Ali di farfalla

By -cecilialewis-

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[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, e... More

Epilogo
1- Un gioco di cuori
2- Il vetro, il muro e il grido
3- Il Burnett
4- Sul posto di lavoro
5- La galanteria deforme e il battagliero coraggio
6- Per te e per me
7- Comandato dai tuoi fili
8- Morisot nell'inchiostro
9- La lista dei difetti e il gioco delle fiamme
10- Game, set and match
11- Gli intoccabili
12- Un angelo tra le campanule e i papaveri
13- La sua bugia
14- Alle porte del sogno
15- Ciò che non sono riuscita a dire, quello che mi fai provare
16- Le bugie, il gioco di squadra e il portafortuna
17- Adolescenza di promesse infrante
18- A due passi da te
19- Il mio posto nel mondo
20- I figli della giustizia
21- Su di un ripido pendio
22- Nuovi abiti
23- Il protettore del South Side
24- La festa di paese
25- Farfalle in barattoli di vetro
26- L'intimità di brevi attimi
27- Una giornata al mare
28- Seducimi, portami a ballare
29- Il lupo di carta
30- Il carnefice
32- Vicinanza e distacco
33- Vento di novità
34- Sabbie mobili
35- Chicchi di grano
36- L'allibratore
37- Tra i dipinti al museo
38- Alhena
39- L'ombra di un ricordo
40- Follia d'amore ed un cuore di pettirosso
41- Barbablù
42- Malinconico dolore
43- Un gioco pericoloso
44- Bambino arrogante e timido, dall'animo nobile
45- La voce e la speranza delle donne forti
46- Vecchi e nuovi scenari
47- Il volo
48- La sfida
49- La vittoria
50- La luna e il marinaio
51- Torturatore di un'anima in gabbia
52- Dolci sorprese e soffici nuvole
53- Denti e sangue di lupo
54- Verità a galla
55- Salvatelo, salvateci
56-Una lezione da impartire
57- La piccola Violet
58- Ritorno alle origini
59- Fairy
60- Miele sulle labbra, l'audacia
61- Vantaggiose alleanze
62- Impresso sulla pelle
63- Tra le braccia del conforto: desidero, voglio e temo
64- Riprenderò la corona
65- Pesi inutili
66- Un segreto nel firmamento
67- Il mulino al tramonto
68- Déjà vu
69- Cantico di libertà
70- Calore di casa
71- La notte di San Lorenzo
72- Strategie
73- Il matrimonio
74- L'abito bianco e le sue rose rosse
75- Provocazione e dolore
76- Preziosi consigli
77- Salvami da me
78- In terra promessa
79- Non ti muovere
80- I creatori della sorte
81- Le lacrime di un ladro
82- Minacce e supestizioni
83- Antagonisti infelici
84- Calore e gelo
85- Piccola fata
86- Sei vuota, non più interessante
87- La morte e la nascita dell'angelo
88- La cosa più grande
89- La forza dei soldati innamorati
90- L'angelo dalle ali di ferro e l'uomo della polvere
91- Il nostro ritorno
92- Le lacrime in un video
93- Baci nel buio
94- Anime affini e il loro coraggio
95- Noi
Ringraziamenti
Spin off

31- Il trattamento e la sua cura: felicità gratuita

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By -cecilialewis-

P.O.V.
Nicole

Apprendere un mestiere significa compiere i gesti velocemente e con precisione, nonostante in testa ti regni sovrana la distrazione.

Se solo la signora Nora sapesse quest'immancabile verità, o si rendesse parte della mia mentale confusione fuggirebbe a gambe levate da questo salone per correre dalla vecchia megera di Penelope, che tanto ama farmi concorrenza in fondo alla strada.

