Addison's pov
Sbuffo e dopo qualche istante mi decido a rientrare in cucina.
Jason è seduto esattamente dove ero io stamattina, quando ho tolto la maglietta a Logan, e il solo pensiero mi fa accapponare la pelle.
"Era lui il motivo per cui eri troppo impegnata per potermi chiamare?" Domanda brusco appena mi nota.
Alzo gli occhi al cielo e apro il frigo, tirando fuori una bottiglietta d'acqua.
"Addison parlo con te." Precisa lui vedendo che al momento lo sto ignorando.
"L'avevo capito, ma se sei qui per mandarmi frecciatine potevi anche rimanertene a Santa Barbara." Sbotto frustrata.
Con un gesto veloce apro la bottiglia e inizio a bere lunghe sorsate che mi raffrescano, facendomi dimenticare per qualche istante di avergli tirato uno schiaffo.
"Pensa che siamo scopamici." Dice ridacchiando.
"Non potevi farti i cazzi tuoi?" Chiedo fulminandolo con un'occhiata.
"Non fare la stronza con me solo perché hai litigato con quel coglione. Mi sono fatto due ore di treno per essere qui." Borbotta imbronciandosi.
"Uno: non lo conosci, due: scusami." Sussurro avvicinandomi a lui e abbracciandolo ancora.
Il suo profumo di salsedine misto a menta mi è così tanto familiare che, come poco prima, fatico a trattenere le lacrime.
"Ti piace quindi?" Domanda.
Nego con la testa e gli do un bacio sulla guancia.
"Mi sei mancato davvero troppo. Cosa volevi dirmi?" Chiedo osservando i suoi occhi un po' più spenti di come me li ricordavo.
"Ellie- inizia, ma io lo interrompo subito.
"Oddio come sta? Perché non è qui? Mi manca un sacco." Esclamo felice al ricordo della mia migliore amica.
I suoi occhi diventano un sacco lucidi e prima che io dica qualcosa una prima lacrima gli solca la guancia.
Mi allarmo subito e sento che anche respirare inizia a essere difficile.
"Cos'è successo?" Domando con un fil di voce.
"È tutta colpa mia, ho fatto una cazzata." Sussurra coprendosi il volto con le mani.
Proprio in quel momento sento il rumore delle chiavi che girano nella toppa è qualche istante dopo Jaden ci raggiunge in cucina.
Appena vede Jason assume un'espressione confusa, probabilmente per le lacrime, ma poi si riprende.
"Sei arrivato! Avevo paura che non riuscissi a trovare l'indirizzo. Meglio che vi lasci da soli." Mormora uscendo di nuovo.
Mi avvicino al mio amico e lo riprendo tra le mie braccia mentre lui si appoggia con il volto al mio petto.
"Inizia dal principio.. cos'è successo?" Chiedo sussurrandoglielo all'orecchio.
"Ellie è morta." Singhiozza e il mio cuore perde un battito.
"Cosa?"
"Ho fatto una grandissima cazzata Addison. Ti prego non odiarmi anche tu." Piagnucola aggrappandosi a me.
"Vieni andiamo in camera mia." Sussurro afferrandogli la mano e guidandolo su per le scale.
Mi sembra che qualcuno abbia fermato il tempo perché non sento più niente.
Mi chiudo a chiave dentro la stanza e lo faccio sedere sul letto.
Tiro fuori dal mio comodino un pacchetto di fazzoletti e gli asciugo dolcemente le lacrime.
"Ora vai avanti." Lo sprono accarezzandogli la mano.
"Venerdì scorso Madison Lewis ha dato una delle sue solite feste e noi non siamo stati invitati." Inizia a raccontare e io mi sento lontana anni luce da lui perché nel mio cervello continuo a vedere la mia amica.
"Sapevo che Sophie ci sarebbe andata e, visto la mia cotta per lei, ho convinto Ellie ad andarci.."
"Quando siamo arrivati la gente era così tanta e, nonostante non avessimo ricevuto l'invito, ci siamo imbucati facilmente. Girava un sacco di alcol e sia io che Ellie ne abbiamo approfittato. Non so precisamente quanto lei avesse bevuto ma ti assicuro che io invece ero completamente andato." Sussurra guardando il pavimento.
"Intorno alle tre abbiamo deciso di tornare a casa e ci siamo messi in viaggio. Guidavo io perché, come sai, Ellie non ha nè una patente nè una macchina." Stringo i pugni e mi sento sopraffatta da tutti questi racconti.
"Non mi ricordo cos'è successo dopo, magari ho perso i sensi o mi sono semplicemente addormentato mentre guidavo. La mattina dopo mi sono svegliato in ospedale con qualche costola fratturata, mentre Ellie era già morta. Per colpa mia." Conclude mentre le lacrime iniziano a cadere anche dai miei occhi.
"Scusami scusami scusami." Continua a ripetere Jason avendo un aspetto così indifeso che mi fa pena.
Tremo e mi circondo le ginocchia con le braccia.
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi, lasciando libero sfogo alle lacrime.
Inizio a singhiozzare e il cuore mi batte forte e nelle orecchie.
Lacrime calde continua a scorrere ininterrottamente mentre soffoco la testa nel cuscino.
Sento Jason iniziare a stringersi a me e gli accarezzo la fronte dolcemente.
"Fa male Jay-Jay." Sussurro.
