Our Own Struggle - ((Larry St...

By jensonbutton

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Due ragazzi. Due passati difficili. Un presente complicato. Una malattia. Una battaglia. La LORO battaglia. E... More

Our Own Struggle
Capitolo: uno
Capitolo: due
Capitolo: tre
Capitolo: quattro
Capitolo: cinque
Capitolo: sei
Capitolo: sette
Capitolo: otto
Capitolo: nove
Capitolo: dieci
Capitolo: dodici
Capitolo: tredici
Capitolo: quattordici
Capitolo: quindici
Capitolo: sedici
Capitolo: diciassette
Capitolo: diciotto
Capitolo: diciannove
Capitolo: venti
Nuova fan fiction!
Capitolo: ventuno
Epilogo

Capitolo: undici

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By jensonbutton

Our Own Struggle - UNDICESIMO CAPITOLO

Quando Harry si svegliò la mattina dopo, una dottoressa stava scrivendo qualcosa sulla sua cartella, ma appena si accorse che il ragazzo era sveglio, mise su un sorriso raggiante

- Harry! Come ti senti? – gli chiese lei. Harry si stiracchiò appena e la guardò.

- Come sto veramente? - . Lei annuì ovvia. – Mi sto cagando in mano e scusi per l’espressione. - . Lei sorrise.

- Se sei pronto possiamo andare. - . Harry la guardò, poi annuì e si alzò malamente. – Non è la prima volta che fai la chemio, leggo qua. - . Harry annuì e si sedette sulla sedia a rotelle. – Beh allora sai già com’è. - .

Lui annuì ancora e i ricordi del primo ciclo di chemio gli tornarono alla mente. Solitamente al primo ciclo tutti portano un parente o qualcuno che stia loro accanto, per lui non era stato così, non aveva nessuno, tranne Kate che aveva conosciuto proprio quel giorno e che era rimasta con lui.

La dottoressa lo portò fino alla camera dove si sarebbe tenuto il ciclo e lo fece accomodare sulla poltrona. Harry si guardò intorno, assieme a lui c’erano molti altri pazienti che aveva già visto durante i precedenti cicli, ma con cui non aveva mai avuto l’occasione di chiacchierare.

Louis attese un attimo dopo aver bussato, poi entrò nella camera esitando. Si guardò intorno e non vide nessuno, nemmeno Harry. Decise allora di fermare una dottoressa che passava in corridoio.

- Scusi, Harry dov’è? - . La dottoressa gli sorrise dolcemente.

- Harry è a fare la chemio, appena finisce torna. - . Louis la guardò mezzo sorpreso.

- Pensavo ce l’avesse più tardi e che sarei potuto andare con lui. – tentò. Lei sosse la testa.

- Mi dispiace, ma Harry non è la prima volta che fa la chemioterapia e per questo nessuno può andare con lui. Non si preoccupi, è in buone mani. – gli sorrise lei incoraggiante.

- Ok, allora grazie. - . Louis sorrise gentilmente rientrando in camera e si sedette sulla solita poltrona accanto al letto del minore.

Passò due ore buone tra il guardare fuori dalla finestra e il leggere la rivista di musica di Harry.

La porta si aprì e Louis saltò sulla poltrona, preso dallo spavento e persosi tra le righe della rivista, spostò lo sguardo verso la porta e quello che vide gli fece aggrovigliare lo stomaco: Harry aveva il viso più scavato di come lo aveva lasciato il giorno prima e gli occhi spenti, privi di gioia.

Se ne stava seduto sulla sua sedia a rotelle mentre un’infermiera lo portava dentro. Louis non sapeva cosa dire, aveva paura che dicendo qualcosa avrebbe dato fastidio a Harry, ma se non avesse detto niente avrebbe fatto la figura dello scemo.

Si alzò e il silenzio venne interrotto dall’infermiera.

- Ecco Harry, stenditi pure. - . L’infermiera, una ragazza giovane e dai modi delicati, aiutò Harry a scendere dalla carrozzina e a farlo sedere sul letto, poi Harry si sdraiò e si infilò sotto le coperte.

L’infermiera guardò Louis. – Oggi qualcuno è venuto, sono contenta. – sorrise.

Louis annuì, tornò a sedersi sulla poltrona e guardò Harry che si era già addormentato. Avrebbe tanto voluto prendersi la sua leucemia per farlo vivere davvero e farlo sorridere, perchè quando sorrideva lui, il mondo si fermava.