Ormai nei suoi sessant'anni quasi le consiglierei la pensione, ma probabilmente fare la parrucchiera è proprio questo per lei, la pensione, trovandosi spesso a chiacchera con le vecchie clienti dei fatti che si svolgono in paese. Inizialmente parlare si era rivelato un peso per me, non troppo loquace con gli estranei, ma parliamo di un'altra vita e ormai sono trascorsi anni ... è divenuta un'abitudine chiedere delle condizioni dei troppo amati, e venerati, figli alle mie buone clienti, alternandoli alle volte con i consigli in cucina o con i buoni pasto della spesa. Cadere nei pettegolezzi delle fedeli, dopo la Messa in chiesa la domenica, vuol dire invece cadere in un vortice nero senza via d'uscita. Molte volte prego, affinché qualcuno me ne scampi, ma deve essere la mia condanna nel non identificarmi in alcuna religione: sembrano volermi dire, dall'alto, chiunque ci sia, che questo ho scelto e questo mi tengo, clienti e pensieri personali, io non credo in loro e loro non credono in me. Se ancora sopravvivono gli dei classici possiamo definire la mia vita come una continua gara tra me e i fulmini che mi colpiscono in saette dall'alto, frecce di imprevisti e problemi, pronti ad affliggermi essendo la sola sprovvista di ombrello o adeguate protezioni.

E i problemi citati? Cosa coinvolgono? Vari ambiti. Il lavoro, principalmente i soldi che vengono sempre a mancare al termine del mese, le relazioni personali, dalle quali scappo non volendo rendere la mia vita succulento cibo del gossip cittadino, e l'amore, accidenti all'amore. Che cosa provo per lui? Profondo odio. Odio l'amore. Odio quelle maledette farfalle nello stomaco e odio la vetrata che offre il confine sulla strada. Odio l'insegna di questo salone, stampata sopra, che non mi ha permesso di vedere dove siano arrivate le labbra di Joseph in vicinanza alla guancia di Gloria. Gloria. Stupida italiana. Stupido lui. Stupida me che ci penso, e stupido paesino composto da sole tre strade. Si può realmente vivere in una cittadina del genere? Dove i ruoli, i negozi, i ristornati, vengono spartiti in tre grosse fila di linee parallele, sfortunatamente troppo comunicanti tra loro per il mio benessere mentale? Parliamo delle stradine commerciali, le case alle volte hanno la loro privacy, ma non troppa, vivendo tutti quanti in enormi edifici da più piani, nei quali la vita viene gestita al pari di un convegno cittadino.

Non so perché Joseph continui a girarle attorno, o quando, tanto meno, sia arrivato a parlarle. Ovviamente entrambi la conoscevamo, avendoci fatto la scuola insieme. Ironia della sorte, mentre Megan era in classe con Caleb e Ian, io ero destinata a dividere il banco con Joseph, e la classe con le sue spasimanti. Alle spalle avevo Celine e da un lato Andrew, ma niente Nicolas o Kevin, loro erano più grandi.

Andrew ... il più distante del gruppo. Se solo parlassi con lui dei miei problemi non capirebbe niente. Sta con noi molto raramente, e a eccezione di Joseph che lo considera il suo migliore amico gli altri con lui hanno legato poco, oltre la mia eccezione, ma ovviamente in ogni gruppo numeroso come il nostro c'è un componente che tende all'essere assente, seppure alle volte presente. Niente di nuovo. Costruisce la sua vita a parte, trascorrendo solitamente le sue giornate con Joseph, alle volte con Ian. Non posso usarlo però per sapere cosa il primo dei due pensi.

<Ecco fatto, signora Nora, il suo nuovo taglio! Come nuova>, commento, privandola della mantella intorno al collo con un gesto degno del miglior mago o artista, ed è la sua sorpresa la vera magia. Il chiacchiericcio e l'odiato gossip nel quale si era persa, coinvolta dai due avvolti che l'hanno, in attesa della mia attenzione, imprigionata nella loro trappola, braccandola dai due lati, e deviata lungo un'altra strada, era stato quanto bastava per distoglierle l'attenzione, e non far caso al suo riflesso, costantemente postole dinanzi. Meglio per me. Raccolgo la sua allegria a piene mani.

<Ragazza mia ... tu hai un dono. Guardami, sono appena ringiovanita di dieci anni!>, commenta ridendo, e io sorrido alla sua riflessione afferrando da un angolo della stanza scopa e paletta, per pulire a gesti veloci il risultato della sua rinascita.

<Non dica sciocchezze, ha dei capelli splendidi di suo>

<Ascolta la ragazza, Nora, hai proprio un bel viso e ottimi capelli! Il colore è ancora naturale?>, domanda una delle due arpie, che ormai non mi proibisco di chiamare tali, nonostante i buoni propositi.

