แฅด๊ชฎ๊ช‘ฯ๊ชถ๊ซ€แฅŠ (สธแต’แต’โฟแตโฑโฟ/แตโฑโฟโฑแตโฑโฟโฑ)

By Not_the_realme

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Park Jimin รจ un ragazzo con troppi pensieri in testa, che ha problemi con il padre e con la felicitร . L'unica... More

Complex

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By Not_the_realme


Park Jimin, un ragazzo di media altezza, capelli castano chiaro, occhi scuri, pelle perfetta, era seduto sul letto di camera sua, l'espressione indecifrabile e lo sguardo rivolto verso l'interessante muro bianco.

Stava aspettando Kim Taehyung, che come suo solito era in ritardo.

Jimin sentì finalmente il campanello suonare e rimase immobile sul letto, con la stessa espressione sul volto.

Un minuto dopo la porta della sua camera si aprì, era Taehyung, che ormai non aveva più bisogno di bussare per entrare in quella camera.

<< Che fai lì, come un morto? >> chiese vedendo la posa e l'espressione di Jimin.

<< Magari fossi morto ..>> rispose Jimin, facendo il drammatico.

<< Non esagerare, che succede? >> chiese Taehyung avvicinandosi al letto di Jimin e sdraiandosi al suo fianco.

<< Solita storia.. >> rispose a voce bassa e quasi rassegnata Jimin.

<< Ah.. >> fece Taehyung capendo subito di cosa si trattasse, << tuo padre. >>

<< Si! Adesso ha un nuovo allievo, arriverà domani, dovrà dormire da noi alcuni giorni perché abita lontano, e pensa un po'.. Mio padre non ha ancora fatto nemmeno una lezione con lui e già lo adora e non fa che parlare di quanto sarà bravo e bla,bla! >> Jimin lo disse tutto d'un fiato, rilasciando un peso che aveva nel petto.

<< Lo so Jimin, che ne soffri, ma tuo papà non sta cercando di rimpiazzarti- >> Taehyung non poté finire la frase che Jimin gli rispose prontamente.

<< Ecco, hai detto la parola giusta! "Rimpiazzarmi" è esattamente quello che sta cercando di fare, perché faccio schifo a suonare il piano e perché non amo fare ciò che lui vorrebbe che io facessi... Tu non sai che persona è mio padre, coglie ogni momento per insultarmi e sminuirmi, e continua a lodare i suoi allievi di fronte a me, solo per farmi stare peggio.>> rispose Jimin, con la faccia ancora più incupita.

Allora Taehyung capì che non sarebbe riuscito comunque a consolarlo se Jimin non voleva essere consolato.

Girò la testa verso la sua, per osservare la bellezza e la perfezione di quel viso.

Avvicino il volto al suo e trasse un profondo respiro, inalando il dolce odore di Jimin.

Infine posò le sue labbra sulle morbide guance del ragazzo, baciandolo delicatamente e continuando a dargli dei piccoli bacetti fino a raggiungere le labbra.

Jimin si sentì per un attimo sollevato dai pensieri che lo incupivano, dalla gelosia, dalla rabbia, dalla tristezza.

Ricambiò il bacio delicato e si accoccolò tra le braccia del suo ragazzo, ma una sensazione che provava ormai da giorni inziò a insinuarsi in lui.

Perché?

-

Taehyung uscì dalla camera di Jimin e il ragazzo andò in bagno a lavarsi il volto e si stese nuovamente sul letto. Tra non molto lo avrebbero chiamato per andare a cenare, ma lui non aveva voglia di mangiare e non aveva voglia di uscire dalla sua camera.

Voleva semplicemente starsene lì ad affogare nei suoi pensieri, nella confusione che si stava creando in lui.

Non capiva, Taehyung era il suo ragazzo ormai da anni, erano riusciti a nasconderlo ai suoi genitori, erano riusciti a stare insiemetutto quel tempo e adesso l'unica cosa che Jimin riusciva a provare era confusione.

Amoilmioragazzo, continuava a ripetere nella sua mente, lui non c'entra con la mia depressione o con il casino nella mia mente.

Il senso di colpa di provare questi sentimenti lo attanagliava, sentiva di voler solo stare lì, sul suo letto, per un lungo periodo di tempo.

Non capiva più sé stesso, come poteva dubitare dei sentimenti per Taehyung? Taehyung che era stato con lui nei momenti brutti ma anche nei migliori della sua vita.

Taehyung, che per lui è sempre stato la sua vera famiglia.

-

Jimin e Taehyung erano chiusi nella camera di Jimin con la scusa di star facendo i compiti, ormai era questione di minuti prima che il campanello suonasse per annunciare l'arrivo del nuovo allievo.

Jimin si sentiva male e ringraziava il cielo di essere bravo a fingere perché non voleva far preoccupare troppo il suo ragazzo.

<< Comunque, penso che dovremmo uscire di più, nel senso è autunno e fra poco farà freddissimo e avremo tutto il tempo per stare a casa a coccolarci.>> gli disse Taehyung, cercando in qualche modo di distrarlo dai pensieri, che era sicuro, stavano innondando la sua mente.

