Disobey.

By Freckles_22

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Ridley non aveva mai disobbedito alle regole, ma quando le regole erano diventate quelle del ragazzo che le a... More

Introduzione.
Fifth rule: fall in love with me.
Closure.
Butterflies in the stomach.
Liquor Love.
I'll Be Your Prince Charming.
Are you happy?
You Make Me Feel Alive.
Under The Mistletoe.
The End Of Us.
Six Degrees Of Separation.
Sweet Sex.
Stuck On Stupid.
New Rules.
Love Bites.
Take Me To The Other Side.
Trouble.
Look What You've Done To My Heart.
Prom?
Save The Last Dance.
Connection.
What About Love?
Rapunzel, Please Lay Down Your Hair.
Red As Blood, Red As Love.
The Happy Ending.
New Life.
Avviso.

Just In Case.

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By Freckles_22

Scusate tanto per il ritardo, ma sono stata un paio di giorni dalla nonna :3 e la connessione li, non esiste.

Buona lettura :)

****

«Ehi, Rid... non ti aspettavo adesso... come... ehm... come mai sei qui?» Ridley alzò le sopracciglia, contrariata per l'accoglienza del fratello.

«Scusa? Di solito sei più felice di vedermi, fratellone! Che nascondi?» domandò, sollevandosi sulle punte per guardare oltre le spalle di Calum. Lui alzò le braccia e abbozzò un sorriso timido, di quelli che piacevano tanto a Ridley e che raramente vedeva.

«Ehi, Calum, amore... dove hai messo la mia borsa? Devo trovare il cell-» Helena si bloccò all'istante, non appena si accorse della sua migliore amica di fronte a Calum, ferma sulla porta di casa Hood-Hemmings. Le guance le si tinsero immediatamente di rosso, mentre Calum si passava una mano tra i capelli, imbarazzato.

«Okay... ammetto di non essere per niente sorpresa... cioè... sapevo che sarebbe finita così, ma... quando pensavate di dirmelo?» chiese Ridley contrariata, spingendo il fratello per entrare in casa. Helena era la sua migliore amica da una vita, sapeva che amava suo fratello, l'aveva fatta aiutare da Michael e ora lei non le diceva che stava con Calum? Doveva essere la prima a saperlo!

«Oh, Ridley... mi dispiace tanto... è solo che... Calum non voleva dirtelo. Aveva paura che avresti reagito male perché sono la tua migliore amica e...»

«Cal! Ma dico, ma... sei scemo o cosa? Perché avrei dovuto reagire male, secondo te? Il mio adorato fratellone e la mia adorata migliore amica insieme! Io vi amo immensamente!» annunciò euforica -forse fin troppo- stringendo prima il fratello e poi l'amica in un abbraccio. Helena non reagì, perché Ridley ovviamente sapeva già tutto, Calum, invece, restò basito per qualche secondo, fissando la sorella in cerca di conferme.

«Sicura di star bene, Ridley? Sei... ehm... troppo felice!» Ridley sospirò, come se avesse la testa tra le nuvole. Era felice per davvero, ma Calum non poteva sapere che la fonte di tanta gioia fosse Michael Clifford.

Non le aveva mai risposto dopo quella sera, ma aveva continuato a chiamarla e a scriverle, come se stessero insieme. Ridley non aveva notato alcuna differenza tra la relazione che aveva con Ashton un tempo e quella che aveva con Michael. Se non il sesso. Se non il fatto che amasse Michael come non aveva mai amato Ashton. Ma quella per lei aveva tutta l'aria di una vera e propria relazione che Michael non aveva la voglia e il coraggio per riconoscere. Michael era praticamente il suo... ragazzo.

La mano di Calum che sventolava di fronte alla sua faccia, fece ridestare Ridley dai suoi ricordi.

«Oh... ehm... sono felicissima infatti. Non so... è che mi piace l'idea che voi stiate insieme.» Non era una bugia, era contenta davvero che Helena ce l'avesse fatta.

«Rid... se ti va ci facciamo un giro. Così ti racconto» esordì Helena, guardandola complice. In realtà non c'era molto da dire riguardo lei e Cal, quando piuttosto riguardo Ridley e Michael. Era da un po' che loro due non si concedevano dei momenti per parlare come due migliori amiche dovrebbero fare.

