Addison, sono dovuto andare a scuola prima. Ho provato a svegliarti però non ci sono riuscito. Ti voglio bene e scusami
~Jaden
Merda, ora come faccio?
Sono le sette e cinquanta, tra dieci minuti inizia la scuola.
Esco dalla porta e faccio l'unica cosa che potrebbe avere un senso: Inizio a correre.
È lunedì, quindi ovviamene doveva avere un inizio disastroso, è la legge dei lunedì.
Venerdì alla fine sono tornata a casa con Logan, anche se non ci siamo rivolti la parola per tutto il viaggio.
Quando finalmente siamo arrivati davanti casa sono corsa fuori dall'auto il più velocemente possibile.
Questo weekend, Kevin mi aveva invitato ad andare, di nuovo, alla Promenade a fare shopping, però non me la sono sentita.
Sono stata tutto il tempo chiusa in casa a riposarmi e a vedere televisione e devo dire che mi è piaciuto tantissimo.
Finalmente.
Sono davanti al cancello della scuola, ma non c'è nessuno. Afferro velocemente il telefono dalla tasca che mi dice che sono le otto e sette e mi avvio dentro scuola.
Appena entro mi rendo conto di quanto la scuola sia sporca, c'è della schiuma per terra accanto agli armadietti e tantissimi pezzi di plastica colorata sparsi per terra.
"Addison attenta." Sento urlare, prima di essere afferrata per un braccio, e schivare per un pelo un gavettone.
"Che cosa sta succedendo?" Chiedo a Alex, il ragazzo che mi ha salvata, appoggiandomi ad un armadietto e provando a riprendere fiato.
"Qui non è sicuro.. vieni con me!" Ignora la mia domanda, afferrandomi la mano e portandomi verso il bagno dei professori.
"Qua non si può entrare." Dico provando ad opporre resistenza, ricordandomi cosa mi aveva spiegato il ragazzo della visita, il primo giorno di scuola.
"Fidati di me. Oggi si può fare tutto." Sussurra prima di spingermi dentro.
"Oggi è il dodici Novembre." Dice continuando a guardare fuori dalla finestra con aria circospetta.
"E quindi?" Chiedo ancora più confusa di prima.
"Come "e quindi?"." Mi prende in giro, stupito dal fatto che io al momento non stia capendo un cazzo.
"Il 12 Novembre, ogni anno, in onore di un qualche personaggio importante che ora è morto, c'è una specie di battaglia." Spiega lentamente lui.
"In che senso?"
"Nel senso che si fa tipo una gara di scherzi per tutto il giorno."
"Cioè tu mi vuoi dire che la scuola approva? Non solo la sporchiamo, ma saltiamo anche ore di studio, non ha senso."
"Gli scherzi consistono solamente in gavettoni, pistole ad acqua e schiuma, ciò significa che in pratica la laviamo la scuola. Per quanto riguarda Le ore invece abbiamo iniziato tre giorni prima rispetto agli altri."
"Perché nessuno me lo ha detto? Jaden lo sapeva?" Domando imbronciandomi.
"Questo weekend non ti sei fatta vedere più di tanto- si ferma a lanciarmi un occhiataccia- e comunque Jaden è venuto qui prima oggi per aiutare a preparare tutto, quindi si."
"Ma è tipo tutti contro tutti?"
"No, maschi contro femmine." Sussurra.
"Perché non mi hai lasciata colpire dal gavettone in corridoio, allora?"
"Non sapevi ancora le regole, sarebbe stato scorretto.. ora però che le sai- fa un sorriso malizioso- posso divertirmi." Sussurra afferrando un gavettone dal suo zainetto.
Cazzo sono finita.
"Alex, lo sai che ti voglio bene?" Chiedo in un tentativo disperato di fargli pena.
"Si Addison, ma in guerra non si guarda MAI in faccia il nemico." Risponde in aria solenne che, se non fosse per la situazione, mi farebbe ridere.
"Non devi farlo per forza. Sei il mio migliore amico. I veri migliori amici possono essere guardati in faccia?"
"Addison, meglio che vada veloce, almeno soffrirai di meno." Mormora prima di tendere il braccio e lanciare il gavettone nella perfetta traiettoria verso la mia faccia.
"Cazzo." Sussurra lui appena nota il gavettone scoppiato al muro, visto che sono riuscita ad abbassarmi in tempo.
Fa per prenderne un altro, ma corro subito fuori dal bagno.
Faccio qualche metro finché non mi scontro con qualcuno.
"Olive, finalmente una faccia amica." Dico sollevata appena la vedo in faccia.
"Addison, Che ci fai qui? Senza munizioni per altro." Chiede osservandomi le mani vuote.
"Sono appena arrivata. Non sapevo niente di tutto questo." Replico stringendomi nelle spalle.
