Il ragazzo della 113 | Noah C...

By SthefannyStories

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Le regole alla Columbia University sono poche e precise: puntualità alle lezioni, tenere uno studio costante... More

Cast
Prologo
1. Columbia
2. Frutto proibito
3. Guida Turistica
4. Connie
5. "Siamo amici"
6. Football&Cheesburger
7. Fuoco
8. Questione di fiducia
9. MagBlue's
10. Cappuccino
11. Rissa
12. Tregua
13. Il tuo tocco
14. Insieme
15. Bacio Rubato
16. Fratelli Protettivi
17. Fratelli giganti e buoni
17. Fratelli giganti e buoni
18. Nostalgia
19. Maglioni imbarazzanti
20. Momenti imbarazzanti
21. Il Ringraziamento
22. Goodbye Brother
23. Auschwitz 1941
24. Giro Turistico In Presidenza
25. Casa Walker
25. Casa Walker
26. Mi affido a te
27. La partita
28. Il ballo
28. Il Ballo
29. Un mare di bugie
Epilogo
SEQUEL
Ringraziamenti
LULLABY

30. La verità

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By SthefannyStories

Alla fine di tutto,
ti rendi conto che
sei riuscita a sopportare,
molto più di quanto ti aspettassi.

▶️ Only Hope - Mandy Moore

Isaac

Mi portai in direzione della mia bocca, il bicchiere di plastica con del Punch corretto, con un angolo delle mie labbra alzato verso l'alto. Ero alquanto soddisfatto di come le cose stessero proseguendo. Tutto quello che avevo programmato, da quando avevo varcato le porte di quel lurido carcere, era andato come previsto e tutto stava proseguendo secondo i piani. La settimana prossima si sarebbe svolto l'incontro al Blue's e quest'anno sarei stato io il vincitore, perché avevo scelto perfettamente la ragazza che mi avrebbe fatto vincere. La piccola Eisel Johns, non si immaginava nemmeno lontanamente cosa avevo preparato e avevo in serbo per lei. Pensai, ridacchiando fra me e me. "Cosa farai con lei, una volta finito l'incontro?" Mormorò Matt, appoggiandosi al tavolo con un fianco, incrociando le braccia sotto il petto. Lo sguardo da bravo ragazzo, che aveva dipinto sul volto negli ultimi mesi per rendere ancora più credibile agli occhi di Eisel - ciò che avevamo messo in atto - era scomparsa immediatamente.

"Cosa dovrebbe farne? Se la mocciosa lo farà vincere, dovrà piegarsi in ginocchio e ringraziare il cielo di esserne uscita ancora viva." Rispose Elia, mio fratello, al mio fianco. Sfiorò la mia spalla, avvolta dalla giacca elegante di questo stupido e fastidiosissimo smoking, con la sua mano, guardandomi con un'espressione piuttosto soddisfatta. Era il mio braccio destro, l'unica persona di cui mi fidassi ciecamente, all'interno di queste mura studentesche infernali e far credere per tutto questo tempo, il quanto lo odiassi, mi era risultato assai difficile.

Matt sogghignò. "Sempre se non finirà stesa sotto una lapide, come Pam Anderson." Dichiarò ma, il sorriso gli morì in gola, quando alzai un destro in direzione delle sue labbra, preso dall'improvvisa rabbia, nel sentire nominare quel nome. Feci cadere il bicchiere - che tenevo in mano - a terra, facendo versare il Punch sul pavimento sotto i nostri piedi, attirando l'attenzione di alcuni dei presenti in nostra direzione. Non me ne fregava un cazzo. Non mi importava di niente e di nessuno. Se ne dovevano stare al loro posto, perché qui comandavo io e lei, non la dovevano nominare.

"Hei, amico, ma sei impazzito!" Mormorò Matt, portandosi un palmo della mano sul labbro che perdeva sangue, proprio nel punto in cui lo avevo colpito.

Mi sfiorai le nocche delle mani ancora ferite dalla rissa con Cameron, che si erano nuovamente riaperte, facendomi imprecare. "Quante cazzo di volte ti ho già detto che non voglio sentire nominare quel fottuto nome?" Ringhiai avanzando contro di lui, prima di sentire la mano di Elia contro il mio petto, fermando immediatamente le mie intenzioni.

