Rainy Days|Newtmas

By -nutellinglies

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Newtmas AU|La storia puΓ² essere letta anche senza conoscere l'opera originale! "La luce fioca e intermittente... More

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v e n t i q u a t t r o
v e n t i c i n q u e
v e n t i s e i
v e n t i s e t t e
v e n t o t t o
ringraziamenti

d i c i o t t o

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By -nutellinglies

Non sono come lui

-Davvero, come mai se qui?-
Newt continuava a guardarsi intorno, seduto sul divano, mentre Thomas alle sue spalle sfornava i biscotti ancora in forno.
-Te l'ho detto, avevo voglia di passare del tempo con te.-
-Chissá perché ma non ti credo-fece Thomas, ridendo, buttandosi a peso morto sul divano.
-Non ti fidi?-fu la domanda del biondino, improvvisamente nervoso all'idea di parlargli di Gally e indirettamente anche di se stesso. Per la prima volta avrebbe dovuto mostrare il vero se stesso a qualcun altro, e non l'aveva mai fatto, non aveva idea di come si facesse a vivere nella verità, senza illudersi che i problemi fossero originati da altri e non da se stessi. Non sapeva come si facesse a vivere senza raccontarsi favolette giusto per non ammettere che se la sua vita stava andando a puttane non era nè colpa di Thomas né di nessun altro. Non sapeva come si facesse a ed essere genuini, senza essere macchiati dal rancore o dalla paura.

-Certo che mi fido, semplicemente non mi sembri il tipo.-
Thomas lo guardava sospettoso, con un lieve sorriso dipinto sulle labbra.
-Okay magari non lo sono...ma dovrò pur farmi perdonare, no?-
-Farti perdonare? Di cosa?- Thomas era diventato improvvisamente serio.

-Di essere stato uno stronzo.-

Il moro non capiva, cosa gli stava succedendo improvvisamente? Non aveva mai visto Newt così dispiaciuto, i sensi di colpa e il rimorso che gli si leggevano nello sguardo che non riusciva nemmeno a fissar in quello di Thomas.
Newt era visibilmente stanco. Stanco di urlare, di incazzarsi, di piangere. Probabilmente non aveva nemmeno più lacrime. Era stanco di provare rancore. Stanco di avere paura della verità. Stanco, stanco di tutto. Thomas desiderava disperatamente aiutarlo, ma non sapeva come.

-Io...ti ho addossato la colpa di tutto. Come se vederti andare via dall'orfanotrofio fosse stata l'origine di tutti i miei problemi. Se veramente fossi stato tuo amico, sarei dovuto essere felice per te, felice che tu avessi trovato una famiglia che potesse volerti bene. E invece no, quasi mi auguravo che ti riportassero indietro, e che tu rimanessi lì in quel posto di merda, a patto...a patto che rimanessi con me.-
La voce gli tremava, non voleva piangere, sapeva che altrimenti non sarebbe più riuscito a fermarsi.

-Newt...- Thomas scosse la testa, prendendogli le mani, nel tentativo di fermarlo, ma Newt non poteva più fermarsi. Avrebbe detto tutto.

-Una persona normale lo avrebbe superato, Tommy. Non avrebbe serbato rancore per tutta la propria adolescenza verso una persona che aveva semplicemente trovato la propria felicità. -

-Newt, adesso sono felice, perché sei di nuovo qui, con me. Lo sono completamente. Eri il tassello mancante nella mia vita.-Thomas gli sorrise dolcemente per rassicurarlo, e gli asciugò le lacrime con i pollici. Newt aveva iniziato a singhiozzare silenziosamente senza nemmeno accorgersene.

-Io...ti ho accusato di avermi rovinato la vita. Ti ho accusato di avermi distrutto, ti ho fatto credere di avermi spezzato in due con la tua assenza. Io...sono stato egoista.-

Thomas era senza parole, lo guardava stupito senza sapere cosa dire.

-Avrei dovuto essere grato per aver avuto una seconda possibilità per riaverti nella mia vita. E invece non ho fatto altro che rovesciare tutta la mia rabbia e tutta la mia frustrazione su di te. Io...non ti merito.-

-Newt, ma che dici...-

-È vero. Il modo in cui mi sono comportato con te dimostra quanto io sia marcio dentro.-

-Newt...-Thomas gli prese nuovamente le mani, lasciandoci un bacio dolce e rassicurante.

