Il passato non è mai passato.

By Alessandras03

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Sequel di 'Ostacoli del cuore': Sono trascorsi sei anni da quando la bella e ormai giovane donna Emily Stewar... More

Capitolo 1.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo 10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.

Capitolo 4.

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By Alessandras03

Capitolo 4.

POV. BRANDON

Mi sono appena svegliato. Dalle tende non arriva neanche uno spiraglio di luce, probabilmente il tempo non è dei migliori.

Mi metto in piedi ed indosso il pantalone di una tuta. Scendo le scale lentamente stirando i muscoli delle braccia e sbadigliando. Kris ancora non c'è.

Preparo il caffè e lo verso in una tazza sorseggiandolo seduto al tavolo.

Quando sento i suoi passi sulle scale mi sporgo per osservarla. Sembra un'isterica evacuata da una clinica psichiatrica. Ha i capelli scompigliati e pieni di nodi, un'espressione poco convincente ed un'andatura a dir poco divertente.

«Non mi guardare così» mugola nascondendosi il volto con le mani.

Si posiziona di fronte e a me versandosi il caffè e mi fissa.

«Ho trovato il lavoro per te.» Esordisco. «La segretaria in uno studio dentistico» concludo deglutendo.

Lei accenna una smorfia e poi scrolla le spalle, «okay» sospira.

«Per la baby-sitter, ci sto lavorando...» sogghigno sistemando i capelli.

«Non deve piacere a te esteticamente, deve essere preparata su ciò che deve fare» sbotta roteando gli occhi.

Ridacchio, «deve essere almeno carina, non posso spaventarmi ogni volta che la vedo per casa. Devo essere felice di ciò che osservo» mi fulmina con lo sguardo e prende un respiro profondo. «Fidati, sarà perfetta.» Le schiaccio un occhio e mi metto in piedi.

In quel preciso istante qualcuno bussa alla porta. Kris si mette in piedi e senza esitare corre ad aprire. Nessuno parla, quasi mi preoccupo.

Mi avvicino all'entrata  e noto Marcus sbalordito e Kris immobile davanti a lui.

Ci risiamo.

«Bro» lo richiamo.

Lui sbatte le ciglia e mi fissa socchiudendo le labbra, «ciao Kris» mormora schiarendo la voce. Sembra che tutto sia scomparso.

«Ciao» aggiunge lei indietreggiando per farlo entrare.

«Ehilà, esisto anche io» agito una mano schiarendo la voce. Entrambi mi fissano silenziosi.

«Sono passato per prendere un caffè, ma... non credo sia il momento giusto» sottolinea lui imbarazzato. Scompiglia i capelli e avverto nell'aria una situazione di tensione tra i due.

Non pensavo sarebbe stato così complicato.

«Io stavo giusto andando a...» Kris balbetta indicando le scale, «a svegliare la bambina e poi... vado» aggiunge correndo su per le scale. Mi sembra di rivederla nella vecchia casa, quando era ancora una ragazzina. Rivivo quei momenti come se non siano mai trascorsi.

«Entra» dico rigido.

Marcus prende un respiro profondo, «potevi avvertirmi che c'era tua sorella in città» mugugna facendo qualche passo avanti.

«Sarebbe cambiato qualcosa?» Schiarisco la voce.

Lui sembra nuovamente in difficoltà. Fa ridere. «Sì, sarei scomparso dalla circolazione. Poi quando sarebbe tornata... bè, sarei tornato.» Sospira nascondendo le mani dentro le tasche dei jeans.

«Mi dispiace deluderti ma questa sarà casa sua per un po' di tempo e credo anche questa città. Kris rimane qui.» Decreto con voce rauca.

Marcus impallidisce, quasi scoppio a ridere, ma cerco di trattenermi. E' davvero patetico.

Si comporta ancora come un adolescente che cerca di scappare dalla ragazza che non vorrebbe mai incontrare.

«Visto che per ora non dispongo di una somma quota di denaro, ma ci sto lavorando...» esordisce con tono ironico, «potresti pagarmi un biglietto aereo per la parte più remota dell'Universo?» Continua grattando il capo. A quel punto non riesco a trattenere il riso. «Giuro che poi te li ridò.» Sembra serio.

Lo fisso di sottecchi. Marcus ha sempre avuto quello strano senso dell'umorismo anche nel momento peggiore della sua vita, «Marcus tu non andrai da nessuna parte e poi... la prova più imbarazzante l'hai già superata» ridacchio.

Mi guarda in cagnesco. «Merdaccia.»

«Non sai quanto ti voglio bene io, bro.» Accenno un risolino e con una pacca sulla spalla sembra tornare il sereno sul suo volto.

Trascorro la mia giornata in giro con il mio vecchio migliore amico. Abbiamo entrambi il giorno libero.

E' decisamente complicato trovare una ragazza qualificata che riesca a tener d'occhio mia nipote. Marcus sostiene che l'abito non fa il monaco e che basterebbe anche una racchia. "Non ti basta vedere Emily?" Aveva detto.

