† Since we were 18 † -Larry S...

By itsyourgirlMM

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《Mossi leggermente le labbra per intensificare il bacio, Louis mi leccò il labbro e quasi come se fosse autom... More

•Capitolo 1•
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•Capitolo 4•
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•Capitolo 6•
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•Capitolo 35•
•Capitolo 36•
•Capitolo 37•
•Capitolo 38•
•Capitolo 39•
•Capitolo 40•
•Epilogo•
•Ringraziamenti e novità•
•Epilogo II•
•Epilogo III•
Avviso!
• Spin-off: Cosa è successo ad Eleanor?•
Avviso

•Capitolo 3•

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By itsyourgirlMM

Cercai di riprendermi ma non ci riuscivo. Non riuscivo a muovermi e non riuscivo a parlare. Cosa cazzo è appena successo?

Sfiorai ancora le labbra e sorrisi involontariamente, poi allontanai le dita come scottato. Ma da quando sono così gay? Mandai via l'espressione gioiosa dalla mia faccia.

Che cosa mi sta accadendo?

Non avrei mai pensato che un giorno avrei baciato un ragazzo e mi sarebbe piaciuto. Certo, a volte mi sono sopreso a fissare Taylor Lautner e Robert Pattinson un po' più del dovuto. E con ciò? Eppure non potei negare che le labbra di Louis mi avevano fatto provare qualcosa di indescrivibile, una scossa e un'euforia che mi aveva drogato interamente. Ho passato una brutta giornata, ecco cosa. Ho mandato a puttane le cose con Tracy e mi sono aggrappato alle attenzioni più facili. Ecco cosa è successo. Non sono gay.

Perché devo sempre essere così sbagliato?

Presi il cellulare, cercando di tornare alla realtà e di fare la cosa giusta, e inviai un messaggio a Tracy. Mi accorsi di aver fatto una pessima figura, tra le altre cose.

A: Tracy *ω*

Hey... Mi dispiace che tu te ne sia andata. Sono un coglione lo so bene, spero che mi darai una seconda chance.

Haz xx

Aspettai qualche minuto seduto su un muretto. In momenti come quelli avrei voluto avere una dipendenza nella quale affogare tutta quella frustrazione. Avrei voluto strapparmi tutti i capelli dalla testa.

Mi arrivò il suo messaggio e sorrisi nel vederlo. Cerca di mettere la testa a posto, mi dissi.

DA: Tracy *ω*

Non fa niente... Alla prossima, ovviamente. ;)

Try x

Il mio sorriso si allargò decisamente e mi incamminai per andare a casa, ritenendosi soddisfatto di quella piccola vittoria.

A casa mia madre non c'era, nemmeno mio padre e nemmeno mia sorella Gemma. Sotto la doccia non riuscivo a mettere insieme le mie considerazioni sulla giornata, mi mordicchiai tutte le unghie e mi lavai i capelli con così tanta foga da farmi del male.

In seguito, un colpo di genio (o quasi). Accesi il computer, tamburellando sul mouse con le dita mentre aspettavo che scomparisse la schermata d'accensione.

Come un forsennato cliccai l'icona che mi avrebbe dato accesso a internet e cercai "Test per scoprire se sono gay".

La prima domanda richiedeva di scegliere un colore. E cosa dovrebbe significare? Che se scelgo il rosa sono gay? Alzai gli occhi gli cielo scegliendo il blu.

"Perchè hai scelto di fare questo test?" Tra le risposte non c'era "Ho baciato uno stupido ragazzo", perciò scelsi "Voglio chiarire i miei dubbi sulla mia sessualità."

"Hai mai fatto pensieri sessuali su persone del tuo stesso sesso?" Strabuzzai gli occhi, sconvolto dal fatto che quella potesse persino essere un'opzione. Sentendomi a disagio, saltai la domanda.

"Hai mai mentalmente fatto apprezzamenti su persone dello stesso sesso?" Iniziarono a tremarmi le mani, presi un respiro profondo e cliccai "Qualcosa del genere, ma cerco di non farlo."

"Hai mai fissato qualcuno dello stesso sesso perchè lo trovavi attraente?" Sì, diavolo, sì. 

"Sei omofobo?" A quel giro cliccai su "No, ma non voglio essere gay."

"Hai una cotta al momento?" Le alternative sembravano inappropriate. Alla fine decisi di rispondere con "Sì, qualcuno del sesso opposto."

Tracy, Tracy, Tracy.

Risposi a tutte le domamde in modo più istintivo e aspettai con ansia i risultati.

Quando apparve un grande "Sembri essere confuso e non ancora pronto e definirti" sullo schermo, mi infuriai e spensi il computer senza nemmeno chiudere la finestra di internet, lo posai a terra e seppellii la testa sotto al cuscino. Tentai di addormentarmi tra sospiri esausti e pensieri opprimenti.

Gemme di topazio azzurro come il Paradiso.

