18 RAGIONI PER NON AMARSI - B...

By fede_for_music

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Trama Jin ha tutto. La bellezza, l'egocentrismo, i soldi, le donne. Non ha mai dovuto soffrire nella vita... More

Trama
PROLOGO
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
Epilogo
Le 18 ragioni di Nena

CAPITOLO 14

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By fede_for_music

Capitolo 14

- Li abbiamo trovati! -
Stavo ancora dormendo beatamente, con il corpo di Nena stretto al mio, quando sentii una voce profonda provenire da molto vicino.
Mi stropicciai gli occhi e guardai nella direzione in cui avevo sentito quella voce. Apparteneva ad un uomo grande, quasi il doppio dei miei anni, che stava cercando di attirare la mia attenzione.
Nena cominciò a svegliarsi a causa di un movimento brusco che feci per avvertire l'uomo che stavamo bene.
- Lasciami dormire ancora un po'. - bofonchiò stringendo la presa che la sua mano aveva nella mia felpa. Decise di mettersi più comoda, non avendo alcuna intenzione di lasciarmi andare.
- Ragazzi, dovete uscire da lì. - L'avvertimento dell'uomo mi fece girare la testa, come potevo spostare questa meravigliosa ragazza dal mio petto? Stavo sognando da così tanto tempo questo momento e non mi andava di spostarla neppure se il tizio faceva parte delle squadre di salvataggio.
Grughii nervoso e svegliai Nena.
- Devi svegliarti, tesoro. Sono venuti a salvarci. - Era la prima volta in vita mia che non volevo cacciar via una ragazza dal mio petto, ma volevo prendermi tutto il tempo necessario per gustarla fino alla fine. Nena non era mai stata come le altre ragazze, lei era diversa e questo lo sapevo già dalla prima volta che i miei occhi avevano incontrato i suoi.
L'idea di svegliarmi domani senza di lei al mio fianco, mi mise un po' paura. Non riuscivo più ad immaginare un solo risveglio senza di lei che dormiva appiccicata al mio corpo mentre io la stringevo come se non volessi mai più mandarla via. Era un'immagine che mi fece venire i brividi perché la mia mente non era mai andata oltre il sesso con una ragazza. Ma Nena mi faceva immaginare un futuro roseo e senza pensieri se ci fosse stata lei a farmi tenere la testa nella dritta via.
All'improvviso ci investì un uragano di nome Beatrice. Si catapultò senza ritegno sopra di noi per abbracciare la sua amica. Nena aprì gli occhi spaventata ma ci volle un solo secondo per capire la situazione. Era una ragazza molto intelligente e mi piaceva molto questo suo tenermi testa. Anzi a dire il vero mi eccitava da morire.
- Cazzo, Nena. Stavo quasi per morire se non ti avessi trovata! - Bea continuò a stritolarla, mentre gli occhi di Nena erano puntati su di me e un sorrisetto peccaminoso le spuntò sulle labbra carnose che avevo baciato più volte perdendo il fiato. Mi venne subito duro e deglutii a fatica.
- Jin! Che cavolo, amico! Mi hai fatto prendere uno spavento! -
Anche Yoongi si unì all'abbraccio facendomi sussultare quando il suo corpo pesante si lasciò andare su di noi. Ridemmo insieme, come degli amici di vecchia data che non si erano visti per anni. La mia felicità si stava trasformando in gratitudine per quelle persone perché nonostante avessi un madre e una padre(assenti per la maggior parte della mia vita), mi ero sentito parte di una famiglia, una vera famiglia, solo grazie a loro. Non potevo essere più grato alla vita di quanto non lo fossi già.

