𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 �...

By ohmykjin

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Jungkook soffre di depressione ormai da un anno, a causa della morte del suo migliore amico Jimin. Vittima di... More

Prefazione/Soundtrack
Prologo
1. Kafka sulla spiaggia
2. Nel segno della pecora
3. L'uccello che girava le viti del mondo
4. Vento e Flipper
5. La fine del mondo e il paese delle meraviglie
6. La strana biblioteca
7. L'arte di correre
8. Dance Dance Dance
9. Tutti i figli di Dio danzano
10. 1Q84 Pt. 1
11. La ragazza dello Sputnik
12. L'assassinio del Commendatore Pt. 1
13. Uomini senza Donne
14. Sonno
15. Birthday Girl
16. Norwegian Wood
17. 1Q84 Pt. 2
18. A Sud del confine, ad Ovest del sole
20. I salici ciechi e la donna addormentata
21. Underground
22. After Dark
23. Il settimo uomo
24. L'assassinio del Commendatore Pt. 2
25. L'elefante scomparso
26. Ranocchio salva Tokyo
27. Ritratti in Jazz
Epilogo
Copia Cartacea

19. Birthday Stories

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By ohmykjin

Questo capitolo è stato un fottuto parto. Sono più di 5000 parole, spero vi piaccia

Non so cosa sto per fare.

Non ho idea di quale sarà la reazione, e questo mi spaventa da morire.

Voglio dire a mia madre che sono gay.

Voglio cogliere l'occasione dell'appuntamento con Taehyung - che si terrà stasera- per dirglielo, per liberarmi di questo peso, che a dirla tutta non dovrebbe esserlo.
Quando ho raccontato a Yoongi delle mie intenzioni, poco fa, mi ha solo guardato intensamente e abbracciato, facendomi forza. Mi ha chiesto se desiderassi la sua presenza per incoraggiarmi, e io gli ho risposto dolcemente di no, che è una cosa che avrei dovuto fare da solo.

Ora, che sono di fronte all'entrata della cucina, con mia madre seduta al tavolo intenta a sbrigare e a firmare delle carte, non ho mai avuto così tanta paura.
È il terrore di deluderla a fermarmi, a farmi boccheggiare come un pesce, a chiudere e ad aprire le mani freneticamente.
Sto quasi per fare dietrofront, quando lei si accorge della mia presenza e mi saluta.
-Ciao Kookie- dice, spostandosi gli occhiali sul ponticello del naso.
-Mamma? Posso parlarti?- farfuglio debolmente.
-Certo, vieni qui- e mi fa segno di sedersi accanto a lei.
Costringo il corpo a muoversi, ad avanzare, un passo davanti all'altro, mentre la distanza fra me e lei si accorcia drasticamente.
Mi lascio cadere pesantemente sulla sedia.
Il cuore mi batte troppo veloce.
-Cosa dovevi dirmi?- domanda teneramente, posando una mano sulla mia gamba.
E proprio nel momento in cui provo ad aprire bocca, per emettere un qualsiasi genere di suono, mi rendo conto che non riesco a farlo.
Il mio corpo si blocca, la lingua non articola le parole, chè l'inquietudine mi investe ogni cellula.
-Non riesco a dirlo, mamma- mormoro sofferente. Alle mie parole, la vedo togliersi gli occhiali e appoggiarli sul tavolo, voltando completamente il busto nella mia direzione.
-Sai che ti voglio bene, vero? Più di qualsiasi cosa al mondo. Ció che mi dirai non cambierà le cose, tu sei mio figlio e ti amo- parla con le mie mani strette nelle sue, incitandomi a confessare.
Le sue parole sono come un balsamo per il mio cuore spaventato.
È così che prendo un respiro profondo, e chiudo gli occhi rintanandomi nella mia bolla di oscurità; non voglio vedere il suo sguardo deluso quando glielo diró, non penso che potrei sopportarlo.
Mi si contorcono le budella così tanto che penso potrei vomitare, le mani cominciano a tremare, ma mi impongo di parlare.
-Mamma, m-mi piacciono i r-ragazzi- ora che l'ho fatto non mi sembra vero.
Se pensavo di essermi tolto un peso mi sbagliavo di grosso. Questo peso se ne andrà solo una volta che mia madre parlerà.

-Jungkook, guardami- riluttante, schiudo le palpebre, pronto a qualsiasi espressione di delusione e schifo impresso sul volto di mia madre.
Tutto mi aspettavo, tranne la singola lacrima che sta solcando il suo viso.
Si sbilancia in avanti, liberando le mani dalla mia presa ferrea solo per posarmele dietro il collo e abbracciarmi goffamente.
-Bambino mio, ti voglio bene- affondo nel suo abbraccio, aggrappandomi all'unica donna che da diciassette anni non fa che dimostrarmi tutto l'amore che prova per me.