"Calmati, fratello. Non è il momento di scaldarsi tanto, vedi di tranquillizzarti." Parlò Elia, spintonandomi e allontanandomi dalla figura di Matt, che mi guardava male. "Se tuo padre arrivasse e ti vedesse in questo istante, manderesti tutto il piano all'aria. E non vogliamo che questo accada, dico bene?"

Sospirai, alzando una mano per sfiorare i miei capelli. "Non parlarmi come se avessi tredici anni, idiota." Mormorai, aggiustandomi la giacca.

"Sei una testa calda, Isaac. Questo è l'unico modo che conosco per calmarti, quando inizi non ti ferma nessuno." Parlò, passando un tovagliolo di carta a Matt, che finii di ripulire i residui di sangue dalle labbra. L'immagine della mano di Eisel sul mio braccio, quando eravamo in macchina, le sue braccia strette sui miei fianchi alla fine di una rissa e le sue dita sulle mie guance, mi balenarono immediatamente in testa. Erano stati gli unici tocchi - dopo più di un anno - che erano riusciti a calmarmi, a non farmi trasformare nella bestia e nel mostro che ero. Ma questo non aveva importanza, lei non ne aveva. Mi avrebbe aiutato a vincere e poi l'avrei semplicemente distrutta, e nulla sarebbe cambiato.

"A proposito." Parlò Matt, avvicinandosi nuovamente a me, stando - però - ben attento a non dire qualcosa di sbagliato, non avrebbe voluto sicuramente ricevere un altro ben servito. "Dove diamine è finita la ragazza?" Domandò guardandosi attorno.

Elia alzò lo sguardo ed io stesso feci altrettanto, facendo vagare il mio sguardo su ognuno dei presenti, senza però trovare il familiare caschetto di capelli castani. Scivolai i miei occhi sulla pista, ma Eisel non era una ragazza che si sarebbe avventurata in mezzo a quei corpi sudati e tremendamente ubriachi. Lei era particolare..particolarmente noiosa e santarellina per i miei gusti. Aggrottati la fronte, iniziando ad irritarmi nel non riuscire a trovarla. Dove diamine sarà andata, quella ragazzina? Guardai in direzione del posto in cui l'avevo precedentemente lasciata, ma vidi soltanto due ragazze parlare fra di loro. "Devi trovarla immediatamente." Mormorò Elia, con un'espressione preoccupata sul volto.

"E perché mai?" Mi strinsi nelle spalle. "Sarà sicuramente con le sue amichette, non c'è niente di cui preoccuparsi."

Elia mi guardò storto. "Dovresti, non vorrei che Cameron la trovasse e le raccontasse la verità. Quel bastardo sa tutto e ha sempre provato a raccontarle come stanno le cose." Mi informò, ricordandomi del perché avessi sempre alzato le mani contro di lui ultimamente, intimandolo a chiudere la bocca. Quell'idiota si era innamorato di quella ragazzina e aveva sempre voluto correre da lei, per dirle tutto. Fortunatamente, non c'era mai riuscito. Non lo abbiamo mai permesso. "Se la trova, puoi dire addio al tuo titolo al Blues e a tutto il resto."

Ridacchiai, andandomi a riempire un altro bicchiere con qualche alcolico. "Ti fai troppe paranoie, fratello." Mormorai, prendendo il bicchiere fra le mani. "La lezione che ho dato sta sera a quel bastardo, lo farà tacere una volta per tutte. Non è così stupido da cercarla." Mi portai il bicchiere alle labbra, facendo scorrere nella mia gola quel liquido amaro.

"Ne sei proprio sicuro?" Domandò Matt, guardandomi di sottecchi. "Perché non molto tempo fa, anche tu hai provato le stesse medesime sensazioni e sai esattamente di cosa è capace di fare un ragazzo innamorato."

Strinsi immediatamente i pugni, serrando la mascella con talmente tanta forza, da sentire male ai denti. Dovevo trovarla, fu la prima cosa che mi passò per la testa, alzando lo sguardo per guardarmi attorno. Dove diamine era finita la mocciosa?

Eisel

"Cameron?"

"Ciao Eisel." Mormorò, prima di mordersi il labbro e trasformare l'espressione del volto in una smorfia. Probabilmente a causa del dolore, provocati dai brutti lividi presenti sulla sua guancia sbucciata, causate dalle mani violenti di Isaac.

