The Hero's Secret

By Kitta_Angel

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Dedicato a chiunque non abbia un buon rapporto col padre. Se non avete mai visto i film della Marvel, ATTENTI... More

Iron Dad - Proverbio
Prologo
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Epilogo
You Know Who We Are
Spider Son - Proverbio
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Epilogo
Magissa - Proverbio
Prologo
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By Kitta_Angel

Quando Tony uscì dal palazzo dove aveva avuto uno dei suoi tanti colloqui, era ormai quasi buio. Era stato noioso e faticoso, tra poco anche il suo assistente si addormentava. Jeremy era un giovane uomo con degli ideali e serio nel suo lavoro, ma non avrebbe mai preso il posto di Pepper.
Pepper.
Gli mancava così tanto. Col suo atteggiamento sempre così solare e maturo, rendeva bella ogni sua giornata. Man mano che i giorni passavano, si innamorava sempre un po' di più di lei. Se non fosse successo quello che era successo, probabilmente l' avrebbe sposata. E se non fosse stato per Steve e Peter, di sicuro sarebbe caduto di nuovo nel tunnel del bere.
-Com'è andata?- gli chiese Happy, aprendogli la portiera della macchina.
Tony alzò le braccia come a dire "niente di che". -Ho incassato altri trentacinque mila.- sorrise felice e si accomodò nei sedili posteriori.
L' auto partì e si immise nelle strade, Happy teneva lo sguardo fisso davanti a sé mentre guidava e Tony fissava assorto il cellulare.
-Se posso chiedere, che ci farai con tutti quei soldi?- domandò dopo secondi di silenzio Happy, tanto per parlare un po'. Tony ci pensò seriamente e decise: -Penso che rifarò la stanza di Peter e gli comprerò dei nuovi vestiti. Poi devo anche ottimizzare la sua tuta... È stato bravo oggi mentre non c'ero?-
L' autista grugnì, non sapendo bene come rispondere a quella domanda. -Dipende da cosa intendi con "bravo".- Tony alzò un sopracciglio. -Che stai dicendo? Che ha fatto?-
-Era arrabbiato con te, Jarvis mi ha detto che ha distrutto metà palestra e anche il suo stesso telefono.-
Il miliardario sospirò e si massaggiò la fronte. -Ti pareva. A casa lo sistemo io.-
-Inoltre, se devo essere sincero... Tony?- lo richiamò, -Il tuo ragazzo non profuma di rose.-
Eh?
-Voglio dire che si sente che non si fa la doccia da chissà quanto tempo.- rispose al suo sguardo confuso, -Gli hai mostrato dove si trova il bagno, sì?-
Tony serrò gli occhi, capendo dov'era il problema. Si era completamente scordato che suo figlio avesse paura dell' acqua dopo la morte dello zio. E adesso? Doveva riuscire ad aiutarlo in questo, forse facendogli superare la paura. Una giornata al mare? In piscina? Di sicuro non sarebbe stato facile convincerlo a togliersi i vestiti in una casa che non conosceva. -Me ne occupo io.-
-Per il resto, come sta andando tra voi due?- Happy lo guardò dallo specchietto retrovisore, -Quando gli darai la verità? Ti ricordo che c'ero anch'io quando quella piccola peste è venuta al mondo nel modo peggiore.-
-Ti prego, non me lo ricordare.- scuote il capo, -Pensi che non me lo ricorda? Quasi tutte le notti sogno quel giorno, anzi quei giorni.-
-Merita di sapere.-
-Dio, mi sembra di parlare con Steve... Aspetta.- tirò su di colpo gli occhi sul suo amico, -Gli Avengers sono alla torre?-
-No.- negò Happy, sapendo perfettamente come sarebbe andata a finire.
-E dove sono?-
-Natasha è dovuta scappare in Russia, motivi "top secret", Clint è andato dalla sua famiglia, Thor è tornato ad Asgard e Steve e Bruce hanno ricevuto una richiesta d'aiuto da Wanda a Vision.-
-Dimmi che almeno Rhodey...-
-Richiamato da un suo superiore per una missione in Iraq.-
Tony sentì la terra tremargli sotto i piedi. -Tutti? Sono spariti tutti?! E nessuno ha chiesto l' aiuto di Iron Man?-
