Non é possibile che tutto questo sia reale. Ho passato l'ultima ora sdraiata sul letto, cercando di trovare qualcosa su internet con il telefono, a proposito di quel maledetto Camp; e le uniche cose che ho trovato sono assolutamente insulse.
Come aveva detto mamma, si chiama Challenge Camp; e ora so il motivo principale. In quel luogo, sperduto nel nulla, faremo tre mesi di sfide. Due o piú squadre e diverse prove fisiche o mentali due volte a settimana, per l'intera giornata.
Non può essere possibile.
Se la voglia di allontanarmi da qui era sotto zero; ora è proprio con i fossili.
"Mamma!"
Mi limito ad urlare, unendo le mani davanti alla bocca per farmi sentire meglio. Non ho voglia di scendere al piano di sotto, ma probabilmente dovrò farlo.
"Rikki hai due gambe, scendi una buona volta da quella benedetta stanza"
Infatti, lo sapevo.
Svogliatamente scendo dal letto stiracchiandomi.
La scuola è finita da sole quattro ore e mi piace già ora l'aroma fresco dell'estate, anche se, pensandoci bene, ora non ho piú molta voglia di vivere la mia vacanza. Tutti i piani che avevo sono andati in fumo con una frase. Questo semplicemente è del tutto ingiusto.
"Mamma, supponiamo..."
Tento di dire mentre la raggiungo in salotto.
"Rikki non supponiamo assolutamente niente. Andrai in quel Camp, e vedrai che ti divertirai."
"E vedrai che ti divertirai. Si, come no"
Sussurro fra me e me facendo roteare gli occhi al cielo. Perchè quello che dicono i genitori deve essere legge? Come fa a sapere se mi divertirò oppure no?
"Rikki ti sento"
Inizio a pensare veramente che tutte le mamme abbiamo dei super-poteri. Come è possibile che abbia sentito? É scientificamente impossibile; anche se non mi intendo per nulla di scienze.
"Ma se supponessimo che io facessi tutte le faccende domestiche?"
Tutte le faccende domestiche? Ma cosa mi salta per la testa? A quanto pare sono più disperata di quanto io voglia mai ammettere.
"Bel tentativo; ma andrai a quel Camp non appena la tua punizione sarà finita"
"Punizione? Quale punizione?"
So di cosa sta parlando; ma speravo se ne fosse dimenticata. Al giorno d'oggi tutti si dimenticano di qualcosa e lei invece no, si ricorda perfettamente e limpidamente di qualsiasi cosa mi riguardi. Potrei definirla un'agenda umana.
"Rikki non uscirai da quella porta per ancora otto giorni"
Dice indicando la porta d'entrata.
"Ma man mano che si va avanti con l'età la memoria non dovrebbe essere sempre meno limpida? Perchè la tua, nonostante l'età, è così maledettamente precisa?"
Dovrei davvero imparare a pensare prima di pronunciare anche solo una sillaba; ma è davvero più facile a dirsi che a farsi. Possibile che mi debba sempre cacciare in questi guai assurdi?
"Signorina! Mi sta per caso dando della vecchia?"
Ecco appunto.
Sorrido leggermente cercando di sembrare un'innocente ragazza di 17 anni, cosa che non sono assolutamente.
"Oh mamma, non senti il mio cellulare suonare? Devo andare a rispondere, l'ho dimenticato in camera!"
Pessima scusa, assolutamente pessima.
"Rikki"
"Non lo senti? Probabilmente mi devo affrettare"
Mi dirigo verso le scale abbastanza velocemente, sperando di risultare credibile il minimo indispensabile per non farla arrabbiare maggiormente per quello che ho detto. Alla fine, se si parla fin troppo velocemente si impara anche ad inventarsi delle scuse; il problema è che a volte sono semplicemente cazzate che non stanno in piedi.
"Rikki hai il telefono nella tasca dei Jeans"
Merda.