"Tieni questi. Vai a chiuderti in una classe. Alle 12 nell'aula di chimica, è il nostro quartier generale." Sussurra guardandosi intorno, prima di mettermi due gavettoni nelle mani.
"Ok corro." Mormoro sforzandomi di non ridere.
Passo davanti alla mensa senza fermarmi e corro finché non vedo uno sgabuzzino.
Appena lo vedo ci entro dentro e per un soffio riesco a chiudere fuori un ragazzo che provava a entrare.
"Finalmente." Sussurro rilassandomi e girandomi.
"Entri sempre in posti dove non dovresti?" Chiede Logan, con la sua solita voce bassa e roca, facendomi spaventare.
"Solo quando ci sei tu." dico provando ad apparire tranquilla nonostante la sua presenza.
Lui scoppia a ridere e solo in quel momento mi rendo conto che la frase può essere fraintesa e mi gratto il naso, simbolo di nervosismo che ho fin da piccola.
"Non intendevo.." mormoro chinando la testa.
"Aspetta io dovrei colpirti." Urlo quasi appena mi ricordo.
Lui inarca le sopracciglia e mi fa vedere che, come me, anche lui ha due gavettoni in mano.
"Abbiamo due possibilità: o ci colpiamo a vicenda oppure nessuno dei due colpisce l'altro." Sussurra avvicinandosi lentamente.
"Oppure solo io colpisco te." Dico assottigliando lo sguardo.
"Non ne avresti il coraggio e sinceramente non ti biasimo. Finiresti male."
"Mi stai sfidando?" Chiedo riprendendo il coraggio.
"Assolutamente no." Ribatte divertito lui ormai a pochi centimetri da me.
"Più ti avvicini, più farà male il colpo. Lo sai, vero?" Sussurro, sperando che indietreggi.
"Credo che debba avvicinarmi di più allora."
Detto questo di avvicina facendo toccare le punte dei nostri piedi.
Gli arrivo alle spalle e quindi sono obbligata ad alzare la testa per poterlo guardare.
Entrambi teniamo ancora in mano i gavettoni, anche se sinceramente ora sono l'ultima cosa a cui penso.
È troppo vicino, mi sembra che abbia risucchiato tutta la poca aria che c'è in questo stanzino.
Sono troppo presa a guardare le sue labbra che non mi rendo conto che mi ha fatto esplodere un gavettone in testa.
Lui scoppia a ridere e io afferro una specie di detersivo che vedo accanto a me e glielo spruzzo addosso.
Lui sembra sorpreso, ma poi chiude gli occhi perché probabilmente brucia.
"Stronza." Sibila tra i denti. Ogni traccia del suo divertimento è svanita.
Fa un po' paura.
Con una mano si stropiccia gli occhi e chiede:
"Perché non hai usato l'acqua dei gavettoni."
"Se preferisci, ecco!" Dico lanciando il gavettone che gli si schianta perfettamente in faccia.
Ora mi uccide.
Provo ad uscire dalla stanza ma lui si mette davanti alla porta vietandomelo.
"Sei davvero cattiva, te l'hanno mai detto?" Sussurra, di nuovo vicino a me, facendo un broncio e bloccandomi i polsi.
"Almeno ti ho lavato. Puzzavi un po'." Mormoro ridacchiando.
"Ah si? Se lo vuoi sapere, anche tu."
"Non è vero." Dico facendo un broncio a mia volta.
"Oh si che è vero. Profumi di fragole andate a male."
"Hai mai annusato delle fragole andate a male?" Chiedo inarcando un sopracciglio e allontanandomi di qualche passo.
"No. Ma sono sicuro che avrebbero il tuo stesso odore" sussurra riavvicinandosi a me e costringendomi a fare altri passi indietro.
"Perchè scappi?"chiede inespressivo.
"Non sto scappando." Mormoro con il fiato corto per l'ansia.
"Si che lo stai facendo."
Sbatto con la schiena contro la parete e lui continua ad avvicinarsi.
"Perché hai tutta la maglia bagnata e sennò mi infradicio anche io." Dico, portando lo sguardo sulla sua maglia, che ora aderisce perfettamente al suo corpo e deglutendo.
"Mi stai fissando." Dice secco.
"No" rispondo io sforzandomi di riportare lo sguardo ai suoi occhi.
"Non era una domanda." Mi interrompe prima di portare anche lui lo sguardo su di me.
"E comunque ti sei già infradiciata con il gavettone di prima." Mi ricorda.
Sapevo che quella scusa non reggeva. Non so mentire.
"Non ti consiglio di uscire da questo camerino." Sussurra poi deglutendo e riportando lentamente anche lui lo sguardo ai miei occhi.
