Il mio coinquilino è uno stro...

By Jessicamal16

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Un appartamento in condivisione con altre quattro persone. Una donna che perderà la testa per il suo coinquil... More

1.Come un pinguino
2. Sei ugualmente strano.
3. Sei impegnata?
4.Le tue lenzuola profumano
5. Bacio mancato
6. Invadente
7. Mi piace la comodità
8. Amo mangiare.
9. L'uomo perfetto.
10. Sei solo un gioco
11. È lui il mio eroe
12. Maledetta torta al cioccolato!
13. Ottimo padre
14. Tua madre è invadente.
15. Sei tu quella bugiarda!
16. Sei quello intelligente.
17. Hai la mia parola
18. Sei gradevole.
19. Caterina
20. Non voglio nemmeno sentire il tuo profumo
21. Il Sign. Robert
22. Lui é solo il mio coinquilino.
23. Mi devi un altro favore
24. Hai rovinato il mio risveglio
L'inferno
25. Sei una donna interessante.
26. Tutta colpa di Brian!
27. Hai pessimo gusto.
28. Piange perchè si sente in colpa.
29. Perché altrimenti saró costretto a farti licenziare.
30. Non si spreca il cibo.
31. Non devi parlare.
32. Lui chi è realmente?
33. Ma lui chi?
35. Tutti meritiamo la verità
36. Quell'uomo è mio!
37. La mia droga.
38. Maledetto panino!
39. Perdonami.
40. Epilogo
Prologo

34. Ti stavo aspettando.

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By Jessicamal16

Continuo a muovermi avanti e indietro per il soggiorno, impaziente di incontrare Andrea, che è riuscito a sfuggirmi, questa mattina.

Sciolgo i capelli, ravvivandoli un po', togliendomi il rossetto rosso che marchiava le mie labbra.

Fisso la porta, un po' titubante, quasi impaurita da quello che potrei scoprire.

Anche se Brian mi ha assicurato, che non mi dirà mai la verità Andrea. Secondo lui, potrebbe anche mentirmi, perché è una situazione piuttosto particolare, rischiosa per la nostra relazione.

Non so fino a che punto lo potrò perdonare.

Mi ha nascosto una cosa fin troppo importante.

Mi siedo sul divano, decisa di mostrarmi ai suoi occhi più calma, rilassata.

Anche se l'ansia mi divora, nemmeno la cena in compagnia di Brian è riuscita a distrarmi da questa situazione.

Il rumore della serratura, mi spinge ad alzarmi di colpo dal divano, per incontrare subito gli occhi di Andrea.

Non appena la porta si apre, la figura del moro si rivela, a differenza di ieri sta decisamente meglio. Anche se le occhiaie scure che contornano i suoi occhi continuano ad essere ben marcate.

È stanco.

<<Ti stavo aspettando>> affermo, avvicinandomi a passo svelto da lui, che rimane fermo nell'uscio.

<<Ti devo parlare>> continuo a parlare, togliendogli dalle mani il borsone, ponendolo dentro il mobile dell'ingresso.

<<Dimmi>> parla dopo minuti interminabili di silenzio.

<<Andiamoci a sedere>> gli indico il divano, il moro si limita ad annuire sedendosi immediatamente.

<<Mi dici la verità?>> gli chiedo, non appena i miei occhi si incastrano con i suoi.

<<Cosa vuoi sapere>> sussurra, sistemandosi i capelli nervosamente.

<<Cosa mi hai nascosto?>> sussurro in preda al panico, consapevole che da qui a breve otterrò tutte le risposte che ho cercato per l'intera giornata.

È nervoso, adesso evita il mio sguardo.

È grave.

<<Spero che tu possa capirmi, e perdonarmi.>> afferma, stringendomi entrambe le mani.

Ha paura.

Rimango in silenzio, incapace di assicurargli ciò, non so come potrei reagire, o cosa potrei fare dopo.

Ciò che so è che voglio placare la mia sete di verità.

<<Francesco>> ripete il nome di mio figlio, sospirando pesantemente, sfregando nervosamente le mani sulle ginocchia.

<<Francesco cosa?>> domando, con un filo di voce, mordendo l'interno della guancia, per calmare la mia ansia.

<<È mio figlio>> mi rivela, spalanco le palpebre, alzandomi improvvisamente dal divano.

Il mio respiro diventa ansante, il cuore palpita tanto che temo che possa esplodere da un momento all'altro.

