Lasciati amare

Bởi Hemmings-

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Tutti sanno che tra vampiri e lupi mannari non è mai corso buon sangue; o almeno, lo sanno perfettamente i di... Xem Thêm

Trailer.
1: Odio a prima vista.
2: Talento nascosto.
3: Essere stronzo ti si addice.
4: Meglio scappare che ammettere i propri errori.
5: Nella tana del lupo.
6: Toglimi una curiosità.
7: I tuoi complimenti mi fanno arrossire.
8: Non è solo una sirena.
9: Esistono streghe cattive?
10: È qui la festa?
11: Vi siete baciati?
12: È solo un umano.
13: È un ordine?
14: Lasciarti affondare.
15: Sei davvero sexy quando usi quel tono.
16: Lo stronzo potrebbe fare il modello per un calendario sexy.
17: Lascia fare a me.
18: Mi fido di lui.
19: Ti ucciderò lentamente.
20: Dov'è James?
21: La coppia perfetta.
22: Chiunque osa toccare nostro fratello, è un uomo morto.
24: La mia storia.
25: Sei un cretino, James Morales.
26: Solo un assaggio.
27: Nessuno odia i lupi mannari.
28: Io ci sarò sempre per te.
29: Sei ancora in tempo per procreare.
30: Sono abbastanza ubriaco da leccarti l'orecchio.
31: Il regalo più bello.
32: Non sapevo ti piacessero i cani.
33: Atteggiamento strano.
34: Non ho mai visto un vampiro imbarazzato.
35: Dovremmo odiarci per natura.
36: Adesso cosa siamo?
37: Mi hai rubato il cuore.
38: Sembri una mozzarella.
39: Non è il mio ragazzo.
40: Il sangue viene prima del resto.
41: Mi piaceresti anche se fossi un cactus.
42: Tutti sanno quanto sia serio James Morales.
43: Sarà forse questo l'amore?
44: Il ragazzo di cui sono innamorato.
45: Smettila di fare il misterioso, Cooper.
46: Lo scontro finale.
47: Addio per sempre.
48: Pensavo di averti perso.
Avviso.
Epilogo.
Capitolo speciale.

23: Anche i lupi mannari sanno divertirsi.

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Bởi Hemmings-

Sono le due del mattino.

Fuori il cielo è scuro, illuminato da qualche stella sparsa qua e là.

Un lato negativo dell'essere un vampiro è non avere mai sonno.

Di solito passo la notte facendo qualcosa che mi tenga impegnato; leggere, guardare un film, andare in giro con i gemelli.
A volte mi capita di uscire anche con qualche altro amico, ma le volte sono poche. I miei amici sono per lo più vampiri.

Ora come ora, però, non ho molta voglia di fare queste cose.

Sento uno strano peso sul petto.

Vicino a me, sul comodino posto vicino al divano, c'è il mio cellulare. Non so perché, ma una parte di me si aspetta di ricevere un suo messaggio.

Sarà già tornato a casa?

Cammino a piedi scalzi fino alla cucina, dopodiché apro il frigorifero e tiro fuori una sacca di sangue.

Sono settimane che non vedo i miei genitori. Loro sono sempre in viaggio; non riescono stare fermi nella stessa città troppo a lungo.

Ed essendo in questo mondo ormai da secoli, hanno già visitato tutto il mondo.

Quando sono nato per loro sono stato una sorpresa. Non si aspettavano di poter avere un figlio, soprattutto perché i vampiri possono procreare solamente fino al primo secolo di vita, e loro lo avevano superato di qualche anno.

Mando giù il liquido in un unico sorso, sentendomi subito meglio.

Faccio giusto in tempo a buttare la sacca vuota, prima di sentire qualcuno bussare alla mia porta.

Saranno sicuramente i gemelli.

Quando vado ad aprire, però, rimango stupito.

«James?»

Lui si passa una mano tra i capelli.

«Posso entrare?»

«Sì, certo.»

Lo invito ad accomodarsi sul divano.

«Che ci fai qui?» gli chiedo.

«Stavo facendo la strada per andare a casa, ma non posso farmi vedere dalla mia famiglia, non in queste condizioni.» con una mano indica il labbro spaccato e l'occhio gonfio.

«I tuoi nonni saranno sicuramente preoccupati, dovresti almeno chiamarli.» dico.

«I miei nonni?» mi guarda confuso. «Come fai a...»

«Quando ho capito che non eri sparito per tua spontanea volontà, sono andato in segreteria per chiedere il numero dei...» mi fermo.

«Dei miei genitori?» sospira. «Presumo tu sia a conoscenza della loro morte, allora.»

«Sì, me l'ha detto la segretaria.»

James non dice niente, così mi alzo e lo raggiungo.

«È incredibile che Cameron abbia lasciato i nostri cellulari sul tavolo. Non si è preoccupato nemmeno di nasconderli, il suo sembrava quasi un errore commesso appositamente. Non credo che la sua reale intenzione era che ci facessimo fuori a vicenda in quello scantinato.»

