TOXIC LOVE

By redsoulangel

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Grace White si trasferisce a Los Angeles per lavorare nell'hotel più prestigioso della città. Una cosa che pe... More

~Introduzione~
1. La città degli angeli
CAST
2. Destino o coincidenze?
3. Si, mi piace lo Starbucks
4. Sono in una telenovela?
5. Panico, Panico, Panico!
6. Bugie Bianche?
7. Festa o mal di testa?
9. Madison, ti odio
10. Da quando le nonne sono sexy?
11. Che rabbia!
12. Ops, l'ho fatta grossa
13. Josh Pierce?
14. Smeraldi verdi

8. Brown non è buono non è un Brownie

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By redsoulangel

Avete mai provato la sensazione di impotenza, quella sensazione che ti opprime nonostante tutti i tentativi per uscirne? Ti fa sentire come se fossi inutile, e forse la cosa più brutta è proprio il non poter agire. Non poter gridare e non potersi muovere.

 Le mani prepotenti di questo ragazzo mi toccano con violenza senza il mio consenso. Cerco di liberarmi, ma ogni mio tentativo è vano. Una mano mi tappa la bocca e mi impedisce di gridare. Prima che io possa perdere le speranze a rallentatore vedo Damon entrare nella sala e colpire il ragazzo con un pugno sul naso.

 Cade per terra e con il sangue che gli cola si rialza con un ghigno sfacciato. Mi gira la testa e mi sento delirare. Le sue mani, viscide e prepotenti sul mio corpo mi rimangono impresse per qualche minuto. Mi sono sentita violata, non lo auguro a nessuno.

La mia mente alterna momenti di coscienza a momenti di incoscienza. 

"Ehi amico, con calma ci stavamo solo divertendo, mi stava facendo vedere cosa sapeva fare con quelle labbra morbide" 

Si asciuga il sangue che gli sta colando e si alza le maniche della camicia. Adesso che riesco a guardarlo meglio non riesco a vederci nulla di affascinante, solo una persona schifosa e meschina. 

"Non fiatare Brown" Dice Damon urlando. 

Quasi non lo riconosco, la sua solita figura pacata e apatica adesso è stata sostituita da una persona completamente diversa, fa paura.

 "Adesso smettetela, ne ho abbastanza"

 Dico non riuscendo quasi a parlare. Guardo la camera in cui mi trovo, alcune ragazze stanno guardando la scena e non posso far altro che subire tutti i loro occhi puntati su di me. Il mio incubo è diventato realtà.  

Ormai ha preso il cosiddetto Brown dal colletto, ma non appena sente la mia voce si gira nella mia direzione e lo lascia cadere per terra con il naso sanguinante, poi si avvicina e mi stringe. Un forte calore mi pervade e una sensazione inaspettata mi scuote dal mio stato di trance. Inspiro il suo dolce profumo dal collo e con il cuore che sta per uscire dal petto mi allontano.

 "Grazie"

 Dico cercando di concentrarmi nel dire cose sensate.

 "Andiamo via" Dice lui prendendomi sulle spalle. "Lasciami andare"

 Vedo tutto sottosopra. Facciamo le scale per arrivare al piano di sotto e m' impegno con tutte le mie forze per scappare dalla sua presa.

"Hai un bel gancio" Dico io con un piccolo sorriso a fior di labbra. Dalla visuale che ho non riesco a vedere l'espressione che ha sul viso ma il mio istinto mi dice che sta sorridendo. 

 "Andiamo a casa mia, abito nei paraggi, Colie è tornata a casa. L' ho avvertita io"

 Il mio stato di allerta mi dice che non è la cosa giusta da fare, anzi, completamente sbagliata. Ho paura dei ragazzi, è questa la verità. 

Sono stata tradita così tante volte che ho paura di fidarmi, perchè nel caso in cui  mi fidassi della persona sbagliata probabilmente cadrei nel baratro. Il mio essere fredda non è dato da una paranoia infondata, ma da anni di tradimenti dalle persone che credevo importanti. 

Mia madre mi ha sempre detto che la fragilità è preziosa, ma io sinceramente non so più a cosa pensare ora. "Voglio andare a casa, a Miami" Dico completamente incantata dai miei pensieri. Damon tentenna per qualche secondo sui suoi passi e non si ferma. 

Esce dal locale e va verso il parcheggio. Prende le chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni e  apre delicatamente la portiera. Mi stende delicatamente sul sedile della sua auto. La stessa che ho rigato il primo giorno, insomma un disastro. 

Non vedo l'ammaccatura però, deve averla fatta riparare.  "In che senso?" Mi guarda con uno sguardo curioso, come se volesse scoprire altro di me, come se gli interessasse. Si riferisce a quello che ho detto senza pensarci prima. 

"Lascia stare" Mette in moto e dal finestrino riesco a vedere per bene tutte le strade di Los Angeles, vuote ormai per l'orario. Pian piano ad ogni minuto mi lascio cullare dal rumore delle ruote sull'asfalto addormentandomi. 

Dopo una mezz'oretta all'incirca sento qualcuno scuotermi nel sonno, tasto il sedile di pelle e apro leggermente gli occhi. Il suo viso si trova ad un centimetro dal mio, le sue pozze verdi mi scrutano sotto il chiarore della luna.