L’infermiera uscì dalla stanza e Louis si decise a prendere la mano di Harry e ad accarezzargliela lentamente per non svegliarlo.

Quache ora dopo, quando Harry si svegliò, si ritrovò Louis che russava come un bisonte con la bocca aperta, sulla poltrona accanto al suo letto. Ridacchiò leggermente a quella vista, finchè una forte fitta alla testa lo fece gemere.

Il maggiore si svegliò di colpo.

- Harry! Tutto bene? – sussurrò preoccupato per non infastidirlo. Harry annuì leggermente.

- Solo un po’ di mal di testa, come sempre. – lo tranquillizzò. Louis avrebbe tanto voluto stendersi accanto al più piccolo e coccolarselo e tenerselo stretto sul suo petto per farlo sentire al sicuro, ma non era sicuro che ad Harry avrebbe fatto piacere.

– Abbracciami, ti prego. – sussurrò Harry rompendo ogni indugio.

Louis si accomodò accanto al minore e lo strinse forte tra le sue braccia mentre Harry appoggiava la testa sul suo petto con gli occhi chiusi.

---------

Harry si stupiva ogni volta che un Louis sempre sorridente attraversava la porta della sua camera, pronto per fargli compagnia e farlo divertire in qualsiasi modo.

Quando Harry stava male per via della chemio, si divertivano in camera, quando il più piccolo si sentiva in forma, vagavano per i piani, andando di tanto in tanto a trovare i bambini appena nati.

La sera di Capodanno Louis, Niall, Liam e Zayn fecero la loro entrata nella stanza di Harry. Zayn teneva in mano una bottiglia di champagne, mentre gli altri tre portavano ciascuno un piatto che appoggiarono sul davanzale interno della finestra.

- Ciao Harreh. – fece Louis appoggiando il piatto sul davanzale e sorridendo, mentre il minore li guardava stranito. Gli altri seguirono Louis e salutarono tutti Harry, ripetendo le stesse azioni del maggiore.

- Ciao, ma che state facendo qua? - . I ragazzi, sotto lo sguardo indagatore di Harry, si tolsero le giacche e si sistemarono seduti sul suo letto.

- Siamo qua per passare il Capodanno con te. – sorride Louis avvicinandosi a Harry e sistemandosi seduto accanto a lui.

- Non avete una festa? -. Zayn sorrise guardandolo.

- La festa la facciamo qua con te. Solo noi cinque. - . Harry sorrise e scosse la testa.

- Non posso nemmeno bere. Andate a divertirvi dai. - .

- Un goccio a mezzanotte non ti ammazzerà! – esclamò Niall senza pensarci.

Subito Zayn e Louis lo fulminarono con lo sguardo, mentre Liam gli dava un calcio nello stinco essendo seduti accanto. Harry rise.

- Non voleva dire che- iniziò Liam.

- Davvero, Liam, non ti preoccupare. Era una battuta, non sono di porcellana che devo essere protetto. Voglio solo essere un sedicenne come gli altri. - .

Detto questo la “festa” iniziò e passarono tutti e cinque insieme una bella serata, fino a quando, a mezzanotte, brindarono a un nuovo anno.

A mezzanotte Louis espresse il desiderio di una vita migliore per Harry, mentre lo guardava ridere assieme agli altri.

Ci furono anche i fuochi d’artificio in città che guardarono dalla finestra.

------

- Harreh. - . Kate gli stava solleticando il collo, quando la mano di Harry scacciò quella della ragazza. – Non costringermi a toglierti le coperte di dosso. - .

- E se fossi nudo? - .

- Non importa. Dai che ti devo raccontare e anche tu non puoi certo fare finta di non avere niente da raccontare! – .

La voce impaziente di Kate si insediò nelle orecchie del ragazzo ormai sveglio del tutto.

- Io non ho nulla da dire. – affermò il piccolo con un sorriso a trentadue denti.

- Guarda che in corridoio non si parla di altro. Tutte le infermiere che ti sbavano dietro hanno detto che ti ha fatto bene il Natale, che sei tornato sorridendo e sono un po’ gelosa, visto che non è certo grazie a me. - . Kate gli strizzò l’occhio in segno di complicità, ma Harry la ignorò.

- Tu piuttosto? Ti sei scopata bene il tipo? - . Kate cercò di trattenere una risata. –

Beh, Harold! Queste frasi! – lo punzecchiò. Harry scrollò le spalle.