«Volentieri... se a Calum non dispiace, ovvio.» Calum sorrise divertito e lasciò un bacio leggero sulle labbra della sua ormai ragazza.

«Te la lascio. Ma riportamela presto e non farla impazzire, okay?» Ridley sospirò e prese Helena per il braccio.

«Dio... come siete smielati! Fortuna che non sono arrivata nel momento... beh, avete capito!» Helena la guardò severa e un leggero rossore le colorì le guance.

«Rid! Prima di tutto... non sono domande da fare! E poi... beh... in realtà non...»

«Oh. Okay. Capito, d'accordo... non mi interessa. Andiamo. Ciao Calum» esclamò, imbarazzata. Forse era meglio non dirlo. Sapeva bene che la sua amica era piuttosto riservata circa questi temi. Però apprezzava il fatto che Calum stesse rispettando i tempi di Helena.

Calum salutò di nuovo le sue donne e le lasciò andare.

«Quindi tu e Cal...»

«Va avanti dalla cena a casa di Michael. Calum mi ha... mi ha baciata e... beh, ecco... ha detto che è innamorato di me. Allora, ecco... ne abbiamo parlato e io ho finto di lasciare Luke, così ci siamo messi insieme.» Ridley saltellò euforica, felice della notizia. Ovviamente aveva sempre saputo che Calum, alla fine, avrebbe capito il sentimento che lo legava ad Helena, ma suo fratello era decisamente più lento di lei quando si trattava di emozioni. Forse era stato merito anche dell'effetto anestetico dell'abbandono della madre e dello scompenso familiare che Cal aveva sempre sostenuto con forza e coraggio, senza lasciarsi abbattere.

Calum non lo dava a vedere, ma sia Ridley che Helena sapevano quanto a volte quel pensiero lo tormentasse. In più di un'occasione, senza sapere bene per quale motivo ne stesse parlando, si era ritrovato a chiedere proprio a Ridley perché secondo lei sua madre avesse abbandonato lui e il padre.

Lui non la conosceva nemmeno, in pratica, ma ora, vedendo quanto erano felici e quanto volevano bene a loro due suo padre ed Alicia, Calum sapeva che la mamma di Ridley non avrebbe mai lasciato lei e il padre. Ridley lo rassicurava sempre come poteva, ma soprattutto nei periodi in cui era più stanco e la pressione si faceva sentire, Calum si domandava se non fosse stata colpa sua.

Era chiaro che fosse troppo piccolo, ma forse sua madre non lo amava abbastanza. Forse per lei era stato solo un errore, un peso che le aveva tagliato le ali e precluso la giovinezza.

Ma Calum non piangeva mai per questo. Non lo faceva perché lui era un uomo e lui non era come sua madre. Lui, a differenza di quella donna, era pronto ad impegnarsi: per suo padre e per Alicia, per Ridley e, ora... per Helena.

«E... tu e Michael?» chiese quindi Helena, per cambiare argomento. Non le era mai piaciuto particolarmente parlare della sua vita privata, meno ancora se questo comportava dover raccontare a Ridley i dettagli più intimi della sua relazione con suo fratello.

Ridley lo capì e fu ben felice di spostare l'attenzione su di lei perché finora l'unica persona a sapere di lei e Michael era Alice, ma lei non vedeva l'ora di dirlo alla sua migliore amica.

«Beh, ecco... io credo che stiamo insieme! Cioè... lui non ha detto esattamente così, ma, ecco... sta sempre con me, mi cerca per ogni cosa e... e quindi penso che... che si possa intendere che stiamo insieme, insomma...» La tensione la portò di nuovo a parlare a raffica, prendendo a malapena aria, sotto lo sguardo attento e divertito di Helena. L'ultima volta che avevano parlato di Michael aveva stretto tra le braccia la sua migliore amica in lacrime e singhiozzante. E ora... ora era felice come non l'aveva mai vista.

«Non hai reagito così quando mi hai detto che stavi con Ashton, la prima volta» osservò Helena, guardando di sottecchi la sua amica. Ridley sospirò, attorcigliando una ciocca di capelli intorno al dito, in modo nervoso.

«Perché non ne valeva la pena. Non ero così felice. Voglio dire... ti ricordi quando mi parlavi di Calum e dicevi che sapevi di amarlo perché avresti fatto qualsiasi cosa per lui? Ecco... sento che io farei lo stesso per Mikey. A dirti la verità... non so cosa provi lui per me, di preciso, ma... io gli ho detto che lo amo e lui non è scappato. Questo vuol dire già qualcosa, non credi?» Helena soppesò le sue parole ed annuì.

