𝙍𝙚𝙡𝙞𝙫𝙚 𝙖 𝘿𝙖𝙮

Autorstwa Patrocvs

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₂₀₂₀﹣ Tᴀᴇᴋᴏᴏᴋ﹣ Cᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ "𝖧𝖺𝗂 𝗅𝖺 𝗉𝗈𝗌𝗌𝗂𝖻𝗂𝗅𝗂𝗍𝖺̀ 𝖽𝗂 𝗋𝗂𝗏𝗂𝗏𝖾𝗋𝖾 𝗌𝗈𝗅𝗈 𝗎𝗇 𝗀𝗂𝗈𝗋�... Więcej

𝙰𝚃𝚃𝙾 𝙸﹣ Sɪʟᴇɴᴢɪᴏ ᴅᴏᴘᴏ ʟᴀ ғᴇsᴛᴀ
𝙰𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙸𝙸﹣ Mᴀᴄᴄʜɪᴇ ᴅ·ɪɴᴄʜɪᴏsᴛʀᴏ
𝙰𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙸𝙸﹣ Fɪɴᴀʟᴇ ᴀʟᴛᴇʀɴᴀᴛɪᴠᴏ

𝙰𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙸﹣Pʀᴏɪᴇᴛᴛɪʟɪ ᴅ·ᴀᴍᴏʀᴇ

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Autorstwa Patrocvs


𝐈𝐕
A piccoli passi, incatenati con le mani e imbarazzati, raggiunsero l'abitazione del più grande.
"Entra, lascia che almeno ti presti dei vestiti asciutti o qualcosa da mangiare"
Lo stava implorando, velando il tutto con una semplice forma di cortesia.
E Jeongguk, che ci aveva visto lungo, annuì "Sì, grazie"
Salirono le scale del palazzo, e tra di esse l'azzurro fece una richiesta.
"Vivo solo con mia nonna e i miei fratelli. Per favore, non prendermi in giro per questo"
"Perché dovrei? Siamo adulti"
Alzò solo le spalle, aprendo la porta di casa sua. Oltrepassò di mezzo centimetro la porta che venne assalito da due bambini di circa sette anni. Un maschio e una femmina. Tae riprese a sorridere, nei suoi occhi c'erano scintille.
"Ehi fatemi almeno entrare" rise cercando di togliersi le scarpe. Rise anche Jeongguk, poi pensò al fatto che si sarebbe inevitabile suicidato quella notte. Pensò ai fratelli che sarebbero rimasti soli e pensò che avrebbe dovuto far qualcosa.
"Ti sei incantato?" chiese l'altro.
"Ah no scusa, pensavo a mio fratello, niente di che"
Anche lui quindi lasciò le scarpe all'ingresso.
"Vieni, ti accompagno in camera mia così posso portarti da mangiare"
Il fatto che stesse vivendo le ultime 24 ore di un condannato a morte lo faceva tremare adesso.
Rimasto solo in quella stanza si sedette su una delle due sedie, quella con le ruote, accanto all'armadio.
Prima che potesse rendersene conto,il protettore del tempo fu seduto sul bordo della finestra
"Oh merda ma sei ovunque"
"Beh diciamo che dipende dai punti di vista. Però sì" sorrise mostrando le fossette. Poi riprese a parlare "È carino il tuo nuovo amico"
"Talmente tanto che mi dispiace sapere che morirà"
"Mi spiace, ragazzino. Sicuro che non vuoi che questa giornata finisca prima?"
"No, voglio riuscire ad amarlo fino alla fine"
Fece ghignare l'altro "Non lo conosci e già ti sei innamorato?"
"Scientificamente ci vuole talmente poco tempo ad innamorarsi che ancor prima che tu possa tornare indietro sei già fottuto. E' come un proiettile in testa, se mirato bene. Non hai tempo di renderti conto che ti stanno sparando che sei già morto. E' un po' triste, ma inevitabile" finì a fare quel discorso quasi a vuoto: non avrebbe dovuto trovare una giustifica per qualcuno a cui probabilmente nemmeno interessava.
"Sei un protettore, tu, no? Cosa c'è dopo la morte?" chiese
"Dipende da cosa vuoi che ci sia, non esiste la morte, ragazzino. La morte assume la forma che vogliamo darle"
Si rese conto che era solo il vuoto a parlare, il protettore era sparito e sulla soglia della porta la figura magra di Taehyung aveva un vassoio in mano e si avvicinava all'altro. Dietro c'era la sua sorellina con una piccola coppetta contenente dello zucchero fra le mani
