The Hero's Secret

By Kitta_Angel

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Dedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI... More

Iron Dad - Proverbio
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Epilogo
You Know Who We Are
Spider Son - Proverbio
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Epilogo
Magissa - Proverbio
Prologo
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By Kitta_Angel

-Vi siete mai detti "ehi, ma io questa canzone la conosco!" solo che non riuscite mai a scoprirne il titolo? Nelle trasmissioni radio di oggi si sentono sempre le stesse canzoni, solo perché sono famose o molto ascoltate. Quante volte avete ascoltato musica country, rock, k-pop o alternativa alla radio? Pochissime, scommetto. Io sono qui per soddisfarvi. Ecco a voi una canzone che di certo avrete già ascoltato ma non ve la ricordate, di sicuro la sentirete di nuovo in tv o su Netflix. Questa è High di Sir Sly.- parlò Peter al microfono, facendo poi partire la base e togliendosi le cuffie.
Quinn, nella sua piccola area di controllo registrazione e ascolti, gli sorrise e lo raggiunse in mezzo alla sala. -Stai andando alla grande! Il tuo senso dell' umore attira parecchio, persino le canzoni che stiamo decidendo insieme. Siamo in onda da neanche una settimana e già stiamo riscuotendo successo. Vedrai, di questo passo nessun giornale oserà più mettersi contro Spider-Man. È stata una buona idea quella di registrare i tuoi ultimi salvataggi e mandarli in diretta.-
-Grazie. Spero solo che non ci metteremo molto a zittirli tutti. Tra le mie pattuglie, la scuola, il tempo che voglio recuperare con mio padre...-
-Tranquillo, me ne occuperò io se necessario. Ho sempre voluto una stazione radio dove poter dire quello che volevo io.- si leccò le labbra al solo pensiero, sovraeccitata.
Peter sorrise nel vederla così felice. Stavano lavorando a Radio Spider già da un po', erano riusciti a modificare la voce di lui per non farlo riconoscere a nessuno ed era già argomento di gossip a scuola. Tony aveva prestato loro una stanzetta della torre dove poter registrare e mandare le canzoni, così riuscivano anche a star da soli in santa pace.
Certo, non che non riuscissero a trovare un po' di privacy in quel posto immenso, ma avere sempre degli occhi birichini addosso - specie quelli maliziosi degli Avengers - era una vera tortura.
-Ti va di vederci insieme "Auguri per la tua morte"?- chiese lei a lui, mentre mettevano in standby sulle canzoni, coscienti che i loro ascoltatori avrebbero capito che erano in pausa e che per oggi le dirette erano finite.
-Sì, cavolo, lo devo ancora vedere.- sorrise elettrizzato Peter, mettendosi in spalla lo zaino. Erano andati lì direttamente da scuola.
-Spoiler: la protagonista muore.-
Il ragazzo, per nulla arrabbiato e quasi sul punto di scoppiare a ridere, si fermò di colpo e la fissò sconcertato. -E me lo dici così, su due piedi?!-
-Oh.- fece Quinn, mollando la borsa e facendo qualche passo indietro. Prima che il suo amico, ora confuso, potesse chiederle cosa stesse esattamente facendo, lei si sorresse sulle mani e rimase coi piedi all' aria. -Preferivi che te lo dicessi così?-
Parker questa volta se la deve far scappare assolutamente una risata fragorosa.
Dio, è strepitosa!
E lui l' adorava.
-Tutto bene, ragazzi?-
Quinn tornò in piedi e dritta, sorridendo cordiale al padre del ragazzo. -Ciao, papà.-
-Ehi, pulce.- lo abbracciò dolcemente e gli scompigliò i capelli, -Come sta venendo la vostra radio?-
-Abbastanza bene, direi.-
-Bene. Ti dispiace se parlo un attimo con la tua ragazza? Sai, discorsi di cui deve occuparsi un padre.-
-Papà!- sbottò imbarazzato l' adolescente, mentre Quinn rideva svergognatamente al suo fianco. -Non è la mia ragazza e non devi dirle proprio niente, siamo già passati per quella fase!-
-E dai, mi sono perso così tanto di te, lasciami almeno fare questo. Intanto, perché non vai in garage da Tony? Sta aggiustando una delle sue aute, gli piacerà avere una mano.-
-Ne dubito, vuole sempre fare tutto da solo.- alzò gli occhi al cielo.
-Ah, mi ricorda qualcuno.- lo sfottè e gli diede una pacca sulla spalla, superandolo. -Fila, mostriciattolo.-
Il ragazzo si limitò a ridere e si diresse verso l' ascensore in corridoio. Una volta rimasti soli, Quinn ebbe un sesto senso che non riuscì a controllare e gli occhi le diventarono neri. Quelli di Richard, non potendo resistere, lo diventarono a loro volta.
Merda.
In un attimo, la ragazza si piegò e gli fece lo sgambetto con una mossa atletica. Lui cadde a terra in ginocchio e venne preso per i capelli, la testa tirata verso l' alto con la forza. -Cosa diavolo non sta dicendo a me e a tutti gli altri?!-
-Io non dico di te se tu non dici di me.-
Quinn lo mollò all' istante e si fece indietro, lasciandogli lo spazio per alzarsi. Si abbracciò da sola e rabbrividì. -Mi scusi. Non... non so che mi sia preso.-
-Io lo so. Per anni ho passato quello che stai passando tu. Il gelo nelle ossa, gli incubi a occhi aperti e chiusi, lo stomaco che si allarga o restringe di colpo, gli aghi appuntiti nel cervello, il sasso in gola che ti impedisce di urlare, tutte sensazioni che ho provato io per primo.-
Lo guardò con occhioni lucidi. -Com'è possibile che sia ancora dentro di lei quando sta possedendo me?-
-Ho dovuto condividere ogni cosa del mio corpo e della mia anima con Venom per oltre quindici anni. È parte di me, a quanto pare, e io non posso farci niente. Non riusciamo più a staccarci. Ti ha detto qualcosa? Riesci a capire se c'è un modo per liberare entrambi? Se ti svela per sbaglio anche la più piccola cosa...-
Quinn ansimò e tentò di parlare, quando una specie di pugno le serrò le corde vocali. Si graffiò involontariamente le braccia con le unghie, facendole quasi sanguinare e piansi per il dolore. -Io non... non voglio, non posso... Non posso, non voglio... Non posso... Non po...!-
-Ehi, ehi, ok.- le andò vicino e la tenne per le spalle, cercando di farle aprire gli occhi. -Va tutto bene. Scusami, ti ho chiesto troppo. So bene che è già tanto che ti lascia essere cosciente.-
-Ma perché? Che cosa sta aspettando?-
Richard serrò i denti e le asciugò le guance bagnate. -Forse la stessa cosa che sta aspettando Amaranta: il momento giusto.-