Avevo talmente tante confusioni per la testa, che la prima cosa a cui pensai - in quel preciso istante - non furono i suoi lividi e ne tanto meno mi soffermai a chiedermi se stesse bene, bensì mi domandavo il perché diamine fosse qui? Lui come tutti gli altri, era una delle ultime persone che avrei voluto vedere, soprattutto quella sera e in quel momento. Riportare a galla i ricordi delle dure parole amare, che mi aveva sputato addosso qualche settimana prima, era ancora fresca sulla mia mente. Era solo un altro piccolo mattoncino, che andava a posizionarsi insieme ad altre delusioni, che nelle ultime ore stavo accumulando. Non volevo vederlo e ne tanto meno averlo vicino, così mi alzai immediatamente dallo sgabello - dandogli le spalle - per spostarmi, ma la stretta ferrea della sua mano contro il mio polso, me lo impedì.

"Cameron.." Mormorai, cercando di fargli capire che aveva deciso il momento meno adatto per parlarmi.

"No, Eisel. Ho bisogno di parlarti." Parlò inchiodandomi con i suoi occhi castani, simili ai miei. Non soltanto per il colore, bensì per la stessa sensazione di tristezza e disperazione, che trovai nelle sue iridi.

"Non abbiamo nulla da dirci, Cam. Mi hai già detto abbastanza quel giorno."

Le mie parole gli fecero alzare gli occhi al cielo. "Era tutta una menzogna, Eisel. Niente di quello che ti ho detto quello schifosissimo giorno, è la verità."

"Cosa?"

"Le parole che mi sono uscite di bocca, il mio comportamento e tutto ciò che ho dovuto farti credere, erano soltanto una bugia. Mi hanno obbligato a farlo." Mi rivelò, continuando a stringermi il polso, mentre mi guardava intensamente negli occhi. Avrei voluto avere un minimo di buona volontà, per poter credere alle sue parole, ma dopo tutto quello che mi stava succedendo, come avrei potuto? Bugie su bugie, ne ero totalmente immersa fino al collo. "Ti prego, ascoltami."

Staccai il mio polso dal suo tocco, ottenendo uno sguardo sofferente da parte sua. "Come faccio a sapere che quello che mi stai dicendo è la verità, perché mai dovrei crederti?"

"Perché sono innamorato di te, Eisel." Dichiarò, facendomi trattenere il fiato in gola e tremare le gambe, tanto che dovetti tornare a sedermi sullo sgabello. Cosa?

Sospirò, prima di abbassare lo sguardo ed imprecare contro se stesso, per più e più volte. Continuavo a guardarlo, sprovvista di parole e paralizzata dalla sua dichiarazione. Mi sarei aspettata di sentire uscire di tutto dalla sua bocca, ma mai questo. Cosa significava che Cameron era innamorato di me? Io..Cosa? Era impossibile, almeno non dopo tutto quello che era successo nelle ultime settimane. Mi portai una mano sulla tempia, l'alcol stava iniziando a fare il suo effetto e la testa iniziava leggermente a farmi male. Dio mio, che situazione. Pensai alzando lo sguardo sulla sua figura, trovando i suoi capelli color grano, scompigliati e completamente disordinati, che gli davano un'aria da ragazzino del liceo. La camicia, ancora sporca di sangue, era stata tirata su e piegata fino ai gomiti, mettendo in evidenza le vene delle braccia, leggermente più esposte del solito a causa del caldo che emanava questo locale. Seduto sul suo sgabello, con le spalle ricurve, giocava nervosamente con i pollici, probabilmente nervoso. Mi ritrovai a sorridere, nonostante la situazione, per il gesto che avevamo in comune. Lo facevo sempre anche io.

Optai in quel momento se restare e ascoltare tutto ciò che avrebbe voluto dirmi o andarmene via con il dubbio. Sospirai. "Se vuoi raccontarmi veramente tutta la verità, resterò ad ascoltarti." Mormorai appoggiando un gomito sul bancone del bar e la testa sul palmo della mano, guardando la tua testa alzarsi in mia direzione e una luce di speranza accendersi nei suoi occhi.

Chiese a Laris, la barista che stava servendo - nel frattempo - altri clienti che erano entrati dopo il mio arrivo, dall'altro lato del bancone, una bottiglia di birra. "MagBlue's.." Iniziò, venendo interrotto immediatamente dalla sottoscritta.

"Aspetta, tu sai che gareggia clandestinamente alle lotte al Blue's?" Cosa? Come diamine aveva fatto a saperlo?