C'è un motivo semplice per cui faccio la parrucchiera. Lo stesso motivo che ha spinto, oserei dire, Megan a scegliere il lavoro di fioraia.

Lasciare a qualcun altro il compito di prendersi cura di te diminuisce la depressione, scaccia il malumore, ti fa apparire più bella. Quando mamma tornava da lavoro, nonostante fossi piccola, vendendo l'espressione del suo viso correvo in bagno ad afferrare fono e bigodini, dilettandomi in acconciature sempre migliori, fino ad essere perfette. Ricordo la sua risata, vedendomi così indaffarata, ricordo quanto riuscivo a farla felice, e come un po' della polvere di questo posto le si togliesse di dosso mentre sua figlia si prendeva cura di lei, e la curava con la sola medicina dell'amore. Ed è questo che ho continuato a fare. Continuo a curare le persone, stanche dopo una giornata di lavoro, visibilmente abbattute mentre percorrono la strada di casa, oppure donne in pensione o semplici casalinghe disoccupate oltre gli orari stabili da pranzi e cene, e la cosa rende felice pure me. Mi fa credere di essere in un'altra città, in un nuovo posto, libero dai problemi e dai timori, pieno di armonia in cui si tira avanti felici, giorno dopo giorno.

Questo posto in realtà c'è, esiste, ed è nelle fondamenta del South Side, ma questi edifici hanno nascosto la ricchezza che abbiamo sotto i piedi, ci hanno oscurato la vista e ingrigito l'anima, quindi perché non portarla alla luce con un semplice taglio? Qualche mossa, qualche chiacchera, qualche danza. Preservo ricordi felici di questo salone, io, Celin e Megan che balliamo insieme con i foni accesi servendo rispettivamente le tre clienti di vecchia data, nostre amiche, ovviamente di alta età e attive cittadine del posto, sorridenti visi di fronte alla nostra gioia.

Per questo motivo, dopo il litigio con Caleb, ho spinto Megan a tagliarsi i capelli, un taglio drastico data la precedente lunghezza.

Aveva bisogno di un cambiamento, e di sentirsi un po' coccolata dalla sua amica, e non posso non dire di non aver fatto bene. Poi Megan è bella con tutto, è bella senza il trucco che quasi mai mette perché costa troppo, senza rossetto che la fa apparire volgare citandola, con una felpa enorme e delle scarpe sfatte mentre butta fuori la spazzatura fuori casa. E' bella perché è forte. E' bella perché sorride. E sono fiera di essere stata parte del suo sorriso, ho sempre spinto io per manifestarlo, e adesso, mentre mi occupo di una delle due cornacchie, tenendo ancora in sala la signora Nora per non interromperle l'animata conversazione e l'altra, non posso non pensare a quello che sarà.

Non posso non ricordare il modo con cui la mia amica mi aveva fissato, parlando di Caleb. Della prima volta in cui avevano fatto l'amore, ricordando ciò che lui aveva detto. Non posso scordarmi l'espressione che ho trovato in volto al mio amico, mentre le andava in contro al lavoro ... non posso non chiedermi che cosa accadrà. Che conseguenze questo comporti. Che dolore aggiunga al nostro inestimabile gruppo. Che cosa proverà Ian ... avevo sempre creduto e dato speranza all'amore di Caleb, patito nel suo silenzio, difficile da essere espresso a parole, passionale quanto tormentato e non avevo esitato un attimo nel credere al suo buon nome ... ma se penso a Ian, se penso a Ian, al ragazzo che sta loro vicino, a quel cuore puro, a quel ragazzo sorridente ... è la prima volta che potrei trovarmi ad assistere a un sorriso rotto e alla fine di un'impagabile felicità. Che cosa accadrà a Ian? Che cosa accadrà, a Megan, subito dopo Ian? Cosa proverà la mia amica? E' certa di ciò che pensa? E' veramente Caleb l'uomo con cui è destinata a dividere il cuore?