Intanto, Peter raggiunse Iron Man nel suo spropositato garage pieno di macchine ultimo modello e costosissime. L' uomo era piegato sul muso aperto di una Bentley Mulsanne, impegnato a sistemare il motore e le candele. Il ragazzo non seppe cosa dire, non si parlavano veramente da mesi. -Ehm... come va, Mr. Stark?-
Tony, sentendo di colpo quella voce, provò a raddrizzarsi e finì per sbattere la testa contro il metallo dell' auto. -Oh! Merda.-
-Oddio, mi scusi! Non volevo.-
-Peter... oh, piccolo, sei tu.- tentò di riprendersi il prima possibile e si massaggiò il punto dolente della testa. Si rimise dritto e andò verso di lui, pulendosi le mani con uno straccio. -Come mai qui?-
-Volevo vedere che stesse facendo. Quest' auto è bellissima.-
-Un giorno sarà tua.-
-Davvero?-
-No.- rise leggermente alla sua faccia fintamente offesa, -Sto scherzando. Anzi, in realtà no. Dopo quel tuo brutto incidente in moto...-
-Oh, andiamo, Mr. Stark, è stata una sola volta! Giuro che con le sue cose starò attento.- lo pregò, guardando con occhi adoranti la macchina.
-Non parlo del fatto che hai fatto a pezzi la Harley, ma del fatto che hai rischiato di restarci secco. Quale idiota guida dopo aver bevuto?-
-Non lo farò mai più, glielo prometto.- giurò, sentendosi realmente in colpa per l' accaduto. Dopo tutto, aveva messo in pericolo la vita di Carl, il quale era sopravvissuto per un pelo.
Tony lo esaminò come un maestro esamina il proprio alunno prima di un esame. -Promettimi una sola cosa: se mai vorrai ubriacarti di nuovo per far mandare via le ansie, i pensieri o cos' altro, vieni da me. Beviamo insieme, sarà più bello in compagnia che da solo. Io mi controllerò, così tu potrai lasciarti andare, e mi assicurerò che tu non guidi. Andata?-
Peter gli strinse la mano con agitazione. -Andata! Posso guidarla?-
-Non prima di aver preso la patente e qualche lezione con me, fino ad allora...- allungò un braccio e prese una chiave inglese dal carrello mobile lì vicino, -... vuoi aiutarmi a sistemarla e potenziarla?-
Fu come se gli avesse detto che il Natale sarebbe arrivato il giorno dopo.
Passarono così le ore di quel sabato, presi a mettere apposto più di un auto e ridendo insieme come ai vecchi tempi. E Tony, finalmente, si sentì nuovamente in pace con suo figlio.
-Il prossimo passo sono le armature.- gli comunicò, togliendosi il grasso dalla faccia con un fazzoletto e passandone uno pulito al ragazzo sporco vicino a lui.
-Dice sul serio?-
-Oh, sì. E sai che ti dico? Perché non progettiamo insieme una tuta per te simile alle mie armature? Tipo... con la nanotecnologia.-
Le pupille scure di Peter si riempirono di fuochi d'artificio dalla gioia. -Un Iron Spider?-
-Iron Spider... sì, mi piace come suona. Certo, la faremo insieme.-
-Lei mi sta viziando, Mr. Stark.- ma non era un giudizio negativo, piuttosto era a tanto così dal saltare sul posto come un bambino.
-Devo prenderlo come un sì?-
-Assolutamente! Grazie, signore, grazie!- si illuminò e lo abbracciò di slancio, felice al massimo ed elettrizzato.
