo contenuta timidezza.

Quindi era stranissimo vedere Jungkook lasciar trasparire così tanto le sue emozioni.

«Spero il vostro viaggio sia stato confortevole» affermò con fare casuale, giusto per iniziare una conversazione. 

Il silenzio non era imbarazzante, ma il principe era in forte imbarazzo e sembrava trovare più interessante guardare le pareti e davanti a sé che guardare direttamente Taehyung.

Jungkook voltò di scatto la testa verso l'altro come se fosse stato una specie di alieno, quasi come se non si aspettasse che Taehyung iniziasse una conversazione. I lineamenti si addolcirono appena e le labbra si incresparono un po', dipingendosi addosso un'espressione fanciullesca che lo fece sorridere leggermente. 

«Molto, vi ringrazio per l'interesse. Com'è stata la vostra giornata? Avete trascorso dei giorni piacevoli prima del nostro arrivo?».

Il tono era stato sottile e pacato, una voce angelica che, effettivamente, era perfettamente intonata ai tratti delicati del suo volto. Quel mezzo sorriso nella voce alleggeriva perfino le formalità, e Taehyung notò come gli occhi da cerbiatto si guardavano intorno e curiosavano in giro per catturare ciò che l'altro gli andava mostrando via via che scorrevano per le stanze.

«Sì, anche abbastanza intensi ma sono stati molto proficui sul piano politico, in particolare per il re. Ma non voglio tediarvi con tali faccende, spero invece che troverete il vostro soggiorno adatto alle vostre aspettative e che sia di vostro gradimento. Sapete già quando partirete?».

Taehyung non trovò particolarmente complicato fare conversazione con Jungkook, che si limitava a rispondere in modo cortese e caloroso ad ogni domanda e, di tanto in tanto, poneva egli stesso qualche quesito che sembrava venirgli in mente riguardo il regno Kim o il palazzo stesso.

Taehyung gli mostrò l'ala del palazzo che gli era stata destinata, illustrandone le caratteristiche e peculiarità. E Jungkook si era stupito dell'eleganza e della sfarzosità delle stanze, così come degli immensi dipinti che adornavano ogni singola parete. 

Era abbastanza singolare come palazzo, tanta arte tutta insieme Jungkook non sembrava averla mai vista. Era così diverso dal suo che quei turbini di colore sembravano non appartenergli completamente. 

«Siete un'amante dell'arte?» chiese allora Jungkook, in una delle poche volte che aveva deciso di iniziare la conversazione.

Taehyung annuì, aprendo una delle porte di legno che avrebbero portato direttamente al corridoio dove era ubicata la camera di Jungkook.

«Sì, l'arte mi piace molto, motivo per cui ho studiato quasi tutti i manuali presenti nella biblioteca che vi mostrerò successivamente. E' una delle cose che preferisco insieme ai fiori, in quanto ha la capacità di rimanere bella per sempre, di cambiare senza risultare mai banale e poco espressiva. Ogni opera d'arte lascia dietro di sé un ricordo, un frammento di vita. Che sia buono o cattivo, poco importa» rispose semplicemente Taehyung, perso nella contemplazione del dipinto di un albero di ciliegio che si estendeva su tutta la parete, andando poi a perdersi in intricati ricami di edere e margherite.

Si voltò verso Jungkook e gli sorrise più apertamente, godendosi la vista delle guance del principe diventare nuovamente di rosa chiaro e diffuso, contagiando anche un pò la punta delle orecchie.

Jungkook era adorabile nel suo imbarazzo. 

«E a voi? A voi piace l'arte, Jungkook?». 

Il tono di voce di Taehyung era sempre profondo e roco, e per quel motivo Jimin spesso lo prendeva in giro dicendogli: «Sembra stia vivendo un orgasmo perenne».

Jungkook annuì appena, «Per quel poco che ho potuto studiare. Essendo il diretto erede al trono, ho avuto sempre molto poco tempo da dedicare a qualcosa che non fossero strategie militari, politiche o economiche». Il tono era stato casuale e leggero, come sempre, ma Taehyung si irritò.

