Falling - A Snamione Story

tatitari tarafından

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La mia versione della Marriage Law :) Non era possibile che fosse così agitato. Non lui, che per quasi dicio... Daha Fazla

Nota dell'Autrice
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Ho una domanda per voi...
Capitolo 52
Capitolo 53
Epilogo
Vi piacciono le fanfiction Potteriane?

Capitolo 9

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tatitari tarafından

Ministero della Magia, Londra, 2 Agosto 2005 (controllare il giorno della settimana)

Un leggero ma deciso bussare alla porta fece sollevare lo sguardo di Hermione dalla radice di artemisia che stava tritando. Si pulì le mani nell'asciugamani che teneva sempre poggiato su uno sgabello a portata di braccio e si affrettò ad andare a vedere chi fosse, prima che Snape le rivolgesse qualche commento antipatico sulla sua lentezza.

Nei cinque mesi abbondanti trascorsi dall'inizio del suo apprendistato non aveva dato al suo mentore motivo di lamentarsi — beh, tranne quella volta che era inciampata e aveva rovesciato un calderone, che per fortuna al momento dell'impatto conteneva solo pochi ingredienti, ma poteva capitare a tutti, no? — anzi, era quasi sicura che lui fosse soddisfatto del suo operato, per quanto possibile per un rompiscatole cosmico come lui. Nonostante questo Severus Snape, fedele al suo modus operandi, non aveva mai smesso di rivolgerle lo stesso feroce sarcasmo che riservava a chiunque altro, compreso sé stesso.

Quando aprì la porta si trovò davanti Cho Chang.

«Ehi, ciao, cosa ti ha spinta a scendere nell'Antro Oscuro?» sorrise. Cho lavorava per il reparto Risorse Umane e raramente si inoltrava nei piani inferiori del Ministero. Ogni tanto si vedevano per pranzo, dato che Snape le aveva fatto capire fin dal primo giorno che almeno durante la pausa non la voleva tra i piedi, quindi quando Ron e Harry erano fuori in missione, Hermione pranzava con lei o con Ernie McMillan, che era stato assunto come apprendista del Mastro Pozionista Beerbush nella stessa occasione in cui avevano preso lei.

«Ho un messaggio per il pr... Mastro Snape. Puoi per favore riferirgli che la signora Collins lo aspetta nel suo ufficio questo pomeriggio alle quindici?»

«Certo, nessun problema. Ci vediamo più tardi? Hanno aperto una sorta di fast food vegetariano ed ecologico qua vicino e volevo andare lì per pranzo.»

«Mi spiace, ho già detto a Laureen che avrei pranzato con lei. Domani?»

«Affare fatto.»

----------

Quel pomeriggio Snape tornò dall'appuntamento col capo delle risorse umane con un diavolo per capello. Non che fosse difficile capirlo dal modo in cui sbatté la porta rientrando nel laboratorio.

«Granger, a che punto sei con il Veritaserum per gli Auror?» abbaiò.

Lei non si scompose, abituata al suo modo di sfogare la frustrazione e consapevole di non aver fatto niente che le potesse valere una sfuriata. Lanciò un'occhiata al cronometro.

«Tra cinque minuti spengo il fuoco e lascio decantare. Poi posso iniziare con l'Anti-Insonnia.»

«No, aspetta. Devo parlarti, prima» rispose lui, sempre con lo stesso tono da incazzato col mondo. Chissà cosa diamine gli aveva detto la signora Collins. E chissà cosa c'entrava lei.

«Eccomi» disse raggiungendolo alla sua scrivania dopo il trillo che indicava lo scadere del tempo e dopo aver spento il fuoco. Si accomodò sulla poltroncina di fronte a lui, osservandolo con aria di aspettativa.

Severus continuò per qualche istante a ricontrollare l'elenco che aveva davanti, ignorando con ostentazione la sua apprendista. Ignorando il modo in cui le sue ginocchia abbronzate sporgevano dalla gonna e il ricciolo che le accarezzava la tempia. Ignorando le sensazioni contrastanti che ciò che stava per dirle suscitavano in lui.

Solo quando la vide agitarsi sulla sedia sollevò lo sguardo, regalandole una delle espressioni arcigne che gli riuscivano così bene.

«Come sai il tuo apprendistato finirà tra meno di un mese» le ricordò, con quello che non poteva essere dispiacere. D'accordo, si era abituato ad avere la ragazza tra i piedi, ad avere qualcuno di preciso e — quasi — competente su cui contare... a venire salutato con un sorriso mattina e sera e coinvolto in chiacchiere futili ma non del tutto sgradevoli ma, si disse, tra quello e desiderare che non dovesse cambiare laboratorio ce ne passava, no?

Hermione annuì.

«Il Dipartimento Sicurezza, però» riprese lui «ha stabilito che il corridoio principale è troppo affollato. Troppi laboratori, troppe persone per ognuno di essi. Le Risorse Umane pertanto hanno deciso che tu e il tuo collega McMillian che terminerà l'apprendistato insieme a te, inizierete la vostra carriera ufficiale di pozionisti ministeriali in un laboratorio tutto vostro, che verrà ricavato dallo sgabuzzino delle scope all'inizio di questo corridoio.»