<< Mmh >> fu l'unica risposta di Jimin.

<< Si, e poi almeno non starai qui, perché ti fa male. Potresti venire di più da me per esempio. >> continuò Taehyung.

<< Mmh >> Jimin si sentiva estremamente in colpa, perché sapeva di star diventando un peso per Taehyung, in quello stato.

Sapeva che il suo ragazzo si stava sforzando per renderlo felice e gli faceva male, perché in fondo lui non poteva essere felice.

<< Ascolta Jimin, non so cosa ti prenda, o forse sì, ma non è questo il punto! Smettila di comporarti in questo modo, come se tutto debba per forza andare storto. Io ci sono. Io ci sono per te, e sai che siamo una famiglia, non importa se non ti senti amato dai tuoi genitori.. Importa chi ti ama davvero. >> Taehyung si sentiva male per il suo ragazzo, era sempre stato un po' chiuso e insicuro di sé, ma ultimamnete era peggiorato molto.

Jimin lo osservava cercando di trattenere il dolore, il dolore che provava nel non riuscire a stare leggero e amare tranquillamente lui, che era l'unico che si meritava il suo amore. Ma il problema era proprio quello, Jimin non riusciva più a provare nulla, al di fuori della tristezza.

Tenette gli occhi fissi in quelli di Taehyung, non voglio farti del male, vorrei amarti come meriti, continuava a pensare.

In quel momento il campanello suonò al piano inferiore, e Jimin si alzò di scatto dal letto.

<< Jimin! Vuoi scendere? >> chiese stupito Taehyung, era strano ultimamente che il suo ragazzo lasciasse la sua stanza.

<< Si, sono curioso di vederlo. >> rispose tranquillo Jimin.

Taehyung lo raggiunse di fianco alla porta, erano uno di fronte all'altro, gli sguardi fissi ognuno negli occhi dell'altro, Taehyung gli prese il volto fra le mani affusolate, lo avvicinò lentamente al suo, ma improvvisamente Jimin gli bloccò le mani con le sue, cosa sto facendo? pensò subito.

<< Se non ci sbrighiamo lo perdiamo! >> disse cercando di camuffare l'ansia che lo stava assalendo.

Una forte fitta al cuore.

-

Scesero le scale l'uno affianco all'altro, e arrivarono al piano inferiore in cui videro i genitori di Jimin, una domesica e un ragazzo.

Si avvicinarono ancora di più, Jimin iniziava a vedere il volto di una persona che, ne era sicuro, avrebe odiato profondamente.

Jimin arrivò vicino al gruppo all'ingresso e la prima cosa che notò fu la felicità sul volto di suo padre, una felicità che lui non aveva mai visto rivolta a sé.

<< Jimin! Sei sceso a salutare! >> esclamò suo padre, fingendo di essere gentile.

Jimin fece un cenno del capo in risposta, continuava a pensare che non sopportava più tutta quella situazione, che non sopportava più la sua vita.

<< Lui è Yoongi, il mio nuovo allievo. Salutalo su! >> continuò il padre con fare gioioso.

Yoongi...

Jimin alzò lentamente una mano in saluto e guardò finalmente negli occhi il famigerato ragazzo. Aveva due occhi, dai tratti felini, neri e profondi, labbra sottili e legermente rossastre, capelli marrone scuro e una pelle bianca come il latte.

Come può una persona così orribile avere un così bel aspetto?

Jimin si sforzò di cancellare i suoi stessi pensieri.

-

<< Allora? Cosa ne pensi? >> disse Taehyung, di nuovo sdraiato al fianco di Jimin.

<< Di che cosa? >> Jimn aveva troppi pensieri per la testa e nemmeno aveva voglia di concentrarsi su qualcosa.

<< Come, di che cosa? Di lui! >> disse Taehyung, guardando il soffitto bianco.

<< Penso le stesse cose che pensavo prima di vederlo. >> rispose calmo Jimin.

<< Come immaginavo... >> disse rassegnato Taehyung.

Penso le stesse cose.Si convinse Jimin.

-

Jimin era nella sua stanza, seduto alla scrivania, con un libro davanti che non stava più leggendo ormai da un po'.

Stava osservando attentamente il paesaggio autunnale che c'era all'esterno, dalla finestra di fronte alla sua scrivania.

La strada era illuminata dai lampioni, e c'era un atmosfera che Jimin amava molto.

Amava passare ore ad osservare l'esterno, ed amava anche l'autunno che era la sua stagione preferita.

Tutte quelle foglie di mille colori, l'aria che iniziava ad essere fredda e i raggi del sole che riscaldavano ancora l'ambiente, i vestiti morbidi e dai bellissimi colori, amava tutto ciò.

D'un tratto, mentre osservava, gli sembrò di sentire un suono meraviglioso che lo rese leggero e felice, dopo qualche minuto si rese conto che il suono era in realtà reale e proveniva dal piano di sopra.