«Credo di sì. Insomma... a dirti la verità io credo che Michael ti ami ma sia solo troppo stupido per ammetterlo. I ragazzi... non sanno mai cosa vogliono!» Ridley le schioccò un occhiolino malizioso e le diede un leggero colpetto con la spalla.

«Oh, no, credimi... Michael sa fin troppo bene quello che vuole, se sai quello che intendo!»

«Ridley! Non mi interessa cosa diavolo fai con Michael, okay? E non saprai mai cosa faccio io con Calum!» sbottò la ragazza, contrariata. Ridley rise rendendosi conto che stando con Michael stava diventando come lui. Dopotutto lui aveva ragione: Ridley Hood aveva smesso di essere innocente nel momento esatto in cui Michael Clifford si era seduto di fianco a lei in biblioteca. Ed era di questo che Mike aveva sempre avuto paura.

«D'accordo... allora me lo farò dire da Calum!» Helena sbuffò e girò i tacchi per tornare indietro.

«Tuo fratello non ti dirà niente. Anche perché non c'è niente da dire comunque...» Ridley la abbracciò per farsi perdonare e si ripromise di non essere invadente finché non fossero giunti di nuovo a casa di Calum.

Helena aveva detto a Calum che poteva usare il suo cellulare per scrivere un messaggio, visto che lui era rimasto senza soldi, ma quando aveva notato un messaggio recente di Luke, non era riuscito a resistere. Sapeva che era inutile essere gelosi, Helena gli aveva assicurato di non aver mai provato nulla per Luke, ma d'altro canto lei era la sua ragazza, perciò tra di loro non dovevano esserci segreti. Si sentiva uno stupido, ma la curiosità di controllare quella conversazione fu più forte di lui.

Tuttavia il messaggio che lesse non fu nulla di ciò che si aspettava.

"Ehi, Hel. Come va con Calum? Sono felice che il nostro piano abbia funzionato. Sono stato bravo, come sempre." La risposta di Helena a quello strano messaggio era semplice:

"Sì, sono davvero felicissima. Grazie mille Luke SuperModestia Hemmings."

Calum sospirò e rinunciò a scrivere quel messaggio, ora voleva sapere da Helena cosa significasse tutto quello.

«Ehi fratellino... siamo tornate!» esclamò Ridley, appena in casa. Calum le salutò con poco entusiasmo, ancora confuso dal messaggio.

«Ehi, ehm... Rid... a che ora pensi di tornare a casa?» domandò cauto.

«Ah... quindi ora mi vuoi cacciare? D'accordo... ho capito, ora me ne vado subito! Non preoccupatevi!» rispose felice, poi li salutò e uscì di casa per lasciare ai due ragazzi la loro intimità.

«Che c'è Calum?» chiese Helena, appena Ridley se ne fu andata.

«Ho... ho letto i tuoi messaggi con Luke.» Helena sgranò gli occhi, avvicinandosi brusca a lui, poi gli strappò il cellulare dalle mani.

«Beh? E come ti sei permesso di leggere miei messaggi, eh?» Non urlò, Helena non urlava mai, ma il suo tono in quel momento non prometteva nulla di buono.

«Hel, calmati. Voglio solo sapere che diavolo significa quel messaggio, okay?» Helena sbuffò, stringendosi nelle spalle.

«Vuol dire quello che hai capito. Mi dispiace, Cal, ma...»

«Ma cosa? Hai usato Luke per farmi ingelosire? È così? Io... dio, pensavo che... che stupido sono stato, davvero!» Helena lo guardò contrariata, poi rilesse il messaggio con calma, come se potesse servirle per trovare le parole giuste.

«Già. Sei stato stupido perché se non fosse stato per Luke ed Alice ora... ora io e te non staremmo insieme. Sono innamorata di te da quando ho dieci anni, in pratica! E tu... tu non te ne saresti mai accorto se io non avessi inscenato questo giochino!» Calum la fissò, la fissò semplicemente, scordandosi persino come si facesse a respirare. Che razza di uomo era? L'aveva accusata così... senza nemmeno pensare a quello che le stava dicendo. E soprattutto... non si era mai accorto di nulla, per tutto quel tempo.