«A quanto pare non è così furbo.» dice. «E qualsiasi intenzioni abbia, mi sono stancato di stare ai suoi giochetti. Più che uno stregone sembra un ragazzino annoiato che non sa cosa fare nella vita e per questo rompe le palle agli altri.»

«Già.»

James digita velocemente qualcosa sullo schermo, poi lascia il cellulare al suo fianco.

«Probabilmente mia nonna mi riempirà di parolacce non appena mi vedrà.» si lascia andare ad una risata, ma poi smette, portandosi una mano sullo stomaco.

«È la prima volta che ti vedo ridere.» constato.

Lui punta lo sguardo su di me.

«Anche i lupi mannari sanno divertirsi.» ribatte.

«Non ho mai detto niente al riguardo, infatti. Ma l'unico lupo mannaro con cui avuto davvero a che fare sei tu.»

«Be', sei stato fortunato.»

«Certo, conoscerti è stata proprio un regalo!» ironizzo.

«Un bel regalo.» mi corregge.

«Non hai intenzione di dire ai tuoi nonni che sei stato rapito? Tua nonna sembrava arrabbiata quando l'ho sentita.»

«No, per il momento preferisco lasciarli all'oscuro. Se sapessero che qualcuno a scuola rappresenta una minaccia, rischierebbero la loro vita pur di difendermi, e non posso permetterlo. E poi... non mi farebbero più andare.» dice.

«Quindi ti piace andare a scuola?»

«Non è che mi piace...» ammette. «È che ho bisogno di qualcosa che mi tenga occupato. Se rimanessi a casa avrei troppo tempo per pensare.»

«Sì, be', direi che su questo ti posso capire perfettamente. I vampiri non hanno bisogno di andarci, ma anche noi abbiamo bisogno di tenerci occupati. L'eternità può essere noiosa, a volte.»

«La mia non è una questione di specie, io potrei benissimo starmene a casa, ma non voglio.»

«Questo l'ho capito.»

James non dice più niente.

«Ti fa male?» osservo la mano con cui si tiene lo stomaco.

«Quel bastardo mi ha colpito troppo forte.» borbotta. «Non sapevo che gli stregoni possedessero quella forza...»

«In effetti... gli stregoni non sono mai stati ai nostri livelli, è risaputo che la forza non sia una caratteristica della loro specie.» dico.

«Forse è per questo che ci odia, perché sa che consideriamo la sua specie inferiore.» dice lui.

«Potrebbe essere, ma questa è davvero una giustificazione per il suo comportamento?»

«No, probabilmente no. Deve esserci sotto qualcosa di più grande...» riflette.

«Non appena lo vedo giuro che lo ammazzo.» sbotto, pensando a tutto quello che ci ha fatto.

«Se avrà il coraggio di farsi vedere.» tossisce.

«Questo lo scopriremo non appena torniamo a scuola. In questi due giorni avrò tempo di pensare al modo in cui fargliela pagare.»

«Non ti ho mai visto così deciso.»

«Non ne avevo mai avuto il motivo, ma ora sì.»

James annuisce.

«Senti, se vuoi puoi rimanere a dormire, ti lascio la mia stanza.» propongo. «C'è anche quella dei miei genitori ma l'odore di lupo mannaro non è facile da rimuovere dalle lenzuola.»

«Ma senti sto stronzo!» mi lancia addosso un cuscino che evito prontamente.

Lui sembra combattuto se accettare o meno il mio invito.

È visibilmente stanco e le occhiaie scure sotto i suoi occhi sono un chiaro segno del suo bisogno di riposarsi.

Non oso immaginare come deve essere stato per lui passare quei giorni rinchiuso e legato. Senza acqua o cibo, completamente al buio, come sono sicuro che quel bastardo di Cameron lo abbia lasciato.

Solo il pensiero mi provoca una fitta al petto.

«Sicuro che non sia un problema?»

«Assolutamente... tanto senza di te sarei qui da solo.»

«I tuoi genitori non ci sono?»

«Sono sempre in viaggio.»

«Ah.»

«Già, andiamo, allora.»

James mi segue fino al piano di sopra. Gli mostro la mia stanza e gli lascio dei vestiti puliti con cui può cambiarsi, dopodiché faccio per uscire, ma lui mi blocca.

«Non proverai ad uccidermi mentre dormo, vero?»

Sorrido. «Non ti posso assicurare niente.»

Ancora una volta sto per lasciare la stanza quando la sua voce dal tono caldo mi arriva alle orecchie.

«Grazie.»

«Grazie a te per non avermi fatto a pezzi, prima.»

«Non l'ho fatto la prima volta, non mi sarei mai potuto permettere di farlo la seconda. Non sono quel genere di lupo mannaro.»

Non dico niente, mi limito a sorridere senza tuttavia girarmi.

Lascio definitivamente la stanza, chiudendomi successivamente la porta alle spalle.

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