Così, attirato dal suono ma consapevole di cosa andava incontro, uscì dalla sua stanza per salire le scale, sulle punte dei piedi, facendo sì che nessuno si accorgesse di lui.

Arrivato di sopra, si diresse verso la stanza da cui proveniva il suono, una grande sala che suo padre usava per le lezioni di piano, con solo un grande e nero pianoforte a coda in mezzo.

Osservando dallo stipide della porta, Jimin scorse una figura di schiena, Yoongi, era bravo e più Jimin lo ammetteva a sé stesso e più si sentiva male.

La sua figura in mezzo a quella grande sala, con le alte finestre e le lunghe tende di velluto che la circondavano, aveva un non so che di poeticoper Jimin.

Entrò, cercando di fare il minimo del rumore possibile, e si sedette sul pavimento, in una zona leggermente coperta, cosicché il ragazzo non potesse vederlo, e ascoltò.

Dopo un po' di tempo seduto ad ascoltare le meravigliose melodie create da quel ragazzo, Jimin si accorse che era quasi ora di cena e decise di andarsene prima che Yoongi si alzasse e scoprisse la sua presenza.

-

Jimin tornò ad ascoltare il piano diverse volte, il suo odio per Yoongi si era leggermente affievolito, ma c'era ancora.

Si avvicinò di soppiatto alla porta, entrò e si sedette al suo solito posto, ancora quella melodia, la solita che lui amava tanto.

Ascoltò attentamente e, come sempre, si lasciò trasportare dalla musica e si perse nei pensieri.

D'un tratto, una voce, fermò quel magico momento << Nocture op.9 n0.2, Chopin. >> disse Yoongi, la voce, constatò Jimin, era tranquilla e simile ad un sussurro.

Jimin non capì, stette lì, fermo, immobile, senza quasi respirare a vedere se sentiva altri suoni o un'altra voce con cui Yoongi poteva star parlando.

<< Dicevo proprio a te. >> disse nuovamente Yoongi.

Il cuore di Jimin fece un balzo e il ragazzo si irrigidì e non rispose.

<< Ti sento sempre, ti ho sentito dalla prima volta, che venivi qui ad ascoltare. Mi fa piacere. >>

Jimin credette di morire sul posto, ma si fece coraggio ed uscì dal suo nascondiglio, era stato ammorbidito dall'effetto della musica e non si seniìtiva in sé, era quasi euforico, nonostante il momento.

<< Ciao.. >> disse lievemente, sforzandosi tantissimo di non insulatre Yoongi, trattenuto solo dalla musica che quel ragazzo riusciva a produrre.

Mi piace la sua musica, non lui.

<< Ciao. >> rispose Yoongi, con il suo solito tono, lo sguardo fisso su quello di Jimin.

<< Suoni bene. >> Jimin si stava sforzando per non esternare l'odio che provava verso quel ragazzo, pensa alla musica.

<< Grazie. >>

<< Vedo che sei un tipo di molte parole. >> disse ironico Jimin.

<< Non sono l'unico, o sbaglio? >> rispose a tono Yoongi.

Jimin si girò per raggiungere più in fretta possibile la porta, cercando di nuovo di non insulatre Yoongi.

<< Torna ad ascolarmi... >> sentì dire in lontananza e qualcosa lo fece sorridere.

Lo odi, Jimin.

-

Mentre era seduto sul suo letto, con del tè e messaggiando con Taehyung, che non poteva raggiungerlo, Jimin non si rese subito conto della musica che stava iniziando a invadere le pareti della sua stanza.

Pensò che suo padre fosse molto soddisfatto dei progressi fatti da Yoongi e una sensazione di rabbia si diffuse in lui dopo quel pensiero.

Lo odio! Ma amo la sua musica.Cercò invano di resistere a quel suono, ma si ritrovò di nuovo seduto sul pavimento della sala del pianoforte, con la solita euforia che, aveva scoperto, solo la sua musica riusciva a dargli.

<< Jimin, sei lì? >> gli chiese Yoongi mentre continuava a suonare, era tanto che Jimin non veniva a sentirlo.

<< Si. >>

Yoongi continuò a suonare a lungo e Jimin si godette tutto quel tempo.

D'un tratto il suono finì, e appena Jimin aprì gli occhi si trovo, con sua grande sorpresa, Yoongi di fronte.

E' veramente bello.

Jimin volle scacciare i suoi pensieri, ma quel giorno si rivelò più difficile del solito.

<< Ti piace molto la musica? >> chise Yoongi, abbassandosi per sedersi di fianco a Jimin.

<< Diciamo che ho scoperto di recente che è una mia passione. >> rispose Jimin.

<< Beh si, con il padre che hai è difficile non essere appassionati di musica. >>

Jimin voleva insultarlo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu girarsi verso di lui e osservare i suoi occhi profondi.

<< Diciamo che non è grazie a mio padre se mi piace. >> rispose infine, secco.

<< Neanche a me piace. >> disse in modo disinteressato Yoongi.

Jimin a quelle parole si irrigidì e abbassò per un attimo lo sguardo.

