Ali di farfalla

Από -cecilialewis-

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[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, e... Περισσότερα

Epilogo
1- Un gioco di cuori
2- Il vetro, il muro e il grido
3- Il Burnett
4- Sul posto di lavoro
5- La galanteria deforme e il battagliero coraggio
6- Per te e per me
7- Comandato dai tuoi fili
8- Morisot nell'inchiostro
9- La lista dei difetti e il gioco delle fiamme
10- Game, set and match
11- Gli intoccabili
12- Un angelo tra le campanule e i papaveri
13- La sua bugia
14- Alle porte del sogno
15- Ciò che non sono riuscita a dire, quello che mi fai provare
16- Le bugie, il gioco di squadra e il portafortuna
17- Adolescenza di promesse infrante
18- A due passi da te
20- I figli della giustizia
21- Su di un ripido pendio
22- Nuovi abiti
23- Il protettore del South Side
24- La festa di paese
25- Farfalle in barattoli di vetro
26- L'intimità di brevi attimi
27- Una giornata al mare
28- Seducimi, portami a ballare
29- Il lupo di carta
30- Il carnefice
31- Il trattamento e la sua cura: felicità gratuita
32- Vicinanza e distacco
33- Vento di novità
34- Sabbie mobili
35- Chicchi di grano
36- L'allibratore
37- Tra i dipinti al museo
38- Alhena
39- L'ombra di un ricordo
40- Follia d'amore ed un cuore di pettirosso
41- Barbablù
42- Malinconico dolore
43- Un gioco pericoloso
44- Bambino arrogante e timido, dall'animo nobile
45- La voce e la speranza delle donne forti
46- Vecchi e nuovi scenari
47- Il volo
48- La sfida
49- La vittoria
50- La luna e il marinaio
51- Torturatore di un'anima in gabbia
52- Dolci sorprese e soffici nuvole
53- Denti e sangue di lupo
54- Verità a galla
55- Salvatelo, salvateci
56-Una lezione da impartire
57- La piccola Violet
58- Ritorno alle origini
59- Fairy
60- Miele sulle labbra, l'audacia
61- Vantaggiose alleanze
62- Impresso sulla pelle
63- Tra le braccia del conforto: desidero, voglio e temo
64- Riprenderò la corona
65- Pesi inutili
66- Un segreto nel firmamento
67- Il mulino al tramonto
68- Déjà vu
69- Cantico di libertà
70- Calore di casa
71- La notte di San Lorenzo
72- Strategie
73- Il matrimonio
74- L'abito bianco e le sue rose rosse
75- Provocazione e dolore
76- Preziosi consigli
77- Salvami da me
78- In terra promessa
79- Non ti muovere
80- I creatori della sorte
81- Le lacrime di un ladro
82- Minacce e supestizioni
83- Antagonisti infelici
84- Calore e gelo
85- Piccola fata
86- Sei vuota, non più interessante
87- La morte e la nascita dell'angelo
88- La cosa più grande
89- La forza dei soldati innamorati
90- L'angelo dalle ali di ferro e l'uomo della polvere
91- Il nostro ritorno
92- Le lacrime in un video
93- Baci nel buio
94- Anime affini e il loro coraggio
95- Noi
Ringraziamenti
Spin off

19- Il mio posto nel mondo

982 58 85
Από -cecilialewis-

P.O.V. Caleb

La sera prima

Questa volta l'ho persa davvero. Forse solo per una stronzata, ma per la prima volta riguardava Ian, ed era più seria del solito. Troppo. Le sue parole sono state emesse in un addio di lacrime che mi ha spiazzato e non posso non pensare che lei ... sia veramente innamorata di lui.

Iniziando dalle loro uscite notevolmente duplicate, fino ad arrivare a quel maledetto campetto che ha assistito alla sua audacia. In quell'attimo esatto mi ha fatto a pezzi, forse senza nemmeno rendersene conto, e non voglio neanche pensare al fatto di averla vista prendere la pillola, credo ne morirei. Da quando scopa con altri? Da quando anzi lo fa? È stata con Ian, in una delle loro passeggiate?

Megan mi ha detto addio, ed io che posso fare? Le ho risposto che non mi arrendo, e non lo faccio ma in che modo posso realmente rimediare?