"Lo sanno tutti, Eisel."

La sua dichiarazione, mi arrivò come uno schiaffo sul volto. L'ennesima dimostrazione di quanto - lì dentro - fossi stata il giochino divertente, di ogni studente presente in quel Istituto.
"E perché non me ne hai mai parlato?"

"Perché non avrei mai immaginato, che la scelta di questo anno, saresti stata tu."

"La scelta, cosa? Non capisco?" Cielo, la testa iniziava a pulsare sempre più forte.

Afferrò la birra che la barista gli posizionò sul bancone di fronte a lui, inclinando la bottiglia verde di vetro sulle labbra piene, mandando giù diversi sorsi. "Lo scorso anno..E' morta una ragazza, Pam Anderson." Mormorò passandosi il dorso della mano sulle labbra, per pulire i residui della schiuma che si trovava in superficie del bicchiere della birra. "Era la migliore amica di Kara." Parlò facendomi rabbrividire nell'immediato in cui pronunciò quelle parole, di cui ero totalmente all'oscuro. "Una delle persone più straordinarie che abbia mai avuto il piacere di incontrare e di poter conoscere. Era soltanto una matricola, ma con il suo spirito, la sua costante voglia di fare, la sua continua positività e e disponibilità nei confronti degli altri, non era di certo passata inosservata agli occhi di tutti. Ne tanto meno agli occhi del ragazzo della 113." Parlò alzando gli occhi in mia direzione. "Isaac Walker è sempre stato molto popolare, fin dal liceo. Spericolato e pieno di adrenalina. Caratteristiche che attirano parecchia attenzione nelle ragazze, che gli si sono sempre gettate addosso, senza mai essere rifiutate." Mormorò, facendomi arricciare il naso in una smorfia. Dio, che schifo. "Una volta entrato alla Columbia, non ha tardato ad ottenere il titolo di Quarterback, diventando così il ragazzo più popolare della scuola. Ha sempre avuto tutto ciò che la vita aveva da offrirgli, tutto ma non Pam." Sorrise guardando in un punto distante, oltre le mie spalle, come se il ricordo di quella ragazza fosse ancora vivido nei suoi pensieri. "Lei era diversa, totalmente diversa da chiunque altra persona abbia mai messo piedi li dentro. E troppo, per un ragazzo come Isaac, che fin dall'inizio aveva sempre saputo di non meritarla. Ma nonostante la consapevolezza, ha sempre cercato di conquistarla. E' sempre stato attratto da ciò che non può avere, come se ottenere ciò che ha sempre voluto, riuscisse a farlo stare in pace con se stesso. Pam lo ha sempre rifiutato senza troppe cerimonie e questo, lo mandava sempre fuori di testa. Erano tutti a conoscenza del palese interesse di Isaac, nei suoi confronti. Ma a lei non importava, ha sempre pensato alla sua carriera, al piantare e preparare la strada per il suo futuro. Un futuro in cui Isaac non ci sarebbe mai stato. La situazione è rimasta così per mesi, finché un giorno lui passando per i corridoi non trovò un ragazzo - che oramai è stato espulso - con le mani sul corpo di Pam, la stava molestando e Isaac quel giorno non vide più niente. Puoi immaginare come lo ha ridotto. Agli occhi di Pam, Isaac, era fuori dal comune. Un ragazzo troppo diverso dal suo mondo. Erano talmente diversi che insieme sembravano addirittura perfetti. Un pezzo di puzzle che non aspetta altro, se non trovare il suo pezzo mancante. Lui era il pericolo e lei era il suo porto sicuro, in cui poteva rifugiare i suoi demoni e deporre le armi della bestia che era. Lei lo aveva cambiato, per un periodo Isaac non fu più lo stesso ragazzo, era quasi irriconoscibile. Pam era quasi riuscita ad allontanarlo dalla cattiva strada, mancava solo l'ultimo incontro al Blues e poi ne sarebbe uscito totalmente. Lui l'amava a tal punto da lasciare ciò a cui teneva di più. Non gli serviva più sfogarsi o alzare le mani per pestare qualcuno, per riuscire a tranquillizzare la rabbia che si portava dentro. Lui aveva lei, che era il suo tutto. Probabilmente, se avesse saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbe tenuta fra le mani, non sarebbe più tornato in quel posto."

"Che..che cosa le è successo, Cam?"