<< C-Chi? >> chiese, incerto.

<< Ma che domande! >> sghignazzò Yoongi, << Tuo padre. >>

Jimin era sorprso, voleva chiedergli tante cose, voleva sapere il perché, ma non proferì parola, fece solo un cenno con il capo e stette lì, fermo.

Non è così male questo Yoongi.

D'un tratto, guidato da una forza misteriosa, Jimin si girò nuovamente verso Yoongi. E' bello.

Anche Yoongi lo stava osservvando e tra i due si creò una sorta di chimica che non riuscivano a spiegarsi.

Jimin iniziò ad avvicinarsi, si avvicinò molto al volto di Yoongi, e ora erano quasi attaccati l'uno all'altro, ma appena si accorse di cose aveva fatto si immobilizzò e si irrigidì.

Riprenditi, Jimin.

Ma fu Yoongi a compiere l'azione finale e annullare definitivamente la distanza dei loro volti.

Posò le sue labra su quelle di Jimin, come se aspettassero entrambi da molto quel momento, e si baciarono, come se non fosse il primo bacio, ma uno dei tanti.

Jimin, dimenticandosi totalmente ogni sentimento di odio verso il ragazzo, gli mise una mano dietro l'orecchio, accarezzandogli dolcemente i capelli e nel contempo avvicinandolo a sé, in un gesto di passione.

Cosa ti prende?Jimin!

Riprendendo coscienza e rendendosi conto della situazione, Jimin fu il primo a staccarsi, e appena lo fece era molto imbarazzato, per non parlare del senso di colpa che aveva già iniziato ad invaderlo.

Si alzò e guardo per l'ultima volta, dritto negli occhi di Yoongi, che era ancora fermo nella stessa posa, e dopo quel secondo uscì dalla sala senza voltarsi.

Come lo avrebbe nascosto a Taehyung?

Come avrebbe fatto con la sua stessa rabbia, con i sensi di colpa, come avrebbe retto la confusione?

Perché?

Confusione, era la parola giusta, perché dopo quel bacio Jimin non sapeva bene cosa provare, di sicuro, c'era ancora un po' di odio essendo Yoongi una delle cause del brutto rapporto con il padre, ma una nuova sensazione si stava insinuando in lui.

-

Ti piace, Jimin.

Jimin tento di zittire la sua propria coscienza, era in ansia, Taehyung sarebbe dovuto essere lì a momenti e lui moriva dal senso di colpa.

Non capiva perché si stesse allontanando dal suo ragazzo, e perché aveva per la mente sempre quel Yoongi.

Tae non si merita questo...

La porta della sua camera si aprì, e Jimin fece un impercettibile sobbalzo. Era bravo a fingere ,sì, ma moriva per i sensi di colpa di aver tradito il suo ragazzo, l'unica famiglia che avesse mai avuto.

<< Chim! >> esclamò affettuosamente Taehyung, mentre si buttava sul grande letto matrimoniale << Non ci vediamo da giorni, mi sei mancato da morire.. >>

I sensi di colpa aumentavano, ma Jimin sentiva dentro di sé, di star perdendo la sensazione che provava una volta nei confronti del suo ragazzo, non riusciva a capirsi, non voleva ferire la persona a lui più cara ma era proprio quello che stava facendo.

Ahh, Jimin, è solo un moemento no, ami ancora come prima il tuo ragazzo.

Cercò di autoconvincersi nella mente, ma si sentiva comunque male e in colpa per star ferendo la persona migliore che conoscesse.

<< Anche tu Tae.. Mi sei mancato. >> rispose finalmente, accoccolandosi al fianco del ragazzo.

E stettero sdraiati sul letto, a parlare delle solite cose per almeno un paio d'ore, con la pioggia che batteva all'esterno.

D'un tratto sentirono entrambi bussare alla porta della camera, e neanche il tempo di muoversi, che già si ritrovarono con il padre di Jimin fermo davanti alla porta aperta.

In un rapido scatto Taehyung estrasse il suo braccio da sotto la testa di Jimin, che intanto, osservava accigliato il padre.

<< Di solito, quando si bussa, si aspetta che qualcuno risponda prima di entrare in una stanza, se no che senso avrebbe bussare?! >> disse amareggiato al padre, che intanto aveva mantenuto uno sguardo confuso per tutto quel tempo.

<< Che facevate? >> chiese, fingendosi tranquillo.

<< Una pausa dallo studio. >> rispose secco Jimin.

<< Sdraiati sul letto ad osservare il soffito, attacati come sardine? >> chiese nuovamente il padre.

<< Come fare la pausa o sederci sul letto lo decidiamo noi, credo. >> Jimin stava iniziando ad essere nervoso.

<< Beh la cena è pronta, scendete fra cinque minuti. >> disse il padre, prima di girarsi e uscire.

<< Uuuh, l'abiamo scampata bella! >> disse Taehyung che lungo tutto il dibattito era talmente nervoso che non era riuscito a parlare.