Fin quando un annuncio a caratteri cubitali, appeso in una vetrina, dice "BABY-SITTER A POCO PREZZO. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALLA COMMESSA."

Senza esitare entro dietro Marcus.

E' un negozio di abbigliamento femminile. Sono esposte cose che neanche mi sarei mai sognato di vedere e i prezzi sono eclatanti.

Osservo una collana su di una mensola, accanto ad altre cianfrusaglie.

Su di essa c'è scritto Beautiful past. Ed ecco che torna in mente Emily. Mi guardo intorno e mi accorgo di Marcus che flirta con una commessa. Una buona occasione per acquistarla senza farmi accorgere. Con passo svelto mi dirigo alla cassa e pago.

«Confezione regalo» sussurro. La ragazza dietro  il bancone corruccia lo sguardo. Mi avrà preso per un pazzo, ma non importa.

«Ehi Brady» Marcus si avvicina ed io nascondo lo scatolo dietro la schiena. «Lei è la ragazza che potrebbe fare da baby- sitter.» La fisso. E' alta circa un metro e settanta. Ha un seno enorme, delle gambe mozzafiato, un fisico scolpito ed è bionda, talmente bionda da sembrare tinta.

«Sei tinta vero?» Mi scappa involontariamente e lei arrossisce scuotendo il capo.

Marcus nasconde il viso con una mano e scuote il capo disperato.

«Perfetto comunque» continuo ad osservarla incuriosito.

«Se ti lascio il mio numero pu..»

«Sì, sì, lasciamelo.» Non la lascio finire, tiro fuori l'iPhone e lei sorridente ripete i numeri.

Una volta finito il tutto saluto ed esco dal negozio senza ricordare il pacchetto che ho tra le mani. Marcus lo fissa talmente confuso che non so cosa dire.

«E' per Kris.» Alzo le mani in segno di resa.

Assottiglia lo sguardo e accenna una smorfia con le labbra. «Non ti credo, ma va bene. » Sale in auto.

POV EMILY

Noah è ancora arrabbiato. A malapena mi saluta la mattina. Si veste, prende il suo solito caffè e corre a lavoro. Sembra che non gli importi più nulla di me.

Eppure mia madre dice di dargli tempo. Che tempo dovrei dare alla persona che dovrebbe diventare mio marito?

Entro in classe con un malloppo di libri fra le mani. Gli alunni sono tutti sparpagliati per i banchi, ma quando si accorgono della mia presenza prendono subito posto.

Sorrido e mi appoggio alla cattedra pensierosa.

«Prof, è tutto okay?» Una ragazza prende parola.

La guardo silenziosa ed annuisco. «Prendiamo il libro a pagina 134.»

Trascorro l'ora più massacrante di tutta la mia vita. E' difficile comportarsi da docente quando si hanno tanti pensieri per la testa.

Quando esco di lì, prendo un caffè e mi rifugio in sala insegnanti. Apro il cassetto per posare i libri, ma i miei occhi sono colpiti da uno scatolino con un bigliettino.

Li afferro e leggo ad alta voce.

Mi piaceva troppo, scusa, forse ho sbagliato. Ci tenevo solo a regalartelo. Prendilo come un piacevole ricordo. Niente di più... è una promessa.

Brandon

Sorrido e apro la scatolina. Quando noto la collana sospiro e per una manciata di secondi non so cosa pensare. Sono ancora nel cuore di Brandon Felton? E' davvero così possibile?

Inutile negare l'evidenza. Il mio cuore saltella all'impazzata dentro il petto. E' una strana sensazione.

Quando sento arrivare qualcuno faccio scomparire tutto dentro la mia borsa e mi volto osservando l'arrivo di Tess.

«Ti giuro... che è pesante fare storia dell'arte in aula come il terzo f.» Si siede e socchiude le palpebre. «Tu tutto okay?» Quando riapre gli occhi mi fissa. So già che mi domanderà come va con Noah e so già che anche mentendole lei capirà tutto. Tess è così. Non le si può dire una bugia, che scopre la verità. Poveri alunni.

«Benissimo.» Cerco di essere più serena che mai, ma i suoi occhi mi scrutano come un cane da caccia. Forse il trucco è proprio non guardarla.

«Ciccia, so che tu e Noah ancora non vi parlate, te lo si legge negli occhi. Sono così tristi e pensierosi.»

Sbuffo e mi siedo al suo fianco.«Tess è tutto troppo complicato. »

«Prima un tipo è venuto a chiedere di te, un figo pazzesco. Ha detto che doveva lasciarti qualcosa nel cassetto. Ti giuro, ho subito pensato ad una bomba, ma erano troppo sinceri i suoi occhi.» Ridacchia. «Se hai amici come quelli, Noah fa bene a tenerti sempre come se fossi una bambola di porcellana.» Ironizza. Sicuramente era Brady.