 Continuo a chiedermi cosa stiano nascondendo, un fardello pesante da quello che vedo io. "Forza andiamo" mi scuote un po' dal mio sonno. Un leggero sorriso spunta sulla sue labbra e io completamente imbarazzata distolgo lo sguardo. L'ho guardato fin troppo allungo. 

Mi alzo in piedi con un forte dolore alle tempie, mi guardo intorno e scruto per bene la villa imponente che si presenta davanti ai miei occhi. Villa Marlene si chiama. 

"Abiti qui?" 

Mi mordo un po' il labbro per il nervosismo e mi giro verso di lui. 

"Si" Con le mie dita sottili tasto il nome in bronzo.

 "Chi era Marlene?" 

Aspetto qualche secondo ma non ricevo nessuna risposta, me lo sarei dovuto aspettare insomma. Apre il cancello dorato e entriamo nella sua villa. Una grande fontana si trova al centro, un bel prato verde occupa l'esterno. 

Andando più avanti vedo una grande piscina. Prende dalla sua tasca le chiavi e apre la porta principale.  I tacchi mi stanno distruggendo i piedi, me li sfilo e continuo a camminare sotto lo sguardo attento di Damon. 

"Tu starai nella camera degli ospiti, ti accompagno" 

L'interno della villa è enorme e favoloso. É elegante al punto giusto. Un bel divano a elle in ciniglia grigio occupa il centro della stanza. Rapita dall'arredamento sui toni del grigio e del nero lo seguo al piano di sopra.

 Le scale solo contornate da un cristallo pregiato, i lampadari sono favolosi. Attraversiamo un corridoio stretto e lungo fino ad arrivare ad una porta, la apre e mi ritrovo una bellissima camera davanti. 

Prende da un armadio un t shirt e dei boxer puliti e li posiziona sul letto. "Puoi usare questi per sta sera" La camera ha un terrazzo che affaccia al lato interno della villa. Il chiarore della luna lo rende romantico e non posso fare a meno di guardare il panorama di Los angeles incantata. 

"Mia madre si chiamava Marlene" 

Si è avvicinato a me. Sua madre, si chiamava, quindi è morta? Mi giro verso di lui e posso notare i suoi occhi brillare. Mi lego i capelli in una coda leggera e mi affaccio dalla ringhiera. 

"Ti manca?" 

Non risponde alla mia domanda, quindi decido di ignorare e passare avanti. Sposto un piede all'indietro per andare al bagno ma vengo fermata da lui. Il suo sguardo si trova a pochi centimetri dal mio, il mio che cerca confuso di capire cosa sta succedendo. 

"Come stai?" 

Mi scruta per bene, ogni centimetro della mia pelle. Mi sento analizzata sotto al suo sguardo. "Sono stata meglio" 

Sorrido leggermente e cerco di sviare il discorso andando verso il bagno. Mi blocca tra le sue braccia e si avvicina a me. 

Le sue labbra sono semiaperte, morbide solo alla vista e rosee. Senza farlo apposta mi mordo leggermente il labbro. Il mio cuore sta andando all'impazzata, non capisco il perchè però. 

La sua bocca si trova sulla mia, per la prima volta non mi sono tirata indietro. Le sue labbra sono morbide come immaginavo e le sue mani che vagano per i miei fianchi e nei miei capelli mi mandano in estasi. 

Mi sento strana, questo bacio è fantastico, ma è sbagliato. Completamente. Mi stacco dal bacio a malincuore e scappando dal suo sguardo vado al bagno. 

Mi sfilo il vestito mi strucco e mi infilo la T shirt con i boxer. Il mio viso è comparabile a quello di una serata da Rave, molto simile a quello che ho fatto in effetti. Mi lecco le labbra per poter risentire le sue sulle mie e le tocco per poter realizzare la cosa. 

Mi ha baciata, è successo. Esco dal bagno ma di lui non c'è nessuna traccia. Un po' ci resto male, ma comunque mi infilo tra le coperte.

Con la testa piena di dubbi e pensieri lascio la mia mente cullarmi dal leggero rumore della pioggia che ha iniziato a scrosciare. Svegliata da uno dei miei incubi però esco dalla mia camera e vado in cerca di un bicchiere d'acqua. 

Trovo Damon in cucina, mi fermo prima di poterci entrare, sarebbe troppo imbarazzante. Sta parlando al telefono con qualcuno, affilo un po' di più il mio udito per poter sentire e inizio a capire qualcosa.

 "Si, questa volta funzionerà, te lo assicuro" Un piccolo rumore causato da me lo fa girare preoccupato. "Non sarà una perdita di tempo, fidati" Prima che possa chiudere la chiamata veloce come una trottola salgo al piano di sopra con il fiatone. 

C'è qualcosa che sta nascondendo, io voglio scoprire cosa però. Ma sopratutto che cosa funzionerà?





CIAO!scusate se questo capitolo è molto breve ma sono capitoli di transizione❤️❤️❤️
LASCIATE UNA STELLINA PE RIL CONTINUO!

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