"L'ultimo incontro annuale del Blue's, a giocare nel ring non sono i partecipanti in gara, bensì una ragazza scelta da loro. E Pam quella volta, sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui Isaac avrebbe giocato, aveva voluto fare qualcosa di speciale per lui. Così, nel momento della scelta, si è offerta volontaria. Le ragazze che partecipano, per regolamento, devono essere totalmente inesperte in campo. Non devono aver mai partecipato ad un incontro. Lui, però, non sapeva che la sua avversaria era ben a conoscenza delle lotte clandestine e che fosse già stata preparata dall'avversario di Isaac, ovvero l'ex ragazzo di Pam, James Kavinsky. Pam quella sera entrò nella gabbia, senza uscirne mai più. La ragazza la massacrò violentemente di botte, sotto lo sguardo soddisfatto di James, che non desiderava altro se non vedetta per averlo lasciato per un altro. Per Isaac, quella perdita, fu fatale. Vedere il corpo inerme della ragazza che amava, nel luogo in cui lei aveva sempre cercato di farlo allontanare, lo ha distrutto. Tutti i presenti sentirono le sue urla, mentre stringeva il suo corpo a sé. Inconsapevolmente, era stato lui - la bestia - ad averla uccisa. " Mi mancò il fiato e le lacrime che si accumularono agli angoli dei miei occhi, scesero lungo le mia guance senza troppi sforzi. "Isaac, dopo il suo funerale sparì per alcune settimane. Ma al suo ritorno, il confronto con James fu inevitabile. Lo picchiò talmente tanto, da farlo perdere i sensi, ma non lo uccise, nonostante morisse dalla voglia di farlo. Diceva che non meritava di finire nel posto in cui era andata Pam." Cameron sorseggiò ancora la sua birra, prima di appoggiarla sul bancone. "James cambiò scuola, dopo essersi rimesso dall'ospedale e Isaac finì in carcere." Dichiarò.

Per quanto assurda potesse sembrare quella storia e per quanto fossi rimasta pietrificata, non riuscii a non domandargli il pensiero che mi balenò in mente. "Ed io, in tutto questo cosa diamine centro? Perché vuole portarmi lì, Cam?" Mormorai disperata, asciugandomi le lacrime.

"Isaac vuole vendetta, Eisel. Lo scorso anno James ha vinto il titolo di vincitore, grazie alla morte della ragazza che lui amava profondamente. E' da quando è tornato, che non smette di cercare colei che lo porterà alla vittoria. La ragazza che lo farà vincere. E la sua scelta, sei tu." Mi informò aggrottando la fronte, alquanto contrariato nel sentire le parole che aveva appena pronunciato lui stesso.

Io mi portai una mano sul cuore, dove non batteva più. Mi sentivo..vuota.

Dio, Isaac aveva programmato ogni cosa. Dall'arrivo in classe, il primo giorno di scuola, in cui gli avevo tenuto testa per quello stupido posto in classe, al farmi conoscere nelle mie insicurezze. Mi aveva illusa, sorridendomi nel vedermi sempre seduta e presente ai suoi allenamenti, a sostenerlo, a tifare per lui. Le lacrime tornarono nuovamente a bussare negli angoli dei miei occhi. Le volte in cui mi aveva parlato di sé, mi aveva fatto scoprire i piccoli lati nascosti del suo carattere. Le sue insicurezze, il lato da ragazzino, i sorrisi innocenti, i suoi abbracci, i suoi baci..l'amore che mi aveva fatto credere che esistesse. Singhiozzai.

Mi ero perdutamente innamorata di un ragazzo, che amava qualcuno che non c'era più. Ed io, ero stata soltanto il mezzo per arrivare ad una vendetta, che gli avrebbe portato un po' di pace.
Ero..a pezzi.

"Perché.." Sussurrai, cercando di asciugarmi le lacrime che scendevano interrottamente. "Perché non mi hai avvertita?" Gli domandai, ma ne uscì più come un'accusa. Sì, ero arrabbiata. Non con Cameron, ma con me stessa per essere stata una tale idiota a credere in tutto.