Prima le lacrime, che sfociano in un pianto liberatorio, e alla fine i singhiozzi, che scuotono violentemente i petti di entrambi.
-Perchè avevi paura di dirmelo?- chiede, ancora in preda ai singulti.
-Non volevo deluderti ulteriormente, sono già un disastro come figlio- rispondo sinceramente.
-Oh Jungkook, come puoi essere un disastro quando sei la mia luce?- questa volta mentre parla, mi guarda negli occhi, ancora gonfi e rossi di lacrime.
-So che ti vedi come un fallimento, come un disastro, ma tu non sei così. Sei mille volte meglio, sei mio figlio e sono fiera di te. Ti ammiro così tanto... In pochi sarebbero stati capaci di affrontare ció che hai passato tu. So che quest'ultimo anno è stato tutto tranne che facile, che hai subito una perdita ingestibile e dolorosa- la vedo respirare prepotentemente prima di continuare -Non so se capisci cosa ti sto dicendo, ma per me, per tuo padre, per Yoongi, non sei un fallimento. Ti voglio così tanto bene, e sono così felice che tu me lo abbia detto-
-Grazie mamma. Ti voglio bene anche io- il cuore mi scoppia dalla felicità, il corpo è pervaso da questa felice malinconia, consapevole che avrei potuto compiere questo grande passo molto tempo fa.

-Ma dimmi, come mai hai deciso di dirmelo ora?- ora che ci siamo calmati entrambi, sorrido alla sua domanda.
-Stasera ho un'appuntamento-
-Il mio povero cuore! Hai altre sorprese in serbo per me?- dice ironicamente.
-Forse, vuoi sapere chi è?- chiedo, pregustandomi questa sensazione di tenera pace.
-Dai, non tenermi sulle spine- supplica come una bambina.
Quando pronuncio il nome di Taehyung, vedo il suo viso illuminarsi come un albero di Natale, e si porta la mano alla bocca per reprimere un urletto di felicità.
-Te lo sei proprio scelto bene eh? Il mio bambino ha gusto- dice ridendo, e io con lei.
-Mamma mi piace così tanto- commento sognante.
-Oh, lo vedo-

-YOONGI- urlo spazientito per la terza volta.
Qualche secondo dopo la porta si spalanca e la figura di mio fratello si rivela in tutta la sua goffaggine.
-Dio, ero convinto ti fosse comparso un alieno in camera- dice e si stende sul letto a braccia aperte.
-Qual è il problema?- chiede, prima di affondare completamente la faccia nel mio cuscino.
-Devi darmi una mano a prepararmi per l'appuntamento con Tae-
-Sapmhp-vo che ueto moento avebbe arriphato-
-Eh?- si volta spazientito e parla di nuovo.
-Ho detto: sapevo che questo momento sarebbe arrivato- si alza e viene vicino a me, davanti allo specchio.
-Ma sai cosa andrete a fare almeno?- chiede.
-Non ne ho idea, vuole che sia una sorpesa- proferisco. Non mi sono mai piaciute le sorprese, e in un caso particolare come questo non so davvero cosa aspettarmi, considerando che la mia esperienza in sfera amorosa è ridotta principalmente a Taehyung.
-Allora Kookie, abbiamo solo una regola da rispettare-
-E quale sarebbe?- domando, aggrottando le sopracciglia.
-Gli deve venire duro appena ti vede-

Meno di un'ora dopo, Yoongi ha attuato la mia trasformazione, -o meglio metamorfosi- e il solo guardarmi allo specchio mi fa sorridere maleficamente.

Oh si Tae, mi sa che Yoongi ha ragione.

Inutile da dire, ma davvero voglio presentarmi bene, voglio essere carino per lui.
Yoongi mi ha costretto ad indossare un maglione nero a collo alto, così attillato da mettere in risalto i muscoli delle braccia; le gambe sono fasciate da dei jeans chiari e strappati, che a detta di Yoongi mi fanno davvero un bel culo.
-Ecco qui- Yoongi, si avvicina da dietro e mi porge la giacca di pelle, aiutandomi ad indossarla. Guardiamo entrambi il mio riflesso allo specchio: i capelli che lasciano intravedere la fronte, la matita scura che mi evidenzia gli occhi, e i vestiti scelti con cura.
Non mi sono mai sentito così sicuro di me.
-Beh Kookie, mi sa proprio che gli diventerà una sbarra del telepass- alla sua affermazione, scoppio a ridere, sia per il complimento velato che per il nervosismo, lui mi segue a ruota, ridendo della sua stessa battuta.
Calmati gli spasmi dalle risate, guardo l'orario sul telefono, e noto con fervida eccitazione che manca poco alle sei.
Onestamente non ho idea in quante parti si articolerà questa serata, è troppo presto per andare fuori a cena, inoltre Taehyung ha marcato molto sul non tornerai a casa stanotte.

