Disobey.

Od Freckles_22

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Ridley non aveva mai disobbedito alle regole, ma quando le regole erano diventate quelle del ragazzo che le a... Více

Introduzione.
Fifth rule: fall in love with me.
Closure.
Butterflies in the stomach.
Liquor Love.
I'll Be Your Prince Charming.
Are you happy?
You Make Me Feel Alive.
Under The Mistletoe.
The End Of Us.
Six Degrees Of Separation.
Sweet Sex.
Stuck On Stupid.
New Rules.
Take Me To The Other Side.
Just In Case.
Trouble.
Look What You've Done To My Heart.
Prom?
Save The Last Dance.
Connection.
What About Love?
Rapunzel, Please Lay Down Your Hair.
Red As Blood, Red As Love.
The Happy Ending.
New Life.
Avviso.

Love Bites.

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Od Freckles_22

Questo capitolo Giada l'aveva dedicato a me sigjsgzsbjfkxugskddb *felice*

(Non vi interessa, lo so ahah)

Buona lettura :3

****

«Ridley era da me stanotte.» Gli sguardi di tutti i presenti si puntarono addosso a Michael, che se ne era appena uscito con quell'affermazione come se nulla fosse.

La tranquillità di Clifford spiazzò Calum, che davvero non poteva credere alle sue orecchie: quel ragazzo gli stava sul serio dicendo di aver passato la notte con sua sorella come se gli stesse confessando di aver fatto la spesa?

Strinse i pugni, ma Michael non perse la sua sicurezza e continuò a fissarlo, sostenendo lo sguardo decisamente furioso di Calum.

Brianna, dal canto suo, era sorpresa, anzi, più propriamente scioccata. Sapeva che le sue ipotesi avrebbero trovato conferma, ma certo non si aspettava di riuscire a farli confessare così presto e così facilmente. Michael però sembrava serio e, soprattutto, sembrava voler continuare quella sceneggiata.

E questo era ciò che maggiormente preoccupava Ridley. La ragazza si aspettava che da un momento all'altro Michael dicesse qualcosa come "Ehi, Cal, stavo scherzando! Volevo solo vedere la tua reazione!" Invece, tutto ciò che ottenne quando Calum, a denti stretti, domandò: «Stai scherzando o sei serio?» fu una smorfia di Michael, piuttosto eloquente, e la sua risposta secca e chiara:

«Sono serio. Ridley era da me stanotte.» Calum deglutì, stringendo i pugni. Contò mentalmente fino a dieci.

La sua sorellina non era più piccola.

La sua sorellina aveva diciassette anni.

La sua sorellina doveva scoprire il mondo.

Era inevitabile che prima o poi accadesse e Ridley lo avrebbe sicuramente rinnegato come fratello se ora lui avesse ucciso a suon di schiaffi Michael Clifford, il ragazzo per cui sua sorella, probabilmente, aveva una di quelle cotte adolescenziali che aveva passato anche lui alla sua età. O che, magari e purtroppo, non era una cotta.

In qualunque caso, doveva trattenersi e farsene una ragione. Questo era quello che gli suggeriva il buonsenso, ma guardando quel tizio coi capelli verdi, un paio di tatuaggi, l'orecchino e la maglietta degli Iron Maiden, decisamente non ce la faceva a stare calmo. Non che non gli piacesse Michael, come persona non aveva nulla da ridire, ma, se ci pensava, lo conosceva davvero troppo poco per non poter ipotizzare le cose peggiori. Per quanto poteva saperne Calum, sua sorella presto si sarebbe ritrovata in qualche squallido luogo svenuta -o peggio-, con una siringa infilata nel braccio e più alcool che sangue in circolo nel suo corpo.

Certo, Calum si era delineato in mente il quadro più catastrofico possibile, ma d'altro canto nella vita aveva imparato a non fidarsi mai di nessuno. Men che meno di un ragazzo che praticamente non conosceva.

Tuttavia, per la felicità di Ridley, per quanto odiasse questa prospettiva, avrebbe dovuto concedergli almeno il beneficio del dubbio e quanto meno provare a capire chi era veramente Michael Clifford, non solo giudicandolo dal colore dei capelli.

Ma nessuno, nemmeno Ridley stessa, avrebbe potuto impedire che lui provasse astio nei confronti dell'intero universo maschile che si avvicinava a lei.

Calum, in quanto fratello maggiore, avrebbe sempre tenuto gli occhi aperti e sarebbe sempre stato pronto a torturare e a castrare il malcapitato di turno che si fosse fatto venire la malsana idea di far soffrire Ridley.

Così, mentre Calum stringeva i pugni e tentava di respirare, provando a non pensare a quello che quel Michael aveva fatto alla sua sorellina durante la notte, inaspettatamente la temuta domanda non venne da lui.

«Che cazzo hai fatto Clifford?» sbottò Ashton, decisamente furioso. Superò Brianna e andò incontro a Michael, sperando che avesse una scusa plausibile anche per quello.

Ridley era stata con lui, però, durante tutto il tempo in cui si erano frequentati, non avevano mai fatto nulla che andasse oltre qualche bacio decisamente poco casto. Ma niente di più. Niente di più perché Ridley per lui era speciale e sapeva che era ancora troppo piccola ed inesperta. Lui l'avrebbe aspettata e l'avrebbe preservata da quell'errore che poteva commettere. Mentre ora spuntava il presunto "solo amico" di Ridley e annunciava candidamente a tutti di aver passato la notte con lei! Questo lo faceva davvero innervosire. Senza contare il fatto che, probabilmente, Michael non si era fatto troppi scrupoli a prendersi la verginità di una ragazzina oltretutto più piccola di lui.