Non voglio rinunciarci, anche se amasse un altro, anche se fosse Ian ... non voglio, già sento la sua mancanza, ma quello che mi terrorizza è il precoce pensiero di non avere più altro da aggiungere. Non abbiamo tredici anni, niente in più da scoprire dell'altro ed è per questo che sento quest'addio estremamente definitivo.

Lei mi conosce ... e mi ha detto addio.

Eppure sono venuto qui con la speranza di rivederla, di parlarci nonostante le forze mi stiano abbandonando, e la volontà torni a correre via dal momento che lei ancora non è arrivata ed io provo sempre più l'impulso di tornare verso casa, scolarmi una bottiglia di whisky e non pensarla, ma ecco che la figura di Kevin mi raggiunge, appena ubriaca e quindi estremamente sincera.

Posa una mano sulla mia spalla avvicinandosi in maniera goffa e sorridente, ed io sono pronto a tutto, tranne a quello che mi sta veramente per dire.

<Non rinunciare mai a lei Caleb, siete fatti per stare insieme. Dovete capirlo e smetterla di farvi del male perché si, siete in grado di ferirvi ma anche di amarvi, ne sono certo. Quindi cercala, trovala e facci la pace, non siete nessuno senza l'altro, e prima lo capirete prima potrà finire questa falsa>, ed è il fatto che lo dica lui, l'amico che mi è più vicino nel gruppo e che per la sua età, per la sua saggezza nella mia mente ha raccolto l'eredità di mio fratello che l'ansia e la paura scompaiono, casa mia si fa rifugio lontano e al contempo Megan passa l'ingresso principale. E' diversa, ha tagliato i capelli ma è sempre bellissima.

Nuovi capelli ... nuova vita, è così che si dice no?

Probabilmente si, perché anche lei mi ha notato, ma finge e corre a rifugiarsi altrove, lontano dai miei occhi. Vorrei avvicinarmi ma i miei ex colleghi mi bloccano e poi ... già qualcuno è riuscito a catturarla, facendola volare sulla pista da ballo, e devo trattenermi dall' allontanarli. Perché Ian la sta trattenendo troppo vicino e lei gli sta rivolgendo un sorriso sincero quasi avesse tutto dimenticato, come se non avesse nemmeno un po' sofferto del distacco a cui ci ha costretti e forse è vero, forse non lo prova affatto.

Mi serve altro alcol, e allontanarmi da lei.

Possibile che non abbia significato niente? Le parole che mi ha detto, anche se da ubriaca, dovrebbero essere vere, devono esserlo perché altrimenti ne esco spezzato. Quella notte ho creduto a lei, a ... noi ... ed era la prima volta che accadeva.

Poco dopo torno a cercarla e la vedo in piedi da sola, in mezzo alla gente che balla.
Ha uno sguardo diverso come perso.

Possibile che ...?

Improvvisamente mi trova, e mi fissa in un modo nuovo, un miscuglio di rabbia, sorpresa forse, e coraggio.

A quello so rispondere.

Per questo mi abbevero di lui e finalmente trovo le parole giuste da dire, pronto a chiarire e mettere fine ad ogni tortura. Megan si allontana spingendomi a seguirla fino al camerino degli artisti verso il quale è diretta, e che ci accoglie un attimo dopo.

All'interno è poco illuminato e totalmente in disordine, ma non ci presto molta attenzione perché lei mi è di fronte, e con forza mi costringo a parlare, per noi.

Ispiro profondamente, pronto a farlo ... ma non serve a niente.

Spalanco gli occhi per la sorpresa e resto immobile perché le sue labbra sono atterrate sulle mie, e noi ci stiamo già baciando.

Le sue labbra ... ho sognato le sue labbra e adesso ... mi appartengono.

Rabbrividisco e la ricambio, la stringo contro di me per paura che se ne vada, e cerco di essere dolce poco prima di impazzire: la sua lingua è un richiamo che non mi nego più e che d'un tratto pretendo.

Sento il suo sapore mentre con le mani si avventura lungo tutto il mio corpo accarezzandomi, e vorrei dirle di non smettere mai, perché mi sta facendo impazzire.

Il mio tocco invece è sceso lungo la sua schiena arcuata, depositandosi sul sedere che stringo e spingo verso il mio corpo ma non è niente in confronto al sentirsi pelle contro pelle: i suoi polpastrelli mi stanno sfiorando le costole al di sotto della camicia, e questo mi porta a gemere.