<< Già, strano che non si siano mai chiesti nulla su noi due e decidano ora di avere dei sospetti.. >>

-

Un giorno di forte pioggia, Jimin era sulla morbida poltrona della sua camera a leggere un libro in tranquillità.

Non aveva mai smesso di pensare al bacio tra lui e Yoongi, anzi, le immagini e le sensazioni di quel giorno gli erano ancora impresse in mente e ci ripensava praticamente ogni notte.

Aveva ripensato più volte a Yoongi mentre sentiva quel piano suonare nei diversi giorni, ma non aveva mai avuto il coraggio di andare di nuovo in quella stanza.

Quel giorno, forse per la tranquillità data dal libro e dalla pioggia o forse per la mancanza di qualcosa che desiderava, decise, appena udito il suono di quel piano, di salire e mettersi di nuovo nel suo angolo nascosto.

Così, camminando come al solito di soppiatto, raggiunse il piano superiore e prese posto.

Vide la figura che tanto aveva immaginato, seduta di schiena, di fronte allo strumento, concentrato nel creare quei suoni che Jimin amava tanto.

Stette lì, immobile, ad ascolare per molto tempo, finché la musica non cessò e sentì Yoongi alzarsi dalla panca e avvicinarsi.

Era troppo tardi per scappare o per uscire senza farsi vedere, così Jimin stette lì, sperando che Yoongi passasse senza accorgersi della sua presenza.

Per un attimo credette che fosse così, infatti Yoongi si era diretto dritto verso la porta e non aveva fatto credere in nessun modo di aver visto Jimin.

Ma una volta alla porta, si girò senza preavviso e parlò al ragazzo nascosto.

<< E' bello rivederti qui. >> lo disse con il suo solito tono piatto e con quella voce rauca che Jimin iniziò a trovare attraente.

Cosa faccio? Cosa dico?

<< Si, ecco... per la scorsa volta.. >> iniziò Jimin, ma fu subito bloccato da Yoongi.

<< No, non importa, abbiamo sbagliato entrambi. >> disse avvicinandosi e sedendosi al fianco di Jimin << ma non pensavo che avresti reagito così.. >>

Jimin iniziò a sentirsi stupido e patetico allo stesso tempo, perché ho reagito così?

Non disse nulla e rimase immobile ad osservare il pianoforte lontano.

<< Beh qualche volta si commettono degli sbagli, in realtà io ho un ragazzo.. >> decise di dire dopo un po' che erano rimasti entrabi in silenzio e appena lo ebbe detto, si sentì nuovamente stupido.

<< Capisco, e ami molto il tuo ragazzo? >> chiese Yoongi, che per qualche motivo aveva un espressione che sembrava più triste di quella solita.

<< Si...lo amo. >> mentre diceva questa frase Jimin risultò titubante, e fu difficile far credere persino a sé stesso che fosse vero.

<< Lo ami. >> disse semplicemente Yoongi, << Beh ma non sembravi molto convinto di amarlo mentre diceva quella frase.. >> continuò, dicendo come suo solito, sinceramente, ciò che credeva.

Jimin continuò ad osservarsi intorno, mentre litigava con le sue proprie emozioni.

Yoongi, che non riusciva a smettere di guardare la faccia di Jimin, si sentì un po' in colpa vedendo il ragazzo così sovrappensiero.

<< Io lo amo, sì, ma non credo di amarlo più come agli inizi della nostra relazione. >> disse faticosamente Jimin, era la prima volta che riusciva a confessare qualche sua preoccupazione così leggermente a qualcuno.

<< E... mi sento estremamente in colpa per ciò, lui è sempre così carino e disponibile e mi sembra quasi di fruttarlo.. >> continuò Jimin, con una smorfia di tristezza in volto.

Yoongi, che era sempre stato un buon ascoltatore, rimase in silenzio sentendo attentamente cosa aveva da dire il ragazzo e provando felicità per l'improvviso avvicinarsi di quest'ultimo.

<< Ma il punto è che lo amo ancora.. >> Yoongi si sentì, per un attimo, di nuovo colto dalla tristezza, << semplicemnte lo amo diversamente da prima. Vorrei che non fosse triste, vorrei il meglio per lui e, sì, lo amo, ma non come se fosse il mio ragazzo, come se fosse mio fratello. Come se fosse l'unico componente della mia famiglia. >>

Jimin riuscì finalmente a svuotarsi da quell'immenso peso che lo stava facendo lentamente affondare, si sentì così felice e aveva anche scoperto che Yoongi non era così male, anzi, era un bravo ascoltatore.

<< Capisco cosa provi, non è semplice ammettere i propri sentimenti, sei stato molto bravo. Ora però, devi riuscire nel passo successivo... >>

<< Quale sarebbe questo passo successivo? >> chiese ingenuamente Jimin, facendo tenerezza a Yoongi.

<< Jimin, devi riuscire a dirglielo, se no gli farai ancora più male. >> Yoongi gli dette un consiglio sincero, non era perché, forse, si stava innamorando di quel dolce ragazzo, era per aiutarlo seriamente. Che poi la cosa sarebbe tornata utile anche a lui era solo un fortunato caso.

