Rainy Days|Newtmas

By -nutellinglies

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Newtmas AU|La storia può essere letta anche senza conoscere l'opera originale! "La luce fioca e intermittente... More

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v e n t i q u a t t r o
v e n t i c i n q u e
v e n t i s e i
v e n t i s e t t e
v e n t o t t o
ringraziamenti

d i c i a s s e t t e

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By -nutellinglies

-Ti ha accompagnato lui stamattina, eh?-
Newt per poco non fece cadere la chiave inglese che stava facendo roteare tra le dita della mano destra, piegato ad osservare il motore di un auto. Si voltò, e trovò Gally alle sue spalle, le braccia incrociate al petto e il viso sporco di grasso.

-Eh?-fece Newt, cadendo dalle nuvole.
-Oh, andiamo-Gally si spostò lo strofinaccio lercio sull'altra spalla con fare di sufficienza-Ti ho visto scendere dalla sua macchina, oggi. Quel catorcio funziona ancora, evidentemente.-
Il biondino boccheggiò, non sapendo cosa rispondere: il comportamento di Gally lo destabilizzava, non riusciva a capire quale conto in sospeso potessero avere lui e Thomas da costringerlo a fare da confessionale all'ultimo arrivato nell'officina.

-Sì, e allora?-disse alla fine, tentando di mascherare il suo nervosismo.
-E allora adesso è tutto sistemato fra voi due?-
"Sistemato" pensò Newt, "Più o meno."
Gally sorrise impercettibilmente: Newt non l'aveva mai visto sorridere, perciò non avrebbe saputo dire se il suo fosse un sorriso sincero o se fosse beffardo come il suo istinto gli suggeriva.

-Bene-Gally si sfregò le mani senza aspettare ulteriormente una risposta-Fagli sapere che è stato merito mio.-
-Merito tuo?-
Il ragazzo, che si era voltato per andare via, tornò a guardare Newt con un sopracciglio alzato.
-Esatto.-
-E secondo quale logica sarebbe stato merito tuo?-
Gally ridacchiò, scuotendo la testa.
-Se non ti avessi fatto rendere conto della tua gelosia per le precedenti conquiste di Thomas tu saresti ancora qui a struggerti per la tua tragica storia d'amore nello stanzino.-

Newt ricordò quella volta che Gally lo aveva trovato sul pavimento dello stanzino, nella frustrazione più totale, e lo aveva convinto a "sopportare" Thomas per tenersi il lavoro. Sembravano essere passati anni.

-Io non...-balbettò, facendo ridacchiare per l'ennesima volta Gally, che fece per andarsene una seconda volta.
Era quasi arrivato dalla parte opposta dell'officina, vicino all'ufficio di Jorge, quando Newt urlò qualcosa che lo fece tornare indietro.
-Ma che diavolo è successo di così grave tra voi due? Che diavolo avrai fatto di tanto brutto?-
-Eri segretamente innamorato di lui e hai fatto qualcosa che non dovevi?-continuò ironico Newt, pentendosi immediatamente, certo di aver esagerato.

Gally era ormai ad un palmo dal suo viso. Gli poggiò un dito sul petto, picchiettando ad ogni parola che usciva dalla sua bocca, facendolo indietreggiare.
-Pive, tu non mi conosci. Non osare parlare di cose che non sai.-
Newt rimase a bocca aperta: il fuoco ardeva nelle iridi del ragazzo di fronte a lui, un fuoco che lo terrorizzava. Sentiva improvvisamente la gola secca, ma si sforzò di trovare il fiato per controbattere.

-Mi sembra legittimo sapere quale sia il vostro conto in sospeso. Tu sai già troppo di me, senza che io sappia nulla di te.-
Gally si allontanò leggermente.
-E non ringrazio le persone delle quali so a malapena il nome.-concluse Newt.
Il ragazzo di fronte a lui alzò gli occhi al cielo, sbuffando. Per la prima volta, il suo viso si contrasse in una smorfia di indecisione e Newt riuscì finalmente a capire cosa frullasse in quella testa ricoperta da una zazzera di capelli neri.
Alla fine Gally grugnì, strizzando gli occhi, per poi inspirare profondamente.
Si appoggiò ad un'auto vicina, pulendosi le mani nel suo strofinaccio, in un gesto più di nervosismo che per pulirsi realmente le mani incrostate di grasso.