Le labbra si allontanano e torniamo a fissarci.

Ho il respiro spezzato e sono in tumulto mentre lei è semplicemente bellissima, con la bocca martoriata dalla mia e accesa di un rosso intenso. Sembra essermi vittima ma io ho bisogno di sapere: su quella pista ho intravisto qualcosa, ed ora voglio la verità.

<Perché?>

Se solo si rendesse conto ... dello stato in cui mi porta.

<Perché non voglio più vivere una bugia>

Ho bisogno di alcuni minuti per rielaborate il tutto, il fatto che ricordi, che abbia scelto noi, che mi voglia prima di issarmela sul corpo e spingerla alla parete.

Non ho più modo adesso di fermarmi.

La bacio di nuovo come se dovessimo morire domani, con forza ed esigenza ed inevitabilmente alla passione ... anche con l'amore.

Le sue gambe sono intrecciate ai miei fianchi, nude, piene di brividi, troppo tentatrici per non essere sfiorate, mentre mi faccio sempre più vicino, spingendo il mio corpo a un contatto da troppo anelato.

È quasi un gesto inconscio tanto sono eccitato ma ne subisco gli effetti sentendola gemere e poi ricambiare, strusciandomi il bacino contro, in risposta.

Mi mandi ai matti Meg, mi mandi ai matti.

Le afferro il sedere a piene mani e la allontano dalla parete dirigendomi verso il tavolo che con un solo gesto libero, depositandovela senza staccarmi dai suoi baci, ma siamo troppo lontani e non mi basta. Prendo posto a una delle sedie e la faccio mettere a cavalcioni.

Una posizione che mi piace alquanto, specie non appena muove i fianchi.

<Megan ...> il suo nome esce strozzato, rotto dall'emozione, e per la seconda volta questa sera mi bacia di sua iniziativa.

Vorrei davvero non smettesse mai.

Le mie mani corrono, sulle sue gambe, sulla sua pelle, su ogni suo centimetro, arrivando a stringere il seno a pieno e costatando che è della misura perfetta, creata apposta per me, per un mio tocco.

Forse è superbo pensare che una persona sia stata fatta per completarti ma è quello a cui credo, siamo troppo giusti insieme per essere divisi, quindi perché farci incontrare se non al solo scopo di unirci? Ed è quello che voglio, essere unito a lei, con la testa, il cuore, il corpo, ogni cosa.

Con il mio tocco ho raggiunto i suoi slip che credo essere in pizzo, sotto i suoi occhi spaventati ed eccitati.

Ho bisogno di sapere fino a dove vuole arrivare.

<Cosa vuoi fare Meg?>

<Tutto quello che vuoi> Sussurra, con voce rotta e piena di brividi.

Non lo sa? È la frase peggiore da dire a un uomo che ti desidera, o forse la migliore.

<Qui?>

Accosta la bocca alla mia, in risposta. Un bacio tenero a cui non esito dare più carattere tornando nuovamente su questo tavolo.
Piccole e audaci le sue dita afferrano i passanti dei miei pantaloni per avvicinarmi, ed io le lascio fare tutto quello che vuole, osservando la sua dolcezza e allo stesso tempo la sua impazienza. Non finisce di sfilarmi la camicia passando al bottone dei jeans mentre io la bacio fino a farci mancare il respiro e scivolare stesi lungo il ripiano.

L'umido sapore delle sue labbra mescolato al calore di un incendio, ecco cosa mi da un suo bacio, la sua grinta, la dolcezza, il desiderio, mentre le sue gambe sono porcellana come ogni centimetro di pelle scoperta.

Stare sopra di lei, così, unito in un bacio mi offre la vera pace.

Afferro delicatamente una delle sue gambe vincolandola al fianco, in modo da essere più vicini perché cerco come un disperato il suo contatto, volendole far sentire quello che mi provoca, desiderando il sollievo.

Osservo come getta lentamente la testa indietro, offrendomi il suo collo mentre il viso è modificato dalla passione che non tentiamo più di nascondere.

Una voce ci raggiunge da lontano, non le presto attenzione baciandola di nuovo, sulla bocca, sul collo.