***

Mi svegliai col desiderio di spezzare in due il telefono dal quale veniva la sveglia. Avevo sognato solo occhi azzurri e labbra sottili e morbide.

Mi spogliai svogliatamente dal pigiama caldo per infilare i vestiti. Appena fui pronto scesi in cucina e mi preparai un caffè, sperando che l'aroma deciso mi facesse dimenticare di aver fatto un quiz per scoprire la mia sessualità solo qualche ora prima. Ma cosa diamine sta succedendo? Sospirai ancora sconfitto, una piccola lacrima di rabbia cercò di tuffarsi nella bevanda calda tra le mie mani ma la asciugai con le dita prima che potesse scivolare via dalla mia guancia. Che brutta situazione.

Arrivato in cortile, cercai Louis con lo sguardo. Non sapevo nemmeno perché ma dovevo vederlo, anche se da lontano. Volevo dare un volto a quella crisi che stavo affrontando. Avrei potuto urlargli contro e chiedergli spiegazioni, mettergli le mani al collo e strozzarlo.

Lo trovai quasi subito ma quello che vidi mi stravolse più di quanto riuscissi ad ammettere. Stava limonando con una ragazza bruna e alta, la teneva per i fianchi mentre le baciava le labbra.

"Ti amo.", sussurrava Louis tra un bacio e l'altro. Un crampo fortissimo mi fece contorcere tutti gli organi interni.

Questo gay di merda mi bacia, mi fa venire una crisi esistenziale e poi ha pure la ragazza e io non ce l'ho? Il danno e la beffa!, i miei pensieri avevano assunto una voce diabolica mentre suonavano nella mia mente.

Si staccò dalla mora e gli spuntò un ghigno insopportabile sulla bocca quando mi beccò a fissarlo. Fece quella cosa con le sopracciglia, si leccò velocemente le labbra e sorrise in modo allusivo. Poi si voltò con disinvoltura, mise un braccio intorno alla vita della ragazza e si incamminò nel college. Fottuto bastardo. È pure convinto di avere il potere di turbarmi.

Non mi ero mai sentito peggio... Entrai anch'io nel college, seguendo un corso che fortunatamente non era insieme a lui.

Tuttavia i miei pensieri erano ormai profanati dalla sua presenza ossessiva. Mi sentivo estremamente confuso. Cosa dovrei fare? Lasciargli pensare di avere tutto sotto controllo e di avere il potere di baciarmi senza il mio consenso dandosi tutte quelle moine?

Vederlo con quella ragazza mi aveva fatto sentire davvero nauseato. Dovrei davvero fare la spia con la sua ragazza.

E cosa sarebbe successo? Le avrei detto "Ciao, il tuo ragazzo è gay e mi ha baciato". Lei mi avrebbe riso in faccia e mi avrebbe lasciato nella mia frustrazione. Mentre ero immerso in quella follia, due mani mi presero per le spalle e mi fecero fare retrofront.

Capelli biondi, occhi blu come l'oceano e un sorriso amichevole.

"Niall!", lo abbracciai come se fosse stato il mio salvatore. In effetti mi aveva distolto da tutte quelle sciocchezze.

Niall Horan, il mio migliore amico fin dalle medie. Niall era uno di quegli amici di lunga data con il quale avevo parlato di tutte le mie prime esperienze: la prima sigaretta, la prima ragazza, il primo bacio e la prima volta in cui salti la scuola. Potrei parlare con Niall di questo?

"Haz! Mi sei mancato.", esclamò di rimando.

Non ci vedevamo dall'inizio di quell'anno perché lui frequentava un altro college. Le nostre routine erano state difficilmente compatibili negli ultimi tempi e avevamo smesso di vederci, ma mai di scricerci.

"Come mai da queste parti, biondo?"

"Niente di che riccio. Solo che mi sono trasferito qui... Mi interessano gli alloggi, sai che abito lontano.", ammise indicando il college.

"Wow, grandioso. Magari ci mettono in stanza insieme!", mi rallegrai. Forse non sarebbe stato un anno così tanto critico.

"Già, magari."

Lo invitai a seguirmi a casa mia e durante il tragitto chiacchierammo di tutto quello che era successo negli ultimi mesi. Accettò di pranzare da me e parlando scoprimmo che avremmo frequentato alcuni corsi insieme quel semestre. Finalmente qualcuno con cui parlare e confidarmi.

"È bello vederti.", sospirai sinceramente.

Non mi andava ancora di parlargli di Louis, ma presto o tardi lo avrei fatto comunque. Niall con ci avrebbe messo molto a riconoscere il mio stato di crisi e io non sarei riuscito a nascondergli il mio segreto. Non lo avevo mai fatto.

Mangiammo un piatto di pasta ridendo e chiacchierando, in un'atmosfera familiare che non assaporavo da mesi. Fummo interrotti solo dallo squillo del telefono fisso.