"Aveva insistito per portare qualcosa anche lei" spiegò
"Ti aiuto, ecco" sorrise dolcemente prendendole il contenitore
"Grazie!"
Poi Jeongguk le carezzò i capelli, chinandosi verso di lei
"Sei bellissima lo sai? Molto di più di tuo fratello, ma non diciamoglielo" sussurrò portando un dito in mezzo alle labbra. Lei rise imbarazzata per poi parlare a sua volta.
"anche taetae dice che sei molto bello ma ha chiesto di non dirtelo" e anche lei, complice, mimò il silenzio. Poi uscì tirandosi dietro la porta
"Che carina" Si girò con il volto verso l'azzurro, scorgendolo di rosso acceso sulla guance che versava una bevanda calda nella tazzina. Intuì che avesse sentito le parole della sorellina
"TaeTae si?" canzonò
"Quanto zucchero vuoi?"
"Due cucchiaini grazie"
"Di niente" porse lui l'oggetto in ceramica preparando anche per sé
"Dietro di te c'è l'armadio, cerca qualcosa che possa andarti, hai molti più muscoli di me" borbottò sedendosi e tirando fuori il cellulare
"Ah li hai notati?"
"Evidentemente" continuò distrattamente
Quindi il moro si mise alla ricerca di qualche felpa
"Che fai dopo la laurea?" domandò fuori contesto il proprietario di casa
"Vuoi sapere quello che farò per certo o che vorrei fare?"
"Beh entrambe"
"Avrei voluto finire degli studi umanistici e diventare un critico d'arte o una guida. O magari un professore di storia dell'arte e queste cose qui"
"Però? Perché non lo farai?"
"I costi saranno troppo alti e quindi diventerò un tatuatore per arrotondare e pagarmi gli studi dopo. Poi però avrò abbastanza successo e rimarrò un codardo che non ha trovato le palle di buttarsi su qualcos'altro. Vivrò in maniera mediocre e basta"
"E tu come fai ad essere così dettagliato?"
"Magari te lo spiego dopo, non voglio entrare nella tua vita ma una spiegazione a queste?" uscì un paio di mutante in pizzo e striminzite
"Ah, lascia stare" sogghignò nonostante fosse timido davanti a ciò
"La tua ragazza ne ha una scorta qui"
"Non ho una ragazza, è tutto mio"
"Beh, sono carine penso" confabulò un po' scosso "Cosa te ne fai?"
"Come hai detto tu prima, arrotondo" espose
"Arrotondi?"
"Sì, sai foto..." ufficialmente si sarebbe pentito di quelle parole
"Ah, scusa, non volevo essere molesto"
"Fa niente, qualcuno avrebbe dovuto saperlo che sono una puttana"
"No. No Tae non lo sei. Hai solo bisogno di soldi, è ok, siamo nel 2019"
D'istinto gli prese la mano
"Non ti considero così, a me piaci. E non per il tuo corpo. Sei intelligente, sveglio. E poi sei maldestro ed è così adorabile"
Il maggiore spostò il blu dietro l'orecchio
"Lo dici solo perché vuoi rimediare a quello che hai detto"
"Non lo faccio. Dio, ho detto tante stronzate in vita mia ma questa non lo è, ti prego, credimi" cercò di guardarlo nella profonda anima.
"Tu invece? Che farai dopo?" cercò di scacciare l'idea della sua morte
"Vorrei aprire una galleria d'arte. È una stronzata, lo so, ma mi piacerebbe organizzare feste d'arte. Magari potrei diventare il manager di un imprenditore d'arte. È una cosa stupida lo so"
"No non lo è, è una cosa affascinante. Ti rispecchia"
"E tu che ne sai?"
"Hai portato a casa tua uno sconosciuto, sei una persona socievole che si fida molto e che scava a fondo. Quante probabilità avrei di essere un killer?"
"E quante ce ne sono che lo fossi io?" rise carezzando il palmo della sua mano.