<Caleb, devo andare o non la smetterà> Non la sto a sentire, ho il cuore che mi esplode e troppa voglia di farla mia. <Caleb ...>

E' creta nelle mie mani, plasmata dalle mie carezze e attenzioni.

Torno a fissarla negli occhi, ascoltando quello che vuole dirmi.

<Devo raggiungerla>

Vederla così, gli abiti stropicciati e i capelli scombinati, le labbra rosse come le gote, gli occhi lucidi ... è quanto basta per non volerla far andare via.

<Ancora non riesco a credere a quello che ci è appena successo>, sussurro, senza nemmeno pensare.

<Perché?>

<Meg sono tredici anni ...>

Tredici anni che ti desidero, che ti voglio, che prego per un bacio.

<Avresti dovuto dirmi di quella notte>

<Sarebbe cambiato qualcosa?>

<Si ... per questo sono qui>

<Volevo che tu mi ridicessi le stesse cose da sobria>, ammetto sottovoce, scoprendo totalmente il mio gioco.

<Non credevi l'avrei fatto?>

Sorrido abbassandomi in direzione della sua gola, parlando direttamente da sopra la sua pelle: <sono felice di essermi sbagliato>

Una schiera di lenti baci è quello che le lascio, dolcezza macchiata d'audacia quando concludo con un piccolo morso che la spinge a sorridere ... vorrei non se ne andasse.

Sono ancora steso sopra di lei, con la cerniera dei pantaloni slacciata, la camicia semiaperta e il viso marchiato dal suo passaggio, in lotta con me stesso ed il mio desiderio che mi spezza sentendola sotto di me. Ma non sposto altro che una mano, correndo a intrecciarla con la sua: era una vita che non lo facevo, eppure quando eravamo bambini la consideravamo una cosa normale, ci stringevamo per una qualsiasi sciocchezza continuando a farlo fino alle medie, perché era un modo per sentirsi più vicini. In quell'età non ero in grado di farle del male, e alle volte, sotto le coperte, mette cadeva addormentata, io continuavo a farlo, anche in questi ultimi giorni, la cercavo nonostante l'incoscienza la tenesse avvinta e non la lasciavo andare. La stessa cosa che vorrei fare persino ora, ma lei non me lo consente, non appena un rumore di chiavi ci raggiunge scappa via da quell'idillio, allontana le mani e mi costringe a nascondermi, ma sono in grado di lasciarle un ultimo sorriso quando Nicole appoggiata al cardine della porta semiaperta me la porta via, in direzione della festa.

Non sento niente di quello che accade dopo, se non Kevin e le sue parole alle prese con un gioco, il freddo dell'inverno una volta usciti, il calore della mano di lei, l'elettricità con cui percorriamo la strada di casa, e infine il profumo di lavanda una volta entrati nel suo soggiorno.

Megan segue con gli occhi i miei passi, copia le mie mosse tornandomi vicina dopo che mi sono appoggiato al tavolo centrale della sala, ed ecco che torniamo a baciarci. Gioco con la sua pazienza, esito a darle ciò che vuole ma alla fine cedo non essendo capace di resistere.

Come poco prima nello stanzino degli artisti le sue mani si avventurano in direzione dei miei vestiti, spogliandomi lentamente e portandomi a fare lo stesso. I giacchetti sono i primi a cadere, ma è il vestito che voglio toglierle e ci riesco, dopo aver sentito le sue unghie corrermi sopra gli addominali.

La luna le illumina la pelle già di per sé pallida donandole un aspetto vitreo di perfezione, dato anche dalla forma del suo corpo, dai suoi tratti.

Megan adesso è seminuda di fronte a me, senza il reggiseno è corsa a coprirsi con le braccia i seni mentre sta in bilico sui tacchi con nient'altro addosso che un perizoma, e la vista mi uccide. Mi avvicino a lei solo per accostarla alla parete e tornare a baciarla.

<Non dici niente?> la voce le trema. Che cosa dovrei dirle? Ha idea dello stato in cui mi riduce?

<Abbiamo parlato fin troppo non pensi?> Non le basta. Non se ne rende proprio conto allora. <Meg... sei tutto ciò che voglio> E lo dico con tutta la sincerità che dispongo, lo dico perché è la verità e voglio che la conosca, e mai come adesso amo il fatto che sappia quanto poco sia abituato ai complimenti. Non li faccio a nessuno gratuitamente, tantomeno a lei con il solo fine di ottenere qualcosa ma perché lo penso davvero, ed è quello che faccio. Megan mi infiamma, le basta un attimo per farmi cedere, e forse da mezza nuda anche meno. Potrebbe chiedermi qualunque cosa e la farei.

