solamente un gioco

Autorstwa _the_princess_creepy

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T/n (tuo nome)Evans a soli 3 anni è sopravvissuta a un tragico omicidio ritrovata abbracciata a un orsacchiot... Więcej

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capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitoli 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
sempre
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62 A Carte Scoperte
La Realtà
Capitolo 63
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Capitolo 69
Capitolo 70
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capitolo 22

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Autorstwa _the_princess_creepy

Essere o non essere, questo è il problema. È forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e combattendo contro di esse metter loro una fine? Morire per dormire. Nient’altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest’è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire per dormire. Dormire, forse sognare. È proprio qui l’ostacolo; perché in quel sonno di morte, tutti i sogni che possan sopraggiungere quando noi ci siamo liberati dal tumulto, dal viluppo di questa vita mortale, dovranno indurci a riflettere. È proprio questo scrupolo a dare alla sventura una vita così lunga! Perché, chi sarebbe capace di sopportare le frustate e le irrisioni del secolo, i torti dell’oppressore, gli oltraggi dei superbi, le sofferenze dell’amore non corrisposto, gli indugi della legge, l’insolenza dei potenti e lo scherno che il merito paziente riceve dagli indegni, se potesse egli stesso dare a se stesso la propria quietanza con un nudo pugnale?

Pov T/n

Aprì lentamente gli occhi sentendomi tutta rotta, e li ricchiusi per colpa della luce del sole e dal troppo dolore.

Gli aprì lentamente guardando l'orologio accanto a me, erano solo le sei e mezza del mattino, per tutta la notte non feci altro che curarmi le ferite e muovermi nel letto dal troppo dolore, e mi accorsi di essere a terra, ma no nel mio letto.

Mi alzai lentamente sentendo schioccare tutte le ossa del mio corpo fasciato, andai in bagno, togliendomi nel frattempo le garze.

Riempì la vasca di acqua calda sapendo che poi avrei urlato dal dolore.

Misi i piedi nella vasca per poi immegere tutti il mio corpo sussultando dal dolore, affondai la mia testa sott'acqua.

Cominciavo a sentire l'aria mancarmi,ma restai immobile, mentre sentivo le mie maschere supplicarmi ad andare in superficie, ma io non volevo ascoltarlo, sentivo il bisogno di zittire tutto ciò che era intorno in me,insieme alla mia vita, avrei voluto farla finita per sempre, ma poi andai di scatto in superficie respirando affannosamente.

Avevo i capelli davanti agli occhi, mi rannicchiai al bordo della vasca e delle lacrime amare scesero lungo le mie guance, mentre pensavo a ieri, alle parole di Jeff.

Io e te siamo uguali T/n

Cercai di non sentire quelle voci tappandomi le orecchie, ma non avevo ottenuto niente, mi alzai dalla vasca senza mettermi l'asciugamano, e sentì un po' di sollievo nelle ferite, andai in camera mia davanti allo specchio.

Il mio corpo pieno di lividi e cadaverico, i miei capelli lunghi e ricci bagnati ricadevano lungo le mie spalle, mi guardai con una smorfia di disgusto..

"Sei una assassina ecco cosa sei T/n" dissi per poi vestirmi e mettermi in marcia verso la scuola.

Incontrai Alison che mi sorrise e mi salutò calorosamente e io ricambiai.

Mi sedetti al mio solito posto aspettando il suono della campanella, e venne il professore di ieri, che cercava di capire ciò che si nascondesse dentro di me.

Vidi Anna sedersi accanto a Sara e la cosa mi fece rattristare, ma cercai di fare finta di niente, sentivo un nodo alla gola, ma cercai di ignorarlo, e le mie maschere coprirono il mio dolore.

Passò l'ora e Anna non mi considerò non fece altro che parlare con Sara, mentre sentivo un grosso macigno, mi alzai dalla sedia e andai in bagno sentendo gli occhi bruciami.

Mi appoggiai allo stipite della porta, per poi scivolare lungo esso sedendomi a terra portandomi le ginocchia a terra e singhiozzando, sentì una mano sulla spalla, alzai lo sguardo ed era Alison che si sedette dinnanzi a me, la guardai per un momento.

"Perché fai questo?" le chiesi guardandola.

"Perché ho capito che non sei una persona cattiva come ti avevo giudicato" disse con quegli occhi pieni di pietà che mi hanno perseguitato per anni.

"Non guardami con quello sguardo di pietà, non voglio che tu diventi mia amica solo perché ti faccio pena" gli dissi asciugandomi gli occhi e sospirando.

"D'accordo, adesso possiamo essere amiche?" mi chiese e io annuì

Mi porge la mano per rialzarmi ed io la afferrai, andammo in classe e dentro di me promisi a me stessa di non piangere mai più, mi sedetti sulla sedia continuando la lezione, arrivò la ricreazione e parlai con Alison passeggiando per il corridoio.

"Quindi il tuo colore preferito è il nero" mi disse mentre annuivo, mi chiese il perché e io sospirai.