"Se io non l'avessi convinta ad andare a quella stupida festa non sarebbe accaduto niente. Stavo anche guidando io Addison, perché io sto qua mentre lei no?" Domanda conficcando le dita sulla pelle del mio bacino.
"Perché qualcuno lassù ha voluto così probabilmente. Non lo so Jay, so solo che questo è terribilmente ingiusto." Spiego mentre la tristezza lascia spazio alla rabbia.
"Mi odi?"
"Come potrei farlo? Non è colpa tua Jason. Sarebbe potuto accadere a chiunque."
"Ho provato a parlartene prima ma tu non mi hai mai chiamato perché eri troppo impegnata a scoparti mister "sono un figo e so di esserlo." Sbotta rivolgendosi a Logan.
Non spreco nemmeno fiato per difenderlo, perché il pensiero di aver perso una delle poche persone che mi sono state accanto nel momento più difficile della mia vita, mi fa male al cuore.
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"Hai fame?" Chiedo a Jason che dopo due ore passate a piangere insieme è comodamente sdraiato con la testa sulla mia pancia.
"Non riesco a pensare al cibo in questo momento, a dir la verità non ce la faccio da quasi una settimana."
"Non mangi da un settimana?" Domando allarmandomi.
"Tranquilla, all'ospedale mi hanno riempito e anche mamma mi ha obbligato a mangiare quando sono tornato a casa, ma non ne ho voglia." Sussurra.
"Io invece voglio fare qualcosa che allevi il dolore anche solo per un attimo, quindi proviamo a cucinare o almeno alziamoci dal letto." Borbotto staccando la schiena dal mio comodo cuscino.
Lui grugnisce ma poi si gira appoggiando il suo peso sui gomiti.
Gli faccio un cenno con la testa e lui si alza completamente dal letto, stropicciandosi gli occhi.
Vado davanti al mio specchio e quasi non mi riconosco, complici gli occhi rossi e gonfi e tutto il mascara che mi sporca le guance sembro un po' un pagliaccio.
Jason mi circonda le spalle con il braccio e mi da un bacio sul naso.
Faccio un broncio e lui me ne dà uno anche sulla guancia.
Prima che me ne renda conto è troppo vicino alle mie labbra e io mi allontano bruscamente.
"Che stai facendo?" Chiedo confusa.
"Lascia perdere." Borbotta uscendo dalla stanza.
Lo inseguo fino alla cucina e appena riesco ad incontrare nuovamente il suo sguardo mi rendo conto che è di nuovo normale.
"Cosa vuoi mangiare?" Domanda con un sorriso stanco.
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"Mi mancherai." Borbotto aggrappandomi forte a lui e seppellendo il viso nel suo collo.
"Anche tu Addison. Non puoi immaginare quanto." Sussurra con voce tremolante.
"Se riesci a vedere i genitori di Ellie dagli un forte abbraccio da parte mia." Sussurro deglutendo nonostante il groppo in gola.
"Certo e tu non ti fare mettere incinta da quel tipo."
"Non mi faccio mettere incinta da nessuno, tranquillo."
"Jason, non vorrei metterti fretta ma dobbiamo andare. Il treno parte tra quaranta minuti." Si intromette il mio consanguineo avvicinandosi a noi e dando una pacca sulla spalla al mio amico.
Mi stringo nella felpa che ho infilato poco prima di uscire dalla casa per salutare Jason e faccio un passo indietro.
I due ragazzi salgono entrambi in macchina e io li guardo uscire dal vialetto e poi avviarsi lungo la strada.
"Ei ragazzina." Sento dire.
Mi volto e incontro due occhi verdi molto familiari.
Un signore è in piedi dall'altra parte della staccionata con una sigaretta in mano.
Squadro l'uomo che ho davanti: avrà poco più di quarant'anni ma se li porta bene, indossa un pigiama firmato, non c'è traccia di capelli bianchi il che fa pensare che si tinga e mi fissa con discreto interesse.
"Salve." Rispondo imbarazzata.
"Siete dei nuovi vicini? Non vi ho mai visto." Esclama osservando le mie gambe lasciate scoperte dalla felpa.
"Si. Lei chi è?" Domando mentre provo ad afferrare il telefono dalla mia tasca dei pantaloni in caso di emergenza.
"Jeff, magari hai presente mio figlio."
Ho sempre odiato questo nome.
"Lei è il padre di Logan?" Chiedo stupita.
Ecco dove avevo già visto quegli occhi.
"Esatto. Ci sei già andata a letto?"
La sua domanda mi fa trasalire e faccio un passo indietro non rispondendogli.
"Scommetto di sì. Quel ragazzo ha preso dal padre, non si lascerebbe scappare una simile occasione." Stringo i pugni e la mia paura sale alle stelle.
"Mi scusi è meglio che io rientri."
Sussurro, percorrendo velocemente i passi che mi separano dalla porta di casa e chiudendomela alle spalle.
Quest'uomo fa maledettamente paura.
Questo capitolo non mi ha fatto impazzire anche perché non mi piacciono le cose tristi.. ma non si poteva evitare.
Voi cosa ne pensate?
Jason vi sta simpatico?
E Jeff?
Scusatemi per i tantissimi errori che sicuramente ci saranno, GRAZIE
MILLE PER AVER LETTO e sappiate che VI ADORO.
-Azzu💕