The professor 2 - Rising from...

By _Ina___

237K 7.8K 827

{Completo} Sequel: The professor. Sophia White ha lasciato che i suoi sentimenti la trascinassero impedendol... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Grazie

Capitolo 26

5K 165 15
By _Ina___

Era il nostro ultimo pomeriggio insieme prima di tornare al campus e mi trovavo sdraiata sul petto di Christian, che mi accarezzava i capelli mentre guardavamo insieme Inception. Mi aveva sorpreso andando a comprare il dvd mentre io ero sotto la doccia, sapendo dalla sera prima che quel film mi era sempre piaciuto.
Quel momento sembrava così semplice e appartenente alla quotidianità, ma la verità era che quel momento era molto lontano dalla nostra normale quotidianità purtroppo.
-Posso chiederti una cosa? - misi il film in pausa e mi voltai verso di lui.
-Certo Soph.
-Anche con Arianne avevi avuto problemi a causa del fatto che era una studentessa? - chiesi tutto d'un fiato.
Christian si alzò come se la domanda gli avesse tolto il respiro e avesse bisogno di alzarsi per riacquistare un poco di ossigeno.
-Perché me lo chiedi? - mi chiese con la fronte aggrottata.
-Non so molto del tuo passato e magari farebbe bene a entrambi parlarne...- mormorai, in fondo la motivazione che gli diedi era giusta ma non era completa. In realtà mi attanagliava il fatto di aver messo in una situazione complessa me e Christian, forse in passato la sua ex fidanzata mi avrebbe ispirato per capire come fare.
-Arianne e io siamo stati insieme quasi due anni insieme anche se ci abbiamo messo molto ad ingranare...- iniziò lui a raccontarmi guardando di fronte a se come se potesse vedere le scene passargli davanti agli occhi.
-Perché ci avete messo tanto?
-Devi sapere che lei era una ragazza molto diligente, che non avrebbe mai compromesso il suo impeccabile percorso accademico...- disse con un sorriso amaro sulle labbra -...ma purtroppo incontrò me, ero da poco divenuto docente e non riuscii ad essere per nulla professionale. Mentii a me stesso convincendomi del fatto che non mi piaceva mentre la aiutavo dopo ogni lezione o la facevo venire da me per dargli ripetizioni. Non le piaceva per nulla la mia materia.
-Non piace a molti...- dissi senza pensare.
Lui tornando alla realtà mi guardò e sorrise teneramente annuendo, istintivamente misi una mano sul suo ginocchio accarezzandolo mentre teneva le gambe incrociate e si torturava le mani.
-Già. Lei voleva fare la docente ma mai di una materia come la mia... Poi ci siamo innamorati e abbiamo iniziato una relazione. Dopo un anno e mezzo di università e di relazione iniziò a stare male e fece dei controlli. Leucemia...- una lacrima gli rigò il viso e inaspettatamente anche i miei occhi si colmarono di lacrime che provai a ricacciare dentro.
-Era già ad uno stato avanzato e i dottori le dissero che le rimanevano meno di 6 mesi. Lei era distrutta ma aveva le idee chiare: se la sua vita si fosse conclusa dopo qualche mese voleva fare tutto ciò che non aveva mai fatto insieme a me. Decisi di prendermi dei mesi di pausa dall'Università e lei decise di scappare lasciando una lettera per tranquillizzare i genitori. Purtroppo però Liliane, la sorella più piccola, scoprii tutto e per timore di non vedere più la sorella lo spifferò ai genitori. - per la prima volta da quando aveva iniziato a raccontare, emanò rabbia oltre che tristezza.
Rimasi in silenzio mentre continuano ad accarezzarlo aspettando che si sentisse pronto per continuare.
-I genitori la portarono via dal campus e la fecero ricoverare in un ospedale che non era neanche in Florida. Lei mi riuscii a contattare nonostante le avessero tolto qualsiasi tipo di apparecchio elettronico e mi disse che era ricoverata a San Francisco al California Pacifical Medical Center. In poche ore presi un biglietto e volai da lei. La andai a trovare quando i genitori andavano via nelle ore di visita. Stava malissimo, la chemio l'aveva trasformata ma i suoi occhi mi guardavo sempre allo stesso modo. Mi presi una camera nell'hotel più vicino all'ospedale e la andavo a trovare ogni volta che riusciva a chiamarmi e dirmi che avevo campo libero. Purtroppo dopo i primi due mesi i genitori mi trovarono in ospedale e successe il putiferio. Liliane era ancora al liceo e assistette a quella scena, sentii le accuse dei genitori nei miei confronti. Loro accusavano me della malattia della figlia...
-Assurdo..- dissi indignata per quello che mi raccontava. Non riuscivo a capacitarmi delle azioni di quella famiglia, ma non mi sentivo nella posizione di giudicarli poiché infondo quella situazione era ancora più difficile per loro.
-Si, loro decisero che io non sarei più andato a trovare Aria, lei non poteva urlare o ribellarsi ma la vidi piangere nel suo letto mentre uscivo dalla sua stanza a causa del padre. Mi si spezzò il cuore nel vederla così e dopo qualche giorno la sua situazione si aggravò, morì...- la voce rotta gli rese difficile pronunciare l'ultima parola ma io riuscii a comprenderla e lo abbracciai mentre le lacrime silenziose gli scendevano lungo il viso, non riuscii neanche io a trattenermi. Non capivo se era empatia, se stessi piangendo per lui o per me, sapevo solo che quella storia d'amore era tanto bella quanto dolorosa ed io potevo solo rispettarla e rendergli onore.
-Christian mi dispiace così tanto. Non avrei dovuto...- provai a dirgli mentre eravamo ancora stretti l'uno all'altra.
-No, sono felice di averne parlato con te.- lui si sciolse dall'abbraccio e si pulì le lacrime dal viso, per poi prendermi la mano e sorridermi debolmente.
Ricambiai con il sorriso e cercai di riprendermi da quella storia drammatica.
-Comunque sappi che nulla si potrà dividerci Soph. Seriamente, non pensare a queste cose. - mi disse lui ad un tratto e la mia mente andò subito al messaggio di Jack.
Era a domenica, e il giorno dopo Jack sarebbe dovuto andare dal rettore e spiattellare tutto ciò che "sapeva" di me e Christian.
-E se domani lui...? - chiesi io lasciandomi cadere sul grande cuscino stanca di questi pensieri per nulla positivi.
-Come fa a sapere che stiamo insieme? Come fa ad avere prove di noi due? E perché il rettore dovrebbe credere a lui? In fondo ogni anno ci sono come minimo venti insinuazioni su relazioni clandestine tra professori e studenti. - mi accarezzò la guancia amorevolmente.