«Ehi, Ash... sta calmo adesso. Io ho detto che Ridley era da me, non che abbiamo fatto chissà cosa! C'era anche Alice stanotte, che, giusto perché voi non pensiate cose strane, è la mia migliore amica da così tanto tempo che non mi sognerei neanche di toccarla. L'ho presentata a Ridley il mese scorso e sono diventate amiche, così, dato che Alice abita distante da qui, ha deciso di passare un paio di giorni a casa mia e ieri è venuta anche Ridley perché volevano vedersi. Tutto qui, manica di pevertiti!» Ridley spalancò gli occhi sconvolta. Michael aveva mentito, di nuovo. E come al solito lo aveva fatto in grande stile. Cercò immediatamente lo sguardo di Alice, che non sembrava particolarmente sorpresa dalla cosa. Lei, in effetti, si era abituata a reggere il gioco a Michael e a parargli il fondoschiena in determinate situazioni. Per questo, senza nemmeno attendere di essere interpellata, aveva già il sorriso più sincero ed innocente stampato sulle labbra e una strategica quanto falsa risposta pronta.

«Oh sì, è vero... eravamo entrambe da Mike stanotte. Scusa Calum... ho insistito io che ci fosse anche tua sorella perché era da molto tempo che non la vedevo. Comunque c'erano anche gli zii di Mike a casa sua, perciò puoi stare tranquillo» mentì abilmente, come aveva imparato a fare, con l'espressione seria che non tradiva alcuna incertezza circa quello che stava dicendo.

Calum assimilò con tutta la dovuta calma le parole di Michael e di Alice, poi si rivolse alla sorella, che nel frattempo aveva abbassato lo sguardo:

«È così? È la verità, Ridley?» chiese, cercando di essere gentile.

«S-Sì... ho dormito da Michael stanotte.» E quella, in fin dei conti, non era nemmeno una bugia. Calum sospirò e le diede una leggera pacca sulla spalla.

«E allora... perché non me lo hai detto? Perché mi hai detto una bugia?» Ridley sorrise amaramente e si sciolse dalla presa di Calum.

«Perché? Perché tu... tu saresti venuto a controllarmi! Ecco perché! Non ti fidi di me, Cal. E, dannazione... tu sei il il mio fratellone e io cerco solo e costantemente la tua fiducia e la tua approvazione! E invece mi costringi a mentirti! E la sapete una cosa, voi tre? Michael, Ashton e Calum... proprio voi tre: siete solo tre grandissimi stupidi coglioni e io mi sono stufata, ecco! Io torno a vedere il film e voi ragazzi andatevene tutti a fanculo! Tranne Luke! Lui è l'unico che si salva! Beata quella che ti piglia, Hemmings!» Ridley se ne tornò a grandi passi in sala, lasciando tutti basiti, a parte Luke che gongolava ancora per il complimento.

«Visto? Lo dicevo io che voi tre con le signore non ci sapete proprio fare! Imparate da me!» si vantò, mettendosi a seguire Ridley. Anche ad Alice parve una buona idea tornare in sala così raggiunse Luke che le aprì la porta e le sorrise cordialmente. Ad Alice non erano mai andati a genio i piercing, ma quello di Luke lo trovava maledettamente sexy, nel complesso.

«Wow... quindi oltre che estremamente bello, modesto e unico non coglione del gruppo... sei anche un perfetto cavaliere! Pensi che c'è altro che dovrei sapere su di te, Luke Hemmings?» Luke rise e le strizzò l'occhio con complicità, prima di sedersi sulla poltrona accanto a lei. Si conoscevano da meno di mezza giornata e stavano già flirtando. Ecco perché sapeva che Alice gli sarebbe piaciuta. Ma ora sicuramente Helena stava per tornare e lui fino a prova contraria era fidanzato. Però, prima della fine della giornata, aveva intenzione di chiedere il numero di telefono ad Alice, in modo da poter poi mettere in chiaro le cose con lei. Dopotutto, nessuno gli aveva mai impedito di frequentare altre ragazze mentre fingeva di stare con Helena e, per quanto non sapesse praticamente nulla di lei, quando lui ed Alice si erano guardati negli occhi, aveva capito subito che loro due insieme in un letto avrebbero fatto scintille, anzi... veri e propri fuochi d'artificio. Perciò era ben intenzionato a verificare praticamente le sue ipotesi e, a giudicare dall'intesa che si era creata tra loro due, poteva dedurre che anche Alice voleva "fare esperimenti" con lui.

Calum fissò interdetto sua sorella che si allontanava: era la prima volta che gli parlava così e lui, per quanto ci fosse rimasto male, non se la sentiva nemmeno di biasimarla. Era perfettamente consapevole del fatto che, spesso e volentieri, si comportava da idiota. Tuttavia... era stato frustrante sentirsi dire quelle cose da sua sorella. Sospirò ed estrasse un pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans. Non fumava praticamente mai, ma quando era particolarmente nervoso trovava la nicotina un vero toccasana. Ovviamente, l'unica persona a sapere di questo malsano rimedio contro l'ansia di Calum era proprio Helena, che non esitò un solo secondo a seguirlo fuori dal cinema: Cal stava male, di un film horror che nemmeno le piaceva gliene importava meno di zero.