L' uomo si schiarì la gola, stringendo il volante. Tony si stava avvicinando alla conclusione decisiva e che gli avrebbe fatto venire senz' altro un infarto. -Si vede che non avevano bisogno del tuo aiuto, sanno quanto sei occupato qui in città.-
Stark alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere la testa sullo schienale. -Quando sono partiti senza degnarmi di un minimo saluto? Soprattutto Rogers, non mi ha dato neanche un bacio oggi! Che maleducato...-
-L' ultimo di loro è partito stamattina alle sette. Per questo quando hai svegliato Peter non c'era nessun altro in casa.-
-E io che pensavo che fossero andati a fare shopping, tutti insieme appassionatamente.- disse sarcastico e sorridendo di poco. Gran begli amici, sparire senza avvisare e lasciare casa vuo... oh oh.
Porca puttana. Porca puttana e porco Loki.
Si mise dritto sugli attenti e l'ossigeno uscì quasi completamente dai suoi polmoni. -Frena i cavalli. Avevo chiesto se uno di loro poteva restare alla torre oggi per controllare il ragazzo. Ciò significa che è rimasto a casa da solo tutto il giorno!- per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, -E che...-
-Oh, no.-
-... nei prossimi giorni...-
-Non farlo.-
-... sarà di nuovo da solo.-
-Non dirlo.-
-Rimarrò da solo con lui, me l' hanno fatto apposta!-
-E l'ha detto.- chiuse le palpebre Happy, -Tony, è tuo figlio, non devi avere paura di lui.-
-Non ho paura!- protestò, -Non mi provoca paura quel ribelle, mi fa solo incazzare. Devo trovare un modo per farmi ascoltare.-
La sua guardia del corpo rise di poco. -Non lo farà mai.-
Il bruno non riuscì a trattenere un ghigno. -Staremo a vedere. Chi riesce a dire di "no" a Tony Stark?-
-Peter Parker.-
-Ehi.- gli puntò un dito contro per avvertirlo, -Non per molto. E non appena sarà tutto finito, gli cambio cognome.-
La suoneria del milionario interruppe la loro conversazione, una canzone dei Black Sabbath si diffuse nell' auto. Stark sorrise vedendo chi fosse: -Hai deciso di prenotare la gita turistica che ti ho offerto?-
-Solo se tu accetti una birra da me.- rispose sfrontato Negan, -Come va col tuo ragazzino?-
-Mi sta facendo ammattire, non so più cosa fare con lui. Le sto provando tutte.-
-Ne sei sicuro?-
Iron Man sentì il dubbio mettere radici nella sua mente. -Cosa stai insinuando?-
-Quando Carl è arrivato per la prima volta a casa mia, non sapevo come comportarmi. Ero stato insegnante di tanti ragazzi, ma quel ragazzino era diverso. Mi sfidava, non aveva paura della mia autorità, mi teneva testa e distruggeva tutto quello che era mio. Continuava a urlarmi che voleva tornare a casa.-
-E tu che hai fatto?-
-Pugno di ferro, pazienza e ricompense. Ho dovuto fargli capire che il suo nemico non ero io. Certo, ancora oggi abbiamo dei furiosi litigi, però ti assicuro che va molto meglio rispetto a sei anni fa. Tuo figlio, Peter, mi ricorda molto il mio Carl. Non importa quanto ci vorrà o quanto allo stremo ti porterà, tu non arrenderti mai con lui e provale veramente tutte. È come tentare di domare un cavallo selvaggio che non è mai stato legato. Ricordatelo.-
Tony si morse il labbro. Quindi doveva considerare quello con suo figlio una specie di gioco? Va bene, se c'erano delle regole le avrebbe dettate lui però. Conosceva quel ragazzo sin da quando era nato, ci doveva pur essere un modo per comandarlo, fargli capire chi comandava. Ma era davvero disposto a questo? Usare le debolezze di suo figlio contro di lui?
Non appena aveva messo piede a casa sua lo aveva sfidato, lo aveva trattato male e lui aveva cercato di incontrarlo a metà strada. Cos'altro poteva fare? C'erano degli altri metodi? C'era una scappatoia a tutto questo?
Mentre ci pensava, gli venne in mente un' idea: -Ehi, senti... stai ancora cercando una scuola per il tuo ragazzino?-
-Sì, perché?-
-Se è amante della scienza, so esattamente dove potresti mandarlo.-