"Il nero mi rappresenta, tutto il dolore che si è accumulato in tutta la mia vita, viene sostituito da un vuoto, un abisso un pozzo senza fondo di colore nero, e poi anche perché mi sta bene e mi si addice anche dalla mia personalità chiusa"

Alison annuisce mentre formulava le mie parole e cominciamo a parlare di altre cose.

"Come va con Grey cioè il tuo tutore?"

"Bene, anche se alle volte non gli racconto mai niente, lui cerca di darmi le attenzione di un padre, era in effetti e come un secondo papà, è l'unica persona cara che mi è rimasta anche se non di sangue" 

"Ti capisco, ci vediamo oggi dopo pranzo?"

"Mi piacerebbe ma ho la seduta con la dottoressa Jonesy" dissi sospirando frustrata

"Ma possiamo uscire stasera?" mi chiese ed io annuì mentre vedevo Anna che mi osservava, mi sentivo tradita e pugnalata, e dentro di me la maschera di Morgana dall'abito rosso e lo sguardo malefico, prendeva io controllo, mentre quella con il vestito bianco cercava di trattenerla, ma alle volte non puoi trattenere la rabbia.

Le parlai normalmente come se niente fosse e una volta finita la lezione mi incamminai verso lo studio della dottoressa, guardai la porta davanti a me e sospirau, aprì la porta per poi chiuderla alle mie spalle.

Trovai la dottoressa al suo solito posto, mi sedetti sulla poltrona con lo sguardo rivolto al muro, mentre aspettavo una delle sue solite domande.

"T/n raccontami del tuo primo giorno di scuola"mi chiese e io la guardai per un momento per poi spostare il mio sguardo non volendo guardarla negli occhi. 

"È stato un giorno come tutti gli altri tutto, l'unico cambiamento e quello di avere dei nuovi compagni di classe tutto qui"

"Una ragione in più per fare amicizia. Grey mi ha raccontato del fatto che usavi le mani per difenderti perché eri la vittima, ma adesso è tutto diverso" disse con quegli occhi pieni di speranza che non si spensero nemmeno un secondo quando mi ha conosciuto.

"Anche se provassi a fare amicizia, mi ritroverei sempre sola e sa perché?" le chiesi sedendomi e appoggiando i gomiti sulle gambe  "Perché non ti puoi fidare di nessuno, oggi ti dicono di volerti bene, domani invece fanno finta di niente, perciò dottoressa, ho capito di essere sola in questo mondo" le dissi con una smorfia di disgusto e un sorriso amaro.

"Sai non sono d'accordo, ognuno di noi ha bisogno di una persona che ci completi, perché l'uomo non è niente senza la donna, anche se cerchiamo di allontanarci da tutto e da tutti, vorrai sempre avere qualcuno al tuo fianco" disse guardandomi negli occhi mentre io abbassai lo sguardo

"Le emozioni inespresse non moriranno mai. Sono sepolte vive e usciranno più avanti in un modo peggiore" disse la dottoressa cercando di guardare negli occhi e di vedere che cosa mi stesse passando per la testa.

"T/n non sarai mai sola, non dovrai nemmeno sentirti sola, perché dovresti?" mi chiese la dottoressa.

"Perché un giorno tutti se ne andranno" dissi scettica e fredda.

"No non è vero" disse scuotendo la testa e cercando di farmi ragionare, ma la rabbia, il dolore, e l'abbandono si unirono tutti insieme in un'unica pozione e mi alzai di scatto.

"È PER QUALE MOTIVO? TUTTI MI HANNO ABBANDONATO. I MIEI GENITORI AVEVANO PROMESSO DI STARMI ACCANTO, MA NON È SUCCESSO SONO MORTI E IO NON HO FATTO NIENTE, ED È TUTTA COLPA MIA. LA MIA UNICA AMICA SE NE ANDATA, MI HA ABBANDONATO. TUTTI QUELLI CHE MI STANNO ACCANTO O MUOIONO OPPURE MI ABBANDONANO" urlai dicendo ciò che avevo dentro mentre vedevo la dottessa cercare di confortarmi avvicinandosi a me, ma io mi scansai

"Non hai colpe se i tuoi genitori sono morti, non sei tu la causa della sua morte"

"Si invece, se le persone se ne vanno via da me significa che hanno capito che non merito la loro amicizia, è poi anche tu te ne andrai" le dissi con occhi lucidi e mi abbracciò, sentivo l'affetto di una madre è ricambiai il suo abbracciò sentendo il suo profumo di mandorla.

"Non dovrai mai dire queste cose, sei speciale più di quando sembri" mi disse accarezzandomi la schiena.

___________

Avevo finito di prepararmi, avevo appena finito di farmi i capelli, e scesi di sotto avvisando Grey.

"Io sto andando ci vediamo dopo" si avvicinò sorridendomi dolcemente e mi abbracciò, rimasi paralizzata dal suo improvviso gesto, ma ricambiai abbandonandomi alla sicurezza che mi donava insieme alla forza di vivere.