«Cal... non devi sentirti in colpa o offeso...» mormorò, appoggiando la schiena al freddo muro esterno del cinema. Calum sorrise in modo ironico ed espirò il fumo con aria noncurante. Helena osservò il suo profilo, le sue labbra carnose strette intorno alla sigaretta, poi si soffermò ad osservare il suo fisico atletico, nascosto dai vestiti invernali ma ma che tanto le sarebbe piaciuto vedere. Quel ragazzino di cui si era innamorata ora era diventato un uomo. Calum era cresciuto tanto, non solo fisicamente. E lei era estremamente orgogliosa di lui.

«Mi sembra di sbagliare sempre tutto, Hel! Io voglio solo proteggerla, ma a quanto pare lei non lo capisce!» Helena sorrise nel vederlo così preoccupato e cercò immediatamente le parole giuste per fargli cambiare idea.

«Oh... Calum... lei lo capisce eccome! Tu per Ridley sei il miglior fratello del mondo, davvero! A volte forse non te lo dimostra, ma è solo perché... perché alla nostra età ci sembra che tutti, anche le persone che più ci amano, vogliano tagliarci le ali mentre vorremmo solo sentirci liberi. Capisci? Tu non stai sbagliando niente con lei.» La sicurezza di Helena, però, svanì immediatamente quando Calum gettò il mozzicone e le si avvicinò, mettendosi davanti a lei e imprigionandola letteralmente con la schiena contro il muro.

«E... e tu cosa pensi?» domandò scostandole, in un gesto meccanico, una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Aveva sempre trovato stranamente adorabile il modo in cui Helena controllava costantemente ogni cosa. Non aveva mai un capello fuori posto nelle sue acconciature e anche nel vestire era sempre ordinata e sobria. Helena era una di quelle ragazze naturalmente di classe. La sua cura per i dettagli, tuttavia, non era dovuta al desiderio di apparire, come per Brianna: Calum non aveva mai conosciuto una una persona più timida di Helena. Lei lo faceva solo perché voleva sempre avere tutto sotto controllo. Calum sapeva che Helena amava tenere i capelli raccolti o, se sciolti, portati sulla spalla sinistra. Perciò ora che qualcosa era sfuggito al suo controllo, doveva essere Calum a mettere tutto in ordine e a gestire la situazione.

«Che... che vuoi dire?» domandò Helena, confusa.

«Tu... tu cosa pensi di me, Helena?» La ragazza prese un profondo respiro, cercando di non badare a quello di Calum sulle sue labbra. Si concentrò sui suoi occhi, perché, per quanto si sentisse in imbarazzo, gli occhi scuri e dolci di Calum le avevano sempre dato sicurezza.

«I-Io... io penso che tu sia un fratello perfetto e un... un amico perfetto» mormorò, senza smettere di guardarlo. Cosa avrebbe dovuto dire? In fondo Calum, per lei, era solo un amico.

Calum sorrise, ma non era uno di quei bei sorrisi che faceva di solito, c'era qualcosa di strano nella sua espressione, come se fosse contrariato.

«Un amico perfetto, appunto...» mormorò, quasi più a se stesso che a lei. Sospirò e si chinò, facendo sussultare Helena. Sentiva il suo respiro sul collo e mai nella sua vita si era ritrovata in una circostanza simile con Calum. Desiderava baciarlo più di ogni altra cosa al mondo, ma non sapeva come avrebbe potuto reagire lui. Non era certa di quello che volesse Calum a quel punto. Così attese, attese finché non sentì le labbra di Calum premute gentilmente sulla sua guancia.

Abbandonò le mani sulla schiena del ragazzo, stringendolo a sé. Restarono così per dei secondi interi, senza parlare. Poi alla fine Calum sospirò, solleticandole la guancia.

«Un amico perfetto... a volte, giuro, mi sembra di sbagliare tutto anche con te.» Helena voleva replicare, ma non ci riuscì, perché Cal si allontanò senza darle modo di spiegare. Non ne poteva più di quella farsa. Voleva solo gridare che lo amava più di ogni altra cosa al mondo, ma Calum era lontano, come sempre.

Il ragazzo se ne tornò dentro il cinema e quando anche Helena lo raggiunse, pretese di comportarsi come se nulla fosse accaduto.

Ma ora il problema non era più solo Ridley: Calum era innamorato della ragazza del suo migliore amico.

«Visto? Te lo dicevo che avrebbe funzionato!» esordì Brianna, non appena tutti se ne furono andati. Calum era uscito a fumare, seguito a ruota da sua cugina; Ridley, Luke, Alice e alla fine anche Michael erano tornati in sala, lasciando lei e Ashton al bar. Nessuno sembrava più badare a loro due, a quel punto ognuno pensava per se stesso.

Ashton lanciò un'occhiata contrariata a Brianna, sospirando. Era partito da casa con l'idea di passare un pomeriggio tra amici, solo per far capire a Ridley che aveva ancora desiderio di vederla nonostante ciò che era successo. Certo, non aveva intenzione di perdere la testa in quel modo e di passare per uno stronzo totale, ma evidentemente Brianna aveva altri piani.

«Ha funzionato? Ridley mi ha dato del coglione! Te lo faccio presente in caso tu non l'avessi notato!» esclamò, decisamente interdetto. Brianna sbuffò, agitando la mano a mezz'aria con aria di sufficienza.