- Ci siamo divertiti, diciamo. - . Kate arrossì non sfuggendo al più piccolo.

- Non credo i vicini siano dello stesso parere, chissà quanti notti in bianco hanno passato con tutto il rumore… - alluse Harry, divertito a punzecchiare la ragazza.

- Buongiorno, Harold! – . Una voce possente fece girare i due ragazzi verso la porta da cui era spuntata la figura di un uomo alto e barbuto. – Piacere, Mark. - .

L’uomo porse la mano al ragazzo, mentre Kate sgusciava via dalla stanza con la scusa di doversi cambiare. Harry si sistemò seduto a gambe incrociate sul letto, mentre l’uomo prese posto in piedi di fronte a lui.

- Allora, Harold, ho una notizia da darti. - . Harry ebbe un tuffo al cuore. Ogni volta che avevano una notizia non significava nulla di buono. No, non poteva morire, non in quel momento, non dopo aver passato il Natale con Louis, nondopo aver trovato una persona che gli volesse bene.

L’uomo accortosi del ragazzo che era sbiancato, si sedette sul bordo del letto, non distogliendo lo sguardo da quello verde del ragazzo, per tranquillizzarlo in qualche modo.

- Dovresti firmare il modulo che ci consentirebbe di operarti. - . L’uomo parlava con tono solenne, mentre il ragazzo restava muto improvvisamente colto dall’ansia. - Con questa operazione ci sono buone probabilità che tu guarisca, ma è ancora in fase sperimentale. È per questo che né io né l’ospedale forzerermo in alcun modo la tua opinione. – .

In quel momento rientrò Kate che si accomodò di nuovo accanto a Harry.

- Questa cosa è un po’ difficile da spiegare, ma ci sono due possibilità: non firmi e piano piano la malattia ti destabilizzerà tanto da morire entro fine inverno; firmi, ti apriamo, proviamo a curarti, ti richiudiamo. A quel punto ci saranno altre possibilità: ti svegli e guarirai piano piano, oppure l’operazione sarà fallita e sarai troppo debole per sopravvivere. - .

La schiettezza delle parole del dottore fece rabbrividire sia Kate che Harry. Lui aveva solo sedici anni e si sentiva come uno di novanta. Sentiva che il mondo, la vita, ce l’avevano con lui. Non poteva solo prendere per mano Louis, vivere con lui per sempre felici e contenti?

- In entrambi i casi rischi di morire, ma se accetti che ti operiamo, puoi sopravvivere e in più contribuiresti alla ricerca. - .

- Mi sta prendendo in giro? Lei pensa alla ricerca in questo momento? - . Kate si era alzata, rossa in viso dalla rabbia, mentre Harry non sapeva cosa pensare, era spaventato, confuso, solo e indifeso.

- Signorina, le devo forse ricordare che lei è una semplice infermiera, senza legami con il paziente? - . Kate scosse la testa, calmandosi un po’ e prendendo la mano di Harry che fissava un punto nel vuoto.

– Questo paziente ha un nome, e anche bello. Ci può lasciare soli un momento, per favore? – chiese Kate sedendosi accanto a Harry, con tono più calmo.

Il dottore si alzò annuendo e uscì. Kate rivolse la sua attenzione verso il ragazzo, prendendogli la testa e posandosela sulla spalla, mentre gli accarezzava il collo.

- Si sistemerà tutto, ok? Troveremo una soluzione, insieme. - . 

Ma Kate era come se parlasse con un muro, perché a Harry la verità era stata spiaccicata in faccia, senza un po’ di tatto e non capiva più niente.

- Adesso tu riposi e io risolvo tutto, ok? - . Kate fece stendere Harry che era diventato un automa e uscì dalla camera con le gambe che quasi tremavano. Era confusa, non sapeva che cosa fare.

Era arrabbiata con quel Mark per la schiettezza che aveva usato, ma infondo aveva detto cose vere e in qualsiasi modo Harry l’avrebbe dovuto sapere. Non avrebbe mai dovuto affezionarsi a un paziente, glielo avevano detto quando aveva iniziato da specializzando, eppure era così facile affezionarglisi.

‘Loulou che fai? x – H.’. Harry era spaventato e voleva solo vedere Louis in quel momento, stringersi sul suo petto, sentire il battito del suo cuore e sentirsi finalmente al sicuro.