Salii in auto e tornai al campus dopo aver salutato Christian con un bacio in stanza per non farci vedere in pubblico.
Alla radio risuonavano le note di Iris dei Go go dolls e non appena me ne accorsi alzai il volume al massimo anche a costo di rimanere sorda.
-You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now
And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life...- cantai a squarcia gola mentre guidavo.
Parcheggiai l'auto di Kath vicino al nostro dormitorio e scesi dall'auto con la busta del take-away del thailandese; volevo fare una sorpresa alla mia amica e passare una sera tranquilla.
Entrai nella stanza illuminata solo da una lampada da tavolo e trovai la mia compagna di stanza in pigiama china sui libri a studiare.
-Ho portato il pad thaiiiii! I tuoi noodles thailandesi preferiti! - esclamai posando il sacchetto suoi libri di diritto.
-Sei pazza! Mi sporchi tutto! - urlò lei togliendo subito il sacchetto dal tavolo e facendomi ridere per la prontezza con cui lo aveva tolto e posato sul frigo bar.
-Dai su non fare la brontolona Ivanova! - dissi mentre ridevo di gusto sul mio letto.
Mentre lei accendeva la luce permettendomi di vedere finalmente ciò che mi circondava, mi iniziai a cambiare per poi apparecchiare sul tavolino richiudibile che tenevo sotto il letto per questioni di spazio.
Rimanemmo per ore a parlare del nostro weekend, il suo all'insegna dello studio approfondito, il mio invece all'insegna dell'ozio. Le raccontai anche ciò che avevo scoperto sul passato di Christian e di quanto mi preoccupasse la situazione con Jack.
-Stai tranquilla Sophia...
-Come faccio? Vorrei sapere se ha delle prove o meno. - spiegai io agitata mentre mangiavo i cioccolatini che le avevano mandato i suoi genitori da Vienna.
-Vuoi che chiedo a mio padre di hackerare il suo pc?
Per poco non mi andò di traverso il cioccolato quando mi pose quella domanda, sembrava di parlare con la figlia di un agente dell'FBI.
-Ma che dici? Lascia stare. - le risposi io seriamente.
Quando scattò la mezzanotte ci mettemmo a dormire, un po' come cenerentola dopo il ballo solo che noi di principesco avevamo ben poco e ci mancava la fata madrina che ci aiutasse.
Provai a dormire ma la mia mentre viaggiava lontano, si formarono nella mia mente centinaia di situazioni possibili che si sarebbero verificate l'indomani.