Stava implicitamente dicendo che lui aveva avuto più tempo per studiare l'arte perché non diretto erede al trono Kim?

Jungkook sembrò notare il suo cambio di espressione perché alzò le sopracciglia, la confusione prese il posto dell'imbarazzo e le labbra si schiusero.

«H-ho forse detto qualcosa d-di male?» balbettò incerto, spalancando i suoi occhioni scuri. Le sopracciglia definite si aggrottarono ancora di più per la preoccupazione e il labbro inferiore venne catturato dai denti.

«No» rispose solamente Taehyung, e Jungkook sobbalzò al suo fianco per quel tono che, a quanto sembrava, era risultato più duro di quanto avesse immaginato.

«Questa è la vostra stanza. Avrete tutta la servitù al vostro completo servizio; qualora aveste bisogno di qualcosa, vi basterà suonare la campanella e una domestica arriverà immediatamente» continuò quindi Taehyung, indicando la porta proprio al suo fianco.

L'espressione preoccupata di Jungkook non svanì del tutto, ma annuì comunque mormorando qualcosa che all'altro sembrarono dei ringraziamenti.

Bene, adesso poteva anche andarsene, vero?

Jungkook sembrava il tipico ragazzone ingenuo e bonario, di quelli che non farebbero del male ad una mosca -oltre che terribilmente timido e dolce. Taehyung non avrebbe mai pensato che il futuro re dei Jeon potesse essere in quel modo.

In base a ciò che aveva detto suo padre e Jin, si sarebbe -come minimo- aspettato un ragazzo spocchioso, viziato e stronzetto che pensava di poter comandare il mondo, oppure un giovane e sfigato reale sulla trentina, pieno di brufoli, in forte sovrappeso e magari anche senza un testicolo.

Invece, contro ogni più rosea aspettativa, si era trovato davanti un aitante giovane dal volto d'angelo, la pelle diafana, sguardo puro e immenso, capelli corvini e labbra carnose e rosee, tutto rossori e voci dolci.

Era...quantomeno singolare.

«Posso chiedervi quanti anni avete?» chiese dal nulla Taehyung. Magari era ancora un adolescente, era piccolissimo e ne dimostrava di più e quindi avrebbe potuto prendersi del tempo prima di sposarsi e-

«Ventitrè».

Niente, neanche la scusa dell'età reggeva. Taehyung alzò le sopracciglia comunque, sorpreso.

Quindi lui era più grande?

«Voi?».

«Venticinque. Ma non ha importanza, non dovete chiamarmi hyung o roba del genere, mi basta il mio nome» mise subito in chiaro quello, e Jungkook annuì velocemente.

«A-a che ci siamo, possiamo smetterla con le formalità? Abbiamo quasi la stessa età» gli rispose il più giovane con un sussurro, grattandosi il retro della nuca.

Taehyung quasi sorrise a quella vista.

«Non c'è problema. Anche a me le formalità stanno strette. Mi fanno sentire più vecchio di quanto io già non sia» arricciò allora il naso e guardò curioso Jungkook distendere l'espressione in un sorriso che scopriva i denti.

«A chi lo dici! Ti ringrazio per...per avermi mostrato tutto questo, Taehyung. Suppongo ci vedremo per pranzo, vero?».

«Esatto. Il pranzo viene servito ogni giorno alle 12:45, la servitù ti verrà a bussare dieci minuti prima dell'orario così da avvisarti. Tuttavia, sentiti libero di saltarlo se ti dovessi sentire stanco o avessi bisogno di riposo, sarebbe comprensibile».

Jungkook scosse velocemente la testa. «Forse tuo padre no, ma il mio mi ucciderebbe in tre secondi se lo facessi» gli rispose facendo una risatina, imitato da Taehyung. 

«Grazie infinite per la cortesia, comunque».

Adesso, era il turno di Taehyung di scuotere la testa.