I miei vestiti cadono a terra comandati dalle sue mani, e presto mi trovo con solo i boxer a fissarla. E' un attimo prima di arrivare alla sua camera, stenderla sul letto e trovare con le labbra il solco dei suoi seni. La sento spirare il mio nome, chiudo gli occhi continuando a succhiare la punta di uno dei capezzoli mentre torturo con le mani l'altro.

Pronuncia nuovamente frasi scoordinate portandomi a fissarla ... e a far correre la mano nel solco tra le sue gambe, al di sopra degli slip. Sfrego le dita sopra la sua intimità percependo nonostante lo strato di stoffa quanto sia bagnata, e quanto può essere buono il suo profumo una volta perso con la testa tra le sue gambe, ma non posso scoprirlo, non ora perché non ne ho la forza, continuo le mie carezze fino a farla impazzire, fino a vederla contorcersi dal piacere, offrendole solo dopo ciò che vuole.

Scivolo alla fine del letto alzandomi in piedi oltre il bordo e spogliandomi sotto il suo sguardo, senza imbarazzo perché non ne ho, stregato dal modo in cui mi fissa, come se non avesse visto altro di tanto bello o desiderabile. E' quello che provi, Meg? Quanto mi vuoi?

Se ripenso all'adolescenza, alle seghe che mi sono fatto pensandola, al sesso di una notte con semisconosciute sotto le lenzuola e il suo viso impresso nella testa ... ed ora, il modo con cui mi guarda, credere che possa aver fatto lo stesso, che mi abbia voluto tutto questo tempo, che abbia provato piacere pensandomi ... mi mette fretta nell'arrivare al punto, perdermi dentro di lei e dimenticare il resto del mondo .

Le sfilo il perizoma lasciandola nuda, e non posso che dedicarle un lento sguardo lungo tutto il corpo, tra le gambe dove vedo che mi vuole, lungo la sua pancia piatta, sulle costole sporgenti, gli suoi abbondanti seni, sul viso arrossato dall'eccitazione, fermo sul mio.
"Tredici anni" è tutto ciò a cui penso, scivolando con il corpo sopra il suo non appena le vedo aprire un po' più le gambe accogliendomi nella loro stretta, tornando a dedicarle infinite cure sopra il sesso fino a che non mi prega. A quel punto cedo, e il silenzio scaccia via ogni pensiero tranne quello dettato dal bisogno.

Le sfioro le gambe e lentamente mi avvicino a lei.

Vorrei essere delicato, ma non credo ci riuscirò, non per molto, non se lei mi guarda ancora così.

Bacio le sue labbra cercando rifugio nel suo corpo che profuma di lavanda e l'attimo dopo ... sono dentro lei.

Chiudo gli occhi intrappolando la sensazione, ma non passa molto prima di tornare a cercarla.

Apro appena la bocca cercando un modo di esprimermi, perché non è possibile, e mi viene quasi da piangere sentendo quello che mi offre, vedendola con il viso contratto e gli occhi serrati dal dolore, e ho paura di averle fatto male.

Perché Megan ... era vergine.

<Megan..>

<Ti prego non ti fermare, sto bene>, mi dice, ed io cerco un modo per respirare.

Quentin, Ian, tutti i ragazzi a cui ho pensato, per cui l'ho incolpata e allontanata ... nessuno l'ha avuta, nessuno di loro l'ha mai sfiorata, è passata intatta alle mie mani donandosi completamente, come non ha mai fatto, per me. Per noi.

Una sua stretta interna mi fa rabbrividire, ma non mi esenta dal parlare.

<Avresti dovuto dirmelo> sussurro contro il suo collo, ad occhi chiusi ed immobile con il corpo, per paura di farle ancora del male.

<Avresti aspettato? Non volevo, Caleb, non più>

Ripenso all'attimo in cui sono entrato in lei. Non voleva aspettare, non volevo nemmeno io ma avrei potuto essere più gentile, meno accecato dal bisogno, più delicato ed ho paura di averle fatto del male, ma lei non dice niente, tranne poche gigantesche parole.