Ho paura che la risposta possa essere no, ho paura di poter capire alle volte troppo la mia migliore amica. Ho paura che la perfezione di Ian la spaventi, portandola a mettere delle distanze. Spero che non sia così. Spero che sia vero ciò che sia lei che Caleb provano, perché se lo meritano, e forse Ian può essere il migliore in grado di capirlo, per quanto ne possa soffrire. Lui, il suo animo nobile, a cui tutti ci affidiamo in termini di giustizia e sincerità ... lo stiamo troppo sfruttando, stiamo davvero arrivando a ferirlo? Che cosa siamo? L'amore non si comanda perché è ingestibile, e rende le persone diverse da loro stesse, fa quasi paura. Io ho paura di ciò che Ian può arrivare a fare, provare, in una situazione tanto di stallo, essendo senza lavoro e senza appoggio, basandosi solo di Megan come caposaldo.

Vivendo la loro amicizia, alle volte con distanza, ho sempre sperato che uno di loro prendesse le distanze, ed ero arrivata a sospirare di sollievo vedendo Caleb, quella mina vagante, farlo per primo, ma mi era sbagliata alla grande, perché mai quel ragazzo aveva preso le distanze: lui continuava ad amarla, da lontano, e se possibile assistere a questa scelta era ancora più straziante di prima. Avevo sperato in Ian, nel suo carattere intraprendente ... ma mai era stato d'aiuto, perché le fila di un'impagabile amicizia e di un tormentato amore li avevano stretti gli uni agli altri, in una sentenza di condanna. E non c'è rapporto che si salvi. Non c'è Caleb e Ian che possano uscirne indenni nella loro amicizia, nonostante so che ci credano. Non c'è Ian e Megan se lei confessa ciò che prova per Caleb. Non c'è più Caleb, in tutta questa storia, se la situazione si rivela diversa. Chi di loro può realmente reggere il colpo? Chi tra di loro è il più forte per farlo?

Ho paura per la mia amica. Per la mia fragile e indifesa amica. Per questo la preoccupazione della giornata, accantonato il pensiero per Joseph per rivolgersi completamente a lei mi aveva spinto a spiare più volte oltre il vetro a tutta parete dell'ingresso il profilo della strada, certa di vederla passare, obbligatoriamente, per andare a lavoro, ma ancora non si era fatta viva, segno del suo cambiamento con gli orari, al quale non posso stare dietro troppo. Meg ha una vita frenetica, forse più di tutti noi, ed è impossibile starle troppo dietro.

Il prima possibile dovrò fermarmi con lei e parlare, sapere come è stata quella giornata al mare della quale mi aveva accennato, e scoprire se nei suoi occhi regna ancora indomabile il sorriso che aveva da bambina. In quel caso non avrà bisogno di me, dei miei trucchi e dei miei stratagemmi, perché sarà benissimo in grado di rialzarsi da sola. Ho solo bisogno che mi convinca. Ho solo bisogno della sua sicurezza, ancora una volta.

Maledetta distrazione e maledetti buoni propositi. Siete la mia condanna. Gli occhi miei impagabili traditori. Le mani ... le peggiori di tutti quanti.

Con immancabile precisione ho lasciato che il nuovo ospite si accomodasse, essendo stata pronta con le altre due signore e avendo ricevuto il loro ringraziamento sotto forma di paga e di un'ingestibile discorso del quale non ho seguito le fila, per cui mi sono mossa senza pensare, con consumata abitudine. Ho preso un asciugamano, il set per tagliare e scorciare le punte dei capelli, una spazzola e quanto necessario per una prima sistemata al seguito di uno shampoo fatto senza pensare, e vorrei uccidermi una volta per tutte.

Trovandomi a tagliare mi sono scontrata con la verità ... e non è una signora quella che sto servendo probabilmente da un quarto d'ora a questa parte.

Con le mani sollevate, pronte ad operare e munite di forbici da una parte, pettine nell'altra, mi accorgo dell'errore, scontrandomi con dei corti e bagnati capelli marrone chiaro, una nuca accuratamente rasata da uomo, spalle larghe e un tatuaggio che conosco fin troppo bene e che fa capolino dal colletto della maglia.

Sobbalzo e sollevo gli occhi, precipitando nei suoi all'interno dello specchio, malvagio incantesimo, troppo debole però a confronto con il suo divertito sorrido.

Odio tutto questo.

Odio le mie abitudini e l'averlo fatto entrare.

