-Siamo qui.- sussurrò Harry, guardando fuori dalla finestra.
Il suo respiro stava appannando leggermente il vetro, e per qualche motivo ebbi un forte bisogno di baciarlo.
Guardai avanti, sbalordito dalla casa di fronte a noi.
Era enorme, aveva le dimensioni di tutto il mio condominio.
-Perché mai ti sei trasferito?- Chiesi rivolgendomi a Harry. Non riuscivo a immaginare di voler mai partire. Era nel mezzo della Francia, una casa enorme con una famiglia felice. Era tutto ciò che avrei mai potuto sognare.
-Londra aveva più da offrirmi.- Mi guardò con orgoglio. -Dopo tutto, se non mi fossi mai trasferito, non ti avrei trovato.-
Uscimmo dal taxi e andammo verso la casa.
La borsa sulla spalla era pesante, ma non così pesante come il nodo alla gola.
-Preferirei vivere a Londra con te in una scatola di cartone piuttosto che in un palazzo a Parigi- dissi.
-Anch'io.-
E con quello, entrambi andammo verso la porta.
Allungai la mano per bussare, ma Harry scosse la testa e mise la mano sul pomello, girandolo e aprendo la porta.
-La mamma è sempre stata un po' troppo fiduciosa.- Disse con un'alzata di spalle. -Aspetta solo di arrivare alla mia vecchia camera da letto. Si è sempre fidata di me da lasciare la chiave nella serratura, penso che stasera sarà la prima volta che ne approffiterò.-
E anche se ho provato a resistere duramente al massimo, tutto quello che ho potuto immaginare era io ed Harry sulle lenzuola nella sua vecchia camera da letto.
-Sembra fantastico.- dissi.
-Scommetti.-
-Harry?-
Una voce femminile risuonò attraverso il corridoio arredato e immediatamente riconobbi che era quella di Anne.
-Ciao, mamma!-
Harry abbracciò sua madre con una forza che era diversa dal lato che mi mostrava spesso, altrettanto genuino ma persino più attento.
-Bentornato a casa, piccolo.-
Si tolse delicatamente dalle braccia di suo figlio solo per gettarsi nelle mie.
-E Louis, sono così felice di averti qui.-
-Anche per me.- dissi. -Voglio dire, sono felice di essere anche qui.-
Aveva senso? Sono cosi felice?
-Devi essere Louis.-
Un'altra voce femminile risuonò da dietro Anne, questa suonava molto più giovane.
Una ragazza magra e alta si avvicinò a noi, abbracciando Harry rapidamente e poi rivolgendo la sua attenzione su di me.
-Mi chiamo Gemma.- sorrisi quando notai che lei e Harry avevano lo stesso colore di occhi (di the verde) e lei sorrise di rimando, una fossetta sul lato sinistro.
-Piacere di conoscerti.-
Allungai la mano per stringere la sua, ma invece mi abbracciò.
-No.- mi sussurrò all'orecchio, le sue labbra troppo vicine -Il piacere è mio.-