«Il problema è proprio questo, Ash: non sai cogliere le occasioni! Non dirmi che hai creduto alla scusa di Michael! Probabilmente solo quel tonto del fratello di Ridley non ha notato l'enorme succhiotto che lei aveva sul collo! Tuttavia, nonostante questo... mi sembra che Ridley abbia dato del coglione anche a Michael. Per questo ti chiedo: quanto pensi che possa durare? Anche io ho fatto sesso con Michael e credimi se ti dico che si stancherà di lei, prima o poi. E quando Ridley si accorgerà di quanto Michael è veramente coglione... chi sarà l'unico pronto a consolarla? Quando l'inevitabile sarà successo... tu, Ashton, sarai per Ridley la spalla su cui piangere. Ed è risaputo quanto è breve il passo tra la spalla e le labbra. Mi spiego?» Ashton rise sarcastico e osservò la ragazza mentre si sistemava con noncuranza una ciocca di capelli biondi, più finti di quelli di Michael.

«Ho l'impressione sempre più forte che tu sia malata!» Brianna roteò gli occhi e gli si avvicinò, poi, quasi lo stesse trattando come un bambino, gli pizzicò la guancia.

«Non sono malata, sono solo in competizione con Ridley dal giorno in cui l'ho conosciuta! Io la odio e tu sei cotto di lei: ci completiamo perfettamente, non credi?» Ashton si fermò per un attimo a guardarla, confuso. Non voleva che lei fosse l'unica a giocare quel gioco, così, di punto in bianco, le scompigliò i capelli per trattarla esattamente come lei aveva fatto con lui.

«Non ho intenzione di fare il ruolo del cattivo in questa sceneggiata» precisò. Brianna sbuffò, sistemandosi i capelli irritata.

«Non sia mai! Non voglio farti perdere la tua invidiabile reputazione di studente modello, bravo ragazzo e figlioletto perfetto, Irwin. Sarò io la stronza della situazione, come sempre... è un ruolo che mi si addice particolarmente. Tu limitati a tenermi corda e a godere dei vantaggi della mia attraente perfidia!» spiegò, sorridendo maliziosamente. Ashton rise e la seguì di nuovo nella sala del cinema, pensando che la sua proposta, dopotutto, non era poi così male.

***

L'entusiasmo dell'andata, dopo il cinema, era completamente svanito. Soprattutto per Michael. Sospirò, leggendo di nuovo il messaggio di Alice e rotolandosi pigramente tra le coperte. Aveva freddo, come sempre, e sapeva che se Ridley fosse stata lì con lui nel suo letto sarebbe stato molto meglio. O almeno... questo era tutto quello a cui riusciva a pensare. Ridley... era tutto quello a cui riusciva a pensare.

Odiava ammetterlo, ma Ridley gli mancava. Non la sentiva nè vedeva da quattro giorni, da quando erano tornati a casa in silenzio da quel disastroso pomeriggio al cinema. Ridley non l'aveva cercato e lui non si era fatto sentire. Non perché non volesse vederla, anzi... Ridley gli mancava come la musica quando dimenticava le cuffiette a casa, gli mancava come il piumone sul letto d'inverno. E la voleva così, semplicemente, senza un motivo preciso.

Non erano certo solo le sue esigenze sessuali a fargli sentire quel disperato bisogno di lei. La voleva con ogni fibra del suo corpo.

Si sentiva debole, imbranato, se pensava che, per averla solo per lui, aveva inventato di nuovo quella stupida storia delle regole. Forse l'aveva fatto solo perché aveva paura: aveva paura di non contare nulla per Ridley, aveva paura di non essere abbastanza per lei, aveva paura di non piacerle nemmeno la metà di quanto lei piaceva a lui.

Sospirò e compose il suo numero, che ormai conosceva a memoria. Mentre attendeva una risposta dall'altro capo, pensava a quello che avrebbe detto. Sapeva che, come al solito, avrebbe rovinato tutto sparando una delle sue idiozie, una delle sue solite stupide scuse che gli consentivano di sentirsi ancora duro, quando l'unica verità era che lui, su di lei, si scioglieva come un cubetto di ghiaccio.

«Pronto... Mikey?» La voce di Ridley gli parve stranamente entusiasta. Sorrise, sperando che lei fosse felice di sentirlo.

«Ehi... sono lo stupido coglione che ti ha salvato il culo con tuo fratello.» Ecco, appunto... la conversazione l'aveva già cominciata col piede sbagliato. Come poteva biasimare Ridley quando lui era davvero un coglione?

«Mikey... oh... io... mi dispiace così tanto, Mikey! Io... tu... non volevo... giuro che non era mia intenzione offenderti! È che tu hai mentito così e io ho avuto pa-»

«I miei zii sono appena usciti. Sono a casa da solo e mi manchi.» Ridley spalancò gli occhi, felice che lui non potesse vederla. Gli mancava... Michael aveva detto che lei gli mancava, non che voleva fare sesso. Sorrise, sdraiandosi sul letto con il telefono. Ora si sentiva una perfetta adolescente alle prese con il primo amore e, in effetti, il cuore le batteva come un treno in corsa. Però... se voleva che andasse a casa sua era sicuramente per averla come voleva lui.

«Mikey... io lo vorrei davvero, ma...»

«Ehi... non te lo sto chiedendo, piccola. Mi sto appellando alla prima regola e a meno che tu non abbia qualcosa di vitale importanza da fare... in questo caso sono io che divento di vitale importanza per te!» Ridley sorrise perché Michael, nonostante tutto, nascondeva sempre un tono dolce nelle sue affermazioni all'apparenza stupide.

«D'accordo, arrivo» mormorò, prima di staccare la chiamata.