Ero sereno e rilassato quando entrammo in autobus per il ritorno a casa. Nena sedeva al mio fianco, avevamo litigato giocosamente per chi doveva sedersi accanto al finestrino ma alla fine avevo fatto vincere lei. Quando mi guardava con quegli occhioni enormi, volevo regalarle il mondo. E sapevo che potevo farlo.
Appoggiai il mio braccio sulle sue spalle e l'attirai a me, mentre lei mi infilava una cuffia in un orecchio per ascoltare musica insieme.
Non mi preoccupai degli sguardi indiscreti che il resto dei compagni di corso ci stavano gettando addosso come se fossimo un fenomeno da baraccone. Che c'è? Non avevano mai visto una coppia? Na, non avevano mai visto un Jin prendersi cura di una ragazza così piccola e fragile. Così dolce e complicata di nome Nena.
Erano tutti abituati al Jin scontroso e donnaiolo che faceva a pugni con la vita ogni giorno. Be', dovevano abituarsi al nuovo me, anzi a quel Jin che avevo soffocato per parecchi anni.
Guardai Nena affondare il viso nell'incavo del mio collo mentre la sua mano si intrecciava ai miei capelli.
Prima di conoscerla avrei vietato le effusioni in pubblico, non avrei mai permesso di farmi toccare mentre la gente mi fissava. Camminare con le mani intrecciate mi portava un gran fastidio. Una ragazza doveva limitarsi a starmi accanto, mentre io conducevo il gioco con le mie regole.
Nena mi aveva fatto capire che io volevo tutto questo con lei. Perché si trattava di lei e non di una qualunque. Nena meritava ogni gesto romantico e affettuoso, ogni gemito che avrei potuto procurarle e ogni orgasmo che ero disposto a regalarle. Meritava tutto questo e molto altro.
Nena meritava tutto il mio cuore, centimetro per centimetro, pezzo per pezzo, cicatrice per cicatrice.
Ed io glielo avrei concesso, anche a costo di restare scottato. Perché c'era la possibilità che questa cosa non andasse bene, che io potessi commettere qualche casino e rovinare ogni passo che con fatica avevo fatto verso di lei. C'era la remota possibilità che io mi comportassi da stronzo quando le cose si sarebbero fatte ancora più serie e complicate. Quando mi sarei spaventato di fronte al vortice di sentimenti che tenevo ancora da qualche parte nascosti dentro di me.
Ma non volevo pensarci, non ora. Volevo vivermi Nena in ogni modo possibile ed inimmaginabile. Così avrei avuto qualcosa di bello da ricordare quando il buio e l'oscurità mi avrebbero risucchiato insieme a loro.
Fissai il profilo perfetto di Nena e mi venne da sospirare, non capivo perché. Perché lei fosse mia, perché aveva deciso di rendersi vulnerabile ad uno come me. Forse aveva visto del buono, qualcosa nel profondo a cui si era aggrappata. Fatto sta che sarebbe stata sempre illegale per me. Mi sembrava di star violando qualcosa di altamente puro e divino. Ma quelle labbra non potevano essere più celestiali di così, perché mi stavano facendo provare cose che nemmeno io avevo sentito in vita mia. Cose pure, cose profonde e chissà quante altre cose peccaminose potessero farmi provare. Il solo pensiero di poter venir nella sua bocca, di vederla in ginocchio da me, sotto il mio controllo, mi fece venire un sussulto che lei sentì. Non potevo più pensare a cosa avrei potuto fare con lei e un letto, perché eravamo in un luogo pubblico e non riuscivo più a contenere le mie emozioni.
- Sei celestiale, proprio come i tuoi occhi. - le mie parole furono un sussurro che le dissi vicino al suo orecchio. Lei ridacchiò piano, poi alzò lo sguardo verso di me cosicché i nostri occhi fossero allineati.
- E tu sei peccaminoso, molto peccaminoso. Mi trascinerai nel tuo inferno ed io ti seguirò senza batter ciglio perché è quello che voglio. - Lo presi come un complimento, perché era una delle cose più belle e vere che avrebbero mai potuto dirmi.
- Non dirmi che sto tentando l'angelo più puro del cielo. - Lo sguardo di Nena si fece serio, facendomi capire quanto le mie parole l'avessero colpita.
- Esattamente così. Che Angelo buono e stupido. -
- Che Demone coglione ed egoista. -
Restammo a guardarci per un po', senza dire altre parole. Forse non servirono, perché i suoi occhi dicevano già tutto. Voleva seguirmi, in qualunque inferno io l'avessi portata.