Sorrido falsamente e in maniera esagerata, gesto che lo fa sorride con ancora più insistenza, e recupero l'aplomb ideale per sottostare a questa tortura ... o sottrarcisi elegantemente.

<Da quanto sei qui?>

<Saranno passati dieci minuti da quando mi hai fatto accomodare>

<Hai cambiato sesso senza dirci niente, per caso? Volevi sapere come si sta sull'altra sponda? E' un centro per donne, Nicolas, donne, quindi non posso tagliarti i capelli, devi andare dal barbiere, lo sai, fa un prezzo speciale oggi>

<Allora posso rifare lo shampoo? Mi è piaciuto quando mi hai fatto passare le mani tra i capelli, era da un po' che non accadeva>

Arrossisco di colpo, pensando ai momenti in cui glieli tiravo.

<Ho delle forbici in mano molto appuntite, e non ho paura di usarle>

<Intendi le forbici di tua nonna?>

<Esatto proprio queste> Le avevo ereditate dopo la sua morte. Anche lei era parrucchiera. Ma prima ancora sarta, come la mamma. Queste fedeli amiche hanno assistito a entrambi i ruoli, e c'è da dire che sono affilate, per la sua gola troppo scoperta ...

<Si può sapere che vuoi?>

<Passavo di qua, stavo andando al mercato quando ti ho vista assorta nei tuoi pensieri, camminando per strada. La signora Nora parlava con le altre due che erano qui prima, e tu non eri partecipe, sorridevi gentile facendole credere di esserci ma eri assorta dai tuoi problemi. Vuoi dirmi quali?>

<Ottima deduzione, ma no, grazie, non ci penso nemmeno>

<Allora provo io? Direi che me la gioco con una sola parola>

<Sei senza paura>

<Joseph>

<Cosa vorrebbe dire?>

<A te piace>

<Quindi?>

<Quindi? Nemmeno lo neghi?>, ride. Mi rendo conto del mio errore, ma non è troppo tardi per correre ai ripari.

<Quindi cosa vuoi dire? Dove vuoi arrivare con questo assurdo discorso? Sei entrato qui per un motivo no?>

<Direi per la coda alta che hai fatto stamattina ... mi piace quando ti lascia scoperto il collo, anzi ci vado pazzo, e lo sai>

<Nicolas ... vai al punto>

<Jospeh esce con Gloria, devi averlo notato>

<Posso averci fatto caso>

<E tu sei gelosa di lei da morire>

<Cosa dici? Non è nemmeno bella>

<E' italiana>

<E quindi?>

<Ha un fascino particolare>

<Fai sul serio?>

<Ma non quanto te>

<Nicolas ... non sono in questo salone per farmi adulare. Tra poco arriveranno dei clienti, devo lavorare>

<Ho una proposta da farti. Esci con me, così da vedere se Joseph si ingelosisce>

<Questi giochi non mi piacciono>

<Non è niente di serio, no? E poi eri più che pronta a farlo con Paul, non credere che non lo sappia, io conosco ogni cosa della tua vita>

<Te lo ha detto Megan?>

<Quel cameriere tutto d'un pezzo non è sufficiente a soddisfre una donna come te ... o far ingelosire Joseph. Io, d'altra parte, avendo avuto un passato con te posso riuscirci>

<Dio me ne scampi, ti prego, privami dei ricordi>

<Quale Dio se nemmeno preghi?>

<Questo lo so ma spero che qualche divinità mi privi di te!>, urlo frustrata per tutto quello che può arrivare a conoscere, per cui non lo sopporto.

<E come faresti allora? Ti saresti privata dell'unico uomo sulla faccia della terra che ti permetterebbe di raggiungere i tuoi scopi>

<Mi fai sentire viscida così>

<Lo sei mentre lo fissi dietro questo vetro. Non credere che non lo sappia. Conosco quello che ti passa per la testa, la gelosia ti rende un'impossibile canaglia>

<Ne è passata di acqua sotto i ponti, Nicolas, se credi che questo stratagemma possa portarci ad avvicinarci di nuovo ti sbagli. Non voglio niente del genere. Già mi è bastato quello che abbiamo avuto, non voglio altro o tantomeno riviverlo di nuovo>

<Tranquilla, nanerottola, lo faccio solo in nome dell'amicizia che ci lega come segno di pace>, mi dice, seppure usa il soprannome con cui mi chiamava quando stavamo insieme. Sollevo un sopracciglio, decisa a non credergli.