«Oh... Helena... io non immaginavo che... che tu... sei innamorata di me?» Helena abbozzò un sorriso per l'assurdità di quella domanda. A volte non capiva davvero cosa passasse per la mente di Calum, se lo facesse per scherzare o se fosse serio. Calum era così, era complicato e spesso nemmeno lei lo capiva davvero.

«Cavolo, Calum! Apri gli occhi una buona volta!» Prese la borsa e stampò un leggero bacio sulle labbra del suo ragazzo. Quella si poteva definire la loro prima discussione da coppia ed Helena pensava che in fondo ci volesse, non voleva che Calum si tenesse tutto dentro, come aveva sempre fatto. E se ora lui aveva bisogno di pensare glielo avrebbe lasciato fare.

«Ti chiamo» mormorò, prima di uscire e di lasciare di nuovo Calum da solo.

Calum sapeva che Helena era speciale, che lei era diversa, ma aveva solo tanta paura che un'altra donna della sua vita lo abbandonasse... per colpa sua.

***

«Ridley! Come mai tutta sola?» La voce di Ashton alle sue spalle la fece sobbalzare. Si voltò e gli sorrise cordialmente, mentre Ashton si sedeva di fianco a lei sull'erba.

Quel giorno Michael era rimasto a casa perché aveva la febbre, così lei non aveva molta voglia di stare in mensa con gli altri, per questo era uscita in cortile durante la pausa pranzo. In realtà quando si vedevano a scuola lei e Michael non potevano nemmeno baciarsi, perché nessuno sapeva di loro. Michael non le aveva mai detto che stavano insieme e finché era così, Ridley preferiva che nessuno lo sapesse, meno che meno Ashton, anche se aveva il forte sospetto che avesse scoperto qualcosa.

Tuttavia, a volte succedeva che Michael la sfiorasse durante il pranzo o le rubasse un bacio in bagno senza farsi vedere da nessuno. E questo la rendeva immensamente felice.

Ma quel giorno Mike non c'era e Rid non aveva molta voglia di stare a scuola.

«È da un po' che non parliamo io e te... come... come amici, intendo» esordì Ash, circondandole le spalle con il braccio. Quella volta Ridley lo lasciò fare.

«Mi dispiace...» riuscì solo a dire. Non sapeva davvero di cosa dovessero parlare loro due.

«Tranquilla... non devi, lo sai. Volevo solo sapere come andava tra te e Michael.» Ridley sgranò gli occhi, sorpresa, poi li richiuse di scatto, prendendo un respiro.

«C-Cosa? Tra me e Mike? P-Perchè... perché me lo chiedi?» chiese, fingendo ingenuità. Ma Ashton rise.

«È inutile che fai finta di niente, guarda che me ne sono accorto. Non c'è problema, davvero. Con me puoi parlare!» Ridley scosse le spalle e voltò il viso verso di lui. Aveva dimenticato quanto fosse bello Ashton. All'improvviso ricordò il tempo in cui moriva per quel sorriso perfetto, per le fossette sulle guance e persino per qualche brufolo giovanile di quelli che a volte gli spuntavano. Ricordò i tempi in cui avrebbe venduto l'anima al diavolo per poter toccare i muscoli delle sue braccia e per poter baciare le sue labbra. Poi l'anima se l'era venduta davvero, ma non al diavolo. E ora moriva per un altro sorriso, moriva per altri occhi chiari.

«Michael è... complicato, ma... credo mi voglia bene» sussurrò, come se avesse paura della reazione di Ashton. Lui si limitò a sorridere.

«Sì, si vede. Intendo... si vede che è complicato.» Ma non si vedeva che le voleva bene? Fu questo il primo pensiero di Ridley.

«Oh. Beh... lo so ma... io non... è che lui mi piace» confessò, stringendosi nelle spalle. Ashton le si avvicinò un po' troppo, stringendola in un abbraccio.

«Anche io ti piacevo» le fece notare, in un sussurro che le provocò un leggero brivido. Già... anche lui le era piaciuto. Ma era diverso. O almeno così credeva. Per Ashton, per quanto gli volesse bene, non aveva mai sentito quello che sentiva per Michael.

«Lo so.»

