Let The Game Begin 2

By Kim_Cris_

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Quando decisi che da quel momento in poi avrei smesso. Tutto quanto. Avrei smesso di parlare con qualcuno,di... More

✨Intro✨
🔥Cast🔥
✨Trailer✨
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🖤Grazie🖤
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Let The Love Begin

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By Kim_Cris_

Troy Williams
___
Might still be in that place
If you're tryin' to get out
Just follow me
I'll get you there
___

Ian

Era una notte davvero gelida a Miami,ma mai quanto la mia vita in quel periodo. Mi ero immischiato in qualcosa molto più grande di me e non ne avevo mai compreso il pericolo enorme. Per me era solamente un ingenuo gioco,un gioco che volevo vincere a tutti i costi,un gioco che a mio parere mi avrebbe portato alla libertà mentale o come diceva lui a "vivere". Scesi dalla mia auto non appena arrivato al luogo interessato,non volevo pensare più a nulla quella sera,dopo l'ennesima discussione con mio padre da lì a poco mi sarei sentito meglio solamente spaccando l'universo. A passi svelti mi diressi al portone di ingresso,la tana non esisteva ancora,lui non l'aveva ancora messa su,Dunque quasi tutte le sere ci incontravamo in un quartiere abbandonato dove L unica cosa a poter farci da casa era un condominio mal ridotto.

Era quando avevo molti meno tatuaggi,nemmeno la metà. Era quando con il cervello,non ci stavo per nulla,ero totalmente assente dal mondo reale,a causa sua. Infilai le mani nel chiodo di pelle e varcai L ingresso lasciandomi l'aria fresca della notte alle spalle,entrando così nel suo tunnel fatto di illusioni e prese in giro. Nulla di quello che mi diceva era vero,tutta un enorme bugia. Non ero pronto per L ennesimo rimprovero,ma con il cuore più pesante attraversai il corridoio buio imboccando poi finalmente le scale. Salii velocemente due piani,scavalcando i gradini due a due. Una volta salito il mio raggio visivo si imbattee subito in una fitta nube di fumo.

Era una stanza singola,molto scura. Nulla poteva illuminarla,perché anche se in quella stanza sorgeva la mattina,tutto ciò che la viveva al suo interno era parte della notte,dell inferno. Mi guardai intorno e nel farlo infilai una mano nei Jeans recuperando il mio pacchetto di sigarette e ne portai una alle labbra direttamente da esso.

-"Fratello sei arrivato. Finalmente." Elijah sapeva come farmi calmare,sapeva tutto di me. Come rendermi felice,come farmi arrabbiare,come deludermi. Tutto. Conosceva perfettamente la mia anima,fin dentro le viscere e questa sua caratteristica mi aveva sempre spaventato.

-"Non riuscivo più a stare a casa." Tastai con la mano sinistra le mie tasche in cerca di un fottuto accendino ma tirai un sospiro di sollievo quando quello che credevo il mio migliore amico mi diede il suo. Gli rivolsi un cenno con il capo in segno di ringraziamento,successivamente accesi la mia dose di relax. Quella notte insieme a noi c'erano tutti tra cui Normani e Jordan che di noi non avevano nemmeno la più minima considerazione,Lui era steso sul letto e la sua ragazza gli stava divorando le labbra. Erano persi completamente l uno dentro l altro,di solito Elijah dettava un orario e senza tardare tutti venivano qui.

-"Che ha combinato stavolta quella testa di cazzo?" Elijah accese anche la sua sigaretta per poi appoggiarsi con il sedere al tavolo,tavolo di cui non aveva mai capito il colore a causa della continua invasione di oggetti. Su di esso,grammi e strisce di cocaina,banconote,posa cenere e dell'erba contenuta in una bustina. Ho sempre fatto uso di sostanze,sin da ragazzino. A causa dei brutti ricordi e delle brutte amicizie. Dicevo tutto al moro e cazzo se sbagliavo,ma ero malato,malato della ricerca di una vita migliore e in quel momento pensavo solamente che lui avesse potuto aiutarmi. Aspirai dalla mia sigaretta per poi allungarmi verso il divano dove un Havana molto tranquilla rollava una semplice canna. La sua schiena era contro il divano,le gambe divaricate e il bacino fasciato solamente da delle striminzite e trasparenti mutandine. A coprire i seni aveva solamente una delle magliette del suo ragazzo,come sempre del resto. Sorrise guardandomi per poi alzarsi e trascinare il suo corpo barcollante verso una delle ragazze che personalmente avrei successivamente salvato.