Se da sempre lui mi conosce tanto bene, posso dire per certo di non poter fare lo stesso.

Nicolas è sempre stato un enigma, ed io la persona meno indicata per capirlo. Alle volte era sfrontato, altre invece incredibilmente tenero, specie dopo aver fatto l'amore, e non ho mai capito quale dei due in particolare fosse. Mi facevano paura, per motivi diversi, entrambi. L'arrogante lo manifestava ai miei occhi come lo stronzo inavvicinabile con cui non avrei mai voluto avere a che fare, mentre invece il timido me lo mostrava essere troppo, per una come me, mi faceva capire che forse, un uomo del genere non avrei mai potuto realmente averlo, perché non lo meritavo. Ad ogni modo non eravamo corretti. Era difficile starci dietro. Lo avevo considerato un'avventura, ma da quel tempo, a questa parte, mi viene da pensare che per lui non sia così.

Che basti questo piccolo stratagemma a mettere finalmente un punto alla nostra storia?

E' questo che realmente cerca?

Non posso saperlo se non glielo offro, se non oso dimostrandomi anche più caparbia di lui se lo voglio, e per una volta voglio essere, almeno per uno dei due lati, alla sua altezza, perché l'amicizia che abbiamo, o questa sottospecie di rapporto che ci fa gridare contro, mi prima dell'imbarazzo nel quale annegherei se adesso fossimo altro, se arrivassi a pensare, dopo averlo baciato, di non poter avere più di questo, non potendo afferrarlo.

Sto facendo dei discorsi senza senso, e domanda principale in cosa mi sto inserendo? E' davvero un triangolo, come quello di Megan, Ian e Caleb? Dio me ne scampi, niente di tanto intenso, ma mette comunque a disagio il pensiero che debba servirmi di Nicolas per avere Jospeh, nonostante mi trovo a pensare ... possa realmente funzionare.

<Accetto>

<Non penso di crederti>

<Accetto, Nicolas, accetto. Questa tua improvvisata ha portato i suoi frutti>

<E' così? Sul serio?>

<Lo faccio solo perché credo che Joseph conosca il rischio di vederci tornare insieme, ma nessuno oltre lui deve venire a conoscenza di noi>

<Andrew lo farà, è il suo migliore amico>

<Andrew non è mai con noi, quello che dico è che non lo deve sapere Megan principalmente, e gli altri>

<Di nuovo una strategia segreta>

<Nicolas ...>

<Megan mi ucciderà dopo lo scherzetto che le ho fatto della scommessa .... Quindi voglio la tua garanzia che non mi succederà niente, sarai tu a spiegarle, a tempo debito e semmai arriverà a scoprirlo, quello che è realmente successo. Sono venuto qui con le migliori intenzioni in nome dell'amicizia che ci lega, e tu dirai esattamente questo alla tua amica>

<Non credo molto alle tue parole, ma se tanto basta a renderti tranquillo affare fatto. Quando partiamo?>

<Quando vuoi>

<Stasera, al Brunett. Joseph non avrà Gloria con sé ... non sono sicura che Megan, Caleb e Ian veramente potranno esserci, e in caso agiremo con discrezione, quando Joseph è solo. In caso ci sia Andrew poco importa>

<Senza cuore, al Brunett? Davvero? Dove ti stavo quasi scopando anni fa prima che ci interrompessero Megan e Caleb?>

<Ti siedi ancora su quella sedia>

<E' una sedia magica>

<Tornerà ad esserlo per quello che ho in mente>

<Ricordami di non farti mai ingelosire, nanerottola>

<Non corri più questo rischio, caro>

E a sugello del nostro accordo chiudo e apro le forbici in un colpo per sfogare l'entusiasmo, per poi avvicinarmi alla sua testa, che ancora mi è rivolta di spalle, e la sciare il mio tocco nel suo nuovo taglio in operazioni che ci strappano dei sorrisi, a me e a lui, mentre ci lanciamo occhiate nello specchio a mezzo busto, in questo salone di paese.