«Ridley... voglio solo che tu sappia che... che se Michael dovesse farti soffrire o non si accorgesse di quello che si è lasciato sfuggire... io sarò qui per te. Te lo prometto. Lo ucciderò se ti farà qualcosa, okay?» Ridley annuì debolmente. Ashton era così dolce... così sicuro di sé e di quello che voleva.

Con Ashton poteva avere il ragazzo perfetto e se l'era fatto scappare. Il ragazzo perfetto, però, mancava di una cosa fondamentale: non era Michael.

«Grazie, Ash» mormorò poi gli diede un bacio sulla guancia. Era ancora come una volta, toccarlo la faceva sentire come drogata. Ma le mancavano sempre quelle sensazioni devastanti che sentiva ogni volta che Michael la sfiorava. Non c'erano bombe nello stomaco né cascate di emozioni. Solo confusione. Ashton le sorrise poi la lasciò di nuovo sola.

***

Quando Ridley arrivò a casa, trovò una sorpresa fuori dalla porta, ad attenderla.

«Michael? Ma che... che diavolo ci fai qui? Hai la febbre... non... non dovresti essere a casa?»

«Avevo voglia di vederti» mormorò lui, andandole incontrò. Il cuore di Ridley mancò un colpo, poi riprese a battere ancora più forte. Era venuto con la febbre solo per vederla.

«Beh dai... vieni dentro allora, non vorrei che la tua febbre peggiorasse. Non mi piace stare a scuola senza di te.» Michael sorrise e la seguì in casa. I genitori di Ridley erano al lavoro, perciò avevano la casa per loro.

Ridley salì in camera sua per cambiarsi e lasciò Michael ad aspettarla in salotto, ma, come da aspettative, nemmeno due minuti dopo Michael aprì la porta della sua stanza.

«Ho deciso che curioserò un po' per la tua stanza. Sai... qui ci facciamo sempre altro e non ho mai dato un'occhiata in giro. Oggi però sono malaticcio e non mi va di attaccarti nulla, perciò me ne starò qui buono e zitto.» Ridley alzò gli occhi al cielo e lasciò che Michael si guardasse intorno mentre lei si cambiava.

«Okay, ho deciso... ascoltiamo questo» esordì ad un tratto lui, estraendo un cd dalla colonnina dove lei teneva tutti i suoi dischi.

Senza chiederle il permesso, Michael mise il cd nello stereo e presto la voce di Conor Maynard invase la stanza di Ridley, la quale cominciò a cantare "Animal" saltellando per la camera.

«Ti piace così tanto questa... questa cosa?» domandò lui, vedendola così euforica. Ridley gli si avvicinò e gli stampò un bacio a fior di labbra.

«Io amo Conor Maynard. E Chris Brown.» Michael roteò gli occhi e la spinse sul letto.

«Non saranno mai belli quanto il sottoscritto. Perciò tu puoi avere di meglio.» Ridley sbuffò e affondò il viso nel cuscino. Tutto sommato era geloso.

Voleva dormire perché era stanchissima, ma non poteva farlo finché c'era Mikey, ma lui continuava a curiosare fra le sue cose e a non parlare, così per un attimo si dimenticò di lui e si assopì.

«Rid... che cazzo è questa roba?» La voce alta di Michael la fece sobbalzare, ancora più preoccupata dal fatto che il suo tono non prometteva nulla di buono. Sussultò quando si accorse che Michael aveva curiosato un po' troppo e aveva trovato anche quei libri nella sua libreria.

La sua stanza l'aveva sempre pulita lei e nessuno aveva mai visto quei libri correlati dalle sue ricerche e da una notevole collezione di film splatter.

Michael li aveva guardati tutti mentre lei dormiva e alcuni lo avevano persino spaventato, parlavano di strani riti e cose fatte col sangue. E quella collezione di film gli metteva il voltastomaco.

«Oh... non avresti mai dovuto saperlo.»

«Dimmi solo che roba è perché non capisco.» Ridley gli fece cenno di sedersi. Ancora una volta Michael era il primo, il primo a sapere di quella sua strana passione.

«Mi piacciono le cose macabre» disse semplicemente, mentre Michael la guardava ad occhi spalancati.

«Intendi...»

«Intendo qualsiasi cosa implichi spargimento di sangue anche in modo violento. Oppure... tutti quei riti strani e magici che comprendano il sangue, il tagliarsie tutte quelle cose che la gente trova cruente. Non lo sono poi così tanto... ma comunque...»