Ok, sono davvero nervoso.
Spero solo che l'attesa finisca presto.

Dopo aver istruito Namjoon e Hoseok sulla direttive da attuare questa sera, posso dirmi tranquillo. Non vedo l'ora di andare da Jungkook.
Mi sono preparato con estrema cura, prediligendo una camicia nera, che cade morbidamente sulle spalle e sui fianchi, che so benissimo quanto faccia impazzire Jungkook un indumento del genere.
Ho tirato indietro i capelli, mi sono truccato il minimo indispensabile per scurire gli occhi, e ho fatto un bagno di profumo nella mia colonia preferita.
Pronto per partire, guardo per l'ultima volta che tutto l'occorente possa essere a portata di quei due scemi dei miei migliori amici quando arriverà il momento.
Finito il giro di ricognizione sorrido soddisfatto, prendo le chiavi della macchina e corro dal mio ragazzo.

Cinque minuti più tardi sono sotto casa sua, le mie mani tremano quando chiudo rumorosamente la portiera della macchina, incespico nei miei stessi passi per salire i gradini e arrivare alla porta. Faccio un respiro profondo, poi un altro e mi decido a suonare il campanello.
Saltello nervosamente da un piede all'altro, tentando di contenere questa ansia dirompente che mi sta mangiando vivo.
Qualche secondo più tardi, ecco che la porta si apre e Jungkook si mostra in tutto il suo splendore.

Oh

Oh porca puttana

I miei occhi non corrono abbastanza veloci per affogare del tutto nella visione spettacolare che mi ritrovo davanti.
Non ho mai visto un essere più bello e mozzafiato di lui.
Mi dimenticherei tranquillamente del nostro appuntamento, solo per prenderlo e divorarlo qui, sull'uscio della porta, incurante degli occhi indiscreti dei vicini. Me ne dimenticherei senza sensi di colpa, pur di attaccarmi al suo corpo e ascoltare i sospiri più dolci che la bocca di Jungkook possa formare.
Lo farei se non fosse che Areum, la madre di Jungkook, compare qualche secondo più tardi dietro la figura imponente del figlio.
-Ehi Taehyung!- la madre è la prima a intervenire.
-Salve signora Jeon, sta bene?- mi sforzo di sembrare il più tranquillo possibile, in realtà le mani mi prudono per non affondare nelle ciocche scure di Jungkook.
-Te l'ho già detto di chiamarmi Areum, comunque sto bene. Vedi di far divertire il mio bambino, ok?- asserisce amorevolmente. Non mi sfugge peró il modo in cui mi guarda, quello sguardo tipico delle madri protettrici nei confronti dei figli che stanno crescendo.

Che Jungkook gli abbia detto qualcosa?

-È il mio obiettivo per stasera Areum- che poi è la verità. La signora Jeon si sposta sulla punte, per scoccare un affettuoso bacio sulla guancia di Jungkook, il quale le sorride dolcemente di rimando. I due si salutano e appena la madre chiude la porta, facendomi un occhiolino di incoraggiamento, prendo tra le mani le guance del brunetto e lo bacio.
-Sei spettacolare- dico, appena mi stacco.
Dio se lo è.
-Sei bellissimo anche tu, Tae- sospira Jungkook. Mi sforzo di staccarmi da lui e dal suo corpo che mi richiama presuntuosamente, o potrei non rispondere più delle mie azioni.
-Pronto?- chiedo.
-Oh si-
-Allora andiamo-

Il mio sguardo non fa che cadere costantemente su Taehyung, che in questo momento sta guidando tranquillamente, diretti alla nostra meta.
Ha una camicia addosso che mi fa immaginare solo le peggio cose, tanto vorrei fargli fermare l'auto e consumare il nostro amore in un parcheggio.

Eh si, quella camicia starebbe decisamente meglio a terra.

Scuoto la testa per liberarmi di queste immagini peccaminose, concentrandomi piuttosto sulla strada cercando di carpire possibili indizi. Mezz'ora più tardi, sempre dentro i confini della periferia di Incheon, arriviamo in un luogo prevalentemente vuoto, se non fosse per la grande struttura all'aperto che occupa metà della visuale. Quando noto le persone, bambini e adulti che sfrecciano da una parte all'altra della zona, mi si illumina il cervello.