-Diciamo che mi piaceva una ragazza. Una ragazza molto vicina a Thomas, che però provava dei sentimenti per lui. Io sapevo benissimo che a Thomas piacesse il cazzo-Newt storse il naso a quell'espressione-e mi dava sui nervi che lei non si accorgesse di me perché troppo impegnata a rincorrere il nulla.-
Gally teneva lo sguardo basso, continuando a tormentare con le mani il suo strofinaccio.
-Così...Così ho iniziato a prendere di mira Thomas. Qualcuno una volta mi ha detto che lo facevo solo per scaricare le mie frustrazioni su qualcuno.-si strinse nelle spalle, come se dubitasse fortemente di quell'affermazione.
-Non gli abbiamo reso la vita facile, io e i miei amici. Non riuscivo a sopportarlo, la sua semplice vista mi dava alla testa e non ci vedevo più dalla rabbia.
-Poi un giorno-il suo tono di voce si fece più flebile e a malapena udibile, come se sentisse ancora il peso della vergogna gravargli sul petto-dei tizi a cui dovevo dei soldi mi hanno aspettato fuori da scuola. E come puoi immaginare, mi hanno accerchiato e hanno iniziato a picchiarmi.-
Si sfregò il naso con forza, strizzando gli occhi più volte.
-Thomas si trovava lì in quel momento, non so se per mia fortuna o per mia sfortuna. Ha chiamato aiuto, e io sono salvo per miracolo. Quelli avrebbero potuto anche uccidermi.-

Newt non credeva alle sue orecchie. Non gli sembrava neanche vero. Non sapeva nemmeno se lui, al posto di Thomas, avrebbe chiamato aiuto. Non sapeva se l'avrebbe fatto, se avrebbe aiutato qualcuno che gli aveva sempre dato il tormento. Non era difficile, d'altronde, immaginarsi Gally come il bulletto della situazione.

D'improvviso si chiese chi potesse essere quella ragazza molto vicina a Thomas, e lui in effetti conosceva solo tre degli amici di Thomas, due dei quali erano ragazze. Escluse Teresa a priori, dubitava che fosse il suo tipo, mentre Brenda sembrava proprio il soggetto più plausibile. Eppure, dal rapporto che gli era sembrato che lei e Thomas avessero, dubitava che una come lei avesse mai provato dei sentimenti nei confronti del moro. Rinunciò a scoprire l'identità della ragazza misteriosa, tornando a concentrarsi sul suo interlocutore, che aveva lo sguardo fisso sul pavimento.

Newt non riusciva a capire se quella di Gally fosse vergogna, per essere stato salvato dalla persona che aveva tormentato fino allo sfinimento, o vergogna per essere stato salvato da qualcuno e per non essere riuscito a cavarsela da solo, come tutti i duri come lui dovrebbero essere in grado di fare. Il biondino lo scrutò attentamente.

-E Thomas è a conoscenza del tuo intento di sdebitarti con lui?-

Gally annuì, tenendo lo sguardo basso. -La prima e unica volta che gliene ho parlato ha detto di non volere avere a che fare con me. Mi ha detto di avermi aiutato pur di non abbassarsi al mio livello, perchè a suo dire, se i ruoli fossero stati invertiti, io l'avrei lasciato lì.-

Si tormentava le mani nello strofinaccio lercio, tremando leggermente, e questo fece intuire a Newt che c'era tanta rabbia repressa che si annidava nell'anima di quel ragazzo. E che forse, Thomas non aveva esagerato, e che forse Gally ne sarebbe stato capace, mosso dall'enorme risentimento che provava nei confronti del moro. Newt provò un improvviso senso di disgusto prima verso il ragazzo che aveva di fronte, e poi nei confronti di se stesso, perchè a pensarci bene, qualche mese fa, era lui quello che avrebbe probabilmente lasciato Thomas in mezzo alla strada. E per la prima volta da quando era uscito dall'orfanotrofio e aveva iniziato a conoscere la vita vera, si rese conto di quanto il suo rancore verso Thomas fosse immotivato. Era solo l'ennesimo capro espiatorio, l'ennesima giustificazione, nel vano tentativo di confortarsi e di convincere se stesso che la colpa non fosse sua se la sua vita stava andando di merda. E capì, per l'ennesima volta, di aver sempre sbagliato tutto nella sua vita. Prima giudicando sua madre senza conoscere la sua storia, poi addossando sulle spalle di Thomas tutte le colpe della sua solitudine. E poi? Cosa sarebbe venuto dopo, quando l'ennesima difficoltà, l'ennesimo problema si sarebbe presentato e lui non avrebbe trovato il coraggio di assumersene le responsabilità? Su chi altri avrebbe scaricato la colpa?