Ecco perchè mi suonava come scusa del cazzo.
"Torna qui signorina"
Mi servirebbero uno o due rotoli di nastro adesivo, probabilmente sarebbero molto utili a frenare tutte le mie parole buttate al vento.
"Rikki devi imparare a controllarti. Non puoi dire tutto quello che ti passa per la testa"
É la milionesima volta che me lo dicono; ma alla fine io sono fatta così. Cambiare sarebbe bello si, ma non sarei io. Forse non è una delle mie migliori qualità, ma mi ha sempre permesso di dire qualsiasi cosa senza farmi influenzare dagli altri.
"Hai ragione. Ora posso andare in camera mia?"
A volte la scappatoia migliore è semplicissima. Sorridere ed annuire.
Devo cercare di sembrare un'angioletto. Piú ci penso piú sono sicura del fatto che questo non accadrà mai e poi mai.
"Chissà perchè penso che queste mie parole ti siano entrate da un orecchio e siano uscite dall'altro con la stessa velocità con cui hai l'abitudine di esprimere la tua opinione"
Effettivamente mi conosce bene, veramente bene.
Mi avvicino a divano sul quale è seduta. Anche se potrebbe sembrare assurdo io e lei siamo davvero gli opposti; ma quando si parla di lettura, e di libri, possiamo dire di capirci. Ama leggere e quando ha un po' tempo libero lo fa sempre sul divano con un bel bicchiere di succo all'arancia.
Le do un bacio sulla guancia per poi avviarmi nuovamente verso camera mia, evitando di rispondere alla sua affermazione.
"Ti voglio bene"
Dico con fare civettuolo, evitando di aggiungere altro di qui potrei pentirmi.
Ormai sono alla fine delle scale, ma sono sicura che sta borbottando qualcosa sul fatto che sono incorreggibile.
Che poi non è del tutto vero; forse un pochino, ma non molto. Ma chi voglio prendere in giro? So anche io stessa che è assolutamente vero.
Non appena metto piede nella mia stanza il cellulare comincia a vibrarmi nella tasca.
Quando si dice tempismo perfetto.
Perchè ho sempre questa sfiga assurda? Non poteva suonare prima? No, deve sempre suonare quando non serve a niente o quando è meno opportuno. Perchè questa è la vita e la vita è solamente un grandissimo casino regolato da eventi inaspettati.
Non guardo nemmeno il nome che appare sullo schermo; rispondo e basta.
"Chi rompe?"
"Ciao anche a te Ribelle"
Jackie.
Solo lei mi chiama con quel nomignolo orrendo che peró effettivamente mi rappresenta.
"Jay non.."
La mia voce viene sovrastata dalla sua fin troppo alta, prima che riesca a finire la frase. E poi dicono a me che non ascolto mai e parlo troppo velocemente.
"Si si come vuoi Ribelle, adesso ascoltami attentamente"
Una cazzata. Sarà sicuramente una cazzata, conoscendola.
"Vai, parla"
"Devi immediatamente venire qui. Ho bisogno di te"
"Bella questa! Non ricordi che sono segregata in casa?"
Se mi beccassero non so cosa potrebbe accadere; e sinceramente questa volta non voglio proprio scoprirlo.
"Cosa sentono le mie orecchie? Rikki Rivas che ascolta quello che le viene detto?"
"Jay non scherzo. Questa volta non vengo! Se mi beccano sono nei guai, piú di quanto non sia già"
Non esiste che vada da lei. Abita a solo un isolato da qui; ma basterebbe anche quello per farmi scoprire, e quindi, passare il resto dei mie giorni rinchiusa in casa. Sarebbe una morte orrenda. Lenta e dolorosa.
"Vorrà dire che allora saró libera di dire cos'hai combinato mercoledì scorso"
Cantilena con voce allegra, facendomi pensare a quanto sia bastarda quando fa così. Probabilmente è proprio per questo che le voglio bene, ma indipendentemente da ciò rimane sempre una bastarda.