-Stiamo andando a pattinare?- chiedo felice come un ragazzino.
-Si, spero ti piaccia l'idea- sorride genuinamente, arcuando quelle belle labbra all'insù.
-Lo adoro! È troppo tempo che non ci vado, spero solo di ricordarmi- batto le mani come un bambino piccolo, che davvero non riesco a contenere l'euforia.
Non me lo aspettavo, proprio per niente.
-Andiamo- mi prende la mano e mi invoglia a camminare verso la pista di pattinaggio sul ghiaccio. Ci avviciniamo alla cabina per pagare il biglietto e richiedere i pattini della nostra misura. Slaccio in fretta le scarpe preoccupandomi di sistemarle al posto giusto, e infilo i pattini congelati e stretti, assicurando le stringhe. Tae imita i miei gesti, lavorando in fretta con le dita per prepararsi il prima possibile.
Quando mi alzo in equilibrio precario sulle lame, gli porgo la mano per aiutarlo ad alzarsi, lui mi sorride riconoscente e ci avviamo verso l'entrata.
Ragazzi e adulti di ogni età si muovono da una parte all'altra della grande pista, chi sinuosamente proprio come se stesse camminando, altri che non fanno che cadere con il culo per terra provocando le risate degli amici.
Quando appoggio la prima lama sul ghiaccio, sto attento a bilanciare il peso e a non sporgermi troppo in avanti; solo quando sono sicuro della mia stabilità appoggio anche l'altra e scivolo leggermente per testare il ghiaccio e i pattini.
Taehyung è subito dietro di me, leggiadro e delicato come una farfalla, sposta il peso in avanti per avanzare fino al centro della pista.
Lo osservo scrupolosamente spostare il peso da una gamba all'altra, e muoversi armonicamente sul suolo scivoloso e freddo, proprio come se fosse nato per farlo. Lo raggiungo in pochi secondi, più goffo e imbranato di lui.
Mi maledico internamente per non aver pattinato per tutto questo tempo.
Solitamente era un'attività che facevo con Jimin, ai tempi ci divertivamo come matti a sfrecciare sul ghiaccio, facendo a gara a chi arrivava per primo dall'altra parte.
Ma questo non è il momento di rattristarsi, quindi cancello con arroganza il ricordo di Jimin dalla mente e mi concentro sul bellissimo uomo al mio fianco.
-Una parte di me sperava che non tu non sapessi fare, così da cadere insieme uno sopra all'altro, proprio come nei film romantici- sghignazza divertito.
-Ho rovinato le tue aspettative?- chiedo sarcastico, protendendomi in avanti.
-Sei sempre all'altezza delle mie aspettative- nel sentire le sue parole, il cuore mi si scalda, in netto contrasto con il freddo di novembre che aleggia nell'aria.
È incredibile quanto mi faccia sorridere questo ragazzo, quanto sia facile e spontaneo curvare gli angoli della bocca all'insù quando sono in sua presenza.
Eppure ci riesce sempre, in ogni cosa che fa, ed è pura follia che una persona del genere sia il mio ragazzo.

Un ragazzo così splendido a cui piaccio tanto quanto lui piace a me.

Perso nei miei pensieri d'amore, realizzo un attimo più tardi che Tae ha posizionato le sue mani congelate dal freddo sui miei fianchi.
-Segui i miei movimenti- annuisco felice, ed ecco che pattiniamo insieme, scivolando sulle lame dolcemente, evitando i bambini energici e capricciosi.
Abbiamo assunto un ritmo perfetto, il dondolare dei nostri corpi è in completa armonia come una coppia di ballerini, e le mani di Taehyung sono ancora strette alla mia vita per dirigermi.

Non mi sono mai sentito così bene.

Non lo penso più nell'attimo in cui una lama dei miei pattini si incaglia nella lastra di ghiaccio e perdo drasticamente l'equilibrio, Taehyung dal canto suo, tenta di trattenere la mia caduta ma cede insieme a me, capitombolando sopra al mio corpo, in un miscuglio di membra e ghiaccio.
-Mi sa che alla fine è finita come in uno di quei film di cui parlavi- dico sorridendo.
-Mi sa che hai ragione- ridacchia della situazione, ma si lascia andare ancora di più quando nota due bambini guardarci completamente esterreffatti.
-Vieni, alziamoci- si sposta cautamente da sopra il mio corpo ammaccato e mi tende la mano per farmi alzare.

Continuiamo a pattinare mano nella mano, a cadere come scemi, facendo attenzione ai bambini che sgusciano sotto alle nostre gambe.
Ci scambiamo anche qualche bacio a stampo rubato. So solo che mi sento il cuore leggero e rido, rido tanto come non facevo da secoli.
Quando è il momento di uscire, non desidero per niente di ritornare alla normalità, come se entrare nella pista avesse creato una di dimensione parallela completamente al di fuori dello spazio-tempo dove c'eravamo solo io e lui.