-Grazie.-disse alla fine, perchè in fondo, lui e Gally si somigliavano. Gally però era riuscito a sdebitarsi in qualche modo, magari non sarebbe mai cambiato, ma si era impegnato,anche se il suo gesto probabilmente non sarebbe mai stato apprezzato. Ed era merito di Gally se aveva capito tante cose. Ed era merito di Gally se adesso, dopo aver terminato il suo turno in officina, era seduto su un autobus, diretto verso casa di Thomas.

***

-Arrivo!-

Una voce femminile, risuonò da dietro il portone, e Newt fu improvvisamente terrorizzato dal pensiero che potesse essere sua madre ad aprirgli. Non aveva stupidamente considerato il fatto che Thomas non fosse l'unico a vivere in quella casa. Si guardò intorno, cercando una via di fuga o un posto dove nascondersi. Magari se fosse andato via avrebbero pensato che fosse il solito ragazzino idiota che suona ai campanelli prima di scappare via. Ma non ebbe il tempo di pensare ad un piano per la fuga, che il portone si aprì, rivelando una bambina che poteva avere più o meno dieci anni, i lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon, un tutù rosa a cingerle la vita e un paio di scarpette da ballo nella mano sinistra.

-E tu chi sei?-La bambina sorrise, e Newt fu colpito da quanto il suo sorriso assomigliasse a quello di Thomas: doveva essere sua sorella adottiva. Sorprendente, se si pensava al fatto che non fossero fratelli biologici.

-Oh, uhm, io...-Newt arrangiò una scusa sul momento, improvvisamente terrorizzato da tutta quella situazione e da quegli occhioni che stavano lì a fissarlo impazienti-credo...credo di aver sbagliato casa...devono, devono avermi dato l'indirizzo sbag...-

Non riuscì a completare la frase, che sentì la voce di Thomas risuonare da quello che probabilmente era il salotto. La bambina, voltandosi verso il fratello, aprì ancora di più la porta, offrendo a Newt un ottima visuale su un Thomas dai capelli arruffati, il viso assonnato, e il petto nudo. Il biondino si sentì mancare inspiegabilmente l'aria: forse era la prima volta da quando erano bambini che vedeva Thomas nudo, o almeno, mezzo nudo, e se il ragazzino innocente di allora si sarebbe stretto nelle spalle con indifferenza, il ragazzo di adesso si stava trattenendo a fatica dal non fare pensieri poco casti.

-Chi è alla porta?-chiese Thomas, perplesso.

-Oh, sta tranquillo, solo un tipo strano che ha sbagliato indirizzo.-

-Tipo strano? Ehi.- protestò mentalmente Newt. Ormai non aveva più scampo. Thomas si stava avvicinando alla porta, e anche se avesse voluto fuggire, conosceva benissimo le eccellenti qualità di corridore di Thomas, che l'avrebbe immediatamente raggiunto.

-Newt?-fece Thomas, per poi socchiudere gli occhi e celare uno sbadiglio dietro la mano-Che ci fai qui?-

-Lui è Newt? Thomas, te l'ho detto che fai schifo a descrivere, me l'ero immaginato completamente diverso!-

-Te l'avevo detto che Newt era difficile da descrivere!-le rispose Thomas, ignorando completamente Newt, che dal suo cantuccio, stava cercando di capire se lo stessero insultando oppure no.

-Io comunque preferivo quello che ti sei portato a casa quella volta...com'è che si chiamava?-disse, giudicando Newt con uno sguardo minaccioso. Thomas la zittì immediatamente, imbarazzatissimo dalla troppa sincerità della sorella,e la spinse indietro mettendole una mano sulla faccia e ignorando le sue proteste. Finalmente tornò a rivolgere la sua attenzione tutta su Newt, e ripetè la sua domanda, non accorgendosi minimamente del fatto che il biondino non riuscisse a staccare gli occhi da quegli addominali lievemente scolpiti.