<<Come fa' ad essere tuo figlio?>> sbraito alzando le braccia al cielo.

Come ha potuto nascondermi una cosa simile?

Come ha potuto prendere in giro me e nostro figlio?

<<Perché io e te ci siamo già incontrati>> ammette, alzandosi dal divano, posizionandosi davanti a me.

<<Sei tu l'uomo con cui sono stata quella sera in discoteca?>> domando incerta, come se non fossi completamente sicura del mio passato.

<<No>> scuote la testa, afferrando il mio viso con entrambe le mani.

<<Io e te abbiamo avuto una relazione>> afferma, rimango incredula da quello che mi ha appena detto.

Perché non lo ricordo?

<<Eravamo anche felici>> continua, mostrandomi un sorriso amaro. Mi limito ad ascoltare incapace di aprire bocca.

<<Mi dispiace, non avrei mai dovuto lasciarti andare>> aggiunge, asciugando con il pollice le lacrime che sono appena scese dai miei occhi.

<<Perché? Perché l'hai fatto?>> sibilo, continuando a guardare le sue iridi chiare, che sono pieni di lacrime esattamente come i miei.

<<Sono stato costretto a farlo. Potevo rischiare di finire in carcere>> ribatte, lo guardo con un cipiglio, un po' stranita da questa sua ultima affermazione.

Perché?

Avere una relazione, non è illegale.

<<Hai rinunciato a tuo figlio>> ammetto, tra un singhiozzo all'altro.

<<Non avevo altra scelta>> continua a giustificarsi, accarezzandomi dolcemente il viso.

<<C'è sempre un altra scelta>> sbotto, scostandomi dalla sua presa.

<<Omar, mi ha minacciato. Mi ha detto che avevi perso il bambino>> continua a giustificarsi, lo guardo schifata, incapace di riconoscere l'uomo che ho qui davanti.

<<Perché non mi hai cercata?>> sbraito puntandogli il dito contro il suo petto.

<<Perché ormai ti eri rifatta una vita>> mi dice, alzando il tono della voce.

<<Avresti dovuto lottare. Mi hai delusa>> inizio a piangere, come una bambina, asciugandomi con il dorso della mano le lacrime che sono scese.

<<Hai distrutto una famiglia. Hai fatto crescere mio figlio senza un padre>> continuo ad urlare, cerco di calmarmi, anche se è impossibile. Sono troppo scossa.

<<Possiamo rimediare. Ci siamo rincontrarti>> afferma, afferrando nuovamente il mio viso, appoggia la fronte al mio viso, facendo sfiorare i nostri nasi.

<<Se non mi avessi incontrato...cosa avresti fatto?>> domando, allontanandomi nuovamente da lui.

<<Sara>> mi chiama, quasi spaventato di dirmi l'ennesima verità.

<<Non avresti fatto nulla>> annuisco alle mie parole, indietreggiando per aumentare la distanza tra di noi.

<<Ci siamo rivisti. Pensiamo al nostro futuro>> mi implora con un tono basso, scuoto la testa, decisa a non voler condividere nient'altro con il mio coinquilino.

<<Pensa a Francesco. Con me hai chiuso. Non ti potrò mai perdonare, per quello che ci hai fatto.>> sussurro, portando una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

<<Sara>> mi richiama, avvicinandosi nuovamente a me, indietreggio nuovamente, decisa a non volermi più far toccare da quest'uomo, che si è rivelato un vigliacco.

<<Ho deciso. Lasciamo in pace, per favore.>> lo prego, dirigendomi nella mia stanza, stanca di parlare con Andrea, che per oggi mi ha dato abbastanza risposte.

<<Un giorno riuscirai a perdonarmi?>> mi domanda un po' titubante, mi volto verso la sua direzione, e il mio cuore per poco non si scioglie quando lo vedo piangere.

<<Non lo so. Ho bisogno di tempo.>> il moro annuisce alle mie parole, puntando lo sguardo su un'altra parte, nascondendo le lacrime che sono scese.

Forse un giorno riuscirò a perdonarti.

O forse no.

Ciao donne, buon lunedì a tutte.

Oggi ho deciso di regalarvi tutte le risposte che avete atteso con tanta impazienza.

Spero che vi piaccia ❤️
Ditemi cosa pensate della reazione di Sara, e del nostro povero Andrea.

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