Restio mi libero dei pattini e consegno tutto al bancone, non prima di essermi infilato le scarpe. Tae è dietro di me, che allaccia la sua mano alla mia.
-Vieni, siamo solo all'inizio di questa serata- dice, una volta vicini alla macchina. Prima di farlo salire dalla parte del guidatore, ho questa voglia irrefrenabile di ringraziarlo e baciarlo.
Lo fermo per un braccio e gli faccio appoggiare la schiena alla carrozzeria della macchina per tenerci in equilibrio. Mi sporgo in avanti e lo bacio.
La mia bocca accarezza la sua, in una danza innocente di sfioramenti e tocchi, privo di qualsiasi tipo di malizia.
-Grazie- dico soltanto.
-Sono felice che ti sia piaciuto- e uno di quei sorrisi tutti particolari come lui, illumina la sera.

~

La serata deve procedere e non vedo l'ora di portarlo a cena. Spero sia affamato, perchè voglio che si gusti davvero i piatti tipici del ristorante italiano in cui voglio portarlo. Per fortuna il ristorante rimane non troppo distante, anzi, è solo più vicino alla prossima meta di questa serata.
Scruto Jungkook con la coda dell'occhio e lo vedo sorridente. Non ha smesso un secondo di farlo da quando sono insieme a lui, e questo non fa che mandarmi il cuore alle stelle.
Si merita davvero una bella serata.
Ho prenotato la cena per le otto, ed esattamente a quell'ora siamo di fronte al ristorante.
-Che posto è?- chiede teneramente Jungkook, che non riesce a decifrare i caratteri italiani impressi sull'insegna.
-Spero ti piaccia Il cibo italiano-
-Non l'ho mai sentito, ma sono curioso- da una parte mi fa piacere che non abbia mai assaggiato nulla di simile, così che io possa essere il fautore di questa esperienza.
-Non sai cosa ti sei perso per tutto questo tempo- commento ed esco dalla macchina, aspettando che lo faccia anche lui prima di chiuderla.
Lo prendo per mano e apro la porta del locale, squisitamente tradizionale e tranquillo.
Alla nostra entrata una cameriera dai tratti europei viene verso di noi e ci chiede se abbiamo prenotato; faccio un segno con la testa e le dico il mio nome per confermarlo. Ammiro la reazione spaesata e atrocemente adorabile di Jungkook che non sa dove posare gli occhi.
La ragazza ci scorta in una zona privata, con un tavolo per due, con le luci più basse, esattamente come avevo richiesto.
Faccio accomodare Jungkook, e mi siedo di fronte a lui, sperando in una reazione positiva.
-Mi piace molto qui, è tranquillo- pronuncia, guardandosi in giro.
-Sono felice che ti piaccia- e nel mentre gli porgo il menù.
Lo vedo aggrottare le sopracciglia nel cercare disperatamente di decifrare i nomi italiani, per poi tirare un sospiro di sollievo quando a fianco nota la traduzione in coreano. Sorrido, inevitabilmente alla visione.
Poco dopo la cameriera torna per prendere le nostre ordinazioni; e muoio dalla tenerezza quando vedo Jungkook ordinare le fettuccine allo scoglio, indeciso e completamente impreparato a ció che gli verrà servito.

~

-Ho detto a mia madre che sono gay- alla mia affermazione, Taehyung si strozza con il pezzo di carne che sta mangiando e comincia a tossire violentemente.
-Ehi tutto ok?- dico, versandogli un bicchiere d'acqua.
-Si, mi hai solo preso alla sprovvista-
-Come l'ha presa?- chiede titubante.
-In realtà molto bene, volevo cogliere l'occasione del nostro appuntamento per dirglielo- mentre parlo metto una mano sulla sua, cominciando ad accarezzarla.
-Quindi sa di noi?- chiede esterrefatto. Il mio sorriso risponde abbastanza alla sua domanda, tanto è che mi risponde con un -Ne sono davvero felice-
-Ha detto che ho buon gusto nell'averti scelto, sai?- mormoro civettuolo.
-Ah si? Sei d'accordo con lei?- sul suo volto si disegna un ghigno provocatorio che farei andare via a suon di baci.
-Mmh non saprei... sono convinto che ci sia di meglio in giro- non so per quanto potró continuare a stuzzicarlo, ma l'espressione sbalordita che si dipinge sul suo viso peggiora solo la situazione.
-Non sembravi dello stesso parere quando l'altro giorno eri troppo impegnato ad urlare il mio nome, mmh?- un violento rossore mi sboccia sulla guance nel ricordare tali avvenimenti; sono incapace di parlare o ribattere in alcun modo.
-Scacco matto- annuncia e con un sorrisino continua a mangiare la sua cena.

