OVUNQUE // Federico Bernardes...

By happinex22

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Dalla storia: "Ancora confuso, Federico entrò nella sua casa torinese. Si gettò di peso sul divano ed evitò d... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Epilogo
Extra 1
Kilig
Extra 2

Capitolo 33

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By happinex22

2017

<<Mi sa che ti stanno chiamando.>>

Marcello, il suo collega di turno nel laboratorio quel pomeriggio, le spinse l'iPhone sul bancone, in un vano tentativo di passarglielo senza commettere danni. Rebecca si tolse il guanto in lattice scocciata e, dopo aver letto "Effe ❤️", così lo aveva salvato dopo il loro primo bacio e così era rimasto a distanza di anni e nonostante i cambiamenti, spinse con enfasi il tasto rosso di rifiuto della chiamata, borbottando una qualche imprecazione verso il toscano. Paulo più tardi l'avrebbe sentita. Certo, perché era davvero furibonda. Come aveva potuto dargli il suo nuovo numero di telefono? Lei aveva fatto di tutto per sparire di nuovo ed ora erano di nuovo punto e accapo.

<<Penso che quell'Effe ti abbia chiamato un bel po' di volte oggi>> fece Marcello, il solito impiccione che adorava spettegolare su tutte le sue colleghe del laboratorio.

<<Lo so, lo so, ma non ho voglia di sentire nessuno oggi>> rispose.

"Uh ma anche ieri hai detto la stessa cosa", la sua saggia coscienza era tornata, fantastico.

Marcello rimase zitto alcuni secondi, osservando i movimento di Rebecca mentre trasferiva lo scarico da gettare appena analizzato. <<Forse dovresti rispondergli.>>

Rebecca si diresse nel bagno più nervosa di prima. Come se adesso avesse bisogno dei consigli di un qualunque Marcello per mandare avanti la sua vita. Che poi, cosa ne poteva sapere lui di lei, della sua storia, della sua relazione con Federico?
Chiuse la porta dietro di se e ci si appoggiò, lasciandosi scivolare fino a sedersi per terra nell'esatto momento in cui il suo cellulare squillò per la ventesima volta, segnalando l'arrivo di un messaggio. Sfilò l'iPhone dalla tasca del camice, ritrovandosi a sperare ancora una volta che non fosse lui.

"Potresti richiamarmi? Ho bisogno di parlarti."

Bloccò il telefono facendo scomparire la notifica, alzò il viso verso il soffitto bianco e chiuse gli occhi respirando affannosamente. "Non ora" si disse mentalmente, provando a ricacciare indietro un temibile attacco di panico. Erano tre giorni che la cercava assiduamente, tre giorni che le scriveva in continuazione, che la chiamava, che le lasciava messaggi in segreteria, mancava solo che venisse a trovarla lì, al J Medical. Veronica era stata così indiscreta, che aveva scaricato tutto il casino su Rebecca, ignorando ogni spiegazione che ora era costretta a dare a Federico, non solo cercando una qualunque giustificazione alla loro conversazione, ma continuando a mantenere il segreto per cui aveva lasciato Firenze.

Lo schermo del cellulare si illuminò di nuovo, mostrando ancora il soprannome del calciatore. Più scocciata di prima, questa volta spinse il tasto verde, accettando la chiamata.

<<Tu non ti arrendi mai?>> domandò esasperata più a se stessa che a lui.

<<Non ti ho lasciata andare per tutti questi anni, dovrei arrendermi ora?>>

Federico sorrise sentendo la sua voce, si sedette sul divano nero del suo salotto, stando attento a non dar fastidio a Wendy, spaparanzata sull'altra metà.

<<Ma non eri quello che non provava nulla per me?>>

Quella domanda arrivò come un rumore sordo alle orecchie di Federico, il quale pensava fosse rivolta più al suo cuore che alla sua testa. <<Perché, ci hai creduto davvero?>>

Lo sanno tutti che è maleducato rispondere ad una domanda con un'altra domanda, ma sembrava più un gioco tra i due, un dirsi implicitamente cose che forse nella vita quotidiana non si sarebbero mai detti.
Oppure sì.

<<Non avrei dovuto? Eri piuttosto serio quella sera>> si rigirò un bottone del camice bianco tra le dita.

<<Rebe, preferirei dirti di persona cosa provo...>>

Si stava dichiarando? Becca assottigliò gli occhi, guardando un punto indefinito davanti a sé e domandandosi cosa dovesse dirgli ora, tutt'un tratto.

<<Penso di averlo capito dalla dichiarazione di Veronica l'altra mattina>> disse glaciale <<mi basta quello, davvero.>>

Federico sapeva che Rebecca si stesse riferendo alla frase detta dalla romana alcuni giorni fa. "Grazie per la bellissima notte insieme", al solo ricordo Federico rabbrividì. <<E' stato involontario, credimi, è successo tutto così velocemente.>>

<<Oh, quindi mi stai dicendo che ti ha legato, steso sul letto, ti ha abbassato i pantaloni e poi si è seduta sul tuo...>>

<<Pensavo fossi tu!>> la fermò il toscano facendo spaventare il bulldog davanti ai suoi piedi. Innervosito per la piega che stava prendendo la conversazione, si passò una mano fra i capelli tirandoli leggermente indietro.