-"Vieni con me Rox.." la rossa senza nemmeno sedersi accanto a lei allungó una delle mani nel tentativo di farla alzare. La rossa faceva già uso di droghe pesanti,era l'unica insieme a Elijah,gli unici due che quando si sballavano,potevano seriamente essere pericolosi. In compenso Roxy era piccola,proprio come me,L unica differenza era che lei aveva vissuto un po' di più rispetto a me. L'abbandono dei suoi genitori,le violenze subite,il non avere un abitazione stabile,tutte caratteristiche che facevano di lei una donna già vissuta. In risposta spostó il suo sguardo azzurro nel mio mentre il suo corpo raggiungeva quello della rossa.

-"Bambine andate in bagno,è l'ora del bagnetto." Elijah molte volte aveva dimostrato il suo lato maniaco,non solo con entrambe,ma con molte ragazze di cui non conosceva nemmeno il nome. Un pazzo,lo era sempre stato. Le due senza protestare entrarono in bagno lasciandoci soli due secondi più tardi.

-"Continua a picchiare mamma,in più non vuole smetterla con le allusioni sessuali verso Sophia. Penso di volergli spaccare la faccia." Lo guardai quando dopo aver preso il posacenere si sedette al mio fianco. Il suo sguardo era cupo. Mi spaventava vederlo in quello stato,sapevo che da lì a qualche attimo mi avrebbe aiutato a modo suo.

-"Spaccargli la faccia?" Rise di gusto aspirando dalla sua sigaretta.
-"Perché vuoi solo picchiarlo quando potresti ucciderlo."mi rivolse un sorriso spento,come se avesse appena detto una cosa normalissima. Avevo 16 anni e uccidere una persona non era tra le cose da fare prima di morire,ma odiavo mio padre,lo odiavo con tutto il mio cuore,quindi ricambiai quel sorriso,perché l'avrei fatto. Mi sarei lasciato andare completamente alla violenza.
-"Pensaci Ian. Non dovrai mai più vederlo davanti agli occhi. Non farà mai più del male a tua madre e  a tua sorella,non ti darà più fastidio. Poi non preoccuparti per la polizia,se ti sbarazzi perfettamente del cadavere nessuno ti darà fastidio. Io e i ragazzi ti aiuteremo." Aggiunse infine convincendomi del tutto su cosa fare,non avevo più paura. L'avrei ascoltato come il migliore tra i burattini,senza rimpianti,senza nemmeno ripensarci perché ero succube del suo potere,ero succube di lui.

~

Quel giorno rientrai silenziosamente in casa,come sempre del resto. Finalmente un altra settimana era giunta al termine. Finalmente le vacanze natalizie erano cominciate e per un po' avrei messo da parte libri e cazzate varie. Sapevo che quel giorno mio padre era in casa dunque ogni volta che lo sapevo I miei rientri furtivi erano la soluzione migliore. Erano sempre più frequenti,in casa non si respirava affatto un buon clima,non l'avevo mai percepito e probabilmente non l'avrei mai fatto. Ma a me andava bene così e anche a lui. Mamma se ne era andata,l'aveva lasciato ed era scappata con un altro uomo. Ci aveva lasciati nelle sue mani e da qualche settimana papà beveva,beveva da far schifo anche a se stesso. Lanciai lo zaino sul divano,in un angolo remoto dimenticandomi di tutto lo stress accumulato. Avevo ricevuto l'ennesimo brutto voto e in più avevo litigato con Roxy. Scopavamo ma lei voleva già troppe attenzioni che non le appartenevano. Non ci davo molto peso,tanto sarebbe stata lei a tornare da me piangendo in ginocchio.

Entrai in cucina leggermente affamato,avevo saltato la colazione e qualsiasi tipo di spuntino,tutto solamente per scappare via. Fortunatamente gli orari di Sophia erano diversi dai miei,fortunatamente tornavo prima di lei così che avrei potuto proteggerla sempre. Allungai la mano al frigorifero e un attimo dopo lo aprii. Non mi stupii il fatto di trovarlo vuoto,alla fine se non uscivo a fare io la spesa,non ci andava nessuno. Lo richiusi velocemente e stanco trascinai il mio corpo nuovamente in salone. Ma si sa,le cose che non vorresti mai vedere ti si presentano davanti agli occhi su un piatto d'argento.