-Sono così pieno che penso potrei morire- annuncio, dopo aver finito le squisite fettuccine del ristorante.
-È stato di tuo gradimento?-
-Assolutamente sì, dobbiamo tornarci- dico contento.
Anche Taehyung ha finito la sua cena, così tranquillamente ci sistemiamo, ci alziamo e ci dirigiamo alla cassa per pagare. Taehyung si ostina a pagare anche la mia parte, e io, dopo svariati tentativi falliti di convincerlo, accetto il suo gesto ringraziandolo.
-Non devi ringraziarmi, ti rifarai la prossima volta- e io annuisco, considerando che ci sarà una prossima volta.
-E ora?-
-Ma quanto sei impaziente piccolo Kook- dice, una volta usciti dal ristorante, tenendomi per mano.
-Non ci vorrà molto, te lo prometto- mi fido di lui, anche se odio il suo tenermi sulle spine.

~

Quando arriviamo alla nostra destinazione, noto come gli occhi di Jungkook diventino delle dimensioni di una pallina da tennis.
-Ma che ci facciamo all'aeroporto?- chiede curioso.
-Per quanto io voglia rubarti per qualche giorno e scappare in una fuga romantica alle Bahamas, non siamo qui per questo- dico, cercando di smorzare la situazione. Parcheggio in una zona isolata, più lontano dall'ingresso dell'areoporto, arrivando proprio nel punto perfetto.

Lo stesso di dieci anni fa.

Spengo l'auto, faccio segno a Jungkook di scendere ed eccoci immersi nel buio più totale con solo le stelle a illuminarci, l'erba sotto i nostri piedi.
Mi sistemo accanto a Jungkook, appoggiati al cofano dell'auto, le braccia premute le une contro le altre.
-Questo è il mio posto preferito in assoluto- dico, cominciando a spiegarmi. Lui mi guarda e basta, esortandomi a parlare.
-È lo stesso luogo in cui mio padre mi portava fin da bambino, ci sedevamo per terra e guardavamo gli aerei volare- è dolcemente straziante ricordare e raccontare di lui, ma il brunetto al mio fianco è una ragione sufficiente per continuare a parlare.
-Mi diceva sempre che quando sarei diventato più grande, mi avrebbe preso con lui, avremmo preso il primo aereo segnato e saremmo partiti per un'avventura, solo io e lui-
Quanto mi manca.
-Non ho mai potuto farlo, non ne ho mai avuto l'occasione, e tu ti starai chiedendo perchè diamine ti ho portato qui- continuo a parlare come un treno in corsa, voltandomi verso di lui e incrociando il suo sguardo intenso.
-Perchè voglio vedere il mondo con te Kook. Voglio vedere tutto con te, voglio cantare a sguarciagola nelle piazze di Parigi e voglio fare un giro sulla London Eye, e ancora voglio fare l'artista di strada a Barcellona e desidero camminare sull'erba di Central Park fino a stare male. Voglio fare un sacco di cose e tutte con te- quando finisco di parlare, Jungkook mi fissa impietrito.
È stato troppo?
Non ci penso più nel momento esatto in cui vedo la testa di Jungkook spingersi verso di me e coinvolgermi in uno dei baci più teneri che ci siamo mai scambiati. Le sue labbra sono morbide e delicate, tanto che mi verrebbe da addentarle, ma preferisco non approfondire il contatto. In questo momento ho solo bisogno di dolcezza.

È questo l'amore di cui tutti parlano?