- Credo che tu debba andare adesso. -
Nena si sporse di molto per darmi un bacio dolce sulla guancia. Mi chinai di poco, nonostante lei fosse un gradino sopra di me, era ancora bassa e non arrivava alla mia spalla.
C'eravamo fermati due minuti davanti al portone del palazzo in cui abitava con Bea. Lei ed il mio migliore amico Yoongi erano già dentro, non volevo immaginare che cosa stessero facendo ma avevo apprezzato il momento di privacy che ci avevano concesso. Più che altro Beatrice, lei mi guardava ancora come se fossi un mostro spezza cuori e mi vegliava come un falco affinché mi comportassi bene nei confronti della sua migliore amica Nena.
Ero così felice per Nena, perché aveva un'amica davvero speciale al suo fianco.
- Non credo di farcela. -
La strinsi a me, mentre le lasciavo un bacio sui capelli. Amavo il suo odore, era un misto tra zucchero a velo e vaniglia, così dolce, così tenero. Mi ricordava l'atmosfera felice di un luna park, uno dei pochi ricordi felici che avevo della mia infanzia.
Il suo corpo emise un brivido quando un soffio di vento ci investì. In effetti era novembre e nonostante questo non aveva ancora nevicato. Sembrava molto strano, la stagione invernale stentava ad arrivare ma questo venticello fresco segnava già l'inizio di qualcosa di bello.
Non volevo che si ammalasse, così le diedi un ultimo bacio e mi staccai. Lei protestò, tornando furtivamente di nuovo tra le mie braccia.
- Nena, ho bisogno di andare. Non voglio che ti ammali e poi se resto ancora un minuto di più, non riuscirò più a lasciarti varcare quella porta senza di me. -
Nena si staccò da me, puntando i suoi enormi occhi dentro i miei. Avevo sempre paura quando lo faceva, perché era così intelligente da leggermi dentro in un secondo ed io mi sentivo così vulnerabile e debole. Mi tremarono le gambe per l'intensità del suo sguardo, così pieno, così profondo.
Non volevo più andarmene.
- Allora buonanotte. -
Nena si staccò del tutto e mi sorrise, salutandomi con un gesto della mano.
- Buonanotte. -
La vidi allontanarsi piano, come se stesse combattendo tra quello che era giusto e quello che era sbagliato. Aspettai che entrasse completamente e poi mi girai, prima che fosse troppo tardi per pentirmene.
Mi stavo comportando davvero benissimo. Se fossi stato il Jin di qualche mese fa, avrei fatto di tutto per entrare nel suo letto. Invece ero qui, con questa voragine nel petto, mentre mi allontanavo per raggiungere la mia macchina.
Ero fiero di me.
Stavo dimostrando a me stesso di saper rispettare una donna e di poter restare entro i limiti che mi ero prefissato di sconfinare ogni notte.
Ero quasi arrivato all'auto quando mi sentii abbracciare da dietro. All'inizio mi spaventai, credevo fosse un malvivente pronto a derubarmi, ma quando sentii il suo odore capii che era Nena. Era ritornata indietro per me.
- Non ce la faccio, Jin. -
Mi girai di scatto e la presi in braccio, permettendo alle sue gambe di stringersi intorno alla mia vita.
- Ehi, perché stai piangendo? - le feci un sorriso perché mi accorsi che aveva le guance rigate dalle lacrime e mi si strinse il cuore nel petto.
Nessuno mai avrebbe avuto il permesso di farla piangere, a parte me ma per la gioia.
Nena mi guardò negli occhi e mi sorrise.
- Sono lacrime di gioia, idiota. -
Okay, forse non riuscivo ancora a comprendere il meccanismo delle emozioni di una donna. Scossi la testa, divertito.
- Perché sei di nuovo qui? Si gela e tu stai tremando. -
Lei scese dal mio corpo e si sistemò la felpa pesante.
- Okay, forse me ne andrò all'inferno dopo questo, ma voglio dirtelo. - si morse il labbro inferiore ed io provai l'impulso di sbatterla contro la macchina e baciarla fino a perdere il fiato. Era così bella quando l'indecisione prendeva possesso del suo bel volto.