𝐕
Senza che se ne rendessero conto erano entrambi seduti sul davanzale con la finestra spalancata. Le nuvole erano state spazzate via, la luna incombeva suprema in cielo. Sembrava enorme.
E loro erano là, sotto gli occhi delle stelle. Taehyung seduto sulle gambe di Jeongguk a giocare con la sua felpa mentre quello, a gambe incrociate, guardava fuori sperando durasse per sempre.
"Sei proprio bellissimo Tae, ma come fai" lo pensava ma non riusciva a dirlo
"Dovremmo mangiare qualcosa vero?" borbottò Taehyung
L'altro guardò l'orologio le 20. Mancava ancora un po'.
"Già forse dovremmo"
Poi rimasero in silenzio. No, dannazione, Taehyung non si sarebbe levato da quelle cosce. Non aveva portato a casa sua uno sconosciuto per lasciarlo andare così presto. Lo avrebbe tenuto stretto fino alla fine.
Non parlò di nuovo e poggiò la testa sul petto dal respiro regolare del bruno.
"Ah ma vaffanculo Jeongguk non sei capace di fare un cazzo" sbottò ad un certo punto il maggiore sedendosi più composto. Una gamba cadde fuori dalla finestra, rimanendo a penzoloni e lui si avvicinò alla sua faccia baciandolo. Poi si allontanò subito per riprendere la scenata
"Sei veramente incredibile, cazzo, ma perché continui a stare qui, su questo davanzale senza prendere iniziativa. Non posso fare tutto io. Ah quanto ti odio Jeon-"
Quest'ultimo non gli diede nemmeno possibilità di rispondere che si gettò a capofitto su di lui spingendolo contro l'altro stipite della finestra e continuando a far sbattere la sua schiena ripetutamente per i movimenti del suo bacino.
"Dici così?"
"Sì" quasi gemette cercando appiglio con le mani al muro dietro di sé alzando le braccia.
Spalancò le sue gambe con le braccia fino a quando anche le ginocchia non furono a contatto con il marmo
"Ma quanto sei elastico dio mio"
"Che cazzo di domanda è, deficente, stai zitto"
"Rude"
"Disse quello che mi sta fottendo contro lo stipite di una finestra al quarto piano"
"Mi hai chiesto tu l'iniziativa"
"Non ho mai detto che mi dispiaccia"
"Lasciamo stare, fa finta che non abbia fatto niente"
Borbottando tornò alla sua posizione iniziale, Taehyung, frustrato, sospirò
"Sei proprio stronzo"
"Non mi piace troppo fare sesso con gente a caso"
"Fino a due minuti fa però ti piacevo no?"
"Ascolta Tae, sto cercando di contenermi perché non voglio che pensi che stia abusando di te"
L'altro alzò gli occhi al cielo
"Grazie, credo" poi si girò facendo cadere entrambe le gambe a penzoloni nel vuoto. Jeongguk lo imitò, stringendosi le mani nel tascone della felpa blu, come i suoi jeans.
Il maggiore si spinse più accanto a lui, poggiandosi alla sua spalla accavallando le gambe.
"Scusa comunque, non volevo offenderti" riprese sempre l'azzurro
"Non fa niente. Grazie per la felpa"
"È di un mio cliente, non preoccuparti a ridarmela"
"Mi sono sempre chiesto che si prova a fare questo lavoro"
"è un lavoro come tutti gli altri in realtà. Non è niente di che. Però è triste se penso che alcuni miei clienti lo sono solo perché non hanno tempo di una fidanzata. Altrettanto tristi quelli gay che non riescono a fare coming out per la famiglia. Per non parlare di quelli sposati senza palle. Ad una certa con quelli abituali diventi più simile ad uno psicologo."
"Beh figo insomma. Meglio di come lo raccontano"
"Già. Poi non sono pagato malissimo, anzi. Quindi capirai. Mi lascia anche tempo per studiare e per crescere i bambini. Poi sì, ci sono i matti di turno che provano piacere nel soffocarti e quelli che ti costringono a continuare o a stare in certe scomode posizioni. Però non posso lamentarmi, in linea di massima" raccontò senza vergogna. Oramai non ce n'era bisogno
"Capito. Mi spiace debba ridurti a questo"
"Ah no a me non dispiace in realtà. Mi lascia tempo e guadagno moderatamente. Se tolgo un po' di tempo per uscire il sabato o la domenica prendo il doppio. Li metto da parte per dargli un futuro migliore del mio. Magari prendiamo una casa nuova. Voglio un futuro migliore anche per me, e scendo a compromessi. Non devi essere in pena, a me piace"
"Ti Piace davvero?"
"Beh non è il meglio ma è ok"
"Posso..." esitò l'azzurro "posso sapere perché fai tutto questo per me?"
Jeongguk guardò ancora l'orologio
"Forse è meglio che tu non lo sappia mai"
Rimasero muti. Poi ancora
"Non vuoi dirmelo perché la tua intenzione è scoparmi? Puoi pagarmi per que-" ma non gli fece finire la frase
"Non dirlo nemmeno per scherzo, tae. Facciamo così: te lo dico domani. Così sarà un buon incentivo a spronarti di alzarti"
Sorrise timido, quell'altro. Con le mani sotto le cosce cercando di coprirle dal freddo che non risparmiava nessuno. "Come vuoi"
"Vado via ora"
Si gettò mettendo i piedi per terra e aiutando Taehyung con entrambe le mani. Poi aprì la porta e lo portò con sé per non abbandonarsi da solo alle spalle la casa come avrebbero fatto gli altri.
Arrivati all'uscio sussurrò una dolce buonanotte come i genitori ai figli prima di andare a dormire.



