Una canzone che non so | Gazz...

By st133a

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🌕 Che ti ricordi di me, lo so Ma solo quando non ti calcolo 🌕Che ti innamori di me però Soltanto quando non... More

Vaffanculo
Il Solito Vizio
Fagiolini
Mori
Pizza
Quella te
Non è come sembra
Le cose che si sentono in giro
Voglia di drink e di venerdì
Risvegli
La vita è così buona, se resti tra le mie lenzuola
Oh, ma che c'hai?
Verità (pt.1)
Verità (pt.2)
Confessione
Sala Prove
E che ne sanno gli altri
Notizie
Fuori
mi manchi sai, tutto quello che non dico mai
Quando bevo senza te
Gli occhi nostri mescolarsi e diventare gialli
Una canzone che non so

Ma Sei Tu?

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By st133a

Ore 18.00

dopo che i miei amici sono andati via ho deciso di riposarmi un po', ma forse sono andata troppo oltre l'"un po'" stabilito ed è arrivato così in fretta il momento di prepararmi per l'incontro con Flavio, che poi: devo vedermi solo con lui anche se suonerò con tutta la band.

Mi alzo di scatto dal divano dove stavo guardando netflix, vedo che l'episodio della serie che stavo vedendo era terminato ma io ricordavo di aver visto circa i primi cinque minuti. Succede sempre: mi sdraio, accendo la tv, netflix e parte l'episodio, chiudo gli occhi ed è la serie a guardare me.

Tolgo netflix e faccio partire spotify alla tv, musica, ovviamente gazzelle, che non si dicesse che non mi stavo preparando per incontrarlo.

Prendo tutti i vestiti e li porto in bagno, per la serata ho scelto una tuta intera, nera, a pantaloncino, date le alte temperature che si riscontrano ancora a settembre. Opto per un paio di sneakers bianche, le metto in ogni occasione, dato che voglio essere comoda e soprattutto me stessa.

Entro in doccia mentre canticchio quella canzone che fa

E guarda che in fondo non conta
Dov'è che tira il vento, ma ciò che porta
Che se porta bene ti porta lontano
Come una canzone
Lontano come un aeroplano

Non sono ancora molto esperta, non ricordo bene i nomi ma se non erro questa è "coprimi le spalle" una canzone molto intima ed introspettiva, ci ho anche pianto su quando la ho ascoltata per la prima volta con le cuffie in camera mia, non perché fossi triste o qualcosa del genere, ma per il testo e soprattutto per quello che comunicava la sua voce mentre cantava.

Esco dalla doccia e realizzo che ci sono stata sotto trenta minuti, era da tantissimo che non facevo una doccia così lunga, ma oggi mi ci voleva troppo; dopo essermi messa l'intimo decido di continuarmi a vestire nella stanza da letto, in quanto in bagno faceva tanto caldo.

Sento il mio telefono vibrare così lo prendo e noto che è appena arrivato un nuovo messaggio

Flavio Pardini
online

《 So che sei una donna e che ti servono due ore di anticipo per un cambio orario, ma volevo dirti che io ho terminato prima e sono libero, se ti va ci vediamo
《 facciamo un giro magari

Ed ora cosa gli dico "No scusami sono in reggiseno e mutande non posso ancora uscire" Ma alla fine di una lunga riflessione, circa trenta secondi, si lunga perché lui era ancora online ed io avevo già letto il messaggio, opto per un

Ohi Flà, Io devo finire di prepararmi se ti va passa da casa, ti allego l'indirizzo magari》

E così faccio, nel messaggio successivo gli scrivo dove abito ma lui risponde prestissimo

《 Tranquilla, caso mai mi prendi per un maniaco, manco ti conosco e già a casa tua?
《 Ahahah ci vediamo in piazza

Sorrido ma allo stesso tempo ci rimango anche male per il fatto che non sia voluto venire da me, ma rispetto la sua decisione, in fondo aveva ragione non ci conoscevamo ancora.

Finii di prepararmi e uscii di casa portando con me una borsa nera con dentro chiavi, cellulare e portafogli. Non mi truccai sempre per la questione di essere me stessa: qualcuno mi aveva detto di esserlo sempre, soprattutto al primo appuntamento, in questo caso di lavoro, con qualcuno.

Continuai diritto per la mia strada fino ad arrivare in Piazza Navona, cercai con lo sguardo il bar e lo trovai. La luce del sole cominciava a calare, erano le 19.30 e la sera si avvicinava sempre di più, il bar era diverso da quella mattina, o almeno io lo percepivo in un modo diverso.

Le luci appese al gazebo esterno si accesero ad un tratto ed io le fissavo ammaliata, ero sempre stata attratta dalle lucine soprattutto quelle decorative, non per altro il Natale era il mio periodo preferito dell'anno.