- Ero in ascensore e ho pensato di non voler restare da sola nel mio letto. Beatrice ha Yoongi ed io adesso ho te. Se mi prometti che terrai le mani a posto e ti comporterai bene, ti faccio restare. -
Credo che la mascella mi arrivò a terra. Nena era davvero disposta a fare un viaggio all'inferno per me.
Cazzo, stavo per impazzire. Quella donna mi avrebbe portato al manicomio con un solo sguardo.
- Nena, sei sicura? Non voglio che tu cambi per me, tu mi piaci così come sei. Se hai paura che io possa fare qualcosa di sbagliato questa notte, ti assicuro che non accadrà. Ho fatto un voto di castità quando ho capito che volevo te, sono disposto a rinunciare al sesso per starti vicino fino a quando non sarai pronta, fino a quando non saremo pronti entrambi. Quindi sarò sincero, sto impazzendo, voglio salire e strapparti tutti i vestiti ma voglio anche fare il bravo e dormire accanto a te senza far nulla che possa ferirti o farti allontanare. E sono anche felicissimo che tu sia qui, ma si sta gelando e non voglio che ti ammali. Quindi ti prenderò di peso e ti porterò sopra, poi ti darò un bacio dolce e aspetterò che tu ti addormenti per poi andarmene. Non voglio che tu faccia niente di insensato o istintivo. Devi rimanere nei tuoi binari, Nena. Io ho bisogno che tu lo faccia per me, perché sto sul serio cercando di essere un buon ragazzo per te. -
- Sei unico, Kim Seokjin. -
Nena si alzò sulle punte dei piedi mentre la sua bocca era in cerca della mia. Le nostre labbra si scontrarono quando chiuse gli occhi e lasciai che le nostre lingue danzassero uno di quei balli lenti, dolci e passionali. Cercai di tenere i piedi ben saldi a terra perché quel bacio era uno di quelli che avrebbe portato a molto ma molto di più.
La presi di peso in braccio e la trascinai dentro il palazzo per poi raggiungere la porta del suo appartamento. Per un attimo, un fottuto attimo, tornò il Jin peccaminoso e vorace, quello che stava per sbattere Nena sul letto e strapparle i vestiti di dosso.
La vidi boccheggiare quando la trascinai sul letto e mi infilai tra le sue gambe sopra di lei.
La stavo divorando con la bocca, le mani, i denti e gli occhi.
Il problema era che non avevo nessuna intenzione di fermarmi.
- Jin. -
Quando sentii la sua voce pronunciare il mio nome, mi fermai. La realtà mi investì come un treno e mi ritrassi subito in un angolo della stanza.
- Nena...oddio scusa. Scusa, mi dispiace. -
Il mio corpo si trascinò a terra con la schiena appiccicata al muro, in maniera che potessi sorreggermi. Mi passai furiosamente le mani tra i capelli e chiusi gli occhi, gettando fuori tutta l'aria che avevo in circolazione.
- Non volevo...- continuai a parlare confusamente, blaterando tante di quelle scuse che non sapevo più in che modo dirle. Non mi accorsi neppure che Nena mi raggiunse e si sedette accanto a me fino a quando le sue parole non mi entrarono dentro.
- È stato bellissimo, non devi scusarti di nulla. -
Ero sorpreso e anche agitato. Lei non aveva idea di che mostro stava facendo uscire fuori.
- Forse è meglio se vado via. - le dissi, cercando di non mostrarle quanto fossi spaventato. Perché quel bacio aveva significato così tanto per me che l'intensità di quelle emozioni mi avevano scombussolato tutto.
Non era stato come quelli che avevo dato fino ad ora, Nena mi stava dando molto di più. Quel bacio racchiudeva tutte le emozioni più profonde.
- No, ti prego. Non voglio che tu vai via in questo stato. Sembri così spaventato. -
- Lo sono. - le confermai chiudendo una mano a coppa sulla sua guancia.
- Resta. -
E così feci, ma solo fino a quando Nena non prese sonno e si addormentò tanto profondamente da non sentire neppure i miei passi quando lasciai la sua stanza.
Dovevo mettere in gabbia quel mostro che era uscito fuori per un attimo, dovevo accettarmi che sarebbe stato chiuso nella prigione della mia anima per sempre.

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