<< Bene... Cercherò di farlo! >> disse Jimin, come se stesse cercando di autoinfondersi la motivazione, e questo fece di nuovo tenerezza a Yoongi.

<< Beh... Grazie Yoongi per- >> Jimin venne bloccato prima di poter finire la frase da Taehyung, che ,ansimante, era entrato nella stanza e li stava guardando.

Sicuramente la scena poteva essere fraintendibile, essendosi Jimin e Yoongi seduti molto vicini senza nemmeno accorgersene, ed essendo anche i loro volti ad una breve distanza.

<< Jimin.. >> disse Taehyung, che più che geloso, era sorpreso di vedere Jimin andare apparentemente molto d'accordo con una persona che aveva sempre detto di odiare molto.

<< Hey Tae! >> disse Jimin, fingendo di non essere nervoso. << Io.. E Yoongi stavamo chiaccherando un po', vieni pure. >> continuò il ragazzo.

<< Beh, a dire il vero io ho un po' di impegni, facciamo che vi lascio. >> disse Yoongi mentre si rialzava, << allora a presto.. >> disse guardando principalmente Jimin per poi girarsi e dirigersi fuori dalla sala.

Perché deve avere quegli occhi?

Appena fu uscito, Taehyung si girò verso il suo ragazzo, con uno sguardo che da solo sembrava chiedere spiegazioni.

<< Suona bene. >> è l'unica cosa che riuscì a dire Jimin.

-

Jimin era seduto sotto le coperte del suo letto a guardare un film, quando vene bloccato da un forte suono. Il ragazzo mise in pausa il film, scostò le coperte e andò alla finestra a vedere cosa stesse succedendo.

All'esterno si vedevano ogni tanto, dei lampi e dei fulmini, e qualche volta si sentiva un forte suono di tuono.

Jimin aveva sempre amato i temporali, è vero, da piccolo aveva paura del rumore dei tuoni, ma amava comunque la pioggia. Così, per abitudine, decise di uscire dalla sua stanza per andare a prepararsi una tisana calda da sorseggiare a letto.

Uscì richiudendo la porta alle sue spalle, si mosse silenzioso per il lungo corridioio, ma mentre passava, si accorse di una porta socchiusa da cui proveniva della musica rap.

Jimin rimase sorpreso per un po' chiedendosi se non fosse una domestica che stava ascoltando quel tipo di musica.

Preso dalla curiosità, decise di sbirciare nella stanza. Era una stanza ordinata e semplice, arredata come tutte le stanze degli ospiti che c'erano a casa sua, tranne per qualche differenza nei colori delle lenzuola e delle tende.

Sulla scrivania in fondo alla stanza, era posato un computer e Jimin constatò che era quello da cui proveniva la musica.

D'un tratto sentì il rumore di una porta aprirsi e si prese un grosso spavento, dalla porta del bagno, vide uscire Yoongi che indossava un pigiama nero in raso.

Jimiin sembrò ricordarsi solo in quel momento che il ragazzo viveva momentaneamente nella sua stessa casa, ed inoltre, vederlo conciato in quel modo gli sembrò estremamente buffo.

Un pianista che come sottofondo mette musica rap, un tipo strano.

Sorrise leggermente tra sé e poi si allontanò dalla porta per dirigersi in cucina.

-

Quell'autunno era molto piovoso, infatti seduto alla sua scrivania, Jimin si accorse che aveva appena iniziato a piovere.

Quanto lo affascinavano la pioggia e l'autunno, e mentre osservava il paesaggio dalla sua finestra, come a completare il momento, si sentì Yoongi suonare dal piano di sopra.

Sta suonando la mia preferita, Nocture.

Jimin, che ormai amava rifugiarsi nella sala del pianoforte ad ascoltare Yoongi, si ritrovò nuovamente a salire le scale per andare da lui.

Si mise nel suo solito " nascodiglio", perché ormai non era più un nascondiglio vero e proprio, e si rilassò ascoltando quella meravigliosa melodia.

Si rilassò talmente tanto, che nemmeno si accorse del piano che smetteva di suonare e di Yoongi che si avvicinava.

Yoongi, che ormai ci stava sempre molto attento, si accorse subito della figura di Jimin, che ormai era sulla via di addormentarsi, sdraiato a terra accanto ad una delle lunghe tende scure.

Yoongi si avvicinò lentamente per non svelgiare il ragazzo, si mise a terra affianco a lui e con una mano posata sulla sua spalla decise di cercare di svegliarlo.

Jimin, che non era del tutto addormentato, si svegliò di colpo, facendo spaventare Yoongi che fece un leggero sobbalzo, cadendo in avanti, verso il viso di Jimin.

In quel momento, i due ragazzi, avevano le facce veramente molto vicine. Entrambi si osservarono a lungo.

A Yoongi batteva fortissimo il cuore, non era mai stato il tipo da innamorarsi di uno come Jimin, ma per quanto gli faceva credere il suo cuore, era proprio quello che era successo.