-Farei tutto con te Taehyung-

~

Il discorso di Taehyung mi ha lasciato completamente senza parole. Sono tremendamente felice, così tanto da stare male.
Non faccio che pensarci nel lungo tragitto che ci separa dall'aeroporto a casa sua.
Si, almeno questo lo so.
Quando riconosco la strada di casa sua, mi lascio scappare un sospiro di sollievo. È stata una serata straordinaria, e ció che Taehyung mi ha rivelato è stata la ciliegina sulla torta.
Parcheggia e scendiamo dall'auto, dirigendoci in fretta verso l'ingresso per via del freddo pungente.
Tae tira fuori le chiavi, le infila nella toppa e fa scattare la serratura. Saliamo le scale fino al secondo piano e arriviamo di fronte al suo appartamento.
Apre la porta, indugiando un po' troppo e mi si mozza il fiato in gola.
L'atmosfera della casa è bagnata dalla luce gialla delle molteplici candele sistemate ovunque; sul tavolo, sulle credenze, per terra. Il pavimento del salotto è ricoperto da una scia di petali di rosa, che vanno dritti dritti alla sua camera.
Sono sbalordito.
-Ma come hai fatto?-
-Devi ringraziare Namjoon e Hoseok, ci hanno pensato loro per me- lo sento avvicinarsi da dietro, fino a che non percepisco le sue labbra sul mio collo.
-Ti avevo detto che volevo farti passare una bellissima serata- sussurra al mio orecchio.
-Ci stai riuscendo- mormoro, completamente soggiogato dal suo tocco. Sento le sue mani posarsi sulla mia vita, e con uno strattone farmi girare verso di lui.
-Vieni qui- dice, prima di fiondarsi sulla mia bocca.
Quanto lo voglio.
Mi aggrappo disperato al suo collo, baciandolo aggressivamente, mordendogli quelle labbra che mi fanno perdere la testa. Il respiro pesante di Tae mi sta mandando in fibrillazione, così come la sua lingua bagnata che si intreccia prepotentemente con la mia, impedendomi di respirare.
Comincia a camminare e io lo assecondo procedendo a tentoni, senza staccare le mie labbra dalle sue.
Arrivati di fronte alla sua porta, mi spinge contro di essa senza delicatezza, appropriandosi della mia mascella con la bocca, succhiando e leccando avidamente. Si stacca solo il necessario per aprirla e buttarci dentro. Ma è così che mi rendo conto che questo ragazzo è davvero pazzo.
Le candele sono anche qui, che sprigionano nell'aria un tenue profumo di vaniglia creando un'atmosfera calda e intima, mentre i petali di rosa sono cosparsi su tutto il letto.
-Nessuno ha mai fatto niente del genere per me- sussurro, cercando di non interrompere il clima che si è venuto a creare.
-Ti piace quindi?- chiede dubbioso.
-Dio, si- e lo bacio di nuovo, senza dargli il tempo di parlare.
Voglio tutto di Taehyung.
Le mie mani si muovono da sole, scivolando sulle braccia di Tae e facendogli cadere la giacca dalle spalle. Le sue labbra voraci mi stanno mangiando vivo, il tocco delle sue mani mi sta ustionando il corpo, ormai non c'è più spazio per tornare indietro e non lo desidero nemmeno. Con forza mi tolgo la giacca di pelle, le mie dita capricciosa corrono ai lembi del maglione e lo tirano su con forza liberandomi dal tessuto stretto. Non ho voglia di fermarmi qui, che le mie mani subito si aggrappano alla cintura dei miei pantaloni e la slacciano in pochi gesti, portando giù i pantaloni sotto il suo stesso peso.
Taehyung mi guarda famelico, ma soprattutto sorpreso da questi gesti spontanei.
-Mi hai visto nudo in modi ben peggiori di così-
Lui mi guarda interrogativo, tentando di decifrare le mie parole.
-Hai visto il mio cuore Tae. Mi hai visto in tutti i modi possibili-
Non mi importa di essere solo in boxer di fronte a lui, in questo momento voglio solo il suo corpo su di me, i suoi sospiri eccitati nell'orecchio e i gemiti nella bocca.
Sono io a fare il primo passo.
Lo prendo per un polso e lo incito a seguirmi, io seduto sul bordo del letto e lui fra le mie gambe. Lo fisso intensamente prima di prendere un lembo della sua camicia e sollevarlo, scoprendo la pelle immacolata di Taehyung. Mi avvicino sotto il suo sguardo perso e languido, arrivando a posare le labbra sul suo addome, leccando la linea degli addominali poco pronunciati, succhiando la sua pelle esattamente come andró a fare fra poco con qualcos'altro. Lo vedo buttare la testa all'indietro, senza preoccuparsi di farsi scappare ansimi di piacere dalla bocca aperta. Le mie dita si muovono veloci sui suoi bottoni, sbottonando la stoffa e lanciando la camicia per terra. Avverto le sue mani fare presa sui miei capelli, tirandomi le ciocche facendomi segno di alzarmi; seguo il suo ordine indiretto, facendo scorrere la lingua su tutto il suo corpo prima di raggiungere la sua bocca e affogare in un altro bacio bisognoso.
Non capisco più nulla, sono ubriaco di Taehyung e del suo tocco, e non pongo opposizione quando si sbilancia in avanti per farmi cadere di schiena sul letto. Prima di ritornare su di me, si slaccia la cintura velocemente e fa scendere la stoffa ruvida dei pantaloni. Appoggio una mano sul suo collo e me lo spingo contro, facendo attenzione a sfiorare la sua intimità con la mia. Mi struscio lascivamente su di lui, lasciandomi andare ad un gemito strozzato quando sento il suo cazzo già duro ed eccitato contro il mio. Ormai il mio corpo ha preso possesso della mia mente, infischiandosene della decenza, preoccupandosi solo di continuare questo bagno di piacere.