-No, Thomas io...-

-No, adesso tocca a me parlare.-

-Newt, io non ti sono stato vicino quando avrei dovuto. Avrei potuto chiamarti, venirti a trovare ma...-

-Tommy non te ne faccio una colpa, io...lo capisco. Lo capisco se non volevi tornare in quel posto di merda.-

-Avrei dovuto, invece. Per te. Newt, non avevo capito quanto tu fossi importante.-

Il biondino lo guardava fisso negli occhi, lo sguardo umido di lacrime e pieno fino all'orlo di disperazione.

-Io sono innamorato di te da quando mi hai chiamato Tommy per la prima volta. La prima volta che qualcuno mi desse affetto da quando i miei genitori erano morti. È stato come se...il mio cuore si fosse risvegliato tutto ad un tratto dal suo torpore, come se...come se avessi nuovamente iniziato a vivere. Newt, mi hai salvato la vita diventando mio amico.-

Newt era senza parole di fronte alla forza strabiliante dei sentimenti che il moro provava verso di lui. E i suoi? I suoi erano abbastanza forti per essere minimamente alla sua altezza?

***

Newt stava con la testa sul petto di Thomas, che gli passava distrattamente la mano sui capelli, un libro nell'altra mano. Newt gli chiese di leggere ad alta voce, e il moro, un po' sorpreso, acconsentì. Si schiarì la gola e iniziò a leggere ad alta voce, e Newt si perse tra quelle parole che sembrava che Thomas gli stesse sussurrando all'orecchio. Non riusciva ad afferrarne il senso, la sua mente vagava, inebriata da quella voce cristallina che suonava le sue corde solo ed esclusivamente per lui.

-So che ti ha fatto Gally.-gli sfuggì dalle labbra, senza che lui lo volesse. La voce di Thomas si fermò prima della fine della frase, e il libro gli cadde dalle mani, precipitando sul pavimento con un tonfo che sembrò rimbombare ovunque.

-Te l'ha detto lui?-il suo tono di voce era cambiato.

-Sì. Ci ha visti assieme stamattina e voleva che lo ringraziassi.-

-Ringraziarlo?-Thomas proruppe in una risatina amara, che non aveva nulla di allegro.

-È sempre stato un enorme megalomane ed un tremendo opportunista.-aggiunse, inspirando profondamente.

-No, Tommy...lui...mi ha aperto gli occhi su di te. Su di me. Su noi. Non so nemmeno io come, ma lo ha fatto.-

Il silenzio che seguì quelle parole inquietò terribilmente il biondino. Non avrebbe dovuto tirar fuori quell'argomento.

-Quindi è convinto che adesso siamo pari?-fece Thomas alla fine, mentre Newt tirava un sospiro di sollievo. Però era distante, Newt lo sentiva.

-Suppongo di sì.-

-A volte mi capita di pensare a cosa sarebbe successo se l'avessi lasciato lì. Cosa sarebbe cambiato? Mi sarei forse sentito meglio dopo essermi vendicato?-

-Cosa ti ha spinto ad aiutarlo?-

-Mi sono ricordato che non ero, non sono, e non sarò mai come lui. Non volevo abbassarmi al suo livello.-

-Ma lui...ti aveva reso la vita un inferno.-

-Lo ha fatto. Per colpa sua sono arrivato a desiderare di non essere nato, di essere diverso, di non essere quello che sono. Per colpa sua stavo quasi per rovinare il rapporto con la mia famiglia.-

-Che intendi?-Newt non capiva.

-Ero scontroso, nervoso, odiavo il mondo, e rovesciavo tutta la mia frustrazione sugli altri, sui miei familiari soprattutto. Solo perché ero arrabbiato con me stesso, perché non riuscivo adalzarmi in piedi e affrontarlo faccia a faccia. Solo perché preferivo cambiare strada appena lo vedevo arrivare pur di non avere guai. Solo perché ero un codardo.-

Newt sentì una voragine aprirsi nel petto. Era quello che era successo a lui. Solo che la causa dei problemi di Thomas era una persona concreta.