Quella sera sarebbe comunque dovuta andare da Mike perché Alice, dopo la loro uscita, aveva deciso di passare più spesso da lui, dicendo ai suoi genitori che incontrava un'amica conosciuta da poco -che per altro non era nemmeno una bugia.

Per quel giorno aveva deciso di organizzare una cena e Michael si era offerto di mettere a disposizione la casa, così aveva costretto i suoi zii ad una gita fuori porta per averla libera.

Alice si era premurata di invitare Helena con Brianna, perché a detta sua doveva seguire la cugina ovunque, e Luke che poi aveva invitato Calum ed Ashton, perché Alice lo trovava simpatico e sicuramente perché si divertiva a vedere Michael impazzire di gelosia.

Ovviamente sia Michael che Ridley avevano capito perfettamente che quella cena, oltre che per fare amicizia, era innanzitutto un pretesto per sentire e vedere Luke.

Il biondino dei suoi sogni le aveva dato il numero così lei aveva preso al volo l'opportunità della cena per invitarlo e parlare con lui. Il problema, però, era che Luke non le aveva detto la verità su lui ed Helena, ed Alice, nel suo contorno giro di film mentali, cominciava a temere che a Luke piacesse davvero la sua finta fidanzata. Ridley aveva provato in tutti i modi a rassicurarla e ad alimentare la sua convinzione del "colpo di fulmine", ma Alice aveva iniziato a diventare isterica, così Rid aveva perso le speranze, mentre Michael aveva sapientemente deciso di restarne fuori.

«Ehi» esordì Ridley, appena Michael le ebbe aperto la porta. Doveva ammettere di essere leggermente agitata, ma d'altro canto avevano già fatto sesso, perciò non aveva motivo di preoccuparsi, o almeno così credeva.

«Ciao piccola.» La prese per il braccio e la tirò in casa bruscamente, come era solito fare. Fu dall'urgenza di quel gesto che Ridley ebbe la certezza di essergli mancata davvero.

«A... a che ora arrivano gli altri?» domandò nervosa, appoggiando la borsa e la giacca sul divano. Michael rise e le afferrò i fianchi, quella volta con più dolcezza. Ridley chiuse gli occhi e sospirò immediatamente appena sentì il suo respiro caldo sul collo. Deglutì quando Michael la baciò sotto l'orecchio, dove le piaceva.

«Tra circa tre ore... ma... hai ancora paura di stare sola con me?» domandò, soffiando sulla sua pelle. Ridley si morse il labbro, ma il suo buonsenso svanì completamente quando pensò ai baci di Mikey. Si voltò tra le sue braccia, più sicura che mai, ma quella volta fu Michael a tirarsi indietro e a ridere senza ritengo quando lei rimase sospesa a metà strada, senza il bacio che si aspettava.

«Non penserai di cavartela così facilmente, vero?» esclamò divertito, allargando le braccia.

Ridley sollevò le sopracciglia dubbiosa.

«Di che stai parlando?» Michael sospirò e le fece cenno di seguirlo in cucina.

«Beh... sappi che mi sono offeso e tu sai benissimo che uno "scusa" non mi basta affatto, perciò ho deciso che per oggi niente baci... almeno finché non ti sarai fatta perdonare!» La ragazza spalancò gli occhi, spingendolo dentro la cucina.

«Sul serio? Ma che... oh, ti odio!»

«Rid, tesoro, io non ti odio affatto, ma mi hai dato del coglione dopo che ti ho praticamente evitato la sfuriata di tuo fratello. Credimi, non mi sono arrabbiato, ma... sì, ero e sono frustrato. Mi sono offeso, okay? Almeno concedimi di esserci rimasto male. E so che tu vuoi essere baciata da me, perciò oggi... niente baci finché non ho deciso che ti sei fatta perdonare.» Ridley rimase basita, forse un po' dispiaciuta: era vero che voleva essere baciata da lui. Fissò la punta delle sue Vans blu e sospirò sonoramente.

«E come faccio a farmi perdonare?» chiese, preoccupata per la possibile risposta. Michael, però, la stupì anche quella volta. Le sollevò il viso e si avvicinò alla sua bocca, le prese il labbro inferiore tra i denti e glielo tirò fino quasi a farle male, ma a Ridley il dolore non sfiorò nemmeno l'anticamera del cervello, perché completamente inebriata da quello strano senso di piacere.

«Non lo so, fa quello che vuoi. Sorprendimi piccola!» sussurrò, lasciandole finalmente andare il labbro. Ridley, in un movimento involontario, vi passò la lingua, gesto che Michael trovò irresistibilmente invitante, ma a cui dovette opporsi.

«Non avevi detto niente baci?» chiese la ragazza, toccandosi con le dita la bocca ancora un po' irritata. Michael rise.

«Ho detto niente baci, non "niente morsi" e quello era evidentemente un morso!» Ridley sbuffò e roteò gli occhi esasperata.

«Che vuoi fare allora?» Michael alzò le spalle e aprì il frigorifero, guardò dentro per qualche secondo, poi ne estrasse una bottiglia di champagne.

«Oh... guarda un po' cosa hanno preso i miei zii! Interessante...»

«Non... non dovremmo berlo dopo?» chiese confusa Ridley, mentre Michael cercava due bicchieri.

«Per dopo ci sono le birre. Questa la teniamo per noi. Per festeggiare!» Versò lo champagne nel bicchiere e lo porse a Ridley, che lo guardò stupita.