"Non oseresti"
"Scommettiamo Ribelle?"
Perchè mi devo sempre mettere nei guai?
Non capisco, probabilmente sono una calamita per queste cose.
D'altronde ci sono solo due possibilità:
O me le cerco, o sono loro che cercano me. Forse ha piú senso la prima opzione ma questi sono solamente punti di vista.
"Ti odio! Ti odio con tutta me stessa"
"Anche io ti amo! Sbrigati che è di vitale importanza"
Dice velocemente per poi riattaccare.
Non oso immaginare quale sia questa questione di vitale importanza; e non voglio nemmeno pensarci.
Perchè ho una migliore amica del genere?
Perchè non puó essere dolce, riservata e meno rompi palle?
L'unica cosa che devo fare in questo momento è trovare una via d'uscita da questa casa, ma sembra la cosa più difficile che esista su questa terra.
Porta principale? Assolutamente no. Sarebbe come dire eccomi qui venite a prendermi
Porta sul retro? No, fa troppo rumore quando si cerca di aprirla.
Porta della camera di Jason? No, che schifo, non ci entro nemmeno morta. Mai entrare nella tana dell'orso se non si vuole morire intossicati.
Mi guardo intorno per trovare una scappatoia e sorrido non appena mi viene un'idea.
Mi avvicino alla mia via di fuga, sperando di non ammazzarmi.
Non devo varcare la porta d'entrata per altri otto giorni, giusto? Quindi tecnicamente non sto disubbidendo a nessuno.
Mi faccio il segno della croce prima di iniziare a scendere dal balcone. Fortunatamente la mia stanza, come quella dei miei genitori, ha un piccolo balcone vicino al quale c'è la scala antincendio. Questa è solo fortuna ma naturalmente deve esserci qualcosa che rovina tutto; altrimenti non sarebbe la vita. Il problema è che questa scala ormai ha una ventina d'anni e non sono sicura che sorregga il mio peso.
A quanto pare non mi rendo conto di quello che sto facendo. Mi sto cacciando in un guaio più grande di me.
Mentre scendo gli scalini sgangherati, mi guardo un'attimo intorno, per vedere se c'è qualcuno che possa vedermi, e basta questo per farmi distrarre e farmi appoggiare male un piede. Visto il mio eccezionale equilibrio; alcuni secondi dopo mi ritrovo letteralmente immersa in un mare di foglie verdi. Se papà scopre che sono stata io a distruggere i suoi amati cespugli, con la mia delicatezza da elefante, è la volta buona che mi strozza a mani nude. Li ho sempre definiti inutili; ma ora non ho mai amato tanto una cosa. Oltre ad avermi salvato il culo ed aver impedito che facessi un rumore tremendo, facendo uscire mia mamma, hanno attutito la caduta; che per mia fortuna non è stata molto alta visto che mi mancavano solamente altri due paia di scalini.
Sbuffo e ridacchio, ripensando a quello che sto facendo. Sono in punizione, eppure ho il coraggio di fare una cosa del genere probabilmente per una cazzata, anche se prego che non sia così, e come finale mi stavo solo per ammazzare. Tutto quello che farebbe una normalissima ragazza il primo giorno di vacanza.
Ma chi cazzo me l'ha fatto fare?
-Piccolo spazio per voi-
Non so veramente come ringraziarvi. Non esiste un aggettivo per descrivervi; e anche se esistesse sarebbe troppo poco. Grazie mille a tutte, mi avete riempito il cuore di gioia. Vi dico solo che potete chiedermi di tutto. Se non capite qualche passaggio della storia, o semplicemente volete conoscermi sono a vostra disposizione. Ho deciso di dedicare un capito ad ognuna di voi per farvi capire quanto siete importanti; e nulla, spero vi piaccia e scusatemi per gli errori (potete correggermi se volete, non mi offendo, anzi).