Jimin, che ormai riusciva quasi ad ammettere a sé stesso che Yoongi non era poi così male, in quel momento si sentiva estremamente attratto dal ragazzo.

Sarà perché cullati dal dolce suono della pioggia, o da quello della musica, che ormai non c'era più, entrambi avevano il represso desiderio di eliminare quella minima distanza che li allontanava.

Così, con ancora più passione del primo, si diedero un altro bacio. Yoongi, che era sopra Jimin, gli stava dolcemente accarezzando una spalla, mentre Jimin, spingeva ancora di più la testa di Yoongi verso la sua.

Si dettero molti baci, al contrario della prima volta, mentre fuori la pioggia si era ormai trasformata in un temporale.

Jimin aveva cancellato ogni emozione, si sentiva bene così, non aveva bisogno dei sentimenti negativi che gli causava la sua famiglia biologica, ormai credeva che la famiglia ce la si poteva anche creare da sé, che ogni persona che lo avrebbe fatto sentire bene, come stava facendo Yoongi in quel momento, entrava automaticamente a far parte della sua personale famiglia.

D'un tratto Yoongi smise di baciarlo e sia alzò, prese per mano Jimin, che era un po' confuso, ma anche tanto sedotto dal ragazzo che credeva che avrebbe potuto fargli fare di tutto.

Si lasciarono dietro la grande sala, che ormai era diventata molto buia e avanzarono nella penombra dei corridoi fino ad una porta.

Jimin si ricordò subito di che porta si trattasse, era la camera di Yoongi, sapeva bene cosa stava per succedere, ma era troppo preso per mollare in quel momento, e poi lo stava facendo sentire tanto bene che nemmeno riusciva a pensare alle conseguenze negative.

Tenendo ancora stretta la mano di Jimin, Yoongi aprì la porta della sua camera e lo spinse all'interno con lui, aveva aspettato quel momento da molto, in realtà, segretamente, era anche molto che gli piaceva Jimin.

Il contrasto con la personalità così ingenua di Jimin e la sua lo affascinava, ma in realtà aveva notato che il ragazzo era sempre preso da molti pensieri e turbato, come lui.

Yoongi richiuse la porta alle loro spalle e girò anche la chiave, portò Jimin fino di fronte al suo letto, dove il ragazzo si lasciò cadere e iniziò a togliersi la maglietta.

Mi farà solo bene.

Jimin osservava Yoongi che era di fronte a lui, entrambi si desideravano da quel primo e così lontano bacio, ed era arrivato il momento di rendere concreti tutti quei sentimenti che per ora erano rimasti solo accennati.

Alla fine anche Yoongi si sedette sul letto, molto vicino a Jimin, che con tutta quella lentezza iniziava ad essere nervoso.

Era una caratteristica di Yoongi, fare le cose lentamente, curarle nel dettaglio e qualche volta anche farsi desiderare.

Jimin decise di togliere lui stesso la maglia a Yoongi, vedendo che il ragazzo era lontano dal farlo, anzi lo stava guardando ormai da molto, troppo tempo, per i gusti di Jimin.

<< Sei sicuro? >> chiese Yoongi << Sicuro di volerlo fare? >> chiese di nuovo guardando Jimin.

Non esitava perché non gli piaceva Jimin, semplicemente gli piaceva tanto che aveva paura di rovinare tutto con quel gesto, o di starsi approfittando del ragazzo.

Jimin non rispose, ma si porse in avanti verso Yoongi e iniziò a baciarlo intensamente.

Yoongi non attese ancora, si unì anche lui al bacio lasciando accedere la lingua di Jimin nella sua bocca e giocandoci.

Continuando a baciare Yoongi, Jimin iniziò ad accarezzarli i capelli, finché non divenne un frenetico cercare di avvicinare ancora di più la faccia di Yoongi alla sua.

Piano piano, i due si sdraiarono sul letto, continuando a baciarsi, e Yoongi si mise sul corpicino di Jimin, che ormai non pensava che sarebbe più riuscito a fermarsi.

<< Dimmi quando fermarmi. >> disse Yoongi, staccandosi per la prima volta dal bacio.

<< Non fermarti. >> rispose convinto Jimin, che ormai era troppo preso dalla passione per potersi fermare.

Yoongi, seguendo le parole di Jimin, iniziò a togliersi i pantaloni, senza staccarsi troppo dal corpo del ragazzo, e in seguito iniziò a toglierli anche a Jimin

Rimasero entrambi in boxer, Jimin fremeva e ansimava ad ogni tocco di Yoongi che riusciva ad essere, allo stesso tempo, delicato e deciso.

Yoongi accarezzò il petto di Jimin, rendendosi conto di una muscolatura che, a prima vista, non era evidente, intanto si staccò dal lungo bacio e iniziò a darne una serie di più piccoli e delicati sul collo, facendo ansimare ancora di più Jimin.

I gemiti provenienti da Jimin fecero si che in Yoongi si accendesse ancora di più di passione, e il ragazzo iniziò a succhiare lembi di pelle del petto di Jimin, lasciandogli dei segni evidenti.