Stark lo strinse con tutto sé stesso, gli mancava quella sensazione stupenda. Lo allontanò di poco solo per poterlo guardare in faccia. -A tre condizioni, però. Per prima cosa, devi ricordarti ogni tanto di chiamarmi Tony e non Mr. Stark. Due; voglio che trovi più tempo da passare con me e Steve. Infine, voglio che stai attento a scuola e provi a prendere buoni voti senza far arrabbiare sempre gli insegnanti.-
-Ci sto. Ma... perché vuole che passi più tempo con lei e Steve?-
Un ghigno si mostrò sulle belle labbra dell' uomo e si avvicinò ad un cassetto. Prese dalla tasca dei pantaloni una chiave e lo aprì. -Sei il mio braccio destro, ragazzo, avrò bisogno di te per questa missione top secret.-
Peter si protese meglio per vedere cosa tenesse fra le mani e capì solo quando intravide una scatolina di velluto nero. -Oh, mio Dio, Tony...!-
-Non dirlo a nessuno, chiaro? Glielo voglio chiedere a Gennaio per il nostro anniversario. Tu nel frattempo acqua in bocca, capito?-
-Sissignore. Congratulazioni.- sorrise, immaginando già la faccia di Steve. -Tuttavia, si fida davvero di me? Come sa che manterrò il segreto?-
Stark fece una smorfia ed ebbe un' idea. -Facciamo così, per dimostrarti che mi fido ciecamente di te... ti affido l' anello.-
-Cosa?!-
-Sì, voglio che lo nascondi fino ai primi dell' anno. Pensi di poterlo fare?-
-Ehm... io... sì. Sì, penso di poter riuscirci.-
-Bene.- annuì e gli consegnò l' anello. -Se ti becco a fare l' imitazione di Gollum in giro per casa, te lo sequestro.-
-Il mio tesoro!- alterò la voce per prenderlo in giro e si beccò una gomitata.
-Dai, fila, va' a divertirti ed esci con la tua ragazza.-
-Non è la mia ragazza!- urlò, correndo su per le scale.
Peter salì i gradini per raggiungere la propria stanza, più che altro il suo bagno privato; desiderava ardentemente un bel bagno caldo prima di uscire per la serata con Quinn, Anya e Lukas. La programmavano da settimane, dati gli ultimi giorni pieni di test ed esami per il rientro a scuola, e ora il momento era arrivato.
Data la curiosità che stava crescendo dentro di lui, prese la scatolina che gli aveva affidato Tony e l' aprì. Dentro vi era un anello di fidanzamento elegante ma semplice, stupendo e dorato.
Wow...
Talmente preso dal guardarlo, inciampò in uno degli scalini e quasi cadde di faccia. Prese al volo il gioiello da terra e, pronto per rimettersi in piedi, si accorse delle gambe che aveva davanti alla faccia. Uno scalino sopra di lui, Quinn lo fissava con le pupille sgranate. Se ne rese conto solo dopo poco di che cosa stesse accadendo: lui era in ginocchio, di fronte a lei e con un anello in mano.
Oh oh.
Rimasto a bocca aperta e boccheggiando come un pesce fuor d' acqua, cercò la scusa migliore per casi come questo senza trovarla. Esistevano casi come questo?
La mia solita fortuna.
-Ooooh, no...- ringhiò a denti stretti la bionda, arricciando il naso e corrugando la fronte per la rabbia.
-Uhm... non è come sembra?- tentò come approccio, ma pareva più una domanda, e lo sguardo di lei era chiaro: occhio nero in arrivo.

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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