<Sono tua Caleb ... solo tua>

E come a testimoniarlo muove il bacino che ci vede uniti sotto di me, quasi supplicandomi con i gesti, prima di farlo con le parole.

<Ti prego>

Resto a fissarla ancora immobile, indeciso se accontentarla, e quando lo faccio mi adeguo a un ritmo lento, prendendo il suo passo, aspettandola, chiedendole scusa senza smettere di desiderarla, finché non tira su le gambe allacciandomele in vita, chiedendomi di andare più veloce mentre il suo profumo di lavanda mi stordisce.

Se penso a quello che abbiamo passato, a tutta la gelosia che ho provato e che ci ha portato ai nostri litigi, alla paura che ho avuto in questi anni nel pensare di vedermela portare via mentre invece lei mi aspettava ...  non ha fatto altro per tutto questo tempo, mi ha aspettato nonostante fossi la persona meno indicata per stare al suo fianco, desiderandomi tanto quanto io desidero lei ... mi annienta, vedere tutto con i suoi occhi mi distrugge, come conoscere i suoi sentimenti perché la rende tanto perfetta da essere irraggiungibile. Lei provava questo e non ha fatto altro.

E' troppo per me, come lo era Francis, il fratello che ho ingannato, tradito, e deluso, e che è morto volendomi bene, tanto gloriosamente da rendermi impossibile raggiungerlo, e lo stesso vale per lei.

Non la merito.

<Meg... è troppo...> sussurro sul suo collo, senza fiato.

<No non è abbastanza> mi risponde senza esitare, costringendomi a fissarla.

No, non la merito, non ancora, ma farò di tutto affinché questo cambi, perché non voglio più perderla ora che finalmente sono riuscito ad averla.

Appoggio la mano destra sul muro di fronte per avere più spinta e darle ciò che chiede, perché non è abbastanza, non lo sarà mai, non per noi se continuiamo a desiderarci così, fino a consumarci.

Le molle del letto fanno più confusione dei nostri corpi che sudati si scontrano in modo perfetto, dei suoi gemiti soffocati che vorrei sentire sempre più forte, e riesco nella mia impresa, riuscendo a farla fremere senza controllo non appena si avvicina l'orgasmo.

Non rallento incitandola a raggiungerlo, aumentando ancora più la velocità vedendola chiudere gli occhi, i muscoli tesi, le guance arrossate. Le manca poco.

Spingo ancora più a fondo, una, due volte prima di sentirla sciogliersi e urlare il mio nome ad alta voce. Spalanco gli occhi registrando quel suono, collegandolo al suo viso gettato all'indietro e alla bocca spalancata. Non lo dimenticherò molto presto, probabilmente mai.

Il petto le si è arrossato completamente e il respiro non ha più controllo, trema contro di me e mi stringe sempre più forte con le mani, le braccia ed io le lascio fare tutto continuando a studiare la meraviglia di donarle piacere. Possiamo andare avanti tutta la notte, non mi stancherei mai di lei.

Il verde smeraldo che mi perseguita nei sogni e da sveglio torna a cercarmi offrendomi la sua bocca che io non esito a baciare. Pensare a come ha urlato il mio nome mentre stava venendo ... tornando a spingere mi rendo conto che il pensiero mi porta a resistere ancora poco. Due, tre spinte al massimo prima di ricongiungermi a lei, visto che sento il  corpo perdere il controllo, assieme alla mente.

Ma ancora mi ricordo non appena sono più vicino di dover uscire, e ci provo, ma lei con le gambe me lo vieta, tenendomi stretto.

Non ho più pensieri in testa, se lei continua così non ci metterò molto a cederle.

<Megan, ti prego ..>

<Non andartene, resta dentro di me>, mi dice, e in quel momento mi ricordo della pillola e abbasso le difese, torno a baciarla e mi abbandono a lei, alla sua stregoneria che da tempo mi ha reso schiavo. E non ci vuole molto prima del sopraggiungere del piacere, mi basta sentire come continua a rispondere alle mie spinte, vedere come il suo viso sia rimasto rosso dall'orgasmo e ripensare al mio nome urlato dalle sue labbra per capitolare. Chiudo gli occhi venendo percorso dall'elettricità e mi riverso nel suo corpo, completamente, senza difese, percependo per tutto il tempo il suo sguardo addosso.

