Let The Game Begin 2

By Kim_Cris_

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Quando decisi che da quel momento in poi avrei smesso. Tutto quanto. Avrei smesso di parlare con qualcuno,di... More

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🔥Cast🔥
✨Trailer✨
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🖤Grazie🖤
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Let The Love Begin

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By Kim_Cris_

I'm dying
___
Why you claim that you rich? That's a false claim
I be straight to the whip, no baggage claim
___

Ian

Quel giorno silenziosamente rientrai in casa,Finalmente un'altra settimana di lavoro era giunta al termine e da lì a qualche ora mi sarei goduto il Weekend.

I miei rientri furtivi erano sempre più frequenti,non avevo alcuna voglia di vedere mia madre,quella donna che ogni singola volta sapeva infliggermi sofferenza e malessere. Sophia fortunatamente restava quasi sempre a dormire da un'amica,almeno lei poteva scappare da tutta quella merda.

Mia madre non sapeva nulla dell omicidio di papà,tantomeno sospettava di me. La mia coscienza nonostante l odio nei suoi confronti giorno dopo giorno peggiorva,non per i sensi di colpa ma semplicemente il fatto di aver ucciso una persona gravava sulle mie spalle.

Troy mi era sempre vicino e per non farmi ci pensare mi diede una mano a trovare un lavoro,o almeno io ne svolgevo due. Meccanico di giorno,barista di notte,ogni singolo giorno tranne il sabato e la domenica data la mia giovane età. Avevo solo diciassette anni quando uccisi mio padre e della vita non sapevo ancora un cazzo. Nonostante l'assenza di papà in casa non si respirava affatto un buon clima,non l'avevo mai percepito e probabilmente non l'avrei mai fatto.

Dopo la sua scomparsa capii che il marcio non era in me,ma nella mia intera famiglia,Ma a me andava bene. Appoggiai le chiavi nel contenitore dell'entrata dimenticandomi di quella maledetta giornata,proprio come quel insignificante oggetto. Mentre lavoravo non pensavo affatto a ciò che accadeva intorno a me,era come una valvola di sfogo che però di tanto in tanto sfogavo insieme a Roxy,una delle mie amiche più care.

Entrai in cucina con l'unico scopo di colmare la mia fame,fortunatamente Sophia prima di uscire pensava a me,presi il piatto dalla cucina e lo appoggiai sul davanzale. Pasta Panna e prosciutto,uno dei miei piatti preferiti. Mi sedetti a tavola e iniziai a buttare giù il mio unico pranzo. La mia cucina non era mai al meglio delle sue condizioni,a lei non importava di me,non gli importava se Ian mangiava,usciva,rientrava,a lei importava solo che il sottoscritto non le portasse guai. Mia madre non aveva ancora capito che il vero problema ero io. Non aveva ancora capito che avevo ucciso suo marito e che avrei voluto fare la stessa cosa con lei. Lei dopo essere scappata con un altro uomo,era tornata di nuovo per prendersi cura dei suoi bambini. A modo suo certo. Mai un sorriso,mai una carezza,mai una parola. Solo rimproveri e dispiaceri.

Con tutto il mio pranzo mi trascinai al tavolo. Mi sedetti a peso morto e lentamente assemblai bellamente il mio pranzo. Dal salone provenivano sempre più chiari colpi e leggeri rumori a me familiari. Piano mi alzai,quel giorno credevo di essere rientrato in un orario strategico e quindi pensavo di essere da solo,ma mi sbagliavo,mi sbagliavo di grosso. L'ennesimo colpo mi fece risvegliare dai miei pensieri,in quel momento immediatamente mi diressi in salone,alzai lo sguardo e dedicai la mia attenzione ad entrambi. Stesa vergognosamente a cosce aperte c'era l'unica persona che di me da quel momento,non si meritava più nulla. Il mio sangue,la mia unica famiglia che però,per me poteva anche scomparire senza problemi. Non mi sarebbe mancato nessuno,tanto meno lei,che con tanta di quella indifferenza mi aveva afflitto solamente dolore. A sovrastarle il corpo quello che credevo uno dei miei più cari amici,l'unico a sapermi distruggere maledettamente bene. Elijah spingeva come una furia tra le cosce di mia madre scopandola come la peggiore tra le prostitute,lei senza ritegno gemeva acutamente il suo nome,il nome di un ragazzino di 30 anni più piccolo di lei. Instintivamente mi portai una mano allo stomaco,dentro di me bruciava tutto. Volevo solamente scappare da quell orribile visione. Rimasi pietrificato fino a quando lo sguardo della donna che mi aveva solo messo al mondo,si posò su di me. Gli occhi lucidi dal piacere si spalancarono,era stata appena scoperta in flagrante.

-"I-an aspetta." Subito cercò di alzarsi e di spiegarmi. Spiegarmi cosa poi,che scopava con uno dei miei amici. Brava mamma,colpito e affondato.