-"Aiuto! Basta!" Le urla agghiaccianti di mia sorella mi fecero bloccare,guardai subito le scale e senza pensarci due volte a grandi falcate volai su di esse. Velocemente cercai di captare dove le urla provenivano e dopo aver controllato nelle varie stanze trovai quella di Sophia chiusa a chiave.

-"Apri cazzo! Brutto pezzo di merda!" Cominciai a sfogare interamente la mia rabbia contro quel pezzo di legno insignificante per me,non mi fermai nemmeno quando a causa degli infiniti pugni il colore cambió. Da Bianco a rosso,quello del mio sangue colato giù dalle mie nocche. Spaccai la porta,la buttai giù con tutte le mie forze. Avrei tirato fuori mia sorella,l'avrei salvata a costo della mia stessa vita. Andiamo forte di quando spalmato sul corpo di mia sorella c'era l'unica persona che di me non si meritava nulla. Il mio sangue,la mia unica famiglia che però,per me poteva anche scomparire senza problemi. Non mi sarebbe mancato,gli avrei spento la vita davanti agli occhi,l'avrei ucciso con le mie mani,avrei tolto l esistenza a quell uomo che con tanta di quella indifferenza mi aveva afflitto solamente dolore.

-"Ian sei tornato." Si spostò immediatamente dal suo corpo lasciandola finalmente libera. Fortunatamente notai solamente i pantaloni sbottonati,ma non potevo sapere se il tutto fosse già terminato.
-"Ti posso spiegare." Barcolló all indietro appoggiandosi al muro. Darmi spiegazioni? Non le volevo. Volevo la sua testa appesa al muro della mia stanza. Sophia velocemente si coprii il seno nudo per poi rimettere le mutandine,ed è li che i miei occhi si dipinsero di nero. Lo caricai come un toro infernale. Non contai i colpi,so solo che furono talmente tanti che il sangue ricopri grand parte del pavimento in legno.

-"Ian basta ti prego..!" Sophia piangeva alle mie spalle,nonostante tutto ciò che le faceva passare,che ci faceva vivere,lo voleva vedere vivo. Non l'avrei ascoltata. Avrei avuto la mia vittoria a suon di pugni ben assestati.
-"Ian lo uccidi!" Le sue urla non mi distraevano,tanto il sangue che sgorgava che i tatuaggi sulle mie braccia erano scomparsi proprio come la sua faccia. L'avevo sfigurato,gli avevo sfondato la faccia,il cranio. L'avevo guardato negli occhi fino alla fine.

-"Bro oh!" Un attimo dopo tornai alla realtà,mi sentii sollevare da due braccia possenti,braccia familiari. La mia unica casa,il mio unico rifugio. La mia ancora di salvezza. L'unico che da anni aveva cercato di salvarmi. Nel ultimo periodo l'avevo allontanato con l'unico scopo di non vederlo mai più. Gli avevo urlato contro nel modo più forte e violento che conoscevo. Volevo solamente mandarlo via dalla mia quotidianità,non lo odiavo. Non avrei mai potuto odiarlo. Nonostante il mio brutto carattere Troy era rimasto,e quel giorno era tornato per chiarire le cose con me senza che io glielo avevo chiesto. Era mio fratello,e fortunatamente L avevo capito in tempo. Si sedette sul pavimento tirandomi al suo petto,appoggiò una mano contro il mio viso cullandomi piano. Mi resi conto di tutto,tornó tutto sulla mia pelle come la peggiore tra le docce gelide.

Quel giorno avevo ucciso mio padre.

-"Verranno a prendermi,la polizia sta arrivando.." andai subito in panico e per paura mi abbandonai totalmente alle lacrime,scoppiai a piangere per tutto. Scoppia a piangere per le cose che stavo trattenendo,per il brutto periodo,per la mia vita del cazzo,per la cazzata appena commessa. Piansi tra le sue braccia.

-"Calmati Ian,ci sono io. Non ti succederà nulla,mai okay? Fin quando ci sono io,non ti succederà mai nulla." Continuó a cullarmi dolcemente,facendomi calmare lentamente.

-"Aiutami.." mormorai.

-"Ti aiuto." Mi strinse.

mi ero sempre rifugiato in un mondo fatto di bugie. Mi piaceva starci e l importante era non tornare nella realtà. Ma se la realtà era Troy Williams,mio fratello,volevo solo svegliarmi da quel maledetto incubo.

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