«Festeggiare cosa?» Michael sospirò e prima ancora di parlare si pentì di quello che stava per dire. Ma, d'altro canto, mentire non aveva senso. Lui aveva bisogno di lei e se dirglielo era l'unico modo per renderla felice, allora lo avrebbe fatto. Bevve un sorso e le sorrise.

«Noi due, festeggiamo noi due» sussurrò, abbassando lo sguardo. Era la prima volta che diceva qualcosa di simile ad una ragazza.

Ridley sussultò, tentando di non darlo a vedere. Le guance le si colorirono leggermente, così bevve, pensando che fosse l'unico modo che aveva per sembrare meno impacciata.

«Oh... allora a noi due.» Michael annuì, poi le indicò i fornelli.

«Hai presente quando ti dissi che avresti dovuto imparare a cucinare?» La ragazza annuì, ricordando una delle prime regole che lui le aveva dato. «Bene! Alice voleva ordinare la pizza, ma... visto che abbiamo tempo! Se cucini bene potresti anche riuscire a farti perdonare!»

«Oh no! No! No! Io non so cucinare, Mike! Scordatelo!» sbottò lei, incrociando le braccia sotto il seno. Michael dovette esercitare tutto il suo autocontrollo per resisterle, in quel momento. Ridley indossava un maglione verde acqua, con una scollatura a "V" abbastanza profonda, così, quando aveva incrociato le braccia, il suo seno era saltato ancora più in evidenza sotto lo sguardo di Michael, che sospirò.

«Almeno proviamo. Sarà divertente... meglio farlo in due che da soli, no?» ammiccò, facendole un occhiolino. Ridley deglutì e, sperando di divertirsi almeno un po', raccolse la sfida di Michael.

Cercarono qualche ricetta su internet, che andasse bene con quello che gli zii di Mike avevano nel frigorifero. Ridley scoprì immediatamente di averlo sottovalutato, perché Mike sapeva cucinare abbastanza bene, anche se continuava a darle ordini.

«A che punto sei con quelle?» domandò lui, mentre Ridley tentava invano di tagliare le cipolle. Scosse le spalle e voltò il viso, perché Michael non vedesse le lacrime e il mascara colato sulle sue guance. Era imbarazzante il fatto che fosse scoppiata a piangere dopo solo mezza cipolla.

«Ehm... credo di non essere tagliata per queste cose, Clifford! Anzi... diciamo che sono tagliata e basta!» esclamò, guardandosi il dito dove si era tagliata: sangue, il suo sangue. Cattivo segno, pensò.

Michael rise e si portò dietro di lei. La abbracciò stretta, poi le prese la mano e controllò il taglio che aveva sull'indice. Le passò la mano sotto il getto del rubinetto che avevano di fianco, poi le sollevò il dito e vi lasciò un bacio veloce, concedendoselo come unica eccezione.

«Niente cerotto, giusto?» ricordò. La ragazza annuì, ma la verità era che quella situazione la stava confondendo: Michael era l'unica persona a cui aveva permesso, da quando era piccola, di controllarle le ferite. Nemmeno sua madre era autorizzata a farlo, perché Ridley al suo sangue voleva pensarci da sola. Eppure Michael lo aveva fatto... per ben due volte. Glielo aveva permesso anche il giorno un cui si erano conosciuti.

Michael la voltò tra le braccia e Ridley arrossì leggermente quando lui le pulì il viso dalle righe nere di mascara.

«Sei troppo sensibile, Rid» la prese in giro.

«E tu sei uno stronzo!» rispose lei, cercando con le mani qualcosa dietro di sé. Trovò il bicchiere di champagne ancora mezzo pieno sul ripiano in marmo e, senza nemmeno pensarci, lo rovesciò sulla testa di Michael. Il ragazzo rabbrividì, sentendo il liquido freddo tra i capelli e sul collo.

«Rid... stai tentando in tutti i modi di farti punire, per caso?» chiese ironico, mentre la sua stretta sui fianchi di Ridley si faceva sempre più forte. Ridley rise e si voltò, cercando la bottiglia di vino che ancora non avevano finito. Prese un respiro, poi la portò alla bocca e pregò che l'alcool le desse la forza per continuare quello che stava facendo, anche se l'alcool non centrava niente con quello che aveva intenzione di combinare. Era pienamente cosciente e consapevole.

Giocare con Michael le piaceva, ma giocare come due bambini non le bastava più.

«No, Clifford... sai cosa?» lo richiamò, mentre lui osservava stupito la sua piccola ragazzina bere a canna da una bottiglia di champagne.

«Cosa?» domandò, continuando a fissarla come incantato.

«Ho tanta voglia di champagne e... di te» mormorò Ridley, lasciando poi la bottiglia e premendo le labbra sul suo collo: era evidente quale tra le due cose volesse maggiormente.

Michael sospirò rumorosamente, prendendola di nuovo per i fianchi. Quella volta la sollevò e Ridley si sedette sul tavolo in marmo allargando le gambe in modo che Michael ci stesse in mezzo. Gli pizzicò il collo coi denti e Michael gemette.

«Solo morsi, giusto?» domandò retorica, mordendo e succhiando la sua pelle. Il sapore di Michael, mischiato a quello dello champagne, le accese maggiormente i sensi, spingendola a cercare di più. Infilò le mani sotto il suo maglione a righe, toccandolo. Ridley lo trovava molto sexy quando metteva quei maglioni oversize che gli lasciavano scoperte le spalle. Mosse le mani impaziente, accarezzandolo, immaginando di nuovo il suo corpo.