-Io...sono uscito da lavoro un po' prima oggi, e volevo vederti.-confessò alla fine Newt, che in fondo era una mezza verità. Non voleva dirgli che si sentiva in colpa per tutte le cose che gli aveva detto, il suo orgoglio era duro a morire.

Thomas si aprì in un sorriso entusiasta, e lo fece entrare in casa, e subito Newt fu inondato dal profumo di pulito che veniva dai pavimenti e dal profumo di biscotti appena sfornati che giacevano nel forno aperto. E si sentì immediatamente a casa, una sensazione estremamente distante da quella che aveva provato la prima volta che aveva messo piede lì dentro.

La sorella di Thomas era adesso seduta sulla poltrona ricoperta di velluto rosso, e si allacciava le scarpe da ballo con un'espressione piuttosto contrariata. Di tanto in tanto, gettava uno sguardo di fuoco al fratello, intento a fregare un biscotto al cioccolato per sè e per Newt.

-Biscotto?-Newt sorrise, accettando l'offerta di Thomas, e addentando il biscotto ancora caldo. Il suo sguardo si posò su Thomas, che nel frattempo stava aiutando la sorella a sistemare il body rosa.

-Così va meglio.-disse il moro, ad opera compiuta, con aria soddisfatta.-E adesso, le presentazioni come si deve. Diana, questo è Newt, Newt, lei è quella peste di mia sorella Diana.-

-Ehi!-Diana protestò, ma fu più amichevole nei confronti di Newt, e strinse la mano che il biondo gli tendeva, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.

-Non parli molto...il ragazzo che hai portato l'ultima volta aveva una parlantina-se ne uscì la bambina, facendo sbiancare il fratello, forse preoccupato di apparire come lo rubacuori di turno, che spezzava il cuore a chiunque incontrasse sulla sua strada.

Thomas le lanciò uno sguardo minaccioso, e le mormorò qualcosa sul fatto che fosse tardi e che dovesse sbrigarsi perchè la signora Collins sarebbe arrivata da un momento all'altro, per accompagnarla alla lezione di danza. La bambina sbuffò, pestò i piedi per terra in un gesto di stizza e si sedette per terra, la schiena contro la porta, con una faccia talmente imbronciata che Newt non riuscì proprio a trattenere un sorriso divertito. Si diresse verso di lei, sorprendendo Thomas, e si chinò alla sua altezza.

-Sai, non parlo molto perchè mi trovo in imbarazzo quando conosco persone nuove su cui voglio fare una buona impressione-le disse, mentre la bambina alzava lo sguardo e abbassava la guardia.

-Ah sì? Volevi fare colpo su di me?-chiese, lo sguardo curioso.

-Certo, da quello che mi hanno detto sei molto esigente, e in effetti sei stata poco carina con me oggi.-

-Sì, scusami-la bimba si alzò e poggiò una mano sulla spalla di Newt in segno di scuse-Ma è che voglio il meglio per mio fratello, capisci?-fece, con l'aria di una piccola donna d'affari che voleva solo il meglio per il proprio cliente-E poi il tipo di prima mi portava le caramelle.-

Thomas e Newt risero, e il primo se ne uscì con -Ah, quelle se per questo posso comprartele anche io. Quali preferisci?-

-Gli orsetti gommosi.-

-Perfetto. Allora abbiamo un accordo?-e le tese la mano, che la bambina strinse con fare altezzoso. Era chiaro ed evidente che per lei le caramelle fossero un affare importante su cui non era opportuno scherzare.

Il campanello suonò, e Diana si affrettò a afferrare il suo zaino, a salutare i due ragazzi e ad uscire fuori nel vialetto, dove una signora sulla quarantina la stava aspettando in un auto piena di ragazzine urlanti, di rosa e di toulle. Non appena la porta si chiuse, Newt si voltò, e si ritrovò Thomas a sorridergli a pochi centimetri dalla faccia. Unirono le loro labbra in un bacio impacciato e dolce, mentre Thomas gli sussurrava a fior di labbra quanto gli fosse mancato.

N/A:
Aspettate a mettervi comodi che questa apparente calma è solo un'illusione, ormai mi conoscete :).
Questo capitolo è un po' noioso, mi rendo conto, ma spero vi sia piaciuto comunque!
Alla prossima,
Ros x

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