Uscì di casa vedendo Alison sorridente, andammo in un locale, si sentiva la musica ad alto volume, la puzza di alcol, e si vedevano di coppie ubriachi che si baciavano e che ballavano.

Andammo al bancone, Alison prese una vodka redbull ice mentre io presi solamente la redbull.

Mi trascinò per ballare e cominciamo s ballare tutto il tempo, sentivo la mente liberarsi, dopo un po' ci andammo a sedere non sentendoci più le gambe.

Parlammo a voce alta per colpa della musica del più e del meno,per poi ritrovarci in mezzo a una strada a parlare.

Fortunatamente lei era ancora lucida, mi misi le mani nella tasca del giubbotto morendo dal freddo, sentivo anche il naso congelato, fortunatamente il giubbotto era di pelle nero.

"Pensi che un giorno tutto questo dolore se ne andrà?" mi chiese, sospirai pensando alla sua domanda, ed elaborandone la domanda.

"Penso che il dolore non si toglierà, resterà sempre con noi, per tutta la mia vita cercavo di eliminarlo, ma alle volte non ci riuscivo. Ma so che i miei genitori sono nel mio cuore, e che l'unica cosa che mi è rimasta di loro sono i ricordi da piccola" dissi sorridendo amaramente.

"Mia madre mi regalò questa collana per il mio compleanno, prima che se ne andasse, diceva che ogni volta che era a lavoro, oppure le mancavo con questa l'avrei pensata, l'avrei avuta vicina" disse indicando una collana con un ciondolo a forma di cuore nero.

"La mia invece adorava farmi delle fotografie ddi nascosto, diceva che le più belle fotografie erano quelle più belle, ed era vero, ogni foto che faceva diceva la verità, faceva vedere la felicità" le dissi sorridendo a tutte le foto che ha fatto, e del come lo facesse con il cuore, un sorriso amaro mi spunto dalle labbra.

"Adesso capisco perché non andavamo d'accordo" mi disse ridendo sarcasticamente le chiesi il perché.

"Eravamo troppo occupate a curare le nostre ferite" continuò sorridendo amaramente

"Pensavamo di farcela da sole, ma a quando pare abbiamo bisogno di un'amica, eravamo troppo orgogliose e piene di pregiudizi l'una dall'altra. Ma dovremmo cominciare da capo" le dissi mentre le annuiva dicendo di essere d'accordo e stringendomi la mano.

_________

Dopo aver accompagnato Alison a casa che mi salutò abbracciandomi, presi la piccola bottiglietta di alcol che avevo nascosto nella mia giacca e cominciai a berla sentendo già di perdere i sensi

Mi diressi nel bosco, arrivai davanti al lago e mi nascosi trovando Jeff di spalle senza maglia.

Le sue spalle erano muscolose, e aveva la schiena piena di graffi e cicatrici, lui si girò verso di me, mentre io mi nascosi cercando di non farmi vedere.

"Puoi uscire ragazzina sento il tuo profumo" mi disse mentre io uscì, vedendo che mi guardava con occhi lucidi, si avvicinò e io indietreggiai inciampando.

La testa mi girava vorticosamente, ma non abbastanza da cancellare il dolore, mi ritrovai bloccata a una quercia di un albero.

Mi blocco con le sue braccia mentre mi guardava attentamente, sentivo il cuore battere come una mitragliatrice.

"Hai bevuto?" mi chiese

"Forse" dissi ridendo "Volevo dimenticare e fermare il dolore che mi hai causato" dissi puntandole il dito sul suo petto muscoloso.

"Non puoi cancellarmi, io sarò per sempre nella tua vita T/n che tu lo voglia o meno" disse accarezzandomi le braccia.

"Perché non mi uccidi?" le dissi ridendo e barcollando.

"Non sono affari che ti riguardano, decido io quanto devi morire o devi rimanere in vita"

"Sei solo un maledetto bastardo" le dissi puntando sempre il dito, mentre lui mi lasciò andare si metteva la felpa  e io barcollavo verso di lui.

Ma poi caddi dentro il lago inciampando.

Pov Narratore

Jeff vide T/n cadere sott'acqua e mi tolsi i vestiti e nuotai di sotto per prenderla, quando arrivammo in superficie, lei respiro affannosamente dalla mancanza d'aria.

"Perché mi hai salvata?" le chiese mentre chiuse gli occhi svenendo e la portò fuori dall'acqua e la mise sull'erba.

Si mise i vestiti e guardò T/n, la prese a mo' di sposa mentre lei si lamentava, la portò a casa e la misi sul letto, le tolse i vestiti bagnati e la mise sotto le coperte, si sedette sul letto accarezzando leggermente la guancia.

"Non riesco a mettere fine alla tua vita, per questo sei viva ragazzina" disse non capendo cosa le stesse facendo, le diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla finestra

Jeff non sapeva cosa lo aspettava, ma sapeva che T/n sarebbe stata la sua debolezza.

Jeff scuote la testa sapendo che non era possibile lui era un killer che le aveva rovinato la vita e che uccideva tante persone senza pentirsene, anzi voleva più sangue 

L’amore fugge come un’ombra l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l’insegue.

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