«Sì, bè, era un amico di liceo.» Dico sincera.

Sorride compiaciuta, «un'uscita a quattro con questo tizio, no vero?» Morde le labbra.

«No.» Decreto. Mi accorgo solo dopo del modo in cui l'ho detto. Adesso comincerà il terzo grado.

«E' stato il tuo fidanzato, merda.» Sbatte una mano sul tavolo convinta.

Sogghigno. «Potevi fare l'indovina o la psicologa!» Esclamo.

«Cazzo, sì.» Sbuffa. «Sicuramente mi avrebbero pagata di più, ma non parliamo di me...voglio sapere tutto.»

Sono stufa di dover raccontare nuovamente quella storia. Non è sempre bello.

«Io e Brandon ci siamo conosciuti al liceo. Lui era il classico bel ragazzo ed io la classica ragazza riservata. Per vari motivi i nostri cammini si sono sempre incrociati e dopo varie peripezie siamo finiti insieme... ma alcuni problemi hanno intralciato tutto e ci siamo separati.» Spiego. «Dopo sei anni l'ho rivisto ed è stato un colpo all'anima.» Ammetto.

Tess mi fissa con occhi sognanti. «Pagherei per averne uno così, ma Noah?» Ed anche lei torna alla realtà.

«Noah è geloso e litighiamo continuamente... e poi guarda...» tiro fuori la collana appena regalata da Brady e gliela mostro. La prende fra le mani con occhi luccicanti. E' sbalordita quasi quanto me.

Scuote poi il capo. «Ma tu ami Noah, no?» Mi fissa di sottecchi.

Annuisco.

«E questo Brady Sonounfigopazzesco lo sa?»

Annuisco per la seconda volta.

«Okay.» Rimane senza parole come avevo già immaginato. «Devo correre a casa, Nicholas ha la febbre» mi lascia un bacio in guancia e scappa.

Quando accendo il cellulare ritrovo un messaggio di Noah. Senza pensarci due volte lo leggo.

Ho bisogno di parlarti...

Il mio cuore cessa di battere per un secondo. Mi sento mancare l'aria. Presa dall'agitazione esco di lì e tiro fuori il pacchetto di Marlboro da utilizzare solo in occasioni drastiche e devastanti. Accendo la sigaretta e la porto alle labbra aspirando. Mi sento quasi meglio. Sono un fascio di nervi e non ho neanche il coraggio di rispondergli.

Mi tremano le mani e mi sento talmente nervosa che vorrei urlare e piangere.

Corro a casa e lui è lì, seduto sul divano. Mi fissa serio. Mi spoglio del cappotto e alzo le maniche del maglione che indosso fino ai gomiti. Tiro sù i capelli in una coda alta e soprattutto disordinata.

«Ti amo. Non ce la faccio più. » Esordisce. Il mio cuore ricomincia a battere in modo regolare. Mi risollevo. «Ma quel Brady non riesco a farmelo piacere... so che per te è importante, che è stato importante e ancora lo sarà... e per questo cercherò di essere più gentile, comprensivo e meno geloso. Mi fido di te...» avanza verso di me attanagliandomi contro il muro. «Perché sei la donna meravigliosa di cui mi sono innamorato e non per caso voglio che tu sia la mia donna per sempre.» Aggiunge sorridendo. Ha gli occhi lucidi ed io vorrei abbracciarlo.

«Ed io voglio che tu sia il mio uomo per sempre.» Allaccio le braccia intorno al suo collo stritolandolo e mi sento di nuovo a casa. «Avevo pensato che volessi lasciarmi...» sussurrò piagnucolando.

Mi accarezza il capo, «mai, mai, mai.» Ripete sottovoce lasciandomi una scia di baci lungo il collo.

Finalmente ceniamo come due fidanzati normali. Mi sento quasi in pace con me stessa, ma il pensiero di Brady mi tartassa il cervello ogni volta che penso alla collana. E mi sento in colpa ogni qualvolta osservo gli occhi innamorati di Noah.

Non so cosa mi succede ogni volta che immagino il suo volto. Non riesco a capirlo. Eppure è così forte ed intenso.

Quando il cellulare squilla sussulto e con la paura che possa essere lui, mi allontano e rispondo senza vedere chi sia.

«Pronto.»

«Emily ho rivisto Marcus. Ho bisogno di parlarti di una cosa importantissima. Ho bisogno di dirla a te. Alla mia migliore amica. Mi sento un vero e proprio schifo.» Kris sembra che pianga. Osservo Noah che mi scruta confuso.

«Tranquilla, stai tranquilla... possiamo vederci anche subito.» Sentenzio.

«Sono al Bemelmans Bar. Ti aspetto.» Riattacca. 

Ciao a tutti, spero vi sia piaciuto e soprattutto per chi non l'avesse ancora capito sono l'autrice di ''Ostacoli del cuore'' e questo è il continuo. 

Aspetto i vostri pareri, ci tengo. Baci.


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