«E... tu fai queste cose?» domandò lui, cauto e anche un po' preoccupato.

«No! Io mi limito a far ricerche e a guardare film dove torturano la gente e saltano teste. Il sangue ha... un fascino particolare, non te lo so spiegare.» Michael si limitò ad annuire, anche perché non gli andava di sapere i dettagli.

«È per questo fascino particolare che tu non... non ti fai toccare da nessuno quando ti tagli?» Ridley annuì sospirando.

«Mi dispiace... io... non lo sa nessuno, ho paura che mi prendano per pazza. E so che lo farai anche tu.»

«Perché ti piacciono... queste schifezze? Cioè... la prima volta che ti ho vista mi sembravi una santa e ora scopro che ti piace vedere ste cose. È... strano.» oservò ancora, stranamente curioso.

«Proprio perché tutti pensavano che fossi una brava ragazza. Era la mia... via di fuga dalla monotonia della mia vita. Capisci?» Michael annuì e le sollevò il viso, voltandola verso di lui.

«Era? Non lo è più?» Ridley scosse la testa e cercò il suo sguar do.

«Ora sei tu.» Michael si sdraiò sul letto, tirandola con sé e Ridley si sedette sulle sue gambe.

«Non... non ti faccio schifo? Non vuoi scappare e lasciarmi?» Michael scoppiò a ridere e le prese il dito dove si era tagliata l'altra volta.

«Tu ti fai toccare solo da me e non so perché... cioè... è una specie di privilegio, capisci? Io... sono il tuo ragazzo!»

«Cosa? Ma che... che stai dicendo Michael?» domandò Ridley, perplessa. Michael, senza esitare, l'abbracciò e le diede un bacio sulla fronte.

«Sto dicendo che... che voglio essere il tuo ragazzo. Per davvero! Non voglio più che vieni da me per quella cazzata delle regole o che diavolo so io! Sono tutte stupidate... tutti giochi idioti che ho inventato per stare con te. Io... è difficile per me, Ridley, ma... ti voglio. Ti voglio nella mia vita. E ti voglio come mia ragazza, non come brava bambina che obbedisce alle regole.» Ridley esitò qualche secondo prima di ricambiare l'abbraccio.

«Michael... avevi detto di fingere... cioè... che dovevo solo fingere di essere innamorata di te. Quindi... tecnicamente ho smesso di obbedire alle tue stupide regole già da un pezzo!» trovò il coraggio di dire. Michael rise, poi la baciò nonostante fosse po' malato.

«La mia piccola ribelle! Sai cosa succede quando disobbedisci, vero?» A quel punto scoppiò a ridere anche lei e posò di nuovo le labbra sulle sue.

«Sì, lo so... e credimi... non vedo l'ora di essere punita da te! E... sai che esiste un rito che si fa con il sangue per tenere legata a te la persona amata?» Michael sollevò le sopracciglia confuso.

«Okay... non mi diventare inquietante ora. Va tutto bene finché non ti metti a tagliare anche me!» Sorrise, e Ridley sentì che ora non le mancava nulla. Michael, anziché lasciarla, aveva finalmente uffi cializzato la loro relazione.

***

«E quindi... questa è casa tua...» mormorò Alice, guardandosi intorno. La casa di Luke era molto diversa da quella di Mike, era più piccola e accogliente. Le pareti erano tutte bianche, tappezzate da foto della famiglia Hemmings che si fermò ad osservare, dando le spalle al ragazzo. Era nervosa perché sapeva benissimo che Luke non l'aveva portata lì per offrirle un caffè o la ciliegia che le doveva.

«Beh... era casa mia. E... i miei non ci sono stasera, sono fuori a cena. Siamo... soli» la provocò Luke. Aveva pensato di portarla lì approfittando dell'assenza dei suoi. Era un po' che non stava in quel posto, ma non sapeva cosa dovesse fare Cal quella sera, perciò aveva preferito la casa dei suoi.

Si portò dietro di lei e la prese per i fianchi. Alice sobbalzò, mentre lui la voltava tra le braccia.

«P-Pensavo che volessi andare con calma, Lukey.» Lui sorrise e avvicinò le labbra all'orecchio della ragazza, sfiorandolo con dolcezza.