"Perché?" Domando confusa io.
"La tua maglia è bianca." Dice inarcando le sopracciglia e facendomi capire cosa intende.
Merda.
Mi porto subito le braccia davanti al corpo per coprirmi e guardo quanto la situazione sia brutta.
La maglia è completamente bagnata, e il reggiseno nero, è ben visibile.
"Cazzo" Sbuffo io.
Lui sorride e poi prende uno zaino accanto alla porta.
"È tuo?" Chiedo, senza smettere di coprirmi.
"Si. Mettiti questa, sarebbe il mio cambio, quindi trattala bene e se riesci: non farti bagnare." Risponde dandomi una maglia nera in mano.
" Puoi girarti un secondo?" Domando timida e portandomi una ciocca di capelli bagnati dietro l'orecchio.
"Certo" sussurra lui con l'ombra di un sorriso sul volto.
Appena si è voltato mi cambio velocemente la maglia è quella bagnata la piego e la poso su una sedia.
"Finito?" Chiede lui in tono scocciato.
"Si. Puoi girarti." Ridacchio, contenta di averlo infastidito.
Appena i nostri sguardi si incastrano lui sorride e sussurra.
"La mia maglietta ti sta bene." Sussurra ora divertito anche lui.
"Molto di più che a te sicuro." Rispondo, arrossendo per il suo complimento.
"Non così tanto." Dice lui facendomi la linguaccia, che gli fa assumere un espressione troppo carina.
Probabilmente sembro una barbona, questa maglietta mi sta larga e lunga e non credo che con i jeans neri strappati, che ho messo stamattina, stia tanto bene.
"Tu cosa ti metti?" Chiedo riportando lo sguardo a quella cavolo di maglietta.
È ancora meglio di prima, nonostante sia nera, fa intravedere bene alcuni pezzi di addominali.
Cosa ancora peggiore è che si è portato le maniche sopra le spalle, lasciando scoperte tutte le braccia, e che braccia ragazzi..
I suoi capelli sono leggermente bagnati e in questo modo lo fanno apparire ancora più bello.
Faccio risalire molto lentamente lo sguardo fino si suoi occhi, memorizzando ogni minimo particolare di tanta bellezza.
Lui sorride malizioso e riprende ad avvicinarsi a me.
"Non puoi guardarmi così." Sussurra soffiando sulle mie labbra e facendomele schiudere.
Vorrei dirgli qualcosa, ma non trovo niente di sensato.
Continuo a spostare lo sguardo dai suoi occhi alla sua bocca e lui fa lo stesso con me.
Lo vedo leccarsi le labbra e poi spingersi contro le mie.
Nonostante sia già successo, tremo lo stesso tra le sue braccia.
Lui porta il braccio destro sul muro accanto a me e con quello sinistro mi avvolge la vita, accarezzandomi il fianco da sopra la maglia.
Lo sento sorridere sulla mia bocca e mi aggrappo alle sue spalle per non far cedere le gambe.
"Mi è mancato il tuo profumo." Sussurra tra un bacio e l'altro.
"Fragole marce?" Chiedo sulla sua bocca.
Lui si stacca per un secondo e ridacchia prima di unire di nuovo le nostre labbra senza darmi una risposta.
Rispetto alle altre volte questo bacio è più calmo, le nostre lingue non si sfiorano nemmeno, ci diamo solo tanti baci a stampo.
La sua presa sulla mia vita si fa più forte e lui mi stringe ancora di più a sé: è una sensazione bellissima.
Ha spostato la mano dal muro e ora la tiene tra i miei capelli accarezzandoli.
"Amico? Sei ancora nascosto qui?"
Merda.
Io e Logan ci stacchiamo alla velocità della luce, ma non abbastanza da non permettere a Kevin di vederci.
Ha la bocca spalancata e tiene stretti i pugni.
Mi sento terribilmente a disagio e Logan accanto a me non fa che imprecare sottovoce.
Faccio la prima cosa che mi viene in mente: prendo il mio gavettone e quello che Logan ha posato sul tavolo e ne lancio uno a Kevin e uno a Logan e corro fuori.
"Scusate, ma voglio vincere." Urlo andando verso l'aula di chimica.
Questa potevo evitarmela, ma è l'unico modo che mi è venuto in mente per uscire da quella situazione... sono proprio un disastro!
Allooora... in questi giorni mi mancava un po' l'ispirazione, ma questo capitolo me l'ha fatta tornare tutta!
AMO LOGAN con tutto il cuore, a voi piace?
Grazie per i 500👁! Vi voglio tanto bene❤️
Osservazioni su questo capitolo?
Credo che il prossimo uscirà presto, anche se con le lezioni online perdo un po' di tempo...
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, vi amo❤️
-Azzu💖