«Non è necessario che mi ringrazi, non così frequentemente almeno. Sono sicuro che questo non sia niente di meno di quanto avrei ricevuto al vostro palazzo se foste stati voi ad ospitarmi».

Taehyung si spostò di poco i capelli con fece per salutare quando la voce di Jungkook lo richiamò «Ah, Taehyung?». Il diretto interessato alzò un sopracciglio.

«Dove si trova la tua camera?» gli chiese con fare casuale, salvo poi spalancare gli occhi e arrossire furiosamente a quanto fraintendibile fosse suonata quella domanda. Taehyung ridacchiò sommessamente, trovando adorabile il farfugliare di Jungkook -sconnesso e imbarazzato.

«Si trova abbastanza lontano da quest'ala del castello...mio padre è un pò all'antica, ma ho come l'impressione che trascorreremo molto tempo insieme» gli rispose con tono vagamente divertito, e quello divenne ancora più rosso.

«I-io non volevo far i-intendere c-che, sì ecco, era solo per sapere non perchè avessi q-qualche tipo d-di secondo fine o...ok, la smetto» sospirò afflitto l'altro, facendo un respiro profondo per poi alzare con coraggio di nuovo gli occhi sull'altro principe.

Jungkook gli sorrise, timido, e Taehyung ricambiò prima di voltare le spalle ed andare via, rimuginando.

Chissà perché girano quelle voci su di lui. Mi sembra tutto fuorchè pericoloso o violento...che siano davvero solo malelingue?


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«Allora?!» urlò Jimin, saltandogli quasi addosso non appena lo incrociò nel corridoio. Taehyung si portò una mano al petto e chiuse un attimo gli occhi.

«Jimin, mannaggia a te, mi hai fatto perdere dieci anni di vita!» sibilò con il fiato corto, prendendo un profondo respiro per calmare il suo cuore accelerato.

Jimin lo ignorò e lo tirò per il braccio, obbligandolo a sedersi sull'enorme divano del suo salotto «Allora? Come ti è sembrato?» domandò emozionato, gli occhi accesi dalla curiosità.

Taehyung arricciò un attimo le labbra e poi scrollò le spalle, «Penso sia...ok. Mi è sembrato abbastanza timido, molto diverso da quanto mi aspettassi».

Jimin alzò le sopracciglia «Timido? Davvero? Però ammettilo, è una fottuta divinità» esclamò con guance rosse dall'emozione, ridacchiando e dandogli di gomito.

«Una persona può essere timida ed anche fottutamente eccitante, Minnie. E devo dire che sì, Jeon Jungkook è entrambe le cose. Non mi dispiace» rise infine Taehyung e Jimin scattò in piedi battendo le mani.

«Uuuuuh, il vostro matrimonio si prospetta interessante e soprattutto ricco di divertimento... Ya! Pure io vorrei un Jungkook tutto per me! Muscoloso, con gli occhi neri, lo sguardo profondo, la pelle chiara, magari un pò timido fuori ma che poi si rivela un vero daddy» iniziò ad elencare Jimin, gli occhi sognanti lo trasportavano in una dimensione parallela fatta di giovani aitanti e baci poco casti. 

La risata roca di Taehyung risuonò tra le pareti dell'enorme sala.

Si poggiò allo schienale imbottito e poggiò il capo sul bracciolo morbido, rivolgendo gli occhi al soffitto adornato da rose e giardini fioriti.

«Sì, forse non sarà così male sposarsi con lui. E' presto per dirlo, ma è stato molto gentile nei miei confronti, sembrava quasi un bambino. In qualche modo è...carino» disse infine Taehyung, pensando a quanto era facile per il ragazzo più giovane arrossire e balbettare se nervoso.

«Hai già scoperto cosa gli piace fare? Quanti anni ha? Se sta sopra o sotto?».

Taehyung alzò gli occhi al cielo e Jimin ridacchiò, dandogli un colpo sulla coscia, «Non fare il pudico che non ti si addice proprio! E poi sono cose importanti queste!» esclamò in sua difesa, mettendo un giocoso broncio.