«A me sembrava che fossi tu a voler correre. Ti ricordi?» La sua voce bassa e calda le fece correre un brivido lungo la schiena.

«Mi de vi ancora una ciliegia» esclamò, portando le mani sulle sue spalle. Luke le baciò il collo con dolcezza, sorridendo sulla sua pelle.

«Credimi... quello che ti darò sarà molto meglio di una ciliegia.» Alice sgranò gli occhi, ma cercò di sostenere la situazione con lucidità. E poi... in fondo lo voleva anche lei.

«Ed ecco a voi mister modestia, è tornato alla carica!» esclamò sarcastica, facendo ridere Luke. Ma lui non era in vena di scherzare, quel giorno. Erano settimana che uscivano insieme e si erano dati solo un bacio della buonanotte sotto casa di Luke una sera. Però non era notte, non era sotto casa della ragazza ed era stato un bacio a stampo. Questo non lo aveva convinto per niente.

«Sei bellissima, sai?» Il cuore di Alice perse un battito, mentre lei si sentiva invadere da un piacevole calore.

«Anche tu non sei male.»

«E poi mister modestia sarei io, giusto? Ti ho fatto un complimento... mi aspettavo un'altra reazione, così mi fai preoccupare di aver perso le mie doti da seduttore!»

«No... è solo che io sono più egocentrica di te e scommetto che tu "sei bellissima" lo dici a tutte.» Luke rise e le sfiorò il collo con il naso, fino a riportare il viso vicino al suo e a guardarla negli occhi.

«Sì, lo dico a tutte. Ma con te lo penso davvero. Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto e l'ho pensato nell'istante preciso in cui ho incrociato i tuoi occhi quel giorno. Pensa... sei persino più bella di me. E questo non l'ho mai detto a nessuno.» Alice sorrise e, senza pensarci due volte, premette le labbra sulle sue. Luke se ne stupì un po', ma non replicò. La prese per i fianchi e le sfiorò il labbro inferiore con la lingua, cercando il permesso di approfondire il bacio, che Alice non gli negò.

«Comunque... sono anche un ragazzo per bene... le cinque uscite le abbiamo superate già da un pezzo» osservò, prendendo appena aria. Alice non riuscì più a resistere alla tentazione e gli pizzicò il labbro inferiore con i denti, poi prese l'anellino nero del piercing, cominciando a giocarci. Questo eccitò ancora di più Luke, che la spinse sul divano.

I loro baci divennero sempre più esigenti e, in men che non si dica, Alice si ritrovò in intimo, sotto Luke che la baciava ovunque fosse possibile baciarla. Ci sapeva davvero fare e Alice stava impazzendo. Lo voleva, dannatamente, ma c'era ancora qualcosa che la preoccupava.

«Ehi... se non vuoi fermami subito, okay?» disse lui, notando che Alice si era fatta meno partecipe.

«Non voglio essere una da schiocco di dita, Luke.» Il ragazzo la guardò confuso per qualche secondo, ma poi la situazione gli si fece chiara, nonostante il giro di parole usato da Alice.

«Non scherzavo quando ho detto che sei la ragazza più bella che io abbia mai visto, sai? E mi piaci tanto, perché io io sono bello, ma tu mi tieni testa.» Alice rise e lo baciò convinta. Aveva paura di lasciarsi andare di nuovo, di fidarsi di qualcuno, di affezionarsi a Luke. Ma qualcosa, mentre si abbandonava completamente a Luke e lui la faceva sua, le disse che era già troppo tardi. Ma forse non se ne sarebbe pentita.

***

«Grazie mille signora Irwin.» Brianna ringraziò cordialmente la madre di Ashton, mentre le metteva il piatto di verdure sul tavolo. Bree era vegetariana e la signora Irwin si era impegnata per farle un piatto che andasse bene anche per lei. Inoltre i signori Irwin erano stati gentilissimi e non invadenti per tutta la sera. Probabilmente Ashton aveva detto loro che non era la sua ragazza e solo un'amica, ma lei era comunque grata che non avessero fatto domande di carattere privato e si fossero limitati a chiederle della scuola e della Francia.

Finita la cena lei e Ashton si rintanarono in camera del ragazzo, per parlare come avevano deciso. Ash aveva pensato di farla venire a cena da lui in modo da non destare sospetti e così da poter discutere più tranquillamente.