Quando torno a lei ho la fronte abbandonata contro la sua, un ritmo impazzito del cuore e un nuovo modo di fissarla mentre mi sfiora con le dita il profilo del viso, richiamando le mie labbra.

Ero uno sciocco prima di incontrarla, uno scapestrato incapace di sentirsi a casa persino nei suoi pensieri, ma tutto era cambiato con lei, conoscendola sono diventato una persona nuova, sono cresciuto sotto i suoi litigi, lo abbiamo fatto entrambi, sotto i suoi punti di vista e le sue idee che mi mandavano fuori di testa la gran parte delle volte, eppure ora non posso non sentirmi arrivato, capendo di non aver più bisogno di correre perché ormai sono giunto alla mia meta. Megan è il mio traguardo, ed io ho smesso di essere quel ragazzino ignorante, ora ho il mio posto nel mondo.

Tra le sue braccia, ecco quale, cuore contro cuore ed occhi che fanno a gara con altri occhi, volendosi sentire i più forti seppure non ci sono vincitori ne vinti, ed è qui che voglio stare, fino al resto dei miei giorni, fino a che questo odore di lavanda non si sarà attaccato anche alle mie ossa, accompagnandomi fin dentro la tomba dalla quale continuerò a ricordare i suoi baci.

Ed il ricordo torna al funerale di Francis, all'abbraccio che lei mi ha dato e alle parole che mi ha detto, in un sussurro, ma che adesso sono io a rivolgerle, con una nuova consapevolezza che mi rende certo per la prima volta della sua fragilità e di quello che ha dovuto subire per causa mia, comprendendo quello a cui ci hanno portato... rendendomi completamente sincero.

Sono qui, non ti lascio Megan.

Non ti lascio.

Non più ormai.

Adesso

P.O.V Megan

Ho il cuore ancora impazzito dalla nostra prova d'amore ma sto regolando il mio battito al suo, per cercare una calma desiderata.

Sono stesa sopra il corpo di Caleb, la testa abbandonata sul suo petto giocando a far scorrere le mani lungo il suo torace mentre lui ad occhi chiusi intreccia ciocche dei miei capelli tra le dita, lentamente, alternando brevi carezze che mi dedica su ogni punto del corpo, e non posso essere più in pace.

Ad un certo punto lo sento piegarsi in direzione di una delle estremità de letto, come a voler raccogliere qualcosa da terra. Io, nonostante la torsione, non ho abbandonato il mio posto, per cui vedo tardi l'oggetto che ha afferrato.

Sorriso, si tratta del ritratto di Celine che adesso passa sotto l'indagine del suo sguardo attento. Lo tiene in una mano, mentre con l'altra non smette di giocare con i miei capelli, lasciandomi nel campo visivo a sinistra, al lato del foglio per un confronto diretto. Con gli occhi infatti passa dalla carta a me, in brevi passaggi, ed io gli sorrido dolcemente, aspettando che parli, ma sono io la prima a farlo.

<Mi piaceva ... il modo con cui mi guardavi, in questo ritratto>

Caleb torna a me, fissandomi con attenzione.

<Ti guardo sempre così, Meg>

<Allora è molto bello> ammetto semplicemente, portandolo ad abbandonare il foglio sul piccolo comodino a fianco.

Si stende al mio fianco, portando lentamente la mano a sfiorarmi uno dei seni. Ancora non sono immune al suo tocco.

<Lo hai notato? È della misura perfetta della mia mano> e come a dimostrarmelo chiude la sua stretta sulla mia coppa, facendomi rabbrividire.

Porto una terza abbondante ma è vero, la sua mano la racchiude.

<Non prima di adesso, no>

<Eri troppo persa nel piacere?>

<Ahh, parli al singolare?> lo beffeggio perché adoro farlo, e lui con un mezzo sorriso mi squadra.

Poi fa roteare il dito sopra il capezzolo. Inutile da dire ma quello si irrigidisce, e lo stronzo di turno non esita a notarlo.

<Hai di nuovo voglia?>

<E tu?>

Posa un bacio sul mio seno, prima di tornare steso sul mio corpo.

<Non ci usciremo più da questo letto>

Sorrido in risposta e lui mi ricambia, chinandosi alla ricerca di un bacio che non gli nego.