L'orologio segnava le 6:40 e io avevo contato ogni secondo durante tutta la notte aspettando che si facesse giorno, sentivo gli occhi gonfi e la testa mi scoppiava. Mi alzai dal letto e mi buttai nella doccia provando a non fare alcun tipo di rumore per non svegliare la mia compagna di stanza.
Poggiata sulle piastrelle fredde della doccia lasciavo che l'acqua bollente precipitasse sulla mia testa è lungo tutto il corpo, sperando che ciò mi rilassasse e attenuasse la forte emicrania. Purtroppo neanche l'acqua bollente o lo shampoo potevano lavarmi via dalla testa la paura, l'ansia e la preoccupazione.
Raccolsi i capelli in un asciugamano grigio e iniziai a vestirmi, decisi che una semplice t-shirt bianca di Vogue e un paio di jeans semplici. Non avevo alcuna intenzione di mettermi in ghingheri per una giornata così.
Mi iniziai a truccare e asciugai rapidamente i capelli sentendo che anche Kath si era già alzata, per poi preparare le mie cose e uscire in tutta fretta con la mia tracolla in spalla. Mi aspettava una lezione di psicopatologia in prima ora e dopo mi sarei preoccupata delle accuse di Jack nei confronti miei e di Christian.
Mi lasciai cadere su una sedia scelta casualmente e preparai il libro per seguire la lezione sulle manifestazione del disturbo borderline descritti dal DSM-5 cioè il manuale diagnostico dei disturbi mentali.
La docente non appena la campanella suonò accese il suo microfono ed iniziò a parlare di svariati casi da lei studiati o particolarmente famosi su cui fare riferimento rispetto a tale patologia.
-Se dovessimo parlare di 'sintomatologia' allora nel paziente borderline bisogna ricercare tali criteri: disinibizione, espressa con la tendenza all'impulsività e con i comportamenti rischiosi; affettività negativa e antagonismo...- la docente parlava facendo scorrere alle sue spalle le slides del PowerPoint che aveva preparato per non annoiare l'auditorio.
Seguii attentamente le sue spiegazioni e presi appunti anche con i video di colloqui clinici ma purtroppo la mia concentrazione e la mia pace interiore fu spezzata con la fine della lezione, questo mi riportò alla realtà.
Uscii fuori dall'aula e, senza che ci fosse bisogno che pensassi a dove trovare Jack, lo trovai fuori dalla mia aula poggiato ad una colonna esterna con lo smartphone tra le mani.
-Cosa vuoi Jack? - chiesi non appena fui vicina a lui.
-Hai fatto come ti ho detto? - mi chiese posando il cellulare in tasca e mettendo le mani in tasca.
-Io non devo fare proprio nulla. Le tue sono accuse infondate. - dissi a denti stretti scendo i gradini e dirigendomi verso il bar dell'Università sapendo che lui mi avrebbe seguito.
-Sophia cara, non mi prendere in giro.
-Ora basta con queste stronzate! - mi voltai verso di lui e lo affrontai a viso aperto senza più scappare.
Confidai nelle parole di Christian e presi coraggio per dire tutto quello che pensavo a quello che dopo avermi aiutato da piccola mi stava rovinato le giornate da adulta.
-Stronzate? - scoppiò a ridere -Spero per te che il rettore la prenda allo stesso modo.
-Il rettore non crederà alle tue stupidaggini.
La rabbia mi ribolliva dentro sarei stata capace di dare un pugno sulla sua mandibola scolpita così da farlo tacere.
-Beh spero creda almeno alle foto.- si piazzò un sorriso malvagio sulla sua bocca mentre il mio cuore perse un battito. Provai a non far trasparire il fatto che ero sotto shock, scossi la testa provando a simulare una risata ma sentivo la terra tremarmi sotto i piedi e quasi sperai che sotto di me la terra si aprisse per inghiottirmi.

Continue Reading

You'll Also Like

339K 17.5K 102
Tra demoni di ogni tempo. Caym e Zoe due ragazzi uniti da un passato e legati dal futuro. La storia di una leggenda lasciata a metà. Un mondo in bian...
17.6K 834 56
🔞 Questa storia contiene: violenza, linguaggio scurrile e uso di stupefacenti. E se dalle scelte derivassero i problemi e le conseguenze di un'inter...
930 260 15
Britney Robinson è una ragazza nata in Australia precisamente a Sydney. Alla morte del padre lei, sua sorella e sua madre si trasferiranno nella gran...
145K 4.2K 89
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti