Dangerous||Vkook

By leggimidentr0

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Kim Taehyung, ragazzo di ventidue anni, frequenta una delle più prestigiose università di New York. È semplic... More

Prologo
Capitolo Due|Sconosciuto
Capitolo Tre|Pensieri
Capitolo Quattro| Vodka

Capitolo Uno| D'improvviso

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By leggimidentr0

Taehyung si sedette sulla poltrona massaggiante davanti alla vetrata che dava sull'Empire State Building e dalla quale si vedeva  quasi tutta Manhattan, sorseggiando il vino bianco che si era versato nel bicchiere poco prima. Le tempie gli pulsavano e gli occhi bruciavano per il troppo stare davanti allo schermo del computer. La giornata era stata stancante: prima i corsi dell'università che, per quanto gli potessero infinitamente piacere, erano davvero tosti e poi suo padre si era presentato a casa sua, obbligandolo ad andare con lui per discutere di alcuni affari con i suoi colleghi. Nonostante Taehyung glie lo avesse detto più volte che non aveva nessuna intenzione di unirsi alla sua azienda, egli lo aveva completamente ignorato e cercava in tutti i possibili modi di introdurlo nei suoi affari. Inutilmente però, dato che il marketing non era negli interessi del figlio, al quale invece interessava tantissimo la letteratura.

Il moro si slacció leggermente la cravatta, rilassandosi un poco. Chiuse gli occhi sentendo la stanchezza farsi sempre più pesante e le forze abbandonare il suo corpo. Quando riaprì gli occhi, il suo sguardo finì sul cielo pieno di sfumature che lo lasciava tutte le volte con il fiato sospeso. Posò il bicchiere sul tavolino in vetro e si tolse completamente la cravatta, per poi spegnere tutte le luci e chiudere la porta a chiave. Si diresse verso l'ascensore e scese fino al piano terra; camminò lentamente per le strade della città, ammirando quel bellissimo panorama che lo aveva sempre affascinato.

Con le mani nelle tasche dei pantaloni Gucci e lo sguardo rivolto verso l'alto, per ammirare i giganteschi grattacieli contornati dal rosa del cielo, continuò a camminare, fino ad arrivare ad uno dei suoi luoghi preferiti.

Appoggiò una mano su un nome a caso, pur sapendo che un tempo quella era una persona, purtroppo morta ingiustamente. Accarezzò con cura l'acciaio sotto il suo palmo chiudendo gli occhi, sentendo la stanchezza lasciare spazio alla tristezza. Alzò la testa e si immaginò le grandi torri sopra di lui, sentendo il leggero venticello scompigliarli i capelli castani tagliati il giorno prima.

Rimise le mani in tasca, allontanandosi dal memorial, per poi continuare a camminare mischiandosi fra le centinaia di persone fino a quando non si infilò in una piccola stradina. Il cielo si stava oscurando e le prime stelle iniziarono a spuntare; Taehyung guardò l'orologio e sorrise nel vedere che le lancette segnavano le otto e mezza. Si guardò intorno e, non appena un piccolo ristorante entrò nel suo campo visivo, si affrettò ad entrare per dare pace al suo stomaco che iniziava a brontolare per la fame.

Cenó in piena tranquillità, nonostante qualche sguardo di turisti o passanti incuriositi da tutto quel lusso. A Taehyung, figlio di un ricco imprenditore, non mancavano certo i soldi e  non odiava avere tutto quel lusso intorno a sé, la cosa che più gli dava fastidio era che le persone lo trattassero con superficialità e gli amici non erano veri amici, ma solo figli di puttana che non avevano altre intenzioni se non quella di farsi offrire una vacanza o una cena.
Il lusso intorno a lui non lo disturbava, erano le persone che lo rendevano difficile con la loro invidia. Poi  suo padre si era impegnato tantissimo nel suo lavoro per raggiungere quel successo e tutto ciò che avevano era solo per merito suo, del suo duro lavoro e dei suoi sacrifici, quindi poteva andarne fiero.

Donava tutti i mesi moltissimi soldi a molte associazioni per bambini e ogni volta era sempre più felice di spendere il suo denaro in quel modo.

Si alzò dal tavolo e, prima di uscire, passò alla cassa a pagare con la carta di credito.
Quando mise i piedi fuori dal ristorante, il cielo era diventato blu scuro e le stelle erano aumentate.

Si incamminó verso casa, passando però per le stradine più isolate per evitare di incontrare troppe persone.

Camminava a testa bassa quando, d'improvviso, in una stradina buia poco illuminata, qualcosa, o meglio qualcuno, gli venne addosso, facendolo cadere a terra.

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