La mano di Yoongi iniziò a scendere lungo il corpo del ragazzo sotto di lui e, quando raggiunse i boxer, finalmente li abbassò e posò la sua mano sul membro di Jimin.

Quest'azione, fece eccitare talmente tanto Jimin, che quasi urlo dal piacere e dovette essere fermato dalla mano di Yoongi che si posò sulla sua bocca.

In seguito Yoongi iniziò a muovere la sua mano sul membro di Jimin, che dovette trattenersi molto per non rilasciare forti gemiti, e che lasciò cadere la testa all'indietro in preda al piacere.

Infine Yoongi avvicinò letamente la sua bocca al membro di Jimin, respirando profondamente e facendolo eccitare ancora di più, se possibile. Iniziò a lasciare una serie di baci ed infine si infilò il membro di Jimin in bocca.

Il ragazzo dovette di nuovo trattenere un forte gemito, e proprio in quel momento la porta bussò.

<< Yoongi! Hai visto Jimin? >> Sentirono dire dal padre di Jimin, che era fuori dalla porta.

Entrambi si pietrificarono per qualche secondo, ed infine, rendendosi conto della situazione, iniziarono a vestirsi il più velocemente possibile, cercando di non fare rumore.

<< Yoongi? Ci sei? >> chiese di nuovo il padre, che non aveva ricevuto risposta.

<< S-Si arrivo signor Park. >> disse nervoso il ragazzo, indicando a Jimin la scrivania e dirigendosi alla porta.

Jimin si fiondo alla scrivania e si sedette, aprì la prima cosa che c'era sul tavolo, spartiti.

Yoongi arrivò alla porta e l'aprì, trovandosi faccia a faccia col signor Park.

<< Salve Yoongi, hai per caso visto Jimin? Non lo troviamo in giro. >>

<< Signor Park, salve! Sì, vede, Jimin è qui con me. >> rispose prontamente Yoongi.

<< Ah, sul serio? >> chiese sorpreso il signor Park, << Non sapevo foste amici. >>

<< Ohh si, lo siamo. >>

<< Beh almeno da te imparerà qualcosa. >> disse severo il signor Park vedendo Jimin che osservava gli spartiti.

Jimin tentò con tutto se stesso di non far caso a quelle parole.

<< Jimin non ha niente da imparare da me, avrà anche lui i suoi talenti da sviluppare. >> disse Yoongi, amareggiato dalle parole del signor Park.

<< Oh beh, è un miracolo se riesci a trovare un talento in quel ragazzo.. >> ribattè prontamente il signor Park.

A quel punto Yoongi, non sapendo più come fermarlo decise di farlo uscire, visto che aveva notato la tristezza sul volto di Jimin.

<< Beh signor Park, visto che ha trovato Jimin puà anche andare adesso.. >> disse, cercando di non sembrare troppo scortese.

<< Bene, vi lascio, cerca di insegnargli qualcosa di buono.. >> cercò di continuare il signor Park, ma Yoongi gli chiuse la porta in faccia e disse ironico un << Certo! >>

Una volta chiusa a chiave la porta, si diresse velocemente verso Jimin, che ormai era sul punto di piangere.

Lo prese per mano e lo porto a letto, questa volta con tutta la delicatezza del mondo. Si sdraiò al suo fianco.

Jimin, che aveva messo le mani sulla faccia, odiava farsi vedere in quel modo da Yoongi.

Yoongi gli scostò le mani e gli asciugò le piccole lacrime che avevano inziato a scendere.

<< Non fare così. >> gli disse piano. << Non dare peso a ciò che ti dice. >>

<< E' che n-non posso più s-sopportarlo.. >> disse singhiozzando Jimin. << Mi tratta s-sempre così, n-non ho scelto io di non e-essere bravo in n-nulla. >> continuò.

<< Non dargli ascolto, fidati. Non tutte le persone a noi vicine ci vogliono veramente bene. Tu non dare peso alle sue parole, è ciò che vuoi tu che conta. >> cercò di rassicuraro Yoongi.

<< Lui è tuo padre, e ti tratta in questo modo, ma non c'è bisogno di dargli peso solo perché è tuo padre. Indipendentemente da chi è, se ti ferisce non merita il tuo affetto e tanto meno le tue lacrime. >>

Jimin era così grato a Yoongi per come stava cercando di consolarlo, un leggero senso di colpa per Taehyung si fece avanti, ma Jimin decise di cancellarlo.

Si avvicinò al ragazzo e gli diede un dolce bacio, Yoongi infilò le sue mani sul corpo di Jimin e lo strinse forte a sé.

Ho bisogno solo di questo, di queste emozioni così forti che mi fanno stare così bene. Non ho bisogno della depressione, dell'ansia, della confusione.

Un'unica cosa mi serve, ed è questa sensazione, questa che provo ora, stretto a qualcuno che amo.

E si addormentarono così, legati l'uno all'altro e, finalmente, felici.

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