-"Sparisci." Afferrai subito il mio cellulare,il giubbotto e la poca dignità rimasta. Finalmente in quel momento capí di essere rimasto solo,maledettamente solo al mondo. Sophia sarebbe stata meglio senza un disastro come me. Un fratello maggiore nemmeno in grado di badare a lei,la mia stessa vita,il mio stesso sangue. Tremando uscì subito,promisi a me stesso che quel giorno L avrei fatta finita,che non sarei più tornato in quella maledetta casa ricca di sofferenze e ricordi brucanti. Salii in macchina,accesi il motore,un secondo più tardi ero in strada come una furia. Mi sentivo male,tutto il mio corpo doleva. In quel momento così difficile per me,pensai accuratamente a chi dire addio. L'unica persona che realmente meritava un messaggio,un minimo di considerazione.

Scesi dall auto non appena arrivato al luogo interessato. Qui ci venivo solamente con Troy e Roxy qualche volta. Presi il cellulare e prendendo coraggio scrissi il mio saluto finale.

-Mi dispiace. Mi dispiace,avervi deluso,soprattutto averti deluso fratello mio. Grazie per tutto,per i sorrisi,le risate,i pianti,gli schiaffi. Grazie perché tu Troy,sei una persona fantastica,un angelo che non ha mai meritato un demone come me al suo fianco. Ti prego bada a Sophia e a Roxy,loro sono così fragili adesso,e dopo la mia morte lo saranno ancora di più,tu amico mio,rimani forte,rimani forte perché la scomparsa di Ian Blake deve essere solamente un inizio,una vita migliore.
Tuo fratello per sempre..
Ian.

Lo invai,subito. Lo inviai mentre lo schermo del mio cellulare si bagnava continuamente di gocce precipitanti dai miei occhi simili al cielo. Scoppiai a piangere,il dolore che sentivo dentro in quel momento era indescrivibile. Avevo ucciso Mio padre,mia madre non mi aveva mai voluto. Nessuno dei miei amici era sul serio unico. Mia sorella,nemmeno mi guardava più in faccia da quando avevo ucciso quel mostro. Troy,Troy era l único e con questo pensiero,quello di preservare e salvare L'unica persona meritevole di felicità,felicità che io non gli avrei mai dato,tirai fuori dalla tasca destra del mio chiodo di pelle un coltellino svizzero. Da lì a poco,avrei smesso di sentire il cuore bruciare,la gola stretta e i sensi di colpa mangiarmi.

Senza pensarci due volte affondai la punta del coltello nel polso,nemmeno sentii il dolore di quella lama tanto era quello del mio dolore emotivo. Con decisione strisciai l oggetto lungo tutto il mio avambraccio,subito del sangue rosso scuro,tendente al nero venne fuori,immediatamente feci lo stesso con l altro braccio. Finalmente,sarei diventato un'anima libera. Anche se mi avrebbero ospitato all inferno,era molto meglio che vivere su questa maledetta terra. Se un Dio esisteva,poteva anche provare clemenza per me,per un ragazzino problematico. Mi stesi subito,sentendomi debole. Le ferite delle braccia bruciavano,ma non mi importava. Volevo andarmene così,steso su un bellissimo prato verde,guardando il cielo,e il rumore leggero di un ruscello ad inebriarmi le orecchie. Piano piano,mentre la mia vita scivolava fuori dal mio corpo insieme al sangue,anche quel suono diventava confuso e quel cielo tanto meraviglioso,sfocato.

-"Ian!" Sembrava di stare in un sogno,addirittura ora sentivo la voce di Roxy,forse ero già morto.

-"N-No no no!" Un secondo dopo vidi Troy al mio fianco,le lacrime lungo tutte le guance,il corpo tremante e i movimenti disperati. Avevo fatto soffrire anche mio fratello.
-"T-ti prego Ian..resisti!"Non avevo mai visto il moro così,mi prese di peso. Mi strinse fortissimo mentre in macchina mi affidò alle cure dalla ragazza dagli occhi diamante.

-"S-sei uno stupido.." Piangeva anche lei,piangeva disperata. Sorrisi leggermente guardandola imbronciata,una bambina.
-"N-non lasciarmi..c-Che faccio senza te..?" Si accasciò sul mio corpo accarezzandomi dolcemente il viso,mentre con la sua stessa maglietta tamponava le mie ferite. In quel momento mi resi conto dei sentimenti di Roxy,così chiari e vividi ma che avevo sempre evitato come la peste. Allungai leggermente la mano e debolmente le dedicai una carezza sul viso.

-"V-vi voglio b-bene.." Un sussurro,e Roxy fu l'ultima cosa che vidi. Buio,buio totale.

-"T-ti salvo io cazzo,ti salvo io Ian. Resisti! Ti salvo e andiamo via da tutta questa merda." Troy sfrecciava come un pazzo.

E lo fece. Mi salvò,mi salvò dal mio stesso male. Quel giorno,in ospedale lui si prese cura di me e due mesi dopo di riabilitazione,potevo stringerlo di nuovo. Quel giorno dove capii che avrei dato tutto a Troy,perché mi aveva reso importante,unico. Perché lui mi aveva ridonato la vita.

Spazio Autrice
Ciao ragazzi e ragazze!
il capitolo undici e questo,sono dei Flashback di Ian. Ricordi difficili,che però porterà sempre dentro. Il quadro Man mano sta diventando sempre più chiaro..
Se vi va lasciate una stellina..🖤

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