𝐕𝐈
"Domani ti aspetto, fata turchina. Non mancare"
"Ti accompagno di giù. Anzi no, ti accompagno a casa"
"Sei sicuro che io possa andar via?"
"Certo, non voglio trattenerti" non avrebbe mai ammesso che aveva bisogno di lui per vivere. O meglio, sopravvivere.
"Va bene, accompagnami a casa" cercava di stargli dietro come poteva
"Non voglio essere una rottura, se vuoi non vengo"
"Vieni, per favore"
E si ritrovarono ancora a camminare mano nella mano, a piccoli passi perché speravano che così aumentasse il tempo di transizione. No, non dovevano separarsi. Cazzo se non dovevano, Jeongguk lo aveva aspettato così tanto che non poteva permetterselo.
Si fermarono davanti ad un palazzo. Casa sua.
"Bella merda, ora che faccio"
I loro pensieri erano così sincronizzati che ci sarebbe stato da impaurirsi
"Beh..." il moro cercava e cercava nei meandri della sua mente un buon motivo per abbracciarlo ancora e trattenerlo
"Mia madre è morta" sbottò Taehyung
"Oh... Io..." ora cercava qualcosa che potesse confortarlo. Non gli era mai successo di non averne
"Non dire niente. Non c'è bisogno. Però dovevo ammetterlo e dirlo a qualcuno"
"È ok, Tae, non fa niente. Mi dispiace tanto" gli strinse di più la mano. Entrambi guardarono l'alta costruzione
"Non ho avuto nessuno a cui dirlo. Quindi lo dico a te."
"Nessuno?"
"No. Non ho mai avuto nessuno. Nemmeno un amico che riesca a chiamare così da quando avevo quattordici anni"
"Perché esattamente da quando avevi 14 anni?"
"Perché l'unica persona che abbia mai amato ha preferito di meglio. E mi sono chiesto cosa cazzo ci fosse di sbagliato in me. Non c'è niente di sbagliato in me. Sono io lo sbaglio"
"Non dire queste stronzate tae"
"Lo faccio eccome. Sono solo. Come si giustifica?"
"ora hai me"
"non durerai molto"
"Ma voglio farlo"
Per l'ennesima volta il silenzio li divise
"Dato che durerà poco qualsiasi cosa sia quella che c'è tra noi due, e dato che sono sicuro che tu sia la prima persona che si avvicini ad un rapporto affettivo non platonico, credo che dovremmo fare sesso" propose Taehyung
"Non ti imbarazzi nemmeno a dirlo?"
"Lo prendo per un no, va bene. Ciao"
Fu afferrato per un braccio e, per quanto l'avesse sperato, non ci credeva. Jeongguk lo stava baciando in mezzo alla strada desolata, alla fioca luce del lampione. Tra il vento penetrante e il pavimento di cemento. Lo prese dai fianchi avvicinandolo ancora di più. Necessitava di quel contatto fisico in quel momento. L'altro di più però. Quello era uno dei primi contatti fisici che andavano oltre il sesso o il corpo. C'era mente per quanto non si conoscessero. Jeongguk scontrò il naso con quello dell'altro guardandolo negli occhi. Il nero lo rapiva. Non aveva mai visto degli occhi nei quali sarebbe annegato. Mai prima di allora.
Prese la sua mano portandolo per le scale di casa sua. L'altro rideva, sorrideva con leggerezza. Per un attimo ha smesso di pensare ai suoi problemi. Ai fratelli, ai genitori, al suo lavoro, agli studi o agli esami. Arrivati al piano del moro, il secondo per essere precisi, lo tirò verso di sé, per poi farlo entrare in casa sua. Poggiandosi dietro la porta appena chiusa, Taehyung ha riso di gusto, ad alta voce. Così contagiò anche il minore
"perché stiamo ridendo così Jeongguk-ah smettila!" gridò
"Hai iniziato tu!" rimandò e l'azzurro si riattaccò alle sue labbra, con così tanta forza che stava per farli cascare.