A quindici anni riempii la mia camera di lucine gialle, le misi ovunque: sui muri, sulle mensole dove tenevo i miei libri e sulla mensola che avevo sul letto, quella colma di dischi e dvd. Mia madre era sconvolta da quello che avevo fatto la sua preoccupazione era che il muro si annerisse a causa del calore, ma dopo mille preghiere decise di farmele tenere.

Anche con la poca luce del sole lui era lì, lo riconobbi, aveva gli stessi occhiali da sole della sua foto profilo di Whatsapp e quella giacca di jeans azzurra che usava sempre, o almeno credo dato che l'aveva in quasi tutte le foto di instagram, il suo outfit era completato da un paio di jeans scuri e delle sneakers simili alle mie, sorrisi e accelerai il passo fino a trovarmelo a pochi centimetri da me.

-Flavio?- Chiesi conferma io

-Greta?- Rispose lui

Entrambi avemmo la conferma nel momento in cui annuimmo e ci porgemmo la mano a vicenda, ci avvicinammo e ci scoccammo due baci sulle guance in modo affettivo come se ci conoscessimo da sempre

- Bhe siediti, ho preso questo posto per noi due, ho pensato che avresti preferito stare qui all'esterno o almeno a me piace di più - Continuò lui facendomi strada ed indicandomi il tavolo dove poco prima era seduto

- Oh si, certo! Stavo pensando che adoro queste lucine da esterni - Mi affrettai a dire

Sorrise - Fumi? - Chiese prendendo una sigaretta dal pacchetto che aveva uscito dalla tasca che aveva sulla giacca, in alto, sul petto

- No no, grazie, ma se vuoi tu fuma pure, non mi dà fastidio - Risposi sorridendo anche io

Così fece, accese una sigaretta e aspirò avido, per poi soffiare fuori tutto il fumo che aveva preso.

- Perché gli occhiali da sole?- Ripresi

- Bhe lo trovo un modo per essere me stesso -

- Ah pensavo fossi un maniaco sessuale e che non volessi mostrarmi i tuoi occhi, in caso avrei voluto denunciarti - Risi ripensando al suo messaggio

- Ma dai! -

Tolse gli occhiali, forse per accontentarmi o forse per guardarmi meglio, ed io lo fissai intensamente, Era lui.

Non aveva solo lo stesso nome del mio compagno di classe, era proprio lui, in carne ed ossa, quando era alle medie portava i capelli più lunghi e sulla fronte una specie di frangetta, poi a periodi erano biondi, ora invece erano corti, molto corti, e marroni, un marrone così scuro che si avvicinava al nero.

Sorrisi realizzando chi fosse Gazzelle, Flavio Pardini, quel Flavio che tanto mi piaceva quando ero in classe con lui alle medie, quel Flavio che prendeva per il culo tutti, tutti coloro che gli parlavano, ma per me lo faceva con stile, mi piaceva il suo essere strafottente.

- Ma sei tu? Proprio tu? Io lo sapevo! - Sorrisi indicandolo, pronunciai quelle parole quasi in modo stridulo

-Scusami? Non urlare! - Chiese lui portandosi un dito davanti alle labbra

- Flavio Pardini: hai frequentato le medie con me, non ti ricordi della Greta pazza di te? Quella ragazza cicciottella con gli occhiali e i brufoli?- Continuai abbassando la voce rendendomi conto di essere in pubblico

Realizzò anche lui dato che sgranò gli occhi indicandomi

- Tu? Greta? Quella Greta? A volte la pubertà fa miracoli! - Sorrise e pronunciando l'ultima frase mi guardò più intensamente

-Ehi!- Sorrisi io

Allora arrivò un ragazzo, aveva più o meno la nostra età, indossava un pantalone nero ed una camicia bianca, entrambi coperti da un grembiule marrone, era un dipendente del bar. Ordinammo quello che volevamo e continuammo la nostra chiacchierata finché non arrivò il momento di andare via

- Andiamo? Dove vuoi andare Grè?- Chiese lui ridendo

- A pagare? - Chiesi ironica

- Tranquilla, ho già fatto io! Dove vuoi che ti porti?- Chiese ancora una volta alzandosi in piedi e porgendomi la mano

L'afferrai al volo e - Avevo intenzione di girare Roma! Adoro questa città e ammetto che mi era mancata tanto, anzi tantissimo! - Ripeto questa frase da questa mattina quando sono arrivata

- Okay, giuro di non essere un maniaco, vieni con me! Facciamo un giro panoramico di Roma in macchina, nella mia, se non ti dispiace! Poi ci fermiamo da qualche parte a bere se non ti va, oggi è venerdì ed io il venerdì bevo- sorrise ed io accettai, non riuscivo a dire di no a quegli occhi sinceri, uguali ma diversi da quelli che aveva quando era alle medie con me.

Spazio me:

La scuola è cominciata da una settimana e già sono nella merda, nel senso che sono piena di compiti e impegni fino sopra i capelli.

Anche se in ritardo eccovi il capitolo di oggi e buona lettura, fatemi sapere cosa ne pensate

Stella 😊

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