«E' più piccolo di me, e la cosa non mi sorprende più di tanto. Nonostante sia ben piazzato e anche abbastanza alto, il suo viso sembra ancora essere fermo all'adolescenza». 

Jimin alzò un sopracciglio.

«Quindi a letto potrà chiamarti hyung!».

Taehyung alzò gli occhi al cielo, «Dio Minnie, non hai altro da chiedermi a parte cosa farò tra le lenzuola con Jungkook la prima notte di nozze?» sbuffò indignato, incrociando le braccia al petto.

«Beh...cosa dovrei chiederti? Ci hai passato solo quaranta minuti, di cui più della metà spesa a parlare ed illustrare inutili dettagli del palazzo in cui non vivrai più e—» Jimin si schiaffò la mano sulle labbra e allargò gli occhi, pentito di ciò che gli era uscito dalla bocca senza neanche volerlo.

Aveva avuto il tatto di un elefante.

Il cuore gli si incrinò alla vista dell'ombra che velò gli occhi cerulei di Taehyung, il sorriso gli si era spento e l'espressione era ritornata seria e...vuota. Come al solito.

Taehyung sapeva benissimo che sarebbe dovuto andare a vivere nel palazzo dei Jeon, l'etichetta reale lo imponeva, quindi non avrebbe più visto giornalmente Jimin, Jin e il resto della servitù che ormai conosceva a memoria. Non avrebbe più potuto vedere il suo giardino, la sua quercia, i suoi fiori.

Tutto sarebbe cambiato, ma Jungkook non sembrava male. 

Magari il loro sarebbe stato un matrimonio felice. Magari avrebbero imparato a conoscersi e ad accettarsi. Magari un giorno, avrebbero provato affetto gli uni per gli altri.

Magari si sarebbero anche potuti amare.


............................


Seduti al grande e sfarzoso tavolo, Jungkook e Taehyung erano l'uno di fianco all'altro. Beh, di fianco significava ad un metro di distanza, proprio secondo l'etichetta reale che imponeva tale distanza ai quasi sposi.

Di fronte a loro, Jimin e Jin, mentre agli estremi del tavolo i due re, intenti a lanciarsi occhiate d'intesa e gustarsi in silenzio un buon calice di vino, adocchiando i due giovani con silenziosa approvazione.

«Jungkook, spero che il castello sia di tuo gradimento» iniziò a parlare Jimin, tamponandosi le labbra con il fazzoletto finemente ricamato. Jungkook alzò lo sguardo dal piatto e fece un sorriso, annuendo velocemente.

«Sì, è tutto perfetto. Vi ringrazio davvero per l'accoglienza a dir poco calorosa, ne è valsa più che la pena affrontare il viaggio» disse con un tono di voce così morbido e dolce che per poco Taehyung non cedette all'impulso di pizzicargli le guance.

Jimin lo guardò con gli occhi da cucciolo e Taehyung era sicuro che stesse pensando la stessa cosa. 

«Oh, non darmi del voi, chiamami Jimin. Odio parlare come i vecchi diplomatici di mezza età» rise quello, sorseggiando un po' di vino bianco.

Taehyung lanciò un'occhiata di traverso a Jungkook al suono del suo ridacchiare, il cuore sembrava volerlo abbandonare per quella risatina bassa e musicale, un po' fanciullesca ma incredibilmente morbida. Inoltre, ridacchiando apertamente, notò come i suoi incisivi sembravano ricordare quelli di un coniglietto.

«Come dicevo a Taehyung prima, anche io odio le formalità tra coetanei, quindi consideralo già fatto».

Come quello tagliò un pezzo di carne, gli occhi di Taehyung si posarono sulle sue mani. 

Le mani di Jungkook erano arte, né più né meno: bianche, lisce, leggermente venose e dalle unghie curate. Taehyung aveva sempre considerato le sue mani come bellissime, ma anche quelle di Jungkook non scherzavano affatto.