«Oh... cazzo... Rid... Rid che stai facendo?» ansimò, stringendole le cosce. Ridley accarezzò il suo collo con la lingua, assaporando lo champagne che gli era scivolato addosso.

«Mi sto facendo perdonare, ovviamente» spiegò, sollevandogli il maglione.

«Rid... non volevo che ti sentissi costret-» Ridley sbuffò e si chinò fino a premere le labbra sul suo petto.

«Mikey... nessuno mi sta costringendo e con mezzo bicchiere di vino sicuramente non sono ubriaca né brilla, perciò lasciati andare. Io sto solo esaudendo i tuoi desideri, come prevede la seconda regola. Sai che sono una ragazza rispettosa e che non disobbedisco mai. E poi... tu non puoi farmi male, ricordi?» sussurrò, baciandolo piano. Michael si abbandonò alle sue attenzioni e sollevò le braccia perché Ridley potesse sfilargli la maglietta.

Si sentiva decisamente più a suo agio rispetto alla prima volta, perché tutto quello a cui riusciva a pensare era Michael. Non gliene importava minimamente dell'imbarazzo perché sapeva di piacergli, sapeva che Michael la desiderava. E questo la faceva stare bene. Non aveva mai fatto nulla di simile prima di allora, ma se era vero che per tutto c'è una prima volta, Ridley voleva che il primo per lei fosse Michael, in qualsiasi cosa.

«Ridley... tu... mi stai facendo uscire di testa. Questo lo sai, vero?» La ragazza rise per il suo commento e spostò le labbra più in basso.

Quello che stava facendo lo aveva letto solo nei libri, qualche volta, ma l'espressione estatica di Michael e il suo respiro irregolare e pesante, le suggerivano che forse non stava andando così male, dopotutto. Presa da questa convinzione, si sollevò sul tavolo e riprese di nuovo dal collo. Michael le cinse la vita e infilò le mani sotto il maglione della ragazza, solo per constatare che, nonostante il freddo, Ridley era bollente quanto lui.

«Mi piaci così tanto, Michael...» mormorò lei, scendendo con le labbra a percorrere le clavicole, che trovava stranamente attraenti, fino ad arrivare alla spalla.

Michael non faceva altro che sorridere e provare a respirare. Voleva solo che Ridley sapesse quanto lei piaceva a lui.

In men che non si dica le labbra morbide e calde della ragazza furono sul suo petto. I suoi baci divennero meno delicati, più decisi, alternati a qualche morso che non faceva male, ma provocava solo un piacere immenso. La sua lingua tracciava sapientemente il corpo di Michael, come se Ridley lo conoscesse a memoria, come se lo avesse desiderato a lungo.

Michael non sapeva dove Rid avesse trovato tutto quel coraggio, ma lei lo stava sorprendendo. Sapeva di doverla fermare, poi però pensava che, in fondo, Ridley non era più una bambina e che, se voleva fare esperienza, avrebbe preferito che la facesse con lui piuttosto che con qualcun altro.

Ridley continuava imperterrita il il suo percorso, indugiando sui suoi muscoli contratti, accarezzandolo con una delicatezza quasi devastante.

«Dio, Ridley... adoro quando mi baci così» ansimò, lasciandosi sfuggire quel commento che troppo a lungo aveva trattenuto. Lei sorrise contro il suo corpo, lasciando scivolare le mani sul bottone dei suoi pantaloni neri, quelli decisamente troppo attillati che la facevano impazzire. Riportò le labbra all'altezza del suo collo, poi gli sfiorò l'orecchio.

«C'è un altro posto dove ti piacerebbe che ti baciassi?» sussurrò, come se fosse un segreto. E lo era davvero. Era il suo piccolo segreto con Michael perché lei aveva deciso di mettersi in gioco per la prima volta... per lui.

Michael ansimò per la sua domanda, che doveva suonare sporca, ma che detta da Ridley riusciva comunque a sembrare dolce. Era la prima volta che una ragazza glielo chiedeva e questo, per qualche strano motivo, gli sembrava estremamente speciale. Ma d'altro canto, per lui lo era tutto quello che Ridley faceva.

«S-Sì... un posto ci sarebbe...» ansimò, lasciando scivolare la mano sulla sua schiena. Ridley si morse il labbro e chiuse gli occhi. Armeggiò con il bottone dei suoi jeans e poi con la zip. Li abbassò velocemente e solo quando infilò le dita sotto l'elastico dei suoi boxer, Michael la fermò. Le sollevò il viso, preoccupato.

«Ridley... non devi farlo se non vuoi. Io non ne ho bisogno, davvero... tu...» Ridley sospirò e gli prese il viso. Lo baciò, assaporando finalmente le sue labbra dopo tutto quel pomeriggio passato a sperare di poterlo baciare. Michael chiuse gli occhi e rispose il più dolcemente possibile. Quello era indubbiamente uno dei baci più belli che si erano scambiati.

«Michael... nessuno me lo sta chiedendo, okay? Voglio farlo perché... perché so che per te non è la prima volta e io... voglio che tu ti dimentichi delle altre, voglio che ti ricordi di me per tutta la vita. Come se fosse la tua prima volta anche se non lo è. Voglio essere... speciale per te.» Michael passò la mano tra i suoi capelli chiari, tirandoli leggermente e scendendo poi sulla sua schiena, accarezzandola. Ridley scese dal tavolo e si mise di fronte a lui.