Cameron sospirò, passandosi una mano sul volto, facendo successivamente una smorfia per aver sfiorato i lividi. "Ci ho provato, Eisel. Appena sono venuto a sapere che lui ti aveva scelto, sono venuto immediatamente a cercarti. Ma Isaac me lo ha impedito, il giorno della rissa in cui ti ho detto tutte quelle cose brutte, è stato il giorno in cui l'ho scoperto. Mi ha obbligato a dirti tutto quello, per farti allontanare da me. Era perfettamente a conoscenza dei sentimenti che provo per te e per lui, questo, era soltanto un ostacolo. Io..ci ho provato, anche nei giorni successivi ho provato ad avvicinarmi a te per raccontarti tutta la verità e farti sapere ciò che stava accadendo, ma tu..." Confessò.

"Non ti ho mai creduto." Dichiarai, sentendo un peso enorme sul petto. "Mi dispiace così tanto, Cameron." Singhiozzai. "Sei sempre stato l'unico a voler raccontarmi la verità lì dentro ed io.."

La sua figura imponente si alzò immediatamente dalla seria su cui era seduto, per venirmi ad avvolgere con le sue braccia, dove mi liberai in un pianto, ignorando completamente dove fossi.

"Immagino che lui non sappia, al momento, dove tu sia finita."

"Quando me ne sono andata, dopo averli sentiti parlare, mi sono precipitata subito qui. Mi stava cercando, ma non ho alcuna intenzione di vederlo. Non sono nelle condizioni fisiche di avere un confronto con lui, almeno non oggi."

"Che vuoi dire con almeno non oggi?" Mi domandò Cameron, appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle, abbassando il capo in mia direzione con un'espressione preoccupata sul volto.

"Non me ne resterò con le mani in mano, Cameron." Lo guardai, ma capì dal suo sguardo che non aveva ancora inteso, ciò che avevo in mente di fare. "Mi presenterò al Blue's."

"Tu che cosa?!" Alzò di gradi la tonalità della voce rauca, attirando l'attenzione di alcuni clienti seduti su alcuni tavolini, lontani da dove eravamo noi. Ma non se ne importò poi molto. "Non te lo lascerò fare, Eisel. Puoi scordarlo." Dichiarò fermamente, scuotendo la testa per più volte, guardandomi come se stessi dando i numeri o come se mi fossero spuntate altre tre teste.

Lo guardai con un angolo delle labbra alzate verso l'alto, accennando un sorriso.

"Mi hanno appena spezzato il cuore, mi hanno illusa, facendomi credere di poter essere amata. I miei amici, per cui avrei messo la mano sul fuoco, mi hanno mentito. Tutta la scuola è a conoscenza di ciò che vogliono farmi e nessuno - te escluso - ha avuto il coraggio di andare contro corrente, hanno troppa paura di affrontare il ragazzo della 113." Mi strinsi nelle spalle. "Beh, io no. Sono figlia del comandante militare di questo paese, sono stata istruita sotto rigidi allenamenti, per essere al sicuro in caso di pericolo e so come proteggermi in determinate situazioni. Mi hanno spezzato il cuore, Cameron, ma non c'è cosa peggiore che perdere la propria dignità. E questa, fortunatamente, non me lo hanno ancora tolta."

"Cosa hai intenzione di fare?" Mi domandò, sospirando. "Se non posso farti desistere da questa assurda idea, almeno dammi la possibilità di aiutarti. Ei, ma, chi diamine stai chiamando a quest'ora?" Mormorò totalmente confuso, vedendomi con il cellulare in mano.

Non ci fu gioia più grande, nel sentire la voce dell'unica persona che avrebbe potuto aiutarmi in quel momento. "Bambina mia."

"Pronto, papà?"

Commenti alquanto inutili dell'autrice:
Eccomi con l'ultimo capitolo del libro, l'epilogo è praticamente pronto e spero di poter aggiornare entro questo pomeriggio o questa sera. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, perdonatemi se troverete degli errori, ma sono stata sveglia tutta la notte per scriverlo. Ho le palpebre che mi si stanno per chiudere e non so se ho lasciato scappare qualche errore, durante la stesura. Lasciatemi un commento per farmi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre piacere leggere ciò che mi scrivete.
Oggi farò uscire uno Spin Off di questo libro, "Lullaby" la storia di Faith e Kayle tre anni prima di questo racconto. Spero che la loro storia possa piacervi, tanto quanto sta piacendo a me. Vi lascerò la trama dopo i ringraziamenti questa sera, così se vi stimola, potrete aggiungerlo alla vostra biblioteca o elenco di lettura. Ma potete trovarla già sul mio profilo!
Ci sentiamo più tardi, buonanotte a me e buongiorno a voi!

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