L'unico che in tutto quel quadretto se ne stava in silenzio e con l'espressione di chi ti vuole assassinare con il coltello del burro era Jin, che studiava i movimenti di Jungkook quasi al millimetro.

«Perché non ci racconti cosa ti piace fare, Jungkook?» chiese quest'ultimo, un sopracciglio alzato.

Il tono era stato fintamente cordiale e per niente caloroso, una cosa palese come il sole. Jimin strinse un attimo le labbra e lanciò solo una breve occhiata al fratello prima di annuire e sorridere per smorzare la tensione.

«E' vero, raccontaci un po' di te, Jungkook! Taehyung non ha voluto dirmi niente» annuì con entusiasmo. 

Taehyung guardò con un sopracciglio arcuato verso Jin, che continuava a fissare Jungkook.

Quest'ultimo si schiarì la voce e Taehyung non mancò di notare come la presa sulla forchetta divenne tremante, spingendolo a mollare la presa sul coltello per posare la mano sul suo grembo sotto il tavolo.

«D-diciamo che non ho m-molti hobby...M-mi piace sicuramente andare a cavallo nel tempo libero, ma d-di solito s-studio le strategie militari con mio padre. N-non sono così interessante come persona, m-ma mi piace anche ascoltare qualcuno l-leggere» il discorso di Jungkook era stato impacciato e la voce era parsa quasi debole.

Taehyung fissò il broccolo sul suo piatto come se fosse stata colpa sua, cercando un modo razionale di capire perché Jin si stesse comportando in quel modo, mettendolo in un palese disagio.

«Andare a cavallo? Quando hai imparato a farlo? Dove vai di solito?» più che domande, sembrarono quasi delle inquisizioni quelle di Jin, ed anche Jimin sembrò percepirlo perché si irrigidì.

«E-ecco diciamo che di solito vado in giro nella tenuta di famiglia. Ci vado da quando h-ho ricordi praticamente». Gli occhi di Jungkook erano rimasti incollati al piatto, che non era stato più toccato. La mano era ancora nascosta sotto il tavolo e Jungkook sembrava così nervoso ed agitato che Taehyung decise di intervenire.

«Sembra molto bello, mi piacerebbe andarci una volta che verrò a palazzo» gli disse con voce calda, sorridendogli appena. Il principe alzò di scatto la testa e il volto velato da un leggero strato di sudore e pallido come un lenzuolo si andò via via rilassando, fino a distendersi in un sorriso riconoscente.

«Certamente. Ti mostrerò tutti i giardini del palazzo e le sue attrazioni, sono sicuro che ti piacerà tanto quanto piace a me».

Jin stava per dire qualcosa ma Jimin gli colpì forte lo stinco con il tacco dello stivale ed ignorò completamente lo sguardo minaccioso del fratello su di lui, tornando a concentrarsi su Jungkook, che sembrava fosse tornato a respirare.

«Mi fido delle tue parole, Jungkook». 

Questi aveva ripreso a mangiare tranquillamente e notò come la sua mano non tremasse più. L'unica cosa che stonava in quella marasma di chiacchiere, era solo una: l'atteggiamento di Jin. 

Non era da lui comportarsi in modo così stronzo e indisponente, e non capiva perché lo stesse facendo. Jungkook non sembrava una cattiva persona, non era una persona da ritenere pericolosa, anzi.

Sembrava più una specie di coniglietto in cerca di affetto, ed aveva un atteggiamento molto dolce e remissivo che gli aveva fin da subito scaldato il petto.

Incontrò solo una volta gli occhi di Jin, che gli misero addosso solo un senso di irrequietezza irrazionale e che nascose perfettamente dietro un'espressione neutrale, spezzata solamente da qualche mezzo sorriso per una battuta di Jimin o una ridacchiata fanciullesca di Jungkook.

Perchè però sentiva che non sarebbe stato tutto rosa e fiori?
















NDA: E' un capitolo lungo e no, non saranno tutti spezzati così tanto <3 sono i capitoli introduttivi ma vi prometto che come la storia procede, diventeranno molto più avvincenti e succosi. 

A presto <3


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