<<Quindi cosa ci dici di te?>> domanda Filiberta, sorseggiando il suo Margarita.
Scuoto la testa, ormai certa che i miei coinquilini mi hanno invitata, solo perché volevano scoprire qualcosa in più su di me.
Ad alcuni non piaccio, ad altri invece non ispiro fiducia!
Sono una santa, non si vede?
<<Lavoro in un'azienda pubblicitaria>> mi limito a dire, sentendomi un po' a disagio.
Sarà perché ho tutti gli occhi puntati addosso, soprattutto quelli dello stronzo, che sembra aspetti che commetta un errore.
Non succederà.
<<Bello! Hai sempre desiderato fare questo lavoro?>> continua con il suo interrogatorio, ignorando le mie occhiatacce.
<<Non lo so, non che io ricordi>> mando giù il cocktail analcolico, non appena l'espressione di Andrea cambia, sembra confuso.
Vorrei che la smettessero, non sono una criminale.
<<Come fai a non ricordartelo, io da grande desideravo diventare una donna!>> esclama facendomi aggrottare le sopracciglia.
Non è mai stata una donna?
<< Mamma che vuol dire?>> chiede Francesco confuso quanto me, per l'affermazione di Filiberta.
<<Nulla tesoro>> fingo che la questione non mi incuriosisca nemmeno un po', rivolgendo un sorriso a quest'ultima che sembra soddisfatta del risultato ottenuto.
Non riesco proprio ad immaginarla nelle versioni di un uomo.
<< Sei impegnata?>> domanda, facendomi sbuffare sonoramente.
<<La vuoi smettere? Non è necessario farmi tutte queste domande, sono una persona per bene>> sbotto spazientita, bevendo tutto in un sorso la bevanda che ho ordinato, ignorando le occhiate confuse dei miei coinquilini.
<<Ha ragione>> aggiunge il moro facendomi aggrottare le sopracciglia.
Non mi aspettavo un suo intervento, probabilmente non gli piace assistere ad una discussione.
<<Va bene così, scusami Sara>> annuisco, arrabbiata per il teatrino che hanno messo in scena, affinché io potessi accettare questa uscita.
Mai più, non uscirò mai più con loro.
<<Ok>> fingo di esserci passata sopra, solo perché non ho intenzione di rovinarmi la serata.
Non appena i miei coinquilini si allontanano o per fumare o per accaparrarsi qualcuno, mi avvicino ad Andrea che è rimasto seduto sulla poltrona.
Mi assicuro che Francesco stia realmente dormendo, avvicinandomi a lui che tiene lo sguardo fisso nella parete.
<<Grazie, per poco fa'>> dico attirando la sua attenzione, adesso i suoi occhi indugiano sulla scollatura del mio vestitino nero.
<<Non l'ho mica fatto per te>> alzo gli occhi al cielo, maledicendo me stessa e tutti i miei buoni propositi che scompaiono ogni volta che rivolgo la parola a questo Dio greco.
<<Simpatico come sempre>> rispondo sarcastica, guadagnandomi un occhiataccia da parte sua.
<<Non scherzare con me>> sbotta, bevendo tutto in un sorso il suo aperol spritz.
<<Non voglio farti innervosire più di quanto non lo sei già. Mi ero avvicinata a te solo per ringraziarti>> affermo, tentando di non farlo innervosire ulteriormente.
<<L'hai fatto, adesso puoi tornare al tuo posto.>> sospiro pesantemente, pentendomi immediatamente di essermi avvicinata a quest'animale.
<<Perfetto>> affermo, tornando da Francesco, che mi stringe le gambe non appena mi siedo accanto a lui.
<< Perché ti sei innervosita quando ti hanno chiesto se sei impegnata?>> chiede, fingendosi interessato all'argomento.
<<Non mi sono innervosita per la domanda, ma per il loro atteggiamento. Non hanno motivo di essere così diffidenti>> cerco di non pensare a quello che è successo poco fa', concentrandomi su mio figlio, che stringe la mia mano con la sua manina.
<<Sei impegnata?>> ignora la mia risposta, andando dritto al sodo.
Ma perché vuole saperlo?
Che gli importa.
<<Mamma voglio andare a casa>> biascica Francesco, arrampicandosi su di me.
<<Ti accompagno>> propone, alzandosi dalla poltroncina, dirigendosi verso l'uscita più vicina.
<<Dovremmo avvisare gli altri >> dico, ottenendo il suo completo disinteresse, esce dal locale senza degnarmi di una risposta.
Maleducato!
Decido di seguirlo, e di avvisare gli altri tramite un messaggio quando tornerò a casa.
Alla fine non sembra che la mia assenza inciderà tanto sulla serata di divertimento di quest'ultimi.
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<<Grazie per il passaggio>> annuisce, sistemando la tovaglia sul tavolo, aggiungendo due piatti.
<<Aspetti qualcuno?>> fisso la tavola che sta apparecchiando per due, non riuscendo a trattenere la curiosità.
Può vedersi con chi vuole che sia chiaro...non è di mio interesse. È solo per fare un po' di conversazione.
<<No>> la mia bocca forma un "o" a causa della sorpresa.
Non è necessario intuire che la persona con cui cenerà sarò io.
<<Ti vuoi sedere?>> mi invita a sedermi, entrando in cucina per prendere il pollo ripieno che ha preparato Filiberta.
Faccio ciò che mi dice, trattenendo il sorriso che mi scaturisce questo strano invito.
Mi raggiunge quasi subito, prendendo posto accanto a me, mettendomi sul piatto il pollo.
<<Quindi sei impegnata?>> mi domanda per l'ennesima volta, facendomi aggrottare le sopracciglia per la sua insistenza.
<<No>> decido di accontentarlo soddisfando la sua curiosità.
<<Tu?>> cerco di estrapolare qualche informazione sul suo conto, senza dargli a vedere il mio interesse per di lui.
<<No, non ho né il tempo ne la voglia di stare dietro una donna>>
Odia il genere femminile...wow.
Non l'avrei mai detto.
<<Come mai?>> addento un pezzettino di pollo, tentando di non mostrare la mia curiosità.
Sto morendo dalla curiosità!
Chissà se ha mai avuto una relazione.
<< Ha scelto di stare con un coglione>> punta le sue iridi blu su di me, mettendomi in soggezione.
Sposto la mia attenzione sul piatto, trovandomi in imbarazzo.
<<È stata una stupida>> intervengo, non riuscendo a capacitarmi di come quella donna abbia preferito un altro.
Le sue dita sfiorano le mie labbra, facendomi spalancare le palpebre a causa della sorpresa che mi ha suscitato il suo gesto.
<<Eri un po' sporca>> si giustifica, leccandosi il pollice che ha usato per pulirmi le labbra.
Rimango incantata dal suo gesto, trovandomi per la prima volta senza parole.
<<Grazie>> riesco a dire, giocherellando con il cibo che ho nel piatto.
<<Quanto è durata la tua ultima storia?>> beve un sorso di vino rosso, continuando a studiare la mia espressione con attenzione.
È socievole e più gentile del solito.
<<Un anno credo, l'ho lasciato perché ho capito che non era il ragazzo giusto per me>> il moro annuisce, continuando a mangiare il pollo.
<<E Francesco? Chi è il padre?>> mi domanda di getto, dopo pochi minuti trascorsi in silenzio.