𝐕𝐈𝐈
Appena qualche minuto dopo erano entrambi stesi sul letto del minore a ricercare fiato
"Che cazzo è appena successo" chiedeva Taehyung ad alta voce, non ancora lucido
"È stato stancante cazzo" commentava l'altro
"Come ho fatto a viverne senza?"
"Senza che?"
"Senza tutto questo. Che cazzo, perché ho sempre scopato così male?" si tirò con i gomiti in alto
Lo fece sorridere
"Addirittura? Mi elogi così fatina"
Si girò verso di lui per guardarlo ancora. Smise di ridere squadrando la sua figura pittorica. Anche l'altro finì, sentendosi imbarazzato e un po' a disagio
"Vuoi che vada via vero?"
"Assolutamente no, rimani esattamente così, voglio farti una foto e tenerla con me"
"Che? Non farmela per favore" senza ascolarlo si era già rimesso i pantaloni della sua tuta. E corse alla ricerca nei suoi cassetti della polaroid che si era comprato quando aveva 16 anni.
"Se non vuoi che la tenga io posso regalartela. Sisi, te la regalo così ti ricorderai di me"
"No Jeongguk-ah" si coprì giusto un po' il naso e la bocca ridente mentre l'altro gli scattava una foto. Ne fece poi un'altra dove Taehyung aveva abbandonato la sua testa nel cuscino cercando di coprirsi il petto nudo. Uscirono una dopo l'altra e il minore aspettò che il colore attaccasse e si asciugasse prima di fargliele vedere. Le stava osservando per primo quando sentì lo scatto della macchinetta scattare. Taehyung con il lenzuolo raccattato addosso stava tenendo fra le mani l'oggetto.
"Dai tae sei matto?"
"No, me ne hai fatta una tu e te ne ho fatta una io. Siamo pari. Sei uscito bene, sei bellissimo, guarda!"
"allora tieni queste due. Una tua e la mia così ti ricorderai per sempre di me." aveva le lacrime negli occhi mentre lo diceva. prese un pennarello e incise "20-05, Blue"
"Perché blue? blu? cos'è?"
"Per i tuoi capelli blu. Sono carini, ti ricordo sempre come quello coi capelli blu. Quindi blu"
Rimase a stringerlo finché la mezzanotte toccasse. Poeticamente prima che tutto scomparisse

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