"Scusami un attimo.", mi allontanai dal tavolo e andai a rispondere mentre il mio migliore amico addentava un altro maccherone e annuiva.

"Pronto?"

"Salve sono il preside del Southern Bridge College di Doncaster. Parlo con il signor Styles?"

Che siano i benedetti alloggi?

"Certo, mi dica."

"Dovrebbe venire oggi alle 16 al college per un'assemblea di istituto organizzativa. È disponibile? Ci scusiamo del poco preavviso ma siccome abbiamo dimenticato di mandare le e-mail tra tutti gli impegni abbiamo preferito anche chiamarvi a casa. Tutti gli interessati."

"Certo. Grazie mille per la chiamata, arrivederci." ringraziai e riagganciai.

Spiegai a Niall la situazione e lui subito controllò il cellulare, la forchetta stridì tra i suoi denti mentre trangugiava l'ennesimo maccherone.

"Come pensavo, mia madre mi ha appena informato della stessa cosa, Haz. Devo andarci anche io."

Controllai l'orologio.

"Manca un'ora. Ci avviamo fra un po'?"

"Ok.", e un altro maccherone.

Niall mi raccontò che aveva conosciuto una ragazza nei primi tempi al college dal quale si era trasferito, che si era innamorato e sperava di rivederla presto. Io cercai di tirarlo su, trovando davvero nelle sue parole un piacevole pretesto per evitare i pensare ai miei problemi.

Arrivati a scuola un'ora più tardi, constatammo che ci fossero molte persone, ci fecero entrare nell'auditorium e fortunatamente io e il mio migliore amico trovammo subito posto in terza fila. Mi guardai intorno, il posto grondava di uomini, c'erano davvero poche donne e tutte queste ultime erano stipate in un angolo in fondo, come se si conoscessero tutte. Lungo le pareti c'erano degli scaffali pieni di libri e trofei che gli studenti del college avevano vinto: quelli della squadra di calcio, il club di scacchi, il Decathlon.

Quando il Preside si schiarì la voce e iniziò a parlare gli prestai tutta la mia attenzione.

"Siccome moltissimi studenti ce l'hanno chiesto, da quest'anno abbiamo messo a disposizione delle camere doppie. Abbiamo attivato il servizio in parte con delle borse di studio statali, per i meriti del college, in parte con un extra sulle vostre rette. Tuttavia, sono sicuro che a voi faccia piacere."

Gridolini di gioia si alzarono tra gli studenti, i più coraggiosi fecero partire un applauso decisamente fuori luogo.

"Non verranno messi nella stessa stanza studenti di sesso opposto. Le coppie sono state scelte in ordine alfabetico tra tutti i richiedenti alloggio e sono affisse lì. Non formate calche ridicole, avrete tutti la possibilità di dare un'occhiata. Detto ciò, buona serata." Il Preside indicò un punto sul muro dove tutti si avvicinarono dopo pochi istanti creando una folla così come aveva sconsigliato di fare il Preside.

Io mi alzai dopo almeno un quarto d'ora insieme a Niall, quando le prime persone se n'erano già andate dalla sala.

Mi avvicinai e cercai il mio nome, consapevole che l'iniziale S del mio nome fosse quasi sicuramente nella seconda metà dell'elenco. Trovai il mio cognome e mi dalì l'istinto furioso di strappare quel dannatissimo cartellone. Se esiste un Dio, un karma, un destino ha davvero un pessimo senso dell'umorismo e si diverte a giocare con me.

"Harry Styles - Louis Tomlinson.   327"

Ecco cosa c'era scritto su quel fottuto cartellone. Iniziai a ripetermi che la mia vita non fosse un film comico, come per rassicurarmi che non stessi sognando. Forse però sarebbe stato meglio se lo fosse stato, sarebbe stato meglio risvegliarmi e sapere di essere il fidanzato di Tracy, di essere completamente etero e completamente sano di mente. Mi viene da piangere. Devo assolutamente cambiare camera.

Niall era in camera con un certo Josh Devine, avremmo potuto fare scambio forse.

Mi voltai e intravidi Louis appoggiato al muro con lo stesso ghigno di quella mattina sulle labbra. Gli rivolsi un'occhiata omicida. Se non ci fosse stato Niall sarei andato da lui per chiedergli il motivo di quel comportamento irritante.

"Che figo amico!", fece Niall dandomi una pacca sulla spalla.

"Già!", gli sorrisi, almeno Niall è qui.

"Potete stare in camera da stasera ragazzi! Buona serata. Per ritirare le chiavi venite in segreteria e vi spiegheranno tutto.", urlò il Preside dagli amplificatori dall'auditorium.

Io dal mio canto me ne andai definitivamente prima che potessi vomitare dal nervosismo. Mi separai anche Niall che doveva andare a prendere la sua roba per trasferirsi.

Che la crisi abbia inizio.

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