-Stai bene, tesoro?-
Mary Parker sorride nervosa al marito, distesa sul letto dello studio di ginecologia. -Ho un po' paura, amore.-
-Andrà tutto bene, vedrai.- la bacia dolcemente sulla tempia e le accarezza i capelli.
Tony si toglie dal muro sul quale era appoggiato. -Volete che vi porti dell' acqua?-
Richard Parker gli sorride rassicurante. -No, tranquillo. Sei già stato molto gentile ad accompagnarci, non vogliamo crearti altro disturbo.-
Stark fa spalluce, -Nessun disturbo.- e rifila un' occhiata di intesa a Mary.
Quante probabilità ci sono che quel bambino non sia suo? Che il destino abbia finalmente deciso di punirlo per tutte le volte che ha portato al letto donne sposate? O per quando è stato stronzo e ingiusto con Rhodey? Prega fra sé e sé, se davvero deve accadere un giorno che diventi padre spera che la madre non sia la compagna di nessuno dei suoi amici.
-Rich? In effetti avrei un po' di sete. Mi porti da bere?- domanda dolce la donna, accarezzando la guancia dell' uomo che ama. Parker annuisce e fa per andarsene, non prima di aver sussurrato sorridente una frase a Tony: -Dopo in laboratorio proseguiamo il Progetto "Iron Man", d'accordo? Ah, e ricordati che oggi arriva la nuova assistente. Pepper qualcosa, giusto? Vedi di salutarla anche da parte mia, stasera.-
L' uomo annuisce e si sente male nel sapere che Richard si fida di lui. Lo ha coinvolto nel progetto dei ragni radioattivi, una cosa rivoluzionaria quanto pericolosa, e adesso anche in quello di un' armatura antiproiettile che vola e può essere utile in guerra.
Deve ammetterlo, quell' uomo è un genio. Riesce a stargli al passo come nessun' altro. Ed è anche uno dei suoi migliori amici.
Come ha potuto tradirlo così?
-Tony?- lo richiama Mary una volta da soli. Stark sospira, gli sembra che le pareti gli stiano per crollare addosso. Tutta quella situazione era come una gabbia e lui tentava di uscirne, di scappare, ma non poteva.
-Perché?- comincia la sua predica alla donna, -Perché non gliel' hai detto? Perché dovevi essere proprio sua moglie? Per quale motivo del cazzo lo hai tradito con me?!-
Gli occhi verdi di lei si riempiono di lacrime. -Lo sai perché, te l' ho spiegato il mattino seguente.-
-Pensi che non mi ricordi quel mattino? O quella sera? Per Dio, sai almeno di chi è?-
Mary prende dei respiri profondi, scossa dai singhiozzi. Si asciuga le guance bagnate. -È tuo. Sono venuta qui di nascosto un paio di volte, le settimane del bambino corrispondono alla mia notte con te. Se proprio non mi credi, facciamo anche il test di paternità.-
Tony percepisce il suo mondo che si devasta, ormai è fatta. È troppo tardi. -E Richard non se n'è accorto?-
-No, ho dovuto mentirgli sulle date. Non può saperlo.- lo guarda implorante, -Ti prego, Tony, non dirglielo. Mi parla sempre di te a casa, ti stima e crede in te. Non fargli questo, non possiamo fargli questo.-
-Vuoi continuare a mentirgli per tutta la vita? Che ne è del bambino? Quando gli racconterai la verità?- si arrabbia, gesticolando e avvicinandosi ai piedi del letto.
La donna lo affronta di colpo a muso duro. -È il mio bambino, saprò cosa fare.-
Il neo proprietario della Stark Enterprises sente un gelo che gli percorre la schiena. Sta veramente dicendo...? -Vuoi dire che non avrò alcun diritto su di lui? Che non potrò tenerlo neanche nel weekend?-
-Non sei suo padre!- gli urla contro, i capelli scuri le accarezzano il viso. -Hai cointribuito nel metterlo nel mio addome involontariamente, ma non sarai mai suo padre. Quella notte è stato un errore, lui è l' unica cosa buona adesso. Sono disposta a giurare anche di fronte a Dio che è figlio di Richard. Mentirei sempre pur di evitargli il tuo stile di vita, so cosa fai quando non lavori. Il mio piccolo non starà sotto i riflettori a causa tua, non me lo porterai mai via!-
Tony stringe i pugni con forza, un senso di possessione gli invade i pensieri. Come si permette lei di dirgli queste cose? Di sfidarlo? Gli suona una specie di campanellina nella mente; ecco che cosa ci aveva trovato di così attraente in lei, quel giorno.
-Staremo a vedere.- la minaccia, -Secondo te la stampa a chi crederà? A me che ho il potere e i soldi o a te che non hai niente se non un marito prodigio? Per quale motivo Tony Stark dovrebbe mentire su una gravidanza non sua se a malapena sopporta i paparazzi?-
Mary digrigna i denti. -Sei uno sporco, schifoso...!- il suo insulto viene interrotto dall' arrivo di Richard e della dottoressa.
Tony si fa da parte, ma per tutto il tempo osserva l' immagine sul piccolo schermo che mostra il bimbo.
-Allora?- chiede in trepidante attesa Richard, stringendo la mano a Mary. Quest' ultima sente il cuore nelle orecchie, -Qualcosa non va.- presume.
-Amore...-
-Una madre lo sa.- interrompe il suo partner, altre lacrime le fanno lucidare gli occhi. Tony si tende, davvero non sta bene?
-Quindi...- dice la dottoressa, esaminando ciò che vede. -Volete sapere il sesso?-
I genitori annuiscono.
-Be'... è un maschio.-
Il milionario tiene duro e trattiene le lacrime. Maschio... suo figlio.
-Ma...?- insiste Mary, il gel freddo sul ventre tondo e nudo che racchiude il suo prezioso tesoro.
La ginecologa sospira, quasi temendo di aprire bocca. -È malato. Potrei anche sbagliarmi, ma da quel che vedo qui le ossa, i muscoli, il corpo in sé... tutto è più piccolo e sottile di quanto dovrebbe essere. Anche i polmoni, il cervello e il cuore, non è normale al suo mese. Potrebbe non farcela.-
Tony viene scosso da un terrore inspiegabile. Non è possibile... no, non lui, non il suo bambino. Questo, è di sicuro questo il vero incubo.
No...
-Sta dicendo che...?-
-Sto dicendo che, quando nascerà, tutto di lui rischierà di rompersi. Se nascerà, non sono neanche sicura che arriverà al nono mese nelle sue condizioni. Ma in quel caso... morirà anche solo respirando.-

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Commentate, grazie! :)

-Kitta♡

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