-Ma quando quel giorno lo vidi sputare sangue sull'asfalto, qualcosa dentro di me sembrò cambiare. Il desiderio di vendetta, di rivalsa era sparito, improvvisamente avevo capito quale sarebbe stata l'unica arma efficace contro Gally: fargli capire che ero migliore di lui.-

-E così lo hai aiutato.-

-Esatto. L'ho aiutato. Ed ero convinto che in quel modo non l'avrei più avuto fra i piedi. Ma da quando si è messo in testa questa cosa dell'essere in debito con me...sembra impossibile evitarlo. E ogni volta che lo vedo, mi sembra di rivivere di nuovo quegli istanti in cui mi aveva fatto sentire come se la mia vita non valesse.-

-E se penso che l'ha fatto solo perchè provava qualcosa per Teresa io...-Thomas strinse il pugno sul copriletto, mentre Newt improvvisamente capiva tutto. Gally si era innamorato di una persona molto vicina a Thomas, Teresa, che però era innamorata di quest'ultimo senza essere a conoscenza della sua sessualità. Fece di tutto per non mostrarsi sorpreso: non conosceva bene Teresa, ma non avrebbe mai pensato a lei.

-Quando lo hai detto agli altri?-

-Ho fatto coming out subito dopo aver lasciato l'ospedale dove Gally era stato portato. Sono tornato a casa, ho riunito i miei genitori e Diana e gliel'ho detto. Ero stanco di fingere. Ero stanco di non essere me stesso. E paradossalmente, era stato proprio vedere Gally grondante di sangue a farmelo capire.-

-Sai, a volte provo pena per lui. A volte mi dispiace proprio. Perché lui non è se stesso, ha paura della persona che è, ha paura dei propri sentimenti, teme che le altre persone lo rifiuterebbero se vedessero il suo vero io. E anche io ero così. E non volevo essere come lui.-concluse.

Newt non disse niente, e non pensò nemmeno per un secondo che il suo silenzio potesse essere frainteso dall'altro. Si accoccolò ancora di più a lui, strofinando leggermente la testa sul suo petto. Poi, come un bambino che voleva la favola della buonanotte, chiese sottovoce:
-Tommy, continui a leggere?-

Il moro acconsentì alla sua richiesta senza esitare, forse sollevato di aver chiuso l'argomento. Raccolse il libro dal pavimento, ritrovò la pagina e riprese da dove si era interrotto.

Newt spostò leggermente per poterlo osservare senza che lui se ne accorgesse. Le labbra sottili e rosse si muovevano impercettibilmente, dando vita a quelle parole che su quei fogli erano solo inchiostro, ma che lette dalla sua voce sembravano musica. I suoi occhi ambra scorrevano velocemente da una parte all'altra, le sue ciglia lunghe ogni tanto fremevano leggermente. I capelli scuri gli ricadevano in maniera scomposta sulla fronte, e lui ogni tanto cercava di sistemarli in un gesto istintivo, per poi ritrovarli di nuovo nello stesso punto.

Newt sorrise, estasiato dalla bellezza di quel viso, incredulo che una creatura così bella potesse avere dei sentimenti per uno come lui. Era a dir poco surreale, a dire il vero.

Thomas si meritava la felicità, non l'ennesima persona tossica che lo avrebbe prosciugato e consumato dall'interno. Newt sapeva che gli avrebbe fatto del male, prima o poi. E non lo sopportava, non sopportava di essere così tremendamente certo del fatto che un giorno sarebbe stato la causa delle lacrime che avrebbero rigato quelle guance rosee.


N/A:
MA SALVE GENTAGLIA
Mi scuso per il ritardo, ma penso sappiate tutti che incubo sia maggio, e sono stata così impegnata con la scuola che nei momenti liberi non avevo proprio la forza mentale per scrivere :")
In ogni caso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto perché probabilmente è uno di quelli più importanti per la crescita di Newt, anche se commetterà ancora tanti errori prima di trovare la propria tranquillità e la propria felicità.
Vi prometto che il prossimo capitolo arriverà più in fretta!
Alla prossima,
Ros x

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