«Rid... per me sei speciale in ogni caso. Tu sei l'unica ragazza che voglio, Ridley Hood.» Ridley gli sorrise e si inginocchiò di fronte a lui, sfilandogli velocemente i boxer.

«Allora mi sono fatta perdonare?» domandò timidamente, pensando al da farsi.

Respirò profondamente e prese la sua sua erezione, cominciando a muovere la mano. Il ragazzo ansimò, chiudendo gli occhi.

«Ti... ti avevo già perdonata... appena... appena sei entrata in casa stasera» mormorò tra i sospiri. Ridley continuò il suo lento lavoro, sperando di farlo bene. Michael capiva che per lei era la prima volta, era ancora impacciata, ma non gli importava perché non aveva mai provato tanto piacere nella sua vita.

«Oh... Rid... dio...» Quando si lasciò sfuggire un gemito più lungo degli altri, Ridley capì che era il momento di andare avanti. Michael spalancò gli occhi, per poi richiuderli completamente scosso da quel piacere così intenso, quando sentì che Ridley aveva sostituito le mani con le labbra.

Ridley lo baciò delicatamente per tutta la lunghezza, cercando di capire cosa dovesse fare. Non provava più imbarazzo, perché lo stava eccitando, allora per la prima volta si sentì davvero speciale per lui.

Sollevò lo sguardo, guardando l'espressione di Michael, le labbra socchiuse, la testa leggermente piegata e i suoi respiri pesanti.

«Avevi detto che... che mi avresti insegnato un po' di cosette... dovresti aiutarmi...» mormorò Ridley, sfiorandolo poi con la lingua. Il ragazzo si lasciò sfuggire un gemito più roco dei precedenti e, istintivamente, portò la mano tra i capelli di Ridley. Glieli tirò leggermente e le spinse il viso contro il suo corpo. Ridley si lasciò guidare dai suoi movimenti e lo prese in bocca, smettendo completamente di pensare.

«Rid, tesoro... qui... ah... qui i morsi evitali, okay? Copri... Copri i denti con le labbra» le suggerì, tra gli ansiti. Ridley eseguì gli ordini e poco a poco si adattò al ritmo che lui le dettava, muovendole la testa. A volte alzava gli occhi per guardarlo, perché la sua espressione le piaceva, anche lei stava traendo piacere da quella situazione. Michael teneva gli occhi chiusi, a volte gemeva e lei capiva di aver toccato il punto giusto con la lingua.

Michael non si era mai sentito così e la sensazione gli piaceva maledettamente. Socchiuse gli occhi solo per guardarla, per vedere i suoi sollevati verso il suo viso, le sue mani che lo toccavano e le sue guance che lo avvolgevano. E sentiva che tutto era perfetto. Era perfetto perché quella davanti a lui era Ridley e quelle che lo accarezzavano erano le sue labbra. All'improvviso, anche se ci pensava, non ricordava nessuna esperienza prima di Ridley. Quella stava diventando indubbiamente la migliore della sua vita. E allora seppe che non aveva bisogno di altro, non aveva bisogno di altre.

Ridley si sentì soffocare, quando lui si spinse di più nella sua bocca e, allora, quando il ragazzo percepì il suo palato, guidato da tutti quei pensieri, capì che non poteva più trattenersi.

«Rid... Ridley....» ansimò più volte il suo nome, ma lei non accennava a togliersi. Lui, però, non avrebbe mai permesso questo per la sua piccola Ridley. La tirò bruscamente fino a farla spostare e, con un gemito roco mal trattenuto, venne sulla maglietta di Ridley, sporcandola leggermente.

Solo allora lei realizzò a pieno quello che aveva fatto e sentì le guance diventare subito rosse.

E se avesse sbagliato qualcosa? E se a lui non fosse piaciuto?

«M-Mikey... io non... era la prima...» Michael la interruppe subito, prendendole il viso. Le stampò un bacio sulla fronte, poi la abbracciò.

«Sei perfetta. Sei la mia ragazza perfetta.» Gli occhi le divennero lucidi, ma si ripromise di non scoppiare a piangere solo per una dolcezza del genere, non voleva sembrare una bambina e poi probabilmente Michael era così arrendevole solo per quello che lei gli aveva fatto. Però era felice. Lo aveva fatto per il ragazzo che amava e ora sapeva con certezza di non essergli indifferente, che quello per lui non era solo sesso, come non lo era per lei.

«Sai cosa, Rid?» esclamò lui ad un tratto, dopo secondi di silenzio passati abbracciati.

«Che cosa?»

«Forse è il caso di ordinare la pizza, che ne dici?» Lei rise, stampandogli un bacio a fior di labbra, poi si avviò verso la camera di Michael.

«Vado a prendere la maglietta dei Def Leppard che mi piace tanto. Sai... preferisco spiegare a Calum che sono diventata una loro super fan piuttosto che spiegargli perché ho il tuo sperma sul maglione!» Quella volta fu lui a ridere. Era da tanto che non sentiva quella felicità.

*****

HELLO :3

Qui c'era una foto che :Q_ (If you know what I mean HAHAHA) ora...

In questo capitolo a Giada erano partiti i 5 minuti e l'ha scritto (ascoltando "The Only Reason" PUAHAHAH)

Spero vi sia piaciuto e spero che capiate perché Ridley lo ha fatto...

Ps: ringrazio Amalia che mi ricorda sempre quando devo aggiornare HAHHAHA e che segue questa Fanfiction con molta... Devozione(?) ahahah.

Ci vediamo lunedì :3

Sara

Pokračovat ve čtení

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