Hermione si sentì esaltata e delusa allo stesso tempo. L'idea di non dover condividere uno stanzone con altre sei o sette persone era decisamente fantastica ed Ernie era una persona piacevole e accomodante, ma per un attimo aveva sperato che Snape le dicesse che poteva restare lì con lui. La speranza era tutta dovuta a motivi professionali, ovviamente. Non alla familiarità con lui che ormai era diventata parte della sua routine, non la soddisfazione che le davano le rare volte in cui riusciva a farlo sorridere o, addirittura, a ridere.

«Benissimo. Sarà un sollievo non dover lavorare in mezzo al caos» rispose, sperando che il resto dei suoi pensieri non le fosse passato chiaro in faccia come sullo schermo di un televisore.

«I nuovi spazi saranno pronti entro la fine di agosto, poi sarà il mio ultimo compito come tuo mentore aiutarti a controllare che sia tutto in ordine e non manchi nulla.»

«Grazie.»

«Non ringraziarmi. Immagino tu non veda l'ora che io smetta di farti da balia.»

«Sono contenta di poter iniziare a lavorare in modo indipendente, però... beh, i tuoi insegnamenti sono preziosi, Mastro Severus. Forse potrà sembrarti strano o stupido, ma sono dispiaciuta di non poter più passare la giornata ad imparare da te.»

Lui scrollò le spalle. Come no. Per tutta la sua vita, le persone non avevano fatto altro che cercare di scappare il più lontano possibile da lui, in special modo i suoi studenti, e lo stesso doveva valere anche per Granger. Per forza.

«C'è un'altra cosa» proseguì, sentendo l'irritazione montare al solo pensiero. «Dopo aver parlato con Collins sono stato convocato anche da Witcheheazel, che ha finalmente deciso di tirare fuori la testa dal... buco dove l'aveva infilata e di accettare che le mie segnalazioni in merito alla carenza di ingredienti non hanno come unico scopo quello di importunarlo.»

Witcheheazel era il responsabile del Reparto Pozioni, ma la sua era una carica politica: era un amministratore, non un pozionista e, secondo il parere di Severus, era anche un enorme, indiscusso coglione.

«Beh, alleluia» esultò Hermione. «Da quanti mesi siamo a corto di peli di Koala, quattro?»

«Io non sarei così felice fossi in te, Granger» replicò lui con una smorfia che era allo stesso tempo di rabbia e derisione. Lei sentì un lampo di preoccupazione percorrerle la schiena, ma attese con pazienza che lui proseguisse il discorso.

Lo vide fissarsi le dita che tamburellavano il bordo del tavolo e si rese conto che non era arrabbiato. Non solo almeno. No: Severus Snape era profondamente a disagio. Quell'osservazione le fece dimenticare per un attimo di essere preoccupata.

«Witcheheazel ha deciso che procurarsi una serie di agenti che ci facciano avere tutti gli ingredienti non reperibili in Europa, Nordamerica Russia e Messico, dove abbiamo canali di acquisto diretti, è troppo costoso» dichiarò lui infine.

«E quindi, cosa intende fare?» chiese lei perplessa.

«Mandare qualcuno del dipartimento.»

Ci vollero diversi istanti prima che lei comprendesse il vero significato di quella frase.

«Vuole mandarci... me?» quasi squittì, sentendo il livello di preoccupazione sfondare il tetto dell'edificio al pensiero di dover fare una cosa del genere da sola.

Lui sospirò.

«Non proprio, Granger. Vuole mandarci noi

«N-noi?»

Severus si lasciò andare indietro sulla sedia, nascondendo dietro un'espressione di pietra il fatto che non era ancora riuscito a venire a patti con quell'idea.

«Per la precisione, me perché sono "il migliore pozionista che questo reparto abbia mai visto", testuali parole di quell'inutile leccaculo. E te perché lui e Collins ritengono che io necessiti di un assistente per questo viaggio e "si sono accorti di quanto lavoriamo bene insieme", che tradotto significa che pensano che tu sia l'unica persona al mondo in grado di sopportare quello che per loro è il rompicoglioni più grande della Storia. Pertanto questa meravigliosa opportunità tocca a te» spiegò, calcando il sarcasmo sull'ultimo aggettivo. «Oltre a noi, l'incarico è stato dato anche a Beerbrush e MacMillian, che si occuperanno di un'area geografica diversa dalla nostra e che quindi viaggeranno separatamente.»

«E dove andremo?» chiese lei dopo aver ritrovato la voce che per lunghi istanti era andata dispersa.

«Africa, Oceania, America Centrale a esclusione del Messico. Beerbrush e MacMillan si occuperanno dell'Asia, che da sola richiede più tempo degli altri continenti messi insieme, e del Sudamerica.