____________________

Con cura rimango ferma nella mia posa a pulire i tagli di ciocche lasciate per terra, formando un'accozzaglia multicolore di sfumature, destinata al declino nel cesto della pattumiera più alto di me e eretto al mio fianco.

La musica dello stereo ancora mi accompagna i gesti, dettando un ritmo alle mosse cigolanti di un corpo già troppo stanco per la sua prima parte di mattina, e nonostante le continue interferenze e la qualità dello stereo a imporre eccessivi disagi alle canzoni, non mi arresto un attimo, anche se i movimenti sono piccoli e circostanti. Mani, braccia, gambe, tutto ondeggiante in un ritmo latino americano capace di mettermi allegria, ma forse l'ho pensato troppo presto.

Sollevo gli occhi al richiamo di un suono e precipito in quelli chiari di Ian, in piedi di fronte a me, sporto oltre il profilo dell'entrata reggendosi con una mano all'imposta del vetro e con l'altra al muro esterno, pur di non entrare nel mio luogo di pulizia.

<Ehi Ian ... ciao ...>

<Ciao Nicole, come stai?>

<Tutto bene, solo un poco indaffarata>

<Lo vedo>

<Cosa stai facendo? Stai cercando lavoro?>

<Sto per andare al cantiere a riscuotere l'ultimo mese di paga. Half deve tenerlo nel suo gabbiotto in cantiere>

<Capisco, quindi è definitivo ... hai lasciato il lavoro di tuo padre>

<Proprio così Nic, iniziava a starmi stretto>

<Ogni tanto fa bene cambiare>

<Sai dove possa essere Megan?>

Mi arresto sul colpo, indecisa su ciò che ho da dire. <No, non è ho proprio idea, non l'ho vista andare a lavoro stamani, forse le hanno cambiato il turno>

Forse è insieme a Caleb, dopo quei due giorni che hanno trascorso insieme compresa la giornata al mare.

<Capisco ...è da un po' che non riesco a trovarla>

<La mamma di Caleb è sparita per un po', è andata da dei parenti. Forse insieme si sono soffermati a vedere come stava>

<E' possibile forse, si ... posso chiederti un piacere? Se la vedi puoi dirle che la sto cercando? E' mezzogiorno ed io ho una ventina di minuti a piedi prima di raggiungere il cantiere. Se per caso è tornata a casa ed è sveglia, costretta ad andare a lavorare dille quanto ti ho detto. Per le tre possiamo trovarci io e lei sotto l'albero in cui abbiamo mangiato l'ultima volta insieme il giorno della scommessa, lei sa qual è>

<Sicuro che vada tutto bene, Ian?>

<Si, non ti preoccupare, solo ci sono dei cambiamenti di cui vorrei parlare con lei>

<Capisco ... quando vuoi puoi parlarne anche con noi, lo sai?>

<Lo so>, mi sorride, nel suo modo gentile di fare, <grazie, presto saprete tutto se avrò una conferma. Ci troviamo una sera di queste al Brunett>

<Stasera non ci sei?>

<No, stasera non riesco, riferiscile quanto ti ho detto! E grazie Nic, al solito mi salvi la vita>

<Per così poco...>, commento ma lui mi lascia un altro sorriso prima di andare via, come a dirmi che per lui non è poco affatto, perché ha bisogno di lei. Ha bisogno di parlarle, e spero che Meg faccia lo stesso. I segreti si nutrono di nuovo paure quando vengono covati troppo a lungo dentro, e diventano bombe della più pesante artiglieria una volta lanciati in aria. Spero non faccia questo sbaglio. Spero si accorga per tempo di quello che deve fare. E da parte mia spero di fare lo stesso, di non stare sbagliando, per quanto il gesto che sto per compiere sia infantile e senza senso ... ho bisogno di sapere cosa Joseph trova, così da trovarmi preparata, per qualsiasi eventualità. Per un suo rifiuto quanto per un suo speranzoso fastidio. Sono pronta a tutto e stasera scoprirò con cosa ho a che fare, e se veramente ho fatto bene a firmare un accordo con un diavolo del genere.

Solitamente si dice che i demoni gradiscano in pagamento la sua anima.

Credo che Nicolas possa accontentarsi anche di altro.

L'alternativa mi procura maggiore paura.

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