Me lo ripeto nello stesso istante in cui capovolgo le situazioni, io sopra di lui, che lo guardo vittorioso dall'alto, prima di scendere e ancora scendere fino ad arrivare alla sua virilità coperta dal tessuto stretto dei boxer.
Lo vedo inspirare rumorosamente quando arriccio le dita sull'elastico e lo tiro giù in un unico gesto, mostrando Taehyung in tutto il suo splendore.
Non ho mai avuto esperienze con un ragazzo, o esperienze in generale, non ho idea di cosa fare per farlo impazzire e urlare, ma non mi importa, mi lascio semplicemente andare all'istinto e comincio a muovere la mano sul suo cazzo, gustandomi la sensazione di avere letteralmente Taehyung nelle mie mani.
Il castano affonda la testa nel cuscino, mordendosi le labbra per contenersi; cede immediatamente quando appoggio la bocca sulla punta e comincio a succhiare.
-Oddio Jungkook, ommioddio- riesce a dire solo questo, prima di immergere le mani nei miei capelli per aiutarmi nei movimenti. Lui affonda nella mia gola sincronizzato ai movimenti atrocemente veloci della mia testa.
Punto il mio sguardo su di lui e comincerei a toccarmi anche io sotto la vista spettacolare di Taehyung eccitato e scombussolato, perso nei gemiti e nei sospiri rumorosi, ma in questo momento ho di meglio da fare.
Non pensavo che eccitarlo, potesse essere così dannatamente provocante.
Taehyung mi fa allontanare e con un gesto brusco mi afferra e mi mette sotto di sè.
-Tu e la tua dannata bocca- si abbassa per baciarmi, leccando languidamente il mio labbro inferiore prima di addentarlo. Capisco che mi sta distraendo, solo per far scorrere le sue dita fino ai miei boxer e farli scivolare giù per le gambe.
Ora sono completamente nudo anche io, ma non provo imbarazzo o vergogna.
-Toccami Taehyung, perfavore- supplico, arcuando la schiena per andare incontro al suo bacino e provocarmi piacere da solo. Taehyung sghignazza alla mia preghiera, ma mi accontenta subito, portando una mano sulla mia mascolinità e cominciando a muoverla.
Penso di essere in Paradiso.
I miei gemiti rochi sono soffocati sul suo collo, ció non fa che eccitarlo maggiormente, sentendo il risultato delle sue capacità infrangersi sulla sua pelle.
-Taehyung, ti voglio- sussurro piano. Lui ferma i suoi movimenti per un attimo, il tempo necessario di guardarmi e capire che sono serio.
-Sei sicuro?- chiede amorevolmente.
-Facciamo l'amore, Tae- l'onda del piacere si abbatte con forza su di me, nell'istante esatto in cui sento le sue dita, stuzzicare la mia apertura. Inserisce un dito, aspettando che io mi abitui al fastidio per continuare; quando annuisco, eccone un secondo e un terzo, senza fermare i suoi movimenti veloci e concisi.
Fa male, ma in questo momento non mi importa per niente, voglio solo che continui con ció che sta facendo. Mi bacia per cercare di non farmi pensare al dolore e io mi aggrappo alle sue spalle, affondando le dita nella carne per trattenermi.
Pochi minuti dopo, fa uscire le dita dal mio corpo solo per allinearsi con la sua virilità alla mia apertura.
-Se vuoi fermarmi, fallo quando vuoi- dice premuroso.
-Fallo Tae, sto bene- lo rassicuro. Intreccia una mano con la mia, prima di spingersi dentro di me.
Spalanco la bocca per il male, tanto che mi sento spaccare in due, ma allo stesso momento mi sento così pieno e così bene che gli faccio subito segno di proseguire.
Tae comincia a muoversi dentro di me, lentamente, per farmi abituare, e io poso le mani sulla sua schiena per spingermelo contro.
Dopo un paio di spinte, il dolore passa in secondo piano, e mi gusto solo il senso di estremo piacere che sto provando.
-V-vai più veloce, cazzo- Taehyung ascolta le mie preghiere e affonda prepotentemente in me, velocizzando le spinte e facendomi toccare il cielo con un dito. Comincio a procurarmi piacere da solo, muovendo la mano alla stessa velocità delle sue spinte, per intensificare questa incredibile sensazione. Quando sfiora la mia prostata, mi lascio scappare un gemito più roco degli altri, e lui, attento alle reazioni del mio corpo, continua proprio in quel punto, tanto da farmi urlare. I nostri corpi sono sudati e accaldati, l'uno sopra all'altro, l'aria è piena di suoni osceni e il mio cuore sta battendo così veloce che penso di morire qui, fra le sue braccia.
-Dio Jungkook, quanto mi piaci in queste condizioni- il rumore delle nostre carni che sbattono le une contro le altre, il mio nome impresso sulla lingua di Taehyung, la sua dannata lingua che ora è nella mia bocca e che sta inghiottendo ogni rumore, non capisco più nulla, mi si contorcono le budella e le scariche di appagante eccitazione mi fanno vedere le stelle; vengo nella mia stessa mano urlando il suo nome.
Taehyung continua a muoversi nel mio corpo ancora per poco, per poi uscire e venire sulla coperta.
Siamo entrambi affiatati, stanchi e tremendamente appagati. Lui si accosta e mi dà un dolce bacio sulle labbra.
-Stai bene?-
-Dio Taehyung, sto benissimo-

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