«Come è andata con Rid?» domandò lei, chiedendogli il permesso di sedersi sul suo letto. Ashton annuì e si mise di fianco a lei.

«È andata... penso che qualcosa per me, in fondo in fondo, lo senta ancora. Mi guardava... come incantata.» Brianna ridacchiò, stendendosi sul materasso.

«Lo credo... sei dannatamente bello! Persino una lesbica ti guarderebbe così!» Ashton rise, scuotendo la testa.

«Ti ringrazio, ma per Ridley era qualcosa di diverso. Comunque le ho detto tutto quello che c'era da dire. Ora posso chiederti una cosa?» Brianna annuì, voltando il viso verso di lui. Solo allora Ashton si rese conto di quanto fosse bella quella ragazza.

«Ecco... ehm... perché lo fai? Voglio dire... ti conosco abbastanza da capire che non sei innamorata di Michael. Lo so, lo vedevo anche quando gli stavi intorno come una mosca.» Brianna sospirò. In quel momento non gli sembrava più la stronza che era di solito, gli sembrava stranamente indifesa, triste. E questo le dava un fascino particolare che, nonostante la disarmante bellezza, le mancava quando si comportava da bastarda.

«Tanto non capiresti, Irwin.»

«Beh... volevo saperlo da te, ma evidentemente non c'è molto da capire. Sei solo la stronza che dici di essere e lo fai solo per far del male a Ridley.» Brianna si alzò in piedi, sospirando.

«Appunto. Non hai capito un cazzo nemmeno tu Ashton! Non lo faccio per farla soffrire. Lo faccio perché... perché per una volta voglio vincere! Per una volta vorrei non essere solo... la sveltina di qualcuno. Io... so di non essermi comportata bene, ma... lascia perdere.» Prese la sua borsa, decisa ad uscire. Quella conversazione stava prendendo una piega che non le piaceva e lei voleva solo andarsene. Ashton, però, la prese per il polso, trattenendola.

«Che vuoi dire?» Brianna scosse la testa, cercando di liberarsi. «Avanti, Bree, ormai siamo complici in questa storia. Ci siamo dentro insieme perciò... con me puoi parlare.» Brianna annuì e per la prima volta Ashton giurò di averle visto gli occhi lucidi.

«Sai cosa si prova ad essere considerata dai ragazzi solo una che... che ti porteresti a letto per una notte? Hai idea di quante volte ho pensato che con qualcuno potesse funzionare per poi ritrovarmi scaricata per un'altra stronza puttana? Troppe, Ashton, troppe. Sembro tanto forte ed insensibile ma solo perché la sensibilità ormai l'ho persa da tempo. Quando a scuola, in Francia, mi sono fatta un nome, mi hanno costretta a diventare così... così stronza, solo per... per proteggere me stessa, capisci? Per non dare a vedere che... che a volte sto male anche io faccio stare male gli altri. E sembra che ormai io mi sia abituata a questo ruolo. Perciò... tu limitati a reggermi il gioco.» Ashton la guardò allibito per tutto il discorso. Sospirò, alzandosi in piedi. Qualche strano sentimento che non sapeva spiegarsi, lo spinse ad abbracciarla. La strinse, mentre Brianna, confusa, si lasciava tenere da lui senza avere il coraggio di ricambiare la stretta.

«Ti aiuterò io.»

***

Calum, a casa da solo quella sera, stava pensando di chiamare Helena per scusarsi e stare con lei, quando il campanello di casa lo fece sobbalzare. Corse ad aprire, sperando che fosse la sua ragazza, ma la persona che si ritrovò davanti, così sconosciuta eppure così stranamente familiare, gli fece tremare le gambe per qualche secondo. Il presentimento che tutti i suoi incubi si potessero realizzare in quel momento, si fece sempre più concreto.

«Ciao, Calum... ti ricordi di me?»

****

EHILÀ

Questo capitolo non è il massimo del movimento, però serve per introdurre i fatti del prossimo...

Dunque...

Ridley ha confessato a Michael della sua strana, macabra "passione" e Michael anziché scappare le ha detto che vuole essere il suo ragazzo. Ufficialmente hahshamdgnsgsb, che mi dite? HAHAHA.

Ash e Bree, Calum ed Hel (Aww :') e i due egocentrici Alice e Luke... Che combineranno? Eh eh eh.

Sara

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