‘Ehy Baby Cakes! Sto facendo la spesa. Che succede? – L.’.

‘Niente di che… Devo firmare un foglio per farmi operare…’

‘E non sei felice?’. Harry non sapeva cosa rispondere. Doveva essere felice? Forse sì. O forse no. Infondo non sapeva se sarebbe andato tutto liscio oppure no.

Alla fine Harry lasciò cadere il telefono nel letto e si accucciò a riccio. Kate aveva detto che avrebbe trovato una soluzione, ma Harry sapeva bene che non c’era una soluzione.

Il suo sangue non era rosso. Aveva bisogno di un trapianto di midollo osseo, rarissimo da trovare che andasse bene con il suo corpo. Avrebbe dovuto iniziare sicuramente un nuovo ciclo di chemio. Adesso aveva la possibilità di sopravvivere. Oppure di morire. Questa era la storia.

Le prime note di Candle in the Wind risvegliarono Harry dai suoi pensieri. Subito afferrò il telefono non badando a chi stava chiamando.

- Pronto? – disse debolmente Harry, ancora scosso.

- Ehy! Mi stavo preoccupando, non rispondevi! Tutto ok? - . Era Louis, ma Harry non aveva voglia di chiacchierare. Aveva solo bisogno di vedere i suoi occhi in cui faticava restare a galla. - Harreh… - lo richiamò Louis. Harry si scioglieva quando lo chiamava così e qualcosa si mosse dentro di sé.

- Vieni? – chiese Harry con la voce rotta, ormai sul punto di piangere.

- Sto arrivando. - .

- Ti prego, non buttare giù la chiamata, fammi compagnia. – continuò Harry disperato, totalmente in lacrime.

- No che non lo faccio. - . Louis uscì di corsa dal supermercato, lasciando tutto quello che stava facendo per correre dal più piccolo. Fortunatamente non era così lontano dall’ospedale e ci arrivò in cinque minuti a piedi, sempre continuando il contatto telefonico.

- Ehy piccolo! - . Louis, entrato nella stanza di Harry, gli si avvicinò per poi stringerlo in un abbraccio, poi si sdraiò su un lato accanto a lui. Harry nasconse il capo nell’incavo del collo continuando a singhiozzare.

- Scusa, Lou. - .

- Non ti devi scusare, ma dimmi cosa succede. - . Louis gli accarezzava la nuca cercando di calmarlo.

- Ehy Louis! Come mai sei - . Kate era entrata nella stanza salutando il moro, ma appena aveva visto Harry singhiozzare si era subito fermata.

- Ciao Kate. - . La ragazza si avvicinò al letto dove i due ragazzi erano ancora abbracciati.

- Puoi venire un secondo fuori, Louis, per piacere? - . Louis si staccò da Harry e cercò il suo sguardo per trovare il consenso. – Torno subito, piccolo. - . Harry annuì godendosi il profumo del moro e Louis seguì Kate fuori dalla stanza, lasciando una carezza sulla spalla del più piccolo.

Una volta fuori, Kate spiegò al moro la situazione in cui Harry era.

CORNEER

Era tantissimo tempo che non aggiornavo OOS ma mi ero totalmente scordata.

Oggi è una giornata particolare. Avrei dovuto finire il capitolo di HY e aggiornarlo, ma stamattina è successa una tragedia.

Io sono una grandissima fan della Formula 1 e nel gran premio di stamattina un pilota di cui comunque non sono fan, ha fatto un serio incidente. 

Non si sa se sopravviverà. Io sono sconvolta e non riesco a concentrarmi sul capitolo, ma non volevo nemmeno deludervi.

Vi chiedo di dire una preghiera verso questo ragazzo che è davvero giovane, anche se non siete religiosi, siete delle persone umane.

Il fatto di star portando avanti due fan fiction in cui si parla di ragazzi che stanno male, mi ha anche fatto pensare se sia giusto continuare a scrivere le mie due storie, perchè alcuni potrebbero interpretare questa cosa come se giocassi, ma io vorrei solo trasmettere dei messaggi ai miei lettori positivi, perciò non lo so, sono ancora un po' scossa.

Grazie di tutto, spero comprenderete il mio stato d'animo al momento. Grazie anche per il supporto per entrambe le fan fiction.

Spero che questo capitolo vi piaccia, perchè è un capitolo molto importante...Harry si farà operare o meno? Se lo farà, ce la farà o meno? E Louis? Come la prenderà?

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