«Di quanto tempo si sta parlando?»

«Un mese, forse un mese e mezzo. Beerbrush e io abbiamo l'ordine di passare al vaglio l'elenco di ingredienti mancanti, controllare sui registri dove sono stati acquistati le ultime volte e mettere giù i piani di viaggio entro un paio di settimane. Poi quelli della Segreteria prenoteranno gli alberghi e organizzeranno gli spostamenti con le passaporte o i veicoli babbani — a questo proposito, mi hanno detto che tu hai la patente di guida, sì?»

Lei annuì meccanicamente. Un mese e mezzo da sola con Snape, a vagare per i continenti e acquisire ingredienti? Era indecisa se fosse il sogno di ogni apprendista pozionista o l'incubo di tutti gli studenti di Hogwarts.

«Perfetto, allora portarti con me sarà di qualche utilità, almeno» ghignò lui, per nascondere il rictus che lottava per emergergli sul viso all'idea di dover condividere un viaggio del genere con un'altra persona. Una donna con quelle gambe che... No!

Lei ignorò l'ennesima cattiveria gratuita, ormai quasi non le sentiva nemmeno più.

«Quando dovremmo partire?» chiese invece.

«Non appena tutto sarà organizzato. Entro i primi di settembre, direi. Ora, se non ti dispiace, puoi tornare ai tuoi compiti.»

Hermione percorse i pochi passi fino alla sua postazione come se stesse camminando sott'acqua.

Chissà che faccia avrebbero fatto Harry, Ron e Ginny, a quella notizia...

----------

Quando recuperò il suo cellulare dalla borsa, uscendo dal laboratorio a fine giornata, notò che c'era un messaggio in ingresso.

Blaise: Sei libera stasera? Ti devo parlare.

Lei fece un sorriso sghembo. Lo stava aspettando da più di un mese, quel messaggio, soprattutto perché lui non si faceva sentire da almeno un paio di settimane. Sì, la sua routine avrebbe ricevuto un bello scossone, nei giorni a venire.

Come aveva preventivato, Blaise non la accolse seminudo come faceva di solito, ma vestito di tutto punto, forse addirittura eccessivamente dato che anche a Londra, in agosto, esiste il concetto di "estate".

La fece accomodare in salotto, anziché in camera, e questo fu sufficiente per confermare ciò che Hermione già sospettava da tempo. Avrebbe potuto benissimo pronunciare lei stessa le parole che lui le stava per dire, probabilmente.

Lui venne subito al dunque.

«Sono innamorato.»

Lei inarcò un sopracciglio, rendendosi perfettamente conto da chi, di preciso, avesse copiato quel gesto.

«Non di me, immagino.»

Lui fece una piccola risata.

«Lo sapevo che saresti arrivata sapendo in anticipo cosa ti avrei detto. Sei sprecata come pozionista, Hermione. Lo sai che ti voglio un sacco di bene ma, no, non sono innamorato di te.»

«E io ne voglio altrettanto a te, Blaise, ma sono sicura che anche tu sappia benissimo che nemmeno io sono innamorata di te. Chi è lei?»

Lui esalò internamente un sospiro di sollievo. Era quasi sicuro che lei avrebbe reagito così, ma quel "quasi" gli aveva fatto temere che, invece, le sue parole l'avrebbero ferita. E lui non voleva ferire una delle persone a cui si era più affezionato nel corso di quegli ultimi anni.

«Aida O'Donnell. Una Corvonero dell'età di Ginevra.»

«Sì, mi ricordo di lei. E cosa pensa Aida di questo buffone che fa finta di fare l'avvocato?» gli chiese scherzosamente, dandogli una spintarella affettuosa.

Lui fece un sorriso incerto.

«Non lo so. Ma finalmente dopo mesi che la tampino ha accettato di uscire con me. Domani.»

Hermione si protese ad abbracciarlo.

«Faccio il tifo per te» gli sussurrò, stringendolo a sé. Sapendo che quel "mi mancherai" che non aveva pronunciato sarebbe stato trasmesso alla perfezione dal suo gesto.

Si concesse di sospirare solo una volta fuori da casa di lui. Sì, era vero, non era innamorata di lui e non lo sarebbe mai stata, ma le serate — e nottate — insieme erano state piacevoli e rilassanti, e le sue battute argute spesso le avevano dato una prospettiva inaspettata sulle cose. Chissà se sarebbero riusciti a mantenere un rapporto di amicizia vera anche dopo che lui fosse entrato in una relazione seria?

Solo il tempo l'avrebbe detto, e lei in quel momento aveva cose più pressanti a cui pensare.

Come per esempio, un viaggio di un mese e mezzo in luoghi sperduti, con l'unica compagnia dell'irascibile e sostenuto Severus Snape.


** Ve l'ho detto che questa storia mi stava prendendo... 
E quale modo migliore di trascorrere una domenica piovosa, con tutte le bestiole fuori casa, se non scrivere un altro capitolo, anziché stirare?! :P **

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