Intrappolo un suo labbro tra i denti non appena intuisco la sua studiata ritirata, costringendolo a darmi quello che voglio che al momento è la sua lingua, tra le tante cose.

Corro a sfiorargli la schiena con le dita al solo scopo di sentirlo rabbrividire, vedere se gli piace e sorrido all'intimidazione che pare darmi.

Leggero passa il suo naso contro il mio toccando appena la punta prima di posarmi un bacio sulla guancia.

<Ti ho fatto male?>

So che si sta riferendo a poco fa, alla nostra prima volta.
Scuoto la testa in un diniego che lui osserva con attenzione.

<Avrei potuto essere più delicato>

<Si un po' più di delicatezza non sarebbe stata male> gli dico tra lo scherzo e la verità, mentre lui sorride e scuote il capo <Ma è stato perfetto, non cambierei niente>

Le sue dita ... sono in grado di torturare e di far provare piacere allo stesso tempo, mi preparano a lui, prima che torni dentro di me.

<E di questo?> domanda in un soffio infiniti minuti dopo, fatti di dolci torture <cambieresti niente?>

<No> soffio fuori stringendolo tra le mie gambe.

È entrato con più dolcezza e adesso si muove con calma, mi riempie di baci conducendomi sempre di più fino a lui, spingendomi a inarcare la schiena, presa dal piacere.

<Ah>, geme chiudendo gli occhi, perché così facendo l'ho accolto ancora di più dentro di me, arrivando fino in fondo.

<Va tutto bene?>, domando, con la paura di avergli fatto male, ma dal modo con cui mi sorride capisco che è il contrario.

<Si ... ma tu sei maledettamente stretta, mi farai impazzire>

<Sei tu troppo grosso> sorride spavaldo, ma mi è uscita per sbaglio, non volevo certo far accrescere a dismisura anche il suo ego <credevo che con la storia dei seni arrivassi a dire di essere proporzionatamente perfetto in tutto, per me>

<Se continuiamo a questo ritmo, dammi un paio di giorni e lo sarai>

Batto una mano contro la sua spalla, avendo capito a cosa allude.

<Hai voglia di scherzare, Meg?> me lo chiede sinceramente, e so che per lui vale lo stesso.

<Scherzo solo quando sto bene>

<Lo so ... per questo te l'ho chiesto>

Si... sto incredibilmente bene, amata da lui.

Ma fa troppo il superbo ed io non voglio dirglielo, anche se con quel sorriso mi spinge a rivelarlo.

<A cosa pensi, capricciosa?>

Spalanco gli occhi divertita, e lui ammette le sue colpe.

<Non te l'ho mai detto? Ti chiamo così nella mia testa>

<Io di solito ti chiamo stronzo>

<Davvero?>

<Davvero> non mento, lo faccio, voi testimoni.

<Allora è il caso che ti faccia vedere quanto so essere stronzo>

Dovrei aver paura ma non ce l'ho. Nemmeno quando mi tira su di colpo senza uscire da me, facendomi sfuggire un gridolino, appoggiandomi poi alla parete che fa da testiera al letto.

Mi lascia un bacio da capogiro sulle labbra mentre inizia a muoversi nel mio corpo nuovamente. In questa posizione è difficile ricambiare, ma non esito, appoggiandogli i gomiti sulle spalle e spingendogli incontro, alla sua stessa velocità.

Dopo poco siamo già a pezzi, ho voglia di finire ma lui non me lo permette, rallenta sempre il ritmo al momento perfetto, nonostante veda come anche il suo volto sia tirato dal piacere, e va avanti così, per una, due volte, prima di cedere.

Con le mani stringo i suoi capelli in una presa forte mentre il fiato mi ha abbandonato e l'orgasmo mi squassa, e la magia è nel sentirlo venire nello stesso istante, dentro al mio corpo, pronunciando il mio nome con voce graffiata.

Ho tutto ciò che voglio adesso, e si persino la voglia di scherzare, anche più forte di prima.

<Allora?> domanda contro il mio viso, riportandomi alla realtà.

Mi ha fatto un po' male quella nuova posizione, e il fatto che si sia dimenticato parte della dolcezza con cui aveva iniziato ne risente, ma l'ho amato.

<Niente di più meritato>

Sarà uno stronzo, ma è il mio stronzo, almeno per queste ore.

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