<<Questo è un vero e proprio insulto, Bernardeschi>> rise sarcastica mentre si alzava dal pavimento <<Eri ubriaco?>>

<<Sì, cazzo! Mi ha svuotato un'intera bottiglia di vino.>>

<<Ma poverino>> rise ancora consapevole di quanto fosse stato ingenuo <<Comunque sapevi a cosa andavi incontro quando hai accettato di bere con lei, no? Certe cazzate non me le bevo, Federico.>>

Il calciatore sbatté un pugno contro il muro dietro al divano <<Perché ti importa tanto?>>

Quelle parole uscirono senza che lui potesse trattenerle, facendo incazzare la pugliese più di quanto già fosse. <<Certo che sei proprio stronzo!>> sbottò <<Sai cosa? La verità è che ciò che è successo in quel fottuto bagno è importante solo per me!>>

<<Non puoi dire certe minchiate, Rebecca! Non puoi nemmeno immaginare cosa sogno la notte a causa tua>> sputò fuori mandando al diavolo i suoi buoni propositi di rimanere calmo per avere una conversazione serena.

A Rebecca si illuminarono gli occhi quando sentì quelle parole, mentre dentro di lei cresceva quella sensazione che sapeva appartenergli solo nel contesto "Federico". <<Allora non fare certe domande del cazzo! Come se non sapessi poi che con Veronica ci sei stato altre volte, ma dimmi una cosa, hai sempre immaginato di scopare me o le altre volte eri consapevole che fosse lei?>>

In realtà Rebecca non sapeva come mai fosse così aggressiva nei suoi confronti, in fondo non l'aveva mica tradita, ci era stato quando l'aveva lasciato, cosa pretendeva esattamente?

<<So di aver fatto degli errori, ma non penso di essere l'unico>> sbuffò.

<<Vuoi sentirtelo dire? So anche io di aver fatto i miei errori, però non sono mai finita nel letto del primo che capitava, dovresti conoscermi, no?>> uscì dal bagno percorrendo il corridoio che la separava dal laboratorio di chimica analitica in cui lavorava.

<<E chi me lo assicura?>>

Si pentì all'istante di aver pronunciato quella domanda. Chiuse gli occhi pronto a sentire le urla della ragazza, ma sentì solo un leggero singhiozzo trattenuto.

<<Penso di aver sentito abbastanza, finiamola qui.>>

<<No, aspetta, ti prego...>> urlò trattenendo il respiro <<Rebecca? Scusami, davvero, ho esagerato, mi dispiace. Sai come sono...>> provò a spiegare sperando non avesse chiuso la chiamata <<Non ti ho mentito quando ti ho detto di aver pensato a te. Il problema è che da quando sei andata via non sono mai riuscito a dimenticarti, seppur ci abbia provato giorni interi. Avevo le tue immagini in testa, quando chiudevo gli occhi la sera e quando li riaprivo il mattino, non sei mai andata via da lì e, anche se ho cercato di nasconderlo, anche dal mio cuore. E quella volta nel bagno...>>

La sentì piangere silenziosamente mentre ascoltava attentamente le sue parole, e approfittò del momento per continuare. <<Ho ceduto un po' di volte, lo so, ma non ti ho mai dimenticata, nemmeno per un secondo. So per certo che non sei come me, che non ti sei mai concessa ai tuoi istinti carnali, non volevo dubitare di te, Rebe>> Wendy lo guardò e a Federico sembrò di vedere un leggero sorrisetto soddisfatto sul suo grande muso. <<Perdonami per averti fatto sentire insignificante, la verità è che ho una voglia immensa di far tornare tutto come prima, perché mi manchi da morire.>>

Quei minuti di silenzio sembrarono secoli, tanto da far pensare al toscano di star parlando da solo, non riuscendo a immaginare la pugliese sorridere dopo aver sentito quelle parole.
<<Perché tutte queste chiamate?>> Rebecca tornò all'inizio della loro conversazione come se nulla fosse, tenendo per sé le sensazioni che provava in quel momento.

Federico sorrise <<Ho voglia di parlarti, voglio dirti queste cose in faccia. Domani hai da fare? Ti va di vederci?>>

Voleva provarle tutte, non voleva pentirsi di nulla, si sarebbe buttato a qualunque costo, soprattutto se la persona in discussione fosse proprio la sua Rebecca. Inoltre, aveva bisogno di capire se quelle cose che aveva sentito tra lei e Veronica fossero vere, che lei l'avesse realmente lasciato per colpa della romana.

<<Pranziamo insieme, se ti va. Mi passi a prendere dal J Medical dopo gli
allenamenti?>>

<<Sì>> chiuse gli occhi felice <<Quindi, a domani?>>

<<A domani>> fece lei fermandosi davanti alla porta del laboratorio. <<Ah, Fede?>>

Federico, ancora in ascolto, si bloccò sul divano. Sentiva il cuore martellargli in petto <<Sì?>> domandò.

<<Mi manchi anche tu.>>

.....................
Hello!
Quanto sono teneri questi due anche quando si sputano la verità in faccia?!🥰
Spero con tutto il cuore che possa piacervi il capitolo e che la mia storia sia entrata un pochino nei vostri cuori. Vi ringrazio comunque per il supporto che mi continuate a dare, cercandomi per chiedere consigli e scrivendomi per farmi sapere la vostra. Grazie, davvero.❤️

Fatemi sapere anche questa volta cosa ne pensate, lasciatemi una stellina e un commentino piccino piccino, se vi va, sapete quanto mi piace leggervi 🙈
A presto!

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"Lei mi ha incuriosito, Miss Keller." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti sono riservati a lei.